giovedì 28 Marzo 2024

Il VERO Standard del… Pastore di Brie

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – PREMESSA – Il mio incontro più incisivo con il pastore di Brie (per gli amici Briard) avvenne in campagna, in un grande campo che stavo esaminando, insieme al mio operatore, per vedere se poteva essere adatto a girare certe scene per un documentario.
Ero appena scesa e mi ero infilata sotto la staccionata  – mentre il collega era ancora in macchina ad infilarsi gli stivali di gomma – quando di Briard ne sbucarono (dal nulla) due, incazzatissimi, che si proiettarono contro di me a mille all’ora. Io mi immobilizzai tipo statua di sale, mentre loro mi arrivavano a mezzo metro e mi abbaiavano in faccia tutto quello che pensavano di me e della mia presenza lì: come da manuale distolsi lo sguardo, voltai la testa e mooolto lentamente arretrai fino alla staccionata, guadagnando pian pianino l’uscita dal campo, con loro che continuavano a farmi WOFF, WOFF, GRRR…a dieci centimetri dalla faccia.
Non appena fui fuori dal campo, i cani si rilassarono e si disinteressarono di me, mentre – ancora in lontananza – arrivava il loro umano a richiamarli (per la serie: meglio tardi che mai).

Non posso dire che si sia trattato di un’esperienza particolarmente piacevole, sul momento: ma mi stupii quando l’operatore, dopo aver urlato all’umano: “Se hai dei cani aggressivi devi tenerli legati, IMBECILLE!” (e qui devo dire che in linea di massima concordavo… ) si voltò verso di me e decretò: “Ti è andata bene, va’:  quei cani di m…  sono tutti squilibrati!”.
Siccome non sono mica normale, nonostante avessi ancora la tachicardia e la salivazione azzerata stile Fantozzi, mi incazzai come se avesse offeso dei cani miei. Gli risposi che se quei due fossero stati squilibrati, non sarei uscita intera dal campo.
Dissi che anzi, si erano dimostrati equilibratissimi: avevo evidentemente invaso il loro territorio e loro si erano limitati a cacciarmi fuori con decisione, ma anche con i nervi ben saldi.
Visto che avevo accettato il loro “gentile invito” ad uscire non mi avevano morso e, una volta ottenuto il loro scopo, non mi avevano neppure più filato di striscio. Che volevi di più, dalla vita?
“BAH. I cani non devono abbaiare addosso alla gente”, concluse lui, laconicamente.
Ma mica vero. Dove sta scritto? I cani sono fatti anche per difendere i loro umani e il loro territorio: e quei due l’avevano fatto egregiamente.
Altro che cani di m…!  A me – una volta riportate le pulsazioni  a livelli accettabili – sembrarono cani da “tanto di cappello”, che ammirai moltissimo.
Da quel giorno cominciai a provare maggiore interesse per una razza che, fino a quel momento, avevo conosciuto poco o niente: essendo rarissima in Italia, l’avevo incrociata qualche volta in expo e guardata con ammirazione e simpatia (perché a me piacciono tutti i cani con barba e baffi e capelli sugli occh…pardon, sopracciglia), ma senza dedicarle più di un’occhiata. Invece meritava decisamente maggiore attenzione. Quello che leggerete qui di seguito è, in parte, il risultato delle informazioni che ho ottenuto da allora: ma in gran parte è anche merito di ciò che mi ha raccontato la signora Maria Carla Marrè Brunenghi, che devo ringraziare anche per tutte le foto “di famiglia” che rendono l’idea del cane molto più dei classici ritratti piazzati.

ASPETTO GENERALE – Secondo lo Standard “è un cane rustico, agile, muscoloso e ben proporzionato, vivace e sveglio“.
Aggiungerei:  peloso. Ma tanto, TANTO peloso. E con le orecchie buffe.
Io capisco che lo Standard debba seguire uno schema preciso e che del pelo parli più avanti, nella sezione dedicata: ma quando vedi un Briard non è che pensi: “Toh, guarda che bel cane rustico, agile e muscoloso”. Pensi: “Toh, una montagna di pelo con due covoni sulla testa!”.
O almeno lo pensavi, finché ai Briard si tagliavano le orecchie ottenendo il curioso “effetto covone” legato proprio alla lunghezza del pelo. Oggi che – grazie al cielo – non si tagliano più via pezzi di cane, pensi solo “Toh, una montagna di pelo!”.
Ma proprio come “oltre le gambe” nella famosa canzone sulle donne, nel Briard “oltre al pelo c’è di più”. Molto più di quanto tu possa immaginare.

VARIETA’ ALTERNATIVE: non se ne sentono molte, perché la reazione media della Sciuramaria di fronte a un Briard è: “Bello, ma che cos’è?”. La razza, infatti, è poco diffusa in Italia ed è pochissimo conosciuta. Chi azzarda, di solito, sbaglia clamorosamente razza. Tpo: “Bello, è un Bobtail?” o “E’ uno Schnauzer?”- e fin qui, passi. Ma ho sentito anche: “Bello, è un collie?” e siccome dubito fortemente che la Sciuramaria in questione conoscesse il Bearded collie, che un po’ gli somiglia davvero, sono rimasta un po’ spiazzata.  Mai, però, come di fronte al: “Guarda, un levriero afghano!” pronunciato da un Sciurmario convintissimo. Perfino il cane si è voltato a guardarlo con una palese faccia da: “Ma che cazzo dici?”.
Infine, la Perla con la P maiuscola: la ri-citerò anche parlando della razza giusta, però qui devo metterla perché il cane in realtà era un Briard. Sciuramaria che lo confonde con un pastore bergamasco (e ce po’ sta’…), ma sgomitando il marito prorompe in uno stupendo: “Guarda, Gino! Un pastore bergamotto!” che mi ha fatto capottare dalla sedia.
I rari “intenditori”, quelli che sanno perlomeno che esiste questa razza, spesso la chiamano come il formaggio: “un Brie”. Che comunque è accettabile, se non si vuol cercare il pelo nell’uovo a tutti i costi. E’ già grasso che cola che qualcuno lo riconosca.

CARATTERE ED ATTITUDININOTA SERIA: il pastore di Brie è un pastore per davvero: nel senso che ha sempre fatto quello. Lo fa addirittura dal neolitico, epoca in cui la razza arrivò dell’Oriente al seguito di popolazioni nomadi che lasciarono sul loro percorso una “scia” di cani a pelo lungo piuttosto simili tra di loro (il Pastore della Russia meridionale, il Nizinny in Polonia, il Bergamott…pardon, Bergamasco in Italia, lo Schapendoes in Olanda, Bearded Collie e Bobtail in Gran Bretagna, Pastore Catalano e Cão da Serra de Aires nella penisola iberica).
Tutti cani che hanno sempre saputo fare contemporaneamente conduzione e guardia degli armenti, quindi personaggi molto sicuri di sè, determinati, decisi e capaci di prendere iniziative in proprio. NON aggressivi, però: a meno che non ci sia un motivo valido per diventarlo. Avendo un fisico notevole, il Briard è anche in grado di metterla giù dura, se necessario: ma non è mai stato un cani mordace senza motivo. Una certa fama di cane di m… purtroppo se l’è fatta, solo in Italia, diversi anni fa, quando un allevamento ha utilizzato in consanguineità soggetti che proprio equilibratissimi non erano. Ma è stato un incidente di percorso e ormai è storia passata, finita, morta e sepolta. Anzi, in tempi recenti il carattere del Briard è stato ulteriormente ammorbidito, rendendolo più facile da gestire anche come cane da famiglia.

Tornando meno seri: il Briard un po’  capatosta lo è. Ovviamente con pecore & affini non ha quasi più nulla a che fare, visto che la pastorizia è pressoché scomparsa: però a lui è rimasto pastore inside, quindi deve guidare qualcuno (solitamente il suo umano), difendere qualcuno (la famiglia del suo umano – bambini in testa – il suo territorio, la sua casa e tutto ciò che è suo. Cioè “tutto” in assoluto, vedi più sotto).
Il Briard guida il suo umano nel senso che se quello decide che si deve fare una cosa, ma lui ritiene che sia più giusto farne un’altra, di solito si fida più delle proprie decisioni che di quelle del cosiddetto (ma molto cosiddetto) “proprietario”.
Il fatto è che, nove volte su dieci, ha ragione lui.
Se e quando trova un umano che gli dimostra di saperla più lunga di lui e di saper prendere decisioni più corrette delle sue, però, si innamora di brutto: allora diventa umano-dipendente, obbedientissimo, prontissimo a farsi in quattro per compiacerlo.
A me, devo dire, i cani con questa testa qui piacciono un casino, perchè se riesci a controllarli e a gestirli significa che sei davvero più in gamba di loro e che loro lo riconoscono: è una bella soddisfazione, dài (chi pensa che non ci voglia poi tanto ad essere più in gamba di un cane, o non ha mai avuto un cane o ha un’autostima spropositata).

Per farsi stimare da un Briard, comunque, bisogna impegnarsi un pochino più della media. Altrimenti lui ti prende egregiamente per il culo: dopodiché ti si siede di fronte e anche se ha  tutti i capelli sugli occhi non hai bisogno di mettergli il fiocchetto per capire cosa sta pensando. Perché è evidente che pensa: “Ti ho fregato!”. E ride, anche, tutto soddisfatto.

Se invece hai conquistato il suo cuore, il Briard è un cane che può fare di tutto e di più: dall’agility all’UD, dalla pet therapy  allo sheepdog, nella categoria interrazza (in Francia la razza è tenuta a superare una prova di lavoro sul gregge). Ci sono Briard utilizzati in protezione civile, nel soccorso nautico e perfino nella ricerca dei tartufi.
Insomma,  il difficile sta solo nella prima parte (conquistarlo): il resto poi diventa semplicissimo.
Siccome la prima parte è appunto piuttosto improba, chi prova a fare sport o lavoro con un Briard senza averlo prima convinto di essere un leader degno di tale nome può scontrarsi  con un cane che il percorso di agility se lo crea a suo gusto personale, o che in pista non segnala l’oggetto perché quell’oggetto lì non è di suo gusto e non gli interessa. E così via.
Reazione media (e molto classica) dell’umano medio: “Questo cane è stupido”.
La triste verità è, ovviamente, che LUI non è stato in grado di farsi stimare e rispettare. Ma siccome la verità fa male si fa prima a dare la colpa al cane, che non può risponderti per le rime.

Oddio, in realtà il Briard un po’ lo fa. Di rispondere, dico.
Per chi capisce un po’ il canese è molto facile leggere sul suo muso quello che pensa (qualcosa come: “Povero scemo, ma che stai a di’?”).
Però c’è da dire che non è il tipo di cane che ti tiene i musi troppo a lungo.
Molti sostengono che sia un cane difficile, che abbia bisogno di una mano esperta, che non sia adatto ai neofiti. Io dico: “dipende”.
Se vuoi farne un cane sportivo, o un cane da lavoro, allora sì: ci vogliono gli attributi. Attributi, attenzione, che però non vanno MAI intesi alla Cesar Millan, stile “io padrone-tu-schiavo”: perché con questo cane, se provi a fare il padre-padrone, bene che vada ti ritrovi di fronte un muro di gomma  (e se invece va male, puoi ritrovarti due canini piantati in una chiappa).
Mai come in questa razza bisogna capire bene-bene-bene cosa significa davvero per un cane il concetto di “leader”, o se preferite di “capobranco”: una figura attendibile, affidabile, coerente e decisa, ma assolutamente GENTILE e rispettosa delle sue esigenze.
Qualcuno che si impone con dolce (e ferrea) fermezza, ma senza mai ricorrere a cose inaccettabili come urlacci o – men che meno – alzate di mano.
IMPORTANTE: il Briard – un po’ come i malinois e i pastori tedeschi di ultima generazione – è diventato un “cane fotocopia” del carattere del suo umano. Ad umano schizzato, isterico e collerico corrisponde spesso un cane diffidente e pronto al ringhio; a un umano allegro e sicuro di sè corrisponde quasi sempre un cane fantastico, dal carattere aperto e solare. Controllare per credere.

Si diceva, comunque, che per gestire un Briard da sport/lavoro occorrono discrete palle: per averne uno da famiglia, invece, non c’è bisogno di essere chissà quali espertoni cinofili.
Certo, bisogna informarsi un po’ sulla razza ed evitare di commettere errori grossolani (ma per quale razza se ne può fare a meno? Forse per qualche cagnolino da compagnia…ma neanche, va’!): per il resto non è affatto difficile vivere felici e contenti con questi cani.
Basta rassegnarsi al fatto che ogni tanto prenderanno decisioni in proprio, mettendo in discussione i tuoi desideri (e non parliamo degli “ordini”, perché a quelli obbediranno quando e se gli girerà di farlo): ma questo può anche dare un po’ di sale al rapporto, e magari far venir voglia agli umani di migliorarsi ed imparare qualcosa di più. Il che male non fa di sicuro.

Tolti questi possibili problemini il Briard è un cane simpatico, allegro, brioso: capace di fare il pagliaccione ma anche di divertirti restando serissimo (basta guardarlo quando ti fa certe facce parlantissime: ridi in automatico, anche se lui vorrebbe comunicarti che è MOLTO offeso con te).
In casa è un cane decentemente tranquillo, che sa stare al suo posto: il fatto che poi “il suo posto” venga inteso come il “suo” letto, il “suo” divano eccetera è un altro piccolo effetto collaterale secondario.
In questi giorni sta circolando su Facebook una simpatica vignetta sulle “leggi della proprietà secondo il cane”: la trovate qui a sinistra. In generale non sono molto d’accordo sul fatto che tutti i cani la pensino così…però non mi meraviglierei se l’autore di questa vignetta avesse un Briard. Perché lui SI’, la pensa esattamente così.
Per il resto…non è troppo appiccicoso, non è un “saltatore addosso” coatto, è piuttosto moderato anche nel fare le feste e nel giocare. Sembra capire che noi umani siamo – per dirla in modo chiaro, anche se non eccessivamente elegante – delle mezze seghe: tanto è irruento e panzeresco quando gioca con gli altri cani, tanto sa essere tenero e morbido con noi. Se poi gli umani sono bambini, diventa di una delicatezza addirittura commovente. E questo senza bisogno di insegnargli assolutamente nulla.
Cane difficile? Mah. A me non sembra proprio.

TESTAforte, lunga, ricoperta di pelo che forma barba, baffi e sopracciglia che velano leggermente gli occhi. Viste di lato, le linee del cranio e del muso sono parallele.
La testa del Briard, se fosse pelata, sarebbe molto simile a quella di altri millemila cani da pastore: con tutto il suo pelo, invece, è qualcosa di unico. La cosa strepitosa è che questo cane riesce ad essere espressivo anche quando non gli si vedono gli occhi: guardate la foto a destra, per esempio. Non ci vedete un fumetto con scritto “Mi fai accendere?”.
Con quel pelo lì e quella faccia lì, questo cane è un cartone animato vivente: non avesse altre qualità al mondo (mentre ne ha, e pure tante!), basterebbe questo a desiderare di averne uno.

OCCHI – Ovali, orizzontali, ben aperti, piuttosto grandi. Di colore scuro. Nei soggetti blu, gli occhi leggermente più chiari sono ammessi.
Ovviamente prima bisogna riuscire a vederli. Per vederli, l’unico sistema è tirare su il ciuffo delle sopracciglia e fermarlo con un elastichino.
Una volta fermato il ciuffo con l’elastichino, anche il più arrapato stallone della terra verrà apostrofato dalle Sciuremarie con l’immancabile: “Ma che bellaaaaa!”. Al femminile. E poi stupiamoci se c’è qualche Briard che mostra i denti.

ORECCHIEsono attaccate alte, non aderenti e piuttosto corte se sono lasciate naturali. La lunghezza dell’orecchio non tagliato deve essere uguale o leggermente inferiore alla metà della lunghezza della testa. Gli orecchi sono sempre piatti e coperti di peli lunghi. Se sono tagliati, nei Paesi dove questa pratica non è proibita, devono essere portati diritti, né divergenti, né convergenti.

Come in tutte le razze del mondo (dobermann compreso, sì, per il gusto mio!), le orecchie integre danno al cane una faccia più bella e più simpatica. C’è da dire il Briard, con le orecchie integre, perde la sua caratteristica più spiccata, quella che lo faceva riconoscere tra mille: i famosi covoni di fieno piazzati sulla testa. Ma siccome ‘sta razza non la riconosceva nessuno neanche prima, almeno in Italia, tanto vale evitare di fare a fette i cuccioli.


A proposito di cuccioli: qualcuno pensa che il Briard sia una razza poco diffusa in Italia perché la gente ha “paura del pelo”, ovvero ritiene che richieda cure lunghe ed impegnative (e non è vero…o almeno, non del tutto: ma ne parleremo tra poco); qualcun altro pensa che ci sia ancora in giro la diceria del “cane aggressivo” legata alla linea di sangue di cui abbiamo parlato sopra (e non è vero che ci siano ancora in giro cani aggressivi, ma soprattutto non è vero che circoli questa diceria: la storia la conoscono gli addetti ai lavori, ovvero i tre gatti – “quattro” sarebbe troppo ottimistico – che si occupano di questi cani in Italia…ma il resto del mondo delle Sciuremarie cosa volete che  sappia di linee di sangue, se manco sa che esiste la razza?).
Secondo me il mancato “boom” del Briard è dovuto invece al fatto che i suoi cuccioli non scatenano la classica reazione “maccheccarinooooooooooooo!”, con immediato desiderio di portarsene a casa uno. Insomma, i cuccioli non sembrano cuccioli: sembrano schnauzer adulti (nani quando hanno due mesi, medi quando ne hanno quattro, e così via). In più hanno sempre la faccia serissima, come quello nella foto (ma non è “la” foto: sono sempre tutti così: e se non ci credete, guardate un po’ più in basso) e invece di guardarti con l’aria da “coccolami, abbracciami, ti amo già tantissimo!” ti guardano come per dire: “Scusi, desidera? E…scusi, può dirmelo da debita distanza, please? Perchè gradirei non essere neppure sfiorato da lei”.
Sì, esattamente così. I cuccioli di Briard ti danno del “lei”.
Stanno moltissimo sulle loro e sembrano dei dannatissimi snob. In realtà sono solo diffidenti: qualcuno deve avergli parlato con molta sincerità della razza umana. Poi, socializzandoli (e vanno socializzati molto-molto-molto), quell’aria da “mantieni-le-distanze-please” gli passa. Però prima di socializzarlo, il briardino, devi portartelo a casa… e non è che lui ti invogli più di tanto. Laddove il cucciolo medio di altra razza sembra dirti “portami con te, ti prego!”, lui sembra dirti “se ne vada cortesemente fuori dalle palle”. E per me ‘ste cose, sulla diffusione di una razza, contano.

COLLO: muscoloso, che esce bene dalle spalle.
CORPOil dorso è diritto. Il rene è corto e fermo Groppa poco inclinata, di forma leggermente arrotondata. Torace  largo e lungo, ben disceso fino ai gomiti; costole ben cerchiate.
Tutto questo lo diamo per buono, eh? Tanto, sotto il pelo, non si vede niente.

CODA: integra, portata bassa, deve raggiungere almeno la punta del garretto, senza deviazioni, e formando un leggero gancio all’estremità, a forma di J. In movimento la coda può essere portata non più in alto del prolungamento della linea dorsale.
Questa invece la vediamo: ma difficilmente la sentiamo, perché il Briard non è uno scodinzolone abbatti-suppellettili. Di solito scodinzola educatamente,a coda piuttosto bassa. Non sempre sotto la coda escono teste di cucciolo ridenti: quello nella foto a destra è un caso.

ARTI: molto muscolosi, con forte ossatura e appiombi regolari. Piedi forti, rotondi e ben allineati con il corpo. Per tradizione, i pastori hanno tenuto a conservare il doppio sperone. Gli speroni formano dei pollici ben separati con unghie, molto vicino ai piedi.
Il doppio sperone è presente anche nel pastore della Beauce, che sembra avere lo stesso antenato del pastore di Brie: nel 1809 l’abate Rosier che descrisse per la prima volta un “Cane della Brie” nel suo “Cours d’agriculture”, distingueva infatti una varietà a pelo lungo ed una a pelo corto, che si presume sia stata l’antenata del Beaceron. Però, nel Beauceron, gli speroni si vedono: nel Briard no, perché anche se ci sono sono sommersi dal pelo.
Quello che invece si nota, a proposito degli arti, è la tendenza che hanno questi cani ad utilizzarli proprio come “braccia” quando devono afferrare qualcosa (pallina, ciotola da proteggere ecc.) o abbracciare qualcuno. Umano o meno che sia, come si può vedere nella sequenza a fianco.

MANTELLO: oh, ecco. Qui arriviamo al punto dolente, almeno in apparenza. Naturalmente niente di cui freghi nulla allo Standard, che lo descrive così: “pelo flessuoso, lungo, secco (del tipo pelo di capra), con un leggero sottopelo. Colore: nero, fulvo, fulvo carbonato (leggermente o mediamente) spesso con maschera, grigio o blu. I peli di un fulvo caldo possono presentarsi più chiari, tono su tono, alle estremità e sulle parti in pendenza (fulvo macchiato di sabbia) I mantelli neri, grigi e blu possono pure presentare delle parti più chiare tono su tono. Tutti i mantelli possono presentare diverse sfumature di grigio“.

E la Sciuramaria legge, prende atto, poi si chiede: “Ma quante ore al giorno bisognerà spazzolarlo?”, dopodiché si risponde da sola “troppe”. E il Briard non se lo piglia. E fa malissimo, perché si perde la possibilità di vivere con un cane della madonna.
Allora, chiariamo un po’ ‘sto punto: il mantello del pastore di Brie NON richiede secoli di toelettatura. Ovviamente va spazzolato, ma un paio di volte la settimana bastano e avanzano, purché si arrivi bene fino alla cute impedendo che si formino nodi. Essendo un pelo “caprino”, tra l’altro, non è che tenda più di tanto ad annodarsi. Ci sono razze a pelo molto più corto che impegnano tre volte tanto.
Perdita di pelo? Decisamente limitata, perché il sottopelo non è particolarmente spesso nè fitto. Lo dice anche lo Standard: “leggero sottopelo”. Un siberian husky, che è grande la metà e che ha il pelo lungo un terzo, perde quattro volte più pelo di un Briard.
“Eh, ma preparare un cane da esposizione sarà un casino!”
No, perché il cane va presentato assolutamente al naturale: non si cotona, non si gonfia, non si lacca, non si fa nulla. Basta che sia decorosamente pulito, può uscire di casa e entrare sul ring.
Ma allora? Tutto così liscio, facile e lineare?

Be’, inzomma… non proprio, perché un problemino esiste. Un problemino che si chiama “acqua”.
Quando piove, o mettete le galosce al cane oppure vi seminerà per casa una lunga serie di laghetti di pregevole fattura.

Se lo portate nelle vicinanze di mare, fiumi, stagni o semplici rigagnoli, potete star certi che ci si fionderà dentro col massimo entusiasmo (adora l’acqua in ogni forma e colore): e asciugarlo non sarà proprio l’impresa più semplice del mondo.

L’escalation è più o meno quella che potete seguire nelle foto: ci si bagnano i piedi, poi ci si bagna del tutto (fino a sembrare tutto, meno che un Briard), poi si conclude l’opera rotolandosi felici nell’erba e raccattando praticamente quattro metri cubi di fango, foglie, rami e di tutto ciò che è umanamente – anzi, caninamente – raccattabile.
Però, dài…non è tragico come sembra. Può esserlo solo se il cane deve risalire in macchina (o peggio, rientrare in casa) dopo cinque minuti netti: altrimenti basta lasciarlo asciugare un po’, dare una bella spazzolata e bon, tutto come prima.
Vabbe’, QUASI come prima. Se succede d’inverno, un po’ di lavoro in più ve lo darà. Però non è che con un pastore tedesco le cose vadano molto meglio: ve l’assicuro per lunga e faticosa esperienza. La trafila è più o meno identica per qualsiasi cane che non sia a pelo raso: e il mantello del Briard  fa più effetto a vederlo che a gestirlo.
E poi cosa conta qualche minuto in più speso per asciugare il cane (o il pavimento…), quando in cambio si può avere un amico specialissimo?
Perché il Briard è davvero un cane speciale: e sì, lo so che lo dico praticamente di tutte le razze (anche perchè ne sono convinta per tutte le razze: ognuna ha qualcosa di unico e ognuna, sa Dio perché, trova il sistema per farmi innamorare appena la conosco un po’), ma in questo caso è un po’ più vero della media.
Forse il Briard non è proprio “per tutti”, questo no: un minimo di esperienza cinofila è meglio averla, un po’ di pazienza in più ci vuole, i cuccioli vanno seguiti con particolare attenzione se non si vuole che rimangano diffidenti e scontrosetti. Però, alla fine, ritrovarsi con un Briard ben socializzato, amichevole, simpaticissimo, capace di difendere ciò che ama col massimo ardore, ma anche di saper prendere coccole e fare lo scemone e incantare chiunque lo incontri… diciamolo: non ha prezzo.
Forse è per questo che un’altra cosa che si dice di tante razze (“quando la scegli, è per sempre”), per il Briard è nuovamente più vera della media. Se quasi nessuno cambia più razza, una volta che ha conosciuto questa, e se il Briard è stato definito “un cuore avvolto dal pelo”… un motivo ci sarà.

 

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50 Commenti

  1. Un articolo molto simpatico, complimenti.
    Lo leggo con un decennio di ritardo, ci sono capitata per caso, volendo acquistare di nuovo un Briard.
    Io ne ho già avuti 2, una femmina sale e pepe (Francese al 100%) ed un maschio fulvo.
    E’ da molto che non ci sono più, nel frattempo ho avuto un flat coated retriver che ora ha 15 anni.
    Con cognizione de causa posso dire: non c’è paragone. Il retriver è simpatico, testone e un po’ indifferente.
    I briard sono buoni, obbedienti, protettivi, facili da educare (certo, con polso, come dici).
    E poi sono belli, bellissimi. Eleganti senza spocchia, grandi ma non enormi, con un pelo magico che si spazzola in fretta e che perde poco (il Retriver di più, molto di più!!).
    Ne riprendo uno e non vedo l’ora!!

  2. Ciao, sono stato il fortunato possessore di una Briard, regalatami da cucciola è tenuta con noi fino al suo decesso per uno schifosissimo tumore (più volte operata ma senza scampo).
    Da allora non ho più cani perché l’esperienza con Milly è stata totalizzante, unica, irripetibile: è stata un’amica, una confidente. Molte volte alla sera andavo a comprare un pollo arrostito e ce lo mangiavamo assieme in veranda parlando, si parlando e lei mi rispondeva facendosi capire perfettamente.
    La descrizione della razza è stata fatta compiutamente ed ha descritto la mia Milly. Vi è solo da aggiungere che quando nevicava Milly faceva cose turche, si rotolava nella neve, scavava gallerie e quando aveva finito di giocare e voleva rientrare in casa sembrava un pupazzo di neve con tante palle di neve appese al pelo.
    Il veterinario mi consigliò’ di targliarle il pelo e lei si vergognava ad andare in giro, si sentiva nuda, non faceva altro che nascondersi.
    Grazie per avermela raccontata così bene… Mi sono commosso al suo ricordo.

  3. Cão da Serra de Aires e Pastore Catalano… Mi sembrano una versione “light” del Briard.
    Li alleva qualcuno in Italia?
    Mai visti dal vivo (forse un catalano in expo…).

  4. Ciao Arianna,
    sono passati tantissimi anni 15 con precisione devo cercare i documenti e poi ti farò sapere …… una tragedia comunque!!!!

  5. Ruby quello che hai scritto e’ proprio vero!!! Il Briard adora essere viziato e coccolato!!! Provare per credere!!!! Alessandra e’ terribile quello che e’ accaduto alla tua Briard….,allucinante che tutta la cucciolata abbia fatto una brutta fine! Ma che linee di sangue avevano?

  6. i Briar sono veramente belli,paraculi, coccoloni, ingordi,golosi, slinguazzevoli e quanto altro di più ma…… non tutti solo quelli che hanno vicino chi vuole loro bene e li vizia
    vizia un briard che poi ti diverti (ma non farti accorgere dalla padrona… specie se ha speso anni e fatica tra mostre, mostricelle e altro !!!

  7. Briard per sempre!!! Di una intelligenza quasi imbarazzante, di una fermezza oltre e di una dolcezza che ti fa sciogliere!!! Con quegli sguardi languidi e paraculi!!! Ti rubano il cuore!!!Ne vorrei un altro/a ma al momento non è possibile 🙁
    Briard per la vita!!

    P.S. qualcuno conosce un bravo vet che fa la gastro pessi preventiva per via endoscopica a Roma? Ho avuto un problema con la mia Briard e mi hanno consigliato di farla, anche al più presto……
    Grazie

  8. Scusa, ma che ecatombe ! Mi fai preoccupare…non è possibile un disastro simile. Esiste una seppur minima spiegazione ?
    Grazie, Enrico

    • Hai proprio ragione a definirla una “ecatombe”, probabilmente la cucciolata non era sana dato che alla fine sono morti quasi tutti. La mia è morta con una malattia terribile, ricordo ancora il nome: carcinoma squamoso corneificante …… una tragedia è morta in due mesi e aveva solamente 5 anni! Comunque mi sono ripresa con il mio splendido labrador terremoto.
      Ciao Alessandra

  9. Bellissime foto e piacevole commento ironico sul carette del Briard.Conosco molto bene questa razza che ho allevato per un decennio,condivido quanto scritto e mi complimento con l’autrice. Cordiali saluti.

    • Ciao Luigi, io ho avuto una bellissima Briard che proveniva dal tuo allevamento.
      Ti ricorderai sicuramente perchè purtroppo tutta la cucciolata è morta quasi subito, la mia dopo 5 anni si è ammalata x una forma tumorale incurabile, si chiamava Yura (Norma era il nome scritto sul certificato di nascita), avevo preso precedentemente l’unico maschio della cucciolata ma è morto a circa 4 mesi x una epatite fulminante.
      Ho amato tantissimo questa razza, sono cani di una intelligenza che fa quasi paura. Chi ha avuto un Briard non può non fare paragoni con le altre razze!!!!! Ho uno splendido Labrador da 13 anni ….. meraviglioso ma purtroppo non è un Briard!!!!!!!!
      Alessandra

      • Ciao, mi ha fatto molto piacere ricevere il tuo messaggio, ricordo vagamente gli eventi che mi descrivi e sarei contento se tu hai ancora il pedigree di Yura per potermi dire chi erano i genitori.Ho conservato tutti i certificati dei miei cani e vorrei ricordarmi meglio questa sfortunata cucciolata.Sto pensando di tornare ad avere un Briard.Devo cercare un allevamento che mi piaccia, anche all’estero come ho fatto in passato.Spero di ricevere ancora tue notizie.Grazie e cari saluti.

        • Ciao Luigi, ho cercato il pedegree di yura ma purtroppo avendolo conservato mio fratello mi sembra impresa impossibile ritrovarlo. Comunque mi sono ricordata che i cani erano di un certo Gianni Argento
          (poliziotto) che poi li ha dati x venderli a Michele Autore. Sul pedegree il nome della femmina era Norma e,se non ricordo male, la zia era la briard che tu avevi al negozio fairy (o un nome simile).Dovresti ricordarti di mio fratello, Giuseppe Di Giulia, e che siamo stati insieme all’esposizione canina alla fiera del mediterraneo dove naturalmente hanno vinto i tuoi cani! Yura è arrivata 3°…… Spero ti abbia fatto piacere ricordare, io non dimenticherò mai questa splendida cagnolona, ho condiviso con lei solo 5 anni ma indimenticabili e spero un giorno di ripetere questa esperienza!

          • Grazie per avermi dato dei dettagli che mi hanno permesso di ricostruire. Fairy era la madre di Norma e la zia che avevo in negozio si chiamava Fly assieme alla madre di colore fulvo di nome Yara.Sono vissute insieme per 15 anni una e 16 l’altra.E’ stata una splendida esperienza piena di un grande amore.Grazie e teniamoci in contatto.Ciao.

  10. Grazie per aver raccontato un po’ del briard, io vivo in francia da 3 anni, devo dire che qui il ricordo di un periodo -anni ’80- in cui un certo numero di briards ha creato problemi piuttosto gravi è ancora vivo, e persino alcuni veterinari la considerano ancora una razza “difficile”. La mia prima briarde, eglantine, purtroppo ha vissuto solo 2 anni, era paurosa e di conseguenza potenzialmente più aggressiva, ma abbiamo fatto tutto il possibile per la socializzazione, e non ci ha mai creato problemi, anzi, era la nostra gioia e quella dei nostri amici, affettuosa e giocherellona con tutti quelli che conosceva, o che la avvicinavano con rispetto. L’aspetto di grosso peluche fa si che diverse persone avvicinino questi cani per accarezzarli anche se non li conoscono, ed eglantine non era d’accordo, ma spostava solo la testa di lato, non ha mai morsicato nessuno. Senza di lei ci sentivamo persi, ed è subito arrivata ginevra, che ha compiuto ieri 1 anno e mezzo. Gioiosa, socievole, gentile anche quando il gatto le mangia la pappa, entusiasta di tutto quello che è nuovo, pagliacciona e furbetta, affettuosa – si strofina come un gatto -, testona e intelligente, seguiamo un corso di obbedienza e cominciamo l’attività di “ricerca utilitaria”. Senza di lei vivere lontano dal nostro paese, dalla nostra famiglia, ricominciare una vita a 50 anni sarebbe molto, molto più difficile. GRAZIE!

    • saluti, anche la mia Biard si chiama Ginevra!
      E’ buonissima ubbidiante e molto intelligente.Gioca con tutti i suoi simili grandi e piccoli. Ed è una bravissima guardiana.
      Malgrado viviamo a Venezia non ama l’acqua.

      Saluti
      Jessica & Ginevra

  11. Io e mia moglie possediamo uno splendido Briard fulvo di nome Achis, ci siamo trasferiti da un anno dalla città in un paesino sui monti piemontesi del lago Maggiore. Congratulazioni per la splendida descrizione del carattere. Achis è un cane che si conquista con fiducia, ma con polso e ordine fermo. Ubbidisce e spesso mugula quando ha davanti a se un recinto con asini e gli si dice “resta”, ma sta al fianco e ubbidisce. Attenzione però, se non si prevede e non si dice nulla, vola dentro in un attimo e galoppando in tondo li mette tutti in stalla. Lo stesso con pecore e cavalli. Quando si vede un ruscello o un laghetto, subito l’ordine “Achis, no !”, altrimenti è già dentro. Entra in casa gli si ordina di stendersi e la resta sino a quando è asciutto, il pelo diventa più bello di prima e sul pavimento rimane un dito di sabbia. Non fa muta, una volta al mese lo laviamo e con due asciugacapelli, in mezz’ora è asciutto. Ottimo guardiano della casa e del giardino, abbaia e se qualcuno si avvicina al cancelli corre e frenando con zampe posteriori arriva con il muso sino a pochi cm da lui, ma mai ha ringhiato o morso. E’ sempre vicino a te, sui tuoi piedi, e osserva tutto quello che fai. Sa vivere nei boschi, ma anche in ufficio con me, steso vicino ai miei piedi quando lavoro. Se entra qualcuno devo essere veloce a ordinargli cosa fare altrimenti gli va contro e abbaia. Senza ordini decide lui. Achis ha solo due anni, ma fa parte della nostra vita, non ama stare solo anche se, lasciato in casa o in giardino, di danni non ne fa. A passeggio non passa inosservato, spesso mi hanno chiesto di fotografarlo, anche più persone durante un’uscita, il problema è che lui capisce di essere una star e si “esibisce” salta si alza su due zampe e via, ancora più persone si avvicinano con ammiccamenti e sorrisi. E’ un cane che arricchisce la giornata ed è uno splendido compagno di vita. Enrico

  12. Salve a tutti, ho avuto una splendida Briard che purtroppo per una schifosissima malattia incurabile è volata via all’età di 5 anni.
    Era il 1999, è passato tanto tempo e adesso ho uno splendido Labrador da 13 anni ma non potrò mai dimenticare la belezza, l’intelligenza, la dolcezza di yura ……
    Vi ringrazio per avermi ricordato una razza così speciale, unica perchè chi ha avuto un pastore della brie si rende perfettamente conto che non è paragonabile a nessun’altra razza!

  13. Posso soltanto complimentarmi per tutto quanto scritto sul Briard:se dovessi dare un voto da 1 a 10, darei…20.Ti assicuro che il pastore di Brie lo conosco molto bene avendolo anche allevato per molti anni, per cui i miei complimenti sono sinceri e ..competenti.Grazie per aver pubblicato il detto articolo.Cordiali saluti.

  14. Carissima Valera,
    mi sono imbattuto accidentalmente nel tuo splendido articolo e sono felice di dirti che non ho mai letto nulla in italiano (sul Briard) così calzante, appropriato e vicino alla realtà.
    Da 4 anni io e mia moglie siamo i fortunati compagni di vita della nostra piccola Briard.
    Non potremmo pensare la nostra vita senza, anche adesso che siamo diventati genitori.
    Mi permetto di aggiungere, oppure semplicemente sottolineare, relativamente all’ottimo comportamento totalmente istintivo dei Briard nei confronti dei bambini, che stiamo parlando di un cane alto (al garrese) almeno 50 c.m) e lungo (so che è un dato che non si usa ma vi assicuro che è importante x quando si alza sugli arti posteriori) più di 150 cm. Peso forma circa 30 kg.
    Un vero gigante buono.

  15. Io ho avuto due Briard (ormai sono passati più di 10 anni) e le porto sempre nel mio cuore perchè sono state due canone formidabili!! Tutte le volte che ne vedo uno (e non capita spesso perchè se ne vedono davvero pochi in giro, purtroppo) mi viene subito una gran nostalgia…

  16. Ciao Valeria
    la tua è una bellissima e molto reale descrizione del Briard!Mi fa piacere sapere che nel tempo tu abbia avuto modo di ricrederti su questa razza (atteggiamento da umano super intelligente!!!!)
    Ieri,dopo 12 anni di meravigliosa ma non sempre semplice (per entrambi) compagnia è salito sul ponte dell’arcobaleno il secondo briard della mia vita…..e ne sto già cercando un altro! Mi è insopportabile pensare di non averne uno intorno.
    Al tempo della mia prima briard (prima del 2000) ,ti avevo posto delle domande su IDAC cani (il forum di vecchia memoria) tu mi avevi risposto con competenza ma avevo percepito le tue perplessità su di loro.Leggere oggi il tuo articolo ,invece,mi ha fatto ritornare il sorriso in una giornata nerissima e mi sono ritrovata a dire spesso :”è vero è proprio così”.Spero tu voglia accettare la mia stima nei tuoi confronti.
    Grazie! si vede che sei una persona specialissima……..quasi quanto un Briard!;))))………..e al diavolo Cesar Millan diceva il mio Briard quando lo guardavamo insieme in tv!!

  17. Bell’articolo, come del resto gli altri. Bello e informativo il sito.

    … A quando il vero standard del Beauceron?
    Ho una femmina di Beauceron ed un bassotto, ma il pastore della Bauce è qualcosa di formidabile!

    Attendo ansiosa! Un saluto

  18. Mi sono emozionata a leggere il tuo bellissimo articolo. La mia compagna di vita si chiama Shiva ed è un bellissimo e simpaticissimo briarde di 9 anni, a cui devo tante ‘rialzate’ in momenti di lunga e immobilizzante depressione.

    • Salve Valeria, oggi pom primo maggio 2012 ho avuto il piacere di leggere ad alta voce il tuo articolo che in quanto a bello è altrettanto veritiero!! Sono la padrona di 3 splendidi briards e vivo in campagna con loro….sono la mia compagnia, una mia appendice e vorrei che fossero eterni per non pensare che purtroppo vivono meno di noi…ma è meglio non pensarci e vivere quanto di bello e puro ci offrono ogni giorno. Ho avuto sempre cani, anche presi dal canile o raccolti dalla strada, ma loro sono straordinariamente qualcosa che si percepisce a pelle….come dirti non saprei, ma tu sai…. Un abbraccio (anche se non ci conosciamo) da Loredana Erriquez

  19. Concordo con quanto scritto nell’articolo, conosco il Briard xchè ne ha una (bellissima) la mia fidanzata, dopo pochissimo mi ha adottato e mi rispetta e quando (raramente purtroppo) rimane sola con me ci coccoliamo a vicenda

  20. A proposito di rusticissimi cani da pastore… a quando lo standard del pastore del Caucaso? 🙂
    Da settimane accendo il pc con la speranza di trovarlo: faresti felice un uomo! 🙂

        • Epperò non vale, eh! 🙂
          Okay, dai…il bergamasco te lo faccio quanto prima (appena finisco il Caucaso, perché un “vero standard” mi porta via una giornata intera). Il catalano però non lo conosco abbastanza da poterlo perculare. L’ho già detto, ma lo ridico: i “veri standard” posso farli sulle razze con cui ho vissuto, con cui ho lavorato o che almeno ho frequentato un po’, o perché le ha qualche amico, o perché magari ci ho fatto sopra un documentario (come nel caso del Caucaso) e quindi ho vissuto due o tre giorni in un allevamento e ho visto i cani in diverse situazioni.
          Ma le razze rare, quelle di cui in Italia ce ne sono tre o quattro, quelle che – se le ho viste – le ho viste giusto in expo, dove del carattere non capisci un beatissimo tubo… come faccio a prenderle per i fondelli? 🙁
          Quindi: se volete i “veri standard”, me le dovete raccontare voi!
          Avete un cane di razza poco conosciuta? Scrivetemi quello che fa, come si comporta in famiglia, fuori, con gli altri cani eccetera eccetera. Mandatemi qualche foto buffa. Raccontatemi gli aneddoti più divertenti. Dopodiché io provo a scrivere il “vero standard”. Altrimenti vi dovrete accontentare delle presentazioni più “normali”, tipo quelle che si leggono sui libri: perché quello che so è appunto quello che ho letto sui libri. I cani li posso descrivere, ma nun me li posso inventa’! Se invece mi date una mano voi…allora qualcosa di carino magari si può fare! 🙂

      • E… Il Beauceron? In fondo e’ cugino del Briard! 🙂 🙂
        P.S. apprezzando molto il formaggio Brie, specie col miele, ammetto che l’idea che qualcuno chiami il Briard “Brie”, mi angoscia leggermente 🙂

  21. Concordo con tutto quello che hai scritto, ho un Briard femmina fantastica un carattere dolcissimo ma deciso, ubbidiente, molto allegra e giocherellona, guardiana del territorio, casa e me….. Che dire di piu’….. Briard x sempre!! Come si fa a resistere a quel tartufo e a quegli sguardi! Anke se sei inc….. dopo una giornata di rogne……ti fanno tornare il sorriso!!!

  22. …ecco la Sciuramaria nascosta nel mio non proprio tanto profondo: Scusate l’ignoranza ma come si pronuncia Brie? L’ho Sempre visto scritto ma mai sentito pronunciare.

  23. Quanti ricordi… ne ho conosciuto solo uno di Briard, quando ancora c’era mio nonno, credevo fosse solo lui speciale, ma a quanto leggo è proprio una caratteristica di razza! Viveva in cascina, il cancello era sempre aperto ma non ha mai messo un piede, opsss zampa, fuori. Se ne fregava di chiunque passasse davanti a casa sua, ma se entravi nel suo territorio potevi essere scortato fino a casa dei miei nonni, se invece non c’era nessuno venivi ri-accompagnato oltre il cancello, con le buone maniere (o quasi) se capivi subito l’antifona, altrimenti te lo faceva capire in altro modo… ma mai che abbia morso qualcuno! Con i bambini, e quindi con me che a quel tempo ero un ragazzino, era un compagno affidabile, e sempre pronto a nuove avventure 🙂

    Ciao Brie (si fantasia ZERO nei nomi) corri felice sul ponte 🙂

  24. Conosco il Briard e lo apprezzo senza se e senza ma. E’ un cane fantastico, grande compagno per umani intelligenti per questo forse è così poco diffuso 😉

  25. Bellissimo articolo su una razza poco nota!
    Io ho un simil pastore bergamasco adottato in canile che fisicamente però assomiglia tanto al catalano, per cui attendo con ansia il vero standard di entrambe le razze!!

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