giovedì 24 Aprile 2025

Cinofilia troppo comoda

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – POKER! Ieri ho fatto un bel poker di “richieste di scorciatoie”.
Due email che mi chiedevano notizie sui “collari antiabbaio”, una che voleva informazioni sul “quel nuovo collare che insegna al cane a non tirare” e infine, quasi a notte fonda, un’email in cui mi si chiede se esistano bocconi che provochino al cane nausea e disgusto, cosicché lui impari a non raccogliere niente da terra.
A questo punto mi partono le dita e devo per forza scrivere qualcosa, anzi, UNA sola cosa. Questa:

“I cani non sono autoaddestranti, santapupazza!”

Quando ho scritto alla prima Sciuramaria che il Canny collar era uno strumento di comodo che al cane non “insegnava” proprio niente, ma che semplicemente gli impediva di tirare in modo meccanico,  la Sciuramaria mi ha risposto “Ahhh… però sembra così comodo!”.
Quando ho spiegato al signore che il rifiuto dell’esca era un lavoro lungo e complesso, che non si poteva ridurre al bocconcino autoschifante, lui mi ha risposto: “Speravamo di dissuaderlo facendoglielo capire da solo. Troppo comodo, probabilmente…”
E sì, proprio qui sta il punto: oggi c’è troppa, troppissima gente in cerca di soluzioni comode e facili. Ma la cinofilia non è comoda, così come non è comodo, facile allevare ed educare i figli.
Sì, lo so che abbiamo tutti poco tempo, che abbiamo bisogno di risolvere i nostri problemi in fretta, che non abbiamo soldi da buttare… ma dopotutto, come sempre ripeto in tutte le possibili salse, non ce l’ha ordinato il medico di prenderci un cane (e se è per questo, neppure di mettere al mondo un figlio). Se non abbiamo voglia/tempo/energie necessari a dedicarci in modo decente ad un essere vivente, evitiamo di prenderlo, anziché pensare di telecomandarlo.

Anche perché…i figli ancora no, ma i cani perfetti per chi non ha tempo/voglia di educarli esistono, e li vedete nelle foto.

Questo a sinistra è l’ultimissimo ritrovato della scienza e della tecnica: il cane-iphone.
Si chiama Smartpet ed offre “100 diverse espressioni facciali”.
Inoltre, “più lo Smartpet diventa consapevole di ciò che lo circonda –  analizzando la voce e i gesti effettuati dall’interlocutore davanti alla fotocamera frontale dell’iPhone – più si legherà emotivamente al suo nuovo padrone.
Che volete di più? Vi si affeziona pure!
A volte a me viene da pensare che ogni altro cane dovrebbe essere precluso a chi cerca sempre e solo scorciatoie anziché sforzarsi di creare un rapporto… se non fosse che, come al solito, è il mercato a condizionare le idee e le scelte.
E finché sul mercato continueranno ad apparire strumenti-scorciatoia, non ci si può stupire se poi la gente penserà di farne uso.
Settimane di addestramento per insegnare la condotta al guinzaglio? Ma va la’!
Ho visto il video del collare miracoloso (o della miracolosa pettorina, o cavezzina, o quel che l’è) che appena indossato, ZAC! fa rallentare il cane.
Sì, però il cane non sa – e non saprà mai – che deve camminare al tuo fianco senza tirare perché questo è il tuo desiderio, ovvero il desiderio di quello che dovrebbe essere il suo Dio in terra: e NON un Dio collerico che scaglia tuoni e fulmini, ma un Dio da rispettare e venerare perché è buono, potente ma benevolo, perché ne sa più di te, perché qualsiasi decisione lui prenda è quella giusta.
Come si crea questo tipo di rapporto con gli strumenti meccanici?
Non
si crea, evidentemente. L’unica cosa che si ottiene è il risultato rapido-e-comodo, per il quale non ci si deve impegnare troppo, per carità. Che è fatica.
Purtroppo il concetto di “rapido-e-comodo”, però, è pericolosissimo: perché poi porta a cercare scorciatoie in ogni campo e in ogni situazione.
La spinta che porta ad usare  i vari collari anti-tiro è la stessa identica che poi ti fa prendere in considerazione il collare elettrico. La stessa identica che, qualora il cane sia particolarmente difficile da gestire, ti fa prendere in considerazione gli psicofarmaci.
La cosa più drammatica, ripeto, è che il mercato lancia questi canti delle sirene in modo tanto subdolo quanto suadente: gli strumenti vengono presentati con video accattivanti in cui vedi il cane che si scapicolla facendo fare sci da asfalto alla Sciuramaria, e dopo aver indossato il collarino miracoloso cammina al suo fianco come un signorino. Come non esserne tentati, quando l’alternativa sono giorni, settimane, forse addirittura mesi di duro lavoro, sudore, sforzi terribili per capire quello che ci sta comunicando il cane (che parla il misterioso ed ostico canese) e per farci capire da lui in un italiano che ‘sto disgraziato si ostina a non conoscere?

Per quanto riguarda le terapie comportamentali, invece, i produttori hanno scelto la via più logica: comprarsi i veterinari.
E quando è un veterinario (cavoli, “il  Dottore” di Fufi, mica miocuggino!) ti racconta che il tuo cane “ha una personalità ansioso-neurotica” e mostra “aggressività difensiva da ansia sociale e offensiva da irritazione-status“, tu rimani lì a bocca aperta in attesa che l’oracolo capace di cotanta forbita diagnosi ti fornisca anche la soluzione: che NON è “vai da un addestratore serio, rimboccati le maniche e comincia a lavorare con questo cane”, bensì “vai in farmacia e compra la fluoxetina”!
Così chi produce fluoxetina è contento (perché incassa), il veterinario è contento (perché incassa), l’umano del cane è contento almeno per qualche tempo (perché il cane dorme dal mattino alla sera, rintronato dal farmaco)… e se allo scadere di quel tempo i problemi riappaiono, no problem! Aumentiamo le dosi e ci garantiamo un altro periodo sereno.
Ma il rispetto per il cane, in tutto questo, dove sta?
La cosa più allucinante di tutte è che le persone che invitano a prendere queste scorciatoie (meccaniche o farmacologiche che siano) sono le stesse identiche persone che poi ti parlano di “sviluppare le capacità cognitive del cane”, di “fornirgli gli strumenti per poter scegliere il comportamento adeguato”, di “farlo ragionare autonomamente” e così via.
Le stesse identiche persone che sostengono che l’addestramento tradizionale (anzi, ormai “l’addestramento” tout court) consideri il cane “come se fosse una macchina da programmare per uno scopo”, mentre l’educazione (intesa come “quella che fanno loro al loro campo”) permetta di “sviluppare la mente del cane con un processo di tipo pedagogico”.
In effetti, c’è da dire che hanno ragione: il processo è assolutamente pedagogico, tant’è vero che anche i bambini vivaci (oggi chiamati “iperattivi”, come se fosse una malattia) vengono trattati a psicofarmaci. Per loro mancano ancora i collari dei miracoli: però c’è già il kong… pardon, la playstation.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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33 Commenti

  1. Ho letto vari commenti, postati beh io con il mio incrocio di pastore e labrador, ho cercato in tutti i modi di dissuaderagli strattoni, in cui ho rischiato di perdere un braccio, se non addirittura la testa ihihihih, l’ho portato all’addestramento, ma posso solo essere devota al collare “conny ” per avermi evitato di finire al pronto soccorso.
    Le nostre passeggiate sono ok …fin quando non incontriamo un suo simile, e non importa ne la taglia ne la specie maschi o femmine grandi o piccoli sono motivo di abbaio e tiro, verso il mal capitato (di riflesso sono esclusivamente io)non funziona nulla sai premi alla palla di cui lui è un grandissimo giocherellone.
    Perciò devo “grazie a conny collar” la mia salvezza giornaliera.

  2. Concordo con tempo e pazienza, ma il canny collar lo usano milioni di persone, con cani, tipo il Dalmata, che tira ed è anarchico come nessuna altra razza. 20 lezioni di ubbidienza, e soldi buttati via. Impara solo che cio’ che vuole, al contrario del Pastore Tedesco – ne ho avuti tanti -. E il collare con il “morso” funziona, parola di tutti quelli che conosco e che lo hanno usato

  3. Sarà pure una soluzione di comodo, va beh, ma è da quando aveva quattro mesi che cerco di insegnare al mio cucciolone (ora ne ha 8) a come camminare al guinzaglio e premetto, non pretendo che mi cammini come un border, un pt, o un rot, può starmi davanti, dietro, a destra e a sinistra, può annusare per terra, può incrociarmi la strada, la cosa che non voglio è che mi strappi via il braccio dalla spalla perché parte da 0 a 100km all’ora in 2 secondi o che per andare ad annusare un fazzolettino di carta per terra a soli due passi da noi tiri come un disgraziato.
    E’ un incrocio di Pointer, molto vivace, con una autostima alle stelle, sicuro di sé e parecchio prepotente che se ne infischia abbastanza dal compiacere il suo padrone… padrone? Mi sento la sua serva molte volte. Io comunque ho il mio carattere e sono lontana dall’essere la padrona “pucci pucci ammmoremio”! Per me un cane è un cane non un figlio quindi non lo vizio assolutamente e qualche volta una bella sgridata se la prende, in quei momenti lui si fa tutto buono buono, con la faccia da “farò il bravo” e si trasforma in un cagnolino tutto carino e gentile, poi ovviamente Dr. Hyde torna e ricominciamo daccapo.
    Vive a casa con noi, ha il giardino a disposizione e può uscire una o anche due volte a correre libero nei campi per più di mezz’ora ogni volta, ma quando a volte non possiamo portarlo nei campi o vogliamo farlo girare in “città” allora inizia il dramma del guinzaglio.
    Ho seguito tutte le indicazioni, bocconcini quando si avvicina al piede, bloccarsi quando il guinzaglio si tende, oppure cambiare direzione, riprendere a camminare quando torna vicino e niente, viene a prendere i bocconcini ma poi appena li ha ingoiati riparte come se dovesse recuperare il tempo perso… francamente, lui ha capito cosa voglio da lui, ma se ne infischia quindi se gli metto una bella cavezza almeno mi risparmio una lussazione e sarò magari anche molto più disposta nei suoi confronti.

  4. Non ho parole !!!!
    Una persona non laureata in veterinaria,quindi nemmeno specializzata in comportamentalismo,come tanti nostri bravi (bravissimi!) colleghi,si sveglia un mattino e fa “l’allevatrice” che non vuol dire un bel niente!
    Parla di farmaci ,che non ha stidiato, e tutti dietro a dirle brava ???
    Ripeto…non ho parole !!!!!

  5. Redazione, visto che tu non hai problema alcuno a far nomi e cognomi, è doveroso, ora, che tu faccia nomi e cognomi di quel ” qualcuno che da un lato parla di CZ e dall’altro sponsorizza strumenti meccanici teoricamente “autoaddestranti”. ”
    Altrimenti è un attacco gratuito e ipocrita.
    Altrimenti viene da pensare che tu, per fare bieca audience, stia deliberatamente provocando “qualcuno” deliberatamente per farlo intervenire. Si sa che le polemiche tirano…….
    Sul senso del resto dell’articolo, ovviamente, nulla da eccepire.

  6. concordo con tutto l’articolo eccetto l’ultimo paragrafo. Su questo punto non troveremo mai un accordo, credo, fino a che continuerai a pensare che l’approccio “da cinofilosofi” sia fatto solo delle poche “personalità” che si autopubblicizzano a manetta.
    Ce ne sono moltissimi di più che, nel silenzio e senza cercare pubblicità gratuita, lavorano veramente applicando i principi dell’approccio cognitivo-zooantropologico.

    E, se mi eprmetti, ad utilizzare strumenti-scorciatoia, sono anche moltissimi “addestratori/istruttori” di approccio non CZ. Che dispensano collari, cavezze e pettorine “anti-tiro” a destra e a manca. E sono loro stessi a dimostrarlo con i loro video… Quindi, per favore, finiamola di attribuire certe cose solo alla “fazione” che ci sta più antipatica. Quelli che cercano scorciatoie sono ovunque, e spesso sono proprio tra i nomi “in vista” di entrambe le parti.

    • Vale, stavolta le deduzioni generalizzatrici le hai dedotte solo tu! Io ho parlato di qualcuno che da un lato parla di CZ e dall’altro sponsorizza strumenti meccanici teoricamente “autoaddestranti”. Non ho detto “tutti” e non ho manco nominato i cinofilosofi.
      Cavezze e simili a me stanno sulle palle chiunque sia ad utilizzarli (e infatti ho fatto discussioni con tutte le “fazioni!”); ma se le sponsorizza qualcuno per cui “il cane non dev’essere un oggetto meccanico come pensano quei brutti cattivoni degli addestratori”… allora, se permetti, mi girano il doppio.

  7. quello che manca, secondo me, in chi ricerca le soluzioni comode e veloci, è il rispetto. il rispetto del cane nel suo essere cane, e non tamagotchi. e rispettare il cane significa anche non pretendere che sia autoaddestrante, lavorarci secondo i suoi tempi e non pretendere cieca obbedienza senza averla meritata costruendo un buon rapporto. detto questo, vorrei sbucciare un’arancia -o spezzare una lancia, fate voi- sulla questione bambini iperattivi. so che è un OT ma mi sento chiamata in causa, perchè è il mio lavoro. almeno per quanto riguarda l’italia, l’adhd – ovvero sindrome da deficit di attenzione e iperattività- non viene generalmente trattata a suon di farmaci, come negli USA, ma con anni di lavoro con svariati professionisti-neuropsichiatri, psicologi, logopedisti…a molti di questi bambini viene consigliata la pet therapy..- di neuropsichiatri infantili ne conosco molti, li ho visti lavorare…i farmaci sono l’ultimissima spiaggia. certo, se un bambino dopo anni di terapie ti si presenta alla seduta pieno di tic e spasmi muscolari -come mi è capitato- forse una terapia farmacologica diventa necessaria.. scusate l’OT , ma non amo le generalizzazioni, soprattutto in questo ambito, visto che sono una di quelle figure che con bambini iperattivi ci lavora ogni giorno..

    • Margherita, io non mi riferivo a bambini con una “vera” sindrome da ADHD… che peraltro credo sia molto rara… ma alle migliaia di bambini che, specialmente in USA, è vero, vengono diagnosticati come tali quando in realtà sono soltanto bambini vivaci.
      Le statistiche USA sono impressionanti, e senza voler togliere nulla a chi lavora seriamente su questi problemi, credo che anche tu debba ammettere che in molti casi medici (e soprattutto case farmaceutiche) ci marciano alla grande.
      Purtroppo, nel caso dei cani, la cosa non si è limitata agli USA.

      • più che d’accordo per quanto riguarda i cani….ed i bambini. in molti paesi per ogni problema c’è una soluzione, e questa soluzione sono i farmaci..volevo solo precisare che ci sono da noi tanti neuropsichiatri infantili che prima di ricorrere ai farmaci fanno tutto il possibile!per quanto riguarda i cani, invece, sono più che d’accordo…col cane bisogna lavorare- in realtà anche con il figlio- per poter avere un soggetto che sappia relazionarsi alla società…

      • è vero che in moltissimi casi i farmaci vengono dati a sproposito, con bambini normalissimi… ed è una pratica che condanno. per quanto riguarda i cani, non darei mai al mio cuccciolo farmaci inutili…sapendo che basterebbe lavorarci per risolvere determinati problemi…piuttosto mi metterei IO in dubbio, sapendo che quei problemi sono nati da una mia cattiva gestione, e non dal cane.nel mio post volevo solo precisare che di bambini con adhd ce ne sono parecchi, purtroppo…e che la terapia farmacologica, almeno per quella che è la mia esperienza,viene usata solo come ultima spiaggia…

    • Condivido con Margherita ma lasciatemi aggiungere che non manca solo il rispetto, ma anche la cultura cinofila. Complice la crisi economica, allevatori (per quanto riguarda i cani di razza) e canili (per quanto riguarda i meticci) si trovano in estrema difficoltà e fanno di tutto pur di dar via i cani. Se ci fosse un po’ più di onestà e di coerenza da parte di queste persone, forse molti aspiranti proprietari ci penserebbero due volte prima di prendere un cane o, perlomeno, si creerebbero un MINIMO di cultura cinofila prima di adottarne uno. Invece no, si cavalca l’emozione del momento e tra un giro di shopping, una giornata in ufficio e una pizza al ristorante…sai che c’é? Mi prendo un cane!

      Ho fatto una lezione con una ragazza che aveva preso un bull terrier insieme al suo ragazzo. Quando si sono lasciati lui le ha detto “io non lo tengo, o lo tieni te o lo riporto indietro” (della serie…uno così meglio perderlo che trovarlo!!!). La fanciulla ha fatto con me una prima lezione e mi disse apertamente che se fosse stata sola…col cavolo che avrebbe preso questa razza! Alla seconda lezione già mi ha ringambato…non so se ha voluto semplicemente smettere o se ha trovato un educatore che magari gli piaceva più di me (da una parte spero questa opzione anche se l’ho vista in giro con uno alla cesar millan e m’è preso male!), fatto stà che quando sento queste storie mi si accavallano le budella. E la cosa grave è che ce ne sono a bizzeffe!!!

  8. Sarà una domanda stupida, ma non capisco perché i cani li prendono persone che non hanno desiderio di addestrali.
    Ma allora, in nome di Odino, per quale maledetta ragione lo prendi?
    E per “addestrarlo” ovviamente non intendo “insegnargli seduto e resta”, intendo creare un rapporto con lei ogni santo minuto che passiamo insieme. Capire come pensa, imparare io per prima, tenere presenti le sue paure ogni volta che mi muovo, correggere i miei errori e vedere i frutti, pensare che quando vai al parco senza cane è come vederlo in televisione, hai tutti i sensi spenti.
    Se rinunci volontariamente a questo, che ti rimane? Un peluche che funziona a croccantini, senza tasto “off”? Boh.

    • Michela, te lo spiego io perché… perché non te lo immagini. Vedi un sacco di cagnini e cagnoni per strada, tutti bravi e festanti col loro umano e non ti poni il problema. Perché il problema esiste solo per alcuni cani… Per moltissimi altri gli fai scuola di cacca e pipì da piccolo e poi basta. Ti rovina un po’ casa da cucciolo e poi si calma. Non occorre insegnargli il richiamo perché lo impara da solo: lo chiami (senza nemmeno dirgli “vieni”) e te lo trovi vicino. Certi tipi di cane non si allontanano mai e anche se giocano un po’ ogni 5 minuti te li trovi accanto “sono qui sono qui… non andare via eh… che ti controllo”.
      Molti li puoi portare in giro senza guinzaglio che ti stanno sempre tra i piedi… tu domandi “come glielo hai insegnato?”. Risposta “boh… l’ho sempre portato fuori così fin da piccolo”.
      Un sacco di cani sono “educati” di natura… sono quelli che gli basta l’ammore e non ti stanno a stressare col rapporto: ti vogliono bene senza che tu debba dimostrargli alcunché.
      Sabato scorso, in casa di persone di molto buon cuore che si sono riempite di cani “solo per un po’ di tempo” che poi non se ne liberano più, ho incontrato una cagnina tra le più brutte che abbia mai visto. Mi sono chinata per farle una carezza dicendole “ma quanto sei brutta: sembri una pantegana obesa” e lei si è innamorata di me… mi seguiva e voleva venire via con me: in due secondi avevamo già “il rapporto”: ero già il suo dio… e invece, nella lotteria del DNA, mi è capitato un cane ateo …

      • Standing ovation per la Sciuramaria, che così bene ha spiegato come stanno le cose – ovvero come si sentono quelli che hanno avuto in sorte un cane un po’ “complicato”. Delle mie due, la piccola torna e ti si spalma addosso anche se soltanto pensi il suo nome; la grande c’è voluto un anno per accarezzarla (solo un poco) e spazzolarla (legata); due anni di manipolazioni per scioglierla abbastanza; tre anni e passa per riprenderla al parco, dove ero tristemente famosa perché entravo alle due del pomeriggio e uscivo anche alle sette e mezzo di sera, a gennaio magari, col freddo e col buio. Ora di anni ne ha cinque e mezzo, abbiamo lavorato a lungo e ancora adesso lavoriamo con l’educatore. Il rapporto c’è, le cose vanno molto bene, io sono contenta (e so che anche lei lo è). Ma certe volte penso: se dal canile non l’avessimo tirata fuori noi (della razza dei testardi, anzi: de coccio), quante altre persone si sarebbero impelagate in un affare che non somiglia per niente all’idea (o all’esperienza) che uno ha del rapporto con un cane?

  9. abbiamo avuto una discussione animata 10gg fa circa su un forum per sto canicollar del cavolo… e ho detto le stesse cose…
    passata per cattiva io… vabbè… comunque concordo

    • sì, poi dicono che “collare a scorrimento” invece che “a strangolo” è un’espressione ipocrita…

      invece “collare gentile” invece che “cavezza” cos’è?

      al mare un mese fa abbiamo visto una tipa, con un meraviglioso Bobtail (poverino, la spiaggia non è il suo habitat, ma vabbeh) estremamente educato… e indossava la cavezza!
      le abbiamo fatto notare che una razza così docile e sensibile non ha bisogno di certi strumenti e lei, guardandoci con la faccia di una con la puzza sotto il naso “la mia educatrice mi ha consigliato di usarlo”…

      anche mia moglie è educatrice ed ha provato a spiegarle che quella roba si usa in training, non nella vita di tutti i giorni, e soprattutto si usa solo per correggere alcune anomalie comportamentali, non per condurre a passeggio un cane perfettamente disciplinato…

      ma ovviamente certa gente, piuttosto che ammettere di aver riposto fiducia e soldi nel GURU sbagliato…

  10. adesso i veterinari comportamentalisti e gli educatori se la cavano con “ha una personalità ansioso-neurotica” e mostra “aggressività difensiva da ansia sociale e offensiva da irritazione-status“…

    ma fino a un anno fa, i veterinari generici e gli istruttori (così non usiamo le millemila diverse presunte categorie professionali) se la cavavano con un “è dominante” che faceva semplicemente ridere…

    nella quasi totalità dei casi, la definizione dovrebbe essere “è mal-educato” oppure addirittura “è non educato”

    ma chiamare le cose con il loro nome, in Italia, pare diventato impossibile…

    ci si inventa locuzioni verbali ipocrite ed insignificanti, come ad esempio (con tutto il rispetto per loro che non c’entrano niente) si dice “nuovi italiani” invece che “immigrati”…

    sembra il gioco delle parole tabù

    • espada, si potrebbero anche usare dei termini di comune comprensione … tipo “è pauroso”, oppure “é prepotente”, oppure “è agitato” che anche se non sono precisi e antropomorfizzano, le sciure li capiscono in modo immediato… che già capire è metà della soluzione

      • concordo su tutto, tranne che su quel “antropomorfizzano”… anche questo, adesso, sta decisamente eccedendo: se vuoi insultare qualcuno sostenendo che non sa gestire il suo cane (o se è un educatore, che non sa fare il suo lavoro) dici che lo “antropomorfizza”…

        quasi sempre questa espressione è usata a sproposito, in modo banale e supponente… è capitato anche a me di sentirmelo dire… e gli ho risposto con espressioni inequivocabili, credimi!
        non so la Sciuramaria, ma la Sora Lella le capiva benissimo!
        😀

        • 😀
          io l’ho detto solo per mettere le mani avanti… perché non mi si obiettasse che le emozioni non sono proprio identiche nelle diverse specie…
          Però alle volte a voler essere troppo sottili e precisi si perde la capacità di comunicare coi propri simili.
          E dato che tre quarti del lavoro di un istruttore ha come destinatario un umano…

  11. Tutto giusto, per carità… perché la vera verità è che le scorciatoie non ti portano dove vuoi tu in modo più rapido, ma solo da un’altra parte (e non è un bel posto).
    Però non è così facile … non basta lavorare: bisogna anche sapere come…
    Il mio problema del momento è che il cane è diventato attaccabrighe. Prendo appuntamento al campo, vado e il cane esibisce un comportamento impeccabile (non solo “normale” dice l’istruttore “molto al di sopra della media”). Fa solo un abbaio poco convinto a una boxer di passaggio e poi giriamo in mezzo ai cani con un aplomb degno di un lord (cani di dimensione tale per cui in città sarebbe scattata una scenata canina sicurissima). “Non ha nessun problema comportamentale” dice, ci fa anche i complimenti a entrambi (nel corso di base non è che brillassimo)… e mi spiega qualche tecnica di “distrazione” (contro-condizionamento etc etc.) che infallibilmente non riesco ad applicare quando mi ritrovo nella stessa situazione in città, col cane che si dimentica completamente di poter essere un lord…
    A questo punto se qualcuno mi dicesse che, se gli attacco un fiocchetto rosso alla coda, il cane guarderà i bocconcini per terra invece che puntare l’altro cane a 200 metri in attesa di poter fare la sua scenata che terrorizza tutti gli astanti tranne che me e l’altro cane… beh, io il fiocchetto sarei molto tentata a metterglielo.
    Dice: trovati un educatore “a domicilio” che venga con te e ti insegni… già… ma non è facile… non è facile trovarne uno veramente bravo che sappia lavorare anche con cani poco motivati al cibo (ce ne sono… pochi, ma ce ne sono, e uno disgraziatamente ce l’ho io)
    Perché le quattro acche di “guarda me” e bocconcino le so pure io… e in questo caso non funzionano.
    Uffa.

    • beh, non è proprio la stessa cosa… un fiocchetto rosso è una cosa che non fa sicuramente male, e cmq si tratterebbe solo di un aiuto mentre nel frattempo continui a lavorare col cane. Però se uno ti dicesse che col collare elettrico risolvi tutto in 2gg, lo useresti? E il famoso fiocco rosso (o un certo collare o cavezza o pettorina) in ogni caso NON è una cosa che risolve il problema, ma solo un modo per arginarlo (come la museruola coi cani aggressivi verso le persone… un conto è lavorare col cane E mettergli la museruola per sicurezza in certe situazioni, un conto è non lavorare affatto e costringere il cane a tenere la museruola notte e giorno per tutta la vita!)

    • Fotocopia!!! Avendo io un cane di pura razza “canis truzzus tamarrus” Ho lo stesso problema…
      In campo non è proprio un lord (infatti nello standard del truzzus tamarrus non c’è quel lato del carattere..) ma si comporta a modino… a casa… ebbeh! Mica stiamo lavorando, cara la mia umana…
      Io, se servisse,… gli attaccherei anche un campanello alle orecchie…Al momento mi limito a richiedere insistentemente un seduto (che viene regolarmente eseguito di malavoglia ma non prima di aver messo in chiaro chi ha i denti più lunghi…) e a mostrare mooolto disappunto, ricevendo in cambio un’occhiata di “scusascusascusascusascusa…è più forte di me..” che scioglierebbe un iceberg… (a volte ci mettiamo pure la zampona sul braccio a rinforzare le scuse…”. Ho un cane gran para….gnosta!!!

      • Maria Grazia, io sarei già contenta se facesse un seduto di malavoglia…
        Il mio salta e abbaia e mostra i denti… che quando siamo in un posto stretto (e succede!) praticamente faccio una lotta corpo a corpo per tenerlo fermo (alle volte lo spiaccico su un muro per far passare l’altro cane). Una cosa che mi stupisce è che non ringhia… abbaia e basta. Ma ti assicuro che, quando succede, tutti i presenti sono abbastanza terrorizzati e quando riprendo la mia strada (col cane di nuovo tranquillissimo) mi guardano come se avessi corso un serissimo pericolo (e si tengono a debita distanza).
        E poi il cane non mi guarda affatto con “scusa scusa”… ma piuttosto con “tu di litigi tra cani non capisci un accidenti. Dove non arrivi tu arrivo io…”

        alice… la mia posizione sul collare elettrico è ancora incerta. No, ora come ora non lo userei, però io credo che il principio non sarebbe sbagliato e spiego perché, prima che mi mettiate un collare a strangolo e tiriate con tutte le vostre forze.
        Anche una scossa molto leggera ci dà molto fastidio perché tutto il nostro sistema nervoso è basato sull’elettricità e qualunque interferenza elettrica è estremamente fastidiosa.
        Ciò posto, una volta ho preso la scossa in un interruttore con placca di alluminio a casa di amici. La scossa è stata leggera, assolutamente non dolorosa… anche se “ho fatto un salto”. La dispersione è stata aggiustata dopo poco, ma è bastata quell’unica scossa -oltre 25 anni fa- perché io, in quella casa, ogniqualvolta devo accendere quell’interruttore stia estremamente attenta a toccare solo il pulsante in plastica e non la placca in alluminio. Che se lo avessi dovuto imparare normalmente ci avrei messo 100 tentativi e ogni tanto me lo dimenticherei. Anche quando prendo la scossa scendendo da un’auto (succede quando l’aria è molto secca e ho le scarpe con la suola di gomma) per molto tempo chiudo la porta col gomito (che è isolato dagli abiti) invece che con la mano. Passano anni prima che me lo “dimentichi”. E lo faccio a prescindere dalle scarpe che indosso…
        Una scossa anche molto piccola crea immediatamente un automatismo.
        Quello di cui non mi fido assolutamente è che chi produce e usa questi collari si sia preoccupato veramente e a fondo di calibrare la scossa perché dia solo un limitato fastidio (come quelli che ho provato io) e si sia preoccupato anche di come determinare l’intensità abbastanza bassa per il singolo cane. E non solo… si sia preoccupato di verificare che a un cane di tempra dura possa essere sufficiente un leggero fastidio (come a me, che sono di tempra mollissima).
        E abbia fatto tutto questo senza maltrattare nessun cane…
        Per tutti questi motivi non userei mai un collare elettrico… però, se lo strumento fosse nato e fosse usato da altre teste… non sarei pregiudizialmente contraria.

        • Sciuramaria… io, per contro, di pensare poter dividere il marciapiede con un altro cane ho le stesse probabilità che di andare sulla luna in monopattino!! Per fortuna ho sempre la possibilità di mettere qualche metro…. altrimenti cambio strada.
          Se riesco ad intercettare prima l’intenzione però spesso riesco a controllarlo.. il problema è beccare i tempi

          • Maria Grazia… a Venezia ogni tanto ti incroci in calli proprio strette (meno di due metri) e in fondamente (rive) altrettanto strette.
            E anche le strade cosiddette “larghe” sono comunque molto più strette che in terraferma…
            Maledetta prossemica!

  12. Oh, quanto hai ragione! Io dico sempre che se uno non vuole fare fatica quei cagnetti robot sono l’ideale. Pacchiani forse, ma almeno eviti di rovinare l’esistenza di un cane vero. E, tra parentesi: non ci sono solo gli educatori che riempiono il cane di farmaci e poi dicono che l’addestramento tratta il cane come una macchina mentre bisogna svilupparne la cognitività, ma soprattutto queste sciuremarie che usano lo strumento di comodo, e poi hanno la faccia tosta di venire a dirti “ma povero cane! smetti di farlo correre che si stanca!” mentre fai agility, che ti dicono che “ma li fai camminare troppo, ogni domenica in mntagna!” che vengono a rimproverarti che “si sentono le costole, è troppo magro, dagli da mangiare!”, addirittura una, sapendo che andavo via per qualche giorno “beh, i tuoi cani saranno contenti di potersi riposare finalmente, e non essere costretti a fare tutto quello che gli comandi, e salta di qua, e corri di la, povere bestie, sono così buone, accettano tutto, se fossi io a essere costretta a fare il cane da circo tutto il giorno ti avrei già morso!!” (N.B. per “cane da circo” si intende fare agility e alcuni esercizi di obedience e dog dance). Peccato che le povere bestie in questione vadano trattenute di peso quando bisogna metterle in macchina (che uso SOLO per andare a agility o per portarle a camminare in montagna) perché altrimenti cercano di saltare su quando la portiera deve ancora alzarsi del tutto, sbattendo sulla carrozzeria. Proprio due cani disperati e distrutti dalla fatica.

  13. Il cane soffre di ansia da separazione quando il padrone esce? il veterinario ha prescritto il ‘tranquillante’ (sentita al parchetto l’altro giorno, a momenti fumo dalle orecchie).

  14. sacrosante parole; il lavoro con il proprio cane è lungo, faticoso e basta una piccolezza a farti tornare indietro di anni (ad esempio la suocera che da al cane un bocconcino mentre si è a tavola annulla spesso anni di meravigliosa convivenza) un rapporto costruito giorno per giorno, che si trasforma con il passare degli anni, ma se non fosse così non sarebbe nemmeno una grandissima soddisfazione!

    • Un bocconcino a tavola può addirittura farti tornare indietro di anni nel rapporto che hai col tuo cane???
      Caspita!
      E’ proprio maligna questa suocera! 😀
      Dio bon!

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