lunedì 17 Marzo 2025

Lavoro in acqua, le interviste: Giorgio Pettini

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Finita l’estate, il lavoro in acqua con i cani entra in una fase di (quasi) riposo: allenamenti e gare riprenderanno alla grande solo in primavera. Non si ferma, però, la nostra rubrica dedicata su “Ti presento il cane”, che in questo periodo sarà occupata da  interviste ai personaggi di maggiore spicco nel mondo del soccorso nautico.

La nostra prima intervista è a Giorgio Pettini, classe 1950, sposato, con un figlio. Vive ad Orbetello, in provincia di Grosseto, ed è Responsabile Nazionale del lavoro in acqua per la SAT (Società Amatori Terranova), giudice di lavoro in acqua ed istruttore.
E’ stato anche allevatore,  con affisso “Orsi della Laguna”.

Giorgio, qual’è il tuo ruolo all’interno della tua associazione?
Sono da circa 15 anni responsabile nazionale per il lavoro in acqua della Societa’ Amatori Terranova ed  attualmente ricopro il ruolo d’istruttore in un gruppo di lavoro S.A.T.  che si chiama S.A.U.C.S. Costa Maremmana, dove  S.A.U.C.S. sta per Scuola Addestramento Unità Cinofile Salvataggio.

Quando hai iniziato a lavorare in acqua con i cani?
Venticinque anni fa, con il mio primo terranova.

Cos’è per te il lavoro in acqua?
Prima di tutto divertimento e interazione coi miei cani: i momenti migliori della mia giornata sono quando posso nuotare a lungo, da solo, con uno dei miei Terranova a fianco.

Ci spieghi chi siete, cosa fate, quanti siete e dove siete dislocati?
Allora, doppia spiegazione: la S.A.T. è la società per la tutela dei cani di razza Terranova: lì coordino tutto quello che riguarda il lavoro in acqua dei vari gruppi italiani che vi aderiscono e svolgo anche la funzione di giudice.
La S.A.U.C.S. Costa Maremmana, di cui faccio parte, è uno dei gruppi di lavoro dedito all’addestramento di cani per il lavoro in acqua.
Come SAT abbiamo gruppi in Toscana, Lazio, Lombardia e Puglia con circa un centinaio di cani. Nel mio gruppo  S.A.U.C.S. Costa Maremmana abbiamo circa 40 unità cinofile, divisi in vari livelli di addestramento: lavoriamo sulla costa della Maremma Toscana, e precisamente ci addestriamo sulle spiagge del comune di Piombino:  la nostra attività al 95% si svolge in mare.

Siete aperti a tutte le razze?
Attualmente siamo aperti a tutte le razze, forse anche troppo…ma per la sopravvivenza dei gruppi di lavoro è stato indispensabile:  se fossimo rimasti “sclerotizzati” solo sui Terranova il lavoro in acqua sarebbe andato a finire, per un discorso di numeri. Poi anche altre razze sono ben portate al lavoro in acqua, anche se con caratteristiche diverse, e per certi aspetti sono anche superiori ai Terranova: vedi la velocità, che nei Golden e nei Labrador è nettamente superiore.

Che requisiti chiedete ai cani che si presentano per lavorare con voi?
Al momento non chiediamo alcun requisito preliminare, ma solo frequentazione, valutando poi nel tempo se tale cane puo’ andare avanti o meno. Ma non allontaniamo mai nessuno dal gruppo: se anche quello meno dotato vuol rimanere,  per noi va bene. Siamo li anche per socializzare.

E ai conduttori?
A loro chiediamo assiduità nell’ impegno, serietà e – nei limiti di ciascuno – di dare un contributo operativo per il gruppo.

Il vostro addestramento è improntato alle gare sportive o al pattugliamento in spiaggia?
Noi addestriamo in un doppio binario: lavoriamo per l’operatività, facendo da due anni pattugliamento in spiaggia ed effettuando anche numerosi interventi , ma anche nello sportivo, che personalmente ritengo molto più formativo per la preparazione del cane. Integrando le due preparazioni ritengo di avere cani e unità cinofile molto più preparati in acqua.

Che importanza date, all’ interno dell’addestramento, al lavoro a terra?
Teoricamente diamo molta importanza alla preparazione a terra, ma nella pratica non riusciamo a fare molto lavoro , un po’ perchè potendo andare in acqua durante tutto l’anno lo facciamo più volentieri e un po’ perchè per il lavoro a terra sarebbe necessario per noi avere alcune persone che si dedicassero solo a quello: e attualmente non le abbiamo.

Quali sono gli appuntamenti più importanti della vostra stagione?
Gli appuntamenti più importanti della SAT secondo me sono gli esami per i  brevetti sia sportivi che operativi: lì si vede la validità o meno del lavoro svolto. Ma sono importanti anche le manifestazioni di soccorso in acqua, dove è in gioco l’organizzazione  e l’integrazione del gruppo. Posso tranquillamente dire che coordinare e dirigere gli esercizi di quindici unità cinofile è una bella soddisfazione.

Avete rapporti con altri gruppi al di fuori del vostro club?
Personalmente cerco di avere rapporti perché  penso che confrontarsi con altre esperienze sia sempre positivo: quindi spingo anche i miei verso questa visione.

Cosa pensi del “frastagliamento” del lavoro in acqua che c’è in Italia?
Esperienze diverse hanno ognuna qualcosa da portare, ma ormai sono troppi anni che in Italia ognuno va per conto suo. Oggi penso che questo sia dannoso per tutti.

Se venisse creata una Federazione Italiana Cani da Lavoro in Acqua prendereste in considerazione l’idea di parteciparvi?
Già un paio di anni fa mi posi io stesso il problema, anzi chiesi proprio a te di sondare altri gruppi! Sì, prenderei senz’ altro seriamente la faccenda, ritenendo che sia giunto il momento di cercare di aggregare le varie esperienze per il bene del lavoro in acqua con i cani.
Un lavoro uniforme oggi non potrà  far altro che far crescere la qualità…e togliere spazio ai troppi opportunisti.

Secondo te negli ultimi anni i cani da soccorso in acqua stanno diventando una moda/un business ?
Una moda lo è sicuramente, già da un pezzo… però quelli che lo fanno per moda sono i primi a defilarsi. Per quanto riguarda il business,  qualcuno si è affermato bene in questa attività e probabilmente altri cercano di imitarlo… ma penso che abbiano poco spazio.

Qual è la cosa che hai fatto per il tuo club che ti ha dato maggiore soddisfazione?
Sono diverse: aver strutturato l’organizzazione, essermi impegnato sempre direttamente, aver “cresciuto” due validi collaboratori che ancor oggi stimo molto…

E quella che magari non rifaresti?
Aver tirato dentro alla mia associazione – e aiutato – delle persone che hanno procurato danni a tutti.

C’è una domanda che non ti ho fatto e che avresti voluto che facessi?
Sì!  Avrei gradito che mi chiedessi: “quando pensi di toglierti di torno”?

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1 commento

  1. Magari venisse creata una federazione unica! Peccato che, da egoisti quali siamo “noi umani”, si fa sempre e solo le cose per sé stessi… ma cerchiamo di non abbandonare l’idea, che magari prima o poi ce la facciamo 😉

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