Una delle razze più popolari è sicuramente il volpino. Che però, nell’immaginario popolare, è un cane leggermente diverso da quello che troviamo sui libri o in expo.
Quando, ancora bambino, mi avvicinai alla cinofilia ufficiale leggendo i primi testi specifici sul cane, lo andai a cercare.
E lessi del volpino italiano (nella foto a sinistra), razza antichissima che rischiava l’estinzione…
L’estinzione? Ma come era possibile?
Con tutti quelli che conoscevo e avevo visto in giro?
Ma se ce l’aveva pure la signora Gina!
C’era la Luly, la Pina, Ben, Chicco, la Miss…
Ricordo almeno una decina di volpini conosciuti nella mia infanzia, appartenuti a vicini, parenti e amiche di mia nonna.
Le proprietarie erano quasi sempre donne e quasi sempre di una certa età. Anche oggi, generalmente, se c’è qualcuno che viene al canile a cercare un volpino, si tratta sempre di una signora di una certa età.
I volpini della mia infanzia non erano, infatti, volpini italiani.
Così come non lo sono i cani che nei canili sono comunemente chiamati volpini.
Si tratta di cani relativamente omogenei e molto diffusi già da parecchi anni, ma tuttavia senza pedigree.
Probabilmente, quelli che furono i loro proprietari non sapevano neppure che cosa fosse un pedigree.
Nella concezione popolare sono considerati volpini i cani in possesso di alcune caratteristiche fondamentali:
– taglia ridotta;
– pelo lungo e molto folto: il più folto possibile;
– musetto corto e un po’ appuntito;
– orecchi eretti (o quasi);
– coda arrotolata sul dorso.
Ho visto volpini di tanti colori: rossi, neri, grigi, crema, focati, carbonati, ma quasi sempre senza macchie bianche. Il colore più ambito (e anche più diffuso) però è ed è sempre stato il rosso. Molti di loro nascono tutt’ora da accoppiamenti voluti, tra cani dello stesso tipo appartenenti a conoscenti, amici, vicini di casa. Qualcuno nasce così per caso, perché accidentalmente la volpina di turno durante le sue scappatelle si imbatte proprio in un volpino o in un cane che casualmente aveva un nonno volpino. E in quel caso può succedere che almeno uno dei cuccioli sia… un volpino! “Forse non purissimo” – direbbero i proprietari.
I volpini “forse non purissimi” di solito sono un po’ più grossi (sugli 8-10 kg), talvolta non portano le orecchie bene erette, ma più spesso gettate all’indietro. Molte volte hanno la coda ad anello largo… insomma qualche piccolo particolare che li declassa anche agli occhi dei non intenditori.
I soggetti più ricercati invece sono di taglia molto piccola, equivalente a quella dei “legittimi” spitz piccoli, o addirittura nani. Ma sono sempre stati una rarità.
La taglia media dei volpini “plebei” è di 6-7 kg. Sono cani molto diffusi. Oggi non più a casa delle vecchiette, che si vanno via via estinguendo, bensì nei rifugi per cani abbandonati.
Paradossale.
Da un lato, il volpino italiano che rischiava l’estinzione è stato recuperato (o ricostruito?) a fatica: dall’altro questi similvolpini in soprannumero che hanno riempito i canili. Perché?
Per capire il motivo della sua diffusione è necessario partire dal passato.
Non un passato lontanissimo. Parliamo dei tempi dei nostri nonni.
Dal dopoguerra ai giorni nostri
Innanzitutto, come si sarà capito, il “volpino della povera gente” era qualcosa di diverso dal “volpino italiano”, in voga tra le nobildonne dei secoli scorsi. Era intatti, all’opposto, il “cane dei poveri” per antonomasia, mantenuto nella sua “non purezza” nel corso dei decenni con una selezione basata unicamente sul fenotipo, senza gli intoppi costituiti da iscrizioni, pedigree, riconoscimenti e altre formalità. Ad agevolare il tutto, si aggiunga che le caratteristiche specifiche di quel tipo di cane sono tendenzialmente dominanti e si ripropongono facilmente nella progenie. I tratti del volpino sono anche molto naturali. Si tratta di un cane “di tipo primitivo” cioè molto vicino, taglia a parte, al modello di canide ancestrale che madre natura ha previsto. E’ stato facile selezionare questi tratti somatici. Ci sono riusciti i nostri nonni, ci poteva riuscire anche la signora Gina.
Col passare degli anni e con l’evolversi della cinofilia ci sono stati però molti cambiamenti socio-culturali. Il nuovo tenore di vita ha fatto si che i cani, che una volta erano considerati quasi dei beni di lusso, divenissero alla portata di tutti.
Si compravano al mercato o nei negozi e si regalavano ai bambini.
Il numero di famiglie col cagnolino aumentò. Aumentò però in modo inversamente proporzionale alla conoscenza della specie.
I nuovi acquirenti, digiuni di qualsiasi cognizione cinofila non sapevano, per esempio, gestire la prolificità dei propri animali. Queste cose le sapevano meglio i nostri nonni e le signore Gine, seppure a volte prendessero dei provvedimenti troppo drastici…
Le nostre mamme e le figlie della signora Gina, invece… mah! Forse, credevano che i cagnolini nascessero sotto i cavoli o li portasse la cicogna.
Negli anni 70-80 le gravidanze indesiderate delle “volpine” comprate per il bambino, unite a quelle desiderate per far vedere al bambino lo spettacolo della natura che si rinnova o per avere la soddisfazione di crescere una cucciolata, hanno riempito il mondo di volpini, volpetti, volpotti e volponzi di tutti i tipi.
Poi, l’ulteriore evoluzione.
Negli anni ’90 i nipoti della signora Gina i volpini non li vogliono più.
Le nuove generazioni sono interessate a cani di altre razze, ancora più costose.
Cani di “qualità”, quindi. Non come i volpini che ce li hanno tutti e sono cani scontati!
La donna del 2000, al passo con il successo e la performance, ama affiancarsi a cani più esotici. Gli yorkshire, gli shi-tzu… oppure cani più grandi, ora accessibili al grande pubblico, addirittura senza che ci sia l’esigenza della guardia per giustificarne la grande mole. Prima sono arrivati gli Husky, poi Dalmati, e infine i Labrador.
Il volpino si è fatto la nomea di cane da vecchia signora. E anche di cane con un cattivo carattere. Cane ingestibile, cane nevrotico e abbaione. Cane “da calci”, come lo definiscono alcuni miei amici in segno di spregio.
Ci sono un sacco di persone che non sopportano i cani piccoli in generale e i volpini in particolare. E così i canili iniziarono a riempirsi di tutti gli sventurati volpini o aspiranti tali, frutto degli errori degli anni precedenti. Errori di valutazione ed errori di gestione.
Perché ci sono tanti “volpini” nei canili?
Indubbiamente un fattore importante è solamente anagrafico. Si tratta di un cane molto diffuso. Nei rifugi ci sono tanti volpini, come pure tanti pastori tedeschi, tanti setter, tanti segugi perché queste sono le tipologie di cani più diffuse tra i cittadini. Ovviamente si fa riferimento ai cani “realmente” diffusi e non ai soggetti di razza iscritti come tali. Sono due cose distinte.
Un altro fattore rilevante, come ho già fatto notare, ha a che vedere con l’ereditarietà dei caratteri.
Il tipo volpinoide ha infatti la caratteristica di essere una somma di parecchi tratti dominanti. Negli incroci tra tipi diversi, i tratti del volpino tendono a prevalere, almeno nelle prime generazioni.
Non è comunque infrequente che alcuni gruppi di cani la cui riproduzione è lasciata al caso, come talvolta avviene nelle campagne, tendano a stabilizzarsi su un tipo volpinoide.
La presenza diffusa dei volpini nei rifugi trova però anche qualche motivazione nella già citata cattiva reputazione di cui godono i cani di questa razza, che a sua volta ha attinenza con l’effettiva difficoltà di gestione di un cane di questo tipo.
Oltre ai cuccioli in esubero nati dagli accoppiamenti tra i volpini che gironzolano nei paesi allo stato semibrado, ci sono, purtroppo, anche tanti adulti che vengono abbandonati di proposito o portati al canile perché risultano troppo impegnativi.
Ho visto con i miei occhi persone che si sono rivolte al rifugio per chiedere di collocare il cane che abbaiava troppo o che distruggeva i mobili. Ho sentito parecchie lamentele di condomini che si ritrovano nel piatto i peli del cane del vicino che entrano attraverso la finestra.
E molti non li abbandonano, ma con il loro esempio disincentivano l’adozione di quelli già abbandonati e i pregiudizi nei confronti di questa razza.
“Un volpino? Ma per carità!” – ci si sente dire sempre più spesso dagli aspiranti adottanti – “ne ha uno la signora del primo piano, che abbaia in continuazione, tenta di mordere le caviglie di tutti, fa la pipì contro tutti gli angoli… è insopportabile!”.
Sono veramente ideali per l’appartamento?
Purtroppo, nell’immaginario collettivo, i volpini sono considerati come l’esempio classico del cane da compagnia, da tenere in appartamento, perché piccolo e occupa poco spazio.
Tutti hanno impresso nella propria memoria l’immancabile vecchietta della casa all’angolo, che teneva in casa il cagnolino col campanellino, o il cane della propria infanzia, nei tempi di povertà in qui le grandi famiglie con tante bocche da sfamare potevano permettersi solo un cagnolino di quelle dimensioni.
Nei tempi in cui era giovane mio nonno questi cagnolini erano noti anche come “i cani dei birocciai”: infatti frequentemente accompagnavano le carrozze nei loro viaggi. Erano di poche esigenze, mangiavano i pochi avanzi del pasto del proprietario, si accontentavano dello spazio dell’abitacolo e, in più, erano un efficacissimo sistema d’allarme, molto utile quando si doveva trascorrere la notte per strada lungo il tragitto, come fanno ancora oggi i camionisti.
Quasi tutte le persone che non sono più giovanissime conservano nei loro ricordi qualche piccolo eroe volpino appartenuto a qualche parente o vicino. Erano cani che spesso si distinguevano per tenacia e furbizia.
Molti si sono resi protagonisti di aneddoti leggendari. Chi ha sventato un furto, chi è stato un grande cacciatore di topi, chi ha dato la vita per proteggere il padrone.
Non tutti rammentano, però, che la vecchietta dei ricordi d’infanzia era sporca come dieci vecchiette sporche e non andava in ufficio, ma passava la vita sempre col cane, tra casa, pollaio e stalla.
Non tutti ricordano che le famiglie numerose che si riunivano attorno alla tavola ai cui piedi c’era il volpino erano costituite da squadre di uomini chiassosi che tornavano dai campi con la terra sotto le scarpe.
Non tutti si soffermano a pensare che il legno del biroccio era diverso dal velluto della attuale BMW.
E soprattutto non tutti si accorgono del fatto che il birocciaio viaggiava, il contadino lavorava e la vecchietta del passato era comunque una donna dinamica che andava nei campi a raccogliere l’erba per i conigli, accudiva il pollaio, girava per il cortile, non se ne stava certo tutto il giorno in poltrona a guardare “Beautiful”.
Se per cane da appartamento ideale intendiamo un cane che non perde il pelo e che non disturba i vicini e se per cane da compagnia intendiamo un cane tranquillo che sta da solo per otto ore mentre siamo al lavoro… beh, allora il volpino, oggi, non è più ideale né per la compagnia, né per l’appartamento.
I volpini, vivendo in luoghi riscaldati, perdono una grandissima quantità di pelo. In appartamento magari ci stanno bene (se ci siamo anche noi), ma ci sono tanti altri cani più adatti.
L’importante è sceglierlo con la consapevolezza di ciò che comporta la vita a fianco di un cane con un mantello simile e non cadere dalle nuvole con i soliti “ma io credevo che…”
Per quanto riguarda le false aspettative che riguardano il loro carattere, va detto che si tratta di cani molto gerarchici. Hanno estremo bisogno di una presenza quasi costante di riferimenti e in particolare di un capo umano che sia all’altezza della loro intelligenza.
Non accettano l’autorità di un padrone che non stimano, o che è sempre assente. Gran parte dei volpini definiti “irascibili e intrattabili” hanno in realtà solamente problemi di gerarchia. Si comportano da capobranco nei confronti dei loro stessi proprietari. Non di rado hanno un atteggiamento iperprotettivo e addirittura attaccano alle caviglie chi osa avvicinarsi ai loro protetti.
Talvolta i padroni apprezzano questo comportamento: “Fa così perché ci vuole bene”.
In realtà però i cani di questo tipo sono spesso oggetto di intolleranza da parte di chi ci sta vicino. E in ogni caso, vivono in condizioni di stress. Il cane domestico non è progettato per assumere il ruolo di capobranco e quando lo fa, molto spesso, può divenire un pericolo pubblico. Si pensi a che cosa potrebbe essere un cane di grande taglia con un carattere analogo a quello dei famigerati volpini che attaccano alle caviglie.
Ho visto parecchi “volpini” con problemi di questo tipo finire in canile, ma posso dire che ne ho visti anche parecchi cambiare completamente atteggiamento in mano alle persone giuste che hanno saputo rapportarsi con loro in modo corretto.
Cane da compagnia o cane da lavoro?
Mi rendo conto di essere stato ingiusto finora con questi cani. Ma l’articolo non è ancora finito!
I volpini hanno infatti tantissimi pregi. Ma veramente tanti!
Non si tratta assolutamente di una tipologia di cani d’altri tempi. Devono solamente essere adottati dalle persone giuste. La loro carta vincente sta proprio nel carattere e nell’addestrabilità. Sono cani intelligentissimi. Intelligenti nel vero senso della parola, cioè riflessivi capaci di risolvere problemi autonomamente, come tutti i cani di tipo primitivo. Queste abilità non sono sempre un vantaggio per la convivenza: è intelligente anche il cane che sa aprire porte e cassetti, che ruba senza essere visto, che capisce il significato di premi e punizioni, ma è anche capace di trovare mille scappatoie per ottenere il massimo rinunciando al minimo. Ma se l’intelligenza è indirizzata nella giusta direzione, pochi cani possono dare le stesse prestazioni di un volpino. Caratterialmente sono allo stesso livello delle razze di taglia medio-grande da utilità. Sono cani piccoli con un carattere da “grande”. Sono cani raziocinanti che esigono proprietari che si dimostrino alla loro altezza, altrimenti non li accetteranno come leader.
In mano a persone esperte, però sono cani che possono dare tantissime soddisfazioni. Con chi è capace di guadagnare la loro fiducia, i volpini sono cani oltremodo obbedienti.
Se facciamo un censimento dei meticci di taglia piccola che maggiormente si distinguono nelle discipline sportive, come agility ed obedience, ci accorgeremo che moltissimi di loro appartengono alla categoria dei volpini. Sono cani di grandissimo temperamento, hanno tanta energia e voglia di fare. Tra i cani piccoli sono quelli che hanno più tempra, a pari merito con gli incroci terrier che però non possono vantare la stessa docilità. Non si lasciano intimorire da niente e nessuno. Sono dei piccoli lupi! E sono pure molto territoriali. A differenza dei cani nordici, con i quali condividono molti tratti fisici e caratteriali, i volpini, anche lasciati liberi, non hanno tendenza ad allontanarsi da casa o dai loro riferimenti umani. Possono imparare tantissime abilità: possono trovare e riportarci oggetti, seguirci al piede senza guinzaglio. Possono essere educati a prendere il loro posto in macchina e a stare tranquilli nel trasportino, a pulirsi le zampine prima di entrare, a farsi asciugare al rientro delle passeggiate. Possono abbaiare (e tacere) a comando.
In molti casi un’ottima educazione può compensare ottimamente le predisposizioni e attitudinali che lo mettono in posizione di svantaggio rispetto ad alte tipologie di cani.
E’ vero che il mantello lungo e folto ha lo svantaggio di mute consistenti in appartamento, ma questo stesso carattere porta con sé anche molti vantaggi. Innanzitutto la manutenzione del mantello e relativamente semplice: basta spazzolare. In più, va detto che il mantello abbondante conferisce una marcia in più quando è il momento di affrontare le intemperie, fare sport all’aperto anche con condizioni climatiche avverse. E questo vale sia per il troppo freddo, grande nemico di tutti i cani piccoli, ma anche per il troppo caldo, perché la pelliccia funge anche da isolante.
Cane per nonne o cane per atleti?
Concludendo, potremmo riassumere che piccolo non è sempre sinonimo di facile e i volpini non sono cani per tutti.
Non sono certo cani per neofiti. E non sono nemmeno più cani per le vecchiette, se essere vecchiette al giorno d’oggi significa starsene sedute in poltrona a guardare le telenovelas.
I volpini li vedo particolarmente indicati invece per persone giovani o quanto meno dinamiche. Per la passeggiata al parco sono sprecati!
Il proprietario ideale, a mio avviso, dovrebbe essere una persona particolarmente coerente che ha già esperienza con i cani. Qualcuno che può dedicare loro molto tempo, traendone comunque anche molta soddisfazione.
Sono i cani ideali per chi ha ambizioni sportive e preferisce gestire un cane piccolo.
I volpini dei canili hanno tratti caratteriali preziosi che raramente possiamo trovare nei cani da compagnia di razza pura, selezionati solamente per la bellezza.
Sono cani che possono seguire il padrone ovunque, arrivando a vivere in simbiosi con lui, a capire ogni sua parola anticipando ogni sua intenzione con l’azione più consona al caso.
Mi auguro che i volpini presenti nei canili siano, sempre più spesso, adottati da persone con esigenze di questo tipo, e sono convinto che se questo avverrà, la loro nomea di isterici abbaioni lascerà il posto alla più antica definizione che maggiormente gli si addiceva: quella dei cani più svegli e intelligenti dell’intero universo canino.
Ne ho uno con me da due anni. Gli manca la parola. Intelligentissimo, temperamento forte e coraggioso soprattutto in relazione alla taglia. Guardiano irreprensibile ed altrettanto protettore. Vive libero non sa cosa sia un guinzaglio o collare se non quando lo porto in vacanza o da qualche parte. Fedelissimo non si allontana mai e quando lo fa torna dopo pochi minuti. Ho un grande giardino e convive in amicizia coi gatti che accudisco. Cerca e offre affetto continuamente, ha bisogno di sentirsi amato. I difetti sono quelli di un cane da guardia di grossa taglia e cioè abbaia e attacca gli estranei e anche gli altri cani ma solo nel suo territorio. Al di fuori del suo territorio mostra interesse alcuno per estranei e altri cani. Ha bisogno di essere educato entro il primo anno di età sempre con estrema dolcezza. Impara subito qualsiasi cosa e si adatta perfettamente alle esigenze di tutti i membri di famiglia.
Le accortezze irrinunciabili sono la fiducia e lealtà del padrone che lui ripagherà anche con la vita, il rispetto reciproco e uno spazio abbastanza grande perché viva in totale agio.
Se questi principi vengono rispettati sarà impossibile togliervelo di torno perché diventa l’ombra del padrone.
In casa abbiamo billi un bellissimo volpino italiano. Lo presi a 6mesi da una signora che aime non lo teneva benissimo. Billi è un grande! Da quando c è lui il ladri non sono più venuti!è coccoloso con tutti! Ubbidiente da paura se alzo la voce mi guarda per chiedere il perché. .troppo forte! !!è con noi dal terremoto emiliano. Grazie billi per farci dimenticare le ansie della giornata!
La volpina ‘nostrana’ del mio ragazzo non potrebbe identificarsi di più in un articolo del genere, sfortunatamente più nella prima che nella seconda parte. Una giocherellona di 12 anni, affettuosa e teoricamente propensa alla socializzazione…ma ahimè, una crescita sprecata. Un cane con una ‘leader’ altamente disfunzionale e inetta, che l’ha acquistata come si potrebbe acquistare un pupazzo al disney store e sulla quale ha sfogato tutti i propri infiniti problemi, trascurandone l’educazione quando i figli erano ancora piccoli e non potevano ribaltare in alcun modo questa situazione. Risultato: un cane patologicamente ansioso e pieno di paure, tra l’altro esternate in maniera davvero sporadica e, nonostante ciò, soggette all’incredulità scocciata della sciuramaria in questione, che non ha mai avuto né cultura cinofila né la voglia di accollarsi le spese per un corso educativo. Il cane non interagisce con nessun pari, fatta eccezione per un solo zwergpinscher di amici, tant’è che non è possibile lasciarla sciolta neppure all’interno di qualsiasi parco dei cani. Purtroppo questi timori sfociano in una serata che è andata fin troppo bene: io e il mio ragazzo la portiamo con una pettorina che si chiude con una cinghia a scatto, simile a quella degli zainetti per bambini; dalla parte opposta della strada avanza un vecchietto che porta a spasso il proprio cucciolo di taglia piccola. La cagnolina del mio ragazzo lo scambia per un gatto (che disprezza fortemente) ed è questione di un attimo: lei esegue uno scatto, la chiusura si spezza mentre lei schizza in avanti e noi facciamo appena in tempo a staccarla dalla mano del signore (anche affetto da diverse patologie, per giunta) che si è piegato a prendere in braccio il proprio cane, per proteggerlo. La mano non era l’oggetto dell’attacco, ma un ostacolo fra di lei e l’oggetto delle sue fobie. Puliamo la ferita del signore e lui contatta sua figlia che, ovviamente scioccata all’inizio, prende solo un numero di telefono e, forse grazie anche alla sua appartenenza a un circolo cinofilo, decide (grazie al cielo) di non sporgere alcuna denuncia, coccolando addirittura la volpina per tranquillizzarla e consigliando anche alla ‘leader’ un tipo di pettorina di migliore qualità. Ricordo che, allora, mi sorprese come avesse fatto e compreso di più la prima in una serata che la seconda in dodici anni di…non so neanch’io cosa. Il giorno dopo la dottoressa della asl canina, durante l’obbligatorio controllo, conferma l’ipotesi di ansia lancinante in quel povero cane e fornisce delle linee guida sui comportamenti corretti da tenere con lei. La sciuramaria sorride, annuisce, la saluta e il giorno dopo procede a tornare dal negozio di articoli per animali con un collare tempestato di brillanti, fare una foto al cane con urletto annesso e spaparanzarsi sul divano a usufruire dello streaming.
Ora io, ben lungi dall’essere una figura professionale, desidero solo informarmi e imparare sempre più e non voglio certo sostituirmi a questa donna nel ruolo che le spetta. Mi limito a convincere il mio ragazzo a mettere da parte qualcosa assieme per un corso, ma non so se dopo così tanti anni è possibile ovviare all’irreparabile. Lo è o mi sto illudendo, indirizzandoci male? Quella cagnolina non è mia, ma le voglio bene e vorrei vederla trascorrere i propri anni in serenità. Serenità che, nelle sue condizioni, né i nostri giochi né le nostre coccole potranno mai darle.
sono creature speciali e molto intellligenti e nello stesso tempo molto furbi e a mio parere con loro mi sento sicura mi proteggono
Buongiorno a tutti, sono nuova qui, e ho voluto inaugurare l’iscrizione leggendo questo bell’articolo sui volpini… perché ne ho avuto uno! Era uno dei tanti portati via da un canile, o meglio, una specie di canile improvvisato da due simpatiche signore che cercavano di fare del bene. Mi ricordo ancora quando siamo andati a prenderlo: avevo si e no 4/5 anni, eravamo andati per lui, e il patto era che l’avremmo preso solo se fossi riuscita a prenderlo in braccio. Lui era lì che ci guardava, in un recinto con un lupo e altri cani grossi. Ovviamente non potevo prenderlo in braccio, ma mi sono accontentata di sollevarlo sotto al petto, e poco dopo viaggiavo in macchina col mio cagnolino buono buono seduto sul sedile di fianco a me. Ricordo che lo accarezzavo ed ero felicissima… ma poi a casa mangiavo con le gambe sotto al sedere per paura (infondata) che mi mordesse! Con quel cagnolino ci sono cresciuta, e mi ha dato davvero tanto. A differenza di quello che leggo nell’articolo era di carattere molto mite, tranquillo, obbediente. Veniva subito appena fischiavi o lo chiamavi, non rompeva affatto le scatole quando mangiavi, e quando lo liberavamo ci stava sempre intorno. In montagna aveva persino imparato a farsi il suo giretto di una quarantina di minuti da solo al mattino, e tornava (cagnoline in calore a parte) sempre puntuale, mia madre apriva la porta di casa e lui era già lì che aspettava di entrare, ma senza fare un verso. Certo abbaiare abbaiava, eccome! Ed era un ottimo cane da guardia. In passeggiata era tranquillo, faceva avvicinare le persone, ma guai a toccarlo! E anche in casa era piuttosto tremendo, ma lo era diventato in seguito a un brutto incidente con un parente (di quelli da prendere a pedate nel sedere). Prima di allora era sempre stato un po’ malfidente, un po’ sulle sue, ma tranquillo, e un amore con i bambini. E’ stato il nostro primo cane e ce la siamo cavata bene (sorprendente, visto che i miei non sapevano assolutamente niente di cani, e lo stesso vale oggi). Ma devo dire che siamo stati assolutamente fortunati con lui. Ora ho una meticcetta simil-segugio molto vivace, esattamente l’opposto del mio primo cane, che mi sta dando non poco filo da torcere! Ma è ancora un “work in progress” e in due mesi che ce l’ho ha fatto, quasi, passi da gigante (dobbiamo ancora lavorare sulla distruzione dei cuscini e dei tappeti quand’è sola).
P.S: esistono ancora vecchiette con il volpino (di pomerania però) nella mia cittadina!
Nel mio paese ce ne sono tantissimi! Amatissimi, educatissimi, conosciuti da tutti, prendono coccole da chiunque (veri cinofobi, qui ad Oppido, praticamente non ce ne sono…) e li conosco tutti (o quasi) per nome. Alcuni fanno persino dei gruppetti ed è bellissimo osservarne le gerarchie… io e mia sorella li studiamo come se fossero lupi. Anzi! Stiamo pure scrivendo delle storie su di loro…
Sono cani bellissimi, anche se non di razza, e si, anche estremamente versatili.
Maledetti bastardi allevatori incoscienti e cretini!
il mio cane di 8 anni ha il collasso tracheale! È un similvolpino. Vai a vedere wilkipedia cpllasso tracheale nei cani e dice che vien fuori ai Volpini di 7/8 anni.
Se fosse stato un similpastore tedesco avrebbe avuto il problema alle anche e il carattere di merda che gli avete fatto venire.
Simil labrador e sarebbe un aspirapolvere con problemi cutanei
Allevatori andate a pescare iinvece di fare cose che tutti voi non siete capaci e vi lamentate pure, iddioti!
Grazie per avermi chiarito le cose, davvero molto interessante e anche divertente da leggere. Tanti complimenti (Y)
Credo che Luna, la cagnolina di mia moglie potrebbe essere considerata “Volpina”; in realta e’ un po troppo grossa visto che pesa 9 chili, poi ha le orecchie abbassate, ma per il resto sembra proprio una volpe; sia per la forma del muso che per il colore.
Quando gliela hanno data dissero che suo padre e’ un cocker (anche se senza pedigree e pure lui un po volpinoide) e su sua madre c’e’ il mistero… dicono che sia un incrocio tra un barbone nano e un maltese (entrambi senza pedigree).
E con un mix simile luna ha ereditato una forma decisamente volpinoide.
Ed e’ veramente inteligente come descritto nell’ articolo, oltre che protettrice e dominante; E per fortuna non ha trasmesso il suo carattere dominante a Balrog, infatti un mastino spagnolo con caratere e protettivita volpinoide sarebbe stato ingestibile (almeno per me)
Concordo con Mario, certo può essere fastidioso quando scattano ad abbaiare ogni volta che qualcuno suona al citofono mio o della sciura di sopra, ma è nella loro natura, con i miei due “volpinoidi” ho raggiunto un compromesso che pare andar bene a me e a loro: li lascio sfogare per circa trenta secondi e poi li zittisco e loro lo fanno.
L’articolo e’ la descrizione esatta del mio cane, sia dal punto di vista comportamentale che morfologico.
Diversi GURU mi hanno preso soldi per risolvere i problemi comportamentali del mio cane, ma poi ho scoperto che anche altri cani che assomigliano come forma al mio cane hanno lo stesso comportamento di abbaiare verso le persone per difendere il proprietario.
Il mio primo cane in assoluto è stato un volpino plebeo, che riscattai con 2000lire ad un bambino pestiferissimo che abitava nella mia strada. Per tenerlo feci ben mezz’ora di sciopero della fame, poi mia madre capitolò. Imparò di tutto, a portare le pantofole a mia madre(ruffiano), a dar la zampa, destra o sinistra a richiesta, camminava al piede senza guinzaglio, attraversava la strada come un razzo facendomi venire un infarto ogni volta, ma poi imparò a rispettare il semaforo(solo uno, di fronte casa).saltava e camminava su assi sottilissime, sarebbe stato un gran cane da agility. Per me e mamma faceva il buffone, capiva il significato della parola “domani”, se gli si prometteva una cosa domani, l’indomani o gliela si dava, o se ne andava di casa per ore, o tutta la notte. Morì a 16 anni, di tumore, la notte prima che lo portassimo dal vet, per aiutarlo a non soffrire più. Lars, o Lasse. Un vero gentilcane.
Quando è apparso questo articolo francamente non ero riuscito a leggerlo. L’ho letto adesso e, come gli altri articoli di Denis, riesce ad andare im modo chiaro e semplice al cuore di quel che tratta. Un cane in genere lo si sceglie, ma a volte può capitare che faccia ingresso nella tua vita in modo inaspettato, sorprendoti e accattivandoti giorno dopo giorno. Mia sorella, per suoi motivi personali, non poteva più tener con sè Pluto il suo Volpino Italiano e pensò di affidarlo a me che, onestamente, accettai neanche tanto entusiasta.
Conoscevo più i “volpini plebei” che il volpino italiano e nella mia ignoranza credevo di trovarmi dinanzi il “classico” piccolo cane da compagnia (definizione questa – lo ammetto – abbastanza superficiale in generale!).
Invece, semplicemente, mi accorsi di aver a che fare con un piccolo grande cane.
La base del rapporto con Pluto per forza di cose doveva essere il rispetto ed il riconoscimento del suo carattere: con chi non lo rispettava Pluto non era disponibile ad instaurare nessun rapporto…e non rispettarlo per lui poteva significare anche riempirlo di coccole, smancerie e vezzeggiamenti senza nemmeno conoscerlo come si trattasse di un peluche. Pluto in poco tempo si adattò a me, dandomi grandi soddisfazioni, ed agli altri umani e cani della famiglia, alla femmina di corso Circe e, con qualche iniziale difficoltà iniziale, ad Afro il pastore maremmano.
Come scrive Denis…i volpini sono intelligentissimi, senza troppi sforzi, partendo da un buon rapporto, gli si può insegnare l’educazione di base. Hanno veramente un grande spirito d’iniziativa tale da fargli imparare autonomamente tanto cose “giuste” quanto talvolta “sbagliate” ( Nelle occasioni in cui è rimasto solo in casa, ad esempio, Pluto è riuscito ad individuare l’armadio dove tenevo la scatola con i giochi dei cani, ad aprirlo con la zampa e a prendere il suo gico preferito…un riportello di gomma blu!)
Ma, appunto, ciò significa che è un cane che richiede costante attenzione ed un punto di riferimento umano preciso.
Un volpino in un certo senso ti mette alla prova, forse, per il semplice fatto che il suo bell’aspetto tende a distogliere gli umani dal considerarne la fierezza e la determinazione.
Ma, veramente, se la sua vitalità e la sua intelligenza vengono opportunamente supportate…il volpino, senza chissà quali sforzi, si rivela un compagno ecccezionale!
Con Pluto uscivo quasi ogni giorno e ogni giorno quando rincasavo, dopo aver posteggiato l’auto, lo trovavo seduto poco distante dal cancello ad attendermi garbatamente e ad accompagnarmi garbatamente nello scendere l’ampia scalinata verso casa.
Inoltre era un vero e proprio allarme, una sentinella pronta a “scattare” ad ogni rumore appena sospetto.
Purtroppo, sciaguratamente, Pluto è morto per un avvelenamento lasciandomi tanta amarezza ed un vuoto che non è stato facile colmare. Ma, avendone l’occasione, mi fa piacere poter ricordare il mio piccolo bianco Samurai.
…Nel marzo di quest’anno mi chiama un amico chiedendomi di aiutarlo ad affidare un cuccioletto che si è trovato dinanzi al suo cancello in una serata di pioggia battente.
Quando vado a vedere il cucciolo, per capire il da farsi, scatta qualcosa che me ne fa subito innamorare…è una “volpina plebea” che ho chiamato Pimpa (!) e che da allora vive con me in famiglia assieme alla boxer Altea( sua coetanea) e all’ever-green Afro
Continuate a farne di questi articoli,sono molto interessanti!:)
ritratto 🙂 appena contattato dai volpinisti segnalati prestigiosi allevamenti “rossi”, in umbria e lombardia… non ci posso credere
da standard:
a)bianco unicolore; b)rosso unicolore; c)colore champagne, ammesso, ma non desiderato. Sono tollerate sulle orecchie, sfumature arancio-pallido, che costituiscono comunque difetto.
non è dato di sapere però chi allevi i volpini rossi, o gli champagne, pare siano cucciolate “segrete”…
il Volpino Italiano è una delle tante ricostruzioni forzate a colpi di zappa vedi cane corso, sulle ceneri di un’estinzione immaginifica di un cane talmente eterogeneo e numeroso che fa sorridere sentir parlare e parlare con gli allevatori che sicuri affermano che in italia il maggior numero di esemplari ritrovati erano bianchi e che anzi ancora vengono iscritti a centinaia splendidi rustici di quel colore dalle zone dove si è conservato… ma come non era estinto? si em no ehm ma sono cani senza pedigree! si ma poi li iscrivi e ce l’hanno e si però… il volpino rosso per quanto mi riguarda ha una storia molto più salda nella cultura e nel folklore popolare del meridione d’italia che è poi il serbatoio di tutte quelle razze che provengono dalla transumanza, perchè il volpino(rosso!) accompagnava si il carrettiere, ma assieme al cane corso, e si muovevano gli armenti lungo le terre del tavoliere delle puglie per abbracciare il molise, l’abruzzo dove si trovavano i pascoli le pecore ed il mastino abruzzese ed arrivare sino in calabria, questo tragitto secolare che univa uomini ed animali ha modellato i colori e la morfologia degli animali che vi partecipavano attivamente perchè come si suol dire è la funzione che fa il tipo.