mercoledì 7 Maggio 2025

Come faccio a capire se il mio cane mi riconosce come leader?

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

leader1di VALERIA ROSSI – Bella, questa domanda che mi è arrivata su FB. Ed è piuttosto strano che non me l’avesse mai posta nessuno, perché è una domanda che ha decisamente il suo perché.
Moltissime persone mi chiedono “come faccio a diventare un leader?”, ma nessuno si era (o almeno, mi aveva) posto il quesito “come faccio a sapere se ci sono riuscito?”.
Ed io oggi scopro che non è facile neppure rispondere: perché è sicuramente facilissimo prendere delle cantonate.
La risposta più scontata sembrerebbe: “Sei un leader se il tuo cane ti obbedisce”… ma non è affatto detto che sia davvero così. Il cane potrebbe obbedire anche per paura, come succede nel caso dei macellai (i loro cani sono tutti obbedientissimi): ma quelli non sono leader, sono dittatori… e non è assolutamente la stessa cosa.
Il cane potrebbe obbedire anche per opportunismo: e questo succede a millemila persone che costruiscono rapporti a base di wurstel e che sono felicissimi di sentirsi buoni, gentili, rispettosi del cane.
E lo sono… ma la cosa non è sempre reciproca. Spesso, infatti, il cane non rispetta loro. Sta lì perché gli torna comodo, sta lì perché lì si mangia, sta lì perché pensa che senza quella persona si sentirebbe indifeso e rischierebbe di morire… ma se al posto di quella persona ne arrivasse un’altra, per lui sarebbe lo stesso e non si volterebbe neanche indietro.
In un articolo di qualche giorno fa ho scritto che il cane è “un simpatico opportunista” e qualcuno è insorto: ma come, opportunista? Ma che stai dicendo? (anzi, per la precisione: “Madonnina cosa sentono le mie orecchie!”)
Il tutto proveniva da un tizio che ritiene che io parli di cose che non conosco.
Peccato che lui, evidentemente, non conosca le definizioni etologiche di “predatore” ed “opportunista”: il cane familiare – a differenza del lupo – è considerato un opportunista perché gli mancano delle sequenze fondamentali nella caccia (con alcune eccezioni: i cani più in alto nella scala neotenica, come lo erano i miei siberian husky, sono in grado di completare l’intera sequenza di caccia e quindi potrebbero teoricamente “vivere di predazione”). Per questo il cane “moderno”, se viene abbandonato, potrà anche dar sfoggio di un ottimo impulso predatorio (sa identificare una preda, sa rincorrerla e sa anche ucciderla, in alcuni casi)… ma finisce quasi sempre per morire di fame perché non è capace di completare la ritualizzazione della caccia arrivando a sfamarsi tramite quella.

leader2In alternativa può solo fare (come in effetti fa) la spola tra i cassonetti e cercare di trovare la pappa fatta alla quale è (o “l’abbiamo”) abituato. Anche i cani ferali, nati e vissuti senza alcun contatto con l’uomo, solitamente “predano cassonetti” e non animali.
Spogliato della retorica del “Fido che tutto dà e nulla pretende”, che è una gran cavolata, il cane considerato come cane e non come figura immaginaria e utopistica è, etologicamente, un opportunista. Ma lo è anche nel suo rapporto con noi, che per opportunismo è nato (come peraltro il nostro rapporto con lui: non avremmo mai iniziato a collaborare con il cane se entrambi non ne avessimo avuto dei vantaggi… ovvero, se non fossimo stati entrambi in grado di cogliere un’ “opportunità”. Quello di dare alle parole un significato “morale” anzichè etologico è l’errore più classico dei neofiti in materia scientifica).
Quando dico, però, che il cane può obbedire o starci accanto per opportunistmo, lo intendo proprio in senso “morale”: il cane non obbedisce perché ci stima e ci rispetta, ma perché pensa che il gioco valga la candela. In altre parole, il cane pensa (non solo per condizionamento, perché ci mette anche il suo pensiero raziocinante) “se faccio quello che mi chiede verrò premiato”. Il che non toglie, però, che possa anche pensare: “Questo è un emerito imbecille, ma se faccio quello che mi chiede vengo premiato, quindi lo faccio… almeno finché mi torna comodo”.

leader3Inutile dire che nessun membro di nessun branco penserà mai la stessa cosa del suo lupo (o cane) alpha.
Se un cane (o lupo) pensa che l’alpha sia un imbecille, si dà immediatamente da fare per scalzarlo dalla sua posizione… e non per una questione morale, ma per una questione prettamente pratica: il cane (e il lupo) sanno benissimo che un branco capeggiato da un imbecille non può sopravvivere. E se non sopravvive il branco, non sopravvive la specie: cosa che Madre Natura assolutamente non può e non vuole permettere. Quindi lupi e cani provano un impulso fortissimo, ancestrale e assolutamente incontenibile verso la conservazione della specie, e di conseguenza verso il “non avere degli imbecilli alla guida” (il che causa la stragrande maggioranza dei problemi di aggressività da dominanza in famiglia).
Dunque, l’obbedienza non è così strettamente correlata alla stima e al rispetto (mentre è vero il contrario: se un cane non ci si fila di striscio, è certo che non ci stima e non ci rispetta).
Neppure il cosiddetto “amore” è correlato alla leadership: il cane ama, o quantomeno prova sentimenti di affezione, indipendentemente dalla posizione sociale di chicchessia.
Attenzione, perché qui l’argomento si fa delicato: noi diciamo spesso che il cane “sa amare come nessun altro”, che il suo amore “è puro e disinteressato” eccetera eccetera… ma di nuovo, se spogliamo tutto questo dalla retorica, ci rendiamo conto che è più vero il contrario: il cane – a differenza nostra – non sa essere maligno, infingardo, cattivo. Il cane è un animale sociale, esattamente come noi: e sa che la base della sopravvivenza di una specie sociale (cosa che invece a noi pare essere sfuggita) è la pace. La non belligeranza, l’evitamento dei conflitti… a meno che non si rendano proprio indispensabili.
Se proprio vogliamo metterci una piccola divagazione umanistica… una cosa è certa: nessuna specie sociale si fa mai la guerra, a meno che non ci sia una carenza di risorse e/o un sovraffollamento (e presumo che la natura abbia messo in stretta correlazione le due cose). E’ stato dimostrato sperimentalmente con specie diverse, dai ratti ai primati, che i conflitti nascono quando si aumenta il numero dei soggetti costretti a convivere: i ratti più pacifici del mondo diventano aggressivi e cominciano letteralmente a scannarsi quando se ne mettono troppi nella stessa gabbia. Da punto di vista scientifico, dunque, si potrebbe presumere che il motivo per cui gli umani si scannano in continuazione sia il fatto che siamo in troppi… o comunque che viviamo in troppi dentro le “gabbie” delle nostre città, dei condomini, degli uffici (non è certo un caso che le piccole comunità rurali brillino per solidarietà, mentre le grandi città sono permeate da micro- e macro-criminalità).
In realtà, però, io credo anche che gli umani abbiano proprio una sorta di “gene della cattiveria” che ai cani manca completamente: i cani non sanno fare dispetti, ripicche, pettegolezzi. Nessun cane mette zizzania, nessun cane sparla (e neppure “disabbaia”) alle spalle di un altro.

leader4Però è anche vero che nessun cane “ama fino alla morte”: ho già scritto altre volte che gli Hachiko o i Fido di cui la storia ci ha raccontato sono stati semplicemente cani che non hanno saputo o potuto trovare un’alternativa.
L’amore eterno, l’amore “senza chiedere nulla in cambio”, l’amore profondo che coinvolge sensi, cuore, anima (ammesso che ne esista una), effettivamente è solo umano, anche perché in gran parte ha una base culturale che il cane non potrà mai possedere.
Il cane, dal canto suo, è indiscutibilmente “meno stronzo” di noi, ma non è capace di “amare di più e meglio”: è semplicemente un pacifista, che finché può cerca di evitare qualsiasi conflitto, che ama le coccole, la tranquillità, il sentirsi sicuro al fianco del suo umano di riferimento. E’ una forma di amore anche questa, certo: ma la vera superiorità dei sentimenti canini, più che nell’eccesso di amore, sta nella carenza di cattiveria.
In tutto questo, la leadership cosa c’entra? Ben poco, temo.
Pochi giorni fa, quando sono arrivata a Catania per un seminario, sono stata accolta all’aereoporto dall’organizzatrice che aveva con sè la sua cagnina (e quando dico “ina”, non lo dico per dire: è un microbo di cane). Ci siamo salutate, siamo salite in macchina, la cagnolina mi ha dato un’annusata di circostanza, ha dedotto che ci si poteva fidare e mi si è bellamente spiaccicata sulle ginocchia a pancia all’aria, con gli occhi chiusi e un’espressione di totale beatitudine, addormentandosi nel giro di cinque secondi. Chiunque mi avesse visto dall’esterno avrebbe sicuramente pensato che quello era il mio cane e che tra noi ci fosse un amore totale e infinito: invece ci “conoscevamo” da cinque minuti netti, e ovviamente di me non le poteva frega’ de meno.
Dunque, se non basta l’obbedienza e non basta l’amore (vero o presunto che sia)… come si fa a capire se il cane ci riconosce come leader, come figura guida, come “colui (o colei) a cui si può dare la massima fiducia, oltre a stima e rispetto”?
Eh… ve l’ho detto che non era facile rispondere!
Io penso che la cosa che più si avvicina a una risposta sia un misto di tutto ciò che abbiamo citato, anche se nessuno dei punti di cui sopra, da solo, sarebbe sufficiente. Però ritengo che il mio cane mi consideri un leader:
a) se non mi teme;
b) se manifesta nei miei confronti, sempre e solo spontaneamente, piccoli o grandi segnali di sottomissione attiva che significano “mi fido di te, voglio collaborare con te”;
c) se mi obbedisce, sempre e con prontezza, perché sa che se gli chiedo qualcosa c’è uno scopo, e non perché arriverà il bocconcino o il giochino;
d) se mi ama un po’ più di quanto non richieda la semplice sopravvivenza della società… e questo, di solito, io lo capisco – o magari mi lludo di capirlo – dal modo in cui il cane mi guarda: peccato che sia quasi impossibile da spiegare a parole.
Ci provo: non basta che negli occhi del cane ci sia amore (come ho detto sopra, quello lo puoi vedere anche in un cane che conosci da tre minuti); non basta neppure che ci sia fiducia (una volta che il cane ha assodato che non sei un pericolo per lui, un po’ di fiducia te la concede in tempo zero: è questo il motivo per cui educatoraddestratoristruttori possono lavorare con i cani altrui senza essere mangiati); dev’esserci consapevolezza. Lo so che non si capisce neanche così… ma intendo dire che dev’esserci una luce particolare che dice “so che io e te siamo un binomio, una cosa sola, una forza della natura. Perché io e te possiamo spaccare il mondo, perché siamo un animale a sei zampe capace di superare qualsiasi ostacolo e di riuscire in qualsiasi impresa”.
E’ una luce che ho visto in molti cani sportivi, in molti cani da utilità sociale, ma anche in alcuni normalissimi cani da compagnia: cani che sanno chi sono, chi è il loro “boss” a due zampe e cosa ci si aspetta che loro due facciano insieme. Cani che si sentono utili al branco e che sanno di avere a disposizione qualcuno che li guiderà nel modo migliore, non facendogli mai correre alcun rischio inutile e facendo sempre e solo cose che hanno uno scopo per il benessere del branco stesso.

leader5Tutta questa chiacchierata, dunque, per dire che devi osservare solo il modo in cui il tuo cane ti guarda?
Eh… stringi stringi, sì.
Il che significa, purtroppo, che moltissimi lettori penseranno di essere assolutamente i leader del proprio cane, perchè credono – o si illudono – di aver letto esattamente questo nei suoi occhi. Altri penseranno invece di non essere dei leader, perché magari il cane non sembra avere proprio quello sguardo sereno, pieno di fiducia e di desiderio di cooperare che ho descritto (male) qui sopra: ma questo a volte dipende anche dalla razza. Leggere gli occhi di un pastore tedesco non è la stessa cosa che leggere gli occhi di un pitbull o di un cane corso: bisogna imparare bene i diversi linguaggi espressivi, le diverse sfumature (che a volte sono appena percettibili). Ci vuole, insomma, quell’esperienza che sempre predico dicendo che, senza quella, tutta la teoria del mondo non porta da nessuna parte (il che vale anche in senso opposto… ma meno. Chi ha tanta esperienza e poca teoria qualche ragno dal buco lo cava, chi ha tanta teoria e nessuna esperienza darà sempre clamorose facciate nei muri: dopodiché, magari, si sarà fatto anche l’esperienza necessaria, e allora la teoria sarà un grande valore aggiunto).
Ovviamente è difficile fare esperienza con un singolo cane, se si è proprietari di “cane unico”: ma anche noi siamo animali sociali, anche noi abbiamo la capacità di cooperare e di interagire. Quindi può anche bastare la normale frequentazione della normale società multispecifica in cui viviamo, che è ricchissima di altre persone e di altri cani, per “imparare a leggere” gli sguardi, i gesti, le posture.
Certo, non  ci si riuscirà mai se si va all’area cani, si slega il guinzaglio e ci si mette a mandare sms: ma si cominciano a guardare i cani, già si impara qualcosa di più. Se si va a vedere qualche prova sportiva, si impara qualcos’altro. Se si frequenta un campo (non limitandosi a fare la propria lezioncina e via, ma osservando anche un po’ gli altri), si imparano nuove cose ancora.
E se fai tutto questo, significa che del tuo cane ti interessa davvero tanto. Che vuoi cooperare davvero con lui, che non ti basta avere il robottino obbediente, ma che vuoi creare un binomio capace di spaccare il mondo.
Se fai tutto questo, forse non sarai ancora un leader: ma sicuramente hai già posto le basi migliori per diventarlo.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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77 Commenti

  1. salve Valeria…mi presento, mi chiamo Eufemio, di origini campane, ma a Verona da 4 anni. Sono un istruttore cinofilo (non addestratore) e faccio parte di un gruppo cinofilo intitolato “scuola di relazione con il cane Romano Sparapan” (nostro presidente), scuola dedicata Giorcio Celli, ottimo etologo italiano con il quale, il gruppo, ha avuto modo di collaborare per quasi 10 anni prima della sua scomparsa. Leggo con interesse il suo articolo, visto che lo scopo della scuola è quello di migliorare la relazione con il nostro compagno cane, dove per relazione corretta intendiamo proprio cercare di insegnare alle persone come diventare leader del nostro cane ed ottenere da lui stima, rispetto, e soprattutto avere così la possibilità di potergli insegnare le varie regole di un mondo “di cemento” che non gli appartiene. Va da se che il pensiero è che il nostro cane non accetterebbe mai delle regole se non ci riconoscesse dei leader, anzi il più delle volte lo costringiamo, per nostra inadeguatezza, o meglio mancanza di conoscenze, a prendere in mano le redini della situazione. E credo che questo sia più o meno un pensiero condiviso dai cinofili. Volevo porle una questione: premettendo, che anche nei rapporti umani io non credo nell’amore disinteressato, ovvero nell’amore c’è sempre comunque dell’opportunismo (quello inteso in senso morale, forse meglio parlare di egoismo), anche nel semplice fatto di amare una persona o un amico perché soddisfa le nostre esigenze (quelle emotive ovviamente, motivo per cui molte persone a mio avviso oggi prendono una cane con se), volevo chiederle cosa penso della relazione affettiva che il cane ha con noi, al di là della posizione gerarchica. Ovvero, lei crede che il nostro cane provi dei sentimenti di amore, di affetto, di amicizia nei nostri confronti? Grazie in anticipo

  2. Si infatti Rita sono d’accordo con te anche io penso che solo alcuni cani siano in grado di capire il concetto di vita e morte non tutti ovviamente solo quelli un pò “speciali”io li definisco cosi perchè non tutti i cani a me colpiscono solo alcuni hanno una consapevolezza,una fedeltà ecc più spiccata di altri che di solito si legge nel loro sguardo,per me che sia diffidente verso gli estranei va più che bene perchè almeno sto più tranquilla non mi penalizza in alcun modo almeno sono sicura che non accetterà bocconcini ecc da degli sconosciuti che magari nemmeno conosco e di cui non mi fido.
    Poi la complicità che ho con lui è molto più spiccata rispetto a quella che con gli altri cani ,per esempio una volta portandoli a fare tutti e 3 una passeggiata non mi sono accorta che c’era un cane di una casa sciolto e senza recinzione all’improvviso ha preso e mi ha puntato evidentemente era determinato a difendere il suo territorio che io avevo violato senza saperlo e si è messo a correre per venire verso di me come una furia non so se per avvertirmi o per attaccarmi fatto sta che Maya e Lucky i cani di famiglia diciamo hanno dato uno strattone al guinzaglio e se la sono data a gambe senza tante cerimonie XD fregandosene altamente mentre Charlie gli si è scagliato contro e lo ha rincorso alla fine l’altro cane si è arreso e fortunatamente tutto si è risolto nel migliore dei modi però per dire quella è un’esperienza che mi ha fatto capire che agli altri due di me non glie può proprio fregare di meno e di cosa mi succede mentre per Charlie è diverso,con questo voglio dire che non dobbiamo dare per scontato che tutti i cani che abbiamo a casa ci siano affezionati magari tra 5 o tra 10 solo uno lo è e ci considera come punto di riferimento.

  3. Eleonor penso che il tuo Charlie ti abbia eletta come riferimento universale, il perché e il per come forse non lo scoprirai mai ma non è poi così importante conoscerlo. Personalmente preferisco cani diffidenti verso gli estranei seppur tali “discriminazioni” in alcune circostanze potrebbero rivelarsi penalizzanti anche per il leader umano.

    Per quanto riguarda il sacrificare la propria vita a favore del proprietario nutro invece dei dubbi. Non credo che gli animali tutti abbiano il concetto della vita-morte e i casi che hai menzionato rientrano negli istinti di specie od anche dovuti ad addestramenti mirati (cani da soccorso, cani antimine, ecc…)

    Se voi due assieme avete ritrovato l’equilibrio va bene così!;-)))

  4. Io sono d’accordo solo in parte con l’articolo, secondo me ci sono è vero cani opportunisti che fanno le feste anche a uno sconosciuto e accettano il cibo che gli offre ma esistono anche cani “speciali” cioè cani che stabiliscono con il proprio proprietario una vera e propria simbiosi fatta di piccoli gesti e sguardi.
    Io ho 3 cani e quindi ho avuto modo di osservare come ognuno di loro si pone verso di me in modo diverso tipo la femmina Maya che è un’incrocio Pincher fa le feste a chiunque venga anche conosciuto che sia dopo 5 secondi e accetta da lui cibo quindi potrei catalogarla come cane opportunista anche perchè gli fa feste proprio come se fosse il suo padrone ma l’altro mio cane Charlie non è in alcun modo cosi è tipo l’eccezione alla regola 1. non accetta cibo dagli sconosciuti una volta l’ho portato a un corso di educazione e la ragazza che faceva il corso ha preso e ha dato un pezzo di wrustel a tutti i cani che non se lo sono fatto ripetere due volte ma il mio non ne ha voluto sapere allora ho preso il pezzetto di wrustel in mano e me lo sono strofinato più volte sul palmo solo allora lo ha accettato perchè aveva il mio odore e perchè lui si fida di me altrimenti poteva benissimo accettarlo dalle mani della ragazza come tutti gli altri. 2. lui non parte al guinzaglio senza di me una volta ho dato il mio cane a una mia amica che siccome non ha cani mi ha supplicato di dargli il permesso di portarlo a spasso e io gliel’ho dato allora è partita e io mi sono messa fuori a leggere un libro ma lui non ne ha voluto sapere di continuare ha fatto due passi poi quando ha visto che non li seguivo si è girato verso di me e ha incominciato a uggiolare allora ho preso e li ho seguiti ma lui non andava mai molto più avanti di me ogni volta si girava per vedere se ero dietro di loro e se ero troppo indietro si fermava e non continuava a camminare. 3.non richiede le carezza cosa che fa sempre Maya cioè con le zampette comincia a grattarmi perchè vuole essere accarezzata e non la smette finchè non le ottiene invece lui sei tu a scegliere quando dargliele 4.Dopo aver fatto una passeggiata lo lascio solitamente per mezz’ora in giardino cosi ha la possibilità di sfogarsi ma che fa viene a grattare alla porta di casa perchè io sono dentro e lui vuole stare con me e le ciotole del cibo sono anche fuori quindi non è interessato al cibo ma a me e se esco lui vuole venire con me e non perchè è attaccato a me in modo opprimente anche perchè quando vado a scuola rimane da solo per 5 ore ma perchè vuole passare del tempo con me 5.Se lo spazzolo e alcune volte purtroppo può capitare che la spazzola si incastri in un nodo perchè ha il pelo lungo lui contrae i muscoli perchè gli fa male perchè dapprima tiro per scioglierlo poi se non ci riesco mi aiuto con le forbici ma non mi ha mai morsa cosa che farebbe senz’altro un’altro cane se ci provassi.6.Dorme sul tappeto della mia camera, potrebbe dormire benissimo anche dalla camera dei miei no? 7.Se me ne vado a fare una passeggiata senza la macchina ma a piedi lui vuole venire con me e comincia a piangere se non andiamo insieme.Con questo non voglio dire che il mio cane è perfetto ha i suoi pregi e difetti come tutti noi ma io penso che la cosa più importante da fare con un cane è aprire il nostro cuore.Quando l’ho preso era un cane ingestibile montava la gamba,ringhiava se lo prendevi su in braccio,appena vedeva uno sconosciuto scappava via,ecc (e aveva solo 3 mesi) ma poi con pazienza e costanza è migliorato nettamente gli unici difetti che ancora ha sono l’odio profondo verso gli uomini in special modo con gli anziani non so se ha avuto brutte esperienze forse era il cane di un cacciatore visto che solitamente ringhia a quest’ultimi e l’istinto alla predazione in generale verso animali più piccolo di lui tipo gatti,cani di taglia piccola ecc
    Poi non mi spiego una cosa se il cane è un’animale opportunista perchè alcuni rimangono con il proprio proprietario anche se è un barbone in fondo cosa ha da offrirgli perchè non vanno a scodinzolare a qualcuno che da loro l’elemosina e si trova una bella casa?Perchè alcuni cani si lasciano morire dopo la morte del proprietario?Perchè un cane la notizia l’ho sentita un mese fa,un meticcio di 8 anni ha salvato un bambino che nemmeno conosceva dall’annegamento? e non era un cane dei soccorsi.quindi perchè non è rimasto vicino ai padroni comodo comodo?Invece lui non ci ha pensato due volte è corso in mare per salvare qualcuno che nemmeno conosceva e è morto stremato.Perchè i cani si sacrificano per noi magari si fanno anche ammazzare per noi?in fondo a loro cosa glie ne frega se non crepiamo?alla fine uno dei nostri famigliari gli riempirà la ciotola ugualmente quindi a loro cosa cavolo interessa?cosi ci guadagnano loro?questo per me è AMORE!Avete idea di quanti cani si siano sacrificati in guerra per noi che siamo dei pazzi e dobbiamo sempre trovare un modo per far soffrire noi e altre specie senza esitazione si sono buttati a capofitto in nostro soccorso magari beccandosi una pallottola una bomba pure!Ma il nostro amore non li ha fermati!cani che si sono buttati sotto un treno o sotto una macchina per il loro proprietario rimettendoci una zampa o la vita!A loro cosa interessava non potevano farli morire?! e guadagnarsi la loro ciotola di cibo a fine giornata e una nuova famiglia piena d’amore per loro?E’ perchè loro ci amano! e farebbero qualsiasi cosa per noi anche morire non importa qual’è il prezzo per saperci sani e salvi! Perchè dobbiamo sminuire l’amore di ogni altra specie diversa dalla nostra in modo cinico e freddo perchè non ci capacitiamo che altre specie oltre alla nostra hanno la facoltà di amare un’altro essere vivente, certo non nel modo che intendiamo noi,ma provano pur sempre affetto nei nostri confronti un’affetto sincero e infinito.Io lo dico per mia esperienza personale io non ero una persona che amava molto i cani a dirla tutta ma il mio cane mi ha fatto ricredere e mi ha aiutato portandolo a spasso sono uscita dalla depressione sono diventata un’altra persona più forte più serena e i psicologi non hanno fatto niente su di me solo lui mi ha aiutato ad’uscirne solo lui è stata la mia migliore medicina!! Perchè il suo amore mi ha guarita, certo potrete definirmi pazza ,ma ho un cuore! e so che quello non mente quando guardo negli occhi del mio cane leggo solo affetto e fiducia e non una creatura opportunista che mi considera come un porta pranzo!! Ogni tanto bisogna ascoltare il proprio cuore e non sempre il cervello che ci fa studiare in modo cinico ogni cosa!

  5. Salve, mi chiamo alessandra e ho due bouledogue francesi, bullo (5anni) e nimerya (1anno).
    Le scrivo per chiedere , secondo il suo parere, delucidazioni sul loro comportamento e su chi , tra me e mio marito ,riconoscono come leader (sempre se ne riconoscono uno

  6. Mi occupo in prima persona della gestione dei miei cani e di tutte le loro necessità e interazioni. Credo siano questi i motivi principali che hanno contribuito ad identificarmi come riferente anziché mio marito il quale non ha mai dimostrato nè una passione sviscerata (seppur rispettandoli) nè una presa di posizione nei loro confronti (non sarebbe in grado di farsi rispettare).

  7. Bell`articolo come sempre grazie!
    Io vorrei sottolineare che un punto, quando scrivi: “Leggere gli occhi di un pastore tedesco non è la stessa cosa che leggere gli occhi di un pitbull o di un cane corso: bisogna imparare bene i diversi linguaggi espressivi, le diverse sfumature (che a volte sono appena percettibili).” e` davvero importantissimo!
    Qui il leader e` sicuramente mio marito, i cani si comportano con lui esattamente come i cani che abbiamo avuto nella mia famiglia di origine si comportavano con mio padre, si capisce proprio istintivamente chi considerano il leader. E questo anche se passano la maggior parte del tempo con me e io do` loro la pappa e li porto fuor etc…lo si capisce proprio dall`insieme di cose che hai scritto nell`articolo anche se il loro modo di manifestarlo non potrebbe essere piu` diverso.
    Yukita che crediamo abbia sangue labrdor e` molto espansivo, e` un libro aperto, Maro che e` uno shiba e` molto contegnoso. Se uno non lo conscesse potebbe pensare che sia molto indipendente e menefreghista invece conoscendolo si coglie benissimo in quei suoi gesti minimi, nello sguardo l`affetto o gli altri sentimenti che prova.
    Mio marito proprio come mio padre e` molto gentile nell`approccio coi cani, assolutamente non autoritario e anzi piuttosto permissivo (idem mio padre) e mi sono a volte chiesta se siamo casualmente incappati in cani molto mansueti che non hanno mai messo in discussione la leadership, neanche nel periodo “dell`adolescenza” o se arrivati in casa gia` adulti.
    Pero` una cosa non l`ho mai capita: come avviene per i cani la “scelta” del leader all`interno di una famiglia con piu` persone? (spero che qualcuno non abbia gia` fatto la stessa domanda perhce` non ho letto tutti tutti i commenti) E com`e` che tutti i cani sceglievano mio padre e adesso Maro e Yukita hanno deciso che il “capo” e` mio marito? Grazie

    • Non ce l’ho una risposta certa: bisognerebbe entrare nella testa dei cani… il che non è propriamente facile 🙂
      Non credo però che c’entri molto la mansuetudine dei cani, nella loro scelta: i cani si affidano istintivamente (e non solo istintivamente: ci ragionano anche sopra) a chi “sentono” più autorevole e più sicuro di sé. Il famigerato Cesar Millan ottiene risultati non soltanto con i suoi metodi alquanto rozzi, ma anche perché è una persona molto sicura di sé: lui la chiama “energia positiva” (a me sembra più che se la tiri una cifra… ma vabbe’!). Ed è indubbio che i cani, questa energia, la sentono a prima vista: anzi, a prima sniffata.

  8. Valeria grazie. Grazie davvero perchè hai risposto ad una domanda che mi facevo da tempo, ma che non avevo il coraggio di esprimere per non esser presa per matta. Questa domanda non ha del tutto a che fare con l’articolo. Mi chiedevo da tempo come mai tutti quelli che conosco si fossero riempiti la testa di “corsi di educazione o addestramento”, patentini di qua e patentini di là,( e anche io stavo diventando così!!! Un’evoluzione malsana di una Sciuramaria un po’ più acculturata!), mi dessero consigli su come “educare il mio cane a macchinetta” e non si fossero dimenticati di fare una cosa che, secondo me, è stata l’unica a dare una svolta netta al mio rapporto con Ian. Osservare. Osservare le movenze, gli occhi del proprio cane.
    Io non credo ci siano cose più intime, nel rapporto “miocane-mioumano”, come scambiarsi occhiate eloquenti con lui… Grazie davvero, perchè almeno oggi ho scoperto di non esser diventata matta!

  9. Una volta avevo un pastore tedesco che veniva da linee di sangue toste,me lo ero portato dietro quando mi sono congedato dai Caramba(non dico la trafila per entrarne in possesso)con questo cane ci avevo lavorato e perciò lo conoscevo molto bene ,era collaborativo e gran lavoratore sula difesa (fra l’altro attaccava la figura per ovvi motivi)insomma un gran cagnazzo di circa 50 kg con una bocca che sembrava un caimano e non aveva paura di niente,infatti lo chiamavo cayman, cayman mi permetteva molte cose ma c’era solo una cosa che non tollerava,quando gli davo un bel osso tondo ( la palla di una tibia di mucca)da rosicchiare se anche io mi avvicinavo ringhiava come un lupo selvatico,di solito io lo lasciavo fare e ignorandolo non davo peso alla cosa,una volta però gli è rimasto incastrato un pezzo di osso rotondo in mezzo ai canini superiori,io sono arrivato e avendo visto il cane in difficoltà in un battibaleno gli ho aperto la bocca e ho disincastrato l’osso poi ho chiamato il cane e tranquillamente gli ho dato da finire l’osso ,be il ragazzaccio da quella volta tutte la volte che aveva un osso correva a mangiarlo in mezzo ai miei piedi e io potevo giocarci mentre mangiava e l’osso lo potevo togliere quando volevo che andava tutto bene insomma il massimo della fiducia, forse a volte per diventare capobranco basta osservare attentamente che tipo di cane abbiamo ciao a tutti Aquila della notte

    • Certo che bisogna osservare attentamente il tipo di cane che si ha, ma ci vuole anche la “fortuna” di avere situazioni straordinarie e risolverle in modo sereno e positivo per raggiungere un livello di fiducia superiore. Specialmente con un cane tosto. Io ho avuto sia cani che mi ubbidivano che cani che si fidavano. Il tipo di rapporto con i secondi è davvero fantastico.

      • Hai perfettamente ragione per dire ,io attualmente vivo con due cani corsi tradizionali ,e il cane corso da bravo molosso non mette mai in discussione il suo amato umano specialmente se viene da linee da lavoro,poi ho con me la Golden retriever di mia moglie che dovunque vada è la mia ombra e se uno non è capace di farsi ubbidire da un Golden è meglio che si dedichi ad un altro sport ultimamente ho pure una meticetta trovata abbandonata che si sta rivelando molto ubbidiente, perciò la mia situazione di capo branco è abbastanza tranquilla,l’unica femmina con qui ho un rapporto alla pari è la padrona della Golden,ma questa è un altra storia saluti dal rapace notturno

  10. “Quindi lupi e cani provano un impulso fortissimo, ancestrale e assolutamente incontenibile verso la conservazione della specie, e di conseguenza verso il “non avere degli imbecilli alla guida” ”
    Ehi esattamente come n…no niente, ho sbagliato a scrivere!

  11. valeria vorrei se possibile un tuo parere sulla questione leader su un cane selvatico , non impregnato verso l’uomo, staccato dalla mamma precocemente. Non riconoscendo l’uomo come conspecifico potra’ mai considerlo un leader ? O per considerarlo tale l’essere umano dovra’ comportarsi come un cane ? , mi viene da pensare a quello che viveva con i lupi che e’ diventato leader del branco.
    grazie

    • Mario, quello che viveva con i lupi (penso che tu ti riferisca a Shaun Ellis) sicomportava esattamente come un lupo. Non credo che sia possibile per un umano “normale” fare la stessa cosa. Quello che si può fare è iniziare una sorta di “domesticazione” del cucciolo selvatico, abituandolo alla presenza dell’uomo e inserendolo nella nostra società almeno nei limiti posti dalla sua condizione: si addomesticano anche lupi e volpi, quindi ci si può riuscire benissimo con un cane…senza aspettarsi troppo, perché un po’ di diffidenza verso l’uomo in generale probabilmente gli resterà sempre. Ma verso i “suoi” umani potrà essere affettuoso e fiducioso come un qualsiasi altro cane.

  12. Scusate ma rileggete tutti l’articolo che ha scritto valeria, perchè secondo la mia interpretazione non nega definitivamente ciò che asserite voi, Antonio in particolare, ma per quanto ne sò io con la mia esperienza, mi rendo conto che cerchiamo sempre e troppo di umanizzare i comportamenti dei nostri amici…Io sono sicura e felice dell’amore che provo verso i miei 2 cani e questo mi basta per continuare ad amarli e cercare di capirli il più possibile dato che loro geneticamente hanno un diverso modo di comunicare dal nostro, poi se loro mi amano o no non lo sò definire ma con me stanno bene e quando il branco è riunito loro sono più tranquilli…tutto qua!…bisognerebbe partire dal presupposto di amare senza aspettarsi niente in cambio..e tutto sarebbe più facile sia con i cani che con le persone!

  13. Può essere “con te mi diverto di più, andiamo dove voglio anche io, mi tira meno, ma ndo mi porta questo che sto per uscire, etc. “

  14. In parte sono daccordo col fatto che i cani come tutti gli esseri viventi vivano per convenienze ma ieri è accaduto una cosa che mi ha fatto pensare che effettivamente un po’ d’amore i cani lo provino:
    Premetto che non ritengo che il mio cane mi consideri sua leader a causa dei miei continui sbalzi d’umore, cambi di idee sulle attività da svolgere e dati i suoi atteggiamenti che lo dimostrano (della serie io vado a farmi un giro , tra un po’ torno).
    Però ieri sono stata male e mio padre ha dovuto portare il cane a passeggio, lei era stata tutta la giornata ferma in casa e il guinzaglio e mio padre che diceva “andiamo” era l’occasione giusta per un’opportunista quale appunto dovrebbe essere la mia cagna per dire “la passeggiata è cio che mi piace e quindi è quello che faccio”, lei invece ha desistito ed è rimasta per un po’ a guardarmi mentre ero stesa sul divano e lei col guinzaglio in bocca come a voler dire “dai, andiamo, e tu perchè non vieni?” nonostante i richiami di mio padre. Poi alla fine è andata. Avrei altri episodi simili se non migliori ma volevo solo accennare al fatto che è vero che molto si basa sull’opportunismo ma non sempre è così.

    • Scusate ma rileggete tutti l’articolo che ha scritto valeria, perchè secondo la mia interpretazione non nega definitivamente ciò che asserite voi, Antonio in particolare, ma per quanto ne sò io con la mia esperienza, mi rendo conto che cerchiamo sempre e troppo di umanizzare i comportamenti dei nostri amici…Io sono sicura e felice dell’amore che provo verso i miei 2 cani e questo mi basta per continuare ad amarli e cercare di capirli il più possibile dato che loro geneticamente hanno un diverso modo di comunicare dal nostro, poi se loro mi amano o no non lo sò definire ma con me stanno bene e quando il branco è riunito loro sono più tranquilli…tutto qua!…bisognerebbe partire dal presupposto di amare senza aspettarsi niente in cambio..e tutto sarebbe più facile sia con i cani che con le persone!

  15. ….semplificando vorresti dire che il mio cane potrebbe mandarmi bellamente affan…. se qualcun altro gli offrisse una ciotola più succulenta della mia?….non ci crederò mai. Notte.

    • Non basta una “ciotola più succulenta”, ci vuole qualcosa di più, ma si, se trovasse un posto dove sta MEGLIO, in senso lato, non avrebbe problemi a cambiare parrocchia.
      Non succede perché per instaurare un rapporto ci vuole tempo e ci vuole impegno. Ma se tu affidassi il tuo cane a qualcuno con cui sta altrettanto bene, o addirittura meglio, non avrebbe problemi ad adattarsi e vivere come un dio.

      Mi spiace, ma se mi dici che il cane è “buono” o “ama”, sei costretto a considerare automaticamente anche il cane “cattivo” o che “odia”, sicuro che non sia meglio che il tuo cane sia con te perché “sta bene” con te?

      • Devo essere in parte, per quel riguarda alcuni soggetti, d’accordo con Antonio. So che l’articolo si riferisce alla regola, ma ci sono anche le eccezioni che la confermano… E’ anche vero che anche le eccezioni potrebbero eccezionalmente trovare un’altra anima gemella. Ma quando c’è tanto affiatamento e fiducia e, perché no?, amore, è difficile che il cane dimentichi il suo grande amore.
        Giusto l’anno scorso ho lasciato la mia labradorina per un mese con una mia amica che ha alquanti anni di esperienza con i cani. Avevo quasi paura a lasciargliela perché avevo paura che me la “rovinasse” per comprarsela. Infatti, coccole a tutto spiano (mi ha detto), mangiare abbondante (è diventata un bauletto), bagni tutti i giorni (lei adora l’acqua) e non so cos’altro. Quando sono arrivata a riprendermela è semplicemente impazzita dalla gioia. Non ha più guardato la mia amica e non ha nemmeno salutato mia mamma che era con me. Voleva solo la “sua” Adri.
        Altro esempio: un Rott maschio figlio della mia mitica prima cagna, affidato a quasi 2 anni a un addestratore che diceva che avrebbe fatto grandi cose con lui. Avevano un buon rapporto ma il cane, circa un anno e mezzo dopo, ha preso la leishmaniosi e quando sono andata a riprenderlo mi è saltato addosso dalla felicità. Notare che durante quell’anno e mezzo ero andata a vederlo alquante volte e mi salutava allegramente, sì, ma senza quell’enfasi di quella volta. Era grande come me e pesava come me, per cui non gli avevo certo insegnato a saltarmi addosso. Eppure quella volta lo sapeva che ero andata a riprenderlo e mi ha ringraziata con tutta la sua gioia. La sua è una lunga storia, travagliata anche, ma è sempre stato il mio cane più felice e aveva con me un legame speciale. Lui era pura gioia di vivere.
        Si, insomma, probabilmente quanto scritto da Valeria è la regola, ma la mia esperienza è piena di eccezioni. Leader? Sì, tutti i miei cani mi hanno sempre ubbidito, ma con certi c’è stato un rapporto che era qualcosa di più. Vivevano lo stesso da altre parti, con altre persone, con ritmi diversi e spesso con più attenzioni, non è che si lasciavano morire di fame o non si relazionavano più con nessuno, anzi. Ma tra me e loro c’era uno sguardo di comprensione, di intesa, di “volerci il più gran bene del mondo”. Anche se qualcuno voleva loro bene e glielo dimostrava, non era mai come tra di noi.. E se non sembrano storie d’amore, non saprei come definirle… E spero tanto che continui ad essere così!

        • Grazie infinite Adriana per aver centrato e dato voce al mio pensiero. In tutti i molti anni che ho vissuto sempre con un cane per amico e familiare, innumerevoli sono stati gli episodi, riguardanti me o miei conoscenti, che confutano in maniera netta e senza tema di smentite, quanto sopra descritto da Valeria. Non me ne voglia dunque per questo ma spero anch’io, anzi ne sono certo, che il rapporto che si instaura tra un umano ed il suo cane continui ad essere sinonimo di fedeltà ed affetto, se amore vi pare troppo, reciproci, nel bene e nel male. Questa almeno è la mia fortunata esperienza da 50 anni a questa parte. Opportunista lo potrà essere il randagio ma mai un cane inserito e facente parte a tutti gli effetti, di una familia.

  16. forse nei millenni scorsi era così, non ho la competenza per confutare quanto asserisci ma , questa volta non credo ad una parola di quanto scrivi, e all’ennesimo fatto di cronaca canina che ti smentirà, mi farò premura di sottoporlo alla tua attenzione.

    • nemmeno io condivido quello che dice Valeria ,e poi che vuole dire col termine il gatto è predatore ?perchè il cane o l’umano che cos’è?

  17. come smontare in quattro righe tutto ciò che di più bello ed esaltante il cane ci ha insegnato con i suoi comportamenti. Forse i gatti e i cani randagi saranno opportunisti, non di sicuro i pelosi che vivono con noi.

      • scendi dalla cattedra e spiegamelo tu quale è il senso morale e quello etologico…ti da fastidio che qualcuno non sia sempre d’accordo con quanto scrivi? ti diverti a schiacciarlo dall’alto della tua professionalità? con me puoi sciorinare tutti i paroloni che hai imparato nella tua lunga carriera, farai di sicuro ottima figura dato che io non sono un cinofilo professionista ma mi limito ad essere un comune amante dei cani, ho imparato molte cose leggendo i tuoi articoli ma stavolta mi rifiuto di accodarmi alla folta schiera dei tuoi estimatori.

    • Antonio guarda che anche l’uomo è sempre stato (e forse è ancora) un opportunista nei confronti del cane. Il rapporto uomo-cane è sempre stato di mutuo vantaggio, “io aiuto te, tu aiuti me”, a procurarmi il cibo, a controllare le mie pecore, a difendere la mia caverna/casa” e “a darmi da mangiare, farmi dormire al coperto, farmi scaldare al tuo fuoco”. O pensi che quindicimila anni fa uomo e cane si siano guardati negli occhi e giurato amore eterno e disinteressato?
      Non interpretare il termine in senso umano, tu sei “utile” al tuo cane esattamente come lui è utile a te, anche solo in termini di compagnia è sicurezza.
      Il gatto di tutte queste cose se ne batte le palle perché è immensamente più “autonomo”, un cane da solo NON vive bene, poi che sia in compagnia del suo branco, o del suo umano, per lui fa ben poca differenza.

  18. Aggiungerei (scherzosamente) che sei il leader del tuo cane, quando lo guardi e traduci agli altri i suoi pensieri e lui continua il suo discorso dicendoti: ci hai azzeccato!, brava diglielo tu che questo non mi capisce ecc…
    è bello capirsi senza dirsi nulla ed è questo che fa si che si è unici e non 2 cose separate ma che stanno assieme!

    • Bravissima e verissimo!
      Una volta sono arrivata a casa che la mia cagnona non poteva più trattenersi. Le usciva la pipi anche dalle orecchie a momenti. L’ho portata giù di corsa e quando sono tornata su ho chiesto a mia sorella se non l’aveva chiamata, perché mi sembrava proprio strano. Mi ha risposto che era andata un paio di volte in camera, stata in piedi, l’aveva guardata e poi era uscita. Mi sono incavolata tantissimo e le ho chiesto se pretendeva che le facesse domanda su carta da bollo!!! Più chiara di così! E questo quando “diceva” banalità, cose essenziali. Con me comunicava a livelli molto più alti e filosofici…

  19. Mi rincuoro…Allora, a casa mia siamo messi così:
    a) se non mi teme…
    CI SIAMO.

    b) se manifesta nei miei confronti, sempre e solo spontaneamente, piccoli o grandi segnali di sottomissione attiva che significano “mi fido di te, voglio collaborare con te”;
    C’E’ ANCHE QUESTO

    c) se mi obbedisce, sempre e con prontezza, perché sa che se gli chiedo qualcosa c’è uno scopo, e non perché arriverà il bocconcino o il giochino;
    VABBE’ …… SEMPRE CON PRONTEZZA…. N’ATTIMO…NUN ME METTE FRETTA…(se è per questo però Truzzotamarro a volte non si scapicolla nemmeno col bocconcino…)

    d) se mi ama un po’ più di quanto non richieda la semplice sopravvivenza della società… e questo, di solito, io lo capisco – o magari mi illudo di capirlo – dal modo in cui il cane mi guarda: peccato che sia quasi impossibile da spiegare a parole
    SI’, CREDO DI AVERE ANCHE QUESTO…

    Daì… quasi 3 su 4, forse sono promossa..

  20. Tante cose da dire. Tante che mi vengono in mente che non saprei quale citare.
    Ho avuto alcuni cani. Tutti assolutamente diversi (non per razza, ma per carattere). Tutti bravissimi.
    La simbiosi con una sola (almeno finora).
    Non ho ancora capito quante lettere dell’alfabeto greco ci siano in un branco (“battuta” per dire che sono ignorante sull’argomento), ma la mia sensazione è che non è che si deve essere per forza alpha. Credo che nel branco ci siano elementi che non si avvicinano più di tanto al capobranco perché non si sentono all’altezza. A questo tipo di cane, probabilmente basta un riferimento che gli dia quel po’ di sicurezza per vivere sereno. Qualcuno forse dirà che il capobranco deve infondere fiducia a tutto il branco, compresi gli elementi più deboli. Ma, ancora, la mia sensazione è che questi “più deboli” ricevono una sicurezza a distanza dal capo e che si sentono più tranquilli vicino a figure “di mezzo”. Questo per dire che come leader si possono avere sempre cani bravi, ma che per una sintonia più profonda ci vuole il giusto abbinamento.
    Quanto al discorso “anima”, non scorderò mai una delle rarissime volte che ho avuto la prontezza di rispondere a una provocazione.
    Una amica di famiglia, criticando il mio “andare in giro” sempre con il cane, ha sostenuto che i cani non hanno un cervello. Al che ho risposto: questa è la mia e non lo farei mai, ma se si apre la scatola cranica a un cane già morto, scommetto qualsiasi cifra che il cervello c’è. Al che ha “corretto il tiro” dicendo che intendeva che i cani non hanno un’anima. E io : ” E la tua dov’è? “

  21. Questo articolo te lo dovrebbero pubblicare su REPUBBLICA o CORRIERE DELLA SERA in prima pagina!!….Valeria Rossi massimo rispetto per il tuo modo di pensare MERAVIGLIOSO e il tuo modo di scrivere INCANTEVOLE, CHIARO, ESAUSTIVO, INTERESSANTE, SEMPLICEMENTE LOGICO MA ANCHE COMMUOVENTE! Ti voglio sul comodino anch’io! 😉

  22. Perche’ ho la sensazione che di suo leggerei pure un trattato di grammatica tedesca, cara Valeria?

    Beh, sul comodino non la metterei proprio (non fosse altro per la scomodita’) ma ad un suo simposio nel Lazio ci verrei proprio.

    Con sincera ammirazione,

    Andrea

    • Mi è venuta in mente una cosa che fa la mia Trudi-occhidolci. Lei non mi perde mai d’occhio. Se sa dove sono è tutta appagata e si spalma a pancia all’aria col suo gran sorrisone. Non lo so se sono la degna leader per i miei ormai quattro cani (la nuova, incrocio squalo-coccodrillo resiste fieramente a tutti i miei tentativi di “educazione” e io sono agli ansiolitici…) ma vedo che lei non vive se non respira l’aria che respiro io.

  23. Io e mio marito ci contendiamo la leadership 🙂 Lui la vizia, io sono più autorevole,lui è quello che ha sempre la tasca piena di biscotti io invece le faccio carezze e complimenti ottenendo gli stessi risultati.

  24. Bell’articolo, aggiungo che oltre alla qualità dello sguardo è importante anche la quantità.

    Se ad ogni imprevisto e novità il cane si volta guardandoti negli occhi e chiede: “cosa facciamo capo?”, se un cane forte, sicuro e reattivo riesce a domare i propri istinti per chiedere la tua approvazione allora non va così male.

      • Persevera nell’impartire direttive(all’inizio di tipo inibitorio) e farle rispettare nelle situazioni in cui prendono erronemanete iniziative personali, vedrai che poi saranno loro in automatico a chiedere.

        Anche se può non piacere la parola ritengo che un leader umano agli occhi del cane appaia come un “dittatore illuminato” per il semplice fatto che vivendo in una società umana lo si obbliga a molte più costrizioni rispetto a quanto gli sarebbe chiesto dal suo leader canino e molte di questi obblighi il cane fatica a capirli.

        • Grazie Accio!

          la cosa che non riesce a trattenersi da fare è piombare addosso agli altri cani e persone ma solo per annusarli…legato o sciolto che sia! cerco sempre di anticiparlo e inibirlo in questo ma ci riesco solo, se legato, strattonandolo (anche perchè sennò mi porta via…è un simil maremmano), se sciolto facendogli una mega sputtanata soprattutto a voce….ma io ho paura che mi tema come teme il mio ragazzo che ogni tanto uno sculaccione rumoroso glielo dà!..ma io vorrei, come dice Valeria, che non mi tema e allora come faccio?? poi il problema è che ne ho 2 e l’altro secondo me l’aizza e fra i 2 è anche il leader perchè quando si presentano queste situazioni abbaia, l maremmano si allerta e agisce e nel frattempo il leader è già andato a farsi i cavoli suoi….tanto ci pensa quel gigante tontolone!!

          • Premetto che non ho esperienza con cani indipendeti come i Maremmani, ma solo di Rott.
            Ti dico con sincerità che in particolare nell’adolescenza quando si comportavano male delle pattone sul culo sono volate, la volta successiva non riproponevano il comportamento sbagliato solo per paura, ma trascorso poco tempo si condizionano sul comportamento corretto, le pattone diventano controproducenti e basterà un’occhiata ed un atteggiamente corporeo per riportarlo all’ordine e nei casi più gravi si enfatizzerà il tutto finchè non propone un segnale di sottomissione.

            Però ti dico anche che il vero rapporto di amore e rispetto reciproco è nato quando hanno capito che in determitati momenti la mia parola è vangelo. Da quel momento mi vivono appiccicati qualsiasi cosa io faccia, sono in perenne attenzione tra loro e me, sanno quando se la devono cavare da soli e quando intervengo io, ben consci che sono dannatamente utili e bravi. Per loro una carezza o poter giocare con me è il premio più grande, nonostante da quando le gerarchie siano ben definite stiano ore a farsi coccolare o dormirmi addosso.

            Parlando dello specifico problema della condotta al guinzaglio io parlo solo per esperienza diretta per cui ti dico idee personali ed opinabilissime in quanto non sono assolutamente un educatore od altro.
            Detto questo io inizierei a fare piccole passeggiate rigorosamente al piede in cui è vietatissimo tirare, annusare e distarrsi da te, pena essere sgridati. Finità la passeggiata lo liberi in area cani, gli dai una pallina, insomma gli fai fare come premio ciò che preferisce. Quando diventerà davvero bravo(probabilmente dopo mesi) lo leghi con un guinzaglio di circa 2.5 metri ed alterni momenti al piede e momenti in cui può sfruttare tutta la lunghezza del guinzaglio ed annusare sempre senza tirare, appena sente pressione sul collare deve fermarsi qualsiasi stimolo ci sia(bello o brutto). L’ultimo step (nel caso diventi ben controllato) è la libertà, deve però tornare al piede velocemente in qualsiasi momento e situazione quando richiesto.

  25. Secondo me,nonostante ritenga giusto ciò che dice Valeria,è possibilissimo che Hachiko o Fido abbiano aspettato i loro padroni non perchè “non c’erano alternative” ma proprio perchè riconoscevano nei loro padroni i loro leader,quel binomio così forte e indissolubile…Trascorrendo la loro intera vita con quelle persone,hanno stretto un legame così profondo e così vicino a quel binomio descritto da Valeria,che nonostante ci fossero altre persone che sicuramente davano loro a mangiare ecc,loro non sono mai riusciti ad avere la consapevolezza del fatto che i loro padroni non tornassero più,ed è per questo che sono rimasti lì ad aspettare e non sono invece andati da altre persone che non avrebbero potuto riuscire a sostituire quel legame così forte che solo con tanto tempo si può instaurare. Parere mio!

    • Silvia, è esattamente la stessa cosa che volevo dire io: non hanno trovato un “leader” alternativo, ma solo persone che gli davano da mangiare e gli facevano le coccole (cosa del quale il cane può pure fare a meno: della leadership, invece, no). 🙂

  26. io non sono il leader della famiglia, e’ mia madre e amen. io piu’ che altro sono quello con cui fare le cose divertenti. Sono triste per questo? Niente affatto, in fondo il mio cane e’ sereno e quando e’ con me (praticamente ogni istante in cui non lavoro) e’ sereno e tranquillo.

  27. Salve Valeria,
    Seguo da tempo i tuoi articoli e non smetterei mai di leggerli. Si trova sempre lo spunto per delle riflessioni personali. Non ho mai posto domande ma adesso non riesco a trattenerla.
    Premesso che ho anzi “lei mi ha” un chow chow. Lei è completamente in simbiosi con me nel senso che appena io mi agito lei si agita.. Sente tutti i miei malumori.. Sto sbagliando qualcosa? Vorrei essere il suo punto di riferimento e non il suo specchio

    • Tutti i cani sono gli specchi dei loro umani…ma solo degli umani di riferimento. Avere un cane molto empatico è faticoso, ma anche bellissimo: e ti insegna moltissimo, perchè impari ad essere meno nervosa e meno di malumore per non “contagiare” anche lui. No, non sbagli niente: non c’è una cura contro l’empatia :-). Ma a me fa molto piacere che non ci sia!

      • E un cane che quando sei di malumore (sia inferocita, che indaffaratissima, sia scoraggiata) ti lascia assolutamente in pace (come peraltro desideri ardentemente) trasformandosi in un elemento d’arredo anche per ore… cosa se ne deve pensare? ammetto che è molto comodo: lo adoro per questo, che trovo una sua grande qualità… ma vuol dire che qualcosa non va nel mitico “rapporto”?
        Oppure (come credo e spero) che è un cane intelligente? 😀

        • Mah… io credo si possa leggere come “Il capo c’ha da fare/è arrabbiato… meglio non rompergli le palle..”
          Anche il mio ha più o meno lo stesso comportamento, ma basta che mi veda tranquilla o cazzeggiante e si presenta a reclamare la mia attenzione.
          E siccome Truzzotamarro è il cane più intelligente del mondo (e io lo so, ne capisco, ho visto quasi tutti i film della Disney) vuol dire che sa benissimo quando è il momento di defilarsi e quando invece può riapparire..:)

        • secondo me dipende molto da cane a cane… Io ne o due e quando sono nervosa, una preferisce lasciarmi in pace e andarsene, l’altra cerca di “tirarmi su” comportandosi “da cucciola” ( anche se ha 5 anni ), cioè mi si spiaccica addoso e mi lecca, poi quando mi passa ritorna normale e si limita a sedermisi vicino

      • Grazie per le tue parole rassicuranti.. È proprio quello che cerco di fare .. Contenere.. ma lei capisce ugualmente… Ma la adoro anche per questo

  28. Bel articolo Valeria,
    argomento per niente scontato. Io ho una jgad terrier e sono tre anni che cerco di diventare un leader, ma contro il suo istinto di caccia non riesco ad avere autorità, ed ora che è arrivato un secondo cane mi sembra ancora peggio, dovrò chiedere aiuto. Consigli?
    Intanto leggo i tuoi articoli in merito.
    Grazie

  29. Valeria scrive:” L’amore eterno, l’amore “senza chiedere nulla in cambio”, l’amore profondo che coinvolge sensi, cuore, anima (ammesso che ne esista una), effettivamente è solo umano..” Vero, e può essere solo l’amore di Dio (ovviamente per chi ci crede), e l’amore materno! Sai Valeria, qualche dubbio era venuto anche a me su chi fra me e mio marito il cane considerasse leader… bè, riconosco che quasi sicuramente è mio marito, ma quando torno dal lavoro e lo trovo col muso tra le inferriate del cancellone, la coda che va talmente forte da muovergli tutto il sedere e le uggiolate accompagnate da versi strani, ma di picere, le leccate (come dici tu: di tre metri di lingua) ecc… poi alla sera, io e mio marito seduti sul divano, se ci mettiamo vicini per coccolarlo insieme, vedi un qualche cosa nei suoi occhi indescrivibile insomma, guardandoli ti trasmettono gioia non saprei dare una spiegazione diversa!
    Grazie Valeria per quello che scrivi, sei veramente fantastica.

  30. Splendido articolo!
    Una domanda mi sorge spontanea.. Ma se io ho 2 cani, e il primo che ho preso, nn si fila de pezza il cibo e i bocconcini, (è una specie di maltese anoressico) perchè sta con me? Come prova nn tanto della mia leadership, io vedo che quando siamo al parchetto lui felice gioca, al momento di andarsene, lui vorrebbe rimanere, allora io comunque mi incammino verso l’uscita lui rimane indietro mi fissa poi guarda indietro gli altri cani, e Decide( o almeno a me sembra così) di venire con me.
    Avrei un’altra domanda, ma la difesa, intesa come un comportamento di controllo verso gli esseri umani e gli altri cani che vengono in contatto con me come vanno interpretati? E comunque questi comportamenti non avvengono se sono io ad iniziare l’interazione con l’altro umano o cane che sia. Grazie!

  31. guarda che caso… mi facevo questa domanda proprio ieri… e alla fine sono abbastanza ottimista perché quando c’è qualcosa che lo perplime e lui non conosce (un rumore di solito) mi guarda per vedere cosa faccio e se mi vede tranquillo non ci bada… se lo stimolo invece che fargli venire dei dubbi gli fa paura, però, solitamente decide da solo…

  32. questi articoli sono uno più bello dell’altro…meno di un anno fa ho adottato il mio primo cane della mia vita..una cagnolina da caccia che stava in canile..tutte le volte che ho dei dubbi leggo qualche tuo articolo e comincio a capire un po’ di più.. cosa ho capito oggi? Che devo fare ancora taaaaaanta strada..

  33. Posso aggiungere una cosa che IO trovo molto significativa? Se il cane in tua compagnia affronta situazioni che da solo o con altri (anche altri membri della famiglia, l’ho visto succedere) non affronterebbe MAI, anche solo passare su una griglia, fare una scala, attraversare un gruppo di persone senza mostrare segni di stress, o comunque con relativa tranquillità, e senza bisogno di essere forzato allora significa che ha raggiunto un grado di fiducia nei vostri confronti che lo porta a seguirvi come “leader”, non come “mi tocca farlo perchè non ho alternative”.
    Poi sicuramente ci sono padroni che ottengono lo stesso risultato trainando il cane, premiandolo, o portandolo in braccio, ma è una cosa completamente diversa.

    • Bella riflessione…
      Mi hai fatto pensare a quando il lupone si impuntava su delle grosse griglie vicino a casa, volevo riuscire a fargliele attraversare e dopo qualche tentativo , senza bocconcino, ci sono riuscita..!! Non solo, ho voluto far la prova del 9 facendolo fermare proprio SOPRA alla griglia…. Non ti dico la sceneggiata che ho messo su per gratificarlo ….. Che soddisfazione!

  34. Bellissimo articolo, come sempre del resto. L’essenza di tutto sta secondo me nella parte finale dove spieghi come piano piano, esperienza dopo esperienza si cerca di costruire il proprio rapporto con il cane e la verità assoluta in tasca non ce l’ha nessuno.Questo è quello che mi sto sforzando di fare con il mio Border di due anni, non so se sono il suo leader, a volte mi sembra di si, a volte sono pervaso da dubbi però ogni tanto quella “luce” nei suoi occhi mi sembra di vederla e questo mi da una grande gioia.
    Grande Valeria sei tutti noi

  35. Ciao bellissimo come sempre il tuo articolo Valeria , mi ha fatto pensare molto ! Ho sempre avuto un branco di cani , tre, quattro , cinque , ma non mi sono mai chiesta se ero il loro leader ! Hanno sempre camminato al mio fianco liberi , molte volte senza guinzaglio anche in città . Come i miei tre figli , i miei cani li ho voluti , ci siamo scelti , e sono sotto la mia responsabilità , quindi sono io che devo essere in grado di CURARLI , nel senso di cura come l’intendevano i latini ! I cani sanno chi tu sei , molte volte meglio di te , sanno se fidarsi o se devono assumere loro un atteggiamento di cura verso l’umano ! Anche per l’umano , come nel cane , alpha si nasce e si diventa ( ma con più difficoltà !!! ) .

  36. Bello, davvero bello quest’articolo! Non mi sono mai sperticato in complimenti vari ma questa volta non posso evitarlo!
    L’argomento è uno dei più complessi, incasinati, intricati che possano esserci ma sei riuscita comunque a rendere l’idea.

    • Quoto!!!
      Bellissimo articolo…grazie! =)

      Io invece ho ancora moltissimi dubbi su (intanto cerco nel sito articoli che ne parlano):
      “Come faccio a far capire al cane il suo compito all’interno del nostro branco? Come faccio a dargliene uno? E quando sono due, a chi quale compito devo dare, e ancora..come faccio a farglielo capire ad entrambi?”

      • Io semplicemente ho lasciato che se la sbrigassero tra loro.
        Mi sono rilassata e ho dato fiducia al maschio pensando che non avrebbe mai fatto del male alla femmina e ai cuccioli.
        Non so se ho fatto bene perche’ e’ diventato un po’ pirla!
        …Insomma si fa fare di tutto soprattutto dalla piccolina!

  37. Grazie per aver cercato di rispondere alla mia domanda, mi rendo conto che spesso a parole è difficilissimo spiegare cose che possono sembrarci “semplici” proverò a capire i segnali che il mio cane mi manderà sperando di non essere il suo “ristoratore preferito” hihihihihi.
    Posso dire che il cane è completamente indifferente a mia moglie, interessato ma non troppo agli altri membri della famiglia, fa le “feste” alla bambina, ma quando mi vede o mi sente DEVE raggiungermi.

  38. “so che io e te siamo un binomio, una cosa sola, una forza della natura. Perché io e te possiamo spaccare il mondo, perché siamo un animale a sei zampe capace di superare qualsiasi ostacolo e di riuscire in qualsiasi impresa”
    Mi hai messo in buca! io cerco, in continuazione, questa consapevolezza … ma, ogni volta mi riempio di dubbi 🙁

    Bellissimo articolo, ti vorrei sul mio comodino

    • QUANDO SONO IN GIRO CON IL MIO CANE HO PAURA DI COME COMPORTAMRMI CON I CANI SCIOLTI COSA DEVO FARE PER NN INCORRERE IN BRUTTE SITUAZIONI E VIVERE RILASSATA?

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