lunedì 7 Ottobre 2024

La gravidanza isterica (o pseudogravidanza)

Dello stesso autore...

Luigi Zappoli
Luigi Zappoli
Laureato a Bologna nel 1997, per due anni sotto la guida del Prof. Antonio Venturini ha approfondito argomenti di chirurgia presso la Facoltà di Medicina Veterinaria. Perfezionato in omeopatia presso la scuola triennale della S.M.B. Italia, già radiografista autorizzato da Ce.Le.Ma.Sche. per la ricerca ufficiale delle malattie scheletriche del cane, dal 2000 svolge la libera professione come socio fondatore e direttore sanitario dell’Ambulatorio Felsina. Argomenti di maggiore interesse: Ortopedia, chirurgia generale, medicina d’urgenza, alimentazione. Ama: i suoi tremila cocker inglesi, la pesca, i computers e la fotografia. Odia: lavare i ferri e alzarsi presto (a meno che non si vada a pescare).

Non c’è niente da fare, i lupi hanno una marcia in più.
Dimostrano una straordinaria intelligenza nella caccia, nel comportamento di branco, nello spirito di gruppo che, diversamente da quanto avviene fra noi umani, rende unico, prezioso ed imprescindibile ogni singolo elemento delle loro piccole società dei boschi.

E’ affascinante pensare a come Madre Natura abbia risolto per loro il problema di qualunque mammifero selvatico: l’allattamento dei cuccioli. Partendo dal presupposto che un bosco è un ambiente ostile e pericoloso e che in un branco di lupi si riproducono solo gli esemplari dominanti, è facile capire l’importanza di garantire lo svezzamento del maggior numero possibile di piccoli anche quando la madre viene a mancare.
In un branco le femmine tendono a sincronizzare i cicli riproduttivi: e nel momento in cui l’esemplare alfa partorisce, le sottoposte vanno incontro a quella che viene comunemente chiamata pseudogravidanza e che fondamentalmente consiste in una montata lattea in assenza di concepimento e di parto.
Da un punto di vista fisiologico questo fenomeno è dovuto al fatto che all’estro (o calore), a prescindere dal fatto che l’animale si sia o no accoppiato, succede una fase detta diestro, nella quale risulta presente nell’ovaio un corpo luteo che per diverse settimane continua a secernere progesterone.
Ad un certo punto (alla fine dell’ottava settimana se la femmina è gravida, dalla sesta alla dodicesima se non lo è) il disfacimento del corpo luteo porta ad un brusco calo di questo ormone e ad un conseguente aumento della secrezione di prolattina, che è alla base della produzione di latte da parte delle ghiandole mammarie.
Il fatto è che il quadrupede più o meno grande, più o meno peloso, più o meno colorato che in questo preciso istante dorme accoccolato accanto a voi (oppure sta approfittando della vostra disattenzione per svaligiare il frigorifero) non è altro che…un lupo travestito!
Il patrimonio genetico del cane è praticamente identico a quello dei suoi cugini dei boschi: e nonostante si discosti nettamente da questi per quanto riguarda il particolarissimo feeling che ha con la specie umana, da un punto di vista strettamente fisiologico è perfettamente sovrapponibile al lupo.
Il problema, però, è che se una pseudogravidanza ha ottime ragioni di esistere in un animale che deve assicurare lo svezzamento e quindi la sopravvivenza ai cuccioli di un branco, questa diventa spesso un problema quando viene manifestata da un cane che queste esigenze non le ha.
Dicevamo poco fa che tutto è dovuto ad un esagerato aumento della prolattina in circolo.
In verità alcuni Autori sostengono che le pseudogravidanze siano dovute più ad una particolare sensibilità di alcune cagne ai livelli fisiologici di questo ormone, piuttosto che ad un suo vero e proprio eccesso.
Ma, all’atto pratico, le conseguenze non cambiano e le pseudigravidanze continuano a verificarsi, nonostante sia davvero curioso notare come siano a totale appannaggio di animali con un apparato riproduttivo assolutamente sano, mentre non si verificano mai se sono presenti problemi di varia natura ed entità a carico di ovaie od utero.
Vediamo nel dettaglio che cosa succede nella cagna.
La sintomatologia, a seguito del picco di prolattina, interessa fondamentalmente due organi: quello preposto all’allattamento (quindi le ghiandole mammarie) e quello che, in caso di gravidanza, dona alla cagna il comportamento da mamma, ovvero il cervello.
Avremo perciò due diversi ordini di problemi che potranno presentarsi e che saremo costretti a trattare allorché si manifesteranno con un’entità tale da rappresentare un disturbo evidente.
Analizziamoli uno alla volta.

– Ghiandole mammarie: si verifica un ingrossamento più o meno evidente, che di solito interessa soprattutto i capezzoli più caudali.
La produzione di latte può limitarsi a piccole quantità, oppure essere cospicua e predisporre le ghiandole ad una colonizzazione batterica che prende il nome di mastite e va necessariamente curata con antibiotici.
C’è da dire che le ghiandole mammarie sono dotate di un meccanismo, detto “a feedback”, che permette loro di aumentare la produzione di latte a seguito della stimolazione ricevuta dalla suzione dei cuccioli.
Questo meccanismo, però, le rende sensibili anche alla palpazione continua da parte dei proprietari apprensivi, che in questo caso non ottengono altro che peggiorare il quadro e protrarre nel tempo la lattazione.

Solitamente, se questo viene evitato e se la produzione non è eccessiva, le ghiandole tendono ad autoregolarsi ed a cessare la secrezione di latte nell’arco di qualche giorno.

– Cervello: il picco di prolattina accende l’interruttore dell’istinto materno. Ma i cuccioli non ci sono.
Questo fatto è il più delle volte sufficiente a limitare la sintomatologia, ma in alcuni casi determina comportamenti davvero preoccupanti, come il tentativo di allattamento di oggetti inanimati (con particolare predilezione per tutti i giochini che fanno “PIO!” quando schiacciati), la smaniosa ricerca di una tana e la sua preparazione…magari proprio nel divano di casa.
Il carattere della cagna può cambiare anche di molto, perché l’aumento dell’istinto materno tende ad incrementare anche l’aggressività di alcuni soggetti, che in situazioni diverse sarebbero assolutamente tranquilli e che invece diventano stressati ed a volte anche decisamente intrattabili.

Che fare

Ricordando che il fenomeno in un gran numero di casi non è da considerarsi patologico, qualora la sintomatologia sia lieve e non sussistano evidenti alterazioni comportamentali è preferibile evitare qualunque trattamento ed attendere che la produzione di latte termini spontaneamente nell’arco di una decina di giorni.
Nel caso invece si decida di intervenire, il trattamento di questa sindrome è fondamentalmente di due tipi: medico o chirurgico.
Se quest’ultimo, che consiste nella castrazione (ovvero nell’asportazione delle ovaie), è assolutamente risolutivo, resta ovviamente inapplicabile in tutte le cagne dalle quali si desiderano cucciolate.
Per quanto riguarda la terapia medica il discorso si fa più complesso. Partendo dal presupposto che, come detto, la sintomatologia può interessare con gravità variabile sia la sfera fisica che quella psichica dell’animale, è necessaria la valutazione del singolo caso per decidere come agire.
Perché se è vero che i comuni antiprolattinici chimici (cabergolina, bromocriptina) hanno generalmente una ottima percentuale di successi, è anche vero che non sono scevri da effetti collaterali e che questi vanno valutati nell’ottica di un utilizzo di questi farmaci per diversi giorni, ogni sei mesi, per tutta la vita dell’animale.
Tralascio volutamente le altre terapie chimiche proposte negli anni scorsi da diversi autori (estrogeni, progesterone e derivati, testosterone, eccetera…), per approfondire invece il discorso sull’omeopatia.

L’approccio omeopatico

Dopo anni di sperimentazioni su un numero piuttosto elevato di casi sono giunto alla conclusione che un approccio omeopatico sia efficace nella quasi totalità dei casi in cui la cagna in pseudogravidanza abbia un’evidente sintomatologia comportamentale, mentre dimostra ancora qualche problema nel limitare l’entità delle lattazioni.
Soprattutto impostando una terapia che inizi in prossimità del calore (e quindi con un notevole anticipo rispetto al momento in cui la cagna presenterà il picco di prolattina), otterremo il più delle volte un evidente miglioramento dell’umore e la scomparsa degli atteggiamenti di preparazione della tana e di adozione di oggetti inanimati.

Per finire, ecco i rimedi che personalmente consiglio di adottare in tutti i casi, a prescindere dalla loro gravità:
1 – evitate che l’apprensione per le condizioni della vostra cagnona vi portino a controllare di continuo lo stato delle sue mammelle, con la conseguenza di stimolare ulteriormente la produzione di latte;
2 – non applicate impacchi, caldi o freddi che siano, con l’intento di alleviare la sintomatologia, perché possono solo complicare il quadro;
3 – eliminate gli oggetti che possono scatenare il comportamento “da mamma” e sollecitate l’animale al movimento anche se dimostra di non averne voglia.

Un ultimo consiglio: fidatevi del vostro veterinario, anche quando vi dice che ciò che ha colpito la vostra amata cagnona è un processo del tutto normale e non ha bisogno d’essere curato in alcun modo, perché passerà da solo.
A volte la migliore terapia si rivela essere l’attesa che la natura faccia il suo corso. Senza preoccuparsi.

Autore

  • Luigi Zappoli

    Laureato a Bologna nel 1997, per due anni sotto la guida del Prof. Antonio Venturini ha approfondito argomenti di chirurgia presso la Facoltà di Medicina Veterinaria. Perfezionato in omeopatia presso la scuola triennale della S.M.B. Italia, già radiografista autorizzato da Ce.Le.Ma.Sche. per la ricerca ufficiale delle malattie scheletriche del cane, dal 2000 svolge la libera professione come socio fondatore e direttore sanitario dell’Ambulatorio Felsina. Argomenti di maggiore interesse: Ortopedia, chirurgia generale, medicina d’urgenza, alimentazione. Ama: i suoi tremila cocker inglesi, la pesca, i computers e la fotografia. Odia: lavare i ferri e alzarsi presto (a meno che non si vada a pescare).

    Visualizza tutti gli articoli

Nella stessa categoria...

1 commento

  1. Sono un paio di giorni che leggo informazioni sulla pseudogravidanza, ma come al solito solo leggendo “Voi” ho chiarito tutti i miei dubbi! 🙂 E’ già… La mia Doghetta di quasi 3 anni ha tutti i sintomi da voi descritti! Seguirò i vostri consigli e speriamo che passi presto! <3
    P.S. Pensavo che l'articolo fosse di Valeria, ma complimenti anche a Luigi!!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi articoli

Scarica la nostra app!

E' gratuita e potrai rimanere facilmente aggiornato su tutti i nostri contenuti!

Scarica l'app per sistemi Android
Scarica l'app per sistemi Apple

Ti presento il cane
Condividi con un amico