giovedì 28 Marzo 2024

Io e Afra– parte V (praticamente seria)

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Mario Giovannini
Mario Giovannini
Mario Giovannini è nato a Vercelli nel 1968, dove vive tuttora con quattro gatti, un cane, tre chitarre e una moglie molto paziente. Giornalista, scrittore, fotografo e musicista, si occupa di editoria da più di vent’anni, conciliando la professione di editor responsabile dei contenuti di una piccola casa editrice con l’attività di giornalista free lance per alcune delle più prestigiose riviste del settore musicale italiano.

di MARIO GIOVANNINI – Dopo aver abbondantemente ‘giocato’ sugli aspetti più divertenti della convivenza con la cana – e le relative osservazioni portate dall’averla accanto – a un mese e mezzo di distanza dal suo arrivo probabimente è ora di fare un piccolo resoconto di cosa è effettivamente cambiato in Afra dal momento in cui è uscita dal canile.
Ricordando che stiamo parlando di un cane patologicamente timido, non socializzato e che non aveva mai visto altro, oltre al rifugio in cui l’abbiamo trovata.
In casa si è adattata molto bene, una volta che ha imparato a fare le scale. E’ tranquilla, rilassata e a suo agio, non patisce ansia da separazione durante le nostre giornate lavorative. Ha un buon rapporto con le gatte e soprattutto con il piccolo Leo, di cui ho parlato diffusamente nell’ultimo articolo.
Ha preso confidenza con la casa un po’ alla volta, timidamente, com’è nel suo carattere. Domenica abbiamo abbattuto l’ultimo tabù: il balcone. Ma ci tenevo a farle capire che siamo in alto e che non è il caso che mi ripeta lo scherzo del salto sul davanzale.
Al momento, non ha dimostrato nessun istinto territoriale e accetta di buon grado le eventuali visite.
La macchina non è più un problema. Assolutamente. Al punto che ho – provvisoriamente, in attesa dell’inverno – eliminato anche il kennel, che è stato fondamentale all’inizio: siamo partiti dal darle da mangiare dentro, in casa, per poi portarlo sull’auto per convincerla a salire.
La gabbia è pratica, sicura in caso di incidente e più comoda per l’uscita del cane dall’auto, ma con le temperature che abbiamo raggiunto a fine agosto era diventata anche un forno crematorio.
Dopo averla trovata due volte con la schiuma alla bocca per 5 minuti esatti di tragitto, ho deciso di provare. Ho semplicemente montato una griglia divisoria per il bagagliaio del famigliare, così almeno prende aria.
Ha continuato a salire senza far storie, probabilmente perché siamo sempre andati in posti che le piacciono. Magari dopo la prima visita dal dottore cambierà idea, ma per il momento funziona bene.
Detto così sembra che non abbia mai visto un veterinario, ma non è esatto: l’ho sempre fatto venire a casa, per ridurle lo stress al minimo.
Le sue funzioni fisiologiche stanno prendendo una cadenza ‘quasi’ normale. Pur non avendo (praticamente) mai sporcato in casa, le prime settimane ha tenuto anche 24 ore tra una pipì e l’altra. Ce lo aspettavamo: un cane spaventato tende a non lasciare tracce di sé in giro. All’inizio per fortuna abbiamo avuto (mia moglie l’ha avuta, devo essere sincero) l’idea di portarla in giardino, territorio praticamente privo di marcature di altri cani. Ora la fa ogni volta che usciamo, 4 volte al giorno, e quasi sempre senza bisogno di essere portata in giardino. Non è esattamente ‘normale’, ma siamo nella direzione giusta. Per il ‘resto’, invece, problemi non se ne è mai fatti e continua ad essere tranquilla. Evidentemente quelli sono segnali meno evidenti nell’universo canino. Sarà che io li raccolgo, a me non sembrano così ‘irrilevanti’, ma ovviamente non è importante.

Con gli altri cani è estremamente socievole. Ogni quadrupede (gatti inclusi) che incrocia è una festa, per lei. Ma si sa relazionare molto bene ed è evidentemente attenta a leggere i segnali che le inviano.
Non ha mai litigato con nessuno, è perfettamente in grado di fare retromarcia se la situazione non è favorevole, prima che le cose degenerino. Anche con cani di taglia molto inferiore, se vede aggressività, evita il contatto.
Sembrerebbe un cane molto adatto come aiuto per il recupero di suoi simili con problemi comportamentali: anche se deve ancora, probabilmente, capire bene la differenza che passa tra giocare al parchetto, quando è libera, dal farlo in strada con 65 Kg di umano appeso al guinzaglio. Per lei non cambia nulla e salta come una molla, sono io che sembro un portachiavi.
Qualche sera fa si è messa a giocare con un Bloodhound a cui la proprietaria aveva allentato il flexi e che mi ha ‘investito’ due volte. Un cane che supera i 50 Kg di peso, da adulto.

Con me, con noi, invece non gioca molto. Fa qualche timido tentativo di lotta, se sollecitata, che finisce molto velocemente con una resa assoluta e almeno 15 minuti di coccole sulla pancia. La pallina la sgranocchia, ma di inseguirla non se ne parla neanche.
La sua paura nei confronti delle persone, che è il problema maggiore, ha un curioso andamento altalenante, che personalmente ritengo strettamente legato ai problemi di gastrite che stiamo curando.
Per giorni incrocia gente per strada senza alzare neanche il naso da quello che annusando, semplicemente ignorando quello che la circonda: poi ricominciano gli attacchi di panico, che comunque sono di intensità molto ridotta rispetto all’inizio.
Un mese fa una persona a distanza di 50 metri era sufficiente a farle mettere la coda tra le gambe e a indurla alla fuga, decretando la fine della passeggiata. Ora se proprio ci esce uno sconosciuto da una portone, praticamente a sorpresa, provoca una scantonata di qualche metro. Dopo una decina di passi si scrolla, rialza la coda e continua il suo giro.
Certo non è ancora pronta per una passeggiata in centro, ma ci facciamo comunque delle belle sgambate e sembra gradirle molto. Il lavoro di desensibilizzazione progressiva sembra funzionare, anche se siamo lontani da un risultato definitivo.
La mia paura principale, al momento di portarla a casa, era di ‘costringerla’ in un perenne stato di panico, facendola passare da uno spavento all’altro. In realtà le cose stanno andando molto meglio del previsto. Sicuramente l’aiuto di un professionista, a questo punto, velocizzerà e semplificherà le cose: dobbiamo solo trovare quello giusto.

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11 Commenti

  1. sto leggendo la tua storia e mi sembra di rivedere quello che sto passando io con la mia biba.
    Terrore puro degli estranei, due passi avanti e uno indietro .
    A volte sembra che si esca in passeggiata e si abitui a non considerare gli estranei, poi d’un tratto si irrigidisce se ne vede uno a 100 mt.
    Con i suoi simili sembra iniziare ad essere meno paurosa, con il nostro gatto sono ancora nella fase del quasi ignorarsi, anche se ci sono stati un paio di incontri ravvicinati dove il gatto ha mostrato gli artigli .

  2. Ho un cucciolone di 33 kg e ora 10 mesi, preso in canile a 3 mesi e mezzo, pauroso con gli estranei ma socievolissimo con tutti gli animali. Buonissimo. Non troppo coccolone, ma molto giocherellone e birbantello, quando è sereno, con chi conosce. Si sospetta un trauma nei primi due mesi di vita oppure un mancato imprinting, che lo ha portato ad avere questa paura apparentmente irrimediabile nei confronti delle persone – gli estranei, maschi in particolare, e bambini, anche. Però sì anche lui è migliorato, anche lui a 4 mesi inchiodava se vedeva una persona a 100 metri di distanza e scappava. Ora cammina, ma coda bassa e orecchie indietro. Raramente vedo quel suo bel codone alto, per strada.
    Un attacco di panico e mezzo, finora. Ma paura costante, in città. Grande amore per la natura e per gli spazi aperti.

    Seguo la storia di Afra, sono della provincia di Roma. Se avete contatti di ottimi educatori (recuperatori!) con cani tutor, sarei felice di conoscerli! Grazie 🙂

  3. Anche la mia cagnolina ha paura delle persone estranee, abbiamo lavorato molto per passeggiare per la strada senza che lei abbaiasse ad ogni passante. Il problema si era risolto, ma solo con le persone che non le si approcciavano direttamente. Adesso, all’eta` di 11 mesi, il problema si sta ripresentando.
    Quello che fin’ora non ha per nulla aiutato, anzi ha creato molti problemi, e` stato l’approccio di persone estranee, che vedendo una piccola meticcia bianca pezzata, spesso non hanno esitato ad allungarle improvvisamente la mano per toccarla, oppure a chiamarla, insistendo anche dopo la sua reazione (abbaio incontrollabile, per fortuna senza tentativi di morso, ma solo di stordimento ad ultra-suoni 🙂 ) .
    Se tutte le persone che abbiamo incontrato per la strada si fossero rapportate con lei in maniera corretta, oggi avremmo fatto molti passi avanti…
    E invece grazie a qualche estraneo ed a qualche vicino di casa insistente (per non parlare di una persona che, mentre ero seduta con la mia cagnolina su una panchina, si e` avvicinata allungando il braccio in maniera rapida e ripetuta chiedendo “morde?” “mi morde”? e continuando a ficcarle la mano vicino alla faccia…), siamo ancora a pochi passi dal punto di partenza.

    • Ecco il mio incontro immaginario con la tua Afra. Entro in casa (ovviamente invitata!) senza guardarla particolarmente, chiacchierando con gli umani e accogliendo gatti eventualmente interessati pacatamente (alla Veltroni). poi cercherei di sedermi su una sedia bassa – o anche in terra – sempre senza guardarla troppo di frequente, ma inviandole i miei “pensieri buoni”. Questo è quello che ho fatto con un cane lupo cecoslovacco, grosso (50 kg) considerato dai compagni umani duro, diffidente, dominante, difficile. Dopo un po’ lui si è alzato e senza fretta mi ha parato davanti il testone e mi ha inondato di leccate, con la grossa lingua-bistecca che si ritrovava in bocca, tra lo stupore generale. Dopo questo io ho saputo che avrei avuto un cane come lui, dovevo solo avere il tempo per studiarmi bene l’indole del cagnaccio. La mia Trudi è il risultato vivente, fremente e palpitante di quell’amore a prima vista! AHO, cinofili, non pensate maale, eh!!! Che ne pensi, funzionerebbe anche con Afra? A me (mi) piacerebbe provarci! Ciao e continua a raccontare.

      • Bella immagine. Sarai sempre la benvenuta, ma temo proprio che non fuzionerebbe… Afra è timida, l’esatto opposto di un dominante, diffidente, duro CLC. Lei ti fissa, si alza e se ne va in un’altra stanza. Adesso, prima si rintanava in un angolo a tremare.
        Se vieni con Trudi, è probabile che al secondo/terzo incontro cominci ad annusarti un po’, magari anche a scodinzolare. Senza cane ci vuole parecchio di più. Con Trudi, invece, farebbe amicizia subito.

        • Mario, l’approccio con i cani diffidenti è sempre quello: che siano diffidenti, timidi, fobici o dominanti,la mossa giusta è sempre quella di lasciare che siano loro ad approcciarsi a te. Se Afra può andare in un’altra stanza, ovviamente ci andrà. Se però non le lasciate libero accesso ad altre stanze, e se l’estraneo che sta nella stessa stanza sua si composta come ha descritto Paola, è probabile che i tempi di avvicinamento si accorcino assai anche verso un umano senza cane. L’importante (fondamentale!) è che l’umano non si caghi proprio di striscio il cane: esattamente come succede ai bambini, prima o poi è lui che viene a vedere come mai ‘sto umano non lo considera.

          • In linea di principio sono assolutamente d’accordo. E’ sicuramente il modo corretto di approcciarsi con animali con questo tipo di problemi. Ma, al momento, Paola per ottenere un qualche risultato con questo sistema dovrebbe essere nostra ospite almeno una settimana… anche con le porte chiuse.

          • Guarda, se non abitassimo lontani ci farei un pensierone, Afra mi tenta… Ti racconto un altro episdio. Ho avuto la fortuna di visitare il centro CRASE di Semproniano, diretto magistralmente da Marco Aloisi, un veterinario appassionato e un pò selvaggio anche lui, uno proprio speciale. Per tutto il giro siamo stati preceduti e scortati da una muta di gatti quasi sempre discreti ma a volte amche sfrontati. C’era un lupo, uno solo operato a una zampa e ancora zoppicante. Aveva una testa particolarissima, più conica che a triangolo e monocolore sul fulvo. Giovanissimo e spaventato correva avanti e indietro lungo la recinzione senza posa mentre i gatti si sistemavano comodamente dall’altra parte, attaccati alla rete a farsi beatamente le pulizie, un pò a spregio. Allora mi sono seduta con le spalle alla rete sforzandomi di pensare solo alla cima degli alberi e alle voci di tutti gli animali intorno, ma non a LUI. Dopo un pò ha smesso di correre,e con mille cautele mi è venuto vicino. Io ho solo sentito che rallentava dato che non lo guardavo, mi ha detto tutto mio marito che era andato avanti e teneva d’occhio la cosa da lontano. E’ bastato mettersi sotto la sua altezza e non agitarlo con la mia attenzione su di lui, e lui si è fidato! Con un lupo è molto raro. Forse qualcuno che conosci potrebbe tentare con Afra tanto per farle fare questa “ginnastica”!

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