mercoledì 19 Febbraio 2025

Cresciuto…da cani

Dello stesso autore...

Davide Beltrame
Davide Beltramehttps://www.tipresentoilcane.com
Figlio di Valeria Rossi dalla nascita, creatura mitologica a metà tra uomo e cane, con tratti bestiali dello yeti. Solitamente preferisce esprimersi a rutti, ma ogni tanto scrive su "Ti presento il cane" (di cui è il webmaster, quando e se ne ha voglia). La sua razza preferita è lo staffordshire bull terrier, perché è un cane babbeo che pensa solo a mangiare e a dormire. Esattamente come lui.

NOTA: questo articolo è stato scritto da mio figlio nel 2004. Non me ne ricordavo minimamente e ovviamente mi sono commossa ritrovandolo e rileggendolo: ma il motivo per cui lo ripubblico oggi, così come l’avevo pubblicato allora, è l’apprensione di molte signore in attesa di un bambino, quando hanno già un cane in casa. O viceversa.
Ecco, quella che segue è la testimonianza… del bambino, una volta cresciuto: un punto di vista che, forse, potrà aiutare qualcuno a riflettere. Specie considerando che questo particolare bambino non è cresciuto con UN cane, ma con sedici.
P.S.: ho inserito qua e là alcune note della sottoscritta, giusto perché non sembrino tutte rose e fiori. Però, diciamolo: nonostante qualche problemino qua e là,  è stato bellissimo veder crescere il proprio cucciolo in mezzo agli altri.

Valeria Rossi

Di fronte all’opportunità di introdurre un cane in famiglia, molti genitori si pongono come primo problema quello della “civile convivenza” tra il loro figlio (specie se molto piccolo) e l’eventuale “nuovo arrivato” a quattro zampe: non ci saranno pericoli per il bambino, per  esempio il rischio che venga a contatto con pulci e zecche?
Queste e molte altre domande sono probabilmente le prime che un genitore si pone e che spesso lo inducono a rinunciare all’ “ampliamento familiare”; ovviamente sono domande legittime, ma quanti timori sono reali e quanti invece sono ingiustificati?
In questo articolo esprimerò il mio punto di vista, che non è quello di un genitore, ma quello di un bambino cresciuto coi cani, anzi potrei quasi dire “dai” cani…e non è stata affatto una brutta esperienza, anche se in varie occasioni ho creato qualche preoccupazione ai miei genitori!

Durante le “prime fasi” della mia crescita, nel 1986, mia madre allevava Siberian Husky (Allevamento di Ferrannietta); avevamo però anche un Pastore Tedesco, Ektor dell’Aura Nova (Ettore per gli amici).
Proprio Ettore è stato uno dei cani con cui ho maggiormente legato durante la mia infanzia; l’altro cane con cui ho legato moltissimo era Snowwhite, una siberian husky.  Non potevo legare molto coi cuccioli perché venivano venduti ai clienti, quindi mi sono affezionato agli “ospiti fissi” dell’allevamento; se l’affetto andava maggiormente ad Ettore e Snowwhite però, il lato del gioco andava per forza verso i cuccioli…del resto ero un cucciolo anche io, gli adulti erano giganti per me e infatti innumerevoli volte mi sono esibito in arditi capitomboli per essere andato a giocare in mezzo agli adulti con troppa imprudenza…non so quante volte ho fatto preoccupare la mamma con i miei voli!
Con i cuccioli le cose andavano ovviamente meglio…ero in mezzo ad amici “della mia taglia”, ma anche con loro c’erano un po’ di problemi quando volevano salire a baciarmi in faccia, creando interessanti graffiti sulle gambe del sottoscritto!
Questo era comunque un problema molto relativo, anche perché ero piccolo e in piedi ci stavo solo se accompagnato dal papà o dalla mamma, altrimenti andavo a quattro zampe…e la cosa doveva piacermi molto, considerando che mi sono alzato in piedi solo ad un anno di età. Mia mamma si iniziava a preoccupare….ma per me era normale, stavo tanto bene in mezzo ai miei amici cuccioli e andavo tanto forte a quattro zampe senza rischiare di cadere per terra, che per un po’ devo aver pensato: “io sto bene così, perché dovrei alzarmi su due zampe?”

Come detto in precedenza, i miei “prediletti” erano Snowwhite ed Ettore…con loro non potevo giocare molto, ma passavo comunque gran parte del tempo con loro: un pomeriggio sono anche andato a dormire nel box con Snowwhite, mia mamma mi ha cercato per un paio d’ore prima di rendersi conto che sia che io che Snowwhite dormivamo tranquilli e lei mi faceva da cuscino e da coperta!!!*
Insomma, per i miei genitori era un po’ un problema controllarmi: io mi trovavo perfettamente a mio agio coi cani e loro erano delicatissimi nei miei confronti, sempre attenti a non farmi il minimo graffio. Ettore potrei dire che era la mia “guardia del corpo”, per uno sconosciuto era impossibile avvicinarsi a me a meno che non ci fosse mia mamma nelle vicinanze.
Ettore, Snowwhite e i cuccioli sono stati insomma i miei primi “esempi da seguire”, la mia prima “famiglia a quattro zampe”: ma una vera e propria svolta ci fu quando mia mamma mi regalò il primo cane “tutto mio”, il primo cane che era sempre in casa con me…un bassotto di nome Liv, che però io chiamavo “Baba”. A causa sua devo aver creato una cocente delusione ai miei genitori: infatti è classica l’attesa della prima parola del bambino, con la “simpatica rivalità” tra mamma e papà che nella maggior parte dei casi si “contendono” il primato di “prima parola del pupo”…bene, la mia prima parola è stata BABA.
Non so come l’abbiano presa sul momento i miei:  a quanto so sono andati avanti qualche giorno con mio padre che sosteneva che io avessi detto “papà” e mia madre che continuava a fargli notare che in realtà avevo pronunciato il nome del bassotto!
Baba era il cane di casa, passavo moltissimo tempo con lui, diciamo che era la versione canina di un fratellino, e da bravi fratelli un po’ bisticciavamo (Baba mi prendeva per il pannolone e mi portava in giro per casa) e un po’ ci adoravamo e condividevamo i nostri averi….storico è il biberon:  bevevo un po’ io e poi facevo bere lui, poi di nuovo io e così via…credo che vedere questa scena farebbe rizzare i capelli a molti genitori, ma non c’è stato verso di farmi perdere quell’abitudine, che non mi ha certo creato problemi di salute, ero sempre sano come un pesce e tuttora non mi ammalo affatto spesso…chissà che non mi abbia fatto bene proprio condividere il biberon!**
Non condividevo certo solo il biberon…non si contano i peluche che lanciavo dalla finestra agli husky, che erano ben contenti di giocarci…a modo loro, però! Credo di essere passato alla storia come il maggior killer di peluche dell’epoca.
La mia prima infanzia è stata così: gioco e imitazione dei cuccioli, dormite con gli adulti, condivisione dei beni con il bassotto…e grandi preoccupazioni della mamma che doveva farmi capire che per quanto a me piacesse essere un cucciolo di husky dovevo iniziare a fare la parte dell’essere umano***.

Dopo questa infanzia “immersa nei cani” , quando avevo 6 anni e non avevamo più l’allevamento, la mamma è arrivata a casa con in braccio una meticcia che ho chiamato Snowwhite, nome scelto in onore e in memoria dell’omonima Siberian Husky.
Snowwhite è arrivata a casa che aveva 3 mesi, le volevo un gran bene ma probabilmente sotto sotto ero un po’ geloso; è paradossale che io cresciuto in mezzo ai cani fossi geloso di lei, sinceramente tuttora non saprei cosa possa aver causato quella gelosia…fatto sta che è sfociata tutta insieme un giorno che ero solo con Snowwhite, le ho fatto alcuni dispetti che però sono stati lo stesso motivo per cui ho smesso di essere geloso di lei.
Mi spiego meglio: quando mia mamma è tornata a casa e le ho confessato cos’avevo combinato, lei ha fatto a me le stesse cose che avevo fatto io al cane****, ed io ho capito che non era il caso di essere dispettoso con Snowwhite: da allora siamo sempre andati d’accordo e mi sono reso conto di quanto ero stato stupido ad esserne geloso.

Insomma,  ho vissuto i primi 5 anni della mia vita in un allevamento di cani e anche dopo ho sempre avuto almeno un cane in casa; in tutto questo tempo solo una volta sono stato così stupido da fare i dispetti al mio cane ed è bastato poco a farmi capire che era sbagliato.
Attualmente posso dire che non mi dispiace affatto essere cresciuto in mezzo ai cani, anzi è stato divertente e non ho avuto nessun problema di salute, non ho mai corso il rischio di farmi male***** e non ho corso il rischio di fare male ai cani; certo, questo “saper convivere”  è nato anche da tante raccomandazioni da parte dei miei su come comportarmi (e a volte da qualche rimbrotto), ma posso dire che crescere con tanti cani in famiglia è stata una bella esperienza.
Penso che non potrà mai mancare almeno un cane in casa mia:  ho imparato a rispettarli e volergli bene e non potrei più farne a meno.
Ancora oggi in fondo, come quand’ero piccolo, mi sento un po’ “uno di loro”… e ne sono felice.

* Traduzione di “cercarmi per un paio d’ore“: correre ovunque in preda a una crisi isterica ed essere sul punto di chiamare la polizia.
Davanti ai box c’ero passata almeno dieci volte, chiamandolo e urlando come un pazza: ma lui si era infilato “dietro” al cane, contro la parete del box, era invisibile e dormiva della grossa (anche adesso, non è bastino due urli per svegliarlo: ci vogliono i cannoni di Navarone). Quanto alla cagna, siccome non stavo chiamando lei, non vedeva il motivo di alzarsi.

**Sono assolutamente convinta di sì (infatti glielo lasciavo fare, nonostante nonne e zie scandalizzatissime) e la letteratura scientifica mi supporta: è infatti provato che i bambini cresciuti con animali sviluppano migliori difese immunitarie.

***Fortunatamente il nostro pediatra di famiglia, quando gli portai il bambino piangendo perché “non si sarebbe mai alzato in piedi e aveva sicuramente qualcosa che non andava”, mi rise in faccia e mi rispose: “E’ solo convinto di essere un cane. Ma poi gli passa e si alza”. Aveva ragione: si è alzato. Se abbia ben capito di non essere un cane non mi è chiaro, visto che ogni tanto mi ringhia.
Però alzarsi si è alzato.

****Metodo gentile!
Gradirei spiegare, però, che i dispetti erano stati tranquillamente riproducibili sul bambino: infatti lui aveva riempito la cagna di schiuma da barba (cosa che notai io, trovandola tutta impiastricciata) e le aveva messo il peperoncino nell’acqua da bere (cosa che confessò lui).
Io gli misi la schiuma da barba in testa e finsi di mettergli il peperoncino (ovviamente “finsi” soltanto) nella coca cola, chiedendogli se gli sembrasse un modo carino di trattare qualcuno a cui si vuol bene. Tutto qua: ma la lezione servì perfettamente.

*****col cavolo. Ha rischiato di ammazzarsi almeno tre volte, come qualsiasi bambino del mondo, credo.
Però i cani non c’entravano, questo è vero.

Autore

  • Davide Beltrame

    Figlio di Valeria Rossi dalla nascita, creatura mitologica a metà tra uomo e cane, con tratti bestiali dello yeti. Solitamente preferisce esprimersi a rutti, ma ogni tanto scrive su "Ti presento il cane" (di cui è il webmaster, quando e se ne ha voglia). La sua razza preferita è lo staffordshire bull terrier, perché è un cane babbeo che pensa solo a mangiare e a dormire. Esattamente come lui.

    Visualizza tutti gli articoli

Articolo precedente
Articolo successivo

Nella stessa categoria...

12 Commenti

  1. Ooh che bello questo articolo!
    Il metodo del “faccio al figlio quello che ha fatto al cane” non è male come insegnamento ahahhaa

  2. divertentissimo. Anche mio figlio è cresciuto cosi, con due cani e svariati gatti. Uno dei cani era una pericolosissima Rottweiler!!! Li vedo ancora che si contendono lo stesso angolo del divano (quando c’erano un secondo divano e una poltrona a disposizione). E mi ricordo benissimo i commenti quando allattavo mio figlio con in braccio la gatta che ronfava. Il mio “bambino” ora ha quasi 21 anni ed è sano e robusto come sono i ragazzi cresciuti in mezzo agli animali (come del resto sono già cresciuta anch’io, con cani in casa fin dalla mia nascita).
    Ciao, Inke

    • io non ho mai gattonato… però ho imparato a camminare usando il collie come girello. Mi attaccavo al cane e il cane mi seguiva lentamente per non farmi cadere.

  3. La prima parola di mio figlio è stata “BAU” e una delle prime cose che gli abbiamo visto imitare era il cane che scuoteva la testa (per “uccidere” il giochino)… e a me hanno fatto un piacere immenso!!

  4. Bellissimi ricordi, da portare sempre nel cuore. Bellissime le foto, che rappresentano così bene quell’amore condiviso….

  5. @Sylvie: mente,mente 🙁 …al bestiaccio non piace scrivere.
    O meglio, lo fa, ma scrive solo articoli per smanettoni su siti di informatica…che io non posso neanche leggere perché tanto non capisco una parola di quello che c’è scritto.
    Di cose non informatiche scrive “quando gli viene l’ispirazione”: che io sappia, gli è venuta cinque-sei volte in venticinque anni.
    Per questo mi sono tanto commossa scovando questo pezzo: non tanto per quello che c’era scritto, quanto perché l’AVESSE scritto! 🙂

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi articoli

Scarica la nostra app!

E' gratuita e potrai rimanere facilmente aggiornato su tutti i nostri contenuti!

Scarica l'app per sistemi Android
Scarica l'app per sistemi Apple

Ti presento il cane
Condividi con un amico