di DANIELA MAFFEI – L’estate per un allevatore cinofilo non è certo periodo di vacanze; quando si hanno in casa 10 o più soggetti, e per di più non proprio mignon come i rottweiler, diventa difficile trovare la possibilità, anche economica, di avere qualcuno che si occupi dei tuoi beniamini mentre ti prendi qualche giorno di relax, che pure ci vorrebbe. Potrebbe sembrare un controsenso, ma spesso è proprio nel periodo estivo che si hanno molti contatti per i cuccioli: e un episodio che mi è capitato poche settimane prima del ferragosto mi ha fatto sorgere un pensiero: parliamo sempre di standard per i cani, ma non poniamo mai l’accento sullo standard del proprietario!
Tanto per chiarire, vi racconto cosa mi è successo.
Sabato pomeriggio di fine luglio; nei giorni precedenti avevano preso contatto con me due giovani ragazzi, appartenenti a famiglie diverse, per fissare un appuntamento con l’intento di conoscerci ed eventualmente acquistare un cucciolo. Fisso gli appuntamenti, uno nel primissimo pomeriggio e il secondo verso le 17, anche per poter avere il tempo necessario per parlare e conoscere queste persone.
Famiglia n. 1: arrivano verso le 14, puntuali, fratello e sorella di circa 20 anni, lui con la fidanzata, e genitori al seguito.
Facce sorridenti, dopo essere entrati in cortile, senza timori si avvicinano ai due prati recintati che sono adiacenti all’ingresso; in uno ci sono due cucciolone di circa 10 mesi, abbaione ma festose, alle quali avvicinano immediatamente le mani per farsi “baciare” attraverso la rete; nell’altro una coppia, una femmina di tre anni, esagitata ma estremamente allegra e il mio “vecchio campione”, uno dei due stalloni, oramai di quasi 10 anni, che rivela la sua età soprattutto attraverso un’apparente aria di indifferenza verso tutto ciò che lo circonda. Facciamo due parole sui soggetti che stanno vedendo e mi chiedono di vedere i cani da più vicino, di poterli accarezzare e prendere contatto con la loro mole.
Ok, così ne approfitto per farli rientrare e permettere ad altri di scorazzare nel prato. Li avviso che sopratutto la Fillide è estremamente invadente e che sicuramente salterà loro in braccio. Sorpresi ma assolutamente felici di questo atteggiamento, si accodano a me mentre mi porto in prossimità della porta del recinto e, come avevo preannunciato, la Fillide salta loro in braccio, letteralmente, felice di avere ospiti.
Il vecchio Schwarzi lascia spazio alla femmina e si avvicina poi con la sua andatura lenta, da vecchietto qual’è, e si impone con la sua mole, accomodandosi sopra i piedi della signora e sollevando il testone per raccogliere le dovute carezze….
Estremamente soddisfatti dell’accoglienza (sia i cani che gli ospiti), ci dirigiamo in casa, dove un po’ più al fresco, dopo un caffé, cominciamo a parlare.
Già proprietari di cani (avevano un meticcio, purtroppo mancato da poco), hanno scelto – ovvero il figlio ha deciso! – di acquistare un rottweiler e di acquistarlo in allevamento. Parlando un po’ mi rendo conto che hanno una infarinatura di cultura, infatti mi chiedono delle lastre per la displasia e delucidazioni particolareggiate sull’educazione, l’alimentazione, l’atteggiamento migliore da tenere con il cucciolo. Parliamo a lungo, della composizione famigliare, delle loro aspettative sul cane, della loro disponibiità di tempo e anche di argomenti disparati, che nulla “c’azzeccano” con i cani ma aiutano a conoscersi. Mi raccontano anche delle loro esperienze con il meticcio, che aveva il pessimo vizio di scappare.
La mamma mi riferisce che quando il cane tornava a casa veniva punito e poi legato a catena. Questo mi permette di prendere spunto per una piccola disquisizione sulla mente del cane e di informarli che quello non era l’atteggiamento migliore. Ascoltano stupiti ma alla fine capiscono di aver fatto degli errori di educazione e che il loro comportamento non era il più opportuno da tenere in quella situazione specifica.
Suonano alla porta “Oddio! sono già le cinque!” Parlando parlando non ci eravamo accorti dell’ora. Ci salutiamo con l’intento di sentirci dopo metà agosto, perchè soltanto per allora saprò dirgli se avrò oppure no il cane per loro.
Famiglia n. 2: ore 17. Anche loro estremamente puntuali; ancora prima di scendere dalla macchina il padre mi chiede “sono chiusi i cani? Sa, mia moglie è terrorizzata!”
Dopodichè entrano in cortile con la signora praticamente isterica, che mi dice subito “’io un cane non lo voglio!” e i tre ragazzi, il più vecchio di circa 25 anni, l’altro di circa 18 e il più piccolo di circa 13 che la guardano a muso duro…
Li faccio accomodare immediatamente in casa, dopodichè li lascio parlare.
Emerge subito la confusione: hanno un parente che ha un Labrador e loro sono indecisi tra questa razza e il rottweiler: sono convinti che le due razze siano estremamente simili.
Il cane lo prenderebbero per far guardia alla villa nella quale andranno ad abitare a fine estate; hanno una serie di idee assolutamente fuori luogo sui cani e poi questa mamma così terrorizzata, rigida e assolutamente sorda a qualsiasi tipo di incoraggiamento.
Emergono preconcetti che era tempo che non sentivo più…. Il cane sempre in giardino, tanto ha tutto lo spazio che vuole, mai in casa, mai a spasso, socializzazione? e che cos’è? educazione di base no, voglio un cane che se viene un estraneo lo morda ma se è un amico no ecc. ecc. Un vero campionario!
E poi i ragazzi sono tutti impegnati, chi con il lavoro, chi con lo studio, il padre è fuori casa per molte ore e perciò è a questa mamma, così rigida e terrorizzata, che verrebbe affidato il cane.
La signora premette: “Se sono sola e il cane è in giardino io non esco di casa!”.
Ha già avuto un cane di piccola taglia, acquistato da uno dei figli, e si lamenta perchè ha sempre dovuto badarci lei, le pappe, le cacche, le buche in giardino, mentre i ragazzi se ne sono sempre disinteressati.
Cerco di inserire qua e là qualche parola, per rendermi conto se c’è possibilità di dialogo, se c’è la voglia di capire e magari di ammorbidirsi un po’, di ascoltare cos’è veramente un cane e sopratutto se c’è una possibilità di dialogo tra di loro, così distanti nelle posizioni. Purtroppo non ci sono miglioramenti.
Anche cercando di spaziare attraverso altri argomenti, un buco nell’acqua.
Che fare? Lasciando in casa la mamma (terrorizzata anche soltanto dall’avvicinarsi del mio cane di casa, un simpatico meticcio di “ben” 8 kili di peso, che per l’occasione viene relegato in una stanza) andiamo a fare un giro in allevamento a vedere i cani.
Come mia abitudine, faccio in modo di farli avvicinare da uno o più soggetti, per vedere il loro comportamento: assolutamente incapaci di fare una carezza ad un cane!
Dopo un rapido giro, dopo aver presentato loro le mamme o i papà prossimi venturi, ritorniamo in casa, dove a questo punto è necessario che io dica qualcosa…. già, ma cosa?
“Signori, mi dispiace, ma proprio non vi vedo, non soltanto con un rottweiler, ma proprio con nessun cane!”
Bhe, c’è stato un momento di gelo… Ho cercato di far capire loro che non è possibile crescere bene un cane con le premesse che mi avevano indicato. Ma tant’è. Già lo so. Sono parole al vento. Acquisteranno un cane, facilmente un rottweiler, e avranno una marea di problemi.. Povero cane! Raccontando questo episodio a un amico, mi ha preso per pazza: “Ma come, tu non vendi cani?” Li allevo e poi li vendo! Certo! Ma dal momento che mi sono ritrovata a fare di questa mia passione una professione, non significa che abbia perso il senso di responsabilità. Non si tratta di una cosa, è un essere vivente! Già, questo è il dramma. Non si tratta di computer, macchine fotografiche o biciclette o quant’altro possa venirvi in mente. Il cane è un essere vivente e, putroppo o meno male, a seconda di come la si pensa, ha delle necessità. Che se non vengono rispettate rendono a lui, e di conseguenza al proprietario, la vita un “inferno”, a maggior ragione quando si tratta di cani di una certa mole.
Nei miei sogni di cinofila esiste dunque lo “standard” del proprietario ideale:
Paese di provenienza: non è di importanza basilare.
Gruppo: il gruppo sociale? I cani non sono classisti, tutto va bene.
Taglia: va bene qualsiasi taglia ed età o preferenza sessuale.
Colori: anche qui tutto è ammesso. Non interessa se sono Rossi, Verdi o Azzurri.
Aspetto generale: single o famiglia, anche numerosa, attiva, sportiva.
Carattere: umiltà, coerenza, disponibilità, allegria, tempo, fermezza, calma, applicazione.
Caratteristiche: indispensabile la comprensione della lingua italiana. Per altre lingue devo attrezzarmi meglio.
Umiltà: è la dote che permette al proprietario da standard di capire che il cane non ragiona come un essere umano. I ragionamenti del cane, posto che sia corretto chiamarli con questo termine, sono molto più semplici e meno articolati; per estrema semplificazione quasi un sistema binario: ciò che fa star bene, che da piacere, e ciò che non fa star bene. Ed è attraverso la comprensione di questo semplice meccanismo che il proprietario da standar relaziona alla perfezione con il suo cane. Si abbassa al suo livello e non pretende che il cane si elevi a livello umano. Diversamente il cane porterà il guinzaglio nella zampa e il proprietario il collare. E questo è sempre un gran guaio. Indipendentemente da razza, sesso o taglia del cane. Ma anche del proprietario.
Coerenza: parola magica per l’educazione del cane. Tutto ciò che è permesso quando il cucciolo ha 2 mesi di età lo sarà anche quando avrà 8 anni, e non è possibile fare diversamente.
Disponibilità: E’ compagna stretta dell’umiltà: capacità del proprietario da standard di capire i propri errori e di cambiare i propri atteggiamenti. E non buttare via il cane perchè “dà problemi”.Allegria: atteggiamento da tenere quando si vuole che il cane apprenda. Indispensabile.
Tempo: nessun cane è un computer al quale basta inserire il programma – obbedienza – per far si che obbedisca. L’obbedienza nel cane scaturisce dal rapporto. E per aver rapporto è indispensabile dedicare tempo al cane. Dubbi?
Fermezza: la dote di essere costanti nel tempo. Da applicarsi anche quando il cane insiste per ottenere quello che il proprietario ha scelto di non permettergli. Per fare un esempio comprensibile: il consiglio di famiglia ha deciso che il cane non deve salire sul divano. Bene, il cane cercherà in mille modi di salirci… Il proprietario da standard, con fermezza ma con calma, imporrà la propria opinione, e rimetterà il cane al suo posto anche mille volte, senza mai scomporsi. La 1001 è permesso prendere il cane per la coda e legarlo con essa al termosifone (freddo). Senza rabbia. Il problema è quando la coda non c’è! Se il vostro cane è così, attrezzatevi.
Calma: dote indissolubile da quanto già espresso. Il proprietario da standard non la perde mai anche se il cane ha fatto il disastro più grave che possiate immaginare. Es: distruggere il quadro di Van Gogh appena acquistato. Costo: Non dichiarato. Ma al proprietario da standard questo non succede. Non avrà lasciato il quadro di Van Gogh ad “altezza cane”.
Applicazione: è il sunto di quanto esposto prima. Se ci si applica con umiltà, disponibilità, coerenza, calma, fermezza e tempo i risultati si vedono.
Così si avrà un cane educato, socializzato, obbediente, senza per questo essersi imposto sul suo cane attraverso sistemi coercitivi, anche se un poco di fermezza ci vuole; e il suo cane cercherà sempre il suo compagno umano con lo sguardo, felice di essere compreso da… un proprietario da Standard!
già….
sono d’accordo al 100%. Prendendo coscienza di queste cose PRIMA di prendere il cane ci eviteremmo di vedere tanti cani e padroni stressati e infelici.
io concordo con te al 100%
il fatto è proprio che qualcunaltro… glie lo darà e presumibilmente, se non li sbrana prima, magari finisce presto in canile… allora poi.
comunque, l’articolo che chiedevo, più o meno…
Articolo di un anno fa, lo so, ma l’ho letto solo adesso e non resisto..
Per fortuna esistono allevatori così! Mi è capitato di andare a appuntamento in un allevamento e mentre ero lì è arrivata un’allegra famigliola che non faceva altro che dire di voler far partecipare il cane alle mostre, che di qua che di là, e poi li sento dire all’allevatore: “sa per un pò abbiamo avuto un cucciolo di beagle ma era troppo chiassoso e lo abbiamo riportato indietro!”
Risultato: l’allevatore voleva dare a loro un super cucciolo da esposizione e a me, dato che io volevo ‘solo un cane’, un cucciolo qualunque, quasi fosse uno scarto..ah ma allo stesso prezzo però! 1.800 euro! Certo certo! Dallo a loro così ti fai i soldi e poi ti riportano pure il cane se abbaia troppo!
perfettamente d’accordo con leisu tutto magari ce ne fossero di gente che seleziona i futuri propietari….
pierpaolo: ci siamo, e siamo anche numerosi.. solo che siamo pochissimo influenti.. Intanto abbiamo a disposizione pochissimi cuccioli in un anno; poi pre.ten.dia.mo garanzie dai proprietari dei ns cuccioli; ed infine abbiamo la presunzione di consigliare e seguire i proprietari dei ns cuccioli.
Tutto ciò fa si che la nostra ‘clientela’ sia poca ma estremamente scelta. Ma chi ha un cane preso da uno di noi si riconosce a 100 mt in qualsiasi parchetto di città ..
i miei dodici cocker dopo attenta lettura si dichiarano d’accordo. Dicono che io pur avendo i miei difettucci sono passabilmente tipica. Vogliono sapere dove portarmi per ottenere certificati di attitudine, dicono che con un buon cane come handler potrei anche cavarmela.
muahsuashaush !!!!!! …….
Non c’è niente di più sbagliato che dare un cane a gente incompetente, ignorante e convinta. Poveri cani che fniscono nelle loro mani 🙁
grazie !
Bellissimo articolo, Daniela!