sabato 25 Gennaio 2025

Diario (semiserio) di viaggio di un aspirante espositore

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Prima o poi ci passerete tutti.
Per una esposizione canina, intendo.
Quelle che gli iniziati chiamano amichevolmente expo.
Ci passerete perché, nel bene e nel male, la cinofilia ufficiale è organizzata in modo tale da attribuire a queste manifestazioni una centralità pressoché assoluta.
In expo ci si conosce, si prendono accordi per le monte, si valuta il lavoro degli altri allevamenti. In expo le case mangimistiche e le aziende del settore hanno cura di allestire i loro stand per diffondere i marchi prodotti. Addirittura, ad una expo può fare da contorno una gara di agility, come promozione di questo fantastico sport – che non vive, né ha bisogno di farlo, all’ombra di altre manifestazioni cinofile.
Un’ expo Internazionale è stata il ballo delle debuttanti mio e di Tomislav, il mio Siberian Husky. Ubriachi dei consigli dei veterani espositori nostri amici, la marcia verso il nostro ring inizia il giovedì, con la toelettatura.

Giorno “-2”
Le prime avvisaglie della tragica muta primaverile vengono ignorate con distacco… e dopo qualche ora dal tavolo scende una belva inferocita dal caldo dei soffiatori, ma con un pelo morbido, lucido e soffice come mai l’avevo accarezzato. Non faccio in tempo a formulare un pensiero ostile verso possibili piogge, temporali ed affini che scorgo le prime avvisaglie di un tipico acquazzone da primavera romana, che avrà però la pietà di risparmiarci.
A casa, fervono i lavori di preparazione del necessaire: la lista è lunga, complessa e – ora lo so – stracolma di cose assolutamente inutili.
A parte la sedia pieghevole, croce (di chi non ce l’ha) e delizia (di chi invece ce l’ha) di tutti gli espositori, i documenti del quadrupede e l’acqua per entrambi non c’è davvero null’altro di strettamente necessario.
Eppure riesco a riempire una borsa di chewtoys, teli, asciugamani, ciotole, pettini, spazzole e oggettistica varia.
Rischiando quasi, ahimé, di scordare la macchina fotografica.

Giorno “-1”
Si va! Unendo il dilettevole ad altro dilettevole, nel pomeriggio del venerdì partiamo per la sede dell’Expo (lontanissima da casa), per trascorrere la serata con un’amica espositrice ed essere strategicamente l’indomani ad una mezz’ora di strada dal complesso della manifestazione.
A causa di disguidi – leggi la pigrizia di montare due tende a notte inoltrata coi fari delle auto che andavano scaricandosi – Tomislav ed io dormiamo in auto. Peccato per il pollaio a portata di narici, che farà del siberiano un’anima inquieta per tutta la pur breve notte…

Giorno X!
Sveglia all’alba.
Militare, oserei dire.
La mia amica “sente” molto le esposizioni: quanto è eccitata ed in fibrillazione lei, tanto sono assonnato io.
Forse una tazza di caffé avrebbe supplito al sonno non goduto, ma non c’è tempo, bisogna mettersi in movimento.
Sostenendomi di sola nicotina, poco dopo le 8 parcheggiamo ed iniziamo a scaricare.
Forte della sua esperienza di scafata espositrice, l’amica possiede un carrello su cui caricare i kennel dei nostri tre cani e il resto dell’arsenale. Non cerco neppure di reprimere il ghigno che mi si stampa sul volto quando intravedo persone con il cane legato alla cintura e kennel in spalla pieno di ogni sorta di accessorio.
Dopo aver trovato il nostro ring ed esserci sistemati, riesco finalmente ad assumere caffeina ed inizio a guardarmi attorno.
Manca più di un’ora all’inizio dei giudizi, eppure l’attività è già febbrile: moltissime razze richiedono un maquillage fresco e meticoloso prima di andare in scena, e mi rendo conto di essere in pratica l’unica persona beatamente seduta nel giro di decine di metri.
S’impone una ulteriore dose di caffeina…e finalmente inizio a percepire ciò che mi accade attorno con maggior comprensione.
In un impeto di zelo apro il kennel, tiro fuori Tomislav ed inizio anche io a spazzolare.
Memore dei consigli del toelettatore, mi limito a pochi colpi di cardatore per rendere il pelo uniforme e lucido, e subito scopro l’assoluta necessità di possedere un tavolo da toeletta.
In giro se ne vedono di tutte le fogge e misure, addirittura con le ruote sotto per poter fungere prima da carrello e poi da tavolo.
Un accessorio davvero imprescindibile, che consente di non lavorare solo con una mano, di poter tenere la situazione sotto controllo e di essere anche credibili in quel che si fa. La farsa della pettinata termina dopo pochi minuti, perché il rischio di iniziare a far emergere ciocche di sottopelo in muta è in costante agguato.

Decido dunque che è il momento di andare a fare un giro, ad incontrare gli amici e le amiche presenti tra i vari ring ed il campo di agility.
Nel frattempo avviene quel che credo sia l’incubo di ogni espositore: un giudice non è presente e le razze che doveva giudicare vengono spartite tra alcuni suoi colleghi.
L’impatto sulla mia amica è devastante, perché si ritrova di colpo a dover esporre due cani in due ring diversi, all’interno di due differenti padiglioni. Con un po’ di fortuna, un sapiente uso del cellulare e molto mulinare di gambe, riusciamo a tenere la situazione sotto controllo e ad essere presenti alle rispettive chiamate in ring. Per pochi minuti, ma ce la facciamo.

Tocca a noi!
Tomislav è fuori concorso e gira per ultimo, dopo tutti i Siberian Husky in concorso.
A mio modo di vedere è in leggero soprappeso, a causa della forzata inattività delle ultime settimane, ma non sembra diverso dai cani che ho appena visto sfilare.
Di sicuro è in buona forma, il pelo è compatto ed uniforme. Qualcuno viene a cercare di innervosire il cane, magari non sapendo che era presentato fuori concorso, assestandogli pacche un po’ troppo vigorose su muso e testa, ma lui è imperturbabile.
Dopo un segno di disapprovazione che scoraggia l’untore è di nuovo a terra, tranquillo e apparentemente spaesato. Un wurstel lo riaccende e lo sveglia, giusto in tempo per entrare e presentarci al giudice.

Ed ecco quel che ancora non mi spiego.
Facciamo il primo passo nel rettangolo e Tomislav si trasforma!
Porta le orecchie in avanti, assume una espressione divertita, porta la coda in alto a mezzaluna ed inizia a zampettare verso il giudice. Lo fermo, e mentre il giudice lo accarezza e gli controlla la dentizione scodinzola leggermente, con vivace superiorità.
Un wurstel premia il suo essere “così Husky”.
Il giudice ci chiede un po’ di movimento e di nuovo mi stupisce, mantenendo testa e coda alte e trottando davanti a me che gli corro un passo dietro.
Il giudice ringrazia mentre io ringrazio la belva con un altro wurstel, viene a stringerci la mano che io sono restio a porgere per essere unta dei premietti, e io resto lì, imbambolato nel ring, tanto che mi tocca domandare al commissario se avessi già terminato o meno.
Con un sorriso di comprensione lui mi invita ad uscire, e pare apprezzare che non abbia fatto domande su quando si ritirassero i giudizi – alla fine, questo almeno lo sapevo.
Di colpo stanco e frastornato, assumo ulteriore caffeina ed inizio a pensare alla mattinata che sta finendo, ricavandone tre spunti di riflessione differenti.

a) Un fatto che ho trovato davvero di cattivo gusto è lasciare che i cani sporcassero al coperto, nonostante ci fosse sempre un prato a non più di 10 metri di distanza. E non mi riferisco a qualche marcatura volante… ma a cose di ben altra sostanza.
Inaccettabile poi trovo il fatto di aver visto cani sporcare in ring.
In agility, qualora ciò accada sul percorso, il binomio viene squalificato.
In expo… la cosa mi ha portato a considerare quanto alcuni si occupino solo dell’aspetto del loro cane, tralasciando i suoi bisogni davvero primari e fondamentali.
Non è possibile non aver trovato qualche minuto per fare qualche passo con il proprio cane e consentirgli di soddisfare le sue esigenze corporali!

b) Il secondo punto mi sta davvero a cuore, e riguarda la razza che amo. Vedendo i bellissimi Siberian Husky da show non ho potuto fare a meno di chiedermi quanto questi fossero davvero funzionali al lavoro che, da standard, dovrebbero essere in grado di svolgere.
Pochissimi allevatori, infatti, utilizzano lo sleddog come uno dei parametri con cui fare miglioramento della razza.
Personalmente ho la fortuna di conoscerne soltanto uno.
La visione che si può avere del Siberian Husky, al pari di altre razze, può dunque essere antitetica a seconda che si guardi ad un cane da show o da lavoro.
I pochissimi che cercano di portare avanti un discorso di cane “bello e funzionale” ottengono prodotti mediocri sui ring e sulle piste, ciò che penalizza non solo loro ma la stessa razza in parola.
Io credo, pur da semplice appassionato, nella assoluta necessità di inserire una classe lavoro, con conseguente prova di lavoro che potrebbe essere strutturata come il certificato di attitudine al traino del club di razza.
Anche nel Siberian Husky, che cane da lavoro lo è per origine, per vocazione e per passione, troverei dunque quanto meno opportuno che i CAC venissero attribuiti solo ai cani presentati in tale classe.
Di certo questa non sarebbe la proverbiale manna dal cielo, ma a mio modesto avviso sarebbe un contributo fattivo e concreto in direzione di un recupero del Siberian Husky bello e funzionale*.

c) Infine vorrei dire, per una volta…che andare in expo è divertente!
E’ chiaro che per gli allevatori il confronto espositivo ed il conseguente giudizio assumono una importanza che per me non hanno, e questo deve essere rispettato come parte del loro lavoro.
Ma da privato con cane fuori concorso, andare in expo è stato assolutamente piacevole e distensivo.
Senza farne un catalogo, ogni ring vanta una sua fauna naturale, l’osservazione della quale risulta quanto meno spassosa.
Inoltre ci si imbatte in esemplari di razze mai viste, e un complimento al momento giusto può dare l’abbrivio ad interessanti chiacchierate davvero stimolanti ed arricchenti.
E poi è, soprattutto, un modo di trovarsi con gli amici, di confrontarsi sui propri cani, di trascorrere una giornata assieme a persone che abitano a centinaia di chilometri e che pure si ritrovano catalizzate dallo show di cui sono al tempo stesso autori e pubblico.
E tra una chiacchiera, una birra ed un panino con la porchetta è l’ora di rientrare…è  metà pomeriggio, ma la strada non è poca.
Sono stanco, distrutto, ho male alle gambe, ma…dov’è la prossima expo?

 

*Questo articolo proviene dall’archivio di “Ti presento il cane” ed è di qualche anno fa:  da allora qualcosa è cambiato, almeno nei raduni di razza in cui è stata inserita la classe “Sled dog” (ovvero “cani da slitta”, l’equivalente di una “classe lavoro”). Ovviamente nulla del genere è avvenuto nelle normali esposizioni ENCI.

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1 commento

  1. Io sono andata a vedere qualche expo,non ho mai partecipato (se non a una manifestazione in cui potevano partecipare cani senza pedigree…visto che la mia stella è una trovatella e pure sottomisura! XD ) è stato molto bello e ho visto da vicino parecchie razze che mi piacevano (anche se,chissà come mai stavo sempre vicino i ring di Siberian Husky,Alaskan Malamute,Akita e Shiba! xD) però devo dire che ci sono state alcune cose che mi hanno un pò “sconcertata” tipo la signora che non voleva gli si toccasse il cane (nemmeno dopo lo show) o il tizio che per far stare “tesa” la sua bulldog la toccava nei genitali!! altre persone invece erano contente che accarezzassimo i cani,e disponibili anche a farsi fotografare 🙂

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