Alimentazione casalinga, sì o no?
In Italia sembra essere tutt’altro che “di moda” e regna parecchia confusione su questo percorso alimentare; negli Stati Uniti invece si assiste ad una sorta di revival atto a valorizzare la scelta di alimentare il proprio animale con cibi fatti in casa.
Il motivo del crescente interesse verso l’alimentazione casalinga sta nella maggiore conoscenza del mondo dei mangimi industriali e di ciò che può, in certi casi, stare dietro a una crocchetta dall’aspetto innocuo: ci ha pensato Anne Martin che con il suo “Foods Pets Die For” (ripreso dagli italiani Meyer e Apuzzo in “Fido non si Fida”) a far luce sui lati oscuri della crocchetta, spaventando milioni di consumatori.
In effetti l’acquirente finale sente di non avere un vero e proprio controllo sulla fabbricazione del mangime e sulla scelta della qualità degli ingredienti: pertanto preferisce alimentare il proprio beniamino con una modalità che gli consenta di sapere, sebbene in maniera “approssimativa”, cosa finisce nella ciotola.
Maniera approssimativa, perché?
Il motivo è semplice (e valido anche per l’alimentazione umana): noi andiamo al supermercato o da un negoziante, compriamo carne, uova, pasta, verdure eccetera…ma possiamo dire di conoscerle solo nel loro “stadio” finale: non sappiamo con certezza come siano state trattate prima, come siano state trasportate, se le norme basilari di igiene siano state rispettate o meno, insomma una conoscenza reale cioè che arriva nella ciotola (o nel piatto) è un traguardo che il consumatore non può raggiungere.
Qualche anno fa è stato pubblicato in Italia un notevole libro sull’argomento: si chiama “Fast Food Nation” ed è stato scritto da un giornalista americano di nome Eric Schlosser.
Alzi la mano chi, dopo un’attenta lettura, non finirà col guardare di traverso la bistecca nel piatto!
Tornando ai cani è comunque innegabile che l’alimentazione casalinga ci consenta di scegliere se e quali alimenti utilizzare, come e quanto cuocerli e via di questo passo: eppure, come abbiamo detto, i proprietari che adottano questo sistema e i veterinari che lo consigliano sono sempre meno.
Perché? Quali sono i lati positivi e quali i negativi?
Va fatta innanzi tutto una doverosa premessa: come spiegato nella sezione relativa agli alimenti umidi, fino a una decina di anni fa l’alimentazione casalinga era la sola modalità adoperata per nutrire i pets…ma in che modo? In maniera raffazzonata, direi: nella ciotola di cibo finivano disgustosi papponi a base di pane secco, brodo e riso soffiato con una misera spolverata di carne o, in altri casi, gli avanzi provenienti dal tavolo del padrone.
Ancora una volta i cani dimostravano la loro adattabilità sopravvivendo discretamente a questi veri e propri “attentati”…ma questo non basta a farmi approvare queste usanze.
Purtroppo non posso parlare solo di “vecchie” usanze, dal momento che la “filosofia dello zuppone” è tuttora in vigore così come la tendenza ad alimentare gli animali con alimenti umani assolutamente inadatti al loro apparato digerente.
Chi non si è convertito alla crocchetta in genere prosegue sui binari sopra indicati: è per questo che si sentono peste e corna dell’alimentazione casalinga!
Lo “zuppone” e gli avanzi
Gli amanti dello zuppone insistono su quel modello perché è economico e dà una grande soddisfazione psicologica al padrone: si sente appagato dall’ aver cucinato (per modo di dire) per il cane e dal mettergli davanti un abbondante ciotolone fumante.
Se la soddisfazione del proprietario è rintracciabile in chi alimenta i cani a zuppe, cresce in maniera esponenziale negli “avanzisti”.
Secondo questi ultimi, infatti, voler bene al cane significa rimpinzarlo come una mongolfiera di ghiottonerie.
Sono avanzati dei bignè? Ottimo! Al cane piacciono!
Stesso discorso per lo sformato di gorgonzola e carciofi, per la pizza super condita, per il prosciutto quasi andato male e via dicendo: il cane mangia con gusto, è soddisfatto, che si può volere di più dalla vita?
Gli “avanzisti” non si soffermano a riflettere sul fatto che il cibo, oltre ad essere ingerito, debba poi essere digerito e che, in quanto inadatto, potrebbe regalare una serie di problemi che vanno dalla banale diarrea ad una ben più seria torsione dello stomaco.
Alla luce di quanto scritto non c’è da meravigliarsi se veterinari e cinofili storcano il naso sentendo parlare di alimentazione casalinga: ma questo non giustifica i tentativi, da parte del veterinario, di svicolare le richieste informative del cliente spingendolo con veemenza in direzione di una crocchetta.
So di persone volonterose, intenzionate a ad alimentare i propri pets in maniera casalinga ma appropriata, che sono stati praticamente “ignorati” dal veterinario di fiducia che ha deciso di semplificare il tutto raccomandando un buon mangime pronto.
Pochi anni fa si usciva dall’ambulatorio del veterinario con fogliettini illustranti le linee guida dell’alimentazione casalinga: oggi si esce col campioncino della marca di turno, come se si fosse persa l’abitudine a riflettere sugli ingredienti “crudi” e la loro preparazione.
E allora…che fare?
Come possiamo capire se l’alimentazione casalinga fa per noi?
Come intraprendere seriamente questo “percorso alimentare”?
Alimentare bene non è facile
La prima, grande e doverosa premessa è che alimentare in maniera casalinga il nostro cane NON è facile, pratico né tanto meno economico (specie se il cane è di grossa taglia).
Se questa premessa non vi spaventa, continuate pure a leggere.
Perché non è facile affrontare in maniera opportuna l’alimentazione casalinga?
Il primo ostacolo è quello di imparare a relazionarsi correttamente al cane. Sembra un’idiozia, ma molto spesso si proiettano sull’animale le necessità nutrizionali degli esseri umani e dei bambini.
Lasciando da parte le problematiche “comportamentali” del rapporto cane-padrone, è fondamentale ricordare che l’apparato digerente del cane è differente dal nostro. Il cane, pur trasformatosi suo malgrado da carnivoro in onnivoro, non ha le nostre stesse esigenze nutrizionali e, per il suo bene, queste “differenze” vanno comprese e rispettate.
E’ bene mettersi in testa che esistono alimenti sì ed alimenti no… e che molto spesso i cibi più ghiotti ricadono nel gruppo dei no. Esempi di cibi no sono: intingoli, insaccati, cioccolato, dolciumi e qualsiasi cosa sia troppo “unto” o “troppo salato”.
Quello che invece i nostri animali possono tranquillamente mangiare sono le carni scottate e disossate, il pesce, i formaggi non fermentati come la ricotta o il cottage cheese (jocca), lo yogurt naturale, il latte se il cane non ha problemi di intolleranza ai latticini, pane, pasta, riso, patate non verdi e pane, frutta in modica quantità e verdura, fatta eccezione per le cipolle e i legumi che possono dare problemi in alcuni soggetti.
Le fonti di questi tre elementi sono altamente variabili, così come sono differenti i loro valori nutrizionali e la digestibilità.
Va inoltre sottolineato come la reazione agli alimenti non sia la stessa da parte di tutti i soggetti: possono presentarsi problemi o predilezioni a seconda del singolo cane o addirittura delle razze.
Non è una leggenda il fatto che il chow ami il riso o che i nordici adorino il pesce ed abbiano difficoltà a digerire gli amidi.
A proposito degli amidi è bene ricordare che riso e pasta debbano essere stracotti in modo da renderli più digeribili al cane.
Nel caso del riso sarebbe ancora meglio sciacquarlo in acqua fredda ancora prima di metterlo a bollire: in questo modi si elimina buona parte dell’amido. Altri ingredienti che possono essere buoni fonti di carboidrati sono il pane, l’avena, le patate (particolarmente utili nel caso di soggetti allergici), la farina di mais o il cous cous.
Per quanto riguarda le carni, tutto è concesso: ottime sono poi le uova.
Nel caso di cani di grossa taglia la ricerca di carne di buona qualità a buon prezzo rappresenta uno dei problemi maggiori incontrati dall’aspirante neo-chef.
In molti casi può essere d’aiuto un macellaio di fiducia a cui spiegare cosa si desidera e da cui far mettere da parte determinati scarti, ritirabili successivamente a buon prezzo.
Pollo e tacchino sono tra le carni più economiche ma comportano un notevole lavoro di pulizia e disossaggio; si trova della carne trita a buon prezzo ma è meglio non acquistare carni eccessivamente grasse; cuore e polmoni di manzo sono piuttosto economici e appetitosi ma non abbastanza nutrienti e fanno ribrezzo a molti proprietari.
L’alimentazione casalinga può essere di grande aiuto nei soggetti affetti da allergie alimentari, sebbene i prezzi di carni “alternative” (struzzo, cavallo, anatra, selvaggina….) possano mandarne il costo alle stelle.
Una ricetta casalinga tipo si basa su: carboidrati ben cotti, carni scottata, una piccola aggiunta di grassi e un’adeguata integrazione vitaminico-minerale: esistono prodotti (multivitaminici-minerali) già pronti per l’uso e studiati per età (cucciolo, adulto, anziano) o esigenze (gravidanza, allattamento, sport, convalescenza).
E’ anche possibile acquistare vitamina per vitamina o minerale per minerale, scelta molto più costosa e rischiosa.
In entrambi i casi è bene farsi seguire dal veterinario per poter scegliere l’integratore più adatto ai pasti differenziati.
NO alle integrazioni “a naso” che possono portare a più danni che benefici! Integrare “direttamente” il cibo comporta grandi vantaggi quali la flessibilità dell’integrazione (non possibile nel caso dei cibi pronti) e la consapevolezza della qualità degli integratori scelti: per esempio, sembra essere ormai accertato che i “minerali” chelati siano migliori di quelli sottoposti ad altre lavorazioni.
Soluzioni pratiche
“Smontata” l’idea dell’alimentazione casalinga come “facile” e “economica”, che dire ora sulla praticità?
E’ certamente più semplice e immediato prendere un sacchetto di crocchette da uno scaffale e versarle nella ciotola giorno per giorno!
Il casalingo necessita di una buona dose di studio (conoscenze base sugli alimenti, valori nutrizionali, pro e contro, modalità di preparazione), di una buona organizzazione (reperimento dei singoli ingredienti), pazienza e di tempo per preparare i pasti.
In realtà è possibile preparare grossi quantitativi di carne, surgelarli in piccole porzioni e servirle di volta in volta e, per quanto riguarda pasta e riso, cuocerne in abbondanza e conservarli in frigorifero per qualche giorno.
In caso di emergenza esiste sempre “l’amico pane”: ciò che bisogna ricordare è però che non è possibile raffazzonare i pasti stravolgendo le ricette da un giorno all’altro.
Il cane ha bisogno di continuità, ed è una pessima cosa alternare giorni di casalingo a giorni di mangime secco.
Testi e link utili
I dosaggi? I valori nutrizionali?
Impossibile generalizzare o, al contrario, fornire qui troppi dettagli: ne scaturirebbe un trattato.
Posso però “indirizzarvi” verso le fonti giuste.
Per coloro che intendono cimentarsi nella cucina casalinga consiglio, come testo base “Ricette fai da te per cani e gatti” del veterinario gastroenterolgo Donald R. Strombeck (Calderine- Ed agricole) – 29 Euro (li vale tutti!).
Non è un testo di comprensione immediata, alcuni passaggi possono risultare ostici ma, nonostante tutto, lo reputo indispensabile.
Eccellenti le parti relative alle allergie alimentari o all’alimentazione di cani (e gatti) con problemi di salute (cardiopatie, insufficienza renale, diabete, obesità…).
Un secondo testo amico è la “Medicina naturale per cani e gatti” del veterinario Richard Pitcairn che dedica la prima paste del testo a ricette, ingredienti e integrazioni: Pitcairn è piuttosto “estremo” nei suoi punti di vista (condivisibili o meno), ma le ricette possono essere una buona traccia. Se conoscete l’inglese e siete amanti del web non vi resta poi che iscrivervi alla mailing list Totally Home Cooking i cui archivi sono aperti anche ai non iscritti nella prima settimana di ogni mese.
Per iscriversi occorre mandare una richiesta e una presentazione, la lista è il luogo ideale per chiedere consigli e condividere esperienze.
Tra i materiali messi a disposizione dei soci, un elenco dei valori glicemici dei carboidrati.
Tra i siti interessanti segnalo:
www.ntwrks.com/~mikev/chart3a.htm, che riporta i valori nutrizionali di circa 1000 alimenti;
il Cold River Veterinary Center, un ambulatorio veterinario interessato all’alimentazione casalinga, fornisce delle linee guida generiche;
il sito della USDA, miniera di informazioni sulla nutrizione.
Giornata rovente, per merito di Report, sull’argomento alimentazione, quindi abbiamo tutti più o meno commentato sui social e partecipato alle tenzoni già in corso. Cucino per i miei cani da anni, ed ho cominciato proprio perché, con i mangimi – per quanto ultrafamosi , costosi e imposti dai veterinari come Unica Via – uno dei miei relitti di canile continuava a stare malissimo (risolto appieno, il tipo sta serenamente invecchiando coi suoi colleghi di ventura).
Non credo che esista “la” soluzione, ma almeno da queste discussioni sta faticosamente emergendo l’idea che no, non tutte le cucine casalinghe sono diete irresponsabili e sbilanciate, e che con attenzione si può preparare al proprio cane un pasto equilibrato e sano. E poi, avete sentito mai un medico dire a una mamma: “Suo figlio sta poco bene, signora. Mi raccomando: solo scatolette” ??? 😉
bisogna anche dire che la vita media di un animale non è abbastanza lunga da avere il tempo di risentire di certi alimenti i cui danni si vedono dopo 20 anni come per noi umani… però è giusto stare attenti a determinate cose che possono portare a danni in breve tempo come diabeti o quelli ai reni o al fegato soprattutto. quindi un mangime di buona qualità con gli integratori adeguati, alte percentuali di carni soprattutto per i gatti ma anche per i cani, (magari anche buttando un occhio che sia prodotto in italia, cruelty free e biologico giusto per aiutare anche noi stessi) e guardando che non ci siano zuccheri. agli animali poi in aggiunta a queste crocchette di buona qualità si possono dare cose casalinghe stando attenti che siano nella rosa dei cibi non dannosi e eviteremo (o se vengono era destino) tutte quelle malattie che sono provocate da un’alimentazione sbagliata… bisogna dire che gli animali domestici dopo un certo punto diventano abitudinari e risentono di cambi di alimentazione quindi se si vuole dar loro gli avanzi bisogna abituarli da subito e comunque in aggiunta ai crocchi buoni e togliendo da questi avanzi le cose che non fanno loro bene.
Sinceramente non condivido il fatto che l’alimentazione naturale ( ritengo sia più corretto chiamarla così quella studiata e adattata al cane, con il termine casalinga indicherei quella fatta a caso ) sia più cara ne’ tantomeno complicata. Io ormai è più di un anno che sono passata a dare alimenti freschi alla mia Sisma ( incrocio dogo – amstaff di circa 40 kg ) e rispetto a prima sto risparmiando. Certo se il paragone è rispetto alle crocchette del discount allora certamente sì, ma prima le davo Acana o Orijen non esattamente economiche. Attualmente mangia carne cruda ( mix di manzo , cuore , fegato e trippa cotta che mi faccio preparare dal macellaio , la dose di grasso la faccio variare in base alla stagione), altri tipi di carne , ad esempio pecora ( ci organizziamo per farla arrivare in 5 altri possessori di cagnetti) , pesce azzurro crudo, verdure saltate o bollite, riso o polenta, integrate con uova, ricotta, miele, frutta e altro. Onestamente spendo meno e il tempo che perdiamo per cucinare è veramente poco. Non farei tutto questo terrorismo, passatemi il termine, su costo e impegno, sottolineerei solo un po’ di sacrifici nella parte di studio ma poi è decisamente tutta discesa.
Qui si rischia di assegnare un nome sbagliato a una cosa giusta, un po’ come si fa coi collari e le pettorine … Dire “alimentazione casalinga” da l’idea del fai da te. Sarebbe meglio e più giusto parlare di alimentazione corretta. Il cane e soprattutto il gatto sono dei carnivori e da qui si parte, la maggior parte dei mangimi hanno bassissime percentuali di frattaglie (scarti di macellazione).
2 cose in particolare mi hanno colpito nel servizio di Report e me lo sono guardato due volte.
La prima, la domanda più intelligente che ha fatto un veterinario: Perchè non si fanno degli studi sull’alimentazione “casalinga” per un lasso di tempo di dieci anni e osservarne i risultati?
La seconda cosa che mi ha colpito è l’affermazione della biologa del laboratorio analisi che ha detto chiaramente che molti dei problemi legati ai mangimi industriali nascono dall’introduzione dei cereali.
L’alimentazione casalinga, se si intende carne di base, con una minima parte di verdura e integrazione seguita dal veterinario è sana e meno costosa. Parlo per esperienza diretta.
per quel che riguada la carne che deve essere scottata, significa che non deve essere cotta per molto tempo, se invece viene cotta bene cosa succede?
qual è la frutta che il cane può mangiare?
ciao rossella, ho appena scoperto la sezione “alimentazione” e sto scribacchiando qua e la, perchè il tema è importante ed ho già avuto modo di studiarci e rifletterci. bell’articolo! che chiarisce bene che “casalingo” NON è “avanzi”. mi sembra doveroso però fare 2 precisazioni:
1) la fonte di carboidrati non è solo cereali o patate. questi si dicono “carboidrati complessi”, mentre la frutta si dice “carboidrati semplici”. come giustamente dici nell’articolo l’amido non viene digerito, motivo per cui i cerali (pasta o riso) devono essere lavati e stracotti. la frutta di suo non ha amido, perciò restano solo quei carboidrati che vengono trasformati in glucosio e quindi in fonte energetica (occhio però che mi riferisco a frutta non troppo zuccherina, come mele e pere).
2) premessa: i mangimi industriali riportano in etichetta una serie lunghissima di integrazioni. sempre. parliamo però di materie prime disidratate, trasformate in farine, cotte a 200 gradi, perciò diventa necessario re-integrare i valori nutrizionali persi nella lavorazione. questo però non succede con il casalingo fresco: fonte di minerali, vitamine, fibre, sono frutti e verdure e non è necessario integrare ulteriormente se già la dieta è bilanciata.
una cosa che ho notato sull’uso del pane secco che aiuta a pulire i denti (ma anche crocchette e affini)è che mi sembra un po una leggenda metropolitana: i cani masticano poco e attraverso la masticazione frantumano approssimativamente quello che hanno in bocca e “cacciano giù”. ne pane secco ne crocchette passano sui denti a mo di spazzolino. passando all’alimentazione casalinga senza cereali, invece, ho potuto notare (nella mia femmina che produce tartaro in saldo :-)) un’abbassamento generale dell’acidificazione (lo si nota visibilmente nella lacrimazione, odore dell’alito per esempio) probabilmente dovuto al fatto che i cereali sono difficilmente digeribili dai cani, e una diminuzione progressiva del tartaro. almeno, questa è la mia esperienza…
personalmente ho sempre reputato l’alimentazione casalinga incompleta se non dannosa; per alimentazione casalinga intendo però non certo la pappa cucinata da persona studiosa, preparata ed appassionata ma tutte i pastrocchi delle sciuremarie nonnine e cuggini che penso costituiscano la maggioranza. Tuttavia anche una crocchetta di bassa qualità è altrettanto dannosa.
Personalmente ho sempre nutrito i miei cani solo con crocchette di alta qualità e mai avuto problemi di alcun tipo; devo anche ammettere che il volpino che mia nonna aveva quando ero bambina è campato oltre i 14 anni a furor di totani ripieni cucinati appositamente per lui, mia nonna di certo non è una scienziata barfer e quant’altro! Non ricordo bene se il suo pelo fosse profumato e lucido, ad una bella età però ci è arrivato! 🙂
Alimentazione casalinga per tutti i miei cani.. con tanto studio, un pizzico di fantasia e un occhio ai volantini delle promozioni! A volte è faticoso cucinare 7 kg di carne 7 di minestrone integrare con ricotta , uovo, pesce, sgombro, versare cucchiai di olio di mais o di lino.. ma la qualità è tutt’altra credo 😉