venerdì 29 Marzo 2024

Le doti caratteriali naturali del cane

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – “I cani sono tutti buoni!”
“No, ci sono cani cattivi perché nascono così, un po’ come succede alle persone”
“No, i cani possono diventare solo perché educati male e gestiti peggio!”
“Sì, però conta anche l’allevamento!”

Di discussioni come queste, negli ultimi giorni, credo che tutti ne abbiate lette a bizzeffe: c’è stato il solito caso “estivo” (ribadisco che, quando c’è il campionato di calcio in corso, queste notizie vengono relegate in trafiletti, mentre a luglio e agosto conquistano immancabilmente le prime pagine) e quindi è ripartita la solfa infinita del cane buono/cane cattivo, purtroppo basata, come al solito, una clamorosa – e clamorosamente errata – antropomorfizzazione.
“Buono” e “cattivo”, infatti, sono termini che comportano, per noi, una connotazione morale: ma il cane non ha senso morale, non ha etica, non ha una cultura che gli dica che “questo si può fare” e “questo no”. Come ho scritto nella mia risposta al giornalista di Leggo, non ha senso parlare né di “cani killer”, né di “cani eroi”, perché questi sono termini attribuibili solo a chi conosce le esatte conseguenze delle proprie azioni. Possiamo usare questo tipo di frasi per un titolo giornalistico, o per esternare ad amici e conoscenti la nostra indignazione/ammirazione verso il comportamento di un cane: fin qui mi sta bene. Ma che ci si creda… questo no, non è accettabile.
Perché il cane è una specie diversa dalla nostra, le sue motivazioni (nel bene e nel male) sono diverse dalle nostre e noi, che siamo quelli con la morale e l’etica e la cultura, dobbiamo imparare a rispettare questa alterità e ad osservare con occhio più obiettivo i suoi comportamenti e, in generale, il “carattere” del cane.
Vediamo, allora, se riusciamo a fare un po’ di chiarezza, evitando di antropomorfizzare (per quanto possibile, perché comunque le nostre osservazioni e valutazioni saranno sempre umane e mai canine!) e cercando di non fare troppa confusione almeno sui termini.

Cosa si intende per  “carattere”?

Proprio in due parole velocissime: come nell’uomo, il carattere del cane è strettamente legato all’attività nervosa, regolata dal Sistema Nervoso Centrale. Il carattere è costituito dall’insieme dei  rapporti dell’animale con l’ambiente, dal quale arrivano i cosiddetti “stimoli” (ovvero, tutto ciò che induce una risposta dal SNC).
Il sistema nervoso centrale determina nell’individuo la risposta allo stimolo, che può essere eccitante, inibitoria o neutra.
Stimolo e risposta, ambiente e predisposizione genetica si trovano in un equilibrio costantemente variabile: piú lo stimolo ambientale sarà intenso e durevole, più rimarrà nascosto il bagaglio ereditario (e viceversa).
Ogni comportamento (ovvero, ogni manifestazione esteriore del carattere) è costituito da tre fasi: appetitiva, consumatoria e risolutiva: importante ricordare che ogni intervento educativo/correttivo deve essere forzatamente compiuto nella prima fase, perché nella seconda sarebbe doppiamente difficile (quando non impossibile) e nella terza, per ovvi motivi, inutile.
Molti dei cosiddetti “problemi caratteriali” dei cani esistono solo perché i loro umani sono incapaci di leggere i segnali che il cane invia immancabilmente quando si trova in fase appetitiva di un qualsiasi comportamento.

Quanto incide la razza sul carattere?

Sempre molto, anche se i fattori ambientali possono modificare sensibilmente le reazioni del cane.
Per questo bisognerebbe sempre conoscere lo standard caratteriale del cane che abbiamo di fronte, sempre che sia un cane di razza pura.
Purtroppo la parte dedicata al carattere, negli standard di razza, è sempre limitata a pochissime righe: questo non significa che sia del tutto inutile, ma è sicuramente incompleta e quindi va integrata con conoscenze più approfondite sulle doti caratteriali della razza…e qui casca l’asino, perché di descrizioni veramente sincere se ne trovano molto poche.
Nei libri (monografie di razza) troverete sempre la descrizione di un cane fedelissimo (per forza, è un cane!), dolcissimo con i bambini (immancabile), facilissimo da educare e addestrare. Poi vi portano il primo boxer o il primo beagle… e vi suicidate.
Su Internet, peggio ancora: i cani si educano-addestrano da soli.
Parlare con gli allevatori – con rare eccezioni – è peggio che leggere un libro.
Alla fine gli standard caratteriali sono ancora quelli che danno (o che davano) qualche indicazione corretta, purchè si sappia leggere un po’ tra le righe: in generale, comunque, è meglio ricordare che ogni tipologia canina ha caratteristiche abbastanza costanti, che poi potremo anche misurare con maggiore esattezza nel singolo individuo, conoscendo innanzitutto le esatte definizioni delle varie doti caratteriali (che vedremo tra poco).

Quanto incide l’allevamento sul carattere?

Sempre molto. Innanzitutto, incide la scelta dei riproduttori, perché accoppiando cani equilibrati e dotati caratterialmente si potranno trasmettere le caratteristiche tipiche della razza, mentre gli accoppiamenti ad capocchiam non danno alcuna garanzia in questo senso.
Lo si fa? Nei migliori allevamenti, certamente sì. Purtroppo i “migliori allevamenti” sono veramente pochi rispetto alla produzione cinofila non solo italiana, ma anche mondiale.
Questo è un dato di fatto a cui si potrà anche cercare di porre rimedio in diversi modi: ma al momento storico si può solo prendere atto dell’esistenza dei cagnari (alcuni dei quali sono titolari di prestigiosi affissi e hanno le vetrinette piene di coppe…) e comportarsi di conseguenza, informandosi SEMPRE sulla provenienza del cane (se di razza pura) e cercando di verificare prima possibile se le doti caratteriali della razza sono/non sono rispettate in quel soggetto.
Ovviamente non è soltanto la selezione iniziale a poter modificare il carattere di un cane: l’influsso della famiglia umana potrà incoraggiare moltissimo lo sviluppo di alcune doti, così come potrà inibirne altre.
Per questo motivo sarebbe veramente importante diffondere la cultura cinofila e spiegare al grande pubblico che il cane va educato fin dai primissimi mesi di età (con l’aiuto di un BRAVO professionista, se non sappiamo fare da soli), perché in questo modo le sue doti potranno essere incanalate, incoraggiate e tenute sotto controllo.

MA QUALI SONO, QUESTE BENEDETTE DOTI?

Sono quelle che ogni cane possiede naturalmente, in misura più o meno elevata, e che l’uomo può soltanto cercare di evidenziare (o di inibire) attraverso l’educazione/addestramento. Sono state codificate da moltissimi anni e solo negli ultimi tempi, sull’onda di un diffuso buonismo che tende (tra le altre cose) ad “appiattire” tutti i cani facendo credere che siano tutti uguali e tutti ugualmente gestibili, sono state un po’ dimenticate. C’è chi evita addirittura di parlarne, come se si trattasse di qualcosa di obsoleto: ma ai cani non importa un bel nulla del marketing buonista. Si potranno anche condizionare le Sciuremarie a ritenere che i cani siano “tutti ugualmente buoni” (salvo poi rifiutare di accettare sul proprio campo il rottweiler o il dogo: come mai, se sono “tutti uguali”?), ma non si potrà cambiare la realtà. E la realtà è che ogni cane possiede:

CORAGGIO – significa che il cane è in grado di agire senza preoccuparsi della propria integrità fisica;
IMPULSO DI DIFESA – è la capacità del cane di intervenire prontamente in difesa del suo umano o di un altro animale che lui ritiene essere sotto la sua custodia;
IMPULSO DI LOTTA – più è elevato, più il cane mostra piacere ed eccitazione nella lotta (sviluppo dell’impulso di gioco)
IMPULSO PREDATORIO – è la capacità del cane di sentirsi stimolato ad inseguire una preda: la preda-animale può anche essere rappsentata in modo fittizio da un oggetto in movimento (in campo sportivo l’impulso predatorio è quello che spinge il cane ad inseguire una pallina, così come ad afferrare il salamotto o la manica).
RESISTENZA – capacità e desiderio di trovare nuove forze per proseguire il lavoro o fronteggiare nuove situazioni
AGGRESSIVITA’ – di questo termine è veramente arduo parlare, perché l’essere umano tende sempre e comunque a dargli una connotazione violenta: in realtà l’aggressività è una dote caratteriale – e sottolineo: DOTE! – che permette ad un essere vivente di mostrare una reazione oppositiva di fronte a uno stimolo negativo. Chi non disponesse di aggressività, di fronte a uno stimolo negativo, avrebbe solo due alternative: il comportamento neutro o la fuga. Inutile dire che il primo farebbe scomparire rapidamente qualsiasi specie, perché se si rimane neutri di fronte – per esempio – a un predatore che vuole mangiarti, l’unica conseguenza possibile è l’essere mangiati. La fuga è un’alternativa più “sana” dal punto di vista della conservazione di una specie, ed è effettivamente quella più utilizzata dai lupi (dimenticando Cappuccetto Rosso): ma siamo stati noi a preferire, nel cane domestico, la reazione oppositiva, perché un cane che fuggisse di fronte al ladro (o allo stesso lupo che voleva mangiarsi le nostre pecore) non ci sarebbe stato di molta utilità. L’aggressività è comunque indispensabile alla sopravvivenza in tutti gli animali sociali (uomo in primis) le cui società sono caratterizzate dalla possibilità di conflitti intraspecifici.
MORDACITA’ – questa è la capacità di utilizzare l’unica arma di difesa del cane, e cioè il morso, appunto, come reazione ad uno stimolo negativo.
TEMPERAMENTO – è l’insieme di diverse componenti: la capacità, la prontezza, la velocità di reazione agli stimoli. Quella che oggi viene definita “arousal”.
DOCILITA’ – non ha niente a che vedere con la “bontà” di un cane: è solo la sua tendenza a collaborare con l’uomo e ad obbedirgli.
TEMPRA – è la capacità di sopportare gli stimoli esterni negativi (dolore). Si deduce facilmente che più è alta la tempra, più si abbassa la mordacità, perché lo stimolo negativo per un cane di tempra dura deve essere molto più intenso, per provocare una reazione, di quello che invece la provoca in un cane di tempra molle.
VIGILANZA – è la capacità di reazione ad uno stimolo visivo, olfattivo o uditivo causata dall’avvicinamento di un estraneo

In tutto questo, come si può facilmente intuire, di “buono” e “cattivo” non c’è proprio nulla. Il senso di un’analisi caratteriale SERIA sta nel valutare la presenza, l’intensità e la qualità delle doti naturali, per poi lavorare di conseguenza affinché il soggetto interessato possa svilupparle nel migliore dei modi per arrivare al massimo della propria gratificazione, oltre che della nostra.
Senza una corretta valutazione delle doti caratteriali potremmo compiere errori gravissimi (per esempio essere troppo permissivi con un cane o troppo coercitivi con un altro), vanificando qualsiasi lavoro di educazione/addestramento e rischiando di rovinare il soggetto stesso (nonché di essere morsi).
Peggio ancora, rischieremmo di spegnere (inibire, in termine tecnico) una o più di queste doti che fanno parte dell'”essere cane” e che quindi sono parte integrante della sua natura.
Per ogni tipologia canina esiste una tabella ideale delle doti caratteriali e un cane allevato in modo corretto dovrebbe aderire il più possibile a questa configurazione. Le doti caratteriali NON SONO UGUALI in ogni cane: ma anche se le differenze individuali potranno essere sostanziali (e se l’influsso ambientale sarà sempre significativo), la base da cui partire è sempre la valutazione delle doti tipiche della razza, che andrà poi confrontata con ciò che si riscontra nel singolo soggetto.
Pensare ad un unico “cane” generico è assolutamente deleterio per la cinofilia.

L’inibizione delle doti caratteriali

Le doti naturali di un cane si possono stimolare, esaltare, tenere sotto controllo… ma anche inibire: e questa è una responsabilità esclusivamente umana, sia in allevamento (parzialmente) che durante le fasi di educazione/addestramento (in modo molto più sensibile).
Purtroppo devo – ancora una volta – sottolineare come alcune delle recenti culture “buoniste”, nell’intento di creare cani “facili” che sicuramente riempiranno di gioia le Sciuremarie, ma che NON fanno per niente felici i cani, tendano ad approfittare di questa possibilità inibendo, a volte anche in modo irreversibile o quasi, le doti più “scomode” come  temperamento, vigilanza (perché un cane molto vigile, di solito, abbaia!) e, ovviamente, mordacità.
A mio avviso questa tendenza andrebbe inquadrata sotto il settore “maltrattamento”, perchè è davvero crudele e inumano costringere, che so, un cane da difesa a comportarsi come un barboncino, o un cane da caccia a diventare cane da divano.
“Controllare” non è la stessa cosa che “inibire”: controllare è esattamente quello che l’uomo dovrebbe sempre fare, specie nei confronti delle manifestazioni che possono rappresentare un fastidio o un pericolo per gli altri.
E’ corretto, per esempio,  indirizzare l’impulso predatorio di un cane sulla pallina o sul manicotto, impedendogli invece di manifestarlo verso i gatti o i bambini che corrono… ma è assolutamente crudele e inumano inibirlo fino al punto di farlo sparire.
Questo significa tarpare le ali intellettive del cane (magari raccontando contemporaneamente ai suoi proprietari che invece “lo rendiamo capace di ragionare e di fare uso di autocontrollo”) e ai miei occhi non c’è nessuna differenza tra il tagliare le orecchie di un cucciolo (pratica che tutti i buonisti condannano, e con ragione!) e il “tagliare via” una o più delle sue doti naturali.

Ho conosciuto un terranova al quale era stato inibito il morso al punto tale che non era più possibile addestrarlo al soccorso in acqua (come i suoi proprietari avrebbero voluto fare) perché rifiutava di prendere con i denti anche una cima, e se proprio gliela mettevi in bocca la lasciava immediatamente cadere.
Ecco: io ritengo che chiunque pensi di ridurre il cane a un’ameba capace solo di scondinzolare e di giocare con le palline (sempre che non le afferri con troppa veemenza, perché altrimenti inibiamo pure quel gioco lì!) sia un potenziale maltrattatore che dovrebbe essere inibito – lui sì – dall’idea di prendere un cucciolo. 
I cani sono cani e non bambini, i cani sono cani e non peluches, i cani hanno doti caratteriali proprie, diverse dalle nostre perché diverse sono le rispettive esigenze  (noi discendiamo dalle scimmie che il cibo lo trovavano sugli alberi, loro discendono al lupo che il cibo devono inseguirlo e ucciderlo); i cani NON sono tutti uguali ed è un gravissimo errore pensarlo, ma è un errore decisamente più grave (e tragico per la cinofilia) cercare di farlo diventare vero a botte di inibizioni, castrazioni (sia metaforiche che letterali), telecomandi di vario genere e teorie-metodi-approcci-strumenti che con la cinofilia poco hanno da spartire.

RISPETTO dovrebbe essere sempre la parola d’ordine: ma rispetto per il cane “come è”, e non come ci farebbe comodo che diventasse. Perché, stringi stringi, il punto chiave è sempre lo stesso: si sta cercando di creare cani-ameba perché gestire un cane-cane è impegnativo. Perché richiede senso di responsabilità ma anche ore di lavoro, spostamenti, a volte impegno economico.
Avere un cane-cane, insomma, è fatica!
E allora ecco saltar fuori i furbetti del quartierino che ti insegnano come rendere il tuo cane amorfo, spento, con poche richieste facili da accontentare (passeggiatina, pappina, due coccoline, il  kong o affini con cui “stancarsi mentalmente” perché di portarlo a correre fisicamente non abbiamo tempo/voglia).
Peccato che in questo modo si annullino non soltanto millenni di selezione (che gridano vendetta!), ma anche gran parte della gioia di vivere di un animale che, pur avendo accettato di accompagnarsi a noi,  fino ad oggi era ancora riuscito a  mantenere tutta la nobiltà e la dignità che il suo status di animale senziente e raziocinante gli conferivano. E attenzione… non è neppure giusto che tutti questi cani-ameba (non potendo ormai servire a nient’altro) vengano indirizzati alla pet-therapy, specie a quella rivolta all’infanzia, convincendo così anche i bambini che “tutti i cani sono buoni” e che “c’è un unico cane”… fino al giorno in cui la realtà li convincerà, magari in modo traumatico, del  contrario.
Se avessero potuto vedere nel futuro, i primi lupi che si sono avvicinati agli stanziamenti umani avrebbero lasciato perdere qualsiasi idea di collaborare con noi. Oggi tocca ai veri cinofili far sì che non debbano pentirsene troppo, contestando con forza chiunque confonda il termine “educare” con quelli di  “inibire, castrare, annullare”.
E se questo dovrà portare (come sta già succedendo) a guerre di religione… vorrà dire che si combatteranno.

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92 Commenti

  1. Dove (se c’è) si può trovare una schematizzazione completa e attendibile delle doti caratteriali delle varie razze, o almeno dei gruppi di razze (fermo restando che poi andranno considerate le differenze individuali, l’influenza dell’allevamento e dell’educazione etc. per definire il carattere più specifico di ogni soggetto) ? Per ora ne ho trovate solo relative a pochissime, non so come impostare correttamente la ricerca perchè anche modificando le chiavi di ricerca ottengo sempre solo quei pochi riferimenti… Grazie

  2. Quanto vorrei che questo sito fosse un punto di passaggio obbligatorio per chi prende un cane.. leggendo questo articolo mi sono venute in mente una serie di cose di questi giorni.. Anzi ne approfitto per fare una domanda: c’è una tecnica segreta per evitare di fare la figura della “sottuttoio acida” alla sciuramaria di turno che se ne esce con cose al limite della normalità? Non sono un esperta cinofila, mi piacerebbe molto e mi piace informarmi ma a quanto pare siamo in pochi! Tempo fa ho conosciuto una coppia che come primo cane ha scelto un dogo argentino. Ebbene, sono convinti che il cane resterà un tenero cucciolone anche con gli altri maschi senza bisogno di fare nulla. Ripeto, non sono un esperta ma credo che basti anche una ricerca su google per capire che si tratta di una razza dominante e bisogna come minimo istruirsi (i padroni) e sapere come fare giorno dopo giorno per non trovarsi con un cavallo che tira, che vuole dare zampate a tutti e che potrebbe essere pericoloso per altri cani (si, forse esagero.. è che ieri ho visto un altro dogo adulto proprio così). E’ facile guardare con gli occhi dolci un cucciolone con le zampe grosse come il mio piede e che gioca con tutti e dire “ma no.. ma io lo vedo così buono… non credo che ci darà problemi” sicuramente lo spero di cuore..
    Una chicca: ho chiesto al ragazzo dove avevano preso il cane e mi ha detto “in un allevamento, l’abbiamo pagato solo 900 euro perchè ha un testicolo solo” …ciò è normale?
    Poi ha chiesto ad un altra coppia con una pitbull se in futuro sarebbe stato possibile farli accoppiare..
    In tutto ciò io ero li impotente a parlare di castrazione e di allevamenti poco seri ma credo di essere stata allegramente ignorata.

  3. salve, io ho un schnauzer gigante di 5 anni e sto prendendo una schnauzer nano, il problema che mi pongo è questo:
    siccome mia moglie è della puglia(noi abitiamo a firenze) ogni tanto scendiamo a trovare i suoi e la piccola vorremo portarcela giu, mentre il gigante l’ho sempre lasciato dai miei(che stanno al piano di sopra)secondo voi lui reagirà male a questa cosa?potrebbe fare casino?

    • Potrebbe. Ma anche no. Se lui è abituato a essere lasciato ai tuoi, penso che non ne faccia un dramma…ma per averne la certezza ci vorrebbe la sfera di cristallo :-)!

      • Ma infatti è wuello che pensavo anche io ma tutti mi continuano a dire che non ci sono problemi, che i cani non provano gelosia ne invidia e che ragiono da essrre umano. Quindi i cani possono essere gelosi e invidiosi?

        • Non nello stesso senso che intendiamo noi: però possono provare sentimenti molto simili (soprattutto alla gelosia: l’invidia direi che proprio non appartiene alla mente canina). Non potendo avere una reale comprensione dei meccanismi mentali del cane, noi possiamo soltanto usare termini “umani” per definire i loro sentimenti.

    • Forte qusto non lo sapevo in che modo dimostrano gelosia?azzuffandosi come noi umani?per dire,mi hanno sempre detto che il primo ad avere il mangiare le coccole ecc dovrá essere il piu vecchio giusto?cosi non si crea gelosia?

      • Quelli son discorsi di gerarchia non di gelosia, e non è sempre il più vecchio ad essere più in alto di grado, bisogna cercare di capirlo e comportarsi di conseguenza, io ho un cane solo e non so se ne avessi di più come farei coi pasti, se li terrei divisi o gli darei le ciotole insieme, o in ordine di gerarchia

  4. Ma come si allena la tempra in un cane?
    un cane insicuro, schivo, che evita il contatto con l’estraneo e che abbaia allarmato se gli si avvicina troppo qualcuno, come lo si rende più rilassato?
    Suppongo aumentandone la tempra, ma non mi viene in mente un metodo per poterlo fare.

    • Miriam, la tempra non si “allena”: è genetica. Si può migliorare leggermente (per esempio, la tempra si sviluppa sicuramente di più nei cani che affrontano le difficoltà della vita piuttosto che in quelli bambinizzati), ma non è che si facciano i miracoli: in linea di massima, o c’è o non c’è (o meglio: o è media, o è dura, o è molla. E questo è genetico). Però l’insicurezza non c’entra con la tempra: sono cose molto diverse!

    • gli fai fare millemila esperienze dinamiche lasciandogli margine per decidere il contatto o meno, catapultandolo sempre più nel casino, ci vuole sensibilità e costante controllo e ingegno

    • Ho provato a scrivere direttamente alla “edizioni cinque”; la risposta è stata che il libro non è più disponibile e non sono previste ristampe.

      Farne un e-book, considerando che non si farebbe un soldo di danno ad autore ne ed editore, vi sembra praticabile?

      Grazie!

  5. Urgh, scusa, Mauro, ma non avevo letto il tuo precedente commento (non ce la faccio a leggerli tutti, perdonatemi): sì, esistono tabelle sulle doti caratteriali, anzi esiste (o esisteva…ha qualche annetto, non so se si trovi ancora) un libro che le esamina in modo piuttosto completo. Si chiama “Test caratteriali per giovani cani”, di Piero Alquati, edito da Edizioni Cinque.

  6. FANTASTICA
    Abbiamo un cane da due anni e abbiamo percorso molti se non tutti i sentieri sbagliati che hai citato nell’articolo. Progressivamente, anche con aiuti di vario tipo, ne stiamo venendo fuori. E stiamo riscoprendo un animale diverso dai nostri desideri, ma molto più simile a sè stesso. Se ci fosse stata più cultura in noi e in chi ci ha consigliato forse la nostra piccola cagnolina avrebbe sofferto di meno. E anche noi. Bell’articolo

  7. Prendo spunto da questa frase, estrapolata dall’articolo:
    “Per ogni tipologia canina esiste una tabella ideale delle doti caratteriali e un cane allevato in modo corretto dovrebbe aderire il più possibile a questa configurazione.”
    per chiedere se e dove si possa recuperare una tabella delle doti caratteriali ideali delle singole razze.

    Grazie!
    … e complimenti.

    mauro

  8. Ops… Scusa, come non scritto… Come dicevo è da poco che giro nel tuo sito e proprio ora sono incappato nella comunicazione di servizio “allevatori-seri-perche-non-facciamo-i-nomi”….
    Capisco perfettamente e hai ragione… Probabilmente quello dovrebbe essere il compito dell’Ente Superiore se fosse “super partes”… Ma se facesse questo perderebbe un pacco di affiliati, autorizzati, ecc, e quindi un pacco di soldi.
    Tra poco mi deciderò ad acquistare un cagnone, proverò a girare un pò tra gli allevamenti, senza smettere di cercare tra le pagine di questa “canipedia” che sembra essere il tuo sito i preziosi consigli che riesci a dispensare.

  9. Valeria sono solo pochi giorni che ho approcciato il tuo sito ma ormai l’ho “piazzato” nei preferiti e non passa giorno che non lo visiti per leggere qualcosa di più. Pur con tutta la mia “incompetenza” in materia, o meglio una “competenza amatoriale” che nasce dall’ amore nei confronti della razza canina tutta, che probabilmente non mi rende idoneo a poter affermare quanto tu sia nel giusto o meno, sono d’accordo con te al 120%.
    Quanti “tamarri” acquistano un pitbull perchè “è cattivo e fa paura” oppure quante Sciuremarie decidono per un cane-peluche che non abbaia e non impegna ma si intona con la tappezzeria di casa e poi “le amiche dicono che è così di moda”….
    Ma quanti, invece, in buonissima fede decidono di regalarsi un amico a 4zampe motrici, circuìti e imbrogliati da quelli che tu definisci cagnari senza scrupoli per poi ritrovarsi un animale ingestibile? E quanti di questi cani finiscono poi al canile o abbandonati in qualche strada di campagna?
    È naturale che tu non possa segnalare questi “cagnari” perchè rischieresti qualche querela (invece della medaglia che meriteresti) ma forse potrebbe risultare più semplice e veloce segnalare, per ogni razza che ti capita di descrivere, gli allevatori più seri e professionali e magari gli addestratori più titolati. In questo modo chi decide di acquistare un cane potrebbe tenerne conto per le dovute valutazioni.
    Congratulazioni ancora per il sito e la completezza delle informazioni!

  10. “Se avessero potuto vedere nel futuro, i primi lupi che si sono avvicinati agli stanziamenti umani avrebbero lasciato perdere qualsiasi idea di collaborare con noi. Oggi tocca ai veri cinofili far sì che non debbano pentirsene troppo, contestando con forza chiunque confonda il termine “educare” con quelli di “inibire, castrare, annullare”.”
    bellissima questa frase…se non avete nulla in contrario la vorrei citare, ovviamente con il corretto riferimento, non la faccio certo passare per mia!

  11. Dato che nessuno mi ha risposto ci riprovo:
    “l’aggressività da paura in quel elenco è da associare alla mancanza di CORAGGIO oppure all’ AGGRESSIVITA’?
    Grazie

    • Ovviamente ad entrambe le cose. Il carattere di un cane non è diviso in mattoncini a sè stanti…è una somma di varie parti.

  12. prendere un cane “perché è bello” senza sapere delle caratteristiche della specie, sappiamo che non va fatto… è da, come possiamo metterla? incoscienti ed ignoranti?

    Invece, sapere tutto sui cani ma prendere quella specie che è da combattimento o radunapecore, cosa è essere? è essere … “silosomasopperiscoalbisognoinnato perchè mi piace quella razza”? se il coraggio può esserci solo se c’è la coscienza dei rischi, un “silosomasaràstrressatoanonradunarepecoreperò…” senza ignoranza cosa c’è?
    E i premi, le valutazioni delle razze di lavori che non si fanno più e non hanno più senso,… dove è il male, lo sbagliato? “convertire quelle razze sopendo (per forza) le loro caratteristiche, o riprodurre quelle al posto di altre, visto e considerato che il mercato chiede un numero preciso di cani… e chi vuol capire continuando il ragionamento capisca

    • Sapere tutto sulla razza e prenderlo ugualmente probabilmente è ancora più grave. Se sei ignorante al massimo sarai tacciato di superficialità, ma se sai tutto e lo prendi lo stesso e poi ti lamenti allora sei un’idiota. (Senza offesa).

  13. il mio compagno ha portato a casa una rott di 2 anni e mezzo (passati su una terrazza) regalatagli dal proprietario che la stava portando in canile..sheela si è rivelata una cagnona meravigliosa ed equilibrata, totalmente in simbiosi con noi,e continua ad esserlo ora che ha superato i 5. dopo poco che è arrivata ho cominciato ad ospitare un altro rott, che al contrario, alla tenera età di un anno (e gia sui 30 kg), era già un cane difficile da gestire per una forte aggressivita verso le persone, anche della sua famiglia.
    così in qualche modo ho visto i due volti del rott..
    tenendo conto delle differenze di ogni individuo, quello che aveva fatto la differenza tra i due era stata le esperienze che avevano fatto e le persone con cui avevano a che fare.. le loro reazioni erano a volte opposte, anche se dettate dalle stesse motivazioni ed attitudini
    sheela, se pur su una terrazza, aveva avuto un solido punto di riferimento nel suo primo proprietario,un anziano gigantesco che vive con la mamma invalida, ed era cresciuta senza timori ed insicurezze.. al contrario l’ altro rott, molto più bello morfologicamente, aveva avuto una compilation di sfighe culminate in una proprietaria assolutamente immatura ed irresponsabile, in un contesto familiare teso e caotico, che ne avevano fatto un cane insicuro e nervoso
    penso che per ogni razza nn si “diventa” padroni adatti solo informandosi, bisogna anche farsi un sincero esame privato,a maggior ragione se ci piace il “cagnazzo”,bisogna saper ammettere i propri limiti, nn solo fisici, ma soprattutto emotivi, e valutare se siamo davvero fatti per cani potenti, intelligenti e sensibili, delle spugne emotive. per alcuni un cane impegnativo è uno stimolo a migliorare per “essere all’ altezza” di cotanto animale, ma chi nn è in grado di mettersi in discussione e cambiare costruisce cani infelici e pericolosi

    • Se mi permetti hass, aggiungo anche al tuo giustissimo ragionamento che, molti proprietari, vivono il cane come una sorta di “specchio di sé stessi”, dunque si va oltre la cultura cinofila e si sconfina nella psicologia umana. Il ragazzo che da piccolo era magrolino e timido, oggi è diventato grosso e tatuato e gira col rott o con il pit per far vedere “che lui ce la fa”, oppure la fanciulla bionda “Paris Hilton style” con il barboncino infiocchettato, o ancora il padre single che ha comprato il cucciolo di golden alla bimba perchè lui non ha tempo di starle dietro e l’affida al cane, oppure il signore che se n’è andato con l’amante e ha lasciato alla moglie l’enorme pastore tedesco e lei non sa come gestirlo……….

      Potrei raccontarvene a bizzeffe, sono tutte storie assurde dove si parla di tutto, fuorché di cani. Finché le persone useranno i cani per “tappare” i loro buchi spirituali senza riconoscere l’unicità e la specificità di questa splendida specie, non si arriverà da nessuna parte… 🙁

      • Lisa, capisco cosa vuoi dire e se la scelta è superficiale e inconsapevole, hai senz’altro ragione… epperò…
        La maggior parte di noi (sciuremarie) se non fosse per rispondere a un bisogno psicologico, perché mai dovrebbe sobbarcarsi tutte le rotture e le spese che un cane comporta? Alcune lo fanno per sentirsi buone (ma anche questo è un bisogno psicologico!) e sono quelle che più il cane è sfigato più lo vogliono e lo amano.
        Altre, il cui bisogno di accudimento non sfiora il martirio, hanno altri e più complessi bisogni psicologici. L’importante è esserne consapevoli.
        Io per esempio, da un lato volevo un compagno per le mie lunghe passeggiata che mi fanno un gran bene ma che da sola non farei mai (sono anch’io un animale sociale), d’altro lato, stante che le mie figlie sono ormai grandi e praticamente fuori casa, avevo desiderio di avere una compagnia che mi aiutasse a strutturare il tempo, al di fuori del lavoro. Il mio cane assolve ottimamente a entrambi i miei bisogni psicologici, così che quello che devo fare per lui non è una rottura di scatole né un sacrificio.
        Ho scelto un cane grande (anche se non prevedevo che diventasse così grande, ma va bene lo stesso) perché non volevo essere la “signora col cagnolino”.. no no… proprio non “ero io”. Volevo essere la “signora col cane”. Per quanto tutti dicano che un cane alto una spanna è altrettanto “cane” di uno che supera i 70 cm… questo lo capisco intellettualmente, ma non riesco a “sentirlo”… e anche questa è una faccenda psicologica…

        • No aspetta però….il tuo discorso è giustissimo. Nel senso che tu dici “l’ho preso per fare lunghe passeggiate e perché mi fa compagnia” ma questo è giustissimo, non fraintendere! Sennò che senso avrebbe avere un cane? Tu l’hai preso conscia del fatto che ti avrebbe dato tanto in termini affettivi ma ti avrebbe anche tolto in termini di libertà, però hai accettato il compromesso. Ma questo va benissimo! hai scelto il tuo cane in base alle tue caratteristiche caratteriali e hai tuoi ritmi di vita.

          Il problema nasce quando le persone vivono il cane come un prolungamento di sé stessi e cercano di far essere il cane qualcosa che loro non riescono ad essere (soprattutto le sciure e i buzzoni tatuati). Ti ricordi il film “bellissima” con Anna Magnani che faceva fare alla figlia i concorsi di bellezza? ecco, intendo persone in quel modo. Secondo me, queste persone, perdono di vista la “funzione” del cane e li antropomorfizzano a dei livelli tali che non si può più parlare di affetto ma si parla di ossessione dove il cane non è più un animale ma è diventato un punto di riferimento per le nostre insicurezze. Ecco, ti sembrerò eccessiva, ma credimi, capita.

  14. Ogni cane è speciale e diverso, ogni cane se ben indirizzato rivela le sue doti e il suo carattere.
    Dovrebbero sempre finire dentro case di gente con un minimo di cultura..per non rischiare di essere rovinati e poi cacciati via…per errori umani.
    Tutti i cani della mia vita sono molto diversi, e si completano a vicenda quando sono tutti insieme, basta solo avere la premura di capirli nella loro singolarità, per poterli sempre motivare.

  15. Mi permetto un rapido intervento sul tema Rottweiler, che si potrebbe estendere a molti molossi. Ho letto valutazioni algebriche (dunque con alta pretesa di precisione) sui principali tratti caratteriali e sono d’accordo che ogni razza abbia determinate peculiarità: il Rott, come si sa, di solito eccelle in coraggio, impulso alla difesa e tempra, tratto quest’ultimo che lo rende talvolta più resistente anche agli insegnamenti, ma in seguito imperturbabile in ciò che ha appreso. La premessa serve solo a una considerazione fisica: il Rott NON è per tutti, non tanto per una presunta pericolosità congenita (è quanto di più infamante si possa dire su questa splendida razza), ma per la sua devastante forza fisica! In altre parole: un cattivo proprietario di un Chiuahua forse non avrà un buon rapporto con il suo cane, forse il cane non sarà mai felicissimo di andare a spasso in una borsetta, ma tutto ciò non genererà mai un pericolo per nessuno. Mentre un proprietario cretino può costituire un pericolo mortale se si accompagna a cani della potenza del Rott, Dogo, Fila, Corso, ecc. Personalmente trovo interessante la proposta che sento da tempo su un patentino per i proprietari.

    • Scusate l’intrusione, commento qua perché in fondo alla pagina non mi dà l’opzione “commenta”. Premesso che trovo l’articolo di Valeria davvero molto esauriente e intelligente, volevo fare una “giuntina”: spesso (fortunatamente) l’unico problema che hanno i cani con cui ho a che fare è la mancanza di un’adeguata socializzazione. Questo perché, sia all’interno dei consigli comunali sia nelle testoline dei neo-proprietari, manca la cultura cinofila con la C maiuscola. Proprio in questi giorni sto facendo una petizione per creare un’area per cani nella località montana dove ho una seconda casa…più di 6.000 abitanti e nemmeno un’area di sgambamento!! E la sapete la risposta del consigliere comunale? “Signorina, con tutti i boschi che ci sono serve un’area di sgambamento?” Premesso che lasciare i cani senza guinzaglio in giro è ILLEGALE signor consigliere dei miei stivali, ma lo sa che il cane necessita di un’adeguata socializzazione per crescere sereno ed equilibrato?! (qualsiasi sia la sua razza). Moltissimi cani sono ansiosi ed eccessivamente antropomorfizzati perché sono diventati “cani da divano” forzatamente. Parlando di doti naturali e di bisogni, perché gli allevatori e i volontari dei canili non le spiegano queste cose ai futuri proprietari visto che sono tanto esperti?? Perchè mi ritrovo davanti a proprietari che non conoscono minimamente la razza con cui vivono? Proprietari che mi dicono che “il loro boxer è un po’ agitato, vuole sempre giocare”…
      MIO DIO, E’ UN BOXER SIGNORAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!

  16. Ciao,sono qui per cercare di schiarirmi un po’ le idee.
    Leggo spesso di persone che dicono che non esistono razze canine aggressive,ma poi leggo anche interventi di questo tipo(ripreso da un forum):
    “”””L’adozione di un cane come il rottweiler oltrettutto adulto sia maschio che femmina dovrebbe essere un’adozione fatta da una persona che già ha avuto con successo molossi ed in particolare i Rottweiler, una persona che possa dedicarsi pienamente al cane e che iniziamente non abbia altri cani, una persona che nn usa il box, e non una famiglia con bambini(stiamo ovviamente parlando di cani adulti con già memoria ed esperienze alle spalle di cui noi nn siamo a conoscenza).
    Bisogna imparare ed accettare l’uso per cui il cane è stato selezionato.
    Il rottweiler è di base un cane possessivo e reattivo in maniera esplosiva, non nasce come cane da compagnia o da riporto o da gregge. E’ un cane che necessita di un padrone equilibrato e sicuro di se che principalmente per educarlo deve usare il tono della voce e MAI LE MANI O ALTRO poichè è già un cane che ha già una sua aggressività di base dentro e nn ha di certo bisogno di essere stimolato, altrimenti si rischia di creare una bomba ingestibile.””””
    La domanda che mi sorge è: quindi il rott è un cane per pochi? Solo per quelli con già alla base un’esperienza?
    Che non bisogna venire alle mani con un cane per educarlo,lo sappiamo tutti,OK.
    Però da questo discorso mi pare di capire che il Rott non si adatto come primo cane per un neofita,che se non lo conosci bene e non lo educhi altrettanto bene rischi di avere un cane aggressivo,che rischi di creare una “bomba”,citando letteralmente il post di cui sopra.
    Ora parlo del rott in particolare ma il discorso lo potete allargare anche ad altre razze.
    VOGLIO CAPIRE:
    Esistono razze che geneticamente tendono a imporsi sul proprio leader(ad es. i border sono famosi per il fatto di essere docili e propensi a sottomettersi,il contrario in alcune razze canine esiste?),a metterlo in continua discussione,a non essere dei pezzi di pane con tutti,a non essere facili con i neofiti,a rischiare di incanalare un’aggressività che già hanno(se ce l’hanno) nel momento e nel luogo sbagliato se educati in maniera sbagliata(sbagliata non intendo da chi si “cerca” il kanekiller e va alle mani…semplicemente un neofita che sbaglia qualche approccio e regola base..)?
    Perchè io ancora non riesco a capire quelli che dicono che non esistono razze “cattive” intese come aggressive,ma poi dicono anche che alcune razze non sono per neofite e che per il loro carattere non propriamente da labrador,ma con piu temperamento,istinto a mettere in discussione il ruolo di lader,impulso predatorio ecc ecc ecc possono diventare un disastro nelle mani non solo di incapaci che picchiano,ma anche solo di semplici inesperti…
    Boh,scusate la confusione,però una volta x tutte ci vuole che ci si schiarisca le idee,senza falsi buonismi o tutto il contrario,spero che non mi abbiate preso in cattiva luce,sono qui per imparare.
    Grazie,
    Silvia

    • Silvia…sigh… ed io che speravo di aver aiutato un po’ a chiarire le idee proprio parlando delle doti naturali dei cani!
      Dire che non esistono razze cattive non è la stessa cosa che dire che non esistono razze con maggiore o minore aggressività.
      E l’errore sta proprio nel parlare di razze “cattive intese come aggressive”. Aggressivo e cattivo NON sono sinonimi!
      L’aggressività è una DOTE caratteriale che i cani hanno (in misura diversa a seconda delle razze), la cattiveria è un DIFETTO morale che i cani NON hanno.
      Sì, certo che esistono cani più aggressivi di altri, così come esistono cani più predatori di altri, cani con tempra più dura di altri e così via: si seleziona da millenni proprio per questo!
      Quello che bisogna levarsi dalla testa è che il cane aggressivo sia un cane “cattivo”: perché l’aggressività è sempre gestibile e controllabile, prima di tutto dal cane stesso, che RAGIONA e che non è una macchina da guerra senza cervello, e poi dagli umani che devono (DEVONO, non “possono”!) sapere che tipo di cane hanno per le mani ed educarlo/addestrarlo di conseguenza.
      Che l’adozione di un rott adulto sia consigliabile solo agli esperti è vero: che il rott sia “reattivo in modo esplosivo” non mi trova molto d’accordo, tant’è che il suo temperamento è classificato come “medio-alto”, ma è sicuramente un cane che necessita di una mano capace.
      Vietato ai neofiti? Mah… per me non esistono cani vietati ai neofiti: esistono solo cani vietati ai cretini.
      Se uno si prende un cane di una cinquantina di chili, con doti caratteriali molto accentuate, e pensa di tenerlo come un nano da giardino senza preoccuparsi di socializzarlo, educarlo e così via…è evidente che si cerca le rogne col lanternino.
      Nessuno nasce esperto, ma esistono i centri cinofili, esistono gli educatori e gli addestratori, esistono i libri, i siti, gli allevatori seri che possono darti consigli preziosi… ormai ci sono millemila possibilità diverse per informarsi, capire e muoversi di conseguenza.
      Non ci sono scuse per chi lascia il suo cane abbandonato a se stesso: neofita o meno, quello è un cretino.

      • Che non esistono razze cattive è assodato,per me. Anch’io al cattivo dò una peculiarità morale,per questo un cane non può essere definito tale nel Vero senso della parola. Ho scritto “cattivo inteso come aggressivo” perchè alla fine questo si intende quando si parla di cani. Non penso che ci siano molte persone che con cattivo intendono “ehi,quel cane è malvagio”… Ci saranno ok,ma la maggior parte usa quest’appellativo solo per dire che sono cani troppo aggressivi anche nei momenti sbagliati.
        Dopotutto,anche quando il cane o il bambino fa qualcosa di sbagliato,si dice cattivo,ma mica stai pensando veramente che è malvagio.
        Cmq,apparte questo io mi sono posta tutti quei dubbi perchè da quello scritto che ho citato e da tanti altri si evince che per avere un cane del genere devi essere un padrone esperto e super capace,altrimenti rischi di fare danni.
        Eppure tanti altri invece paiono dire tutto il contrario: ma no,sono cani buonissimi,basta solo che non sei un padrone che vuole il kanekiller,e che quindi Intenzionalmente induci il cane ad essere pericoloso e aggressivo quando non serve.
        Comunque ora penso di aver capito il senso. Basta avere una media cultura cinofila,amare le caratteristiche della razza e farsi aiutare da chi compete: allevatori,centri cinofili,libri ecc
        Giusto? E’ così? Allora però cmq oltre a ribadire che non esistono cani cattivi bisognerebbe anche specificare che certe razze cmq hanno doti molto accentuate che non sono per tutte,e che per alcune razze c’è bisogno di un qualcuno di esperto che ti aiuti se non sei ferratissimo.
        I dubbi ce li ho perchè io nel mio piccolo paesino e nella mia piccola esperienza neanche mai ho incontrato un rott o un dob ecc,solo visti da lontano,e solo conosciuti attraverso i libri. Ma come hai già detto tu,i manuali non sono molto d’aiuto.
        Grazie ancora in anticipo!

        • Silvia, direi che hai afferrato perfettamente il concetto.
          Quando uno pensa di comprarsi una macchina…ma che dico, quando pensa di comprarsi una lavatrice, o un pc… si legge con accanimento maniacale tutte le minime specifiche. Quando vuole comprarsi un cane, “guarda le figure”: va’ che bellino questo, me lo compro (magari online, facendoselo spedire a casa come un pacchetto postale).
          La vera tragedia della cinofilia è tutta qua.

          • Questo è verissimo. Anche dopo aver deciso la razza non si ha la cura di scegliere perfettamente dove e da chi prenderlo come invece si fa con gli oggetti di uso quotidiano.. E questo lo dico proprio x mia esperienza.. 🙁
            Tornando al discorso di prima cmq,a questo punto ritengo un po’ fuorviante chi si limita a dire che tutto lo fa l’educazione e che esistono solo cattivi padroni. Cioè,concordo in parte,soprattutto sul secondo punto,ma non penso che tutto lo faccia l’educazione. O anche quelli che dicono che alla fine anche gli yorki gestiti male potrebbero essere ugualmente pericolosi,ma non lo sono x le dimensioni. Ok,vero..ma non penso che c’entrino solo le dimensioni e l’educazione,il carattere che ogni cane si porta nel dna c’entrerà qualcosa no? Altrimenti anche i terranova potrebbero rientrare nella “hit dei kanikattivi”.
            Per questo qualcuno da quella frase sopra potrebbe pensare che il rott ad es.,visto ke ormai è stato tirato in ballo,faccia al caso suo. E magari lui è un padrone non per niente adatto al rott.
            Io ad esempio ho una pastorina da bellezza e pensa che comunque ho avuto dei problemi con lei quando è stata cucciolona,tant’è che avevo pensato di farmi seguire da un’educatore,ma poi x problemi personali non ho potuto. Ora ad 1 anno per fortuna su molti fronti ha migliorato molto,la nostra relazione in toto è cambiata,ma se a quest’ora avevo un rottyna chissà dove andavo a finire,nonostante le dimensioni alla fine cambiano ma non di molto. Non solo perchè sono incapace io(spero di non essere anche cretina XD) ma anche perchè penso che la rottyna sarebbe stata piu dominante con me,con piu temperamento ecc ecc . E quindi,se già fatico con un cane come il pt da bellezza,figurati con un rott… No??

  17. Ciao,sono qui per cercare di schiarirmi un po’ le idee.
    Leggo spesso di persone che dicono che non esistono razze canine aggressive,ma poi leggo anche interventi di questo tipo(ripreso da un forum):
    <>
    La domanda che mi sorge è: quindi il rott è un cane per pochi? Solo per quelli con già alla base un’esperienza?
    Che non bisogna venire alle mani con un cane per educarlo,lo sappiamo tutti,OK.
    Però da questo discorso mi pare di capire che il Rott non si adatto come primo cane per un neofita,che se non lo conosci bene e non lo educhi altrettanto bene rischi di avere un cane aggressivo,che rischi di creare una “bomba”,citando letteralmente il post di cui sopra.
    Ora parlo del rott in particolare ma il discorso lo potete allargare anche ad altre razze.
    VOGLIO CAPIRE:
    Esistono razze che geneticamente tendono a imporsi sul proprio leader(ad es. i border sono famosi per il fatto di essere docili e propensi a sottomettersi,il contrario in alcune razze canine esiste?),a metterlo in continua discussione,a non essere dei pezzi di pane con tutti,a non essere facili con i neofiti,a rischiare di incanalare un’aggressività che già hanno(se ce l’hanno) nel momento e nel luogo sbagliato se educati in maniera sbagliata(sbagliata non intendo da chi si “cerca” il kanekiller e va alle mani…semplicemente un neofita che sbaglia qualche approccio e regola base..)?
    Perchè io ancora non riesco a capire quelli che dicono che non esistono razze “cattive” intese come aggressive,ma poi dicono anche che alcune razze non sono per neofite e che per il loro carattere non propriamente da labrador,ma con piu temperamento,istinto a mettere in discussione il ruolo di lader,impulso predatorio ecc ecc ecc possono diventare un disastro nelle mani non solo di incapaci che picchiano,ma anche solo di semplici inesperti…
    Boh,scusate la confusione,però una volta x tutte ci vuole che ci si schiarisca le idee,senza falsi buonismi o tutto il contrario,spero che non mi abbiate preso in cattiva luce,sono qui per imparare.
    Grazie,
    Silvia

  18. “rispetto per il cane “come è”, e non come ci farebbe comodo che diventasse”

    Se potessi metterei una fila di cuoricini per la Sig.ra Rossi.

    Si è viceversa aperta una questione estremamente interessante, però anche delicatissima:

    Coraggio
    Impulso alla difesa
    Impulso alla lotta
    Impulso predatorio
    etc

    come si testano e si selezionano (perchè un allevatore dovrebbe fare questo se vuole mantenere intatta la razza che alleva)?

    L’ impulso alla lotta per esempio caratteristico delle razze che un tempo erano usate per i combattimenti (lo staffy, il pitbull, etc) oppure l’ impulso predatorio (varie razze di cani da caccia che vanno in presa sul selvatico tipo il Dogo argentino) vanno lasciate andare a scomparire o bisogna cercare di mantenerle?
    Se non vengono mantenute la razza resta la stessa o diventa qualcosa di diverso?
    Se invece devono essere mantenute, come si possono testarle?

    Io non sono un allevatore, scelgo il cane in base a come è, ma se fossi un allevatore, che ama la razza che alleva, mi porrei il problema di come la sto facendo diventare.
    Molti allevatori si interessano solo di smorzare certe caratteristiche per poter vendere i propri cani ad un pubblico più ampio possibile.
    Selezionano cani con un impulso alla lotta sempre più flebile in modo di poter portare il proprio cane al parchetto e lasciarlo libero e leggere tranquillamante il giornale oppure cani con un istinto predatorio altrettanto flebile in modo che il cane non mandi a gambe all aria il suo conduttore quando parte all inseguimento di un gatto.
    Sarei curioso di conoscere il parere di coloro che allevano, come selezionano il carattere dei propri cani? con quali test?

    • I test esistono, ce ne sono anche diversi: impossibile riportarli in un articolo, perché sono complessi, si devono svolgere a età diverse…e poi è meglio non metterli a disposizione delle Sciuremarie che tratterrebbero le loro conclusioni diosacome 🙂
      I test “ufficiali” per cani adulti sono, guarda caso, le prove sportive di lavoro, dal BH allo ZTP alle varie categorie di IPO. In Germania esiste anche una prova per cuccioli, che si chiama (spetta che vado a controllare perché non mi ricorderò mai come si scrive…) ecco:
      “Jugendveranlagungsprüfung”! In Italia ancora grazie che testiamo gli adulti…
      Comunque esistono (o almeno esistevano ai miei tempi…spero che ci siano ancora) dei libri sulla materia: uno mi ricordo che si chiamava “Test caratteriali per giovani cani”, di Piero Alquati. Mi sa che ce l’ho pure da qualche parte in libreria!

      • Ok, Sig.ra Rossi, lo ZTP è abbastanza “obbligatorio” per i dobermann ed è forse l’ unica valutazione vera anche se parziale, le IPO sono più prove di capacità che di carattere, ma come può un allevatore di Dogo argentino valutare la tenacia dei suoi dogo a non mollare la presa sul selvatico anche in presenza di dolore?
        Oppure come si fa a sapere se un dobermann (magari che ha fatto grandi performance in UD) continuerebbe a difendere il suo padrone dopo aver ricevuto una bastonata vera sul muso o se , cosa più probabile, prenderebbe la fuga?
        Io ho uno Staffy (come lei adesso, congratulazione per Bisturi, ha un musetto stupendo) ma mi chiedo quali selezioni ha effettuato il suo allevatore (come ogni altro allevatore di staffy) per valutare se il carattere dei genitori fosse tipico o no?
        Lo standard degli SBT dice che lo staffy deve essere: “di tenacia e coraggio indomabili”. Come valuta l’ allevatore se il cane da far riprodurre è così? Nel 99,9% guarda quante expò ha vinto. Però, negli staffy, alle loro origini, la “tenacia e coraggio indomabili”, venivano valutati osservando se il cane non mollava la presa sul tasso in tana nonostante le ferite che questo poteva infliggergli.
        Gli staffy del futuro come saranno se la selezione oggi è quella basata sulle expò vinte?

        … parlo di staffy perchè un pochino li conosco, ma questo può essere trasposto a qualsiasi razza.

  19. Tra il serio e il faceto anch’io ho stilato questa valutazione della mia cana. Più che altro per capire se ho compreso bene le varie caratteristiche e il loro significato. Se ho frainteso qualcosa ditemelo, grazie! 🙂 Secondo una scala di valori da -3 a +3, dove 0 è il livello medio direi che la mia Dobermann (4 anni, linea da lavoro svedese) e qualche esperienza di U.D., corrisponde (mi pare) a:

    CORAGGIO +0 si butta dai muri per rincorrere la pallina, ma non si butta mai in acqua nemmeno per 10 palline. Della serie: NATATICITÁ – 1000!
    IMPULSO DI DIFESA n.g. ma non ho mai avuto modo di verificarlo chiaramente. non mi hanno mai aggredito!! Da cosa di deduce?
    IMPULSO DI LOTTA +2 se intendiamo anche l’intensità con cui gioca fisicamente o contende il salamotto\manica. HULK!
    IMPULSO PREDATORIO +3 rincorre tutto quello che si muove ed è una furia con la pallina/bastoncino/freesby. Non mettetevi tra lei e la SUA pallina!! PANZER!
    RESISTENZA +2 instancabile, molla solo col caldo eccessivo. Mezzofondista!
    AGGRESSIVITA’ +2 assale con veemenza quasi tutti i cani, a parte pochi amici (non capisco il criterio con cui se li sceglie). Della serie:prima ti picchio poi ti chiedo chi sei…FORSE…
    MORDACITA’ 0 le poche volte che ha avuto l’occasione (senza guinzaglio) di mordere non l’ha fatto (gira intorno continuando ad abbaiare) oppure tira solo un pizzicotto poi arretra. Mai a bocca piena o scrollate. Qualche caso di rediretta (pizzicotti) quando al guinzaglio molto corto in situazioni di stress per presenza altri cani. Tanto fumo e niente arrosto! ISTERICA!
    TEMPERAMENTO +2 in casa ORA si è calmata, ma fuori si attiva con un niente. Sul campo le brillano gli occhi. Entusiasta del gioco e del lavoro. INCONTENIBILE.
    TEMPRA -1. Parte subito contro gli altri cani-gatti ecc. Non regge lo stress. Alla manica o con la pallina quando chiedo il lascia mastica molto, come se il comando le provochi stress. INSICURA! Il dolore fisico peró non le provoca reazioni es. pestarle una zampa per sbaglio ecc…se ne accorge appena.
    DOCILITA’ +2 adorabile e coccolona con tutti (pure troppo). Accetta (anzi, chiede!) coccole anche da estranei. Baldracca!
    VIGILANZA +2 in casa ringhia e abbaia ai rumori insoliti specie di notte. Ottimo discernimento. Fuori se avesse le orecchie tagliate sarebbero lunghe 1 metro. RADAR

  20. E’ possibile che dopo la castrazione calcolando anche la maturità sopraggiunta, il mio Spyke abbia modificato abbonadantemente alcune delle sue doti caratteriali, come l’impulso alla lotta e forse anche il coraggio (o forse non ne ha mai avuto).
    Ad esempio l’aggressività da paura in quel elenco è da associare alla mancanza di CORAGGIO oppure all’ AGGRESSIVITA’?

  21. Espada credo che tu non abbia colto il lato ironico della cosa per la cronaca lo yorkie ha vinto diverse esposizioni e il golden e’ figlio di campioni italiani ed avviato alla riproduzione(e guarda gli zero che gli ho dato)
    Impegnare meglio il tempo? il golden sta facendo il corso di salvataggio e credimi di tempo per altro ne rimane ben poco.

  22. Ma se un cane, pur di giocare col gatto, si lascia graffiare il naso a sangue giorno dopo giorno dopo giorno senza smuoversi di un millimetro… ha una tempra dura o è solo un po’ cretino?
    E se lo stesso cane, ha un avviamento lento tipo diesel, ha poco temperamento o è svagato?
    E può esistere un cane di tempra dura o poco temperamento?

    • Tempra dura = essere un po’ cretini. So’ sinonimi 🙂
      Se è diesel ha poco temperamento. E certo che può esistere un cane con tempra dura e poco temperamento! Pensa ai bulldog…

  23. mi piace metto anche io uno dei miei poi vi dico che razza e’

    CORAGGIO – livello alto
    IMPULSO DI DIFESA – livello alto
    IMPULSO DI LOTTA – livello alto
    IMPULSO PREDATORIO – scarso(tranne con i gatti)
    RESISTENZA – livello basso
    AGGRESSIVITA’ – livello alto
    MORDACITA’ – dopo ringhi e abbai scatta(ma con chi gli fa il prepotente)
    TEMPERAMENTO – livello alto
    DOCILITA’ – livello alto
    TEMPRA – media
    Vigilanza livello alto
    uno Yorkie di 3 chili e a tal proposito mi riallaccio allo standard che descrisse Valeria e mi sembro’ la fotografia e come disse e’ proprio vero fosse stato un cane grande sarebbe finito in lista nera

    e questo e’ l’altro mio amico

    CORAGGIO – livello zero
    IMPULSO DI DIFESA – livello zero
    IMPULSO DI LOTTA – livello zero
    IMPULSO PREDATORIO – LIVELLO Massimo(rincorre ogni cosa)
    RESISTENZA – livello alto
    AGGRESSIVITA’ – livello zero
    MORDACITA’ – livello zero
    TEMPERAMENTO – livello alto in cocciutaggine
    DOCILITA’ – livello alto
    TEMPRA – LIVELLO ALTO
    VIGILANZA – LIVELLO sotto zero

    e’ un golden

    • Alura.. in realtà la “votazione” dei livelli andrebbe da -3 a +3, quindi lo zero è la media.
      Che lo yorkie sia alto in coraggio, lotta, aggressività e temperamento è normalissimo (è un terrier!), che abbia scarso predatorio nun ce credo mica tanto (e poi che vor dì “scarso, tranne che con i gatti”? Se rincorre i gatti, scarso non è!).
      Il golden mi pare che tu l’abbia tartassato un po’ troppo: e poi che vor di’ cocciutaggine alta e docilità alta? O l’una o l’altra! Sono due cose in antitesi (e nessuna delle due c’entra con il temperamento) 🙂

      • Valeria era piu’ predatorio da giovane adesso e’ vecchietto a settembre fa 13 anni

        era nel senso che e’ testone, ma alla fine ubbidisce ed e’ buono.

        • appunto, ma la “predatorietà” non si modifica con l’età… si modifica invece il modo in cui il cane la esprime… con il passare degli anni aumenta l’autocontrollo, cambia la “gerarchia dei bisogni” del cane, possono anche subentrare inibizioni dettate dalle esperienze e condizionamenti ambientali

          le doti caratteriali vanno rilevate per quello che sono e non per come si manifestano

          in bocca al… golden!
          per i tuoi brevetti, tanto gli hai dato “livello zero” alla mordacità (come il Terranova inibito che non teneva in bocca la cima)…

          • io intendevo un altro tipo di mordacita e t’assicuro che il golden se ha il suo salsicciotto tra i denti e’ difficile toglirglielo(senza comando, con il comando molla subito).

            Lo Yorkie con l’eta’ si e’ disinteressato a correr dietro alle palline o agli uccelli cosa che prima amava, adesso corre ancora contro i gatti, ma solo perche’ sin da cucciolo non li ha mai sopportati.

  24. piccola analisi del mio amico (ovviamente “casalinga” e senza termini di paragone):
    CORAGGIO – livello alto
    IMPULSO DI DIFESA – livello alto
    IMPULSO DI LOTTA – livello alto
    IMPULSO PREDATORIO – LIVELLO MASSIMO
    RESISTENZA – livello alto
    AGGRESSIVITA’ – livello alto
    MORDACITA’ – MAI TESTATO PER FORTUNA
    TEMPERAMENTO – livello alto
    DOCILITA’ – livello alto
    TEMPRA – LIVELLO ALTO YEEESSS
    VIGILANZA – LIVELLO ALTISSIMO

    devo preoccuparmi??! 🙂

    • queste considerazioni – perdonatemi – oltre che NON ESSERE COMMENTI all’articolo, sono prive di qualsiasi valore.

      le attitudini del cane VANNO TESTATE… un cane con tutti questi livelli “alto”, “altissimo” e “massimo” sarebbe venduto come riproduttore a peso d’oro!

      per favore non scherziamo… la maggior parte dei nostri cani ha – in quasi tutte le doti – valori che oscillano dall’insufficiente al sufficiente, con rari casi che arrivano al discreto.

      consiglio, per impiegare meglio il tempo, di provare ad interessarsi a qualche metodica come ad esempio il Finnish Mental Test, il CARAT o altri (non ne conosco molti a dire il vero) che definiscono scale di valutazione tendenti verso l’oggettività

      • Perché non sarebbero commenti? Invece sono attinenti, secondo me… uno legge e ci dice cosa pensa del suo cane.
        E’ vero, invece, che questi sono test un filino casalinghi 🙂
        Però il cane di Serena lo voglio subitoooooooooooo!!!

      • se vuoi, visto che sei cosi esperto, potresti venire tu a testare le attitudini del mio cane!!

        ho premesso da subito che la mia valutazione era assolutamente casalinga e senza termini di paragone, leggendo il post mi è venuto spontaneo cercare di confrontare quello che leggevo con il carattere del mio amico…e questo è quello che ne è venuto fuori (A PARER MIO), con assoluta tranquillità e senza arroganza e presunzione…

        consiglio, per impiegare meglio il TUO tempo, di evitare di leggere tutti i commenti dato che nn li reputi alla tua altezza 😉

      • comunque ti ringrazio per le dritte sui test attitudinali…..vedrò di studiarmeli più a fondo per capire meglio che tipo è il mio doggy… qualche sito da consigliarmi?

          • ho dato un occhio a quel finnish test ma ci vorrebbero persone esperte per dargli gli stimoli giusti…..da soli è praticamente impossibile !

          • serena scrive:

            “ho dato un occhio a quel finnish test ma ci vorrebbero persone esperte per dargli gli stimoli giusti…..da soli è praticamente impossibile !”

            R: brava, proprio così… per valutare un cane, per prepararlo al lavoro, per recuperarlo se è stato indirizzato male, ecc… per qualsiasi cosa si voglia fare seriamente ci vorrebbero (anzi: ci vogliono) persone esperte!

            certo che per il popolino che mette i pollici su e giù, come il sottoproletariato (in questo caso intellettuale) che andava a vedere i gladiatori, risulta difficile accettare l’idea che non basti leggere “ti presento il cane” per sentirsi esperti cinofili…

    • Se fosse davvero così, avresti in mano Superdog. Mi consenti, però, di pensare che questa analisi sia fatta un po’ con “occhi di mamma” e non troppo con occhi cinotecnici? 🙂
      P.S.: di che razza è?

      • absolutely yes!! 🙂
        quei “valori” , che di valore non hanno nulla ok….sono stati segnati in base all’estrema prontezza di riflessi e di risposta che ottengo in qualsiasi cosa voglia fargli fare…
        in qualsiasi situazione ha una prontezza di riflessi, e uno scatto che a volte mi stupisco anche io. è sempre felice di fare qualsiasi attività gli proponga in qualsiasi momento della giornata……
        boooooo che ti devo dire!!! me pare strano anche a me!!!

        meticcione: corso/border collie

  25. “E allora ecco saltar fuori i furbetti del quartierino che ti insegnano come rendere il tuo cane amorfo, spento, con poche richieste facili da accontentare (passeggiatina, pappina, due coccoline, il kong o affini con cui “stancarsi mentalmente” perché di portarlo a correre fisicamente non abbiamo tempo/voglia)”.
    ..parole sacrosante!! anche io ho conosciuto cani da presa o da riporto totalmente inibiti all’ uso della bocca, e mi hanno fatto proprio impressione.. e anche il loro inappropriato “riciclo ” in pet therapy è una triste realtà che ho toccato con mano..
    metterei tra le inibizioni anche la castrazione in giovane età dei maschi, per cercare di scongiurare le dinamiche connesse alla maturazione sessuale ed al posizionamento gerarchico (che nn sono problemi comportamentali, come vorrebbe farci credere il furbetto che in realtà nn è in grado di gestirle ed indirizzarle..)
    a volte mi prende lo sconforto..più spesso mi in##o come una biscia..

    • Ecco uno dei rari casi in cui ho cliccato sul pollicione verde, perché CONCOOOOORDOOOOOO!!! Concorderei anche in modo compulsivo, specie sul discorso “castriamo anziché educare” (ho appena partecipato a una discussione su questo tema), se solo mi lasciasse cliccare più volte… ma pazienza. Un solo pollicione verde ma una standing ovation qua, ecco.

      • ahah, troppo buona! ne vengo dalla tua stessa discussione..e come ho scritto lì, io scapperei a gambe levate da chi fa queste valutazioni..e da chi non trova giusto avere dubbi..

  26. “Si sta cercando di creare cani-ameba perché gestire un cane-cane è impegnativo.”
    Nulla di più vero!
    Mi meraviglio come ancora posso leggere a distanza di oltre un anno i tuoi articoli senza annoiarmi…

  27. Articolo molto interessante! Però ho qualche domanda:
    – “si deduce facilmente che più è alta la tempra, più si abbassa la mordacità, perché lo stimolo negativo per un cane di tempra dura deve essere molto più intenso, per provocare una reazione, di quello che invece la provoca in un cane di tempra molle” non dovrebbe essere l’aggressività, ad abbassarsi all’aumento della tempra,e non la mordacità, se la mordacità è la capacità di reagire mordendo agli stimoli negativi, e l’aggressività è la capacità di reagire a stimoli negativi in generale?
    – per stimoli esterni negativi si intende sempre il dolore? Per esempio ieri i miei cani sono stati “assaliti” da una mandria di bambini urlanti che gli si sono letteralmente buttati addosso, abbracciandoli e coccolandoli; non gli hanno fatto male, ma i cani erano chiaramente a disagio — si tratta comunque di stimolo negativo (l’essere spupazzati dai bambini)? E un rumore molto forte o l’aggressione (intesa solo come ringhio e abbaio e non morso) di un’altro cane?
    – nel coraggio non viene inclusa anche una certa forma di “incoscienza”? per esempio se un cane si mette a rischio per ottimi motivi (es. proteggere i propri cuccioli) è sicuramente coraggioso, ma se si mette a rischio per motivi futili (es. saltare da muri molto alti solo per prendere una pallina), è considerato sempre coraggio o si parla di incoscienza (o qualcosa di simile)?
    – l’inibizione delle doti caratteriali avviene facendo uso di medicinali e psicofarmaci, o è una sorta di “forma contorta di addestramento” in cui si insegna al cane che, per es., soddisfare il suo istinto predatorio è una cosa non gradita al padrone? e di tratta di una cosa reversibile o meno (per es. il terranova citato poi ha potuto re-imaparare a usare il morso, e quindi fare salvataggio, o è rimasto così per sempre)?
    Grazie mille e scusa per l’ “interrogatorio” 🙂

    • Alice, ti rispondo subito:
      a) si abbassano entrambe, ma l’aggressività in se stessa non è al centro delle polemiche e quindi ho preferito porre l’accento sulla mordacità, visto che i cani di tempra particolarmente dura (come i pit bull) vengono considerati, per questo, dei potenziali killer. Invece è vero il contrario (non per niente, se si guardano le VERE statistiche dei cani morsicatori, e non solo quelle relative ai ricoveri ospedalieri che ovviamente vedono in primo piano i cani grossi perché quelli piccoli all’ospedale non ti ci mandano), si nota che più i cani sono di tempra molle e più reagiscono mordendo.
      b) lo stimolo negativo per eccellenza è il dolore, ma la tempra è relativa anche ai livello di stress.
      c) l’incoscienza…dipende se è intesa come antitesi della “coscienza”, o come mancanza della stessa! Cioè: so quello che faccio, ma me ne infischio, oppure non so quello che faccio?
      Qui siamo ad alto rischio di parlare di cose che in realtà non sappiamo: perché nessuno sa quanto un cane si renda conto dei pericoli, quanto capisca la morte e così via.
      Per questo il coraggio di solito viene valutato sulla base di esperienze precedenti vissute dal cane (per esempio: sappiamo che il cane X ha preso bastonate in vita sua, eppure affronta ugualmente un uomo armato di bastone per difendere il suo umano. Diciamo che è coraggioso). Invece di un cane che si butta giù da un muro per prendere la pallina, ma non si era mai buttato giù prima…non so cosa pensare. E’ coraggioso o incosciente? Sa che saltare da quel muro è pericoloso, o non ne ha proprio idea? In molti casi penso che la risposta sia la b). Però non è che ne abbia prove certe.
      d) l’inibizione non si fa solo con i farmaci, ma anche con l’addestramento (o meglio, con il condizionamento). Se tu dici a un cucciolo “no, no, NO, NO!” ogni volta che cerca di usare la bocca per cose diverse dal mangiare, gli inibisci il morso. E nello stesso modo gli puoi inibire il predatorio, ma anche la voglia di correre e di giocare: ci sono cani completamente inibiti al gioco 🙁
      La cosa è solitamente reversibile, come tutti i comportamenti acquisiti: ma ti assicuro che devi farti un mazzo così per “ri-canizzare” un cane inibito.

      • Grazie mille, adesso è più chairo 🙂 Ultime due cose:
        – l’inibizione di un comportamento, se fatta con l’addestramento, è quindi legata alla docilità del cane, giusto? Perchè se il cane è poco docile immagino sia molto più difficile inibirne un comportamento (specie se fa parte del patrimonio genetico, come il predatorionel levriero) piuttosto che se si tratta di un cane docilissimo.
        – il cane completamente inibito tanto da diventare totalmente spento, a un certo punto non “scoppia”, sia per lo stress di vedersi vietare tutto, sia per le energie represse, finendo per diventare vandalo, o fuggiasco, o autolesionista?
        P.S. Che tu sappia ci sono pubblicazioni che trattano nello specifico le doti caratteriali del cane? Mi interesserebbe un sacco 🙂

        • Alice, le inibizioni si fanno normalmente sul cucciolo, che è docile per forza, anche perché dipende completamente da noi. E sì, a volte i cani inibiti “scoppiano”, ma molto più spesso, semplicemente, si adattano e si spengono.
          Per quanto riguarda le pubblicazioni, ho già risposto in un altro commento: qui posso confermare che il libro si chiama proprio così… perché in effetti ce l’ho! 🙂
          Però è vecchiotto assai, non so se si trovi ancora in commercio.

    • anch’io onestamente riconosco ciò che io intendo come “TEMPRA” più nella definizione che la Redazione ha dato di “RESISTENZA” (capacità e desiderio di trovare nuove forze per proseguire il lavoro o fronteggiare nuove situazioni)

      altrimenti, più alto è il TEMPERAMENTO, più bassa automaticamente dovrebbe essere la TEMPRA…

      a mio avviso, in sostanza, la TEMPRA subentra nel momento in cui il cane ha già iniziato l’azione (quindi in fase CONSUMATORIA)

      il che significa che, per esempio, un cane con elevato TEMPERAMENTO può avere elevata MORDACITA’… ed una volta che ha iniziato l’azione di morso, diventa anzi ancor più determinato nel portarla a termine se ha una TEMPRA ALTA!

      spero di non essermi spiegato in modo contorto

  28. sacrosante parole….che andrebbero applicate a tutti gli esseri viventi, anche e soprattutto agli umani. il cane ha determinate doti che vanno rispettate, così come magari un bambino ha doti innate che secondo me vanno sempre incoraggiate….ma quanti ne sento che il bambino_ragazzo vorrebbe fare il meccanico, per dire, e i genitori gli fanno prendere lezioni di pianoforte perchè la musica fatantobeneerendesensibili…ma a quel ragazzino non gliene può frega’ di meno! oppure, e giuro che è vero, un tizio mi ha chiesto come insegnare al gatto il riporto…macchediamine, è un gatto! nella migliore delle ipotesi ti sputa! e ancora:sciura al parchetto con cane da caccia: non capisco perchè è così agitato, eppure esce tre volte al giorno! -a fare pipì e cacca, mica a correre eh- gggrrrrrrrr! signora! ma non si poteva comprare un furby??
    ri-chiedo scusa per l’assenza di virgolette e parentesi, ma ho la tastiera in sciopero.

  29. Ma no, Valeria, non tela prender, pensa che, proprio l’altra mattina, ‘sto marketing buonista ha cambiato la vita! Ero con J quando incontro una ragazza nella mia via con una cagnetta. Intanto che i due cani socializzano, noi iniziamo a scambiare due parole, ed ecco l’illuminante verità : “Ma il pitbull non esiste!”, afferma lei irremovibile. ‘azz, ma sono proprio una sfigata, allora! Anni persi a capire che esemplare avessi davanti per cercare di viver bene tutti, discussioni, sacrifici, veterinari, crocchette e chi più ne ha più ne metta, e ora scopro che ‘sto tamarro che mi vive addosso non è mai esistito… Che liberazione! Ma non capisco come, continuo a sentire puzza di cane…

  30. Una breve nota sul ‘cane-eroe’… il cane che accortosi (probabilmente dall’odore del fumo o del gas che sentirà ore prima che lo senta l’umano) dell’incendio non abbiaia furiosamente per salvare l’umano ma perchè se l’umano non si sveglia e non apre la porta finirà al forno anche lui!! Se il cane trova la porta aperta, per il suo istinto di sopravvivenza la infila senza tanti complimenti e chi s’è visto s’è visto 😉

    • Non è proprio così, Gilas: ci sono stati cani che pur avendo la possibilità di salvare la propria pelle sono rimasti (o tornati) sul luogo di un incendio (o altro) per salvare l’umano. Così come ci sono stati cani che hanno rischiato la pelle per salvare altri cani. L’istinto di protezione e difesa di chi fa parte del proprio branco porta anche a questo… anche se non lo si può definire “eroismo” perché in realtà non sappiamo neppure se e in quale misura il cane “capisca” i rischi che corre. Non sappiamo neppure se comprenda la morte.
      Però non facciamone neppure un essere tutto istinti e niente sentimenti, perché non è così: non sono sentimenti da cuoricini su FB, forse, ma sono sentimenti: il cane prova amore, amicizia, desiderio di aiutare. Però l'”eroe”, per definizione, è uno che SA di rischiare la vita per qualcun altro; così come il killer è uno che SA di uccidere qualcun altro. Il cane queste cose non risulta (almeno per quelle che sono le nostre conoscenze attuali) che sia in grado di capirle.

  31. Che faccio, mi ripeto?
    Sì, mi ripeto. Grazie per tutte queste preziosissime informazioni che dispensi a piene mani. Sempre chiara, comprensibile da tutti (quelli che vogliono…).
    Non fai più l’allevatrice, né l’addestratrice/educatrice ma fai decisamente più te per la cinofilia di tanti e tanti e tanti.
    Smetto di ripetermi e vo a mangiarmi un gelato. Ecco. ;D

  32. Dire che sono assolutamente d’accordo è riduttivo!
    La prima cosa che ho imparato e che cerco di far imparare è il rispetto. Il cane va rispettato per quello che è: un cane!
    A quello che dice Valeria aggiungerei che, secondo me, parte dell’imperante buonismo (che nulla ha a che vedere con i metodi “gentili”) è frutto anche di troppi film / cartoni di Walt Disney (artista che adoro, sia chiaro!) in cui gli animali sono sempre tratteggiati e descritti come infinitamente buoni, gioiosi, giocosi, ecc. ecc.
    Come cane sa benissimo che noi non siamo cani a 2 zampe e glabri altrettanto noi dobbiamo ricordarci che il cane non è un umano a 4 zampe e peloso.

    • Marcello… per quanto anch’io faccia spesso riferimento al “buonismo disneyano” (per distinguerlo dal “gentilismo” inteso come metodo, che comunque prevede almeno delle logiche di apprendimento e una forma di gestione del cane, mentre per il buonismo il cane deve fare il cavolo che gli pare)…Walt Disney è morto nel ’66!
      E di suoi film con gli animaletti tutti amici che si volevano tanto bene ce ne siamo sciroppati tutti a valanghe, forse più dei giovani di oggi: non è colpa di Disney, ma del business basato sul “facciamo felici le Sciuremarie facendo loro credere che basti pagare un tot al Guru di turno per non aver più bisogno di impegnarsi col cane”. Dà retta a zia 🙂

      • La colpa non è certamente di Disney che, come ho detto, adoro. La colpa è della mancanza della controparte. Se da un lato sono continuamente in giro film in cui il cane, educato o no, è sempre “buono” e paciottoso, dall’altro non c’è un’adeguata informazione tramite la quale far capire che il cane è un cane! Se la Sciuramaria vede dei bei film in cui il cane è solo un dispensatore di ridicoli disastri e mostra la sua (blanda) aggressività solo nei confronti di brutti cattivoni che vogliono fare tanto male a papà e questa aggressività è al massimo una ringhiata… bhè, il risultato è quello che vediamo: per la Sciuramaria i cani sono tutti uguali e sono tutti buoni!
        Il buonismo è l’aberrazione del gentilismo, non è nemmeno la sua esagerazione perché, come dici, i presupposti sono totalmente differenti. Il buonismo non è nemmeno amore per il cane, è maltrattamento. Personale opinione. 😉

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