martedì 16 Aprile 2024

Il cane ideale al rifugio…in sette mosse (per tre) – Seconda parte: dove prenderlo?

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Se facciamo un sondaggio sulla provenienza di tutti i cani di nostra conoscenza scopriremo tantissimi canali (non tutti parimenti raccomandabili!): chi l’ha comprato in un allevamento, chi da un privato, chi l’ha ricevuto in regalo, chi l’ha trovato, chi si è rivolto a un negozio, chi a un canile… e all’interno di queste categorie, quante altre variabili! Grande allevamento o piccolo allevamento, specializzato o multirazza? Il privato è un vero appassionato amatore della razza che alleva per hobby o un improvvisatore che accoppia col cane del vicino tanto per arrotondare un po’?
Persino i canili non sono tutti uguali: possono essere pubblici o privati, ben sovvenzionati o alla fame, ben strutturati o fatiscenti… e a volte lo stato in cui sono tenuti i cani non trova corrispondenza nel costo sociale del canile stesso. Molto più importanti sono la buona organizzazione e l’onestà dei gestori.
L’adozione presso un rifugio è spesso consigliata a gran voce da tutti.
Indubbiamente si possono trovare cani molto validi e adatti a molte situazioni, ma in ogni caso è bene per tutti (anche per il cane) che la scelta sia responsabile e che si sia perfettamente consci del tipo di cane che si porta casa.
Anche in questo caso, per non alimentare false illusioni, vi propongo sette domande che ci aiuteranno a capire se il canile fa al caso nostro.

1) Siamo attratti da ium razza particolare, di cui conosciamo perfettamente Io standard?
O ci interessa solo un cane in possesso di alcune caratteristiche che si adattino alle nostre esigenze?
Ci sono diverse categorie di persone che cercano un cane di razza.
Ci sono i veri appassionati che conoscono la razza nei minimi dettagli, spesso ne hanno seguito la storia, in alcuni casi il recupero e la ricostruzione di razze che rischiavano l’estinzione. Seguono l’evolversi della razza stessa, conoscono le linee di sangue.
Ovviamente queste persone ben difficilmente troveranno il cane che desiderano in un canile. Potranno portarsene a casa uno per compassione, ma le caratteristiche di perfezione cui ambiscono dovrebbero essere poi ricercate in altri cani di tipo diverso.
Vi sono però anche molte persone che non cercano un campione e forse neanche un cane con ottime qualità.
La sola cosa che chiedono è che il cane appartenga alla loro razza preferita, che spesso riconoscono quasi unicamente per taglia, mantello, colore del pelo e pochi altri particolari.
Non tutti sanno riconoscere un campione da un cane con molti difetti di tipo.
Molti addirittura chiedono espressamente agli allevatori cani con difetti di dentatura, cani monorchidi, cani con colore sbagliato o altri difetti che garantiscano uno “sconto”.
Se ci riconosciamo in qualcuno di questi punti, dovremmo seriamente prendere in considerazione l’opzione canile: potremmo trovare gratuitamente una qualità superiore a quella molti cani che, al netto di sconti e “prezzi da amico”, finiscono comunque per essere pagati fior di quattrini.
In canile i cani di razza non sono così rari come molti pensano.
Certo, non si tratta di campioni. Spesso si tratta di cani di qualità mediocre (dal punto di vista dello standard), comprati nei negozi o da allevatori-commercianti e poi abbandonati.
Si tratta quindi degli stessi cani “con qualche difetto, ma a prezzo basso” tanto richiesti dal cinofilo medio.
Solo che, in caso li si prenda al canile, sono gratis.
Se poi non siamo nemmeno interessati al cane di razza, in canile troveremo molto facilmente ciò che fa per noi.
Grossi, piccoli, bianchi, neri, peli lunghi, peli corti: purché non si ricerchino caratteristiche estreme, è molto facile trovare ciò che si cerca.
A volte la razza è solo un mito, un’idea che ci siamo fatti guardando fotografie o film.
Ma non è ciò di cui abbiamo bisogno.

2) Siamo interessati a qualche attività particolare o sport da svolgere insieme ai nostro cane? E a che livello?
Se intendiamo intraprendere attività sportive a livello agonistico che prevedono l’impiego del cane, e abbiamo ambizioni di vittoria, è meglio prendere il meglio che il mercato offre.
La cosa più saggia da fare è cercare un cane selezionato specificamente per l’attività che intendiamo svolgere.
E’ importante conoscere i genitori e rivolgersi a un allevatore che ci dimostri di aver lavorato bene. Se però ci accontentiamo di quello che viene, ovvero se per noi “l’importante è partecipare”, potremmo trovare anche in un canile un cane adatto. In fondo ce ne sono di tanti tipi: una valutazione morfologica e qualche test caratteriale ci permetteranno di individuare il cane più adatto. E se poi i risultati arriveranno, la soddisfazione sarà ancora maggiore.
Se il cane ha prevalentemente un ruolo di compagnia e ci si limita a richiedere al massimo una discreta guardia… beh, allora il cane del canile è l’ideale.
Acquistandolo si sborserebbe una somma di denaro tutto sommato non trascurabile, per pagare una selezione che sotto molti aspetti non ci torna utile.

3) Siamo interessati all’allevamento?
Desideriamo un riproduttore o al contrario siamo orientati alla sterilizzazione del nostro cane?
Il discorso è strettamente collegato ai punti precedenti. Ci sono appassionati che hanno il desiderio di contribuire attivamente alle sorti della razza preferita: in questo caso l’acquisto di un cane di buon allevamento è imprescindibile. Se vogliamo allevare con criterio, dobbiamo come minimo conoscere la genealogia dei cani che utilizziamo come riproduttori.
Se invece non siamo interessati a fare cucciolate e preferiamo evitare questa seccatura, magari sterilizzando l’animale, il canile è da prendere giustamente in considerazione.
Tra l’altro, molti allevatori sono piuttosto riluttanti a cedere i migliori soggetti a chi non li fa riprodurre.

4) Vogliamo un cane perfetto, supercontrollato dal punto di vista sanitario e caratteriale?
Ci sono persone molto esigenti, che pretendono che il proprio cucciolo sia alimentato nel migliore dei modi sin dalla nascita, che sia cresciuto in un ambiente pulito, sano, lontano dai-parassiti, che sia da sempre vaccinato e controllato, che l’allevatore sia stato molto attento al suo sviluppo fisico e psichico.
Nulla da eccepire in tutto ciò: ma ovviamente si deve essere disposti a partecipare alle spese sostenute per avere tutto questo. E ovviamente queste richieste sono sensate se provengono da persone che sanno essere altrettanto rigorose nella gestione del proprio cane così come lo sono stati gli allevatori nel suo svezzamento.
E’ normale invece che i proprietari con poca esperienza commettano qualche errore.
Non sto parlando di errori gravi, sto parlando di esseri umani: si sbaglia anche ad allevare i figli.
A volte è anche opportuno essere onesti con se stessi e chiedersi se abbia senso avere il cane svezzato coi mangimi più costosi, se poi a casa nostra si strafogherà di mortadella e bocconcini proibiti.
Può avere senso il cane senza traumi con carattere da primo brevetto, se poi noi abbiamo bisogno dell’istruttore per insegnare correttamente un “seduto”?
Basta solo un cane sano o deve essere un modello di perfezione?
Cosa ce ne facciamo del levriero più veloce, del segugio più efficiente, del pastore più reattivo, del mastino più forte se poi non gli chiediamo altro che fare il cane di casa?
Valutiamo attentamente quali sono le caratteristiche che veramente ci servono.
I cani dei rifugi non sono tutti malati o problematici! La maggior parte di essi, alla visita veterinaria di prassi prima dell’adozione, risultano essere “normalissimi”.
Non dei modelli di salute o intelligenza, non dei “supercani”, ma neppure degli “scarti”: semplicemente dei cani “normali”.

5) Qual è il sacrificio economico, a livello di spesa iniziale, che siamo disposti ad affrontare per il cane?
Preferiamo avere il cane gratuitamente per avere maggiori disponibilità economiche da impiegare nella sua gestione?
Molte persone sono poco orientate a spendere una cifra elevata per l’acquisto di un cane.
E’ vero che, considerando il numero di anni che il cane trascorrerà con noi e considerando le spese successive, il prezzo pagato per un cucciolo di buon allevamento non incide più di tanto, ed è molto più importante trovare un esemplare sano e con caratteristiche corrispondenti alle nostre aspettative.
E’ anche vero che un margine di rischio c’è sempre e che nessuno può mettere la mano sul fuoco sul fatto che il cucciolo pagato migliaia di euro, non abbia mai bisogno di cure e sia proprio come lo vogliamo noi. In tal caso, oltre al danno…la beffa!
Del resto, se si cerca il risparmio rivolgendosi a cuccioli venduti a prezzo più basso, le probabilità di incappare in truffe aumenta e bisogna essere molto cauti e conoscere molto bene le persone a cui ci si rivolge, perché, come si suol dire, nessuno regala niente.
Un’ottima opportunità di risparmio è appunto quella di rivolgersi a un rifugio, dove potremo ottenere gratuitamente un cane che altri hanno scartato. Non è detto che sia un cane con poche qualità…molto spesso la qualità scadente è quella del padrone che lo ha abbandonato, non certo del cane.
Eventuali problemi che hanno spinto all’abbandono possono solamente risiedere nel fatto di non aver scelto il cane giusto. Quello che “non ha funzionato” con altri può benissimo essere perfetto per noi, magari perché risultiamo essere più compatibili con quel tipo di cane o (molto spesso) più competenti nella gestione del cane in generale.

6) Abbiamo esigenze specifiche e particolari su morfologia, carattere e attitudini?
Anche se siamo molto esigenti, tra i (purtroppo) numerosissimi cani presenti nei canili è spesso facile trovarne uno che abbia le caratteristiche che ricerchiamo. Solo se si desiderano caratteristiche “estreme” o molto particolari, la ricerca diventa più difficile: non è facile trovare cani giganti, piccolissimi, o col pelo lunghissimo, o selezionatissimi per un compito specifico… o, peggio, con alcune di queste caratteristiche combinate insieme.
Se però ci interessa semplicemente “un cane” e le nostre richieste non vanno oltre alla taglia, al tipo di pelo o al sesso… beh, allora il canile è caldamente consigliato.

7) La nostra principale esigenza è il desiderio di aiutare un animale in difficoltà?
Al di là delle attitudini del cane che si sceglie, molte persone sono orientate verso il rifugio semplicemente perché vogliono togliere da una brutta situazione un animale abbandonato, che non ha alcuna colpa tale da giustificare quello che gli è capitato e che gli sta capitando. L’adozione di un cane è un gesto trà i più nobili e la soddisfazione che si prova per quest’azione per molti è impagabile.

Una volta appurato che possiamo permetterci un cane e che il rifugio è il canale migliore, resta il terzo livello di scelte: quale cane adottare?
Sarà il tema della terza parte.

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3 Commenti

  1. Ok, grazie mille per la risposta. Io ho provato a farlo vedere all’educatrice dove ho portato il mio e ha dato diversi consigli tipo fargli fare esperienze nuove, esercizi di attivazione mentale o lavori di ricerca olfattiva (dove riesce benissimo) ma proprio questi ultimi secondo me hanno peggiorato la situazione perchè hanno fatto entrare il cane in confusione. Infatti lui è sempre stato ossessionato dal cibo (era anche il più piccolo della cucciolata ed aveva 2 fratelli che erano il triplo di lui, secondo me un po’ ha sofferto la fame) e quindi aspira qualsiasi cosa da terra (con conseguente sgridata- cioè “no, lascia” – da parte di mia sorella e quindi posizione di prostrazione assoluta da parte sua)… quindi fargli fare la ricerca di bocconcini secondo me l’ha mandato ancora più in confusione. Risultato mangia sempre con la coda in mezza alle zampe, secondo me perchè nonostante quando si faccia la ricerca olfattiva mia sorella dice “cerca” non ha discriminato bene le due cose e quindi non capisce perchè a volte quando raccoglie cibo da terra a volte viene sgridato e a volte lodato. Quindi capisco e comprendo la serietà nel non fornire indicazioni senza conoscere il cane, a volte un esercizio che va bene per uno può causare danni in un altro. Chiederemo al veterinario se conosce un comportamentalista. Grazie ancora

  2. Volevo fare una domanda su un cane preso in canile. Mia sorella ne ha adottato uno 4 anni fa, era un cucciolo, nato in canile e portato a casa quando aveva 63 giorni. Premetto che io con il mio cane ho fatto un corso di educazione base (metodo gentile) quindi ho aiutato mia sorella nell’educazione senza mai usare nulla di coercitivo, ma è troppo sensibile.. se alza la voce si schiaccia a terra, si avvicina alle persone (spontaneamente perchè socievole) sempre utilizzando mille segnali calmanti e con la coda in mezzo alle zampe, con gli altri cani da cucciolo giocava finchè il gioco non era troppo esagitato, altrimenti scappava e con i cani adulti si rovesciava immediatamente a pancia in su….e ora che è adulto evita i cani che non conosce (se può scappa proprio e poi annusa da lontano). Quest’estate siamo andati in sardegna in traghetto… quando ci siamo avvicinati alla zona delle gabbie il mio non ha fatto una piega invece lui ha iniziato a tremare e ha fatto tutto il resto del viaggio traumatizzato (presumo perchè ha annusato i feromoni di paura lasciati dai cani in gabbia) lo stesso dal veterinario, per un po’ è andato abbastanza tranquillo poi un giorno in sala di aspetto ha iniziato a tremare (sempre presumo perchè ha sentito qualche odore) e ora è un trauma portarlo dal veterinario. Dimenticavo.. è un incrocio da caccia, sembra un segugio. Chiedevo se secondo voi è dovuto alla “nascita” in canile, o se può essere un fattore caratteriale legato anche alla razza oppure di qualche sbaglio educativo ( ho notato che anche da cucciolo lui ha sempre dato le spalle, vuole il contatto fisico ma ti si siede sul piede dandoti la schiena… sembra quasi che abbia paura delle persone… insomma pacifica in continuazione anche con i proprietari) e se si può intervenire in qualche modo almeno per renderlo un po’ più sicuro.

    • Penso che ci sia alle spalle un insieme di fattori: sia la razza (i cani da caccia, e i segugi in particolare, sono cani ipersensibili e molto timidi anche quando sono allevati in modo correttissimo), sia la nascita in canile, dove probabilmente non ha ricevuto né un buon imprinting dalla mamma (magari a sua volta traumatizzata e impaurita) né dagli umani. Dare le spalle è uno dei tanti segnali di pacificazione che manda, evidentemente perché gli manca totalmente la fiducia in se stesso. Sì, ci si può lavorare eccome, anche con discreti risultati, penso, vista la sua docilità e sociabilità di fondo…però non potrei mai darti consigli ad capocchiam, senza vedere e conoscere il cane. Questi sono proprio i casi in cui si dovrebbe trovare un bravo comportamentalista e affidarsi a lui: spero che ce ne sia qualcuno valido dalle vostre parti.

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