Quando ho bisogno di una trasfusione di autostima, raduno la famiglia e andiamo a farci una passeggiata in centro.
Non riusciamo a fare dieci metri che improvvisamente la folla si illumina d’immenso:
“Ma guarda che belli!” dice una ragazzina al suo boyfriend. “Sono splendidi!” rincara la dose una signora elegantissima. “Oddio, sono meravigliosi” mormora una nonna, quasi commovendosi.
In effetti, io e mio marito ci prendiamo abbastanza cura del nostro look.
Mangiamo sano, cerchiamo di restare in forma.
Siamo anche biondi naturali, con dei bei lineamenti… e abbiamo quattro cagnolini carinissimi.
Ovviamente i complimenti sono tutti per loro, ma mi sarebbe piaciuto tirarla un po’ in lungo e provare a lasciartelo credere per un altro paio di righe, che ogni tanto qualcuno ci incrocia e fa la fatica di alzare lo sguardo al di sopra delle nostre ginocchia, ovvero del livello-cani.
Cioè…a volte lo fanno, ma solo per parlare di loro.
Che meraviglia, posso accarezzarli? Ma che belli, sono tutti vostri? Che splendore, vivono tutti insieme? Ma che nomi divertenti, come vi sono venuti in mente? Ma che simpatici, questo dà anche la zampa!
Ovviamente, il fascino dei nostri cani ci comporta anche una buona dose di conversazioni ai confini della realtà.
Come spiegare, non una ma quattro, cinque volte in un pomeriggio, che no, Amedeo non è in nessun modo parente dei tre bolognesi (guarda le foto! Ti pare possibile?).
O cercare di essere gentili mentre spieghi al bambino di turno che i cagnolini si possono accarezzare, ma bisogna farlo delicatamente e soprattutto usando una mano diversa da quella con cui si stava scavando nella Nutella fino a un secondo fa. Per non parlare di quando ti fermi per un secondo e la gente ti scambia per un dog-sitter o ti chiede di vendergli uno dei cani.
Ma complessivamente, mentre il mondo intero impazzisce dietro ai cani pericolosi, il nostro destino è quello di avere per colonna sonora stabile delle passeggiate coi cani quello che per la maggior parte della gente è solo un tormentone degli anni Ottanta: “MA CHECCARINI!”
Ecco, il mio sogno cinofilo segreto è che questo effetto Sandra Milo si estenda e che sempre più gente vaghi per le vie del centro sorridendo ai cani, dicendo loro quanto sono carini e facendo domande idiote ai loro proprietari.
E che questo succeda non solo ai nostri batuffolini, ma anche ai loro colleghi che se la tirano da cane serio (e, pensa la gente in strada, pericoloso).
Voglio un mondo di mamme che dicono ai figli “guarda che carino quel Pit Bull” e di ragazzine che commentano “guarda che elegante quel Doberman” con un inequivocabile tono da “me lo compri?”.
Voglio l’ennesimo politico che legge la sua ennesima ordinanza cinofoba e tutto il parlamento in coro gli risponde “Ma se sono COSÌ CARINI!”.
E non credere che io sia una pazza buonista.
In fondo, caro amico cinofilo proprietario di grosso cane, tra noi possiamo dircelo: non importa quanto imponente e serioso sia il tuo cane oggi. Il giorno in cui l’hai scelto tra mille altri, è stato il giorno in cui ti sei reso conto che non potevi vivere senza quel facciotto, proprio perché era… si dai, dillo anche tu… così carino!
Ebbene, quello che cercheremo di fare è ricreare quell’atmosfera e fare in modo che tutti i passanti del centro vedano il tuo cane serissimo per quello che è: il risultato dell’amore e dell’educazione fornita da un umano per bene ad un cucciolo tenerissimo con gli zampotti cicciotti e il nasone e gli occhioni dolci, e cioè un cane terribilmente carino.
Ma a me non interessa che la gente faccia pucci pucci al mio cane, potrà dire qualcuno.
Lo nutro perché mi difenda dai cattivi e faccia la guardia alla casa, altrochè dare la zampina ai bambini e mostrare la pancia al primo che passa.
Verissimo.
Ma escludendo che tu sia una di quelle persone che tirano fuori il cane dal kennel solo quando deve lavorare, suppongo che tu senta, alle volte, il bisogno di farti una passeggiata in centro, o di andarti a comprare un vestito o a bere un aperitivo… insomma le cose che fa la gente che non ha i cani, però portando con te anche il tuo amico peloso.
Se da un lato ci sono situazioni e livelli di folla oggettivamente crudeli da imporre ad un cane, dall’altro, lavorando tutto il giorno, il tempo libero è così poco che è un peccato dover lasciare il cane a casa quando si va a fare una commissione che, tutto sommato, è per lo più una passeggiata.
Se una buona scuola di educazione cinofila può insegnarti tutti i trucchi per gestire il tuo cane in casa e nella relazione con gli altri cani, affrontare la folla del sabato pomeriggio in città è un esercizio di abilità e buon senso che, fatto bene, fa la differenza tra portare a spasso un collega del Commissario Rex, autografi compresi, e trasformarsi in un fastidioso elemento di disturbo alla quiete pubblica, con tutte le arrabbiature che ne conseguono sia per te sia per chi ha la sfortuna di incontrarti.
E poi, c’è bisogno anche di te e del tuo cane per spezzare un circolo vizioso: se un numero sempre maggiore di umani ben educati accompagnati dai loro cani passeggiano serenamente per la città facendo una buona impressione ai passanti, sempre meno passanti avranno motivo di ritenere che i cani siano una presenza sgradevole o un potenziale pericolo da arginare.
Altrimenti, sai qual è l’alternativa?
Che noi personcine sensibili ed educate decidiamo di evitare gli imbarazzi e portiamo i cani solo per i campi. E a dare l’esempio nei centri cittadini, tra le persone che non hanno un’esperienza cinofila diretta, continuano ad andarci solo i bulletti, i punkabbestia e i non pochi maleducati generici, accompagnati da cani altrettanto maleducati che screditano l’intera categoria.
Quindi, coraggio! Scarpe comode, sacchettino d’ordinanza, guinzaglio, cane e via, si va a fare quattro passi in centro.
Dove scopriremo che per i cani esistono due pesi e due misure: se per alcuni la gente cambia marciapiede, protegge i bambini e invoca la museruola, ci sono cani che sono i benvenuti nei negozi, devono fermarsi ogni tre metri a prendere una carezza e un complimento, possono andare al ristorante e non solo: dopo qualche minuto il cuoco manderà loro anche un assaggino o al limite una ciotola d’acqua perché poverini, sono… così buoni e carini!
Noi, ovviamente, cercheremo di rientrare in quest’ultima categoria.
Cane carino, cane bambino
La regola d’oro dell’esportabilità sociale è la medesima per cani e bambini: bisognerebbe vederli poco e sentirli ancora meno. E’ vero che i cani si comportano secondo la loro natura, ma quando questa natura si manifesta in pubblico crea lo stesso genere di disagio dei bambini che corrono tra i tavoli del ristorante. Con la differenza che poche persone hanno il coraggio di lamentarsi coi genitori dei bambini odiosi, mentre a noi poveri cinofili non ne lasciano passare una.
Faremo quindi iniziare la nostra passeggiata in centro con qualche accortezza che spesso i genitori degli umanini omettono: una buona educazione di base, ad esempio.
Passeggiare tra la folla non richiede un master in obedience, ma qualche nozione fondamentale è indispensabile per la sicurezza del nostro cane ancor prima che per evitare fastidi al prossimo.
L’altro dettaglio indispensabile è che si va in bagno “prima”, anziché aspettare che scappi quando la ricerca di un posto adatto può diventare imbarazzante. Basta parcheggiare qualche metro prima del centro, magari in corrispondenza di uno spazio verde. Mini-corsa in modo che il cane possa sfogare le sue energie e fare una bella pipì, se siamo fortunati anche la cacca. Questo arginerà in parte l’iperattività da inizio di passeggiata, ma soprattutto ridurrà il rischio di “fermate” imbarazzanti.
Il portamento
Un cane carino passeggia per le vie del centro facendo ben attenzione a non disturbare gli altri passanti. Cammina a fianco del suo umano, che a sua volta regge un guinzaglio abbastanza lungo da non strozzare il cane ma abbastanza corto da non far inciampare nessuno.
La condotta deve essere fluida: il cane si ferma quando si ferma l’umano, senza correre avanti né tantomeno fermarsi ad annusare o (orrore!) a segnare tutto quello che incrocia.
Quest’ultimo incidente purtroppo può capitare, specie se il cane non è abituato alla folla o ai posti nuovi e caotici: in alcuni casi il cane può perdere completamente il controllo e concentrarsi in via esclusiva nella ricerca di una nuova superficie verticale da marcare. La passeggiata diventa uno strattonamento unico, intervallato solo da pipì inopportune su tutti gli spigoli, i pali, le aiole, le auto: è tutto così grande, nuovo, pieno di odori interessanti…
Possiamo capirlo, ma assolutamente non dobbiamo assecondarlo. Se abbiamo avuto cura di fargli fare “la” pipì, quella grossa, prima di affrontare il centro cittadino, l’ideale sarebbe che non ce ne fossero altre. Sono sgradevoli da vedere, rallentano il traffico pedonale, aumentano la probabilità di scontri con gli eventuali altri cani che si incrociano. Una pipì a tradimento ci può stare, ma se la situazione si aggrava la soluzione è una sola: si cammina a passo spedito al centro della strada.
Le buone maniere
Con tutto l’amore che ho per i cani, se c’è una cosa che mi manda fuori di testa sono gli umani che gridano “non si preoccupi, è un cucciolone, vuole solo giocare” mentre il loro cane sta cercando di farmi le feste. Io lo so benissimo che non vuole farmi del male. Ma il cane non sa che io non ho con me delle calze di ricambio e che il mio datore di lavoro non ha una grande opinione delle zampate al centro del tailleur.
L’ideale sarebbe che il cane carino, anche quando ha incontrato un umano ugualmente carino che gli fa dei complimenti, conoscesse alcune regole di base su come ci si comporta con le persone.
Dare la zampa è carino, dare una leccata sulle gengive è quasi sempre inopportuno. Buttarsi per terra e mostrare una pancia da coccolare è delizioso, buttare le zampe al collo del nuovo amico umano in certi casi è persino pericoloso. Chiaramente starà a noi insegnare al nostro cane una serie di esercizi carini in cui prodursi spontaneamente quando si cercano coccole. In alternativa lo terremo per il collare e contemporaneamente avremo cura di avvertire l’ignaro passante: “faccia attenzione, è un cane entusiasta, quando trova umani simpatici come lei diventa troppo espansivo!”.
Il look
Quando camminate insieme, il tuo cane è parte integrante della tua immagine, proprio come la borsetta o le scarpe. Anche in questo caso, se normalmente nessuno si scandalizza eccessivamente per un umano meno che perfettamente curato, un cane spettinato o infangato o comunque con un’aria “pulciosa” non ispira quasi mai la simpatia da parte delle persone che incrocia. Figuriamoci la persona che può decidere se lasciarlo entrare o meno in pasticceria.
Naturalmente questo non significa che prima di andare a passeggiare si debba passare dal toelettatore, ma l’ideale sarebbe estendere al cane quella guardata davanti allo specchio che normalmente ci diamo prima di uscire.
Contano moltissimo anche gli accessori. Esiste un ambiente cinofilo in cui sembra si faccia a gara a chi ha il cane più rustico, con gli accessori più fai da te. Ma adesso stiamo andando a passeggiare in centro, quindi eviteremo accuratamente di girare con un cane attaccato ad un pezzaccio di corda, magari sporco, a meno che non vogliamo dare l’impressione di aver preso il cane dieci minuti fa al canile.
Poco raccomandabili anche le catene, le borchie, i collari a strozzo e tutti quegli strumenti che hanno magari un certo valore cinofilo per chi li utilizza correttamente, ma che all’umano medio ispirano associazioni mentali a cani maltrattati, pericolosi, addirittura da combattimento. Un bel set di collare e guinzaglio di cuoio o di stoffa colorata costa poco ed è un dettaglio molto rassicurante. Uno strumento raccogli-cacca ultimo modello, poi, sarà un dettaglio del nostro look da esporre ben visibile e che tutti, ma proprio tutti i passanti apprezzeranno tantissimo.
Assolutamente vietato in strada il guinzaglio estensibile, a meno di non tenerlo rigorosamente fisso alla lunghezza di un guinzaglio standard. Quella corda tesa è un’arma che può tagliare un bambino (è successo alla mia nipotina, col suo cane, ma le ha fatto ugualmente malissimo!) o fare lo sgambetto ai passanti.
In un’epoca di terrore da cani pericolosi, può essere un buon metodo anche quello di “abbassarsi” ad adottare qualche trucchetto da cane vezzoso, qualcosa che (ovviamente senza rendere il cane ridicolo) strappi un sorriso ai passanti.
Un collare a bandana, per esempio. O anche solo un guinzaglio divertente, come la famosissima collana di salsicce.
Pensi che qualcuno potrebbe aver paura di un pit bull che indossa un giubbotto di jeans?
La personalità
Perché Ettore che è un molosso bavoso e con l’occhio chiaro da cane infido piace anche alla più cinofoba delle nonne?
Ovvio, perché parla la nostra lingua. Quindi si fa capire, quindi fa meno paura di un cane identico ma che dice solo arf.
Ecco perché il tuo cane deve diventare un cane parlante. E’ semplice e divertente e non richiede nemmeno che tu diventi un ventriloquo. E’ anche un esercizio di interpretazione del linguaggio canino che farà indubbiamente bene al rapporto col tuo cane. Entro un certo limite, perché questo è un gioco in cui si vince se si riesce a barare in modo rapido e credibile.
Mi spiego meglio.
Sei ai giardinetti. Il tuo cane si avvicina a un bambino. Il bambino ha l’aria un po’ preoccupata. Dietro di lui sta arrivando una mamma con intenzioni bellicose. Invece di prepararti alla solita scenata, tira fuori la più buffa delle tue vocine e di’: “ciao, io mi chiamo Rolf. Posso annusarti un pochino?”
Il bimbo capirà benissimo che sei tu che fai il cane, ma capirà anche cosa sta succedendo.
Ovviamente il gioco può continuare: “Sento il profumo di una merenda buona che hai mangiato. Non è che te ne avanza un pezzettino?”. Se il bambino collabora, nel giro di dieci secondi diventerete l’attrazione del parco. Dovrai organizzare la fila dei bambini che vogliono accarezzare Rolf (che ovviamente è un pacioccone adorabile, o tu NON l’avresti lasciato libero in presenza di bambini, vero?).
Comunque vadano le cose avrai guadagnato quel millisecondo di tempo che ti serve per evitare che mamma e bambino urlino e si lamentino mentre tu rimetti il guinzaglio a Rolf, l’amico di tutti i bambini.
Far parlare il cane alle volte salva dall’imbarazzo anche con gli adulti, ma spesso è molto più efficace parlare col cane, come se stessi rispondendo ad una voce che solo tu puoi sentire.
Lui si ferma a fare la cacca proprio davanti ad uno dei negozi più frequentati del centro.
Tu ovviamente sei già in punta come un avvoltoio, sacchetto di plastica ben in vista. Ma l’operazione richiede quella manciata di secondi ed è evidente che vi stanno guardando un po’ male…
“Eh ma che modi! Ti sembra il caso di reagire così solo perché non hanno un golfino della tua misura?”
State camminando tranquillamente quando all’improvviso il cane scarta di lato in direzione di una macelleria, tagliando la strada a chi ti stava camminando dietro. “Ho detto che non te la compro, la bistecca!”
L’altra contromossa fondamentale, se ci interessa fare, nel nostro piccolo, qualcosa di concreto per diffondere un atteggiamento corretto nei confronti del mondo cinofilo, è prendere attivamente posizione, ovviamente senza arrivare all’insulto (che qui ci vorrebbe proprio) contro quei genitori che, avendo perso ogni controllo sui loro bambini umani, utilizzano noi e i nostri cani come minaccia.
“Se non stai buono, dico a quel signore di farti mangiare dal suo cane!”.
E’ capitato a me e il cane era Amedeo, figuriamoci a chi gira con un cane dall’aspetto davvero inquietante.
In una situazione simile uno potrebbe sospirare e far finta di niente, ma in questo modo contribuirebbe a creare, domani, un adulto che teme i cani.
L’alternativa è improvvisare uno spettacolino col nostro cane parlante: ci rivolgeremo direttamente al bambino e gli diremo “non preoccuparti, io mangio solo biscotti per cani!”.
Come minimo riuscirai ad interrompere un capriccio e anche l’adulto ti sarà in qualche modo grato.
Se poi (come normalmente succede) si avvierà un minimo di conversazione, il bimbo potrà aver voglia di accarezzare il cane e tu potrai spiegare all’adulto che è un vero peccato che i bambini abbiano paura dei cani, quando invece possono divertirsi così tanto insieme.
Allo stesso modo, spendere una parola con chi semplicemente mostra un atteggiamento di paura e si fa di lato per farvi passare a debita distanza è un gesto gentile e rassicurante: basta “oh, non è il caso, è buonissimo” detto con un sorriso mentre fai il gesto di tenerti vicino il cane, allargando lo spazio vitale a favore dello spaventato di turno.
In fondo per queste persone il pensiero di incrociare un cane è un vero incubo: non hai abbastanza tempo per aiutarli a farsi passare la paura, ma puoi fare qualcosa di concreto per fargli trascorrere meglio i due secondi in cui devono passarti vicino.
Incontri tra colleghi
Molti proprietari di cani affrontano le passeggiate in città come se qualcuno gli avesse promesso che il loro sarebbe stato l’unico cane a passeggiare su quel viale, che nessun suo simile avrebbe osato incrociare il suo cammino.
Queste persone normalmente ci approcciano con una singola, perentoria domanda: “è maschio o femmina”?
Il dramma è che la probabilità di dare la risposta esatta non è, come uno immaginerebbe, del 50%, dando quindi origine a due possibilità: (a) il sesso è giusto e i cani possono annusarsi o (b) il sesso è sbagliato e il cane viene trattenuto vicino al proprietario.
Può capitare anche che il sesso sia quello sbagliato e che i cani si stiano già azzuffando: la tua risposta servirà solamente ad introdurre la giustificazione: “eh, infatti. Lui/lei fa così con tutti i maschi / le femmine che incontra”.
Oppure, più tipicamente, può succedere che i cani si stiano già tranquillamente annusando per i fatti loro senza minimamente dar segni di reciproca antipatia, ma che l’altro cane venga improvvisamente portato via solo perché è un maschio, o una femmina.
In ogni caso, nel frattempo, i guinzagli si sono già annodati, i proprietari si sono già incasinati, i passanti hanno già sospirato perché l’incontro blocca il passaggio, eccetera.
Un cane carino, prima di affrontare la folla, dovrebbe essere correttamente socializzato. Con gli umani innanzitutto, in modo da non aver paura o comunque non mostrarsi aggressivo con nessuna categoria socio-demografica. Ma anche con gli altri cani.
Quantomeno fino al punto da riuscire ad interagire con loro nei limiti comprensibili dagli umani o, al limite, ad ignorarli nel modo più assoluto.
L’incontro tra due cani carini in strada dovrebbe ripercorrere la dinamica degli incontri tra umani che si conoscono superficialmente e comunque non si frequentano: buongiorno-buonasera, o al limite i cinque secondi di fermata standard “Ciao, ma quanto tempo! Tutto bene? Ci sentiamo!” e via verso nuove avventure.
L’umano del cane carino favorisce la fluidità dell’incontro, innanzitutto tenendo sotto controllo il guinzaglio per evitare che si annodi. Contemporaneamente rassicura l’umano dell’altro cane che si sta trovando di fronte ad un binomio ad alto livello di presentabilità sociale. “Oh guarda Rolf, c’è un tuo collega! Vuoi salutarlo?”.
Sorride all’umano e osserva ciò che succede: se i due cani sono carini si annuseranno un po’ e basta. Al primo cenno di intolleranza da parte di uno qualunque dei due cani, si prende il proprio e ci si allontana dopo aver salutato l’umano ed aver, se del caso, aggiunto uno sconsolato “mi dispiace”. Lo stesso vale nel fortunato caso in cui i due cani dovessero starsi simpaticissimi ed iniziare a giocare. Ricordiamoci che siamo in strada.
Io devo aspettare fuori?
E fin qui, abbiamo passeggiato all’aperto. Ma per entrare nei negozi? E al bar? L’assenza dell’adesivo “io non posso entrare” non è automaticamente un invito, ricordiamocelo sempre.
Dobbiamo semplicemente rimuovere dalla nostra percezione il concetto di “pubblico esercizio” e comportarci come se stessimo entrando nello spazio privato del titolare del negozio.
Ci fermeremo sulla soglia, attireremo l’attenzione di una commessa e molto gentilmente le chiederemo se la disturba che entriamo col cane. Ad una domanda diretta e gentile poche persone trovano il coraggio di dare una risposta negativa, specie se comporta il rinunciare ad una vendita. In questo caso, avremo cura di essere altrettanto carini ed acquistare effettivamente qualcosa, o se si tratta di un posto di ristoro, di essere estremamente gentili con i camerieri.
E il nostro cane, inutile dirlo, dimostrerà quanto buono può essere un cane dentro a un negozio e quanto cattivi sono gli umani che non lo lasciano entrare. Poverino, coccolino, amore di tutte le zie che si guadagnerà solo stando fermo, zitto e buono mentre facciamo acquisti o mangiamo la pizza.
Se malauguratamente ci dovessero negare l’accesso, non importa: litigare, in questo caso, non farebbe altro che motivare l’antipatia nei confronti di cani e cinofili.
L’importante è che la conversazione avvenga mentre siamo ancora sulla soglia:essere “tenuti” fuori è sempre meno imbarazzante che essere “cacciati” fuori da un posto. Se non siamo ancora entrati sarà più facile salutare con l’atteggiamento di chi non vede l’ora di lasciare un sacco di soldi alla concorrenza.
E comunque, ricordiamoci che vietare l’accesso ai cani non è sempre il sintomo di una radicata cinofobia: il proprietario potrebbe essere allergico, o tenere in negozio un gatto o addirittura un cane che non apprezza le invasioni da parte dei suoi simili. Più saremo comprensivi con le ragioni degli altri, più aumenterà la probabilità che gli altri siano comprensivi con noi e il nostro cane.
Umano carino, cane carino
Tecnicamente, chi passeggia con un cane al guinzaglio dovrebbe riuscire a creare il medesimo tipo d’ingombro di chi cammina portando un pacco o trascinando una valigia. Bisogna poter contare sulla gentilezza e sulla collaborazione del prossimo, ma soprattutto ricordarci che siamo noi quelli che trasportano un “carico speciale”.
Non significa eccedere dal lato opposto e camminare scusandosi, ma qualche attenzione in più nei confronti delle altre persone è semplicemente doverosa.
Bisogna sommare le nostre buone maniere alle buone maniere del cane alle buone maniere extra che devono caratterizzare un umano che cammina con il cane. Solo in questo modo potremo aspettarci di incrociare persone gentili e comprensive.
Le vie del centro non sono progettate per gli animali, questo dobbiamo ricordarcelo sempre.
Sta a noi decidere se andare a spasso con un elemento di disturbo o con un simpatico diversivo per chi cammina vicino a noi. Non ci vuole molto ed i vantaggi sono immensi, a partire dalla semplicità con cui si riesce a far passare il nostro cane inosservato, o meglio osservato con delizia, quando decidiamo di fare con lui una qualunque delle attività normalmente riservate ai “senza cani”.
Senza contare che un cane felice è un cane che riesce a stare il più possibile serenamente con il suo umano e questo richiede una serie di adattamenti: da un lato noi impareremo ad evitare i mercatini della domenica, i negozi affollati e tutte le situazioni in cui il nostro amico rischia di venir calpestato. Dall’altro lato, il cane imparerà a comportarsi correttamente nelle situazioni progettate per gli umani, trasformandosi in un cane carino, di quelli che tutti sono felicissimi di avere intorno.
Persino al ristorante.
Bellissimo articolo 🙂
L’unica volta che un papà ha detto al suo bambino “non toccare il cane che ti mangia” io ho risposto con un bel sorrisone “non si preoccupi, non mangia schifezze”
Ammetto di aver esagerato, ma quel bambino e quel papà erano davvero maleducati e se la sono cercata 😛
STANDING OVATION!
questo l’ho fatto anch’io recentemente hihihihihi !
Che articolo davvero adorabile! ^_^
ps: non riesco a condividerlo su fb, mi dice che è stato segnalato come offensivo……… ma che offensivo del piffero !!!!
@Dani: è successo anche a me: non sono riuscita a metterlo su FB. Si vede che hanno qualche segnalazione su qualcosa di cariiiiiiiiiiiiiino… ma di certo non è questo articolo!!!
Oppure è solo FB che dà i numeri, come al solito 🙁
dopo che mi han impedito di pubblicarlo si è aperta una finestrella dove ho potuto spiegargli che si stavano sbagliando.. vediamo se tra qualche gg la cosa rientra ..
e che fine ha fatto il mio commento ? ……..
va bhe lo riposto !
maccchee…………… caaaaaaaariiiiina questa autrice !!!