di CLAUDIO CAZZANIGA – Il ciclone “Big-Event” ci è passato sopra con il suo incredibile turbillon di emozioni. Attesa, ansia (poca…), paura, gioia, stupore e sulla coda anche un pizzico di amarezza. Ribadisco che per noi il solo fatto di esserci arrivati è stato già di per sè un grande successo. E devo proprio dirmelo, BRAVO! perchè me lo sono proprio vissuto attimo dopo attimo, emozione dopo emozione, fino in fondo.
Faccio subito due ringraziamenti, due grandi ringraziamenti.
Il primo alla mia famiglia, ad Ombry ed al piccolo Tommaso, perchè per seguirci fino all’estremità della Bretagna hanno fatto più di un sacrificio.
Il secondo a Monsieur l’Oceano, che io rispetto tanto ma temo molto. Devo ammettere che con noi Lui è sempre stato molto benevolo e gentile. Calmo e sereno nel 2005 al nostro primo “Championnat”, calmo e sereno lo scorso anno per il quarto grado, calmo sereno e molto tranquillo domenica.
La gara si è svolta a Trevou-Treguignec, un posto dove pare il mare sia sempre piuttosto incazzato, organizzata dalla Federazione francese in collaborazione con il Club Canine Brettone ed il locale gruppo “Club Canin de Pommerit-Jaudy” guidato da Jean Yves Faguer (segnatevi questo nome…).
Giudice di gara per il nuoto il Sig. Daniel Frouin, per le prove a terra e gli esercizi in acqua Claire Detender.
Come più volte ribadito “le Championnat” in Francia è veramente un evento.
Presente la televisione, due fotografi di importanti riviste del settore, un fotografo ufficiale dell’organizzazione e le cariche più importanti della Federazione francese.
Noi siamo arrivati sabato pomeriggio, su un comodissimo camper a noleggio e ci siamo sistemati in un’ area appositamente creata per i partecipanti presenti con quel tipo di mezzo proprio fronte oceano a meno di 5 metri dalla scalinata che dà accesso alla spiaggia.
A separarci dall’imponenza dell’oceano una spiaggia in sabbia di almeno 150 metri, completamente bianca. Una bella oretta l’abbiamo passata lì, sia per sgranchirci un pò, sia per familiarizzare con il campo gara. Una simpaticissima signora dell’organizzazione ci ha avvicinato molto cordialmente e guardando la Bati dice…”una cagnolina così piccola non potrebbe mai partecipare ad una manifestazione del genere…” e via con un bel risolino…
Più interessante invece il commento della giudice, che avendo presenziato la mattina al corso di abilitazione per i figuranti ufficiali dichiarava che se la domenica ci fosse stato lo stesso mare del sabato mattino, avrebbe annullato la prova (sti cazzi…).
Poi abbiamo iniziato ad incontrare i partecipanti, tante pacche sulle spalle, tante strette di mano con quelli che già conoscevamo E’ stata anche l’occasione per conoscere quelli che lavorando solo in Francia, e magari solo a quelle latitudini, si incontrano meno frequentemente sui campi gara.
Il week-end è iniziato ufficialmente alle 19.30 quando al salone delle feste del comune, tutti i concorrenti, i familiari, il gruppo organizzatore ed i vertici federali sono stati invitati ad una cena diciamo…. di gala.
Al tavolo con noi Jeanne Le Berre, vincitrice qualche settimana fa della “Coupe de France”, già vincitrice due anni fà del “Championnat” e data tra i favoriti. Ci eravamo già incrociati sui campi di gara, ma dire di conoscerla era eccessivo. Piacevole persona, molto determinata e convinta dei propri mezzi.
Finita la festa, tutti a nanna.
Domenica mattina sveglia molto presto, intorno alle sei e trenta.
Dall’oblo del camper la prima cosa che ho fatto è stata quella di guardare l’oceano. Buio pesto. Allora sono sceso per ascoltarlo, calmo calmo in lontananza.
Passeggiatina con la Bati… e man mano che la notte lasciava spazio alle luci dell’alba, presso lo spiazzo dedicato all’evento, prendevano forma le sagome di una trentina di ragazi e ragazze dell organizzazione, che zitti zitti ma molto ben coordinati scaricavano scatoloni, alzavano cavi, aprivano tavoli ecc. ecc.
Anche per via di K-Way rossi in dotazione a tutto lo staff mi pareva di assistere al lavoro di decine di formiche rosse all’interno di un formicaio. Efficentissimi!
Alle sette precise controllo veterinario e da lì al tendone della segreteria per l’estrazione del proprio numero di pettorale.
Il funzionario della federazione (soprannominato da me e Tommaso “Occhio di falco”) porgeva ad ogni concorrente un’urna contenente i numeri dall’1 al 14: ognuno responsabile del proprio destino.
Per noi pettorale numero due, entro un’ora al massimo in acqua. A me piace molto lavorare con un numero di petorale cosi basso, si è subito in acqua, poco tempo per pensare, poco tempo per farsi troppe menate e soprattutto mare calmo.
Ma prima della gara un’altra cosa molto carina.
Prima di iniziare le prove ogni binomio passa davanti al pubblico (che già alle otto era considerevole) e sale su un palco sulle note della colonna sonora del kolossal “Cristoforo Colombo”. Una musica imponente ma molto scenografica. A questo punto foto di rito ed uno speaker presenta cane e conduttore sciorinando il curriculum del binomio. Come già spiegato in altri articoli i francesi lavorano sempre o quasi in funzione delle loro due grandi competizione andando pochissimo all’estero ed è molto difficile che abbiano un curriculum diciamo “importante”. Alla lettura del nostro (quarto grado Italiano, Francese, Tedesco, Lussemburghese, primo Svizzero e Belga e titolo di campione di Germania, più altre cose…) un lungo e fragoroso applauso è partito dal pubblico ed io, dall’alto del palco dove ero, ho visto in un angolino la mia Ombry con il viso rigato da due lacrimoni… molto emozionante.
Poi via diritti fino ai gommoni e nel tragitto ho iniziato a visualizzare gesti e comandi che da lì a poco avrei dovuto utilizzare.
Il nuoto è andato molto bene, la cagnolina all’ordine dal paiolato è salita sul tubolare ed è saltata in acqua (annotate, please…). Trenta minuti ben fatti.
Al rientro una decina di minuti di pausa in attesa che il concorrente numero uno terminasse la sua prova.
Siamo passati al lavoro a terra, posto in spiaggia fronte mare. Abbiamo provato molte superfici in allenamento, terra battuta, prato erba corta, erba alta, asfalto, con la pioggia e con l’asciutto, ma trovare a Bergamo una spiaggia… è impresa ardua.
Ma tant’è. Una “S” in condotta con il cane al guinzaglio sui 50 metri la prima prova. Lo stesso percorso senza guinzaglio la seconda. Un richiamo da trenta metri la terza ed un terra resta con il padrone fuori vista per un minuto la quarta. Anche qui direi che è andato tutto bene.
Esercizi in acqua. Obbligatorio: la presa al polso di un figurante posto a 50 metri (veri), con cane che parte dal gommone. La Bati è partita bene, si è assestata il polso ed è tornata molto rapidamente. Secondo esercizio: l’apporto di un salvagente ad un figurante posto a 50 metri dal gommone da dove parte il cane. Questo esercizio “storicamente” è un esercizio che la Bati in un certo senso “patisce”, perchè finchè non sente la ciambella bene in bocca come vuole non lo esegue. Domenica ci ha messo un pò più del solito ad assestarlo e onestamente non è stato ben eseguito. In più sugli apporti della ciambella paghiamo un “peccato originale”, da sempre, con i francesi, in quanto il loro regolamento prevede che il cane arrivato al figurante “lasci” la ciambella: il figurante ci si infila dentro e prende il cane per l’imbrago. Se non lascia è penalità.
Siccome in tutto il resto del mondo se il cane lascia una volta arrivato al figurante è eliminato, abbiamo sempre “dovuto” prendere la penalità in Francia per non essere eliminati dalle altre parti.
Voi direte, insegnale a lasciare a comando! Ci stiamo lavorando, ma non è facile dare un comando ad un cane a 50 m di distanza con magari il vento, il rumore del motore… ma andiamo avanti.
Terzo esercizio l’apporto di cima da riva a gommone posto a 50m. La cagna si è girata due volte durante lo svolgimento dell’esercizio, continuando però a nuotare verso il gommone.
Quarto ed ultimo il recupero di un gommone alla deriva posto a 50m ed anche qui una sbirciatina verso la riva ci è scappata.
Finita la prova, un’altra bella sorpresa. Ci ha avvicinato “Occhio di falco” e ci ha chiesto di poterci parlare. Docciati, asciugato e cibato il cane, lo abbiamo raggiunto… e ci ha chiesto di poterci intervistare.
La faccio breve. La Federazione ogni fine anno stampa una sorta di annuario molto richiesto (…dice lui) sul quale vengono messe tutte le gare, le classifiche i gruppi gli eventi e le problematiche in seno alla Federazione. La parte centrale è un focus su un evento o un qualcosa che ha colpito particolarmente il mondo del lavoro in acqua in qual paese e per il 2013… hanno scelto noi, il nostro lavoro negli anni, la nostra storia…
Insomma… io ho avuto 30 secondi… un pò così… ma è stato veramente un’altra bellissima sorpresa.
Fatto tutto questo, con Ombrina ci siamo messi anche a far calcoli. Insomma un pò di esperienza ce l’abbiamo, più di un cane non ha portato a termine un esercizio prendendo almeno uno zero, ci portavamo dietro (è vero) la zavorra del secondo esercizio ma pensavamo di aver fatto almeno tra i cento ed i centocinque punti, quindi un quinto-sesto posto.
Ma quando fai i conti senza l’oste, a volte arrivano le sorprese. Sorpresa che era stampata sul volto di molti concorrenti al ricevimento dei libretti durante la premiazione.
Inutile dire che anche la premiazione è stato uno show. Musica, inno Francese, simil fuochi d’artificio… molto bello.
Noi siamo arrivati quinti, come da pronostici, ma con un punteggio molto più basso di quello che pensavamo. 89 punti su 120 e la beffa finale in quanto chi prende almeno 90 punti partecipa al prossimo “Championnat”. Noi, per un punto, al momento ne resteremo fuori. Ci sono delle graduatorie in base ai piazzamenti per poterci rientrare come seconde o terze scelte, ma lo ammetto: ci siamo rimasti un po male. Vi eravati segnati qualche riga più su il tuffo della Bati in mare dal gommone per il nuoto? Esitazione, 4 punti di penalità. L’assestamento del polso, 3 punti di penalità. Il giochino con la ciambella, 11 punti di penalità. Le sbirciatine a riva… 6 e 7 punti di penalità. In pratica tre punti ad errore o esitazione, questo il “tariffario” dei giudici, che io chiaramente accetto e rispetto.
La vittoria è andata a Jean-Yves Faguer con la sua Dear’val, una terranova, con 107 punti. Vi ricordate all’inizio, quando vi ho fatto segnare un nome su un foglio….? Si, è il responsabile del gruppo organizzatore e lavora regolarmente in questa spiaggia… ma ammetto che nel momento in cui Lui scendeva in acqua io ero con le gambe sotto il tavolo a godermi un maialino alla brace e non l’ho visto lavorare.
Secondo posto a Jeane Le Berre con Vanilla Sky, un golden, e terzo Fabien Heckendorm con la sua terranova Dana. Pensate che lo scorso anno il primo classificato fece 118 punti ed il secondo 117,5… decisamente un altro metro di giudizio.
Faccio due considerazioni a margine.
La prima è un pensiero di solidarietà ad un concorrente che si chiama Paulin Joseph, detto (da me e Tommaso) il nonno di Heidi, che con il suo Cao de Agua è entrato in acqua alle 19.
In quel momento l’oceano ha iniziato a fare l’oceano. Il cane, ad occhio, andava indietro piuttosto che andare avanti: si è preso onde, corrente e tanto tanto vento. Era accreditato alla vittoria, ma è stato l’unico a beccarsi il mare veramente agitato.
Ha limitato i danni rimediando solo uno zero, ma che chiaramente gli ha pregiudicato la classifica.
Mentre lui lavorava io lo guardavo accanto ad “Occhio di Falco” ed al mio esternare la sfortuna di aver beccato il mare grosso, lui ha ribattuto dicendo: “Questo è uno sport che ha a che fare con la natura ed il tempo atmosferico. Il giudice ha il dovere di giudicarlo indipendentemente dal maltempo, il concorrente che prende parte a queste gare lo sa e lo accetta. O il giudice decide che non ci sono i requisiti di incolumità per i cani, ed allora il concorso è annullato per tutti, o si va avanti”.
A questo punto mi sono venuti in mente le prove di brevetto che anche io ho giudicato, dove per il mare grossi “all’italiana” ci si accorda per distanze più brevi, nuoti più corti… e i volti di 7 o 8 persone che si lamentano per molto, ma molto meno… a ripensarci mi vergogno un pò.
Ultima considerazione per la mia Bati, consentitemelo. Sono molto orgoglioso di non aver preso neanche uno zero. Su 14 binomi, solo in 5 ci siamo riusciti. Sono molto, molto orgoglioso di aver preso 20 su 20 nel lavoro a terra, ci siamo riusciti solo in due; e tanto contento della tenuta atletica che ha dimostrato. E’ uscita dall’acqua dopo 30 minuti di nuoto e 4 eserci a 50 metri con la bocca chiusa e senza un minimo di stanchezza apparente, tantè che a stroncarla ci ha poi pensato Tommaso con la pallina…
Chiudiamo così una stagione intensa e faticosa, siamo in acqua da marzo alla media di quattro volte la settimana, abbiamo partecipato a 10 gare ufficiali di cui una in Italia, una in Lussemburgo, una in Belgio, tre in Germania e 4 in Francia.
Quattro primi posti, due secondi, un terzo un quarto un quinto ed una eliminazione.
Ci sarebbero anche più cose negative da valutare e che valuteremo, analizzeremo e – prometto – correggeremo, ma sono talmente orgoglioso di lei, che… va benissimo così!
Domenica si è conclusa la nostra stagione 2013, mi sono divertito moltissimo: adesso prendiamo un pò di vacanza dall’acqua e poi iniziamo a pianificare la prossima stagione.
Grazie Viviana, troppo buona!
rinnovo i miei complimenti e la mia ammirazione.
ottimo lavoro.
Vi ringrazio per le belle parole e per i complimenti,e grazie a Valeria che mi permette di scrivere su TPIL come e quando voglio.
Congratulazioni!
Non conoscevo il lavoro in acqua; mi sono imbattuta in un tuo articolo qui, su TPIC, e ho letto i tuoi resoconti con interesse sempre maggiore. Hai il dono di trasmettere la tua passione attraverso la scrittura; leggendoti, si ha la sensazione di essere a riva, a fare il tifo.
Peccato per quel punticino…comunque è stata una bella prova. Neanche uno zero, il lavoro a terra con 20 punti su 20… Il tutto dopo una stagione intensa.
Bravi, bravi, bravi!!!
Complimenti: complimenti per il lavoro svolto e le emozioni, per come scrivi le vostre avventure senza mai polemizzare, bello, veramente!!
Ho 3 golden, devo dire che il lavoro in acqua non l’avevo mai preso in considerazione ma ammetto che solo a leggerti mi piacerebbe avvicinarmi di più a questa disciplina.
Buon (meritato) riposo a Bati e a te
Speriamo di rileggerti presto