A – parte quarta
APPIOMBI
Con questo termine si intende il rapporto tra la direzione degli arti (anteriori e posteriori) e la verticale che scende verso il terreno come un “filo a piombo”.
Osservando l’arto anteriore di profilo, con il cane piazzato, dobbiamo valutare due immaginari “fili a piombo” che partono:
a) dall’articolazione scapolo-omerale
b) dall’articolazione del gomito
La prima di queste due linee ideali deve arrivare a terra sfiorando la punta delle dita, mentre la seconda linea deve “tagliare” a metà l’avambraccio e il carpo, fuoriuscendo a livello del metacarpo (più o meno a metà della sua lunghezza) e toccando il suolo in corrispondenza della parte posteriore del piede.
Se la prima linea di appiombo cade più avanti del piede, il cane viene detto “sotto di sé anteriormente”.
Se cade all’interno del piede, o addirittura dietro al piede, il cane viene detto “fuori di sé anteriormente”.
La seconda linea di appiombo determina la corretta posizione del carpo: se esso non viene diviso esattamente a metà, ma sporge in avanti, si parla di carpo “arrembato”.
Se invece si inarca all’ indietro si parla di carpo “cavo”.
Osservato dal davanti, l’arto anteriore viene diviso esattamente a metà da un’altra ideale linea di appiombo che parte dalla punta della spalla e arriva al terreno.
A questo punto possono verificarsi diverse deviazioni dalla linea di appiombo, quali:
a) gli arti sono spostati in fuori rispetto alla verticale: in questo caso il cane è “aperto davanti”
b) gli arti si trovano troppo in dentro rispetto alla verticale: il cane risulta quindi “chiuso davanti”
c) l’avambraccio si presenta arcuato in fuori: in questo caso si parla di anteriori “a lira”
d) gli arti seguono la linea di appiombo fino al carpo, ma i metacarpi sono deviati in fuori: il cane è “mancino”
e) gli arti seguono la linea di appiombo fino al carpo, ma i metacarpi sono deviati in dentro: il cane è “cagnolo”.
Per l’arto posteriore, lateralmente, si considera una sola linea di appiombo che dalla punta della natica cade a terra davanti al piede, a una distanza variabile a seconda dell’angolazione dell’arto (e quindi diversa a seconda della razza).
Se questa linea cade sul piede, o dietro al piede, il cane è “sotto di sé posteriormente”.
Se cade troppo davanti al piede, il cane sarà “fuori di sé posteriormente”.
Da dietro si considera la linea di appiombo che parte sempre dalla punta della natica e che dovrebbe dividere perfettamente in due tutto l’arto posteriore.
I possibili difetti sono:
a) arti spostati in fuori rispetto alla linea di appiombo: il cane si dice “aperto dietro”;
b) arti (solitamente garretti) spostati in dentro rispetto alla linea di appiombo: il cane si dice “chiuso dietro”;
c) garretti che si avvicinano tra loro, mentre i piedi si allontanano tra loro: il cane viene detto “vaccino”;
d) garretti che si allontanano tra loro, mentre i piedi si avvicinano: il cane viene detto “cagnolo”.
ARCATA ZIGOMATICA
Parte del cranio formata dall’osso zigomatico e dall’apofisi zigomatica dell’osso temporale.
ARLECCHINO
Colorazione del mantello tipica di alcune razze e legata alla presenza del gene “merle”: in alcuni cani è molto frequente (alano), in altri è decisamente rara (bassotto, beauceron).
ARTIGLIO DA LUPO
Nome popolare dello sperone, ovvero del quinto dito posteriore.
ASCARIDI
Parassiti intestinali (vermi tondi) che infestano soprattutto i cuccioli. Si eliminano facilmente con un trattamento antiparassitario da effettuare sempre dopo un accurato esame delle feci.
Solo i neonati vanno sverminati d’ufficio, senza bisogno di esami, perché gli ascaridi nell’adulto restano spesso inattivi nell’intestino, ma vengono “risvegliati” dagli ormoni della gravidanza: quindi la madre li trasmette quasi immancabilmente ai figli.
ASCITE
Raccolta di liquido sieroso nell’addome, spesso conseguenza di malattie cardiache o renali. Produce sintomi quali tosse, problemi respiratori, dimagramento.
ASCIUTTO
Cane senza grasso in eccesso. E’ anche un attributo del collo quando la pelle è tesa e non presenta giogaia.
ASSI CRANIO-FACCIALI
Linee virtuali che seguono rispettivamente l’andamento del profilo superiore delle ossa del cranio e del muso.
L’asse “facciale” è facilissimo da individuare perché corrisponde quasi esattamente all’andamento della canna nasale: un po’ più difficile è identificare (o meglio, immaginare) l’asse “craniale”, perché il cranio è ricoperto da muscoli, pelle e pelo che talora possono confondere un po’ le idee.
I punti visibili da congiungere idealmente per stabilire l’andamento di questo asse sono due: il primo si può collocare sulla linea che congiunge gli angoli interni degli occhi, mentre il secondo è rappresentato alla punta dell’occipite, l’osso che “sporge” in alto sul lato posteriore del cranio.
Congiungendo idealmente questi due punti si avrà una visualizzazione abbastanza precisa dell’asse del cranio e sarà possibile confrontarlo con quello del muso.
Gli assi cranio-facciali possono essere paralleli, divergenti o convergenti.