mercoledì 27 Marzo 2024

Io e Afra – parte X: il maratoneta

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Mario Giovannini
Mario Giovannini
Mario Giovannini è nato a Vercelli nel 1968, dove vive tuttora con quattro gatti, un cane, tre chitarre e una moglie molto paziente. Giornalista, scrittore, fotografo e musicista, si occupa di editoria da più di vent’anni, conciliando la professione di editor responsabile dei contenuti di una piccola casa editrice con l’attività di giornalista free lance per alcune delle più prestigiose riviste del settore musicale italiano.

aframiciodi MARIO GIOVANNINI –  Mia moglie corre. Ma corre sul serio.
Una di quelle convinte e attrezzate di tutto punto.
Io, al massimo, mi rigir(av)o sul divano… almeno fino all’arrivo di Afra.
Ora invece trotto parecchio e la cosa, dopo sette mesi, comincia a non sembrarmi più neanche tanto strana. Anzi, devo ammettere che mi piace. Quasi sempre, a parte quando piove. Finché, una mattina, mi è venuta la fantasia di attaccarmi il contapassi di Elena alla cintura e lasciarcelo per tutta la giornata.
Ho scoperto che sto facendo 12 Km al giorno. Mi sparo una maratona ogni quattro giorni. Va bene che c’è chi la fa in due ore e mezza, ma a chiunque me lo avesse detto sette mesi e un giorno fa, avrei proposto immediatamente un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) urgente.
Le passeggiate con Afra sono (quasi) sempre un piacere.
Al guinzaglio tira poco o nulla. E se tira un motivo c’è: un altro cane con cui vuole giocare, un gatto con cui vorrebbe poter giocare (ma il gatto non lo sa), un uccellino da inseguire.
Rimanendo in zone non eccessivamente trafficate, gli attacchi di panico da ‘sconosciuto’ si sono via via ridotti, fino praticamente a scomparire. Certo, se la porto in centro per lo ‘struscio’ domenicale rischia di sbarellare, ma in generale il suo comportamento è diventato discretamente equilibrato.
Si va dal ‘ti ignoro, sto annusando una cosa interessantissima’ al ‘ti giro un po’ alla larga, non mi convinci’ fino ad un massimo di ‘mi siedo e aspetto che passi, non si sa mai’. Infatti il collarino a strangolo in aggiunta alla pettorina ormai è solo un ricordo. Dopo tanto batti e ribatti la sua reazione automatica, se viene presa di sorpresa, è di sedersi e guardarmi. Non rincula e, soprattutto, non cerca di scappare.
Parallelamente ha sviluppato un atteggiamento che non ho capito se sia un bene incoraggiare o meno (e ogni consiglio in proposito è benvenuto): se lo sconosciuto è ‘in prossimità’ si comporta come ho descritto prima, ma a volte, con gente in lontananza si ‘palla’ a fissare. Ma si palla proprio.

afrapratoDi solito ci vuole poco per sbloccarla, ma altre devo richiamarla e darle il seduto per farla tornare sulla terra. In alcuni casi non basta neanche, è necessario toccarla sul collo o sul petto perché esca dal suo loop profondo e mi guardi. Sembra che dica: ‘Ah, sei qui anche tu? Che bello! E quando sei arrivato?’.
Da un lato mi fa piacere che sembri incuriosita dal mondo e dalle persone, dall’altro mi pare che, in generale, esca da queste meditazioni profonde abbastanza innervosita.
A parte il fatto che sembriamo due statue di sale, mi piacerebbe capire se è il caso di supportare (e sopportare) la ‘canaloop’ (una nuova razza) o se è meglio ignorare questo atteggiamento e farla muovere immediatamente.
Rimane un cane di chiare origini messicane: il pomeriggio non ne ha voglia.
Punto.
Se in settimana è contenta perché non mi vede da parecchie ore e quindi ha qualche guizzo di entusiasmo per la passeggiata – cosa che per altro si esaurisce abbastanza in fretta – nel week end la cosa diventa abbastanza comica.
Il sabato e la domenica di solito usciamo presto e facciamo un giro un po’ più lungo del solito, quindi oltre un’ora. Poi a metà mattinata si va al parco per un paio d’ore.
Nel pomeriggio quando prendo il guinzaglio mi guarda come se fossi matto: ‘ma sei fuori???’ sembra che dica.

aframusettoNon la porto giù in braccio per decenza (e per il peso), ma sarebbe meglio che sorbirsi quegli sguardi da cane Enpa.
Una volta giù sbriga quello che deve – ‘va be’, già che ci sono’ – e poi si rifionda su per le scale. La sera, poi si torna alla normalità ed esce tutta contenta.
E il quasi, messo tra parentesi prima?
A volte capita che in passeggiata si trasformi in una spece di pallina da flipper impazzita: cambia direzione continuamente, gira per i cavoli suoi, tenta di sbattersi in mezzo alla strada.
Di rado, ma capita.
Ho l’impressione, supportata dal parere del veterinario, che sia un atteggiamento portato da fastidiosi attacchi di gastrite. Pensavamo di averla guarita mesi fa ma, probabilmente come capita per gli umani, il cambio di stagione può portare a una recidiva. Ovviamente la stiamo curando.
Devo essere sincero: nel quartiere dove giriamo ormai i cane-muniti ci conoscono tutti e sentire da altri quando sembra migliorata mi riempie davvero di gioia.
Afrapride: non è un cane perfetto, ma è il mio cane!

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3 Commenti

  1. Che bello: sono proprio contenta: Afra è un cane fortunato.
    Anche Oscar non ha voglia di uscire a metà giornata e tanto per rimarcare l’inutilità della faccenda ad un certo momento (verso l’anno di età) ha smesso completamente di espletare qualunque funzione per significarmi con la massima chiarezza che è un’uscita del tutto inutile, oltre che sgradita.

    Alla fine l’ho accontentato… e si è rivelato anche molto comodo nei giorni (rarissimi, ma due o tre volte l’anno succede) in cui devo stare fuori di casa dalla mattina alla sera.

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