Terminato il seminario di Shaun Ellis, riportiamo un articolo di Carlo Colafranceschi (che ci era stato inviato in ottobre, dopo che avevamo pubblicizzato l’evento, ma che – col consenso dell’autore – abbiamo preferito pubblicare dopo la venuta di Ellis in Italia).
di CARLO COLAFRANCHESCHI – Inizierei dalle cose più semplici, ovvero l’accostamento di Mech a (orrore orrore) Ellis.
Il famosissimo ricercatore non ha studiato un solo branco di lupi, piuttosto è dal 1956 che si occupa di questi meravigliosi animali. Elencare tutto il suo lavoro in oltre mezzo secolo è oltre lo scopo di questo scritto, tuttavia vale la pena ricordare alcuni suoi lavori tutt’oggi in fase di studio e osservazione: “Vita sociale del lupo e interazione con le prede” (Ellesmere Island, Canada, 1986 –in corso). Mech ha passato 13 primavere ad osservare il comportamento dello stesso branco.
Non ha interagito con il branco come Ellis sostiene di avere fatto semplicemente perchè i lupi di Mech sono veri e i lupi veri – meno che mai durante la stagione della riproduzione – non sono propensi ad accogliere ospiti umani o altrimenti.
Altro studio importante quello sulla popolazione residente nel Superior National Forest (Minnesota, 1968-in corso).
Il terzo riguarda l’interazione tra le alci ed i lupi nel Yellowstone National Park (1997-in corso).
Vale la pena citare qualche libro tra i tanti pubblicati:
• The wolves of Denali – Denali National Park 1986-1995 nel quale parla tra le tante cose di determinazione dell’home range, di come i lupi si disperdono a partire dall’anno di età.
• The Arctic Wolf: Ten Years with the Pack
Mech ha conseguito:
B.S. Degree, Conservation, Cornell University, 1958, Ithaca, NY
Ph.D. Degree, Wildlife Ecology, Purdue University, 1962, Lafayette, IN
Ha scritto circa 350 articoli scientifici e 110 divulgativi trattando prevalentemente il lupo in tutte le sue sfaccettature e le tecniche di radio tracking….. già seguire i lupi i natura senza questa attrezzatura è praticamente impossibile!
Bene, vediamo di conoscere il background di Ellis per verificare se è ragionevole preferirlo a Mech in qualsiasi contesto riguardante il pianeta lupo. Ellis passa la sua infanzia in ambiente rurale inglese nel villaggio di Great Massingham, nei pressi di King’s Lynn Norfolk, dove racconta delle sue escursioni notturne per osservare una famiglia di volpi giocare sotto la luce della luna.
Tra le sue ammissioni sia tacite che esplicite si annoverano quelle di “drop out”, “petty criminal” così è riportato nell’articolo Book Review: “The Man who Lives with Wolves”
Così Ellis, divenuto grande, parte: destinazione la riserva Nez Perce Indian Reservation USA, una delle zone recintate più grandi d’America. I lupi Nez Perce risiedono su 20 acri coltivati a bosco. Il branco “Owyhee” attualmente occupa una recinzione di 2 acri. Un posto stupendo per vedere i lupi in ambiente naturale (recintati? ndA). Tour guidati, gift shop tra le meraviglie pubblicizzate sul sito web.
Ellis passa due anni a “studiare” lupi in cattività, quegli stessi lupi in cattività che hanno invalidato tutte le ricerche che avevano descritto il lupo per quello che non era, che nessun cinofilo con poca o tanta pratica, da nessuna parte del mondo si era sognato di smentire, piuttosto aderendo in maniera pressochè totale, nel nome di quelle osservazioni errate.
Ancora oggi continuiamo a rovinare cani ancora oggi …con tanta pratica.
La ricerca si è corretta: la cinofilia, quando lo ha fatto, è stato per merito della scienza, la tanta pratica da sola continua con metodi barbari, con collari con le punte, elettrici, chiodati.
Non capisco questo livore nei confronti della teoria, chiedo un esempio di applicazione pratica giusta che si ispiri ad una teoria sbagliata. La scienza cambia opinione continuamente man mano che progredisce, se il DNA data la domesticazione del cane a 100.000/130.00 anni fa e l’archeologia parla di 14.000 non c’è contraddizione, semplicemente il reperto più vecchio TROVATO data 14.000 anni.
Oggi Wayne è passato ad un più conservativo 40.000/50.000, nel frattempo sono stati trovati altri reperti che datano 17.000, 27.000 anni però manca l’anello tra lupi e cani di oggi e allora? Questa si chiama scienza, ricerca: se stiamo qui a trastullarci con una rivista online lo dobbiamo a quella tanto vituperata ricerca.
Torniamo a Ellis che non avendo alcuna qualifica non trova di meglio da fare che trovare come suo coautore per il suo libro Penny Junor: biolologa? Etologa? Veterinaria? Niente di tutto questo: scrittrice!
Fra le sue opere: Diana, Princess of Wales (1982); Charles, Prince of Wales (1987 and 1998; Charles and Diana: Portrait of a Marriage (1991); Margaret Thatcher (1983); George Harrison, Eric Clapton, and Me (2007); Richard Burton (1986).
Oltretutto l’idea di far crescere dei lupi in cattività non è proprio così originale. Jim e Jamie Durcher hanno vissuto con i lupi in una zona recintata di 15 acri per un periodo di 3 anni, documentando con 2 filmati (Wolves at Our Door. e Living with Wolves) poi andati su Discovery channel. Terminate le riprese i lupi furono spostati in un’altra recinzione nell’Idaho dove tutt’oggi continuano a vivere.
Il film “Living with the wolves” è visibile a questo indirizzo.
Ecco un piccolo resoconto dai Durcher.
“By socializing with the pack from the time they were pups, we were able to gain the wolves’ trust and observe their behavior in a way that few people ever have.”
“Socializzando con il branco a partire da quando erano cuccioli, siamo riusciti ad ottenere la loro fiducia (non esistono altre tecniche, ndA) e ad osservare il loro comportamento come pochi altri sono riusciti a fare” .
“On the edge of Idaho’s Sawtooth Wilderness we built the largest enclosure of its kind and created an environment where a pack of wolves could open their lives to us and accept us as just another part of their world.”
“Ai margini dell’ Idaho’s Sawtooth Wilderness abbiamo eretto il recinto più grande di questo tipo e creato un ambiente nel quale un branco di lupi potesse mostrarci come vive accettandoci proprio come un pezzo del loro mondo”
Le affermazioni dei Durcher, contrariamente a quelle di Ellis, trovano riscontro nella scienza ufficiale e casualmente confermano quella visione Disneyiana tanto vituperata.
Oggigiorno Ellis manda avanti un parco presso Combe Martin Wildlife and Dinosaur Park in North Devon, England nel quale risiedono in cattività alcuni lupi e dove la National ha girato l’intero film “A man among wolves”.
Come questo signore possa trasmettere più affidamento di Mech rimane un mistero che, tra le altre cose, implicherebbe che tutti quegli addetti ai lavori, in ogni parte del modo che per oltre mezzo secolo hanno fatto riferimento a lui, interpellandolo,citandolo nei propri lavori, affidandogli incarichi, finanziando la sua ricerca siano da considerarsi degli emeriti imbecilli.
Ellis è un prodotto commerciale, Mech è un uomo di scienza.
La scienza ufficiale ha le sue pecche, ma fino a quando non troveremo un sistema migliore non è certo la pseudo scienza a darci migliori garanzie.
Mech non ha bisogno del sensazionalismo di Ellis, il suo lavoro, la sua ricerca – che, vorrei precisare, non esclude il contatto con lupi VERI (come testimoniato dalle foto) – hanno un valore intrinseco che gli viene dato dall’approccio scientifico al lupo che gli appartiene.
In maniera del tutto opposta, tolto il sensazionalismo, del lavoro di Ellis non rimane nulla di tangibile.
Il solo fatto che Ellis vada in TV dovrebbe suggerire quantomeno cautela.
Non è soltanto la National a conferirgli credibilità: è la televisione, notoriamente mezzo di comunicazione dove tutto è finzione, dove tutto è falso. La comunità scientifica si avvale di ben altri standard divulgativi.
Il confronto tra i due tra i due in termini reali, scevro della suggestione televisiva, è improponibile: Ellis non può nemmeno aspirare ad essere un allievo di Mech… gli manca la preparazione.
Sono consapevole che nel nostro Paese la preparazione accademica non sia vista come in Svezia, in Inghilterra o in Europa in generale: mia personalissima convinzione è che diversi poteri si sono adoperati affinchè ciò accadesse primo fra tutti quello eclesiastico che vale la pena ricordare era composto dai secondogeniti delle famiglie ricche e nobili!
La pratica, tutti invocano la pratica.
Ah non c’è dubbio che una condotta ha bisogno di pratica per esser correttamente insegnata, noto però che per mancanza di teoria (l’etica varia da individuo ad individuo) ancora oggi si fa largo uso di collari elettrici, con le punte (con e senza tappetti di gomma) con risultati per altro ben lontani da quelli ottenibili utilizzando sistemi che non fanno a cazzotti con la teoria.
Il vero problema della teoria non è quello dei neutrini che anzi risaltano la validità del metodo scientifico capace di auto-correggersi richiedendo che un determinato fenomeno sia riproducibile da chiunque in determinate condizioni.
Albert Einstein, nell’eventualità che la sua teoria sulla relatività venisse un giorno smentita per la scienza (e qualsiasi persona di buon senso), rimarrebbe comunque il genio che è stato.
E’ sui campi dove si fa fatica a riconoscere che con la storia della dominanza, della gerarchia e del capobranco si da inizio ad un circolo vizioso dal quale diventa difficile uscire.
Ma come si fa a rimangiarsi tutte quelle panzane per nulla scientifiche anzi negate dalla scienza se non si ha la certezza di avere sempre obbedito ad una riconosciuta metodologia?
Così si continua a ripetere la solita litania ispirata ai lupi di Shenkel (1947) all’ordine di beccata dei polli e al cane in natura.
Non nego l’importanza ed il valore della pratica tutt’altro ma non penso che tutta la pratica di questo mondo possa portare ad accorgersi di fenomeni quali learned helpnessness, deriva istintiva… andiamo, ancora si fa confusione tra rinforzo negativo e punizione!
La confusione si estende anche tra i sostenitori del “metodo gentile”: quanti ancora oggi cliccano il cane che poi compie una serie di azioni al termine delle quali riceve il premio, convinti che il cane lo associ all’azione cliccata? Una marea.
“Il click è una promessa” eccome no, in quel modo una promessa non mantenuta che con poche ripetizioni renderà il clicker (almeno in quella specifica situazione) del tutto ininfluente e inutile per il cane.
Ma siccome ci sono in giro diverse pubblicazioni scritte dagli Ellis della situazione, siccome ci sono i click-trainer, finisce che chi ha studiato psicologia applicata all’insegnamento del cane non è credibile, l’agonista invece si… ha l’esperienza pratica!
Teoria e pratica hanno entrambe una rilevante importanza, l’una non esclude l’altra, insieme concorrono al miglioramento di ciascuno di noi.
La scienza cambia le conclusioni a cui arriva, beh meno male, significa prendere tutto con beneficio d’inventario ma in maniera costruttiva altrimenti si rischia di rimanere legati a vecchi e superati concetti come quelli estrapolati dagli studi di Shekel nel lontano 1947 per non volere dare fiducia al metodo migliore per spiegare quanto accade intorno a noi che l’uomo conosca.
Non si tratta di fidarsi ciecamente, si tratta appunto di riporre la propria fiducia là dove il buonsenso suggerisce.
Tutto il mondo è paese? Ho girato il mondo in lungo e in largo e posso dire che per certi versi è vero… però concludo con questa osservazione: “ Sia la Germania sia l’Italia hanno perso la guerra: loro rigidi nelle loro regole dopo la caduta del muro si sono dovuti caricare sulle spalle anche la Germania dell’est ed oggi sono la prima economia in Europa. Noi furbi eclettici, flessibili siamo sull’orlo del fallimento. Forse dovremmo cambiare la nostra teoria almeno quando siamo sul suolo italico quella attuale, nella pratica, ha prodotto soltanto sfaceli”.
L’etologia è una scienza per parlarne bisogna avere i titoli, così come ad un congresso di medicina parlano i medici e non i guaritori, è interessante il lavoro di Ellis? de gustibus…comunque non è etologia, anch’io ogni tanto vedo Cesar Millan, curiosità ma non c’è nulla da imparare. Volete fare gli etologi i medici o gli ingegneri? la strada è una sola
@ Giovanni Padrone (e a Carlo Colafranceschi): scusa se ti rispondo dopo una settimana, ma ho trovato soltanto adesso (e soltanto casualmente) questo pezzo di post che mi riguarda.
Guarda, io scrivo su questo sito da più di un anno, e non credo di aver mai dato prova di saccenza, arroganza e supponenza. Sono attributi che davvero non fanno parte del mio carattere. Non ho mai vantato nessuna cultura cinofila, perché sono relativamente giovane e mi occupo di cinofilia da pochi anni, e credo che occorra moooooooolto tempo prima che uno si possa considerare “acculturato” (in cinofilia come in qualsiasi altro ambito del sapere umano).
Ma in questi anni, io una mia idea me la sono fatta: è quella e la difendo! Un giorno potrei anche cambiarla, ma le mie esperienze cinofile e i miei studi (pochi per la verità) mi hanno portato a pensare quello che ho scritto. Se ho lasciato trapelare una qualche arroganza che non mi appartiene chiedo scusa, ma ti assicuro che non era mia intenzione.
La cosa che mi ha dato fastidio è stata la reazione di Colafranceschi, a mio avviso sproporzionata rispetto a quello che avevo scritto (tra l’altro MAI riferito alla sua persona). Forse sarà stato a causa dei miei post sulla “cinofilia new age”, ma non mi riferivo assolutamente a nessuna delle persone qui presenti! Ma nemmeno per idea! Pensavo fosse chiaro il senso di ciò che ho scritto (anche perché sono concetti ampiamente trattati in molti articoli di questo sito che trattano la “deriva cinofilosofica” a cui sta andando incontro la cinofilia italiana: non ho fatto altro che riprendere quei concetti!) Evidentemente se siete in due ad avere avuto questa impressione di me, vuol dire che ho esposto male le mie idee, quindi ne prendo atto e cercherò di pormi in maniera diversa (anche perché è il mio primo vero “scazzo” qui su TPIC: questo indica che tutto si può dire di me, tranne che io sia un maleducato o un presuntuoso).
La mia stima nei tuoi confronti (anche se in parecchie cose la penso in maniera totalmente opposta) rimane immutata. Come rimane immutata la stima che ho per Colafranceschi (tengo d’occhio da tempo il sito Etodog e lo trovo interessantissimo: proprio per questo mi è dispiaciuta la situazione che si è creata).
Spero che il malinteso sia chiarito.
Sveglia con le galline (Chicchiricchìììììììììììììì)
Dario, nessun problema. Probabilmente anch’io ho un po’ frainteso le tue intenzioni. Del resto non si può essere tutti d’accordo sulle stesse cose, sarebbe abbastanza noioso, né nessuno ha la verità in bocca, ma teorie o ‘scuole di pensiero’; di sicuro io sono uno abbastanza aperto mentalmente per cui accetto il confronto che se fatto a voce è una cosa, qui sulla tastiera del pc bisognerebbe sempre ricordarsi di utilizzare le ’emoticon’ per smorzare i toni; bisognerebbe, ma un po’ la noia di farlo, un po’ l’età che avanza ci si dimentica le faccine a casa e poi ci sono i fraintendimenti (una volta qualcuno pretese di dedurre il tono del discorso in base a quello che era scritto). Quindi una volta chiarito questo, caro Dario, è tutto a posto.
Rispondo al suo ultimo post nel quale Lei descrive la mia reazione “sproporzionata rispetto a quello che avevo scritto (tra l’altro MAI riferito alla sua persona).
Nel suo post Lei afferma:
“Mi sembra un’assurdità, mi perdoni, dettata da un patologico pregiudizio verso Ellis e verso chiunque non sia un “professorone”, più che una presa di posizione ragionata e argomentata.”
A me pare che quanto sopra sia riferito proprio alla mia persona il termine “patologico” nel contesto da lei usato sta a significare:” Che costituisce un’anomalia radicata e non episodica abnorme, anormale, morboso: la sua pignoleria è veramente p. || essere un caso p., con valore scherz., di persona o comportamento strani, assurdi, maniacali
Inoltre quando io prendo una posizione coerentemente con la mia ricerca per fonti accreditate lo faccio sempre dopo aver ragionato e argomentando le mie idee, chi non lo fa é un imbecille.
Credo che chiuque riterrebbe offensive simili commenti salvo pensare che essi siano stati espressi da un demente. Quindi vede che la mia reazione quantomeno Le fa credito di non esserlo.
“Campo profughi a Mazara del Vallo??? Guardi che Mazara (con una zeta) è in Sicilia. E la Sicilia è in Italia, non in Congo. Non ci sono guerre e pulizie etniche a Mazara.”
Se legge i miei articoli troverà un certo numero di refusi dovuti alla tastiera del mio portatile ma in ogni caso se anche avessi scritto Mazzzara con tre zeta invece di una non le sembra un tantino “inelegante” dare dell’ignorante a qualcuno che lei non conosce?
“Poi tutta quella tiritera sui titoli è un po’ pretestuosa.”
Pretestuoso significa con una motivazione non vera, addotta per mascherare il vero motivo di un comportamento che spiegherebbe il mio supposto “patologico prgiudizio….”.
Concordo con Lei che un ulteriore motivo potrebbe trovare spiegazione soltanto in una condizione patologica ma lei converrà con me che per affermarlo dovrebbe almeno conoscermi.
Ciò premesso sicuramente nella mia risposta ci sono andato giù duro, ma io per scongiurare questo inconveniente (reazioni) evito di provocare le persone, perchè il suo post se Lei vuole essere onesto oltre ad essere offensivo aveva un tono provocatorio dall’inizio alla fine.
Questo purtroppo accade troppo spesso in cinofilia specialmente tra i giovani. Seguendo questo forum avrà avuto modo di leggere che più di una volta io e Valeria non ci siamo trovati d’accordo su alcune cose, ma questo non ha mai provocato una reazione irriguardosa o maleducata perchè alla nostra età trovare un contraddittorio intelligente é un fatto positivo che permette di arricchirsi, di riflettere e nel caso di cambiare idea.
Ciò detto se avremo occasione di conoscerci le offro un caffè volentieri.
Minchia, Carlo…però una botta di “patologica pignoleria” adesso ti spetta di diritto! 😀
Scherzi a parte, rega’… qua non siamo all’università di Pincopallo: siamo in uno spazio commenti. Se riusciamo a sfancularci con un minimo di eleganza in più, tanto di guadagnato… però non mi pare neanche il caso di andare a cercare l’etimologia di ogni termine per trovarci a tutti i costi il significato offensivo! Dài, parliamo di cani con un briciolo di scioltezza in più: e il “va a quel paese” ogni tanto ci sta pure, senza troppe prese di posizione o lese maestà, che qua sopra, almeno nelle mie intenzioni, siamo tutti uguali: tutti con uguale diritto di parola e anche col diritto di incazzarsi, ogni tanto… ma senza rancori eterni, okay? 🙂
(E non dico solo a voi, che a quanto pare siete già arrivati al caffé: dico in generale! La cinofilia di scanni ne vede già fin troppi, senza che andiamo a fomentarne altri con ‘sto sito…)
Peace and loveeeeeeeeeeeeeeeee!!! 😀
Credo che la capacità di rispettare opinioni diverse e il non opporre opinioni a conclamati concetti scientifici siano alla base di una discussione costruttiva.
Credo che la replica di Dario renda superfluo ogni mio ulteriore commento.
E’ il “conclamato” che mi lascia sempre perplessa, come ben sai: troverei più corretto un “conclamato fino a prova contraria”. Ma siccome ormai vi siete chiariti…va bene così e non polemizzo più neanche io!
E’ il “conclamato” che mi lascia sempre perplessa, come ben sai: troverei più corretto un “conclamato fino a prova contraria”. Ma siccome ormai vi siete chiariti…va bene così e non polemizzo più neanche io!
vogliamo metterci d’accordo su: ” “conclamato fino a prova SCIENTIFICA contraria”? :-se va bene così non polemizzo più neanche io!:-))))
Aggiudicato! 😀
@Carlo Colafransceschi.
Evidentemente, come ho scritto sopra, ho espresso le mie idee in modo fuorviante e a tratti un po’ provocatorio (anche se le mie intenzioni erano altre): ne prendo atto e cercherò di starci più attento la prossima volta. Anche perché in questo genere di “scanni via web” non mi trovo per niente a mio agio (in cinofilia se ne vedono a decine purtroppo), e cerco sempre di evitarli. Dunque quando partono da un mio post, la cosa mi rattrista ancora di più. Evidentemente anche senza volerlo mi sono posto in maniera irritante e di questo mi scuso.
Volevo solo precisare che il termine “patologico” era riferito al pregiudizio verso Ellis, non di certo alla Sua persona (forse avrei dovuto usare un aggettivo diverso: magari “un radicato pregiudizio” sarebbe andato meglio): ci mancherebbe che mi metto a dare del folle ad una persona che non conosco, e soltanto perché ha scritto una cosa che non condivido su Ellis!
Infine, come ho scritto ad Anna, di refusi ne commetto anch’io (quando sono stanco in quantità industriali), infatti non mi sono mai sognato di dare dell’ignorante a chicchessia per una cosa del genere: ma anche qui mi sono posto in maniera poco cortese e mi dispiace.
Il caffè lo accetto volentieri, ma dato che l’errore è stato mio, quantomeno lasci che paghi io 🙂
Ah adesso posso dire di conoscere un Dario…..? coi coglioni! 🙂
Certo che si può dire! 🙂
Il problema rimane sempre lo stesso ovvero abbiamo la sua parola e basta. Lupi free ranging si muovono tra i 50 e i 100 km al giorno come faccio a credere a Ellis? Come faccio a fidarmi di uno che sostiene di avere insegnato ad ululare a dei lupi? D’accordo che il primo che passa qualcosa possa insegnarcela, ma che ci aiuti a farlo! Il mio discorso non era rivolto a te personalmente (non ci conosciamo) quindi nemmeno posso preoccuparmi se prendi per oro colato quanto riportato dai media, rimango dell’idea che Ellis non é credibile se la base da cui si parte é la scienza, che tuttavia lascia sempre la possibilità di ritrattare, di integrare informazioni, atte a modificare le nostre conoscenze.
Ellis non é affidabile soprattutto per il suo approccio e conseguentemente per quello che dice e marginalmente inquanto Ellis. Sbaglio o da “esperto” di lupi é passato ad essere anche un esperto di cani?
Rimango della mia opinione, ovvero che il miglior sistema ad oggi disponibile é quello scientifico al quale faccio riferimento;criticarlo in quanto “teorico” rivela semplicemente la totale non conoscenza della materia e del significato della parola teoria, ma non voglio certo imporre il “mio” (il virgolettato é d’obbligo visto l’atteggiamento del resto del mondo su come reperire dati affidabili) modo di appunto reprire informazioni o nel mio piccolo di divulgarle. La contrapposizione teoria pratica non esiste, entrambe hanno la loro importanza, un po’ come acqua e aria sono indespensabili alla nostra sopravvivenza.Cordiali saluti.
Senza aver la presunzione di mettermi alla stessa altezza di chi lavora con i cani da molti anni più di me e quindi senza entrare nella discussione, vorrei solo porre all’attenzione di tutti un particolare che forse è sfuggito all’autore dell’articolo. Leggendo il libro di Ellis ci sono capitoli interi in cui si parla della sua esperienza in un branco di lupi liberi (selvatici) in America. Ci ha vissuto da solo per due anni rinnegando il suo essere umano finchè ha potuto, leggerlo è stato emozionante e sicuramente ciò che ha osservato ha un valore, piccolo o grande che sia, e per quanto mi riguarda ha la mia ammirazione anche se non possiede titoli accademici. Quelo che mi chiedo è: ma l’autore dell’articolo lo ha letto il libro o si è fermato al documentario televisivo che come tutte le cose televisive lasciano il tempo che trovano?! Detto questo si può ancora considerare Ellis un ciarlatano a cui non daresti due lire ma almeno ci si confronta con la realtà, dire che la sua esperienza è limitata a lupi in cattività è una bugia e se le accuse si fermano a questo punto bisognerebbe riadattarle a ciò che veramente Ellis ha fatto in vita sua. In polonia ha salvato decine di lupi che attaccavano mucche e pecore inventandosi un sistema di ululati registrati che tenessero lontani i branchi da fattorie e fucili, io non ci sarei riuscito ergo si vede che qualcosina in merito a ululati etc l’inglese lo ha imparato. Comunque, d’accordo o meno, sempre articoli molto interessanti che stimolano la discussione e quindi la crescita, complimenti! Cordiali saluti Michele
Caro Michele, prima di risponderle vorrei congratularmi per l’educazione con la quale lei ha espresso i suoi dubbi. Certo che ho leo il libro e certo che ho visto il video e mi sono anche informato sulla riserva indiana citata nel libro dandon conto nei miei articoli lupi in cattività tenuti in grandi recinti altro che lupi in libertà. Ho anche fornito il link ad un film girato nella stessa riserva indiana qualche anno prima dell’arrivo di Ellis.Tradotto getilmente da Giovanni Padrone ho dato conto di dove e come sia stato girato il filmato.Quanto ai lupi in Polonia sarei interessato ad esaminare se disponibile del materiale che dia conto del lavoro svolto. Ululare per un lupo é del tutto naturale basta fargli sentire la nota giusta e si scatena un meccanismo per cui di lupo in lupo ( o a volte di cane in cane) l’ululato emesso a Reggio Calabria arriva fino in Val di Sole nel Trentino! Attualmente gli studiosi propendono per dare all’ululato la funzione di avvertire lupi di altri branchi della prsenza del proprio branco per evitare incontri che potrreebbero sfociare in diatribe. Affermare di avree insegnato ai lupi ad ululare é un po’ come dire di avre insegnato a dei bambini ad allargare le pupille quando al buio.
Ora dopo avere risposto alle sue domande vorrei farne una io una se posso:in tema di ricerca scientifica di metodi di misurazione dei comportamenti a quali informazioni ha attinto prima di “prendere le parti di Ellis”? Perchè il problema in realtà é tutto li: vogliamo partire da fatti o vogliamo CREDERE a quello che ci viene raccontato? Io quando un argomento non lo conosco sia nella teoria sia nella pratica faccio riferimento a fonti accreditate; rispetto ad altri quando (come nel caso di Ellis)le fonti accreditate non sono disponibili non mi limito a dire: ‘Non ci sono fonti accreditate’ ma leggo quello che é disponibile.
Quando però quello che viene detto e/o scritto cozza con quanto affermato da fonti accreditate come nel caso di Ellis, beh vuoi per mentalità, vuoi per prudenza, vuoi per quello che ho studiato, vuoi per rispetto a persone che si sono fatte il culo prima sui libri e poi in mezzo ai lupi, vuoi per rispetto al metodo scientifico, non posso prendere per buone quelle che per i motivi su citati appaiono come delle brillanti azioni commerciali che non fanno altro che diffondere notizie imprecise, quando non totalmente inventate al solo scopo di fare quattrini o per pura ignoranza (dal verbo ignorare ci mancherebbe)approfittando del pubblico che ignaro pensa che un lupo sia un lupo punto e basta quando purtroppo non é affatto così-
Figurati per l’educazione, ci mancherebbe! Dunque per quanto riguarda i lupi selvatici ovviamente non mi riferivo a quelli nella riserva indiana ma a quelli con cui ha vissuto da solo per circa due anni dopo essere andato via dalla riserva proprio perchè anche lui si rendeva conto di come la cattività snaturi in qualche modo i lupi portandoli ad assumere comportamenti come l’aggressività, diversa da aggressività sociale sempre presente nei branchi, che se liberi non avrebbero messo in atto. Quindi se lui per tutto quel tempo ha convissuto con un branco di lupi non impregnati sull’uomo e senza le dinamiche da “recinto” vedendo rituali, spostamenti, giochi, stagione degli amori, cuccioli etc. sicuramente ne sa qualcosa, poi personalmente non lo metto sullo stesso piano di Mech perchè il confronto non sta in piedi però da qui a dire che è un buffone ci sono tante vie di mezzo no?! Per il lavoro in polonia ti ho riportato il sunto di quello che ho letto nel suo libro. Anche in questo caso mi sembra di ricordare ci siano un paio di capitoli a riguardo, andrò a rivedere perchè l’ho letto un paio di anni fa. Ho preso un pò le difese di Ellis perchè anche se su alcune teorie posso essere d’accordo e su altre no rimane il fatto che ammiro un uomo che spinto dalla curiosità e dal volere capire un altra specie si mette in gioco in prima persona vivendo per anni in condizioni difficili (e non parlo solo dell’esperienza americana, nel libro ci sono momenti in cui chiunque ha pensato: Ellis ma chi te lo fa fare?!) dedicandosi anima e corpo ad animali considerati dai più come nemici dell’uomo e se non come nemici perlomeno come rivali da abbattere. E ricordo che per seguire i lupi, sia nelle fasi in cui lavorava nelle riserve che nelle altre, per molti anni ha fatto quasi la fame, poi è arrivato il successo ma la spinta che ha avuto nel scegliere la propria strada non è stata dettata dai soldi ma dal voler conoscere per sensibilizzare le persone sul tema e far vedere i lupi sotto un’altra ottica, quindi per quanto mi riguarda tanto di cappello! Io ho letto Mech e per il comportamento del cane la mia bibbia è Trumler quindi non ti preoccupare che non prendo per oro colato tutto ciò che i media ci passano anzi giudico sempre con occhio critico avendo delle basi che ho voluto proprio per non farmi fregare dal primo che passa, ricordando però che a volte anche il primo che passa uno o due cose ce le può insegnare!! Cordiali Saluti Michele
Non é semplice fornire una risposta esauriente in poche parole ma cercherò di farlo. Se si prendesse lo stesso branco di lupi e lo si potesse clonare lasciandone uno in libertà e l’altro in cattività avremmo due branchi con differenze comportamentali enormi, differenze fisiologiche come ad esempio un ritmo cardiaco addirittura doppio nei lupi liberi rispetto a quelli i cattività nonchè differenze enzimatiche. Il meccanismo adattativo nei lupi in catttività subisce uno stravolgimento. Lupi litigiosi in natura hanno la vita breve autoeliminandosi praticamente da soli. Così di generazione in generazione sopravvive soltanto chi riesce ad adattarsi all’ambiente circostante é dunque l’ambiente a forgiare il tipo di lupo ideale. Ambienti diversi lupi diversi anche in ambienti naturali diversi ma non per quanto riguarda la sopravvivenza e la riproduzione sopravvivere passa per EVITARE scontri inutili. Il lupo i cattività vede aumentare la sua aggressività ma siccome ci sono i veterinari i lupi litigiosi si riproducono invece di estinguersi. Questo in maniera molto succinta il motivo che mi spinge a dire che un lupo in cattività non é un lupo e che dove viene eretta una recinzione non c’è branco se per branco s’intende quel perfetto meccanismo naturale che appartiene al lupo.Anche un pesce rosso fuori dall’acqua é uguale a quello dentro anche se morto.
Cani ferali.
Fanno parte assieme ai “wild dogs” “stray dogs” “street dogs” e “village dogs” di quei cani definiti come “Free ranging” che si suddividono in “urban” e “non urban” talvolta ibridizzati con altri canidi. Wild dogs sono anche i Cape Hunting dogs che però non sono Canis Lupus Familiaris ma bensì Lycaon Pictus. Quello che va capito é che l’etologia si occupa dello studio degli animali in natura, se si studiano dei free ranging wolves o dei free ranging dogs le osservazioni fatte e conclusioni raggiunte non servono a spiegare il comportamento di uno o più cani allevati e cresciuti in un ambiente domestico.
Per fare un esempio il Canis Africanis (village dogs) grazie alla selezione naturale non ha bisogno ne di antiparassitari ne di vaccini (tranne quello x la rabbia)I nostri cani invece stanno divenendo sempre più malati grazie a tanta pratica e nessuna applicazione della genetica della popolazione ma questo é un altro argomento.
Ps chiedo scusa per la punteggiatura ma la tastiera del mio portatile é un po’ andata dovrò collegarne una via USB per tornare alla normalità vi assicuro che non é divertente nemmeno per me considerando che i tasti più andati sono: e/r/a/n e la virgola
“se si studiano dei free ranging wolves o dei free ranging dogs le osservazioni fatte e conclusioni raggiunte non servono a spiegare il comportamento di uno o più cani allevati e cresciuti in un ambiente domestico”.
Aaaaallelujaaaaaaaaaaaaaa!!!
Ma ti diverti a manipolare il significato di quello che scrivo morditrice di chiappe impenitente! 🙂
Vediamo di mettere le cose nella giusta prospettiva cercando di non fare confusione.
“Se si studiano dei free ranging wolves o dei free ranging dogs le osservazioni fatte e conclusioni raggiunte non servono a spiegare il comportamento di uno o più cani allevati e cresciuti in un ambiente domestico. Ora siccome l’assunto è che il cane sia un animale di branco come il lupo e che il suo fare branco sia governato da una gerarchia basata sulla dominanza come il lupo il citare altri canidi è funzionale a dire: Lupo e cane sono due specie diverse ispirarsi al comportaamnto del lupo per spiegare quello del cane domestico è fuorviante persino quando il cane vive in libertà ovvero nell’ambinte meno diverso possibile da quello nel quale vivono i lupi free ranging il branco inteso come nel lupo non esiste. Sappiamo da almeno 40 anni che il cane domestico nella sua versione meno dissimile da quella del lupo non forma il branco ma raggruppamenti temporanei nei quali non emergono gerarchie Beck 1973/ 1975; Rubin 1982; Scott 1973. Sappiamo anche che i coyote formano un branco esclusivamente d’inverno quando le prede piccole scarseggiano. Sappiamo che anche i lupi quando si avvicinano ai villaggi non formano il branco (Coppinger). Sappiamo che i cani dei villaggi non formano il branco ma in caso di necessità cacciano in gruppi organizzati. Non so a te ma a me viene da chiedermi se il lupo non formi sto benedetto branco quando le sue prede sarebbero al di fuori della sua portata e per sopravvivere necessita dell’aiuto di altri soggetti con il suo stesso identico problema: sopravvivere e riprodursi.
Parlando della teoria del branco (quella di cui l’autore è ignoto mai scritta da nessuna parte) e della gerarchia per dimostrarla servirebbe fare delle osservazioni e su base statistica verificare la natura delle interazioni tra i vari soggetti, ma se i cani non si raggruppano se non per poco tempo in casi particolari l’analisi come la fai? Sto cane dominante forte prepotente si comporta sempre in modo diametralmente opposto a quello di un cane sicuro di se; vuoi vedere che i cani “dominanti” siano la conseguenza di una teoria farcita di antropomorfismo che di fatto PROVOCA la supposta dominanza oppure inibisce il cane ad un punto tale che si fa fatica a capire il motivo di averne uno in casa. I cani “dominanti” solitamente seguono un percorso riabilitativo che si basa sui principi del condizionamento operante e classico, talvolta facendo ricorso a psicofarmaci; allo stesso tempo si parla di dominanza come un fattore genetico “Quel cane è dominante!” Curioso no? Spesso mi è capitato di incontrare cani ai quali era stato insegnato a proteggere il cibo: Aiuto il mio cane è dominante. In realtà la spiegazione del fenomeno a cui sempre arrivo è che il comportamento di difesa del cibo è stato sempre rinforzato dall’allontanamento del proprietario a fronte degli avvertimenti del cane provocati dal proprietario stesso. Paura di perdere una risorsa fondata su un rapporto sbagliato tra cane e uomo.
Poi se vogliamo continuare ad usare la manovella per mettere in moto l’auto facciamo pure io preferisco il telecomando. 🙂
Ancora una volta mi trovo in accordo con Lei, Colafranceschi: la mia esperienza coi cani problematici, i miei cani e gli studi hanno forte analogia con quanto da Lei fin qui esposto.
I vari studi etologici sui cani, siano essi domestici nel senso stretto della parola, randagi, pariah o ferali danno dimostrazione che gli stessi sono animali che si aggregano occasionalmente, nella maggioranza dei casi non sono nemmeno parenti, mentre fra i lupi ed altri canidi selvatici (come i licaoni con i branchi più grandi, le dholes e gli speoti) i gruppi sociali sono alquanto stabili e paragonabili a quella struttura sociale che noi definiamo famiglia (a volte allargata) e che la gerarchia, intesa come struttura sociale molto rigida, in realtà è una pura invenzione dell’uomo.
Alle stesse conclusioni sono giunto anche nei riguardi dei cosiddetti ‘cani dominanti’. Possiamo avere dei cani fortemente competitivi (alcune razze lo sono per selezione), ma il cane dominante, se esiste, è una figura che rasenta lo stato patologico (e spesso mi è capitato di dover vedere in cani ‘presunti’ dominanti, comportamenti esacerbati dovuti all’ansia).
Dunque, per quale motivo bisogna scomodare figure alquanto fiabesche per identificare determinate categorie caratteriali di cani, quando le stesse possono essere spiegate in maniera più consona con l’etologia del cane stesso? Per quale ragione ci si ostina a voler far credere che il cane sia un animale molto meno intelligente e senziente di quanto è in realtà?
Sarà il caso, 2800 anni dopo la fondazione di Roma (decennio più, decennio meno), di iniziare ad evolvere il proprio pensiero e smettere di pensare al cane come un animale da giochi gladiatorii.
In risposta a Mr. Dario: confondere la saccenza con quanto si scrive perché basato sulla propria esperienza e sui propri studi denota una mancanza di rispetto nei confronti delle figure professionali che qui scrivono senza pretendere nulla in cambio e di chi si fa un mazzo tanto per risolvere i problemi dei cani altrui, spesso dovuti a concetti relazionali errati. Se questa è tutta la Sua ‘cultura’ cinofila mi inchino di fronte a cotanto sapere. Fra l’altro nessuno impone nulla (per quanto mi riguarda, ma immagino sia lo stesso per Colafranceschi), per cui se non aggrada ciò che gli altri scrivono basta non leggerlo o usare il pollice verso (e non si preoccupi che nessuno si offende). 😉
Concordo con Lei, Carlo Colafranceschi, sul danno dell’impostazione esclusivamente pratica. Una formazione specialistica in ambito clinico-biologico prevede un percorso formativo il cui punto di partenza è in genere una laurea scientifica (o un percorso equiparabile), ma solo con la continua crescita e confronto con figure professionali e ricercatori di elevato livello permette nel tempo di acquisire una professionalità, metodi corretti di indagine e ricerca (per chi lavora nella ricerca) e fornisce gli strumenti per poter valutare correttamente i dati forniti in letteratura, inquadrandone limiti e criticità, che sempre ci sono. Senza una valida base teorico-pratica, le letture saranno sempre parziali e le interpretazioni spesso errate. Solo su un punto vorrei tornare, che mi sta molto a cuore. I nostri cani stanno diventando sempre più malati sia perché la selezione è aberrante in molti casi, visto che spinge sempre più verso fenotipi poco funzionali, ma anche perché, e forse ancora di più, per le pressioni ambientali sbagliate di allevamento, sempre più accettate, che alterano l’espressione genica e quindi i fenotipi, ovviamente favoriscono anche genotipi biologicamente non validi. Un cucciolo può nascere con un pattern genetico favorevole per alcuni aspetti (impensabile per tutti), che può essere drasticamente e irreversibilmente modificato per selezione ambientale sfavorevole (non sempre valutabile nell’immediato, anzi). Poco c’entra in questo caso la genetica di popolazione (che sinceramente in cinofilia mi sembra sempre e solo l’unica considerata). Sempre riprendendo il discorso dei cloni, due soggetti geneticamente identici possono sviluppare comportamenti e caratteri differenti in modo irreversibile, come lei ha giustamente detto, in base all’ambiente in cui crescono (in umana questo si studia sui gemelli monovulari, e in alcuni casi questi hanno caratteri e sviluppano attitudini del tutto diversi, pur vivendo condizioni simili, ma mai identiche). Nel cane, questo aspetto lo descrive Dehasse, che dice praticamente che un cucciolo messo in mano a un buon educatore/addestratore può mascherare degli aspetti caratteriali genetici non eccellenti, proprio per la plasticità neuronale), lo stesso avviene per l’organismo, se viene fatto sviluppare e crescere con certe pressioni ambientali, può evolvere in modo significativamente differente. Queste modificazioni, non genetiche, in parte possono essere fissate in modo irreversibile ed essere anche trasmissibili. Ragionare solo in termini di frequenze alleliche è riduttivo, soprattutto per le caratteristiche a basso indice di ereditabilità, che sono tante, e per quelle in cui l’espressione genica è notevolmente modificabile da fattori epigenetici e ambientali (che sono tante), e può portare a scelte sbagliate. Non è un caso che nell’ultimo ventennio si siano sviluppate nuove frontiere della biologia, molte delle quali a seguito dei ‘fallimenti’ della genetica (ovviamente la genetica non fallisce, ma hanno fallito molti studi improntati sull’idea di implicazioni solo genetiche per patologie genetiche, da lì si è partiti). Basterebbe correggere certi criteri, per vedere come in poche generazioni alcuni aspetti migliorerebbero. D’altro canto Trumler accoppiava in strettissima consanguineità per generazioni, ottenendo solo una lieve riduzione di statura, ma lasciava che ci fosse una selezione alla base e poi non c’erano tante pressioni ambientali non funzionali.
Luisa, anche io concordo con lei che la parte ambientale sia importantissima, non a caso propongo il SensoPuppy programma di stimolazione sensoriale che serve appunto per meglio guidare l’espressione della gentica.Però mi permetta di dire che mentre almeno in teoria la gentica della popolazione sarebbe un traguardo raggiungibile, l’ambiente offerto da ciascun allevatore alle proprie cucciolate temo continuerà a dipendere dal singolo allevatore. L’unico miglioramento veramente importante, sarebbe quello di permettere l’incrocio di razze, o meglio ancora ove possibile con i cani dei villaggi. Così come é concepita la cinofilia, le malattie genetiche non possono che aumentare e parallelamente il patrimonio genetico di ciascuna razza diminuire.
Mah… Carlo, sono reduce da una “vacanza romana” di due giorni con ampie scorribande nei parchi romani (appena riuscirò a fermarmi due giorni di fila a casa, scriverò qualcosa in merito): ho visto più displasia nei meticci incontrati al parchetto che in tutti i pastori tedeschi che ho allevato in dieci anni 🙁
Ciao Valeria, la displasia é forse il problema più famoso, ma che le malattie genetiche siano in costante aumento é un fatto. C’è da dire che parlando di consanguineità occorre specificare che l’incrocio tra lo stesso grado di parentela può rivelarsi completamente diverso in base ad esempio agli antenati in comune in un caso e nell’altro. Parlando di displasia purtroppo il metodo FCI é impreciso quindi le statistiche (dei cani che appaiono buoni) sono poco attendibili anche per questo motivo. Una cosa é certa, una volta che una razza é riconosciuta e si chiudono i registri é solo questione di tempo ed il patrimonio genetico subirà un progressivo impoverimento. Quando parlo di incrociare razze perdonami, ma non penso ai cani del parchetto, magari penso a quei boxer che negli UK dopo essere stati incrociati con dei Corgi, per selezionare con successo la coda corta naturale, ad opera guarda caso di un genetista , che si é sentito dire dal Kennel Club che i suoi Boxer non erano puri. Questa fissazione della purezza nasconde una scarsa comprensione della genetica e dl suo corretto impiego nell’allevamento del cane. Personalmente della purezza me ne impippo a mio personale giudizio (mi ripeto) un cane deve essere facilmente riconoscibile (standard), la sua genealogia deve essere tracciabile (pedigree) di buon carattere e con la spiccata capacitàdi svolgere il lavoro per il quale é selezionato, monitorata con apposite prove. Infine il cane deve essere sano. Gli effetti della consanguineità sono ben noti agli aristocratici prima o poi lo capiranno anche gli allevatori …almeno si spera.
Da ignorante non ci sto capendo più niente. I lupi in cattività sono lupi nel senso pieno del termine oppure no?
I cani ferali sono un “sottogenere a parte” (e dal poco che ho visto penserei di sì) o è vero il contrario?
Una povera utente perplessa 🙁
Gran Dio che sfoggio di culture varie e complesse e circonflesse.Alla fine qualcuno mi spiega come tutta sta sapienza mi potrebbe dare una mano a convincere le persone che è giusto raccogliere la merda dei cani per strada?
Dovresti chiederlo ai saccentuoli del “prova a contraddirmi e ti smerdo” che infestano il topic.
Forse Mech ha scritto qualcosa a riguardo: magari ti fanno un copia e incolla 😉
… e se scrivono in italiano e ci mettono pure le virgole è meglio…
Riciao Valeria,
Credo sia necessario un chiarimento siu alcune affermazioni e magari se trovo il tempo scrivere un articoletto sui lupi con speciale riferimento a tutto il lavoro che si rende necssario per abituarli all’uomo.Quaando diciamo che un lupo in cattività non é un lupo ovviamente ci riferiamo a quella parte del lupo che muta la sua espressione asseconda dell’ambiente in cui si trova a crescere e sopravvivere.Un lupo in cattività non ci dice molto poco del lupo in ambiente naturale e viceversa.Nessuno dei due ci dice dell’interazione tra uomo e cane!
La descrizione di una specie viene fatta in ambiente naturale per ovvi motivi non fosse altro per evitare di avere etogrammi molto diversi per la stessa specie.
Alcuni esempi veloci:i lupi che crescono allo stato naturale si disperdono tra il primo ed il terzo anno di età questo meccanismo (ma non solo) riduce l’aggressività all’interno del branco di qui le osservazioni di Mech.I lupi che lasciano il branco ne formano uno proprio. Il branco é un nuclo di sopravvivenza dove la cena va cacciata per farlo occorre che tutti siano abili e arruolabili una ferita potrebbe significare morte certa. Credo sia lampante come questi meccanismi portino ad una selezione dove soltanto i più adattabili (non i più forti)sopravvivono. Una recinzione altera inesorabilmente l’quilibrio naturale conseguente ai comportamenti descritti ed altri ancora.Anche lo stato di salute di un lupo in cattività é diverso da quello di un lupo in libertà come dimostrato da alcuni studi di cui darò conto appena possibile
Dunque un cane ferale,dei villaggi,rinselvatichito non ci dicono granchè ne del cane che abbiamo in casa nel del lupo; come il lupo non ci dice una cippa del cane domestico.Non facciamo un gran minestrone che non fa altro che confondere le persone e cerchiamo di non fossilizzarci su concetti superati dall’evidenza scientifica.
X Giovanni PPadrone
Se le andasse di tradurle ho altre informazioni in Inglese
Here’s what National Geographic does not tell you about Shaun Ellis and “A Man Among Wolves” premiering on television tonight:
http://terriermandotcom.blogspot.it/2007/04/national-geographics-stunt-television.html
• The whole thing was shot in a less-than two acre cage in a 25-acre theme park in Devon, England. The main attraction of the theme park is animated dinosaurs.
• Shaun Ellis is not a scientist of any kind. He is not a biologist, nor is he a trained animal behaviorist. He is not even an accredited zoo keeper.
• The wolves are not wild – they are put on daily viewing for the public, where Shaun’s main theme-park job is putting on a “daily howling exhibit.”
• Wolves are raised up by humans all the time. It is a stupid thing to do, but a lot of stupid things are done all the time. Just as you can buy a baby cougar or baby black bear in this country, you can also buy a baby wolf (legal or not). All it takes is a little bit of money and no common sense at all.
• The wolves are doomed to captivity and will never be released into the wild. The reason? They have been acclimated to humans. A human-acclimated wolf is a dead wolf in every country in the world unless it is kept in a cage. The best these wolves can hope for is to be placed in a larger cage and far from Shaun Ellis.
• Shaun Ellis has nothing to teach a wolf. He cannot teach them how to hunt, he cannot teach them how to have sex, and he cannot teach them how to seriously fight among themselves. Think about it. Ellis is too slow to chase down a rabbit. More to the point, the wolves do not have near enough room to run down a deer or elk on their own (not that there are any elk in the U.K.). So what does Ellis “teach” the wolves to do instead? He teaches them to … wait for it … fish with a few mackeral and trout he steals from the seal exhibit next door. Oh goodie! Talk about Through the Looking Glass.
• The idea of raising wolves in a cage in not even original. Jim and Jamie Dutcher lived with wolves in a 15-acre cage for three years, and not only filmed the whole thing and put in on the Discovery channel, they produced a companion book as well. After the filming was finished, those wolves were moved to another large cage in Idaho (not to the wild), where they continue to live to this day.
• Real wolf experts exist, and so too do experts at releasing wolves into the wild. In fact, less than a day’s drive from National Geographic’s main office in Washington, D.C. can be found the Alligator National Wildlife Refuge where once-captive red wolves were successfully re-introduced into a marshy wilderness. As for howling, it is innate and instinctive with wolves and coyotes, and both wolves and coyotes will readily respond to almost any human howling at dusk, as park rangers routinely demonstrate with truely wild wolves in the Alligator.
In the end of watching “A Man Among Wolves,” we are left with only one important question: What moron agreed to put this dreck on TV and make a laughing stock of the valuable National Geographic brand?
We have four great wolves which are in a very natural enclosure near the lions, they will enjoy seeing you. Please note that Shaun Ellis is no longer a part of the Wildlife and Dinosaur Park.
http://www.wildlifedinosaurpark.co.uk/animals/wolves
Mi scuso se rispondo con un po’ di ritardo, ma ero fuori per cani altrui. Devo dire che le traduzioni di quanto da Lei riportato in lingua inglese, egregio Colafranceschi, mi stuzzicano sempre più, per cui ho provveduto a fare una rapida traduzione, magari con qualche termine un po’ impreciso ma che rende comunque il senso del discorso.
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Ecco cosa il National Geographic non vi dice di Shaun Ellis e “Un uomo in mezzo ai lupi” trasmesso in televisione questa sera:
http://terriermandotcom.blogspot.it/2007/04/national-geographics-stunt-television.html
• Il tutto è stato girato in un recinto di meno di due acri in un parco a tema di 25 acri nel Devon, Inghilterra. L’attrazione principale del parco a tema sono i dinosauri animati.
• Shaun Ellis non è uno scienziato di qualsiasi genere. Egli non è un biologo, né un istruito comportamentista animale. Non è neppure un guardiano dello zoo accreditato.
• I lupi non sono selvaggi – sono messi a vista tutti i giorni per il pubblico, dove il lavoro di Shaun nel parco è mettere su una “quotidiana mostra di ululati.”
• I lupi sono allevati dagli esseri umani per tutto il tempo. E ‘una cosa stupida da fare, ma un sacco di cose stupide si fanno tutto il tempo. Così come è possibile acquistare un puma cucciolo o un cucciolo di orso bruno in questo paese, è anche possibile acquistare un lupo cucciolo (legale o meno). Tutto ciò che serve è un po’ di soldi e non il senso comune a tutti.
• I lupi sono destinati alla cattività e non saranno mai rimessi in libertà. Il motivo? Essi sono stati acclimatati per l’uomo. Un lupo abituato agli umani è un lupo morto in ogni paese del mondo, se non è tenuto in una gabbia. Il migliore di questi lupi può sperare di essere posto in una gabbia più grande e lontano da Shaun Ellis.
• Shaun Ellis non ha nulla da insegnare ad un lupo. Non può insegnare loro come cacciare, non può insegnare loro come far sesso e non riesce a insegnare loro come combattere seriamente tra di loro. Pensateci. Ellis è troppo lento per inseguire un coniglio. Più precisamente, i lupi non hanno abbastanza spazio vicino per cacciare un cervo o un alce in proprio (non che ce ne siano di alci nel Regno Unito). Così, Ellis cosa “insegna” ai lupi? Insegna loro ad … aspettare… pescare alcuni sgombri e trote rubandoli dalla prossima porta che mostra una foca. Oh goodie! Parlare attraverso lo Specchio.
• L’idea di allevare i lupi in una gabbia non è nemmeno originale. Jim e Jamie Dutcher hanno vissuto con i lupi in una gabbia di 15 acri per tre anni, e non solo hanno filmato tutto e trasmesso su Discovery Channel, hanno anche prodotto un buon libro. Dopo che le riprese erano finite, i lupi sono stati spostati in un altro grande recinto in Idaho (non allo stato selvatico), dove continuano a vivere tutt’oggi.
• I veri esperti di lupo esistono e così anche gli esperti che rimettono i lupi in libertà. In effetti, a meno di un giorno dalla sede centrale del National Geographic a Washington, DC si trova l’Alligator National Wildlife Refuge dove una volta i lupi rossi in cattività sono stati reintrodotti con successo in un deserto paludoso. Per quanto riguarda l’ululato, che è innato e istintivo nei lupi e coyote, entrambi prontamente rispondono a qualsiasi umano che ulula al tramonto come i ranger del parco che di routine danno dimostrazione con i lupi davvero selvatici nella Alligator.
Alla fine guardando “Un uomo in mezzo ai lupi”, ci ritroviamo con una sola domanda importante: quale idiota ha accettato di mettere questa porcheria in tv e fare del prezioso marchio National Geographic una roba da ridere?
Abbiamo quattro grandi lupi che sono in una cassa molto naturale vicino ai leoni, che potranno godere della vostra vista. Si prega di notare che Shaun Ellis non fa più parte del Parco Faunistico e dei Dinosauri.
http://www.wildlifedinosaurpark.co.uk/animals/wolves”
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Ed ora un mio personale commento. Di certo Ellis non è Millan: il primo fa danni solo con tre poveri lupetti (ma anch’io vorrei vederlo con un branco di veri lupi selvatici), il secondo continua a rovinar cani in giro per il mondo. Una cosa in comune però ce l’hanno: entrambi sono un prodotto televisivo del National Geographic, insieme ad un altro personaggio che mi da molto da pensare: Bear Grylls. Ragion di più per dubitare delle capacità mentali di chi gestisce questo canale pseudoscientifico. E per fortuna che non ho Sky.
Quando io dico cosa simili (non proprio simili: ma insomma, quando dico che non mi piacciono) di Vaira o di Millan (intesi come “personaggi TV”, non che voglia paragonare l’uno all’altro), arrivano sempre 102 fedeli discepoli a dirmi che so’ invidiosa.
Eppure io motivo anche quello che dico.
Qui invece si legge solo il consueto “nonc’haittitoli” e quindi non ha nessun diritto. Mah.
Che i lupi stiano in una riserva recintata è cosa nota da sempre: e allora? Tutto ‘sto sproloquio non dice altro. Sono cresciuti dall’uomo, non sono selvatici, Ellis è un pirla, le stesse cose le ha già fatte qualcun altro… embe’?
Se i lupi in cattività (perché di questo si tratta) non sono lupi – forse l’ho già detto da qualche altre parte – allora i cani ferali non sono cani. I primi non sono lupi perché sono impregnati sull’uomo, i secondi non sono cani perché NON sono impregnati sull’uomo.
Però, ogni volta che qualcuno tira fuori un studio sui cani ferali, tutti a dire ohhhh ahhhh che bellooooo che interesssanteeeee!!!
A me pare che manchino quei due-chili di coerenza.
Eh no, Valeria. I lupi in cattività sono lupi in tutto e per tutto, allo stesso modo in cui i cani domestici sono cani tali e quali ai ferali, ai randagi ed ai pariah. Ognuno adatta il proprio ‘tenore di vita’ a seconda delle condizioni di vita in cui si trova (habitat, ecologia), imposte o meno, ed alle esperienze vissute. Certo è che lupi costretti in un recinto anche senza l’impregnazione umana diventano particolarmente aggressivi. Ricordo lo studio di Rudolf Schenkel del 1946 “Expression studies on wolves – Captivity observation” nel quale egli descrive i comportamenti aggressivi di questi lupi. Il problema è che allora sfuggì il sottotitolo ‘Captivity observation’ ed ora siamo ancora qui a discutere se il lupo sia ‘cattivo’ come nella favola di Cappuccetto Rosso oppure sia un animale più equilibrato con dei rituali sociali atti a sedare i contrasti.
Al pari di Millan, Ellis non è un pirla anzi è un furbo visto che trova qualcuno che lo paga per fare il fenomeno.
Finché dura…
David Mech himself stated “Mr. Ellis is neither a scientist nor an expert on the natural behavior of wolves.”[16]
David Mech ha dichiarato:” Il Sig. Ellis non é ne uno scienziato ne un esperto del comportamento naturale del lupo” (Un gran signore!NDR)
“Ellis non ha titoloni né lauree, ma i lupi li ha studiati anche a livello teorico prima di conviverci, sennò sarebbe stato sbranato dopo un quarto d’ora).”
Sarebbe interessante conoscere le basi su cui lei fa questa affermazione leggendo il libro più recente non si direbbe proprio.
Ho fornito un link attraverso il quale é possibile vedere gli stessi lupi della stessa riserva interagire con i fratelli Durcher che diversamente da Ellis hanno documentato la loro esperienza con filmati. Forse se si prendesse la briga di guardarlo avrebbe le idee un po’ meno confuse.
“A che titolo dice questo?!?” Le mie qualifiche sono pubbliche ma poca cosa se confrontate con la bibliografia di riferimento:diversamte da lei io cerco di non esprimere opinioni o giudizi “ad capocchiam”! Lei critica la teoria senza conoscerla con nozioni che soddisfano le sue certezze ottenute attraverso il sentito dire, le chiacchiere e leggende metropolitane provi ad avvicinarsi ad un branco di lupi se ci riesce altro che farsi sbranare!
“A me questa spocchia mi ricorda la storia della volpe e dell’uva.”
Non sono il tipo ma se lo fossi la mia uva sarebbe Mech, Fox,Zimen personaggi che invece ammiro per la loro preparazione. Ellis per me é un poveretto ma non per mancanza di titoli ma (rimanendo nel suo esempio)perchè da muratore pretende di insegnare all’architetto come si disegna (suscitando l’ilarità di tutti gli addetti ai lavori) un po’ come lei pretende di discutere di argomenti che probabilmnte non ha ne studiato ne letto ma se anche l’avesse fatto non può avere capito!
Concludo fornendo ulteriori informazioni sui lupi tenuti in cattività e l’opinione di Mech sul lavoro di Ellis.
Ellis, along with his program Man among Wolves, has been criticized by the International Wolf Center for its perceived sensationalism. Nancy Gibson, a wolf biologist who’d studied under L. David Mech, wrote the following in regards to Ellis’s methods:
“I have raised far more captive wolves than the “Man Among Wolves,” Shaun Ellis… Rearing 10-day-old pups into adulthood takes a trained group of individuals, just like a pack. When humans take a break from the wolves, others need to be present for consistent care that includes feeding, immunizations and critical handling to limit time under the care of a veterinarian.
Ellis did a disservice to the longtime experience of wolf caregivers, if, in fact, he was the sole caregiver, as implied. ”
Criticism was also leveled at his attempts to teach wolves how to howl and hunt, which Gibson asserted comes naturally to them.[15] David Mech himself stated “Mr. Ellis is neither a scientist nor an expert on the natural behavior of wolves.”[16]
La nostra corrispondenza per quanto mi riguarda termina qui certo che i lettori si siano fatti una corretta idea sulla attendibilità delle sue affermazioni e delle mie. Stia bene
Colafranceschi, mi permetto di tradurre la parte in lingua inglese per chi non lo mastica:
“Ringrazio Carlo Colafranceschi per l’informazione fornita su TPC in risposta ad uno dei soliti ‘Illuminatisotuttoio’ che ho tradotto e che si riferisce alla ‘preparazione accademica’ di Ellis.
“Ellis, con il suo programma L’uomo in mezzo ai lupi, è stato criticato dal Wolf Center per il suo sensazionalismo percepito. Nancy Gibson, una biologa dei lupi che aveva studiato con L. David Mech, scrisse quanto segue con riferimento ai metodi di Ellis:
“Ho allevato i lupi in cattività molto più che l’Uomo tra i lupi, Shaun Ellis. L’allevamento di cuccioli di 10 giorni di età all’età adulta ha un gruppo qualificato di individui, proprio come un branco. Quando gli esseri umani si prendono una pausa dai lupi, altri hanno bisogno di essere presenti per la cura costante che include l’alimentazione, le vaccinazioni ed il trattamento essenziale per limitare il tempo sotto la cura di un veterinario.
Ellis ha fatto un cattivo servizio alla lunga esperienza degli assistenti dei lupi, se, in realtà, è stato l’unico assitente, come implicito.”
La critica è stata anche rivolte al suo tentativo di insegnare come i lupi ululano e cacciano, che Gibson ha affermato viene loro naturale. David Mech stesso ha dichiarato “il signor Ellis non è né uno scienziato, né un esperto di comportamento naturale dei lupi “.
E quando dico che Ellis è un fenomeno da baraccone molto furbo perché si fa pagare da chi non ha un minimo di conoscenze etologiche e vive ancora della favola di Cappuccetto Rosso e del Lupo cattivo non vado molto lontano dalla realtà.
Giovanni Padrone, dato che la prima frase è virgolettata credo sia una citazione scritta da non so chi e che non sia attribuibile a te.
Tengo a precisare che l’espressione “illuminatisotuttoio” calzi a pennello a chi non è in grado di accettare un’opinione diversa dalla propria senza mettersi a delirare, tacciare di ignoranza l’interlocutore e insultarlo.
Non è di certo applicabile a me, dato che non mi sento illuminato di niente, non ho mai preteso di “sapere tutto io”: dico solo la mia e cerco di farlo rispettando il prossimo.
Ci tengo inoltre a precisare che il reato di lesa maestà ha cessato di esistere con la caduta della monarchia. E’ stato sostituito dal reato di vilipendio, ma non credo che tra di noi vi sia il Presidente della Repubblica.
Inoltre la citazione tradotta lascia il tempo che trova: lo sapevamo già da tempo che Ellis non avesse una vera e propria preparazione accademica. Inoltre Mech non è Gesù di Nazareth e la Gibson non è la Vergine Maria.
Saluti.
Aspè, questa mi era sfuggita.
“Sarebbe interessante conoscere le basi su cui lei fa questa affermazione leggendo il libro più recente non si direbbe proprio”.
La strabiliante notizia che Ellis i lupi li ha studiati prima a livello teorico (sui libri) non l’ho attinta al bar, ma dalla fonte più “banale”: infatti viene detto chiaramente nel documento più noto di Ellis, ovvero il famoso “documentario della discordia” visibile da chiunque su Youtube! Non mi dica che non ha nemmeno visto il documentario, saremmo all’apoteosi del ridicolo!
Infine l’esempio del muratore e dell’architetto era più che altro riferito alla cinofilia, non alla diatriba Ellis-Mech (lo avevo detto chiaramente nella mia risposta all’utente Anna, oltre ad aver detto che Ellis c’entra poco con la pratica). L’ho applicato anche ad Ellis al solo scopo di rendere chiaro il concetto che per fare ciò che ha fatto, è evidente che sia tutto fuorché uno sprovveduto. Era solo un discorso di carattere generale.
Non discuto il fatto che Lei abbia letto attentamente i miei post. Che li abbia capiti nutro forti dubbi.
ma non mi risulta neppure che sia il contadinotto sceso a valle con la piena descritto da Colafranceschi.
Solo per precisare che ho citato le fonti delle mie informazioni , se lei ha informazioni diverse sarei interessato a conoscerle unitamente alla fonte.
Mo’ ci diamo del “lei”? 🙂
Le informazioni diverse le dà lo stesso Ellis, che ha sempre sostenuto di aver studiato e di essersi informato anche sulla parte – diciamo così – “teorica”. Se sia vero non lo so, mica sono sua sorella: però non lo possiamo neanche escludere, dandogli del buzzurro solo perchè non ha titoli accademici. Ripeto: non li ho neppure io, eppure mi sono letta e studiata buona parte dello scibile cinofilo. E se mi dai della buzzurra, ti mordo una chiappa :-).
Valeria io gli do del buzzurro perchè ho letto il suo libro non perchè non ha titoli. Anche io ho letto e studiato ma non posso esprimere un giudizio personale sui lupi come invece potrei per l’insegnamento del cane sulla manica e quindi mi rifaccio a chi invece può. Tu stessa nel descriverti dici di aver studiato veterinaria aggiungendo correttamente che non ti sei laureata questo a mio avviso ti da maggiori credenziali se si discute di calcoli renali nel cane rispetto a chi non ha studiato veterinaria insomma io mi faccio arbitro la dove ho qualifiche per farlo. Il morso sulla chiappa ……passionaaaleeee eh!
Ps Ti ho dato del lei? Trattasi di “rincoglio tremens”
i molteplici punti di vista mi appassionano sempre!!!!
Un campo profughi, una barca, una prigione che costringe esseri umani a stare forzatamente insieme non possono essere presi a modello per descrivere le condizioni di vita degli italiani.
Rimango basito che lei non abbia colto il significato delle mie parole ma forse era troppo eccitato dalla z in più dovuta ad una tastiera che fa i capricci e alla mia distrazione.
Quello di Ellis non è un esperimento unico al mondo lo sarebbe se portato avanti con lupi non impregnati sull’uomo non tenuti in cattività.
Se lei avesse letto qualcosa su quanto una recinzione falsa il comportamento dei lupi al punto da rendere NON VALIDI tutti gli studi scientifici effettuati su lupi tenuti in cattività lei non ci avrebbe regalato le macroscopiche corbellerie che ha scritto.
Le ribadisco che i lupi tenuti i cattività si comportano molto ma molto diversamente da quelli in ambiente naturale, prova ne è che tutta l’aggressività riportata nei lupi osservati i cattività svanisce quando i lupi sono liberi come documentato da Mech.
Esistono degli studi che dimostrano come l’aggressività aumenti al ridursi dello spazio personale dei lupi ma anche degli uomini.
Il suo esempio dimostra che lei non sa distinguere tra i lupi in ambiente naturale e quelli tenuti in cattività al pari di quanto non distingue la differenza tra un architetto e un muratore.
Certo che chiederei al muratore di tirare su il muro, il palazzo, la diga, ma solo dopo avere ottenuto i disegni degli ingegneri e degli architetti! Il muro che dice lei me lo tiro su da solo!
E proprio qui dove si fa una enorme confusione tra il muratore e l’architetto tra teoria e pratica.
Ogni volta si mettono l’una contro l’altra quando le due cose vanno INSIEME!
La sua descrizione di come sono portati avanti gli studi da parte degli addetti ai lavori denuncia tutta la sua più completa ignoranza in materia, ma su cosa basa le sue affermazioni? Ha idea di come si esamina l’ontogenia,il funzionamento,la filogenia e la funzione di un determinato comportamento?
Ha la più pallida idea della preparazione necessaria per misurare i comportamenti osservati o l’unica cosa che le riesce è quella di palesare la sua più totale ignoranza in materia!
Il ruolo alfa in un branco di lupi occupato da un uomo..ma mi faccia il piacere anche uno studente di biologia al primo anno le saprebbe spiegare che è una colossale assurdità!
Infine le farei notare che nessun ricercatore si è mai sognato di criticare le tecniche di addestramento adottate sui campi al massimo hanno dato una spiegazione ai fenomeni conseguenti a certe metodologie schierasi contro dimostra soltanto una totale ignoranza di come ha girato e continua a girare il mondo evoluto da Tinbergen ad oggi!
Colgo l’occasione per ringraziarla per avere fornito un esempio eclatante di quanto l’assenza di studio possa nella pratica confondere le idee e fare cadere vittime di volgari millantatori persone come lei che forse farebbero meglio a preoccuparsi delle patologie proprie. Stia bene.
Colafranceschi si dia una calmata e non sia ridicolo. Stavo solo esponendo la mia idea senza offendere nessuno. Non mi sembra di averLe dato dell’ignorante e nemmeno di averLe rifilato quella serie di insulti che Lei ha rivolto a me. Il Suo è il tipico comportamento di una persona arrogante che detesta essere contraddetta: basta un piccolo post come il mio per farLa andare fuori di zucca in questo modo? Ma credo proprio che la cosa che L’ha fatta sbroccare in questo modo, data la Sua ossessione, è stato il mio “a che titolo dice questo?”. Prof, guardi che scherzavo! 😉
“Quello di Ellis non è un esperimento unico al mondo lo sarebbe se portato avanti con lupi non impregnati sull’uomo non tenuti in cattività”.
Ma va! E mi spiega come si può fare un esperimento del genere con dei lupi non impregnati sull’uomo se sappiamo bene che i lupi evitano l’uomo come la peste l’uomo, ergo né Ellis né il Padreterno potrebbe avvicinarli senza farli fuggire o venire attaccato?
Ma poi perché tutto quest’astio verso Ellis? Non è mica Millan, ovvero un tizio senza arte né parte che si è arricchito prendendo a calci i cani in tv: è semplicemente un tizio che si è infilato in un parco coi lupi e ha avuto la fortuna di essere notato da un’emittente televisiva!
“Colgo l’occasione per ringraziarla per avere fornito un esempio eclatante di quanto l’assenza di studio possa nella pratica confondere le idee e fare cadere vittime di volgari millantatori persone come lei che forse farebbero meglio a preoccuparsi delle patologie proprie”.
Non mi sento di smentirLa su questa Sua ultima affermazione perché sarebbe come svelare l’inesistenza di Babbo Natale ad un bambino di cinque anni: una crudeltà inutile.
Si riguardi e si faccia una risata: continuando così è a rischio infarto.
Dario P.
Secondo me ci si sta incartando sull’apparente contrasto prassi-teoria. Chi tifa per la prima e chi per la seconda, che pare di stare al derby Roma-Lazio.
Per me devono andare a braccetto.
Circa, invece, l’approccio scientifico, di formulazione di teorie che posono essere anche rigettate o perfezionate da successivi studi – è tutto un divenire, no? e i riscontri, ovvero le sconfessioni, le si ottengono dall’applicazione sul campo [la pratica, ops…] – sono completamente d’accordo con Colafranceschi.
iInfine il saputello che solo per essersi spazzolato un po’ di carta stampata si crede di essere Zarathustra non piace neppure a me.
Cara Anna, non credo ci sia molto altro da scoprire sul cani (e anche sui lupi).
Tutte le teorie new age a me sanno di fuffa pelosa. Molto pelosa.
Credo che la crisi abbia stuzzicato il dinamismo economico di tanti fresconi prestati alla cinofilia, allo scopo di infinocchiare i fessi e fregargli i soldi. Così nascono enti, associazioni, sodalizi che vendono lana caprina spacciata per nuovi modi rivoluzionari di vedere l’etologia e la cinofilia, basati su teorie farlocche. I cinofili devono mostrarlo sul campo ciò che sanno fare, non dietro una scrivania.
Andassero a lavorare.
Ps. questo ovviamente è riferito al mondo cinofilo, non di certo alla diatriba Mech-Ellis, dato che coi lupi non si può di certo lavorare in un campo. Infatti l’esperimento di Ellis non ha a che fare con la “pratica” (concetto applicabile agli animali domestici, non ai selvatici): è solo un esperimento a mio avviso ben riuscito, utile e prezioso. E’ chi lo ha posto in essere (Ellis), è indubbiamente una persona preparata che sa ciò che fa, anche se sprovvisto del titolo di Gran Professor Duca Conte Serbelloni Vien Dal Mare: non è che il primo pirla possa minimamente sognarsi di mettersi a vivere coi lupi, anche se impregnati sull’uomo. Finirebbe male.
Anna, sono totalmente d’accordo con te: teoria e pratica, scienza ed empirismo DEVONO andare a braccetto. Ma l’una non può mai escludere l’altra.
Ellis non sarà un accademico, ma non mi risulta neppure che sia il contadinotto sceso a valle con la piena descritto da Colafranceschi.
Forse sarà che anch’io ho le mie paranoie nei confronti dei dottproflupmannar, perché neppure io mi sono laureata (per quanto mi manchino quattro esami a veterinaria, laureata NON sono e quindi posso essere indicata a mia volta come contadinotta scesa a valle con la piena): però mi sono letta – credo – almeno il 70% della letteratura disponibile sui cani, e ho passato dieci anni della mia vita ad osservare cani e prendere appunti, almeno per 3-4 ore ogni giorno. Che tutto questo non valga una cippa senza titoli appiccicati, sinceramente, mi fa un po’ girare le scatole: soprattutto perchè ho imparato mille volte di più sui cani guardandoli che non studiandoli sui libri. Anzi, molto, TROPPO spesso i libri sono stati ridicolizzati dalla realtà.
Come già detto in privato, é quello che ha scritto Ellis che rende palese la sua improvvisazione in materia di comportamento del lupo in cattività e in natura nonchè la sua più totale ignoranza di concetti etologici di base altrimenti non affermerebbe che lui UOMO é divenuto alfa di un gruppo (Il branco é un altra cosa) di LUPI. Ripeto che il mio approccio é identico a quello di tutti quando si cerca un professionista con determinate competenze che la sua preparazione rende più probabili rispetto a chi non ne ha queste competenze sono regolamentate così abbiamo termoidraulici, barbieri, ginecologi e psichiatri ai quali é richiesto di seguire un iter per ottenere qualifiche. Vogliamo dire che ottenute le qualifiche si può sempre essere annoverati tra gli “scalzacani” diciamolo pure ma con percentuali minori rispetto a chi non ne ha alcuna. Non si può portare ad esempio l’eccezione piuttosto che la regola almeno a me (e tanti altri)sembra assurdo.
Carlo, però se ci si basa solo su un libro…allora Millan è un cinofilo di grandissimo spessore! Perché tolte un paio di pagine da brivido, il resto del libro (uno solo) che ho letto era quasi tutto condivisibile. E pure io di cazzate ne ho scritte un tot… anche perché a volte scrivi quello che ti chiede di scrivere l’editore (specie se, come nel mio caso, ci campi). Magari non scrivi cose contrarie al tuo pensiero, questo no: ma puo’ capitarti di scrivere libri a livello di Sciuramaria, perché se provi ad andare un po’ più sul tecnico ti guardano storto.
Insomma, io il libro di Ellis nun l’ho letto e quindi non posso giudicare… però non credo che ci si possa basare su un libro per giudicare la vita/carriera/competenze ecc. di una persona.
P.S.: ovviamente, se a farti venire le bolle è l’idea che un umano possa essere riconosciuto come alpha dai lupi (e magari anche dai cani)…allora è un altro discorso. Io sono assolutamente convinta che le gerarchie tra umani e cani esistano, quindi non mi scandalizzerei di certo.
(E può scendere anche il Padreterno dal cielo – altro che Mech – a dirmi che non esistono: perché esistono, punto).
Valeria io mi baso sul libro per quello che c’é scritto e quello che non c’è scritto.
Ribadisco che il suo “esperimento” é innutile, ma come si fa a credere che un uomo insegni ad ululare ad un cane oppure ad un lupo? Io da ragazzo mi divertivo a dare il LA ad un gruppo di PT appartenenti ad una mia amica allevatrice, suvvvia basta una qualsiasi ambulanza per fare ululare i cani basta la nota giusta.Un branco di lupi si sposta mediamente di 100km al giorno, fossero anche la metà Ellis sarebbe divenuto tutto fuorchè il paffuto signore che appare nelle sue foto con i lupi ad ogni modo il mondo é bello perchè vario ognuno é libero di informarsi come meglio crede secondo le proprie capacità,possibilità e cultura. Io faccio riferimento alla scienza ufficiale per rispetto verso me stesso e di chi mi accorda la sua preferenza qui come agli stage o sul campo.
Le gerarchie tra cani e umani esistono di certo nelle teste degli umani. :-))
Be’, anche quelle tra cani, allora! Domani ti spiego perché esistono con un articolazzo, va’… così poi ti invito a rispondermi punto su punto:-)
Sottoscrivo in toto: l’una non deve mai escludere l’altra.
Circa l’essere una “contadinotta scesa a valle con la piena” ho i miei grossi dubbi 🙂
Non avrai il titolo su carta pergamena con bolli e prestigiose firme ma hai sostenuto quasi tutti gli esami di veterinaria, dunque la base teorica, a mio umillimo avviso c’è eccome.
Senza contare che anche i titolati, preso il pezzo di carta, se non vogliono restare indietro devono continuare a studiare, informarsi, partecipare a corsi, seminari, convegni e compagnia bella.
Come diceva il grande Eduardo De Filippo, che aveva solo la licenza elementare (per sua scelta, avendo voluto subito annusare l’aria del teatro) ma che ha insegnato a “La Sapienza” e ricevuto due lauree honoris causa, “Gli esami non finiscono mai”.
In più, per mia personale esperienza, molte delle cose che notavo ma non riuscivo a “incasellare” relativamente al comportamento dei cani – pratica, potremmo dire, ma senza una solida base teorica – ho iniziato a capirle anche e soprattutto dopo aver letto i tuoi libri (ne ho diversi) 🙂
Le persone stile “ipse dixit” e i Dottprofgranlupmannar li rifuggo come la peste.
Anna, ci terrei anche a precisare che con ciò che ho studiato a vet, nella pratica cinofila, ci avrei potuto fare gli aereoplanini di carta 🙁
Di cani ne avrò visti una decina in cinque anni, di cui due sul tavolo di Autopsie (inteso come corso). Oggi come oggi non mi ricordo più un accidenti di niente, per carità…ma al termine del mio corso (incompleto) di studi ti avrei saputo probabilmente diagnosticare con una certa sicurezza un’atonia del rumine, mentre i miei cani li portavo dal veterinario anche quando si grattavano un’orecchia, perchè a me avevano insegnato proprio pochino. Certo, avrei dovuto finire e poi prendere la specializzazione in piccoli animali, per poter curare decentemente un cane: ma dal punto di vista di etologia, comportamento eccetera… non credo proprio che si faccia molto neppure al corso di specializzazione. Devi fare l’ulteriore master in comportamentalismo (e intanto cominci ad avere un’età…) dove, a quanto mi è dato di sapere, ti insegnano però soprattutto come somministrare farmaci. Mi sa che alla fin fine, dal punto di vista cinofilo, non mi strappo troppo i capelli per non aver completato gli studi 🙂
A me sembra che teoria e pratica non possano non stare assieme. Senza delle solide basi scientifiche si può andare avanti a sostenere che la terra è piatta semplicemente perchè, in pratica, la nostra percezione non ci consente di vedere che il mondo è una sfera (o un geoide, meglio!)…
Non so perchè mi sia venuto in mente questo esempio ma secondo me rende l’idea!
Senza entrare nello specifico dell’articolo – non ne possiedo le competenze – ritengo che la prassi sia imprescindibile ma dietro debba esserci sempre una solida elaborazione teorica per qualsivoglia disciplina.
Altrimenti, faccio un esempio che più banale non si può, per laurearsi in medicina basterebbe leggere i libri di testo; ma se non si studiassero i libri di testo non si saprebbe dove mettere le mani, non si capirebbe bene cosa si sta facendo e perché, non si potrebbe elaborare una cura farmacologica, e così via.
la contrapposizione teoria vs pratica è piuttosto fuorviante; teoria e pratica vanno a braccetto, se per pratica intendiamo studio e osservazione sul campo. Il mondo è piano zoologi che passano mesi, anni, in luoghi sperduti per osservare gli animali selvatici, senza avere la patetica convinzione di far parte di un branco. O ci siamo scordati di persone come Dian Fossey?
Ora, se è vero che il mondo è pieno anche di scienziati pazzi, cioè persone che “studiano” gli animali in laboratorio, ciò non vuol dire che un figuro come Ellis debba avere una qualche credibilità. Né che abbia percorso una via diversa. L’osservazione va condotta su animali selvatici nel loro ambiente naturale.
Ma quale significato può mai avere il comportamento di Ellis?…e visto che ci sono dei suoi estimatori, fate una bella cosa…portatelo in un vero branco di lupi selvatici e nel momento in cui verrà accettato e riconosciuto come membro (quindi non solo tollerato), allora potrete incensarlo. Finché si limiterà a fare il fenomeno con dei lupi così selvatici che gli pongono le stesse difficoltà di un branco di labrador, allora è bene che non venga neanche lontanamente paragonato a zoologi che hanno dato anche la vita per gli animali che osservavano e la tutela del loro habitat.
Completamente d’accordo anche con G.i.a.n.n.i.
Fra l’altro, ma che paragone ci può essere fra degli scienziati come Mech o Poyarkov che da decenni studiano i lupi nel loro habitat naturale ed un Ellis qualsiasi che giochicchia a fare il duro con dei poveri lupi costretti in un recinto?
E con che coraggio la settimana scorsa Ellis è stato presentato al Tg5 come Etologo quando non è nient’altro che un guardaboschi?
Se io dico di essere un medico e non lo sono, come minimo mi becco una denuncia per abuso di professione.
Il mondo va a rovescio…
Mah… perché “figuro”? Non riesco davvero a capire per quale motivo non si possa essere, eventualmente, in disaccordo con ciò che ha fatto Ellis senza volerlo per forza bollare come una sorta di demente o di truffatore.
Io rigirerei l’invito: chi è disposto ad andare a passare qualche giorno in mezzo ai “labrador” di Ellis?
P.S:: Mech mi risulta essere vivo e vegeto. La Fossey l’hanno ammazzata… ma non mi pare proprio che fosse un esempio di rigore scientifico (anzi, è stata iper-ultra-stracriticata proprio per questo, oltre che per le sue battaglie forse un filino troppo drastiche).
io non andrei in mezzo neanche a dei cani…come dire…incazzati (non mi veniva il termine tecnico, come diceva Aldo di Aldo Giovanni e Giacomo), ma non sono io, né altri come me, a dover dimostrare qualcosa. E’ o non è un lupo questo Ellis? non è lui che dice di essere parte del branco? e allora che vada in un branco VERO di lupi SELVATICI e poi ne parliamo…
Quanto alla Fossey, è stata ammazzata perché si trovava in mezzo ai bracconieri e in un Paese corrotto, e per le sue azioni eclatanti anche nei confronti delle tribù locali. Non rispettava sempre i canoni della ricerca e aveva una personalità particolare. Ma è appunto questo il motivo dell’esempio, non era la figura classica dello scienziato, verso cui vengono mosse critiche. Era una persona che per quanto fuori da certi parametri e discutibile per alcuni aspetti, non arrivava a dire che faceva parte di un branco di gorilla di montagna.
Io ci vedo tanto astio e pure frustrazione…. E, purtroppo, lo vedo troppo spesso in giro.
Non mi pronuncio su altri campi della scienza, ma per quanto riguarda il cane, si, serve l’esperienza pratica. E sono profondamente convinta che stare in mezzo ai cani ( o ai lupi, o anche ai gatti o ai cavalli se si vuole ) permetta di conoscere meglio la specie piuttosto che studiando la teoria.
Per cominciare, anche solo per il semplice motivo che leggendo potremmo capire fischi per fiaschi… perché ognuno a un modo diverso di dire la stessa cosa, tant’è vero che in cinofilia regna il caos perché 100 scuole diverse chiamano la stessa cosa con 100 nomi diversi, e la stessa parola viene intesa in 100 modi diversi. Basta parlare di dominanza: per alcuni è prevaricazione e violenza, e il guidare il cane, istruirlo e occuparsene viene chiamato “relazione cane padrone” “rapporto di collaborazione” ecc. ecc.; per alcuni la dominanza invece è proprio il guidare il cane, istruirlo e occuparsene, mentre la prevaricazione e violenza è solo prevaricazione e violenza. Mentre se stai a contatto con un branco di cani, imparerai davvero come funzionano le relazioni intraspecifiche… senza rischio di capire male perché “tizio chiama questa cosa X, ma caio per X intende tutt’altro, mentre sempronio X non lo usa proprio”.
Poi perché il fatto che uno dica “sono laureato in etologia” non significa molto in sé… può aver comprato la laurea, può aver barato su tutti gli esami copiando, può aver avuto docenti di manica larga che “vabbè si passi cmq”; più semplicemente, può aver studiato ma non essersene mai interessato moltissimo, sicché dopo qualche anno le nozioni sono perse, dimenticate, perché si studiava solo per passare l’esame e non per imparare.
L’obiezione qui è quella che pratica significhi mantenere tradizioni ormai vecchie. Non è assolutamente vero, sono due cose diverse. A mantenere idee e tradizioni obsolete sono quei nonni che ti dicono che il cane va tenuto fuori perché in casa soffre: ma lo dicono perché per quasi tutta la vita hanno tenuto i cani così, per abitudine. Mentre, anche senza avvalersi della scienza che ti dice che il cane è un animale sociale, puoi dedurre che il cane va tenuto in casa e non alla catena facilmente, se osservi i cani, perché vedrai che tendono a stare assieme, a non separarsi, a condividere ogni momento della giornata: nessun cane viene tenuto lontano mentre tutto il branco è riunito. Oppure, quando porti a casa il tuo cucciolo vedi che è felice se può stare con te in casa, mentre non lo è se deve stare di fuori.
Alice t rispondo con un anedotto. Pochi giorni fa, incuriosita da un annuncio relativoa un corso per educatori cinofili ho letto il programma.
Oltre dieci moduli teorici, spalmati su un arco di otto mesi (sic!), quanto alla pratica (definita tirocinio) era da concordare con l’insegnante.
Mi è venuto da ridere…
Questo perché io penso che l’una e l’altra debbano andare di converso e mai essere disgiunte, per avere quanto meno unabuona base di partenza.
Perdonami ma discorsi del tipo “quello ha comprato gli esami, quell’altro si è laureato coi punti della Mira Lanza” lasciano il tempo che trovano. A valle di qualche laureato che ha effettivamente una preparazione caprina non è corretto né giusto nei confronti della rimanente maggioranza essere penallizzati perché si è studiato.
O tu pensi che un laureato in giurisprudenza, archittettura, economia e commercio afferisca subito alla professione? No, si fa i suoi begli anni di praticantato (gratis o quasi). Ma se non avesse il titolo, che presuppone delle ottime conoscenze specialistiche di quei settori, da perfezionare e forticare e migliorare con l’applicazione pratica, non se lo prenderebbe nessuno in studio.
Io ho letto il libro di shaun ellis, prima o poi guarderò anche il video, Però mi sembra assurdo che un branco di lupi selvatici abbia accolto nel proprio branco un uomo, per lo piu inutile visto che non aveva nessuna particolarità utile al branco. Quindi sono piuttosto scettica, però concordo con Valeria, il fatto che non sia un dottore Dell universita tal di tali non significa poi chissà cosa
Ecco, arrivato il primo commento ci metto anche il mio: caro Carlo, non posso che discordare almeno al 60% da ciò che hai scritto (sul 40% sono d’accordo).
Tutto il tuo articolo, come ho appena scritto anche su FB, è un unico e continuo “Lei non sa chi sono io!”, o meglio un “Lei non sa chi è Lui!”
Scusa, ma non mi basta a dedurne che tutto il resto sia da buttare nel cesso.
Senza nulla togliere alle osservazioni e al rigore scientifico di Mech (verso il quale, come sai, nutro sempre un po’ di senso critico, visto che appunto la scienza è in continuo divenire), non vedo perché si debba parlare di “orrore” riferendosi a chi ha fatto un tipo di esperienza diversa, mirata allo spettacolo e non alla scienza, ma comunque – a mio avviso – interessantissima.
Tu fai obiezioni che non mi sembrano neanche pertinenti: i lupi di Ellis sono impregnati sull’uomo? E va bene. Questo significa forse che non sono più lupi?
Eppure tu stesso prendi per buone le osservazioni riferite al cane e basate sugli studi fatti sui cani ferali… ma anche quelli “non sono cani”, per il motivo opposto: NON sono impregnati sull’uomo.
Delle due, l’una: o non valgono neppure le osservazioni sui ferali, oppure valgono (ovviamente con tutte le premesse e le distinzioni del caso) le osservazioni di Ellis sui lupi.
Lui è andato in TV e non all’Università di Pincopallino? Ma che mi frega: le osservazioni, quelle sono!
Lui si è fatto aiutare da una scrittrice a scrivere un libro? E che c’è di strano?!? Da chi doveva farsi affiancare per scrivere un libro? Dal salumiere?
Insomma, gira e rigira si torna sempre al solito punto: “Lei non sa chi è Lui”. Perché Lui è laureato, perché Lui è dottproflupmannar. Perché Lui è uno Scienziato. E chiunque non possa avvalersi degli stessi titoli è un pirla che (frase bruttissimissima, perdonami) “non può neppure aspirare ad essere suo allievo”. Minchia! Siamo addirittura alla discriminazione!
Mah. Per me si torna sempre al punto di partenza. Nonostante abbia in casa un libro di Mech e nessuno di Ellis, per me entrambe le esperienze sono ugualmente interessanti, se non altro proprio perché sono diverse. Ed io mi rifiuto proprio di guardare le credenziali prima di valutare se una cosa mi interessa o meno.
Vorrei intanto ringraziare Valeria per avere pubblicato il mio articolo e alle tante preferenze accordatemi dai lettori di questa rivista. Inizierei con il rispondere ai tre commenti presenti alle ore 19.22 del 4 dicembre 2012.
Connie scrive:
4 dicembre 2012 alle 16:16
Io ci vedo tanto astio e pure frustrazione…. E, purtroppo, lo vedo troppo spesso in giro.
Non sono certo se il commento sia rivolto a me non si capisce bene ma se lo fosse temo di doverla avvertire che lei é fuoristrada. Sono forse un po’ spazientito da discorsi triti e ritriti che non vogliono tenere conto della realtà, spazientito nell’assistere alla strenua difesa di concetti ritrattati da chi li aveva promossi. Mech che parla di coppia alfa si, Mech che parla di coppia riproduttrice no….sembrerebbe che la “teoria” debba soddisfare le aspettative di chi la legge più che fornire informazioni ottenute e supportate con metodo!
alice scrive:
4 dicembre 2012 alle 16:11
E sono profondamente convinta che stare in mezzo ai cani ( o ai lupi, o anche ai gatti o ai cavalli se si vuole ) permetta di conoscere meglio la specie piuttosto che studiando la teoria.
Credo che quello che è successo sui campi di addestramento italiani e non prima dell’arrivo dell’addestramento gentile testimoni come la sua convinzione non abbia riscontro nella realtà.
Per cominciare, anche solo per il semplice motivo che leggendo potremmo capire fischi per fiaschi…
Studiare significa anche leggere (ma non solo) ad esempio che attraverso la punizione non si insegna nulla partendo dal presupposto che chi legge sappia distinguere tra apprendimento e inibizione che a loro volta sono concetti che la teoria spiega egregiamente: pensi quante crudeltà in meno avrebbero subito quei cani vittime della “pratica”.
la stessa parola viene intesa in 100 modi diversi.
Purtroppo ciò accade per la scarsa coscenza della teoria
Poi perché il fatto che uno dica “sono laureato in etologia” non significa molto in sé… può aver comprato la laurea, può aver barato su tutti gli esami copiando, può aver avuto docenti di manica larga che “vabbè si passi cmq”; più semplicemente, può aver studiato ma non essersene mai interessato moltissimo, sicché dopo qualche anno le nozioni sono perse, dimenticate, perché si studiava solo per passare l’esame e non per imparare.
Intanto l’etologia è una scienza praticamente del passato ad ogni modo le vorrei far notare che lei va da un medico laureato, da un dentista laureato, e quella laurea non è una garanzia assoluta ma lei andrebbe da un medico non laureato sperando che abbia fatto l’esperienza giusta? Ci porterebbe suo figlio?
Certo il nostro paese ci ha abituato a casi di millantata conoscenza a imbrogli di tutti i tipi però se a livello nazionale è innegabile lo scadere dell’insegnamento a qualsiasi livello vorrei dare una “buona “ notizia: l’università di Bologna (prima università italiana nella classifica mondiale delle università) è posizionata al 170° post seguita dalla Sapienza al 200°. Vede bene che per fortuna c’è chi fa meglio anzi molto meglio di noi.
Giovanni Padrone scrive:
4 dicembre 2012 alle 10:00
Caro Colafranceschi, poche parole: non posso che concordare in toto con Lei.
La ringrazio anche se per tre persone lei non ha diritto di concordare con me!
Dopo le dovute precisazioni passo a rispondere a Valeria che per la prima volta si rivolge a me dicendo “caro” Carlo……oh Valeria ma sei impazzita quelli della nostra età ste cose se le dicono in privato! 🙂
Lei non sa chi è lui mi sta bene! Eh si se si mette vicino Ellis a Mech ciò non può che derivare dalla scarsa conoscenza dell’uno o dell’altro o di entrambi!
Non condivido il tuo “senso critico” nei confronti della scienza trovo che criticare un sistema per il suo continuo aggiornamento sia illogico. Capisco l’esigenza giornalistica della provocazione di cui tu sei maestra che rende i tuoi articoli divertenti da leggere però il metodo scientifico è quello della penicellina, del vaccino antipolio, di quello antirabico (soo al corrente delle differenze tra medicina e biologia) suvvia ..non sarà perfetto ma non mi sembra che nessuno abbia di meglio da offrire.
I lupi impregnati sull’uomo, tenuti in un recinto non sono lupi e non ci dicono nulla sui lupi liberi non impregnati sull’uomo; esistono centinaia di studi su lupi tenuti in cattività che pur fatti con metodo scientifico la scienza ufficiale ha gettato nel cesso da parecchio tempo! Inoltre osservare un branco di lupi tenuti in cattività e andare in giro a dire: IL LUPO FA QUESTO E QUELLO è come visitare un campo profughi a Mazzara Del Vallo e dire: GLI ITALIANI FANNO QUESTO E QUELLO!
L’esperienza di Ellis non è diversa è inutile!
Le mie osservazioni sui cani ferali, quelli dei villaggi, sono volte a dimostrare che le conclusioni basate sul comportamento di lupi in cattività o in libertà attraverso le quali si giunge (erroneamente) a valutare il cane domestico non trovano riscontro nemmeno nel cane che vive fuori dalle nostre case nell’ambiente “più naturale possibile”. Questo il senso di quello che affermo io non quello che gli hai dato tu….birbacciona!
Quanto alle osservazioni vorrei rammentarti che per anni sono stati osservati lupi che mettevano in sottomissione i loro “sottoposti” fino a quando quei coglionazzi di ricercatori tutta teoria e niente pratica hanno spiegato che il ribaltarsi era un atto volontario inteso per calmare il lupo “DOMINANTE”!
Sia ben inteso anche quelli con qualifiche possono essere tratti in errore:
“If a dog is present after a tussle his throat, he is the dominating dog and not the one who is dominated by the other. He shows his superiority in the sense of “I’m so strong, you are not dangerous for me even in this situation.” Erik Zimen,
La differenza sta proprio in quel continuo mettere in forse le proprie conoscenze tipico della scienza che RETTIFICA quanto di inesatto precedentemente affermato mentre le chiacchiere da bar continuano a mietere vittime.
Solitamente i libri “non fiction” non sono scritti dal salumiere ammenoché l’argomento non sia: “ L’arte di fare le salsicce”.
Discriminazione. Termine decisamente abusato nel nostro paese ad ogni modo Ellis non ha la licenza media, Mech insegna all’università e quindi Ellis non può essere suo allievo perché come qualunque mortale non ha le qualifiche. Se questa è discriminazione ……
Il problema non è che chi non ha i titoli è un pirla, piuttosto che non avendo titoli quando in contraddizione con uno che invece li ha, salvo non si stia parlando di una materia che ho studiato e conosco, la mia preferenza va appunto a chi è qualificato o per caso tu ascolteresti il contraddittorio tra un idraulico e il tuo ginecologo in materia di prevenzione dei tumori all’apparato riproduttivo?
Ma perchè quando si tratta di lupi o di cani non applichiamo lo stesso metro che usiamo su di noi?
Leggo che l’”esperto” di lupi in cattività ha anche descritto come riconoscere cuccioli di Border Collie alfa e beta suppongo in base alla sua esperienza sui lupi ……un salto nel passato..il comportamento dei lupi per spiegare quello dei cani manca soltanto Zanna Bianca e possiamo tranquillamente tornare agli inizi del 900!
Beh questo è sommessamente quello che penso io confortato da ricercatori e studiosi in giro per il mondo che con metodo e serietà portano avanti il loro lavoro senza pretendere d’insegnare a nessuno la parte pratica necessaria per addestrare un cane semmai mettendo in evidenza determinate incongruenze ove ve ne fossero.
Campo profughi a Mazara del Vallo??? Guardi che Mazara (con una zeta) è in Sicilia. E la Sicilia è in Italia, non in Congo. Non ci sono guerre e pulizie etniche a Mazara.
Detto questo, non capisco tutto quest’astio verso Ellis. Perché non vuole accettare che quello di Ellis, per quanto spettacolarizzato per esigenze televisive, è un esperimento unico al mondo, dunque interessantissimo? E’ vero che non si può arrivare a formulare conclusioni di carattere generale, dato l’ambiente artificiale in cui sono inseriti gli animale, ma da lì a dire che i lupi di Ellis non sono lupi (e cosa sono? Scimmie?) ce ne passa. Mi sembra un’assurdità, mi perdoni, dettata da un patologico pregiudizio verso Ellis e verso chiunque non sia un “professorone”, più che una presa di posizione ragionata e argomentata. I lupi sono lupi e come tali si comportano, a prescindere dall’imprinting con l’uomo. Non sono dei poveri disgraziati (a questo penso sia dovuto l’esempio dei profughi) che non sanno che farsene della vita loro, condannati all’inferno della cattività. I comportamenti tipici della specie sono quelli.
Poi tutta quella tiritera sui titoli è un po’ pretestuosa. Bello l’esempio dell’idraulico e del ginecologo. Ora gliene faccio uno io: se un muro di casa Sua stesse per cadere a terra, Lei chiama il muratore o l’architetto? Data la Sua ossessione per i titoli, sono sicuro che chiamerebbe l’architetto. Ma una volta appurato che l’architetto non è in grado di impastare un po’ di cemento, comincerà a fidarsi del muratore o gli chiederà a che titolo vuol ricostruire il muro così e non cosà? Magari perché fa questo mestiere da una vita e quindi lo sa meglio del supertitolato architetto come si costruisce un muro?
Io mi fido molto di più dell’esperienza, e quindi dell’opinione, di chi con dei lupi è riuscito a conviverci senza farsi sbranare -arrivando addirittura ad occupare nella scala gerarchica sociale il ruolo di maschio alfa- di quella di chi i lupi li osserva col binocolo dentro una Jeep.
Idem in cinofilia: il sanguigno addestratore con la licenza elementare che si smazza sul campo da trent’anni i cani li conosce molto meglio del ricercatore che i cani li studia all’università. E questa convinzione io non transigo.
E su questa convinzione io non transigo, intendevo.
Dario P. credo che Colafranceschi, se posso intromettermi e permettermi, intendesse i campi in cui vengono raccolti gli extracomunitari sbarcati clandestinamente in Italia (non mi sovviene l’acronimo esatto).
“Mazzara del Vallo” più banalmente ipotizzo sia un ipercorrettismo, capita a tutti 🙂
Non credo proprio si riferisse agli extracomunitari, dato che ha scritto: “E’ come visitare un campo profughi a Mazzara Del Vallo e dire: GLI ITALIANI FANNO QUESTO E QUELLO!”.
Infine ho corretto il refuso solo per essere più precisi: gli errori li facciamo tutti, me compreso. Ci mancherebbe.
Quello che non tollero sono espressioni del tipo: “L’esperienza di Ellis non è diversa è inutile!”. A questo punto mi verrebbe da citare lo stesso Colafranceschi e chiedergli: “A che titolo dice questo?!?”. Se non è interessante l’esperienza di un uomo che si mette a vivere con gli animale che intende studiare 24 ore al giorno (NON prima di averli studiati sui libri, bada bene! Ellis non ha titoloni né lauree, ma i lupi li ha studiati anche a livello teorico prima di conviverci, sennò sarebbe stato sbranato dopo un quarto d’ora).
A me questa spocchia mi ricorda la storia della volpe e dell’uva.
Ma forse mi sbaglio. Forse.
Faccio notare che Shaun Ellis stesso afferma che durante la sua – presunta, sedicente e tutto ciò che si vuole – vita nel branco selvaggio in Nordamerica egli occupava il rango piú basso, non quello di alfa, il che, paradossalmente, mi pare un punto a suo favore, visto che la cosa è piú che realistica. E vorrei vedere come potrebbe essere il contrario, visto che un uomo potrebbe sopravvivere in quel contesto solo se i lupi decidono di tollerarlo. Il ruolo di alfa lo può forse giocare con i suoi lupi semi-domestici, quelli che ha cresciuto personalmente, non certo con dei veri lupi selvaggi.
Branco selvaggio? In un parco recintato? Con lupi cresciuti dallo staff del parco? Ruolo alfa? Stando al Mech il ruolo é quello del riproduttore e li la vedo durissimaaaa! 😉
Caro Colafranceschi, poche parole: non posso che concordare in toto con Lei.