giovedì 16 Gennaio 2025

Non sempre, scavando, si trovano tesori

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Oltre alle professioni già da tutti conosciute (salvataggio, ricerca, caccia, etc.) e svolte con successo dai nostri amici a quattro zampe, ve ne sono alcune che non tutti i proprietari conoscono, ma chi ha la sfortuna di apprezzare un soggetto in grado di svolgere una professione particolare, come quelle accennate di seguito, difficilmente lo dimentica.
Muratori, giardinieri, collaboratori domestici ed elettricisti sono tra i mestieri più diffusi della categoria cani domestici.
Spesso, a torto, tutte queste attività vengono lette dal proprietario come “dispetti” che il cane fa, perché viene lasciato solo o perché viene rimproverato per un atteggiamento sbagliato.

La realtà è un po’ diversa da come appare.
Il processo mentale per il quale è possibile costruire l’idea di un “dispetto” non è assolutamente insito nelle capacità intellettive del cane.
Se vogliamo dare una spiegazione logica a questi eventi possiamo dire che, in determinati frangenti, questi sono i meccanismi attraverso i quali il nostro amico a quattro zampe manifesta disagio per la situazione che gli si presenta in quel momento.
In altre occasioni queste operazioni sono frutto di sottostimolazione.
In questo caso l’ambiente in cui il cane trascorre la sua giornata tipo risulta ipostimolante, per questa ragione il soggetto deve trovare attività che gli permettano di essere almeno parzialmente occupato.
Qualsiasi sia la causa scatenante, disagio o ipostimolazione, ciò che porta il cane a svolgere queste “professioni” piuttosto inusuali è un processo di apprendimento ben preciso. Sto parlando dell’imitazione.
Questo procedimento risulta fondamentale per la maggior parte delle situazioni nelle quali il cane può apprendere guardando altri suoi simili, animali di altre specie e perfino noi esseri umani.
Ritenendo utile od interessante ciò che vede, il cane pensa di ripetere l’operazione per trarne dei benefici, spesso dati anche solo dall’attenzione del proprietario, il quale, pur arrabbiandosi, prende in considerazione il cane, fornendogli quel minimo di conferma utile (l’attenzione) per il proseguimento del atteggiamento.

In questo articolo parleremo di Timber, il cane muratore: un incrocio Labrador, di poco più di un anno, estremamente cordiale, piuttosto indisciplinato e con la passione per le opere murarie.
Circa sei settimane fa ricevemmo una telefonata di una signora, piuttosto preoccupata perché il cane di famiglia si mostrava piuttosto esuberante nei confronti di eventuali ospiti e aveva la tendenza ad uscire dal cancello della proprietà, non appena questo era aperto.
Come consuetudine ci recammo al loro domicilio per effettuare la prima consulenza relativa alla valutazione del soggetto. Dopo aver raccolto tutte le informazioni inerenti al soggetto ed aver valutato tutti i suoi atteggiamenti usuali, la proprietaria ci disse che quello che per noi poteva essere un serraglio “da emergenza ospiti paurosi”, era in realtà la residenza diurna di Timber.
Osservando attentamente questo spazio, fu subito chiaro che la parte alta del recinto era stata meticolosamente masticata:  ma ciò che più ci sconvolse fu il fatto che il basamento in cemento della struttura che ospitava il cane era costellato di buchi del diametro di 6 / 8 centimetri.
Vista l’assoluta irregolarità di questi carotaggi, domandai alla proprietaria quale fosse lo scopo di queste opere murarie. Lei mi disse che si trattava di iniziative del cane e che loro stessi non erano mai riusciti a spiegarsi come avesse fatto, con la sola forza delle zampe, a scavare il cemento.

Oltre a questi indizi, già sufficientemente preoccupanti, si aggiunse una misteriosa perdita di sangue in prossimità della punta della coda. Scoprimmo che Timber se la rincorreva spesso e di tanto in tanto la rosicchiava, ma la proprietaria ci disse anche che questo sanguinare era il più delle volte successivo ad uno scodinzolare in prossimità della ringhiera e ritenevano che le eventuali lesioni fossero dovute al contatto violento con la struttura in ferro.
Nel dubbio consigliammo un consulto con il loro veterinario per capire di che tipo di lesione si trattasse.
Durante l’incontro successivo i nostri sospetti furono confermati: non si trattava di lesioni da contatto violento, bensì di una ferita imputabile al cane stesso, che come supposto durante il primo incontro, oltre ad inseguirsi la coda, di tanto in tanto se la mordicchiava.
A questo punto il quadro era completo, potevamo iniziare a costruire un programma rieducativo che purtroppo ci avrebbe riservato non poche difficoltà.
L’obbiettivo primario era capire se la gestione del cane poteva essere cambiata oppure no.
Per necessità famigliari, legate probabilmente all’igiene, ci dissero che non avevano intenzione di gestire Timber in casa e che pertanto la situazione non sarebbe cambiata di molto.
Per inciso, la socialità per quasi tutti i canidi risulta essere elemento fondamentale per il corretto sviluppo delle relazioni intra/inter-specifiche, ragion per cui escludere il cane dalle attività del branco-famiglia, pur offrendogli la possibilità di disporre di ettari di terreno in cui poter correre, risulta il modo migliore e più immediato per privare il soggetto di ciò che etologicamente lo distingue da altre specie.
Purtroppo a volte bisogna trovare dei compromessi, andando incontro alle esigenze del proprietario, cercando però di rispettare il più possibile la natura del soggetto.
Cercammo quindi di impostare tutto il programma sul principio di una maggior interazione tra cane e padroni.
Per ottenere una gestione maggiore di Timber, impostammo tutti i comandi di controllo e migliorammo il rapporto con il guinzaglio, inizialmente piuttosto conflittuale.
In parallelo, con l’idea di rendere gradevole ed un po’ più continuativo il rapporto con il cane, venne proposto ai proprietari un lavoro ludico specifico che puntava ad allentare l’eventuale tensione arrecata dalla prima parte del programma.
Fu inoltre proposto di introdurre almeno un uscita al giorno, nella quale sarebbe stata concessa al cane libertà assoluta per almeno un quarto d’ora.
Dato che fino a quel momento le interazioni con i proprietari erano limitatissime, non appena vennero messe in pratica le prime fasi del programma, il cane mostrò subito interesse per quanto gli veniva proposto, dando risultati quasi inaspettati.
Le interazioni e gli stimoli forniti dalle uscite quotidiane diedero l’opportunità a Timber di abbandonare il suo secondo lavoro di muratore e gli permisero finalmente di dedicarsi alla pura “vita da cane”.

A causa della gestione scelta dai proprietari, Timber rischierà, ogni qualvolta verranno meno le “attenzioni” proposte dal programma rieducativo, di ricadere nelle problematiche finora descritte.
Il modo migliore per concludere ancor più costruttivamente questo articolo credo sia quello di evidenziare più possibile alcuni dei punti che concorrono alla comparsa ed alla successiva risoluzione di questi problemi.
E’ buona norma non sottovalutare la capacità di apprendimento per imitazione del cane. Per concezione naturalistica spesso si ritiene che un cane felice sia quello che dispone di uno spazio verde in cui vivere, non tenendo minimamente conto delle necessità sociali dell’animale stesso.
Troppo spesso vengono riscontrate ansie da separazione che in realtà non lo sono: nella maggior parte dei casi l’ipostimolazione può avere effetti molto molto simili, ma ovviamente deve essere trattata in modo radicalmente diverso.

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2 Commenti

  1. Catalogare questo comportamento solo come effetto sottostimolazione mi sembra limitativo,
    La nostra cana (e le sue amiche, di altri proprietari) diventa una scavatrice solo quando si incontra nei giardinetti ed è uno dei loro giochi di società preferiti… a volte scavano a turno mentre le altre guardano oppure tutte insieme.
    Sembra una forma ritualizzata di caccia di gruppo.
    E’ innegabile che ci sia una componente ludica fortissima che fa trascurare altre attività possibili (perfino il rincorrersi e il rubarsi il rametto)

  2. non capisco se questi problemi rientrano nei problemi di gestione del cane e quindi ci si può affidare ad un educatore ,oppure è solo compito del comportamentalista?

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