
di ENRICO – BASTA. Mollo tutto, quando se ne vanno Vento e Penny, mai piu… altro che expo, terrò il cane solo per compagnia… ma prima, voglio raccontare tutto. Voglio raccontare il perché.
Diciamo che sono nato in una famiglia di amanti dei cani , anche se non si direbbe.
Mia mamma è cresciuta col pastore tedesco del nonno, Dick, un supercane… mio padre ha avuto pointer e setter sin da piccolo: Tosca, Argo, Bianca… poi il suo primo cane tutto suo, Ciro.

Ci sono cresciuto con quel cane, io, mi ha lasciato l´estate scorsa, a 14 anni… ma per mio padre un solo cane non era abbastanza, così è arrivata Diana (fantasiosi eh?), che a cinque anni ci ha lasciato per colpa di una vipera maledetta.
Ricordo tutto di lei: il pelo candido, con qualche spruzzo arancio sulla testa… affettuosa, dolce. Quando se ne è andata, finito il periodo del lutto, periodo in cui piansi giorni e giorni, è iniziata un´altalena tra noi e la cinofilia “ufficiale” (come no, ufficiale!).
Mio padre un pomeriggio di agosto mi fa sedere su una sedia in terrazzo e mi dice che “sta arrivando una pointerina”.

Era il 2008. Così arrivò LEI.
Un anno. Mai visto un essere umano oltre al suo “allevatore”, anche se chiamarlo tale è un insulto a chi lo è seriamente. Mai uscita da un box di un metro e mezzo per due, con altri due o tre cani dentro. Terrorizzata, piena di paure, ma la amavo già.
Olga si chiamava, era una bianco arancio di un anno, due centimetri sotto il limite dello Standard: uno scarto, uno scarto dell´industria dei cani da grande cerca…regalata a mio padre come canetto da caccia.
Era inavvicinabile dalla paura. Ci sono voluti tre mesi per poterla toccare senza che scappasse terrorizzata, ma alla fine si fidava di me. Solo e soltanto di me, nessun altro.
Un paio di anni dopo, a detta dell´allevatore, era il momento di farla accoppiare. Io ero contrario, ma mio padre decise che si doveva fare. Abortì. L´anno dopo ci riprovammo. Intanto era arrivata anche Penny, la luce dei miei occhi, la mia vita: una setter inglese, bianco fegato con focature, prognata. Un altro scarto. E poi c’era Vento. Lui no, non era uno scarto; era bellissimo, era dolce.
Olga restai incinta, nascono tre cuccioli, tre meraviglie: ma vivono 3 giorni.
BASTA. Ora decido io: il cane non si fa più riprodurre.
Nel frattempo Ciro, ormai anziano, rimane paralizzato. Non c’è niente da fare. Ha 14 anni e pochi mesi, troppo poco tempo.
Appena due mesi dopo Olga, dopo aver perso cuccioli, si ammala e inizia a perdere peso. Penny la attacca, non capiamo il perché. Scopriamo poi che aveva una grave pancreatite… ma è troppo tardi.
Muore una notte d´autunno, sola, nella sua cuccia.

Maledissi tutti, fanculo, pensavo. Era il cane con cui avevo legato di piu: morta, secondo me, anche per lo stress di dover fare una cucciolata che non voleva.
Nel frattempo scopro tante cose, tra cui che Penny era figlia di fratello e sorella, entrambi pluripremiati cani da cors… ops, da grande cerca. Poco importa che fossero brutti come la fame ed entrambi prognati, tanto nessuno se ne sarebbe accorto: i giudici sono troppo impegnati a guardare a quanti chilometri orari vanno i greyh… ehm, i setter.
Ecco perche ho detto basta. Troppo schifo, troppa mer…cacca.
Questo è quanto.. ora mi rimangono Vento, appena ripresosi dalla leishmania, fortunatamente sta bene, e Penny, buffona, costantemente a dieta.
Addio, mondo della cinofilia; mi spiace, mi fai troppo schifo.
NOTA: questo sembrerebbe lo sfogo di un qualsiasi cinofilo nauseato dai cagnari. E in effetti lo è…ma con una particolarità: Enrico, l’autore di questa lettera che mi ha pregato di pubblicare, ha dodici anni. Non racconta una storia di “quand’era piccolo”: è ancora piccolo…e già siamo riusciti a schifarlo e a fargli male al punto da non voler più avere a che fare con la cinofilia.
Che dire… complimenti.
Spero solo che l’amarezza possa passargli presto, e che qualche cinofilo serio riesca a fargli ritrovare un po’ della fiducia che ha perso.