di VALERIA ROSSI – Ancora una volta, nonostante i miei disperati tentativi di spiegare che l’articolo di Denis Ferretti “Come addestrare un cane da combattimento” è umoristico, qualche lettore ha commentato indignato.
Pazienza. Spiegare le barzellette è una cosa che non ho mai sopportato di fare, quindi ci rinuncio. L’unica cosa che posso ancora fare è copincollare qui il commento di un’altra lettrice che invece ha capito perfettamente lo spirito della cosa e che ne ha dato una descrizione perfetta:
“Questo articolo espone tutti gli errori comunemente fatti da proprietari di cani nella convinzione di crescere adeguatamente i loro cuccioli, rendendoli invece involontariamente, proprio per via dei meccanismi sopra descritti, dei cani aggressivi nei confronti dei loro simili (e non solo). Lo fa in uno stile che ricorda l’umorismo inglese, conosciuto per le allusioni e le battute sottili e intelligenti che si prestano molto bene a fare dell’ironia finalizzata però non solo al sorriso ma anche alla riflessione“.
Detto questo… qualcuno, per fortuna, non è saltato subito su a dire/pensare/scrivere che siamo biechi maltrattatori di cani, ma ha letto l’articolo di Denis utilizzandolo appunto come spunto di riflessione e non solo come pezzo umoristico. Dopodiché, su FB mi scrive:
La risposta, purtroppo, è “sì”.
Si rischia di destabilizzare, o di impedire che si stabilizzi, un ordine gerarchico, sociale o come volete chiamarlo, all’interno del gruppo canino (e questo vale anche quando si tratta soltanto di una coppia).
Per spiegarne i motivi bisogna partire da molto lontano, e cioè dal nostro ruolo in un branco misto cani-umani: perché noi, come ben sappiamo, abbiamo il difficilissimo compito di leader di un gruppo che comprende elementi di specie diversa dalla nostra.
Non sto a ripetere qui tutto ciò che avviene durante il periodo dell’impregnazione (quello che, di fatto, permette l’esistenza stessa di un gruppo sociale interspecifico), perché è tutto spiegato in questo articolo pubblicato qualche tempo fa.
Ricordo solo i punti chiave, che sono questi:
b) i cani sanno benissimo che noi non siamo cani;
c) pur riconoscendo il nostro ruolo di “comandanti di tutta la baracca”, i cani sentono l’esigenza di creare un ordine gerarchico anche tra di loro;
d) il nostro comportamento può influenzare questo ordine gerarchico;
e) se non conosciamo più che bene l’etologia e la psicologia canina, ogni nostra influenza rischia di far danni.
Per fare un esempio umano, prendiamo una scolaresca e il suo insegnante: il fatto che l’insegnante abbia più autorità di tutti gli allievi non impedisce certamente che tra i ragazzi si creino ruoli ben precisi… come ben sa chiunque sia stato insegnante o anche solo studente.
Ci sarà il super-carismatico che organizza tutte le attività, ci saranno quelli che lo seguono adoranti, ci saranno quelli competitivi che cercheranno di dimostrare di essere migliori di lui, ci sarà chi non si preoccupa di competere con nessuno ma si fa gli affari suoi. Comunque vadano le cose, nel giro di qualche mese dall’inizio della scuola, i giochi solitamente saranno fatti e tenderanno a rimanere stabili finché non interviene qualche novità o qualche elemento di disturbo.
Di solito questa sorta di “gerarchia scolastica” si forma in modo naturale e spontaneo, senza bisogno di risse e spargimenti di sangue. Magari qualche conflitto nasce, può esserci qualche scaramuccia: ma quasi sempre viene risolta e tutto torna tranquillo.
Se a questo punto, però, interviene l’insegnante, dando per esempio un compito di importanza rilevante a qualcuno che invece era considerato una scamorza… ecco che si destabilizza tutto: cominciano invidie, gelosie e malumori.
Non è escluso che ci scappi anche qualche cazzotto.
E in questo esempio, attenzione, l’insegnante appartiene alla stessa specie degli alunni!
Quindi dovrebbe conoscerne perfettamente il comportamento e il linguaggio.
Sì, lo so che qualche studente dissentirà: sia per via del vecchio detto “Dio non ha creato niente di inutile, ma con le mosche e i professori c’è andato vicino”, sia perché la categoria di decrepiti vecchietti a cui si ritiene appartengano i prof anche quando hanno trent’anni (quando ero giovane io li chiamavamo “matusa”: non so come vengano indicati nel linguaggio giovanile odierno, perché essendo diventata matusa anch’io, in faccia non me lo dicono) è considerata quasi una specie a parte… però è indubbio che parlino la stessa lingua, abbiano lo stesso aspetto (o quasi), comunichino nello stesso modo (o quasi).
Eppure i prof spesso sbagliano, destabilizzano, incasinano gerarchie già consolidate.
Figuriamoci cosa può succedere quando l'”insegnante” appartiene ad una specie diversa.
L’errore di gran lunga più comune che viene commesso è quello di cercare di essere democratici: peccato che i cani, democratici, non lo siano affatto.
Un branco funziona (e sopravvive) se ognuno ha un ruolo preciso e se ognuno svolge i propri compiti.
Non c’è bisogno di “dittature” per arrivare a questo, non c’è bisogno che il capobranco si aggiri ringhiando e menando i sottoposti (che stupido spreco di energie sarebbe! Un branco ha di meglio da fare, nella vita!): basta che le gerarchie siano ben definite e che ognuno abbia sempre ciò che gli spetta… tenendo presente, però, che un cacciatore che deve farsi decine di chilometri per inseguire le prede, attaccarle, combattere con loro eccetera, avrà bisogno (per esempio) di mangiare molto più di un anziano che passa le giornate a dormire.
La femmina alpha, che ha il compito di riprodursi, dovrà mangiare parti più pregiate e più proteiche del maschio di pari grado, che però non deve mettere al mondo cuccioli.
E così via.
In ogni branco ci sono privilegi strettamente legati alla funzione e al “mestiere” che ognuno deve fare.
Non c’è chi mangia per primo (è una leggenda metropolitana quella che vorrebbe vedere “il capobranco” sfamarsi mentre gli altri stanno a guardare: il capo mangia parti migliori, ma mangia insieme a tutti gli altri), mentre c’è davvero chi mangia per ultimo: sono gli omega, impegnati a disinnescare i conflitti e a mandare fermoni pacificatori ogni volta che due soggetti cominciano a litigare per lo stesso pezzo di carne. Gli omega, però, non sono degli sfigati che restano sempre a bocca asciutta: alcune porzioni prelibate della preda vengono lasciate da parte apposta per loro.
Questo dimostra che Madre Natura è in grado di creare equilibri perfetti che non hanno nulla a che vedere con la democrazia: proprio come l’anarchia, la democrazia non potrebbe funzionare in un branco e ne causerebbe la fine nel giro di pochi mesi. Neppure la dittatura in natura è contemplata: ma una sorta di monarchia… quella sì. C’è il re, o la regina (noi) che sovrintende su tutto – senza necessariamente vessare qualcuno – e poi ci sono tutti i sudditi (i cani), che però tra di loro si dividono compiti, ruoli e anche gerarchie.
In realtà neppure noi umani siamo in grado di mettere in atto una vera democrazia: chiamiamo così il nostro sistema di governo, ma non credo sia il caso di sottolineare quanto frasi come “siamo tutti uguali”, “il popolo è sovrano” o, peggio ancora, “la legge è uguale per tutti” siano lontane dalla realtà.
Forse proprio perché vorremmo una democrazia di fatto inesistente, noi proviamo però ad applicarla ai nostri cani: una carezza a te e una a te, in parti uguali e magari pure nello stesso momento.
Una chicca a te e una a te.
Ma che succede, quando ci comportiamo così?
Succede che il cane di rango superiore pensa più o meno questo: “Ma come? Io sono il più forte, il più esperto, il più figo: perché non mi viene riconosciuto questo ruolo? Perché non ricevo più carezze e più chicche del mio sottoposto? Mi sa che il boss, qui, non ha capito bene come stanno le cose: e mo’ glielo spiego”.
E magari si scaglia contro l’altro cane, menandolo di santa ragione… non perché voglia davvero litigare con lui, ma per mandare un messaggio chiaro al “boss”, ovvero all’umano che a suo avviso ha bisogno di chiarimenti.
Ma l’umano, a questo punto, che fa? Commette il secondo errore super-classico!
Infatti, nel momento in cui scoppia la rissa, si precipita a difendere il più debole, quello che magari si stava sottomettendo e stava pensando, a sua volta: “Ahò, ma la vuoi capire che lui comanda su di me, e che a me sta benissimo così?”
E nel momento in cui il boss umano prende le sue parti, il cane sottomesso ci marcia? Ma assolutamente SI!
Ci marcia facendo facce da “povero infelice aggredito ingiustamente” (anche se è stato magari lui a cominciare), ma soprattutto comincia a pensarla diversamente da prima.
Pensa qualcosa come: “Maddài? Davvero lo stai sgridando perché mi mette sotto? Ma allora vuoi che comandi io!”
E se rispetta davvero l’opinione del “boss dei boss”, ovvero dell’umano, comincia subito a tentare di scavalcare l’altro cane.
Guardate che il suo ragionamento non fa una grinza!
Tornando al nostro esempio, se l’ultimo asino della classe – che magari è un lecchino – viene nominato capoclasse dall’insegnante (ammesso e non concesso che questa figura esista ancora), non solo obbedirà all’autorità, ma si fionderà anche ad avvantaggiarsi del ruolo di cui è stato insignito.
E più si sentirà inadeguato e indegno del titolo che porta, più si metterà a fare il bullo e a cercare di ottenere obbedienza e rispetto con la forza, anziché con quell’autorevolezza che sa benissimo di non avere.
Conclusione? La classe sarà totalmente destabilizzata e i conflitti si susseguiranno… anche perché l’ex capo detronizzato, specie se si sente decisamente superiore all’ex sottoposto, non ci starà a prendere ordini da lui.
E ha pure ragione a non starci, se l’altro è davvero un asino (o, tornando in campo canino, un cane inesperto, insicuro, incapace di guidare alcunché).
Ecco perché gli interventi esterni – soprattutto quando arrivano da un essere di specie diversa, che ha lo svantaggio aggiuntivo di non conoscere fino in fondo né la psiche, né il linguaggio dei suoi “allievi” – devono essere meno numerosi possibile.
E soprattutto non devono essere antropomorfizzati: ovvero, non bisogna cercare di applicare ai cani concetti culturali come quello di “democrazia”, o quello di “rispetto/difesa del più debole”, che canini non sono e che quindi creano soltanto confusione e squilibri perché non possono essere neppure capiti.
In un branco di cani viene sempre difeso il più forte, non il più debole! Perché Madre Natura non ha alcun interesse a mantenere in vita i deboli: a lei interessa che si riproducano i patrimoni genetici più validi, quindi quelli dei “forti”: e fa in modo che siano questi ad essere protetti.
Noi possiamo (anzi, dobbiamo!) pensarla in modo diverso e fare tutto il possibile affinché nessuno soccomba: ma non possiamo pretendere che i cani recepiscano concetti che non appartengono alla loro specie.
a) innanzitutto bisogna cercare di studiare ciò che avviene in casa nostra: bisogna almeno cercare di individuare i ruoli gerarchici e se è il caso bisogna anche dare ruoli e compiti a chi non ne ha (anche perché, in caso contrario, se li inventerebbe lui: nessun animale sociale può sopportare di fare “il parassita” all’interno del suo gruppo).
b) bisogna rispettare questi ruoli, rendendo i debiti “omaggi” ai superiori gerarchici (tra i cani l’essere servito per primo ha un senso, perché non ci sogneremmo mai di lasciar tuffare tutti i nostri cani nella stessa ciotola; e ha senso anche essere coccolati per primi, o coccolati un po’ di più), fermo restando che i privilegi maggiori, e la gestione delle risorse, devono spettare sempre e solo a noi.
c) In caso di eventuali conflitti, quando possibile, è meglio non fare assolutamente nulla e lasciare che i cani si arrangino tra loro (guardate che anche gli alpha fanno così: è ben difficile che si intromettano in una rissa). Solo se abbiamo in casa cani con grandissime differenze di età, di taglia e di peso sarà lecito – per cause di forza maggiore – intervenire sottraendo, magari, il più piccolo all’attacco del più grosso… ma se il più piccolo è di rango inferiore, sarebbe sbagliatissimo precipitarsi a coccolarlo a suon di “poveriiiiinooooo cosa ti ha fatto quel cattivoooooneeeee!”.
Peggio che mai sarebbe sgridare il “cattivone”, che magari stava solo reagendo all’incauta provocazione di un sottoposto e che, se lo aggredissimo (anche solo verbalmente), perderebbe fiducia in se stesso e pure in noi.
Molto meglio salvare, sì, il piccoletto, ma intanto dare a LUI una sonora sgridata (tipo: “Perché non ti sei fatto gli affari tuoi, scemo d’un cane? Cosa ti viene in mente di sfidare il capo?”). Con l’altro cane non dovremo complimentarci (rischieremmo di rinforzare l’aggressività verso il piccolo), ma possiamo fargli capire, con il linguaggio del corpo, che non ce l’abbiamo affatto con lui e che lo riteniamo ancora degno del suo rango.
In questo modo il cane di grado superiore non si sentirà spodestato né destabilizzato, quello di grado inferiore capirà che è meglio non fare troppo il furbo e una volta superato il momentaccio il branco ritroverà il proprio equilibrio… stavolta con il nostro aiuto, anziché con un intervento emozionale e “troppo umano” che avrebbe potuto incasinare tutto.
Questo articolo mi ha aperto gli occhi su un aspetto del nostro piccolo branco di umani/cani.
Le mie due cucciole di quasi 4 mesi hanno iniziato adesso a stabilire i ruoli tra loro e sono rimasta molto meravigliata che la sorellina più gracile e debole di tutta la cucciolata stia sottomettendo la sorella più veloce e forte.
Quindi il mio coccolare molto la piccola perché la vedevo debole ha fatto in modo che si sentisse in dovere di predere un posto di rilevanza tra loro due?
Io le coccolo in contemporanea, mangiano ed escono anche nello stesso momento.
Il problema è che mentre la grande con cani più grandi di lei si sa rapportare, la piccola sfida tutti, dal volpino all’alano adulto.
Quale sarebbe preferibile far comandare?
Mi conviene invertire i ruoli adesso che non sono ancora ben definiti (da pochi giorni ho iniziato a vedere la monta gerarchica della piccola sulla grande) o lascio le cose come stanno?
Finalmente ho un articolo interessante da far leggere a quelli che mi dicono che faccio discriminazione tra i miei due cani e che faccio preferenze. No!!! Tengo solo i ruoli equilibrati… Quando lo capiranno…
Ho una domanda. Se è vero che il cane cerca l’elemento alfa di un gruppo (quello familiare) che sia autorevole e sappia gestirlo divenendo il suo punto di riferimento, allora come vedrebbe tutti i membri del gruppo che si comportano alla stregua dell’elemento alfa? Il cane farebbe differenze o le percepirebbe?
Valeria posso avere un chiarimento? Mi scuso in anticipo se è una domanda stupida…
Allora: All’arrivo del secondo cane bisogna privilegiare sempre il primo cosicchè non veda nell’altro una minaccia alla sua posizione (detto in modo molto sintetico). Ok mi sembra logico.
Ma se il nuovo arrivato “mette sotto” ( o tenta di farlo) il primo, non è la stessa cosa? cioè il “vecchio” non lo vede ugualmente come minaccia al suo ruolo?
Se il nuovo tenta di dominare il vecchio bisogna lasciare fare?
Non so se mi sono spiegata…probabilmente è una domanda da sciuramaria ma non mi è ben chiara la questione e siccome mi piacerebbe un sacco prendere un secondo amico alla mia “bestiaccia” vorrei capire bene bene il comportamento giusto da tenere per evitare di fargli un torto invece di un piacere!
Premetto che Carletto è un cane insicuro, sottomesso, che ha vissuto i primi 2/3 anni della sua vita da solo in campagna e per questo non ben socializzato verso i suoi simili ( anche se è migliorato in modo esponenziale!)
Penso quindi che un altro cane gli farebbe bene …naturalmente Carletto-compatibile!
E’ difficilissimo che un “nuovo arrivato” pensi subito di dominare chi c’era prima di lui: i cani sono molto rispettori dei ruoli e delle precedenze sociali. Per questo gli umani dovrebbero cercare di agevolare lo “status” del cane che viveva già in quella famiglia, non dando troppe attenzioni al nuovo arrivato, non sgridando il vecchio se si fa valere e così via.
In generale è sempre bene che i cani “si aggiustino tra loro”: ma siccome vivono con noi e noi il becco ce lo mettiamo sempre e comunque, il suggerimento è quello di non andare contro l’ordine naturale delle cose. Se poi dovesse proprio succedere che il nuovo cane, accorgendosi che Carletto è un insicuro/sottomesso, volesse prendere il comando… guardate un po’ come reagisce lui. Magari gli sta anche bene così (un cane insicuro spesso SPERA di trovare qualcuno a cui affidarsi!), nel qual caso dovrete appoggiare la “scalata gerarchica” del nuovo arrivato. Se invece Carletto la prende male, allora appoggiate lui: alla fine i cani risolveranno comunque tra loro, ma è importante che Carletto non si senta “tradito” da voi!
Grazie mille! Mi è tutto molto chiaro ora…comunque avrei già puntato una cagnetta poco più che cucciolona perfetta per lui, già si conoscono e si adorano.
Lei è di una ragazza del mio paese e dal momento che la cagnolina è un po’ trascurata sto seriamente pensando di chiederle se me la cede.
Pensa che Carletto, ogni volta che lo porto fuori libero, corre davanti alla porta della sua amica e se in quel momento è fuori… si salvi chi puòòòòò! fanno i fuochi d’artificio!!!!
Lei ha un carattere fantastico e non mi sembra affatto dominante, penso che la convivenza sarebbe fantastica ed affatto problematica …tra l’altro si somigliano pure!
Penso che il “bellissimo rapporto” tra i due velocizzi e renda meno traumatico il processo di accettazione ed abitudine…sbaglio?
A parità di taglia, vinca il migliore;-))
Ho una domanda: se invece entrambi i cani fossero dominanti e cercassero di appropriarsi dello stesso posto di “capo” … azzuffandosi? Cosa si fa in quel caso?
Anch’io ho un problema simile, uno dei miei 3 (unico maschio) sta tentando la “scalata” dopo essersi accorto che è quasi riuscito a sottomettere un cane più grosso di lui… Fino ad ora aveva la precedenza su tutto la femmina più giovane e non ha mai dovuto contrastare nessuno perchè il suo ruolo non è mai stato messo in discussione.
Il maschio non è molto equilibrato, è un ex morsicatore e ogni tanto un morso lo rifila ancora se ad esempio gli si tocca una parte dolente (tipo polpastrello screpolato). Inoltre è quello che sta “alla periferia del territorio” e abbaia se passano sconosciuti… ha in genere paura degli altri cani.
Tanto per complicare le cose… la vecchietta è sorda e se lui ringhia (ha appunto iniziato da poco) lei non lo sente quindi non si capiscono proprio…
Ma lui non è tagliato a parer mio per fare il capo… dovrei contrastarlo?
Se le cose diventano troppo serie e c’è il rischio che si facciano male, si interviene e si mettono entrambi in obbedienza: oppure si dividono i cani. Non ho mai trovato soluzioni alternative valide, purtroppo.
Ho capito, GRAZIE..
Salve! Intanto complimenti per il sito lo trovo davvero molto interessante! Le scrivo a proposito dei miei cani, una meticcia di taglia medio piccola di circa 14 anni -Pati, e una cucciola simil husky (anche se a detta del vet ha più di husky che di simil) di circa 4 mesi e mezzo -Ziva- che abbiamo accolto in casa dopo che era stata abbandonata. Seguendo i suoi consigli ho evitato accuratamente di intervenire durante i “litigi”. Io ormai conosco bene Pati, e intuisco quando la lotta è un gioco e quando invece sta “educando” Ziva, ma la mia paura è legata a quando quest’ultima crescerà non solo fisicamente, ma anche caratterialmente (sopratt durante l’adolescenza). Inoltre ogni volta che cerco di accarezzare la vegliarda, la piccoletta (si fa x dire XD) la scanza prepotentemente e la mordicchia, e così fa anche qnd camminano, qnd giocano, qnd si mangia (per il momento l’unico modo di far mangiare Pati – che è lenta- è mettere Ziva a mangiare in balcone). Cosa ne pensa? Cosa posso fare e NON devo fare? In ultimo, ma non meno importante mi trovo in difficoltà sui bisognini. Mi spiego: dopo aver ottenuto che la pipì non si fa in casa ma in balcone (cn biscottino qnd la faceva fuori e giornale dentro), il passaggio successivo era la strada. Dopo essersi sbloccata a farla in strada, Ziva ha progressivamente sporcato molto meno in casa preferendo il balcone e fatto i bisognini giù nelle nostre quattro passeggiatine giornaliere. Peccato che negli ultimi due giorni sembra che tt questo sia stato resettato. Pipì dappertutto in casa, cacca idem (qnd non l’aveva mai fatta dentro, sl un paio di notti perchè aveva trovato il balcone chiuso) e quando scendiamo è impegnata a giocare alla lotta con Pati e fa molti meno bisogni… Che posso fare? Dove ho sbagliato? Mi scuso se sn stata prolissa ma ho a cuore il benessere di queste due pelosette e vorrei fare del mio meglio per loro!!
ps. pati è abituata a stare in casa cn altri cani, perchè da mia nonna (da cui ho vissuto per un periodo) ci sono una maremmana di 3 anni e mezzo e un west highland di 5, venuti entrambi succesivamente al suo ingresso nella nostra famiglia.
Articolo molto interessante! Io ho un jack maschio di due anni e una lakeland femmina sterilizzata di un anno (seconda arrivata)… Quando sono in casa ce l’ha sempre vinta lei, ma quando siamo fuori è il jack che comanda, lei lo segue e da quando era piccola è sempre stato la sua guida.. Non saprei nemmeno io dire chi è il dominante, forse come diceva qualcuno un branco da due cani non è un vero branco per cui i ruoli non sono definiti perchè non ce n’è bisogno.. Comunque fino a che la femmina era cucciola mangiava per seconda, veniva salutata per seconda eccetera.. Ora li tratto alla stessa maniera perchè comunque non vedo nettamente una dominanza di uno sull’altra o viceversa.. Sbaglio? O devo per forza cercare di capire chi domina su chi e diversificare il mio atteggiamento nei loro confronti anche se non ho problematiche? Grazie
Grazi grazie grazie!! Stavo facendo “quasi tutto giusto”..mi hai aperto gli occhi! Ora speriamo di farlo capire anche a mia madre -.-
Se posso:
“Con l’altro cane non dovremo complimentarci (rischieremmo di rinforzare l’aggressività verso il piccolo), ma possiamo fargli capire, con il linguaggio del corpo, che non ce l’abbiamo affatto con lui e che lo riteniamo ancora degno del suo rango.”
—> quale sarebbe il linguaggio corretto da adottare in questo caso?
Noi con Penny e Frida cerchiamo di non intervenire.
I “problemi” insorgono quando decido che Frida può “fare la ciambella” sulle mie gambe, se Penny si avvicina a me per farsi coccolare, Frida sfodera tutto l’armamentario di denti che un cane di 9 chili può avere e ringhia da far invidia a un leone.
Ultimamente Penny non ci prova nemmeno più, se ho in braccio Frida mette la retromarcia e va da qualcun’altro, o si mette poco lontano ad aspettare il suo turno.
Se mi sembra chiaro che Penny abbia capito la superiorità gerarchica di Frida, non mi è chiaro perchè queste “scaramucce” siano sempre e solo causate da me, e non dagli altri membri della mia famiglia.
innanzitutto ringrazio ancora valeria per aver non solo risposto alla mia domanda, ma addirittura averci scritto un articolo 🙂
tra i miei due cani (11 anni Baloo, in casa pacatissimo…sembra quasi non esista e 3 Rucola, piccolo diavolo della tasmaia, iperattiva e notoriamente scassapalle) direi che le gerarchie sono decisamente stabili: lui è paziente (ieri si è addirittura fatto scassare per 40 minuti di seguito mentre voleva dormire), ma quando arriva il momento che si scoccia si alza e la rimette a posto in un nanosecondo, quando siamo fuori prima di abbaiare a un cane o a qualcosa rucola dà prima un occhio a baloo e guarda cosa “ne dice” lui…
Però proprio dopo aver letto quell’articolo linkato da Valeria e dopo aver letto questo, preferisco iniziare a differenziare il trattamento proprio per evitare che le cose possano col tempo essere messe in dubbio (anche perché, a 11 anni, Baloo sta iniziando a perdere un bel po’di energie e non vorrei che Rucola si facesse strane idee…): adesso, anche se continuano a mangiare accanto, prima arriva la ciotola di Baloo e poi quella di Rucola, e sto provando a coccolare un po’di più lui…e il problema nasce qua: come lei mi vede avvicinarsi a lui arriva e fa di tutto per mettersi nel mezzo, lui ovviamente dopo un po’si scoccia e io…io non so che fare :/
Ecco mi riaggancio anch’io a questa domanda… quando il più vecchio alla fine si lascia allontanare, il mio magari non se ne va, ma rimane intorno in attesa di qualche coccola… cosa si può fare, ignorare il piccolo e coccolare l’altro? (anche se è dura perchè sanno essere invadenti, poi il mio ormai pesa di più dell’altro a 5 mesi)
Io li ignoro e devo dire che anche se a volte è difficile, funziona.
Quando vogliono, sanno essere proprio pesanti, si infilano tra me e il coccolato, ma ho smesso anche di spostarli e va molto meglio!
eh…il problema è proprio che non c’è verso di ignorarla: è un tornado, si infila tra noi due e inizia a leccare me e lui senza sosta, senza possibilità di spostarla…a quel punto me ne vado io almeno lascia in pace anche lui.
Io arrivo anche a spostarmi e a far spostare il coccolato dando le spalle all’esigente 🙂 non è facile eh! e non sono riuscita in 2 giorni, però adesso ci sono i risultati
tenterò…la vedo ardua, ma tenterò 😀
Ci vorrebbe anche un manuale per capire i ruoli, io ho 3 golden, 1 maschio e 2 femmine, li studio, li guardo, li spio da dietro la finestra ma non riesco proprio a capire …
Il maschio spesso lascia gli oggetti alle ragazze ma non riesco a capire se è galanteria, sottomissione o superiorità, della serie: “beh, tieni, a me non serve, posso fare altro…”
I giochi tra le femmine, spesso finiscono con la piccola a pancia all’aria e la grande che la tiene per il collo, io tento di non dire nulla, al massimo sposto la loro attenzione su un’altra cosa, però, la piccola continua a voler giocare con la grande (la misura???). però, tra loro, sono anche moooolto affiatate (troppo) tant’è vero che quando partono insieme per andare a controllare qualcosa, si guardano e non c’è richiamo che tenga.
Vi vuole tempo, tempo e Valeria Rossi sul comodino che li studia insieme a me!
Ok ricominciamo – non è mia intenzione mettersi ad inquadrare chissà che, era solo per dare un background della situazione, un quadro generale diciamo così. E per il resto, ebbene si, ho il brutto vizio di farmi un sacco di domande stupide, è più forte di me ma le cose le devo capire… ho un po’ una mania del controllo. non è una questione di farsi problemi o meno, anche perchè al momento grandi problemi non ci sono, ho due cani adorabili e facili da gestire, un gatto pestifero e uno antipatico… Poi c’è il marito, e bè lui ogni tanto qualche problema lo crea.. ma non si può voler tutto dalla vita. Comunque nel rapporto con i cani ci abbiamo lavorato molto, insomma non è che la cosa è caduta dal cielo così….
E in questo caso voglio sapere se il mio comportamento è giusto o meno…. anche perchè ci sono un sacco di piccole occasioni in cui facciamo cose totalmente stupide pensando di fare bene….
Ti capisco benissimo Cybmonkey e non volevo farti la predica, dovrei essere l’ultima persona al mondo a dare consigli. Cinque mesi fa ho preso questo cucciolo che all’epoca aveva solo 45 giorni, non ti dico il dramma, mi sembrava di essere finita in una depressione post-adozione, ero in crisi, mi facevo mille domande, consultavo educatori, veterinari, forum, anch’io volevo fare solo il giusto per il mio piccolo, ma anche per gli altri che si erano trovati involontariamente con un piccolo essere pestifero nella loro casa… Ora sia per sfinimento, sia perchè cominciamo a trovare una quadra sono più serena e rilassata, proprio come dici tu, pian piano, con lavoro e fatica si costruisce il rapporto con i nostri pelosetti.
Piccola premessa, io in questo son peggio di te per certi versi; Ad esempio quando li porto al guinzaglio, vengo amichevolmente definito “robottino”, “ciocco di legno” e così via, lascio immaginare la mia scioltezza 😛
Per il resto fai benissimo a porti domande, e proprio perché nella fase dell’ informazione da applicare per forza ci sono passato anche io (e tuttora ci ricasco spesso >_>, ad esempio nell’ esaminare maniacalmente quello che fa un cane estraneo quando lo incontro la prima volta, manco me lo dovessi portare a casa) il mio primo consiglio è stato quello.
Ci sto passando or ora, la nuova arrivata ora ha 5-6 mesi (proprio ieri le sue prime cose)e si nota che ha perso la “licenza” da cucciola con la grande, che risponde a tono.
Per il momento le lasciamo fare tra di loro, vedremo come si regoleranno.
Le due gatte hanno capito che le gestisco io (e perdiana quanto aiuta nella visione di leader essere il dio che gestisce i due mostri assassini XD) e semplicemente le stanno alla larga, anche se la piccola è meglio accettata rispetto alla grande.
Per cybmonkey, il mio personale suggerimento è di non cercare di inquadrare per ora a tutti i costi in un ruolo i tuoi cani, in un branco di dimensioni “ridotte” come può essere una famiglia risulta ben più complessa la cosa.
E in più aggiungerei, la cosa più importante è che i cani siano sereni, se non hanno problemi loro non facciamoci problemi noi!
Scrivendo sul telefono e con un sacco di interruzioni ho fatto un sacco di errori, me ne scuso. Intanto una precisazione. Yoko si comporta la maggior parte delle volte da Beta, non omega. Ma spesso cambia ruolo. E il 99% dei casi si mette seduta, ma un paio di volte si è rigirata e paco in quei casi c è rimasto malissimo. Scusate sono srmpre d furia ma questa domanda volevo fsrla a costa di passare da idiota.
Grazie
Aggiungo anch’io una cosa: i ruoli di alpha, beta, omega eccetera valgono quando possono essere TUTTI ricoperti, ovvero all’interno di un branco, diciamo così, “completo”. Quando ci sono solo due o tre cani è assolutamente normale che i ruoli diventino più plastici: per quanto possa emergere l’attitudine genetica verso un certo grado gerarchico, i cani cercano di “interpretarli” tutti quando ce n’è bisogno. Quindi non sono “fissamente” beta, omega o altro.
Grazie delle risposte (tutte e due) illuminanti come sempre. Da quando ho scoperto questo sito mi si è aperto un altro mondo 😉
Come c s comporta in caso di monta gerarchica? Io ho due cani, vanno d’accordo e sono facili da gestire. Sono molto diversi, Paco è di indole nervosa, ma è molto ubbidiente… È il mio soldatino… Un beta sputato. Yoko è un cane molto tranquillo, è di animo allegro e socevole, non è un omega, anzi con gli altri cani ha un approccio molto sicuro di se, si comporta la maggior parte delle volte più da omega ma tende a cambiare ruolo…. Una volta l’ho vista anche sedare una rissa ma solo perchè c’era paco di mezzo che si stava innervosendo e il cane in questione era troppo grosso x tentare un approccio diverso. È un cane molto bravo a gestire le situazioni (è un’ ex randagia) Da un punto caratteriale ha giovato molto Paco, da quando c’è lei è molto più tranquillo.
Ora…. Spesso Paco monta Yoko, lei nel 99% dei casi non s scompone, si mette a sedere. Poi subentro io con – Paco NO. Lui smette e io – bravo Paco!
Faccio bene?
Sulla carta… no, non fai bene. Rischi di spostare gli equilibri gerarchici. In pratica… so benissimo quanto dia fastidio a noi umani vedere un cane che zompa continuamente in groppa a un altro (probabilmente perché a noi fa venire in mente il gesto della monta sessuale, e la nostra cultura sessuofobica ci “impone” di provare fastidio), quindi, se proprio ti scoccia vedere queste manifestazioni, va bene dirgli “no” e poi “bravo”.
Sappi però che in questo modo potresti far pensare a Yoko che tu speri che sia lei a salire di grado…anche se, essendo una cagnetta tranquilla e “smaliziata”, è assai probabile che non si “monti la testa” e che i tuoi interventi non siano, per lei, così decisivi.
Tutto quello che si dice in generale sui cani non può, per ovvi motivi, tener conto delle differenze individuali: ma gli ex randagi, di solito, sanno gestire perfettamente i loro rapporti… e degli interventi umani spesso se ne infischiano bellamente 🙂
Ho smesso di preoccuparmi se Paco si ingroppa Yoko….(adesso lo ignoro) e il risultato è che la cosa è molto più sporadica. Sicchè alla fine ero io che incasinavo le cose… Non tanto per Yoko, che secondo me non se lo filava proprio il mio intervento, ma probabilmente per Paco era un’interferenza nella sua autorità….
lo dicevo che alla fine facciamo un sacco di stupidaggini pensando di essere nel giusto. 🙂
grazie Valeria.
ho visto invece che vanno tutti addosso al più debole o a quello in difficoltà, se uno grida o si impiglia arrivano tutti con brutte intenzioni, inoltre se due si menano gli altri vorrebbero partecipare contro quello che le prende, altrochè! E’ impossibile per me lasciare che risolvano le liti da soli, si ucciderebbero, attaccano di brutto, non fanno finta!
Parli dei gatti? Questa reazione non ha una connotazione gerarchica. I gatti sono esseri molto complessi e anche sensibili, i casi di aggressività ridiretta o provocata dallo stress sono molto frequenti e spesso violentissime, agiscono istintivamente e ai nostri occhi sembrano assolutamente ingiusto che attacchino o se la prendano con il più debole, forse per difendere le risorse, forse per territoriali, bisognerebbe conoscere gli animali, il loro ambiente e le loro interazioni.
Questo si può attuare anche fra gatti? Io ho due gatti maschi castrati, hanno più o meno un anno di differenza e ho notato che recentemente il più piccolo che ha 2 anni sta sfidando più del solito il più grande. Io li lascio fare (nel mio piccolo tifo sempre per il nero, che per me è il “boss” fra i due e non si discute), anche se il siamese cerca di primeggiare nella lotta, però alla fine, quando si tratta di giochi e di mangiare lascia sempre il primato al nero… quando introdurrò un cane in futuro come mi dovrei comportare? Ai gatti dovrò lasciare qualche privilegio per far capire al cane che loro sono sopra di lui? Tipo che loro possono salire sul divano, mentre lui no?
I gatti non sono animali sociali! Interagiscono tra di loro e con altri animali, ma senza regole gerarchiche.
Ottimo articolo, temo mi servirà visto che sto valutando di prendere un compagno al mio.
Volevo chiedere una cosa, questo vale solo tra cani o anche tra cane e gatto? noto spesso questo genere di atteggiamento aggressivo del mio cane verso il gatto quando siamo in casa, lo insegue e cerca di mordicchiare e gli abbaia insistentemente contro quando suona qualcuno il citofono o prima di uscire, anche se convivono pacificamente per ore da soli. Che significato ha? All’inizio pensavo volesse giocare ma è evidente che c’è qualcos’altro, anche perchè il gatto ha ormai 11 anni (il cane 2) e più che giocare gli risponde a graffiate sul muso o ignorandolo totalmente.
Un altro cane potrebbe complicare ulteriormente le cose?
Vale anche tra cane e gatto, ma solo nei confronti del cane: nel senso che il cane ci fa caso, mentre il gatto (che non è un animale sociale) non si pone problemi di gerarchia e quindi se ne infischia 🙂
Un altro cane complicherebbe le cose? No, credo che le migliorerebbe, perché il cane attuale lo troverebbe molto più interessante del gatto e quindi giocherebbe con lui. Il rischio è che i due cani “facciano branco” e tentino di mangiarsi il gatto… quindi sorvegliare attentamente le interazioni, almeno finché anche il secondo cane non avrà capito che il gatto fa parte del branco: dopodiché dovrebbe filare tutto liscio.
Abbiamo risposto assieme!
Il problema dell’aggiungere un’altro cane è il rischio del “branco”, se un cane solo rincorre un gatto (che sia per gioco, per predazione, per difesa, il perché si capisce solo osservando le loro interazioni), in un modo o in un altro il gatto riesce a cavarsela, difendendosi o scappando e spesso il cane perde interesse, con due cani si ha una specie di coalizione, si danno man forte a vicenda, si eccitano di più e quello che è iniziato come un gioco dentro certi limiti rischia di diventare un disastro. Anch’io ho adottato da cinque mesi un cucciolo di cane da caccia abbandonato, avevo già in casa due gatte e un cane più anziano che però è pacificissimo con tutto e tutti, devo ammettere che sono preoccupata, per il momento il cucciolo solo rincorre le gatte in giardino, ma non avendo l’altro che gli dia sopporto lui non esagera. In casa abbiamo due ambienti separati dove tenerli, quindi le gatte hanno comunque una zona esclusiva per loro, dove si sentono sicure, poi uscendo abbiamo un giardino con muri, piante, recinzioni dove trovano riparo.
Il problema (mio, da “neo cinofilo”) è capire chi dei 2 (maschi) abbia il grado più elevato…
Devi osservarli. Quale dei due se è in possesso di un oggetto riesce a spuntarla? Quale dei due magari cambia cuccia quando l’altro vuole prendergliela? Sarà capitato che uno finisca di mangiare per primo e ci provi ad avvicinare l’altro mentre sta mangiando… quale dei due rinuncia per primo?
Poi non è una cosa tanto radicale, ci sono cani più tranquilli che prendono la gerarchia in modo molto soft, oppure dipende dalla risorsa in gioco, un mio cane per esempio non transige sul cibo, il cucciolo non può avvicinarsi, mentre la cuccia, gliela lascia anche tranquillamente.
Grazie dei consigli, li osservo molto e continuerò a farlo con occhio più attento perchè per ora mi sembrano assolutamente alla pari :-), cioè nei due esempi da te citati, uno “vince” con i giochi e l’altro “vince” nel cibo…
Salve, sono la sciuramaria 🙂
E se il nuovo arrivato ostenta un caratterino pepato e insidia il ruolo gerarchico del decano, facendolo infastidire non poco?
– Meticcio 10 anni tg. piccola (con me da sempre), sterilizzato, leader indiscusso con i suoi 2 precedenti “compagni” in periodi diversi, una femmina tg. piccola e un maschio tg. media entrambi sterilizzati e purtroppo mancati.
– Bouledoguina francese quasi 6 anni, sterilizzata, ex fattrice di allevamento, adottata quasi 3 mesi fa.
Pasti in luoghi separati, contestuali anche se viene servito prima l’imperatore, che non ha mai mostrato di interessarsi al (volgare) cibo della suddita.
Da subito la nanetta non ha accettato la monta “gerarchica”, e già lì l’aplomb dell’imperatore ha vacillato, per cui quando lei invece fa profferte di amicizia e tentativi di gioco in giardino il suo orgoglio ferito lo induce ad allontanarsi voltandole le spalle e mostrandole il deretano. Idem quando siamo in passeggiata in campagna e lei caracolla cercando di raggiungerlo nelle sue corse folli nei prati, ma poi deve fermarsi sbuffando come una locomotiva a vapore. Durante il giorno in mia assenza convivono pacificamente facendosi sostanzialmente ognuno gli affaracci suoi, però quando lui esce in giardino in genere lei lo segue a ruota (i miei vicini gli danno un’occhiata mentre io sono al lavoro).
Per ora li ho ignorati, facendo coccole ora all’uno ora all’altra in ordine sparso, ma al momento sto curando la piccola per una dermatite da malassezia con applicazioni e bagnetti medicati, quindi l’imperatore potrebbe pensare che le sto dando particolari attenzioni a scapito della sua regalità.
A me ovviamente piacerebbe vederli instaurare col tempo un rapporto amichevole. Come mi devo comportare per far sì che questo accada?
Grazie!
Maria
Che belli questi articoli, finalmente qualcuno che fa chiarezza su tanti errori fatti, nella maggior parte dei casi, in buona fede.
Tutto molto vero. E questo vale anche in caso di convivenza fra cani e gatti. E li’ si vede chi comanda davvero .
Infatti, i gatti XD!
Stavo proprio per chiedere questo. Io ho un cane di 9 mesi e un gatto di 1 anno e mezzo. Da quando é arrivato il cane, il micio lo faccio mangiare su un mobile (per non essere disturbato) e do sempre prima la ciotola a lui, e poi al cane, ad ogni pasto. Più di questo non faccio. Dovrei fare qualcos’altro per aiutare le gerarchie?
Non sono certa di chi sia ‘il capo’, ma suppongo il gatto, se non altro perché fa quello che gli pare (salire sul letto, ecc) mentre il cane no… come posso scoprire se il cane lo vede come un superiore o meno?
Non si può parlare di vere e proprie “gerarchie” tra cane e gatto, perché il gatto non è un animale sociale, ma un individualista. Per questo “fa quello che gli pare”, come giustamente sostieni tu :-).
Di solito tra cane e gatto conviventi si instaurano rapporti che vanno dalla semplice non-belligeranza alla vera e propria amicizia… ma le gerarchie le vede solo il cane: il gatto se ne infischia alla grande!
Ok grazie 😊 Per il momento noi siamo sulla non belligeranza. E visto che il micio è un po str…. e la cana ha lo spavento facile, secondo me l’amicizia da coccole a vicenda posso solo sognarla:)