venerdì 29 Marzo 2024

Come comunicare con la Sciuramaria-cliente

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Non è la maggioranza delle email che ricevo, questo no: però ce ne sono tante, ma veramente tante, che anziché chiedermi consiglio sul cane che tira, cane che scappa, cane che ringhia ecc. mi fanno, fondalmentalmente, questa domanda: “Come faccio a farmi capire da quell’umano/a?”
Il che, se ci pensate un attimo, avrebbe veramente dell’assurdo (che io, dopo tanti anni di cinofilia, possa dare qualche indicazione su come comunicare in canese, ci sta: ma chiedermi come si comunica con una persona, sembrerebbe davvero comico!), se non fosse che a volte io stessa vorrei TANTO chiedere la stessa cosa a qualcuno.
Perché ci sono personaggi con i quali sembra di parlare non solo cinese o arabo, ma proprio alieno.
Quelli che non afferrano proprio i concetti base (per esempio, che un cane è un cane).
Quelli che siccome il Guru (quando va bene), o l’amico, o il cuggino (quando va malissimo) gli ha detto di fare così, allora si fa così e basta (e se non funziona, è il cane ad avere qualcosa che non va).
Quelli che “si fa così perché l’hanno visto in TV” (e ti tocca pure sperare che almeno abbia visto la Stilwell e non Cesar Millan).
Ma soprattutto, quelli che ti spiegano il loro cane: ovviamente dopo averti chiamato per avere consigli, visto che il quattrozampe di turno non è propriamente un fulgido esempio di obbedienza, o di simpatia, o di serenità canina.

Mi scrive un aspirante educatore cinofilo:

“Mi ha chiamato una signora, che conosco bene tra l’altro, per avere un mio parere sul suo nuovo cucciolo. Sa che sto facendo il corso, voleva sapere cosa ne pensavo. Vado a casa sua, lo osservo, vedo le interazioni con i proprietari e noto immediatamente un cane “compresso”: così chiedo quante volte venga portato a spasso. Mi rispondono “un’ ora al giorno”. Io suggerisco che dovrebbe uscire moooooooooooooooolto di più e la proprietaria mi risponde che può fare la pipì sul balcone, quindi è a posto così. Le spiego che la passeggiata per il cane è un rituale di crescita imprescindibile, e aggiungo ridendo: “non fate come quelle persone che un altro pò comprano la lettiera per cani!”. Lei ci pensa su un attimo e mi risponde: “Ah, esistono anche per i cani? Geniale, la devo comprare!” Poi chiedo di vederla a passeggio, il cane sembrava non uscisse da una vita. Cerco di spiegarle che deve assolutamente portarlo fuori più spesso e la proprietaria si offende dicendo che il suo cane è perfetto, che lei lo tiene benissimo, che lui è felicissimo. In pratica sono io che non capisco niente. Ma non la pensava così quando mi ha chiamato… quindi, dove ho sbagliato? Perché non scrivi un articolo con aneddoti, trucchi, esperienze, errori da non commettere con le Sciuremarie? Risulterebbe di aiuto a noi futuri educatori, e magari aiuterebbe qualche proprietaria ad aprire la mente, che ne dici?”

Eh… dico che lo spunto che mi offri è sicuramente interessante, ma che forse io non sono proprio la persona più adatta a dare questo tipo di consigli, perché le Sciuremarie i loro cani li hanno sempre spiegati anche a me.
Soprattutto per quanto riguarda l’esercizio fisico, se ti azzardi a suggerire che sarebbe il caso di farli uscire più di un’oretta al giorno al guinzaglio  (che per un cane equivale più o meno all’esercizio fisico umano consistente nell’andare due volte al giorno dalla cucina alla camera da letto), ti guardano subito storto: e dal punto di vista umano hanno pure ragione, perché per noi un’ora è tanta roba. Io stessa, con la Bisturi, esco solo un’oretta al mattino (le altre due uscite toccano al figlio), e già mi pesa perché in quel tempo lì potrei/dovrei infilarci un sacco di altre cose utili. Ovviamente è la nostra vita ad essere sbagliata, non i cani: però, se provi a dire alla Sciuramaria che magari lavora otto ore, poi torna a casa e deve badare a una famiglia di tre-quattro persone, poi deve tenere una casa decente eccetera eccetera… che dedica poco tempo al cane, quella ti guarda come Giovanna d’Arco deve aver guardato chi la metteva al rogo. Solo che l’eretico le sembri tu.
Per questo, consiglio numero uno: MAI dire alla Sciuramaria (e neanche al Sciurmario, che è ancora più permaloso perché mediamente, avendo avuto un canelupoaltocosì quando aveva cinque anni, si sente da Magnifico Rettore dell’Università cinofila in su) che sta sbagliando.

Il cane è un poveraccio relegato in casa, o a fare il nano da giardino, o peggio ancora il pisciatore da terrazzo? Diciamole che va benissimo così, che si vede proprio quanto ci tiene e quanto lo ama (n.b.: effettivamente lei: a) lo ama, b) si sente un’eroina che si sacrifica a pulire ogni giorno il terrazzo, quindi si aspetta una medaglia: e noi diamogliela, così abbassa un po’ le difese.
POI le spiegheremo che peeeeeerò… il suo cane è (a scelta): molto giovane – particolarmente dinamico – moooolto intelligente, e come tale pieno zeppo di energie mentali che ha bisogno di bruciare esattamente come quelle fisiche.
Quindi diciamole che i casi sono due:  o gli fa fare qualcosa che lo impegni moltissimo dal punto di vista intellettivo (tipo – e qui conviene sparare alto – cane guida per non vedenti, cane da assistenza, cane-dottore che individua patologie rarissime…), oppure si accontenta – almeno per il momento e in attesa di vedere quanto questo esplosivo potenziale riuscirà davvero a manifestarsi – di farlo sfogare di più fisicamente, consigliandole magari attività tipo agility o disc dog. E se proprio non ha modo di frequentare un campo, almeno cerchi di portarlo fuori più spesso possibile e di farlo giocare con altri cani, perché altrimenti tutto l’estro e la genialità di questo cucciolo finiranno per sfogarsi dentro casa con risultati non sempre piacevoli.
Alla fine di tutto ‘sto giro le avremo sempre detto: “cretina, il tuo cane è un povero recluso, fallo muovere di più!”: però gliel’avremo detto in modo tale da renderla orgogliosa del proprio amico e da spingerla ad impegnarsi al massimo per lui, anche a costo di saltare qualche puntata di Beautiful.
Non è che le abbiamo raccontato balle, eh: la stragrande maggioranza dei cani ha veramente enormi potenzialità, che la Sciuramaria media neanche si sogna. Quindi, se si convince che vanno messe in luce, il cane in luce ce le metterà davvero.
Il piccolo trucco sta solo nel farle pensare che il suo cane abbia una marcia in più degli altri (ma anche due o tre… abbondiamo!): il che di solito non è vero. Ma dicendolo non si fa male a nessuno, si responsabilizza la sciura e si offre sicuramente una buona chance al cane.

Un altro metodo infallibile per farsi amare dagli umani, specie quando si è di fronte a cani visti come problematici, quando in realtà sono cani normalissimi vissuti male dai proprietari, è l’esatto opposto di quello indicato sopra: ovvero, concordare con la Sciuramaria quando pensa che ci sia qualcosa che non va in lui e non in lei.
Il giochetto funziona talmente bene che vediamo continuamente cani rimbambiti dagli psicofarmaci proprio perché i veterinari comportamentalisti che ne fanno uso (e spesso, purtroppo, abuso) vanno sul velluto appena dicono al proprietario che il cane è iperattivo (traduzione nel 90% dei casi: è un cane), ipersensibile (traduzione nel 99% dei casi: è un cane!), sociopatico (traduzione in moltissimi casi: è stato preso troppo piccolo e/o non è mai uscito di casa e/o nessuno si è mai preoccupato di socializzarlo) e altri paroloni che fanno subito pensare ad uno stato patologico, anche quando non c’è (e di solito non c’è. In alcuni, rarissimi casi, può esserci davvero, ma fino ad oggi il 99,9% dei casi che ho visto, e che sono stati trattati con psicofarmaci, riguardavano cani assolutamente normali a cui serviva solo un proprietario migliore).
Che significa far pensare al proprietario che il cane abbia effettivamente un problema? Significa togliere a lui ogni responsabilità: ed è evidente che lui non aspettava altro, quindi accetta con gioia qualsiasi rimedio miracoloso, si tratti di pillolette o di terapia comportamentale.
C’è un solo problema, in questo caso: qui stiamo effettivamente raccontando balle. E se personalmente non ho la minima remora se devo far credere alla Sciuramaria che si è portata a casa l’Einstein dei cani, mi trovo invece in decisa difficoltà se devo dirle che si presa un cane cretino o psicopatico, quando non è vero (e tanto meno quando la cretina è lei. E a volte pure la psicopatica).
Quindi, in questi casi, io posso anche predicare bene dicendovi che la cosa funziona, e che suggerire normalissime regole di vita travestendole da “terapie comportamentali” può aiutare moltissimo il cane, evitandogli magari di finire in mano a qualcuno che invece lo riempie di pillole: però poi razzolo malissimo, perché a raccontare ‘sta palla io non ci sono mai riuscita.
La mia alternativa è sempre stata quella di cercare di dire alla Sciura che la cretina era lei attraverso grandiosi voli pindarici e indoramenti di pillole… che però a volte hanno funzionato e (parecchie) altre volte no.
Per questo dico che forse ci sono persone più adeguate di me ad affrontare il discorso della comunicazione con gli umani: perché io non è che sia proprio un genio, in questo campo.

In realtà ho notato che molto spesso noi  “gente di cani” qualche problemino in merito ce l’abbiamo: forse perché, dopo che hai passato tanti anni a comunicare con esseri franchi, leali, incapaci di mentire (o almeno, teneramente ingenui quando provano a farlo, imitando noi!) e soprattutto impegnatissimi a cercare di capirti e pronti a seguirti fiduciosamente in capo al mondo, gli umani cominciano a sembrarti proprio una brutta razza, con la quale hai sempre meno voglia di interagire.
Perché loro sono dei contaballe patologici (soprattutto quando ti spiegano il loro cane), degli assoluti scettici anche di fronte all’evidenza, degli irritabili fiammiferi pronti ad accendersi e a mandare te in capo al mondo (o direttamente affanculo) se solo ti azzardi a dirgli che forse potrebbero fare così anziché cosà.
Tanto i cani sono rilassanti, tanto gli umani riescono ad essere sfinenti. Per cui, dopo millemila anni di tentativi, personalmente sono arrivata ad una conclusione molto semplice: comunico solo con chi almeno prova ad ascoltarmi. E con gli altri ci rinuncio.
Lo faccio adesso via email, FB, sito eccetera, esattamente come ero arrivata a farlo al campo: quando la Sciuramaria mi arrivava, che so, con il cane terrorizzato che tentava di arrampicarlesi in braccio e lei subito ce lo prendeva, io dicevo “lo metta giù, per favore”. Se lo metteva giù, c’era speranza di dialogo. Se mi rispondeva scocciata: “Eh no, poverino, non vede che ha paura?”… allora il colloquio durava circa dieci secondi. Giusto il tempo di dirle: “Signora mia, ho esaminato il suo caso e sono arrivata ad una sola conclusione: lei deve regalare quel cane”.
Ovviamente la Sciuramaria spariva sollevando la polvere e non la vedevo mai più… però c’è da dire che non le avevo raccontato balle.

Sì, lo so: far scappare i clienti non è la massima aspirazione di un educatore. Però qui i casi sono due: o si pensa al bene dei cani, o si pensa al proprio tornaconto. Se si è scelto di fare gli educatori cinofili per riempirsi il portafoglio, allora ci può stare tutto: le balle, le supercazzole, gli ottanta euro a lezione per dire al proprietario che il suo cane è un essere senziente e ragionante ma senza spiegargli neppure come si tiene un guinzaglio … per carità, finché si trova gente disposta a pagare per questo, mi sta anche bene che ci sia chi ne approfitta. Io ho sempre detto che non trovo giusto mettere in galera chi vende la Tour Eiffel, ma che semmai bisognerebbe rinchiudere quelli che la comprano… quindi figuratevi se  criminalizzo i venditori di fumo cinofilo. Però non mi piacciono, non mi piaceranno mai, e anche se loro si arricchiscono e io non so mai come pagare l’affitto a fine mese, proprio non me la sento né di imitarli, né di invogliare qualcun altro a farlo.
Non per chissà quale rettitudine morale, per carità: se trovassi qualcuno che mi compra la Tour Eiffel (e se io fossi capace di venderla in modo credibile), credo proprio che la venderei senza farmi il minimo scrupolo.
Il fatto che è in cinofilia, quando si vende fumo, ci vanno di mezzo i cani: mica solo i boccaloni umani, verso i quali non proverei nessunissimo rimorso.
Ci vanno di mezzo i cani, ed io i cani li amo e li rispetto troppo per prenderli per il culo (anche se per conto terzi): quindi no, decisamente non ero la persona più adatta a scrivere questo articolo.
Ma ormai l’ho scritto lo stesso, quindi posso riassumere solo così il mio punto di vista: se volete conquistare il cliente…

a) cercate di non farlo mai sentire inadeguato, inefficiente, incompetente;
b) cercate di fargli credere che abbia un cane specialissimo (intanto ce l’ha davvero, perché tutti i cani lo sono: bisogna solo farglielo scoprire, magari andando anche un po’ sopra le righe);
c) se lui pensa che il cane abbia un problema che in realtà non esiste, assecondatelo per quel tanto che ve lo permette la vostra coscienza e se potete non andateci subito in conflitto, ma cercate di portarlo  gradualmente alla comprensione del problema vero, che è lui;
d) se proprio vedete che non c’è storia, meglio perdere un cliente subito che farsi una pessima pubblicità dopo, mandando in giro un fallimento conclamato.
Attenzione, c’è un’enorme differenza tra uno che dice: “Sono andato al campo Pincopallo ma non mi è piaciuto granchè, non ci torno” (pubblicità blandamente negativa, perché basata solo su un’impressione) e uno che invece dice: “Sono sei mesi che vado al campo Pincopallo e il mio cane non ha imparato un accidenti di niente”. Questa è una pubblicità negativa devastante, perchè è basata sui fatti. E siccome in questo settore il passaparola è tutto, vi assicuro che i casi disperati (umani, perché di casi disperati canini non ne ho mai trovati) è meglio mollarli subito che trascinarseli dietro per mesi.
Aggiungo ancora: e) non date consigli gratuiti, specie siete all’inizio del vostro cammino come educatori. Lo so che sembra assurdo, ma è un fatto che la gente non ha alcun rispetto di ciò che non paga. I consigli gratuiti si possono dare solodopo millemila anni di esperienza, quando vi sarete “fatti un nome”: ma fino ad allora, la consulenza X costa Y. Magari poco, perché non c’è alcun bisogno di spellare i clienti: ma quel tanto che basta per dare l’impressione di essere un professionista che presenta il proprio sacrosanto onorario, e non un pirla qualsiasi.
Ovviamente, postilla: fatevi pagare solo per ciò che siete realmente in grado di offrire.
Altrimenti rinunciate e passate la palla a chi ne sa più di voi.
Purtroppo è un fatto che tutti gli educatori, del mondo, appena finito il corso, siano profondamente convinti di aver imparato tutto quello che c’era da sapere sul cane. Be’, qui vi chiedo di fidarmi della mia parola: non sapete ancora un beatissimo tubo. Io stessa non so ancora un beatissimo tubo, dopo quarant’anni che faccio questo lavoro. E’ sicuramente vero che ne sapete più della Sciuramaria, e quindi è giusto che chiediate un compenso per trasmetterle ciò che avete acquisito: ma questo è inadeguato al caso che avete di fronte, allora non esitate ad ammetterlo. Prima con voi stessi (che è la parte più difficile) e poi con il cliente. Non dovete pensare di sembrare dei novellini incompetenti: ricordatevi che nessun paziente si è mai arrabbiato col medico che gli ha suggerito di andare da uno specialista, mentre si incazzano a morte quelli che vengono curati ad capocchiam da qualcuno che credeva di aver capito tutto e invece non ci aveva azzeccato per niente

Ecco, questo è quanto mi sento di dirvi in merito di comunicazione con gli umani.
Per tutto il resto…  be’, c’è davvero  Mastercard:  perché anche il savoir faire con gli umani si compra.
Ci sono metodi, tecniche studiati apposta (vedi la PNL, ma non solo) per diventare ottimi affabulatori, credibili e affascinanti: sia quando si dicono cose sensate, sia quando si parla di puro fumo DOC.
Purtroppo questo è un campo in cui io non posso esservi di alcun aiuto: ma non vi preoccupate, la cinofilia è piena zeppa di personaggi a cui, se proprio ci tenete, potrete rivolgervi.

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34 Commenti

  1. Valeria , insegno PNL e ti…stimo profondamente…anche se domani, quando sarò al campo, ti scrutare con sospetto ad ogni complimento fatto alla pennina….:):):)

  2. E con amici e parenti che chiedono consigli come ci si comporta?
    Credo che vedere il cane almeno una volta, anche per dare solo qualche consiglio, sia necessario, ma in questi casi bisognerebbe comunque farsi pagare (seppur poco)?
    Io sarei portata a non chiedere nessun compenso a parenti e amici “intimi”, ma mi rendo conto che non farsi pagare all’inizio per alcune persone può voler dire che poi il loro cane verrà seguito da te SEMPRE gratis, mentre per altri, come sottolinei anche tu, il tuo “non farti pagare” equivale a sentirsi autorizzati a tenere poco in considerazione le cose che dici. D’altro canto, se chiedi anche un minimo, la persona in questione potrebbe sentirsi offesa e addirittura inquadrarti come “persona che pensa solo ai soldi e non ai cani”.

  3. Salve a tutti,
    ho trovato estremamente interessante questo (e anche tanti altri all’interno del sito) articolo, tanto da spingermi ad inserire un commento. Ho 50 anni e li ho passati quasi tutti in mezzo ai cani. Ho partecipato a parecchi corsi di educazione cinofila e letto decine e decine di libri. Ho lavorato come volontaria in canili, collaboro con volontari e associazioni, offro stalli, ecc. Non potrei mai essere un educatore cinofilo, non ne ho la tempra, le capacità, l’obiettività, la forza. Mi sono rivolta spesso ad educatori per problemi diversi e ne sono rimasta quasi sempre delusa. Partecipando poi a svariati corsi mi vengono i brividi a ripensare ai tantissimi “apprendenti” convinti di essere diventati “educatori” grazie al ciclo di corsi effettuati, ai quali hanno partecipato magari con cane ‘in prestito’ e alla loro prima esperienza cinofila. Una cosa che si sente ripetere spesso è “il mio compito è quello di spiegare al proprietario del cane come si fa .. il resto è compito suo” “se non vogliono ascoltare peggio per loro .. io gli/le ho detto come deve fare ma non mi ascolta”.
    Invidio Paola/Teo perché quello che ho sempre sognato per me e i miei cani è proprio il ritratto che lei ha disegnato, ma, al contrario, ho sempre avuto cani “problematici” e quindi ne ho concluso che il problema sono io. Ciononostante è difficile sentirsi dire che stai sbagliando tutto con il tuo cane, proprio tu che li conosci così bene, che li ami così tanto, che ti prodighi immensamente … perché??!!
    Il problema secondo me è tutto qui: un educatore deve capire una volta per tutte che quando si affronta un “caso” si affronta una specifica relazione umano/cane, e questo significa entrare totalmente in quella particolare relazione, comprenderla interamente e quindi elaborare una strategia per curarla. Non esistono “metodi” che funzionino per tutti e che a tutti diano i medesimi risultati. Non può essere.
    Quando l’educatore si sente rifiutato o rifiuta un caso perché non si sente ascoltato dal/dai proprietari deve considerarlo un fallimento: non ha saputo entrare nella relazione, non è riuscito a comunicare con il proprietario che è parte fondamentale della relazione e sicuramente rappresenta l’aspetto più difficile e complesso della relazione (comunicare con il cane è sicuramente più semplice). Un educatore cinofilo che voglia essere tale non può prescindere dall’essere anche psicologo, o collaborare con uno psicologo, perché non si può curare soltanto una metà del binomio. Quando la sciuramaria ci racconta il cane ci sta in realtà raccontando la relazione che ha con il suo cane ed è imperativo ascoltarla. Alla fine ci si sente tutti delusi: proprietari ed educatori.
    L’educatore cinofilo è un “mestiere” davvero difficile, lungo da apprendere e mooooolto complesso, sicuramente non si “impara” in un corso per quanto complesso e articolato sia

  4. Cara Valeria, è passato un po’ di tempo da quando ho commentato questo articolo, ritenendomi amareggiata ecc. ecc.
    ma un paio di situazioni recenti mi hanno aperto gli occhi, e non avendo problemi ad ammettere quando sbaglio o di ritornare sui miei passi, non rimangio la mia parola nel dire che attualmente una persona che vuole intraprendere un percorso con i propri cani si possa trovare spiazzato tra i vari metodi proposti e le varie figure professionali, ma purtroppo è vero che con molta gente bisogna davvero esprimersi in questo modo.
    Un’altra piccola cosa che ho imparato per il futuro! ;D

  5. Cosa avrei fatto? Credo quello che hai fatto tu…semplicemente mi sarei iniziata ad informare….ma, per fortuna e non per informazione, io sono partita “bene” (per ora e non è detto per sempre). Sono finita sempre in ottimi allevamenti che mi hanno dato cani equilibrati e ben strutturati. Non mi sono mai “imbattuta” in un cane sfortunato o difficile. Non è neanche stata una scelta…per fortuna non ho mai trovato un cane sul ciglio di una strada…però se ne incontrassi uno, credo inizierei un’altra storia. Non amo il paragone cani/figli, ma spesso rende l’idea…Direi un po’ come i figlio, certo se nascono sani, belli e in un ambiente sereno…è più facile poi educarli alla loro e alla nostra felicità…ma non è detto. Invece è detto che un bambino che subisce violenze, avrà bisogno del sostegno di professionisti perchè in certi casi, l’amore, il rispetto e la cura non basta. E di questo, noi sciuremarie, dobbiamo esserne consapevoli, così come dobbiamo essere consapevoli che probabilmente, anche nella “normalità” possiamo fare errori devastanti, sempre in buona fede e per amore. Ecco, forse un cinofilo, nel dialogare con la sciuramaria, deve partire da questo…LEI E’ LI’…QUINDI STA CERCANDO DI FARE DEL SUO MEGLIO…Posso solo dire, che nel mio caso, il rapporto con il cane, funziona…con i figli…dovrei scrivere 22 cartelle…e neanche basterebbero…

  6. Posso parlare di una “terza” dimensione. La mia. La “normalità”. 3 cani in 48 anni. Una Bloodhound – Ale, una Labrador- Nana e un Cavalier King – Teo (dovevo ridimensionarmi, ma non diteglielo). Tre cani diversi, con esigenze diverse e carattere diverso. Non hanno mai fatto lezioni, o frequentato campi e neanche ho mai letto molto (tranne quando ho incontrato Valeria). Però i miei cani, davvero sono sempre stati equilibrati. Non so, esiste un buonsenso innato? Forse sono una che funziona con i cani? Mai abbaiato, mai litigato con altri cani, mai inappetenti, mai tristi, mai iper attivi. Avete presente i cani normali? I miei cani non sanno fare quasi nulla di particolare. Nessuno dei miei cani ha mai saputo andare al guinzaglio (e siamo sempre vissuti in città), tutti tiravano come cani da slitta in avanti – tranne Ale che tirava dappertutto. Però tutti, senza guinzaglio camminavano e camminano perfettamente, e tornano immediatamente al primo richiamo e non litigano mai al parco. Mediamente, usciamo 4 volte al giorno, 3 passeggiate (di 20 min) al guinzaglio e una libera al parco. Andiamo insieme d’estate in barca e in montagna in vacanza…Nana e Ale, andavano anche a farsi giretti da soli- non in città -, Teo no, perchè non è in grado, va accompagnato. Per il resto dormono al loro posto in camera con me e mai sul letto, aspettano pazienti che finisco quello che devo fare, non hanno mai abbaiato al suono del campanello e mai sporcato in casa dopo i 6 mesi. Ma io veramente non li ho mai sgridati. Mangiano le loro crocchette, si fanno “curare” tranquillamente. Sono sempre stati amici di tutti, ma non sono mai saltano mai addosso a nessuno…ma non è che ho mai insegnato nulla…sono così e basta. Come se lo fossero sempre stati. Facili. Tranquilli. Cani normali in una famiglia normale. Tutto qui.

    • Io di anni ne ho 25 e di cani ne ho avuti 4, pertanto non posso senz’altro parlare come una persona che ha sulle spalle un’esperienza cinofila invidiabile, anche se spero di farmela, con gli anni, ma anch’io prima di immergermi di più nel mondo della cinofilia, avevo semplicemente con i miei cani lo stesso rapporto che hai tu, che cmq inserivo in “01)E’ una persona competente, in grado di gestire l’animale e gli garantirà uno stile di vita felice e sereno.” intendendo con competente, anche qualsiasi persona dotata di buonsenso. Poi, se portare o meno il cane a fare determinate discipline o saper fare 1000 tricks è una decisione personale, ma appunto Paola, io credo che TUTTI i proprietari di cani, io compresa, dovrebbero essere esattamente come te. Anch’io non ho mai preteso niente di particolare dai miei cani, perché lo scopo dei cani nella mia vita è sempre stato quello di allargare la famiglia e completarla. Nella famiglia umana devono trovare il loro posto, vivere sereni e tranquilli e così è sempre stato. Però c’è stata una cagna, nella mia vita, che mi ha fatto ricredere. Mi è stata regalata, si chiamava Laika ed era una meticcia presa al canile perchè ha intenerito mia mamma e mio nonno con il suo sguardo e il fatto che non si precipitasse ad abbaiare e a sbattersi contro la gabbia come gli altri cani. Peccato solo che la Laika avesse passato una vita legata ad una catena e la restante parte come randagia. Per lei gli esseri umani erano tutto tranne che “come lei”. Non le eravamo più indifferenti di un pesce in acquario. Imprinting totalmente a puttane. E’ stata dura, ringhiava, non giocava, sono stata anche morsa…ma soprattutto NON amava. Non ne era capace. Ma da lei ho imparato tanto. Io non parlerò mai come una persona esperta del settore e nemmeno sono una di quelle che vuole umanizzare i cani ad un livello che sfocia nel ridicolo, ma quando stava per morire, e ho ancora un groppo alla gola se ci penso, era vecchia e tanta dell’energia passata a ringhiare stava venendo meno. Io non avevo mai smesso di avvicinarmi a lei, curarla, portarla a passeggiare (libera dove non c’era nessuno perché con il guinzaglio ci stava a strozzarsi ma non mollava)… e lei alla fine mi ha accolta nel suo mondo. Ha così capito che non era mia intenzione nuocerle in alcun modo. Le passeggiate erano più “intime” perché prima c’era la cagna totalmente per i cavoli suoi mentre ora mi cercava di più con lo sguardo, non mi ringhiava più, ogni tanto le offrivo un bocconcino…e poco prima che si spegnesse, mai fatto prima, aveva iniziato di sua spontanea volontà a venire a dormire nella mia stanza. Mi pento solo di una cosa: ero molto giovane quando è arrivata, e non avevo le possibilità economiche per rivolgermi ad un professionista, ma NON perché mi insegnasse una perfetta condotta al guinzaglio o a camminare su due zampe, ma perché mi insegnasse a comunicare con lei, come amarla senza ferirla, come avvicinarmi a lei, conquistarmi la sua fiducia. Adesso che ci sono altri cani nella mia vita, e io queste possibilità ce le ho, voglio dare il massimo ai miei cani, proprio perché il mio obiettivo è mantenere ogni giorno la serenità e la pace di cui parli tu.
      Indubbiamente sei brava, perché non può andarti bene con tre cani dietro fila, senz’altro bisogna riconoscere le tue capacità, ma la mia domanda finale è, se uno dei tuoi cani per qualsiasi motivo al mondo ti avesse dato dei problemi che tu credevi di non riuscire a gestire da sola, cosa avresti fatto? Ecco, io credo che una persona come te, sicura di sé per quanto riguarda la vita domestica con i cani (come ti invidio per il bloodhound! E’ una delle razze che adoro di più, ma non lo dirò ai miei cuccioloni XD) forse non avrebbe avuto piacere nel vedersi in casa un tipo che ti diceva quanto belli fossero i tuoi cani anziché hey c’è un problema da risolvere. Purtroppo la spaccatura credo che sia qua. Padroni diversi, istruttori diversi…una gran confusione!

  7. ..tante verità e consigli utili, sia nell’ articolo che nei commenti!
    io di sicuro faccio parte di coloro che hanno meno difficoltà a comunicare con un rott inc**ato nero piuttosto che con la di lui sciuramaria, e lo ritengo un mio limite, col quale peraltro convivo serenamente ;).
    le poche volte che oltre ad ospitare i cani in pensione provo anche ad insegnare qualcosa ai proprietari (gratuitamente, visto che nn ho titoli ma solo un pò di esperienza pratica : è il mio modo di fare volontariato e tirocinio allo stesso tempo, anche se è vero che se nn ti fai pagare ti prendono meno sul serio..), punto tanto sulle fantastiche doti del cane e cerco di non strapazzare troppo i proprietari, ma è sempre un’ esperienza che mi prova emotivamente, divisa come sono tra lo sconforto per la situazione che trovo (di solito arrivano a bussare alla mia porta quelli già pedalati, intelligentemente, da vari campi..) ed il tentativo di comprendere, non giudicare e facilitare il necessario cambiamento. a volte ci riesco, altre no.. raccontare balle invece lo trovo controproducente oltre che scorretto: se una persona nn riesce ad ammettere la realtà difficilmente sarà un compagno adeguato per il suo cane..
    visto che mi ci stò trovando in questi giorni, vorrei chiedere: e se ci si trova di fronte ad una coppia di proprietari che fanno due tipi di errori diversi con il cane come comportarsi?
    per farla breve: lei gravemente ansiosa (in cura farmacologica)che tratta il cane come un neonato e gli trasmette le sue fobie , lui la somma di tutti i cuggini che ho incontrato in vita mia (parlando di castrazione mi ha raccontato di un suo “amico” che ha legato i testicoli al suo s.bernardo finchè nn si sono seccati e caduti..), e fan di millan..
    infatti si ritrovano un cucciolo di 7 mesi adottato al sud via internet (mix caccia- maremmano spacciato per labrador..) che è normalissimo a casa mia, ma ingestibile (fobico in mezzo alle persone, piscione in casa, inibito e insicuro, una tragedia al guinzaglio) da parte dei proprietari, che, a 4 mesi dall’ adozione, sono continuamente in competizione tra loro per decidere chi è l’ esperto cinofilo, convinti di fondo di avere un cane anormale (..”è proprio come me..” mi dice spesso la proprietaria con malcelata soddisfazione..)
    ho già fronteggiato le lacrime e i malori di lei e l’ arroganza di lui, confortata solo dai piccoli miglioramenti che ho visto nel cane, e a volte penso che gli andrebbe tolto e basta, ma il farlo finire in canile nn mi sembra un miglioramento per lui, quindi stò tenendo duro, cerco di impostare le attività come in seduta di pet therapy, ma se qualcuno ha consigli o esperienze simili mi farebbero piacere..
    secondo voi dovrei lavorare separatamente con i 2 proprietari?
    ..e, onestamente, qual’ è il confine tra “ascolto empatico” e un bel “mavaff..” ?

    • Anche il tuo esempio è davvero molto interessante.
      Credo che purtroppo siamo ancora molto lontani da un momento in cui il discorso proprietario/educatore cinofilo sarà veramente possibile.
      A parte che io in partenza credo che prima di lasciare un qualsiasi cane a qualsiasi persona, un patentino per dimostrare che il futuro proprietario ha una conoscenza del cane sufficiente a prenderne uno, dovrebbe essere indispensabile, il panorama che abbiamo davanti adesso è questo:
      Il Signor X prende un cane:
      01) E’ una persona competente, in grado di gestire l’animale e gli garantirà uno stile di vita felice e sereno.
      02) Gestire un cane è più difficile di quanto pensasse oppure vuole migliorare se stesso, contatta una persona esperta, e getta le basi per lo stile di vita felice e sereno del cane.
      03) Convinto di essere un grande esperto, il Signor X si trova nelle situazioni più disperate (come quella da te raccontata) a gestire un cane. Non ce la fa più. E qua la strada si divide ancora.
      Se il cane è fortunato si proverà a recuperare il cane, e si passa al punto 02, ma spesso il destino del cane è questo:
      a) Gestire un cane è difficile e impegnativo, sporca, tira al guinzaglio, mostra i denti, mi ha stancato… lo rilego nel giardino dove passerà la maggior parte della sua vita.
      b) Il cane va a finire nel canile.
      c) Il cane viene soppresso o abbandonato.
      D’altra parte, credo che purtroppo le persone che hanno lavorato tanto con i cani, come ad esempio Valeria Rossi, si possono contare sulla punta delle dita. Al giorno d’oggi, una persona che vuole lavorare con il proprio cane, non sempre trova la figura professionale giusta. Credo che uno dei nuovi problemi della società cinofila, sia che adesso ci siano in giro persone giovanissime, che non hanno ancora avuto modo di fare esperienza, che non partono umilmente come stai dicendo giustamente tu, hass fidanken, ma che se la tirano come se fossero la reincarnazione vivente di Konrad Lorenz. E, dico io, finché ti trovi a giocare con un Border telecomandato che quasi si addestra da solo il problema non si pone, forse, ma quando ti trovi davanti un cane con dei problemi, con dei proprietari con i quali non riesci a comunicare, cosa fai? Gli dici che il cane è bello e bravo e ti intaschi il soldino senza aver effettivamente risolto il problema?
      Però se ci si guarda intorno spesso è così! Giusto oggi, chiacchieravo al Campo che frequento con un signore molto distinto ed elegante, proprietario di due Rottweiler molto ben gestiti, e ho scoperto con sommo stupore che all’ultima Rottweiler arrivata era stato strofinato il viso negli escrementi! Non ti nascondo che la cosa mi ha reso perplessa… credevo che fosse evidente che un gesto del genere spaventa solo l’animale, e che invece tanti altri sistemi che è inutile elencare qua, sono molto più efficienti… però a detta sua (e magari è anche vero, io non vivo a casa sua XD) ha funzionato! Siamo sinceri…forse noi che seguiamo questa rivista online non ci pensiamo nemmeno, ma quante persone sono ancora orgogliosissimi di fare questo? Sembra quasi che non aspettino altro che il cucciolo la faccia in casa per potergli fare questo gesto e vantarsene al bar! Come ci comunichi con questa gente? Sennò c’è il caso opposto, e mi ritrovo a parlare con persone disperate perché il cucciolo di quasi 30 kg, essendo sempre stato lodato per averla fatta sul giornale o nella lettiera del gatto o negli appositi panni assorbenti, adesso che di pipì e popò ne fa tanta, casualmente non ha imparato da solo ad andare nel giardino! E gli educatori spesso creano confusione anche loro! Alcuni brucerebbero le pettorine e promuovono lo strangolo e viceversa. C’è chi insegna al cane a non tirare dando degli scrolloni da paura e chi invece arriva allo stesso risultato puntando alla psicologia del cane… Insomma, per farla finita, è bellissimo che ci siano sempre più persone che si interessino al mondo della cinofilia (anche se alcuni farebbero meglio a trovarsi altri hobby, e ogni riferimento alla legge che vieta la caudomia e la conchectomia è del tutto casuale XD) ma credo che la qualifica di istruttore dovrebbe avere più importanza da una parte, ed essere ottenuta con un pò più di serietà dall’altra. Tanto, siamo sinceri, le teste di cavolo convinti di saper fare tutto loro, ci sono in ogni ambito e ce ne saranno sempre, ma se ci fossero meno cinofiloni esperti che la loro esperienza si limita ad un corso di 4 lezioni e un mese di volontariato in canile, sarebbe meglio.

  8. Del resto, come dice sempre il “mio” educatore, se non esistessero le sciure e gli sciuri per educatori & co. non ci sarebbe lavoro… Suvvia, abbiate un po’ di gratitudine per noi impediti e per i nostri poveri cani.

  9. Ma che bel modo di trattare le persone!
    Certo che se uno si lascia “comprare” da certe lusinghe e non riesce ad accettare una critica, è meglio che si scelga un altro hobby… e se un istruttore deve veramente rivolgersi così… beh allora sono ancora più che mai contenta di affidarmi ad un bravissimo allevatore che usa metodi al giorno d’oggi definiti antiquati, ma che mi ha aiutato ad avere due cani splendidi ed equilibrati e che se sbaglio qualcosa me lo dice direttamente nei denti e senza tanti complimenti.
    By una persona qualsiasi, che nonostante i problemi di salute non indifferenti nonostante la giovane età, porta sempre i suoi due cani a fare quotidianamente una passeggiata senza guinzaglio in mezzo alla natura di più di un’ora, gioca con loro quando è in casa e li porta minimo due ore a sgambare e a socializzare con gli altri cani, perché prima di metterseli in casa sapeva a cosa andava incontro, e che un cane (o due) richiede tanto sacrificio.
    Articoli e risposte così, mi rendono solo delusa ed amareggiata

    • ben ben, ti basta ben poco per diventare delusa ed amareggiata.
      Hai parlato di giovane età: probabilmente invecchiando ti toccherà imparare a trattare con “il pubblico”, il che non significa “comprare con delle lusinghe”.
      Io avevo parlato di rinforzo positivo: non di “complimenti falsi”, come hanno scritto altri.
      A questo punto sto iniziando a dubitare della mia capacità di esprimermi 😉

    • Ma no, ma perché ti amareggi? Ma ti pare che questo articolo sia stato scritto (e commentato) per persone come te?
      Non conosci nessun umano di cane che faccia fatica ad ammettere che sbaglia o che non capisca tante cose che per altri sono ovvie?

      • Sciuramaria, e tu, alla tua età, non hai ancora imparato che ci sono persone convinte che OGNI articolo, ogni parola pronunciata, ogni sussulto dell’universo sia stato pensato, mirato e diretto esclusivamente a loro? 🙂

          • Si è vero mi basta poco per essere delusa e amareggiata. D:
            E’ che effettivamente il panorama cinofilo attuale mi lascia un po’ a desiderare.
            Non so se riuscirò a spiegarmi, perché vorrei dire tante cose ma lo spazio è poco. Quando sono entrata, sciuramaria, nel mondo della cinofilia, ho commesso l’errore di credere che ci fosse LA VERITA’. Tipo, vai dal medico perché ti senti poco bene e hai l’influenza, e il medico ti diagnostica e ti cura l’influenza…se vai da 50 medici (si spera) tutti e 50 ti diagnosticheranno e ti cureranno l’influenza! Invece ho scoperto che nella cinofilia, vuoi perché adesso sembra che chiunque possa spacciarsi per educatore cinofilo/addestratore/istruttore ecc, vuoi perché c’è appunto pieno di persone che sono convinte, come giustamente dice Valeria ” ci sono persone convinte che OGNI articolo, ogni parola pronunciata, ogni sussulto dell’universo sia stato pensato, mirato e diretto esclusivamente a loro” che mi sento un po’ “smarrita”. Diciamo che mi dispiace leggere che ci sono così tante persone che abbiano veramente bisogno che l’istruttore gli faccia la “coccola” e gli dica che il suo cane è bello, bravo e tutto quanto è stato giustamente detto nell’articolo! Era una cosa che sospettavo, ma speravo che invece si potesse essere più concreti nel dire ad una persona che sta sbagliando o che quello che fa non è sufficiente. O perlomeno, io non credo assolutamente di essere migliore di nessuno anzi, sono contenta di imparare ogni volta che incontro un cane qualcosa di nuovo, ed è quando vedo i miei cani “felici” che mi sento “brava” perché me lo dicono “loro”. Anche oggi ero fuori per una passeggiata, e vedere che se chiamavo i miei cani che correvano liberi correvano entrambi verso di me, che il mio Dobermann senza che gli chiedessi niente correva lontano poi ogni tanto veniva a farmi delle feste per poi tornare a giocare, ho sentito che tra di noi andava tutto bene. Poi abbiamo dovuto attraversare la strada, e i cani sono stati bravissimi al “fuss” ma non c’erano urli da generale o minacce. Solo un bel momento da condividere insieme…e ne avevo da fare in casa, solo che le pulizie le posso fare anche in un altro momento della giornata, i cani invece non dovrebbero aspettare i miei comodi. Però all’inizio, sorrido ancora a pensarci, non era così. Sbagliavo tante cose, mi demoralizzavo facilmente…ma nessuno mi ha mai fatto le coccole e detto che i miei cani erano i migliori. Sono stata corretta e tante volte, senza tanti complimenti. Ammetto senza vergogna, che qualche volta, tornata a casa dal Centro, dopo aver “preso su” mi sarei buttata volentieri sopra al letto a piangere a dirotto come un’adolescente, ma non l’ho fatto e non sono un’eroina! Sono una persona come tante che voleva imparare a gestire nel modo corretto i propri cani! Però, se mi avessero detto che ero brava così, che una passeggiatina di un’ora andava più che bene eccetera, credo che adesso i miei cani sarebbero meno sereni.

          • Uh, cercavo il mio commento precedente per rileggere quello che avevo scritto, ma è nascosto a causa dei troppi pollicioni rossi. 🙂 E’ interessante vedere come ALCUNE persone proprio non accettino una risposta diversa, che non vuole essere un attacco, ma solo una riflessione.
            Segno di enorme maturità.

          • Haru… dipende ovviamente dal carattere, ma se al campo me ne avessero dette tante quanto ce ne meritavamo (Oscar ha un concorso di colpa, secondo me) non credo che avrei fatto meglio: mi sarei sentita frustrata e infelice… e invece a tutte le 10 lezioni ci andavo contenta come a una festa.
            Credo che questo ci abbia fatto bene… io mi sentivo sempre un po’ più sicura di me e il cane si fidava un po’ più di me di conseguenza.
            Se facessero i “corsi di perfezionamento” ci andrei molto volentieri (purtroppo li hanno eliminati a favore di attività pre-agonistiche perché non ci nadava nessuno).
            Sono fermamente convinta che i metodi coercitivi non funzionino nemmeno con gli umani, anche se si viene “maltrattati” a parole e non fisicamente.

      • No, anzi. Non è che mi sono sentita tirata in causa di persona. Pensavo proprio che sia una tristezza che si sia arrivati a questo. Io purtroppo non ho il piacere di conoscerti, e dico purtroppo perché seguendo questa rivista ho avuto modo di leggere molte volte i tuoi commenti, che sono sempre stati educati e pacati, e se nella realtà sei come appari dai commenti, sono piacevolmente colpita perché purtroppo sono qualità che si trovano sempre più raramente nelle persone. Mi delude pensare che un istruttore cinofilo, quindi una persona si spera con delle competenze in materia, viene chiamato da un proprietario, e si crei questo tipo di meccanismo. E’ assurdo per me, pensare di chiamare un istruttore perché sento che ho bisogno di consigli…e se l’istruttore mi dice che quello che faccio non va bene, tragedia! Ovvio, immagino che a nessuno faccia piacere sentirsi dire che ti sbagli nell’accudire il cane che tanto ami, ma mi farebbe meno piacere pagare una persona che, per non farmi rattristare, mi dia della cretina in maniera indiretta! Per come sono fatta io, preferirei sentirmi dire che ho fatto una cretinata e correggermi!

        • Si, è vero anche questo. Sarebbe infatti corretto trovare una giusta via di mezzo. Da una parte è giusto valorizzare il lavoro di chi si impegna, anche sbagliando è inevitabile, per fare del proprio meglio con il proprio cane, dall’altro però, è giusto che qualcuno, educatamente, ci faccia notare anche le cose che sbagliamo. Mi rattrista vedere che per colpa dell’ignoranza dei so-tutto-io-perché-ho-avuto-un-cane-nella-mia-vita-e-quando-sporcava-gli-mettevo-il-muso-negli-escrementi-e-dopo-un-po-non-l’-ha-più-fatto, sia necessario per i nuovi istruttori intervenire in questo modo.
          Secondo me però, la maggior parte delle persone che pagano il pacchetto lezioni, hanno voglia di imparare davvero qualcosa 🙂

    • Sempre per rimanere nel tema che più o meno intendo come: i cani non sono come le persone, ma delle volte le persone se trattate da cani (nel senso giusto) rispondono meglio dei cani (premietti di cibo inclusi), se una persona è insicura nella vita perchè ha ricevuto un flooding di tecniche di addestramento sbagliate, cattive, allora un ricondizionamento positivo non può che fargli bene, la persona può abbandonare le paure e l’insicurezza e ricredere in se stessa, eccetera eccetera

  10. Io (proprietaria di cani, non cinofila) qualche consiglio dal punto di vista della sciuramaria potrei anche darlo.
    Molto dipende dal tipo di addestratore: chi lavora da capobranco a volte tende a cappottare il padrone anche prima del cane. E le possibilità sono due: o la sciuramaria è un’oca che s’innamora all’istante dell’uomo forte che doma le belve (pure se la belva è un bolognese) e a questo punto la storia è matura per trasformarsi in “50 sfumature di cinofilia” o s’incazza come una iena. La seconda ipotesi è statisticamente più probabile. Mi spiego con un esempio. Se la sciuramaria afferma convinta “sì, lo so” mentre l’addestratore le sta spiegando cos’è il condizionamento negativo, non è il caso di rispondere a testa alta e in tono perentorio “Lei stia zitta e ascolti, di cani ne saprò certamente più io.” Può essere che la sciura si offenda, anche perché magari è psicologa di umani, o insegnate e non sa molto di cani, ma il condizionamento negativo sa davvero cos’è. E le secca far finta di non saperlo per gratificare l’autostima di leader capobranco: è una perdita di tempo, per di più pagata.
    Al contrario il gentilista a volte fa sentire il canemunito una specie di torturatore (e siccome quello/a sa che il cane qualche problemino lo presenta, anche se non ne darà segno comincerà a sentirsi mostruosamente insicuro in tutto quello che fa… col risultato di diventare peggiore di quello che è). Esempio anche qui: Sciura che porta il cane alle expo e chiede informazioni sull’handling, educatore che orripila all’idea della condotta in ring con un guinzaglio a strozzo (quelli da esposizione) e si mette ad urlare “nel mio centro è proooooprio proibiiiiito entrare con quella rooobaaaa!!!!” (numero di punti esclamativi infinito).
    Altri problemi che si riscontrano indipendentemente dalla filosofia dell’educatore/addestratore. I cani non parlano, gli umani sì. E lo so che spesso spiegano il loro cane e che questo pare un affronto ma gli umani chiedono sempre di essere ascoltati ed il minimo che si possa fare è ascoltarli. Non è una perdita di tempo (tanto se vi fate pagare ad ore il tempo perso in chiacchiere lo pagherà l’umano!), è proprio una necessità degli umani. Sicuramente, anche se ci infilzano qualche balla, finiranno per dirvi molte cose interessanti sul contesto in cui il cane vive. (Non son convinta che occorra annuire, confermare o simili, magari far qualche domanda può esser utile). Poi basta dire “OK, ma… ” e aggiungere quello che occorre, con decisione magari, ma senza far sentire l’umano in colpa.
    Altra cosa: gli umani sanno benissimo che le loro emozioni influenzano il cane, ma non potete chiedere loro di cambiarle. E’ possibile cambiare i comportamenti ma le emozioni no. (E se l’emozione da cambiare è uno stato d’animo negativo, sentirsi dire, “lei si pone con lo stato d’animo sbagliato” otterrà come effetto che… l’umano sarà intimamente concorde con l’educatore, anche se lo odierà a morte, ma si porrà verso il cane con uno stato d’animo ancora peggiore).
    Ultimo problema: la capacità di agire al momento giusto: chi lavora coi cani sa intervenire nell’istante esatto in cui occorre farlo. perché ci riesca un umano normale ci vuole tempo e la sciuramaria si sente spesso in imbarazzo perché non riesce proprio ad intervenire nel momento esatto in cui serve. Per questo ci vuole un po’ di tempo, abbiate pazienza.
    Insomma l’umano non vuole sentirsi “sbagliato”, tutto qui. (I complimenti si potranno anche fare, ma quelli falsi non mi convincono: se l’umano non è scemo capisce che è una presa per i fondelli)
    Quanto ho detto non è a difesa dei proprietari di cani che si pongono in modo presuntuoso, arrogante o francamente maleducato. Quelli vanno mandati a quel paese, se non altro perché non c’è alternativa.

    • giusto, giustissimo tutto… quanto ai complimento “falsi” c’è un distinguo… se sono proprio falsi ovvio che non funzionano, ma se in due ore di lezione il binomio fa una cosa giusta per 7 secondi, secondo me è utile (e non scorretto) cogliere l’attimo fuggente per un complimento.
      Si veicola un’informazione giusta, si gratifica l’umano che si sente più sicuro e il cane lo sente, e si dà un modello all’umano (di solito il cane sa già tutto) …”ecco così andava bene, devo rifare così” che è importantissimo (si colma il gap tra la teoria e la pratica).

    • Nella prima parte mi fai morire dal ridere, nella seconda vedo che sei molto intelligente, nella terza non concordo: “gli umani sanno benissimo che le loro emozioni influenzano il cane, ma non potete chiedere loro di cambiarle. E’ possibile cambiare i comportamenti ma le emozioni no”
      Parlare per due secondi con un sciurmariesco mai visto prima non cambia quasi mai le emozioni (le eccezioni ci sono https://www.tipresentoilcane.com/2012/11/20/piccole-grandi-storie/ ), ma l’istruttore educatore quello che è che passa del tempo per insegnare al cane e al proprietario qualcosa, dovrebbe avere il tempo di far cambiare il punto di vista di quest’ultimo, quindi anche le emozioni

  11. Io son talmente sciuramaria che non sono mai neanche andata al campo, quindi non faccio testo.
    Ma vorrei comunque dire il mio punto di vista: rinforzo positivo a rotta di collo!

    Guai a chi osa criticare il mio bassotto:
    “Grasso? Grasso sarai tu!”
    “Abbaione? Ma noooo, è solo felice che siano arrivati degli ospiti!”
    “Tira al guinzaglio? Oh, ma vaff..!”

    Sono invece sensibilissima alle lusinghe:
    “Pelo lucido? Graaaazie, gli do da mangiare sempre le chrocche ipersuperpremium”
    “Bella pettorina? E’ anche catarifrangente! :)”
    and so on…

    La mia insegnante di pilates aveva questa strategia (considera che io sono totalmente antisportiva e scoordinata):
    “Bravissima Gennj, prova a raddrizzare un po’ la schiena… meeeeglio! Così è ancora meglio!”
    Risultato: non mi son mai persa una lezione! 🙂

  12. La deprimente condizione intellettuale di molte mie colleghe che si recano al campo mi è stata confermata dal nostro (mio e del cane) istruttore che, dopo il termine del corso, mi ha detto che ero una delle persone più intelligenti che avesse mai conosciuto… ed effettivamente devo dire che alcuni (non tutti) i miei compagni di corso stavano lì, abbastanza inerti, in attesa di un intervento miracolistico o di qualche barbatrucco che risolvesse magicamente il problema, senza che fosse necessario modificare minimamente le proprie abitudini e la propria impostazione di vita… mi irritavo io, figuriamoci (sotto sotto) l’istruttore. Lui però era molto bravo (sia coi cani che con gli umani). Noi (io e Oscar) come binomio eravamo decisamente i peggiori, nonostante la mia pretesa intelligenza e la reale (grande) intelligenza del cane. Al contrario di come pare succeda di solito, Oscar al campo dava il peggio di sè (era troppo contento di stare con tanti cani per riuscire a concentrarsi su altro se non per qualche secondo). Non ci hanno mai messo dietro alla lavagna solo perché questa era saldamente attaccata al muro.
    Eppure l’istruttore aspettava che facessimo la minima cosa giusta, per un millesimo di secondo, per lodarci con entusiasmo.
    A me il gioco sembrava abbastanza chiaro, e anche un po’ buffo, però mi faceva ugualmente piacere…

    • Io non credo che Oscar il figo sbagli tutto al corso…e` solo diversamente attento ^o^ … qualche vignetta con l`istruttore non c`e`?

      • non ho foto… al massimo potrei fare qualche ameno raccontino, come quando siamo entrati al campo, il cane fiondato come una freccia per raggiungere i suoi amici e io spiattellata sulla metà del cancelletto che era restata chiusa e l’istruttore ha detto “ottimo: oggi dobbiamo appunto affrontare il problema del cane che tira al guinzaglio” …
        Oppure quando c’era la lezione di richiamo e tuttissimi gli altri cani sono corsi dal loro umano appena liberati (c’era un’altra persona che li teneva) tranne Oscar che è andato a mangiarsi i bocconcini che erano rimasti su uno sgabello dall’esercizio precedente (gli altri lo avevano dimenticato ma lui no)… e io a giurare che il cane lo sapeva, il richiamo, solo che non ne aveva voglia (non mi ha creduto nessuno)… etc etc

        • Vedi, Oscar e` un cane che ragiona, non fa quello che gli dicono pedestremente senza riflettere prima un attimo …che sullo sgabello c`erano i bocconcini!Io lo amo!

          • E poi non posso non pensare alla tua faccia quando tutti gli altri cani al richiamo sono partiti dritti come fusi verso i loro umani e Oscar con un`elegante parabola si e` fiondato sui bocconcini (per quanto ami la sua mamma ci sono pur sempre delle priorita` nella vita!)
            E sopratutto immagino le facce degli altri cani e a come si saranno fessi, poveretti, a guardare Oscar che banchettava coi bocconcini…secondo me al prossimo esercizio di richiamo col cavolo che andranno dai loro umani, piuttosto seguiranno in massa Oscar che diventera` il loro capo, il loro leader, il loro guru…incomincia a cucire le coccarde “Oscar for President!!!!

          • Ermanna, come aggravante, pensa anche che normalmente Oscar non va pazzo per i bocconcini e il cibo in genere…
            Il seguito di questa poco edificante scenetta è che Oscar ha deciso che, visto che non aveva obbedito, tanto valeva prendersi una ricreazione e io l’ho inseguito (o meglio, mi sono fatta inseguire) per tutto il campo grande, ripetendo il richiamo (che non si dovrebbe fare, ma era l’istruttore che mi diceva che, in questo caso, dovevo farlo). Dopo 10 minuti di questa ancor meno edificante performance, col cane che arrivava giusto a 10 cm dal mio braccio per poi scappare di nuovo, tutto fiero di questo gioco che aveva inventato, l’istruttore mi ha detto “cambia strategia”… che io avrei voluto prendere due legnetti, metterli a croce, e dire “Satana, esci da questo corpo”… ma i miei compagni di corso stavano già ridendo troppo e avevo paura che si sentissero male… così ho ripiegato su un più canonico “seduto” che alla fine ha funzionato (credo soprattutto perché Oscar si era divertito abbastanza ed era stanco).

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