mercoledì 26 Marzo 2025

Razze da scoprire: il Wolfspitz

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

wolfspitz6di VALERIA ROSSI con la collaborazione di Laura Monfreda

ORIGINI E STORIA

Le origini del Wolfspitz sono comuni a quelle di tutti gli altri Spitz, che si sono sviluppati in forme molto simili in diverse zone del mondo discendendo in linea diretta dal primitivo cane delle torbiere e dal più tardivo spitz delle palafitte, i cui reperti osteologici vennero studiati da L.Rutimeyer in Die Fauna der Pfahlbauten (Basilea 1861).
Il Wolfspitz, però, differisce da tutte le altre razze similari (e in particolare dagli altri Spitz tedeschi) perché è il solo a non avere alcuna attitudine per la caccia. Si presume, perciò, che fin dall’antichità sia stato selezionato esclusivamente come cane da guardia.
Anne Burnett, specialista della razza, spiega che prima di essere incluso tra gli Spitz tedeschi il Wolfspitz era un cane autctono olandese. In realtà la razza è ancora allevata e molto amata in Olanda, dove però viene chiamata col nome di Keeshond.

Una placca d'argento del '700 che ritrae un keeshond
Una placca d’argento del ‘700 che ritrae un keeshond

Questo nome deriva da quello del rivoluzionario olandese William Cornelis Van Gijselaaer, che i suoi seguaci chiamavano col diminutivo di Kees. Van Gijselaaer, che guidò i rivoltosi olandesi contro la casa d’Orange nel diciassettesimo secolo, possedeva un grosso Spitz grigio che lo seguiva ovunque, anche in battaglia: questo cane divenne così l’emblema dei patrioti, contrapposto al Carlino che invece era il cane preferito da Guglielmo d’Orange.
Purtroppo, quando i seguaci di Kees vennero sconfitti, molti proprietari di Wolfspitz, temendo che i cani li facesse identificare con i ribelli sconfitti, li fecero sopprimere. Fortunatamente la razza era ben diffusa anche in campagna e tra i battellieri, meno coinvolti nei problemi politici per la loro distanza dalla città, che non si preoccuparono più di tanto e tennero i propri cani con sé.

wolfspitz3Il Wolfspitz era amato soprattutto per le sue doti di guardiano; la sua taglia e la sua rusticità gli permettevano di viaggiare agevolmente sui battelli che navigavano lungo il Reno e per questo gli venne dato il nome di Dutch Barge Dog, ovvero “cane delle chiatte olandesi”.
All’inizio del Novecento la razza si diffuse anche fuori dai confini olandesi; dapprima in Inghilterra, grazie al colonnello Digby che ne aveva portato con sè una coppia, e poi in Germania.
L’allevamento inglese iniziò però solo negli anni ‘20, partendo da esemplari importati da Winfild Digby e Alicia Gatacre.
Nel 1923 vennero esposti per la prima volta a Birmingham e nel 1926 venne fondato il Club di razza. Durante tutto il secolo la razza si è espansa in tutta Europa (e oltre), ma la sua patria ufficiale è stata identificata dall’FCI nella Germania, nonostante il fermo tentativo di opposizione degli olandesi.
Per diversi anni il tipo tedesco, più lupoide, è stato assai diverso da quello olandese, che aveva forme più gentili e musetto più “da orsacchiotto”: poi i migliori allevatori hanno cominciato ad incrociare tra loro i due tipi, ed oggi il Wolfspitz presenta le caratteristiche migliori di entrambi.
Interessante ricordare che il Wolfspitz, prima dell’ultima classificazione FCI, era inserito nel Gr. 2 come “cane da utilità”: la nuova classificazione l’ha poi spostato nel Gr. 5 creando anche una razza unica con il Grande Spitz tedesco.

wolfspitz5CARATTERE

“Bellooo!!! Che peluchone, che batuffolone! Ne voglio uno!”
Ecco: se questa è stata la vostra reazione di fronte al Wolfspitz, per carità non prendetelo!
Vi tirerebbe letteralmente scemi nel giro di due mesi, perché del Wolfspitz non bisogna mai guardare il mantello.
Sì, lo so che è bellissimo, scenografico, appariscente: una nuvola d’argento in cui non vedete l’ora di tuffare le mani. Ma non guardatelo, datemi retta.
Guardate invece gli occhi di questo cane: osservatene l’espressione intelligente, acuta e un po’ sorniona. Avete forse mai sentito dire che “Il pelo è lo specchio dell’anima?”
Ovviamente no!
Invece l’avrete sentito dire degli occhi… e non c’è nulla di più vero: anche per i cani.
Quindi osservate bene questi occhi furbacchioni, volpini, quasi ironici; solo così comincerete a capire questa razza!
Il Wolfspitz non somiglia solo a una volpe: è furbo esattamente come lei.
E’ caparbio, anche testardo, a volte, pronto a inventarsi qualsiasi escamotage per raggiungere il suo scopo; e se questo scopo non è molto gradito al padrone, lui tanto gira e tanto fa che lo raggiunge lo stesso…per poi guardarvi con quell’espressione tutta speciale che hanno solo i musi di tipo spitz, che sembrano ridere di voi, dicendo “ti ho fregato!”.
Vi ho spaventato a sufficienza?
Bene, sono contenta. Mi premuro sempre di terrorizzare un po’ chi potrebbe commettere l’errore (gravissimo) di innamorarsi di un cane solo per l’aspetto fisico: ma adesso che abbiamo messo le cose in chiaro possiamo anche cominciare a spiegare tutti i punti a favore di questo cane fantastico, davvero speciale!

wolfspitz2Primissimo punto a favore: non è un cane di moda, anzi è una “razza da scoprire”.
Questo significa che gli allevatori sono pochi, ma buoni: nessun “cagnaro” interessato solo a lucrare sui cuccioli si metterebbe mai ad allevare una razza così rara. Rovescio della medaglia: è possibile che si debba attendere un po’ prima di venire in possesso di un cucciolo. Ma l’attesa sarà premiata dall’arrivo di un cane sano, bello e di buon carattere, come sono tutti quelli allevati con passione ed amore.
Secondo punto a favore: è facile da gestire. E’ di dimensioni medio-piccole, si può portare dovunque, non è aggressivo, è un cane rustico, resistente e robusto ma non ha la smania né l’esigenza di fare duecento chilometri al giorno, che ci sia il sole, piova o nevichi. Se si può uscire, correre e giocare, tanto meglio: se fa freddo, se abbiamo il raffreddore o semplicemente non ci va di uscire…lui se ne sta tranquillo ai nostri piedi in attesa di momenti migliori. Non si stressa, non distrugge la casa, non abbaia e neppure si offende. Nonostante questo, è un vero Cane Utile con tutte le maiuscole del caso. Tanto per cominciare, è un ottimo guardiano, ovviamente con la funzione di “avvisatore”.

wolfspitz4Non è una “guardia armata” e neppure potrebbe esserlo, date le dimensioni ridotte… il che può essere molto positivo in quest’epoca di terrorismo verso i cosiddetti “cani pericolosi”.
Il Wolfspitz non fa paura a nessuno, ispira solo tenerezza e voglia di coccole: quindi è bene accetto ovunque (e in tutti i casi, se dovesse capitargli di difenderci… potrebbe riservarci interessanti sorprese. Ma non facciamolo sapere troppo in giro).
Al di là del suo ruolo “ufficiale”, poi, riesce bene praticamente in tutte le discipline sportive, dall’agility all’obedience al fly ball.
Per quanto sembri un “peluchone”, sotto al pelo nasconde un fisico scattante ed atletico che gli permette notevoli performance sportive. E ancora a proposito di pelo: questa meraviglia di mantello non è affatto impegnativo come potrebbe sembrare!
E’ un pelo duro e diritto, che difficilmente si annoda.
Per di più, pur essendo ricchissimo sul corpo, si accorcia bruscamente sulle zampe (che hanno solo qualche graziosa frangia posteriore) e sui piedini, che sono quasi a pelo raso.
Questo significa che il Wolfspitz, a differenza di altri “pelosoni”, non ci porta a casa tutta la sporcizia, l’erba e il fango che raccoglie andando a passeggio (e scusate se è poco! La sottoscritta, ricordando la volta in cui la sua meticcia le portò a casa un intero cespuglio ancorato al pelo delle zampe, non può che provare una sana invidia).
Inoltre è un cane amante della pulizia, che cerca proprio di evitare di impiastricciarsi e insudiciarsi quando non è il caso. Ovviamente non voglio esagerare in senso opposto, adesso, facendovi credere che il mantello del Wolfspitz sia autopulente, autospazzolante e magari inchiodato a vita sul corpo del cane. Non è così. Spazzolare si deve, con regolarità: non è necessario farlo ogni giorno, ma almeno due volte alla settimana spazzola e pettine dovranno essere presi in mano.
Avere un Wolfspitz significa anche vivere in grande intimità con il bidone aspiratutto: perché il pelo non è inchiodato, ahimé. Neanche un po’.
Il pelo svolazza spesso per casa… con punte davvero eclatanti nel periodo della muta, che per fortuna arriva due sole volte all’anno.
Per il resto del tempo non c’è molta differenza tra avere in casa un Wolfspitz, un Breton o un Golden… e non serve il toelettatore: va benissimo il “fai da te” casalingo.

wolfspitz8Altri “pro”: è un cane socievole con i suoi simili, ma anche con i suoi “dissimili”.
Infatti, a differenza di altri spitz nati e selezionati come cani da caccia, non è minimamente interessato alla predazione (d’altronde, l’abbiamo detto, è furbo come una volpe: e perché mai dovrebbe faticare tanto, quando la pappa si trova pronta in ciotola?).
Va quasi sempre d’accordo con i gatti – che infatti spesso ne approfittano per utilizzarlo come “pelliccia aggiuntiva – e ha un atteggiamento del tutto distaccato nei confronti di uccellini, animali da cortile e così via.
Anche con gli umani che non conosce è piuttosto distaccato, freddino, perfino un po’ snob: se non sei parte della sua famiglia, dà l’esatta impressione di non filartisi di pezza.
Con i suoi umani, invece, è tutta un’altra cosa: se li guarda adorante, non li molla un attimo, è l’immagine del cane fedele e devoto che non sa vivere senza il suo padrone.
Nonostante questo, non è invadente e sa lasciare i propri spazi e la propria privacy a chi, per esempio, non è precisamente entusiasta di essere seguito dal cane anche in bagno.

wolfspitz_cuccCome molti altri Spitz è un cane che dà il massimo quando viene educato in tenerissima età: meglio che le regole base vengano inculcate entro i cinque mesi di vita, perché in seguito potrebbe diventare più difficile instaurare una buona leadership.
I cani intellettivamente molto dotati, come gli spitz, rischiano di accorgersi molto presto che sono più furbi di noi e possono farci fessi quando vogliono.
Una razza più sottomessa e docile potrebbe accettare comunque un ruolo di secondo piano: un Wolfspitz no.
Se capisce che i padroni non sono in grado di guidare un branco con coerenza, fermezza e intelligenza, ci scavalcheranno gerarchicamente e cominceranno a comandare loro.
Non useranno la forza, questo no: ma useranno l’astuzia… con risultati che mortificheranno un bel po’ il nostro orgoglio di “esseri superiori”.

wolfspitz9Come tutti gli spitz, infine, lui è un cane molto “lupino”: se volete imparare il significato di parole come “linguaggio del corpo”, “calming signals”, “ritualizzazioni” ecc… osservate attentamente il vostro Wolfspitz e avrete in casa un’enciclopedia vivente!
Attenzione, però: bisogna saper guardare, perché i suoi segnali non sono mai esagerati.
Lui è un cane che comunica attraverso le sfumature.
D’altronde, l’abbiamo detto, è un pochino snob: quindi non si metterebbe mai a gridare come un pescivendolo, sapendo che può comunicare lo stesso concetto a bassa voce, quasi sussurrando.
Poiché il cane non si esprime con la voce, ma con il corpo… tutto questo si traduce in una comunicazione fatta di segnali quasi impalpabili.
Un’orecchia tirata indietro, un battito di palpebre, una coda che si muove impercettibilmente… ecco come vi parlerà un Wolfspitz.
Difficile da capire?
Be’, dipende.
Se avete studiato un po’ di etologia e avete una certa dimestichezza con i segnali corporei, lui sarà un libro  aperto: se tutto questo per voi è arabo, e proprio non riuscite ad afferrare quello che vuole comunicarvi… allora il cane perderà la pazienza e comincerà davvero a strillare.
E stavolta userà anche la voce, che è particolarmente possente e squillante!
Quanto detto finora spiega il motivo per cui ci sono proprietari di Wolfspitz che definiscono il proprio cane “silenziosissimo”, e altri che lo definiscono “un abbaione”.
In Italia i secondi sono più numerosi dei primi, ma solo perché le persone che si interessano di etologia e linguaggio canino, nel nostro Paese, si contano ancora sulle dita di ben poche mani.
In Germania, dove la cultura cinofila è più avanzata, è assai più facile sentir descrivere il Wolfspitz come “cane silenzioso”… quindi, sappiatevi regolare: dipende tutto da voi!

Sissi
Sissi

IL TIPO IDEALE

Intervista a Laura Monfreda, all.to Renard Gris

Come si è innamorata, un’italiana, di una razza così rara e quasi sconosciuta nel nostro Paese?
In modo assolutamente casuale., cercando un cucciolo da regalare a mia mamma e finendo per comprarlo… in negozio!
Vidi questo tenerissimo robino grigio, diverso da tutti i cani che avevo conosciuto fino a quel momento, e senza sapere neppure cosa fosse me lo portai a casa, più per toglierlo dalla vetrina che per vera convinzione.
La mia conoscenza della razza era assolutamente nulla, ma la Sissy (questo era il nome della cucciola) mi fece scoprire quasi subito le sue grandi doti. Sono stata molto fortunata, perché la cucciola era sana nonostante la provenienza dubbia: ma ovviamente non aveva pedigree, e così andai n esposizione per farle prendere il LIR.
Lì cominciai a conoscere altri appassionati… e iniziò la mia grande avventura. Purtroppo non potevo basarmi sulla Sissy come capostipite di un allevamento: così cominciai a studiare, a frequentare esposizioni anche all’estero, a fare le notti in Internet studiando tutte le linee di sangue esistenti…e oggi, dopo aver fatto le mie scelte, sono davvero soddisfatta dei frutti. E’ stato un lungo lavoro, ma ne è valsa la pena perché questa è davvero una razza speciale!

wolfspitz10Olandesi e tedeschi sono cani abbastanza diversi tra loro; qual è, secondo lei, il tipo più corretto?
E’ quello che stiamo rincorrendo in molti…ovvero un cane che abbia un pelo appariscente come il Keeshond, un aspetto intermedio tra i due (un po’ più dolce del tipo tedesco, forse, ma non esageratamente “peluchone”, perché questo è un cane da guardia!) e una giusta media taglia.
Oggi si vedono due estremi: da un lato il tipo olandese, esasperato dagli americani, che sta diventando sempre più piccolo e in cui si bada soprattutto al mantello… e dall’altro il tipo tedesco che invece va “verso l’alto”, con soggetti anche di 60 cm. al garrese. Nessuno sembra più ricordare che… in medio stat virtus! Al di là dell’aspetto fisico, però, ciò che mi interessa di più sono salute e carattere. Il Wolfspitz dev’essere un cane con buona attitudine al lavoro, tant’è vero che in Germania questa razza è impiegata in piste, obedience e perfino per i brevetti SchH!
I cani di tipo “keeshond”, invece, sono dei “patatoni” a cui il lavoro non interessa molto: ottimi cani da compagnia, sicuramente… ma io preferisco vedere un po’ più di carattere!
E poi c’è la salute: anzi, la salute dovrebbe venire prima di ogni altra considerazione!
In questo siamo molto agevolati dalla serietà dei tedeschi, che hanno soggetti controllatissimi soprattutto per quanto riguarda le malattie ereditarie.

FCI Standard N° 97 / 05.03.1998 – SPITZ TEDESCHI
ORIGINE: Germania
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 05.03.1998
UTILIZZAZIONE: Cane da guardia e da compagnia
CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 5 Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo, Sezione 4 – Spitz Europei
Senza prova di lavoro

BREVE CENNO STORICO: Gli Spitz Tedeschi discendono dal “ Cane della Torba” (Torfhund) “Canis Familiaris Palustris Rütimeyer” che viveva nelle torbiere all’Età della pietra e dal più tardo Spitz dei Villaggi a Palafitte (Pfahlbau); sono la razza di cani più antica dell’Europa Centrale. Numerose altre razze hanno avuto origine da loro. Nei paesi dove non si parla il tedesco, i Wolfspitz sono conosciuti come Keeshonds e Toy Spitz, come pure Spitz di Pomerania.

ASPETTO GENERALE: Gli Spitz sono cani accattivanti per il loro bel mantello, tenuto sollevato da abbondante sottopelo. Particolarmente appariscente il forte collare attorno al collo, simile ad una criniera, e la coda cespugliosa portata bravamente sopra il dorso. La testa da volpe con occhi attenti e i piccoli orecchi appuntiti, inseriti vicini uno all’altro, danno allo Spitz il suo unico, caratteristico aspetto ardito.
PROPORZIONI IMPORTANTI: Il rapporto altezza al garrese/lunghezza del corpo è = a 1 : 1
COMPORTAMENTO – CARATTERE: Lo Spitz Tedesco è sempre attento, vivace ed eccezionalmente devoto al suo padrone. Apprende in fretta ed è facile da addomesticare. Diffida degli estranei e il suo totale disinteresse per la caccia, ne fa il cane ideale per la guardia della casa e della fattoria. Non è né timido né aggressivo. Le sue più importanti caratteristiche sono la robustezza, la longevità, e la capacità di sopportare qualsiasi condizione atmosferica.

TESTA
REGIONE DEL CRANIO
la testa di media misura dello Spitz, vista dal di sopra, appare più ampia nella zona posteriore e si assottiglia a forma di cuneo fino alla punta del naso. Stop da moderato a marcato, mai brusco
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: il tartufo è rotondo, piccolo e d’un nero assoluto; marrone scuro negli Spitz marroni
Muso: il muso non è esageratamente lungo ed è armoniosamente proporzionato al cranio. Nei Wolfspitz/Keeshond, Grandi Spitz e Spitz Medi, il rapporto fra la lunghezza del muso e quella del cranio é circa 2:3.- nei Piccoli Spitz e negli Spitz Nani è circa 2 : 4
Labbra: non sono esagerate, strettamente aderenti alla mascella e non formano alcuna piega all’angolo della bocca. Sono completamente nere in tutti i colori, ma marroni negli Spitz marroni
Mascelle – Denti: mascelle normalmente sviluppate; chiusura a forbice con 42 denti, secondo la formula dentaria del cane; cioè i denti superiori strettamente si sovrappongono agli inferiori e sono impiantati perpendicolarmente alla mascella.
La chiusura a tenaglia è permessa in tutte le varietà di Spitz
Guance: sono gentilmente arrotondate, non sporgenti
Occhi di media grandezza, forma allungata, leggermente obliqui e scuri. Le palpebre sono nere in tutti i colori del mantello; marroni scuro negli Spitz marroni.
Orecchi: gli orecchi piccoli sono inseriti alti e relativamente ravvicinati; sono triangolari e appuntiti; sono sempre portati eretti, rigidi alle punte.
COLLO
il collo, di media lunghezza, è largo all’inserzione nelle spalle, leggermente arcuato senza pelle rilasciata alla gola, e ricoperto da un pelo fitto e abbondante che forma una largo collare.
CORPO
Linea superiore: la linea superiore inizia alle punte degli orecchi portati eretti e si inserisce con una curva gentile nel dorso corto e diritto. La coda a cespuglio, che parzialmente ricopre il dorso, completa le silhouette.
Garrese – dorso: il garrese alto scende impercettibilmente nel dorso fermo, diritto, il più corto possibile.
Rene: raccolto, ampio e forte
Groppa: è ampia e corta, non avvallata
Torace: il torace profondo ha costole ben cerchiate, col petto ben sviluppato.
Linea inferiore: lo sterno arriva il più indietro possibile; il ventre è solo leggermente retratto
CODA
è inserita alta ed è di media lunghezza. Arriva in avanti e si arrotola sopra il dorso, rialzata perpendicolarmente alla radice. Si appoggia fermamene sul dorso ed è ricoperta da pelo che forma decisamente un cespuglio. Un doppio ricciolo alla punta della coda è tollerato.
ARTI ANTERIORI
In generale diritti – anteriore piuttosto largo.
Spalle: la scapola è lunga e ben obliqua. Il braccio, che ha circa la sua stessa lunghezza, forma un angolo di 90 gradi con la scapola. La spalla è molto muscolosa e saldamente collegata al corpo
Gomito: l’articolazione del gomito è forte, fermamente aderente al torace; non rivolto né in dentro né in fuori.
Avambraccio di media lunghezza in relazione al corpo, robusto e completamente diritto.
La parte posteriore degli arti anteriori è ben fornita di frange.
Metacarpo: il metacarpo, forte, di media lunghezza, forma un angolo di 20° sulla verticale
Piede anteriore: il più piccolo possibile, rotondo e chiuso, (cosiddetto piede di gatto), con dita ben arcuate. Unghie e cuscinetti sono neri in tutti i colori del mantello, ma marrone scuro nei cani marroni.
POSTERIORI
In generale gli arti posteriori sono molto muscolosi e abbondantemente frangiati fino ai garretti. Le gambe sono diritte e parallele. Coscia e gamba hanno uguale lunghezza.
Ginocchio: l’articolazione del ginocchio è forte, con un angolo moderato; in movimento il ginocchio non è girato né in dentro né in fuori.
Metatarso: è di media lunghezza, molto forte e perpendicolare al terreno.
Piede posteriore: il più piccolo possibile, strettamente compatto, con dita ben arcuate (piede di gatto). I cuscinetti sono ruvidi. Il colore delle unghie e cuscinetti è il più scuro possibile.
MOVIMENTO
lo Spitz Tedesco muove, con andatura sciolta ed elastica, diritto in avanti, con buona spinta dal dietro.
PELLE
la pelle è aderente su tutto il corpo, senza alcuna ruga
MANTELLO
PELO – lo Spitz tedesco ha un doppio pelo: quello di copertura lungo, diritto, sollevato, e un sottopelo corto, fitto, simile all’ovatta. La testa, gli orecchi, parte anteriore degli arti e i piedi sono ricoperti da pelo corto, spesso (vellutato). Il resto del corpo ha un lungo mantello abbondante. Non ondulato, arricciato o cordato, non diviso sul dorso. Collo e spalle sono ricoperti da una fitta criniera. Il posteriore degli arti anteriori è ben frangiato. Gli arti posteriori hanno ampie frange dalla groppa al garretto. La coda è cespugliosa
COLORE: a) Wolfspitz/Keeshond : grigio sfumato ( o grigio-lupo o grigio-nuvola) b) Grandi Spitz : nero, marrone, bianco c) Spitz Medi: nero, marrone, bianco, arancio, grigio sfumato, altri colori d) Piccoli Spitz: nero, marrone, bianco, arancio, grigio sfumato, altri colori e) Spitz Nani: nero, marrone, bianco, arancio, grigio sfumato, altri colori
Spitz grigio sfumati: Keeshond
il Grigio sfumato è un grigio argento con punte dei peli nere.
Muso e orecchi di colore scuro; attorno agli occhi,“occhiali” ben definiti si mostrano come una linea nera delicatamente disegnata che scende dall’angolo esterno dell’occhio fino all’angolo basso dell’orecchio, accompagnati da macchie distinte e sfumature che formano espressive sopracciglia corte; criniera e anello sulle spalle più chiaro; arti anteriori e posteriori senza alcuna macchia nera sotto i gomiti o le ginocchia, eccetto un leggero segno di matita sulle dita; punta della coda nera; lato inferiore della coda e culottes di un grigio argento pallido Spitz altri colori il termine “altri colori” comprende tutte le sfumature di colori come: crema, crema-sabbia, arancio-sabbia, nero e fuoco, pluricolori (con bianco sempre come colore principale). Le macchie nere, marroni, grigie o arancio devono essere distribuite su tutto il corpo
TAGLIA E PESO
Altezza al garrese : a) Wolfspitz/Keeshond 49 cm +/- 6 cm
b) Grande Spitz 46 cm +- 4 cm
c) Spitz Medio 34 cm +/- 4 cm
d) Spitz Piccolo 26 cm +/- 3 cm
e) Spitz Nano/Pomerania 20 cm +/- 2 cm. Soggetti sotto i 18 cm. non sono desiderabili

Peso: ogni varietà di Spitz Tedesco dovrebbe avere un peso adeguato alla sua taglia

DIFETTI
Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerata come difetto e la severità con cui questo difetto va penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità.
DIFETTI GRAVI
• Difetti di costruzione
• Testa troppo piatta; testa nettamente a mela
• Tartufo, palpebre e labbra color carne
• Mancanza di denti nel Wolfspitz/Keeshond, Grande Spitz, e Spitz Medio.
• Movimento incorretto
• Nello Spitz grigio-sfumato, mancanza di nette marcature del muso

DIFETTI ELIMINATORI
• Fontanella
• Enognatismo o prognatismo
• Ectropion o entropion
• Orecchi semi eretti
• Macchie decisamente bianche in tutti gli Spitz non bianchi

N.B . I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto

Tutti i soggetti nelle foto sono dell’allevamento Renard Gris di Laura Monfreda

Autore

  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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7 Commenti

  1. Abitiamo in CH tedesca e abbiamo un Wolfsspitz da un allevamento in Germania. Cercando informazioni su questa razza in italiano siamo giunti sulla tua descrizione che è verissima e scritta in modo stupendo 🤩. L’unica cosa in cui il nostro esemplare di 3 anni non corrisponde al 100 % alla descrizione sono gatti e uccellini – lui non li tollera nel nostro giardino 😂. Grazie è stato un vero piacere e una conferma leggere la tua descrizione!

  2. E’ un cane che mi piace moltissimo, in particolare lo Spitz tedesco, e pertanto ci ho fatto un pensierino già da molto tempo. Prima di concretizzare il pensierino devo fare la recinzione alla casa.

  3. é un cane che ho sempre adorato da quando l’ho visto per la prima volta su un libro, ma il pelo mi aveva spaventato in effetti… ora però ci farei un pensierino…

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