Già la forma del titolo denuncia, in maniera impietosa, la mia età!
Ma non devo parlare di me. Devo parlare di un mio amico, di uno che non leggerà mai queste righe, di uno che, inconsapevolmente, ha cambiato alcune cose di me e me ne ha fatto scoprire altre che non sapevo di avere. Esagero? Non so, giudicate voi.
American stafforshire terrier, un nome che ci ho messo una settimana a dirlo in maniera spedita per poi scoprire che si può dire anche Amstaff! Ho conosciuto il papà del mio cagnolino. Una forza della natura che mi hanno fatto tenere al guinzaglio, così, giusto per provare. Mi stava trascinando via come fossi un fuscello! La mamma, invece, una marea di dolcezza. E allora, nonostante le mie perplessità per la difficoltà di gestire un cane di una razza così, con un consiglio di famiglia, in cui l’unico perplesso, ovviamente, ero io (figuriamoci…), facciamo un salto nel buio e prendiamo questo cucciolino.
Incoscienti? Sicuramente si, ma con un’attenuante: condizione irrinunciabile nella gestione del cane sarebbe stata la frequentazione di un campo di addestramento.
E allora comincia la nostra vita assieme al nuovo membro della famiglia e lo studio della razza: non fargli salire le scale da piccolo, cosa mangia, non fargli fare salti, integratori per le articolazioni, mangia per ultimo, il no secco per le cose che non gli è permesso fare, le allergie, ecc.
Inutile dire che, come succede con tutti i cuccioli, in famiglia siamo tutti matti per lui: coccole, corsette, giocattoli, foto, filmini, passeggiate. Poi cresce e diventa un blocco di trenta chili di muscoli, due occhi che sembrano parlare e una spiccata “simpatia” per i gatti e per gli altri cani maschi.
Bene, fin qui tutto normale, uno potrebbe pensare. Una delle tante storie ordinarie di un cane che entra in una famiglia.
Per me è stato qualcosa in più: lo scoprire il piacere di andare in campo a farmi addestrare su come devo rapportarmi con il mio nuovo amico. A stare attento agli sguardi, a come muovermi per farlo stare accanto a me, a come giocare con lui.
E poi: il seduto, il terra, il vieni. E conosci altre persone che fanno addestramento e ne incontri di tutti i tipi: signore simpatiche e spiritose, ragazzine timide con una volontà di ferro, uomini fatti che tornano ragazzi con la voglia di fare bene, donne dolci che si travestono da duri.
Un caffè assieme agli altri, una risata e tante parole sui cani, sulle cose del mondo e scoprire che ci sono ancora persone con cui è piacevole condividere alcuni momenti di queste nostre frenetiche giornate.
Ed ancora, stare seduti da soli aspettando il proprio turno di entrare per l’allenamento con il campo ancora vuoto, fumare una sigaretta (lo so, fa male…) e guardare il sole che lentamente scende e rilassarsi e sentire una pace ed una serenità che avevi dimenticato.
Altre cose, forse più comuni per quelli che hanno un amico a quattro zampe in casa, ma ugualmente importanti: tornare a casa la sera dal lavoro e vedere questa massa di muscoli che ti corre incontro e non sai bene se schivarlo, bloccarlo in qualche modo prima che vada a sbattere (perchè gli Amstaff vanno a sbattere tranquillamente senza la minima apparente conseguenza) oppure tentare una mediazione tra le due cose. Per poi essere sommersi di leccate.
E poi, l’allegria che ti dà vedere la tua bambina (ehm… 17 anni….) che scappa per la casa urlando con il cane che le corre dietro per giocare e vederli rotolare per terra a giocare per poi rialzarsi senza essersi fatti nulla.
Oppure, qualche sera che il mondo gira a rovescio, stare sul divano e lui che viene con la delicatezza di un Amstaff, e chi ce l’ha sa di cosa sto parlando, e appoggia il suo testone sulle tue gambe come per dirti: “Tranquillo, va tutto bene, ci sono qua io”.
Succede che quando cammini per strada la gente lo guarda chi con curiosità, altri con timore, alcuni con un sorriso.
E’ naturale considerato che è, ovviamente, un bellissimo cane anche perchè è il mio (mio?) cane.
E si avvicina un bambino che, come gli hanno insegnato i bravi genitori, mi chiede se può accarezzarlo. Gli dico di sì e penso che questo cane dall’aspetto forte, possente, orgoglioso ma con due occhi che tradiscono una mansuetudine con le persone non comune, ha trovato un nuovo amico che da grande non avrà paura di questa razza meravigliosa.
Capita anche che al bar, che frequenti da anni per il caffè prima del lavoro, viene fuori che anche la barista, con la quale non hai scambiato più di qualche parola in questi anni, ha un Amstaff. E improvvisamente siamo come due vecchi amici che si conoscono da sempre e che si mostrano le fotografie sul cellulare dei loro amici (è opportuno precisare, per i più maliziosi, che non si è trattato di un sistema subdolo per attaccar bottone con la barista!)
Ti fermano poi per strada due ragazzi che ti chiedono: ma è vero che i cani come il tuo sono molto cattivi con le persone? E tu gli spieghi che non esistono cani cattivi, ma solo cattivi padroni. E se ci sono cani che stan bene con le persone sono propio quelli della sua razza, se li tratti come meritano. E mentre glielo spieghi senti la ragazza che nel frattempo si è avvicinata che dice, con una nota di incredula, allegra meraviglia nella voce: mi ha leccato la mano!
Ecco altre persone alle quali gli Amstaff, e i cani che somigliano a loro…. non faranno più paura.
E diventi gentile con le persone, perchè sono molti che ti guardano e ti sorridono perchè vedono il cane. E che ti fermano per scambiare due parole per informarsi sulla razza: e anch’io una volta avevo un cane; a me piacerebbe averne uno; è come quello del mio amico. Ciao, ci vediamo, complimenti per il cane.
Parlare con le persone. Una cosa che abbiamo quasi dimenticato per dire cose gentili, ma che ricordiamo bene per litigare.
Mi vengono in mente quei gruppi di appassionati degli American Stafforshire Terrier di Facebook (non conosco i gruppi di appassionati di altre razze….) ai quali mi sono iscritto per imparare qualcosa in più su questi cani, e, regolarmente, mi trovo a leggere post con insulti, prese in giro, maleducazione ed offese. E mi chiedo perchè succede.
Forse è il modo di comunicare e di rapportarsi con gli altri che va di moda di questi tempi: se non insulti qualcuno non sei nessuno. Se non gridi più forte sei un pusillanime. Se non prevarichi gli altri non vali niente.
Il mio nuovo amico a me ha fatto un effetto diverso: mi ha avvicinato di più alla gente, a perfetti sconosciuti con i quali ho scambiato, magari poche parole, ma gentili.
Anche per questo gli voglio bene.
Il mio amico cane, un bellissimo American staffordshire terrier, si chiama “Blu”.
NOTA: Questo pezzo esce anonimo (c’è la dicitura “redazione”, ma la redazione non c’entra proprio nulla!) perché il suo autore mi ha chiesto di non pubblicare il suo nome completo. Penso di poter dire almeno che si chiama Gianni.
Sono sicura di poter dire che questo “tema” è essenziale, lineare e diretto come i disegni che ho scelto (su google) per illustrarlo, ma che va dritto all’essenza del rapporto tra un umano, un cane e il resto del mondo.
Niente fronzoli, niente retorica (difficilissimo, quando si parla di cani!), solo la nuda e cruda verità su ciò che significa avere un amico come questo.
A me è piaciuto immensamente.
“Tema”commuovente mi è scappata la lacrimuccia ma per andare al concreto vi ricordo in molte nazioni questa razza e altre simili subiscono ingiustizie e grosse limitazioni vi invito a visitare la pag faxebook “progetto cani francesi “gestita da un gruppo di volontarie piemontesi che salvano questi cani cercando adozioni in Italia . Asciughiamo i la lacrima e aiutiamoli !!!
Mi sono emozionata tantissimo, grazie “Gianni” =) questa tua esperienza mi riempie il cuore…
Ciao Blu! e un saluto anche al suo compagno umano. Fa piacere leggere storie di una ordinaria grande amicizia e di come i cani rendono la vita meno bestiale.
senza parole ma con una lacrimuccia. veramente un bellissimo tema!
Io lo so perché ci ha commosso: perché lascia intravvedere la possibilità di un mondo normale…in cui non è la regola essere maleducati, infelici o aggressivi. Si accoglie con emozione un racconto gentile perché ci si trova quello che non ci si aspetta, ma si desidera intensamente. Il problema è che mentre leggi ti si annebbia la vista, devi togliere gli occhiali, asciugare gli occhi, deglutire, riprendere a leggere, fare un sospiro, schiarirti la gola (be’, un lato positivo c’è, la lettura dura di più!). E, ci scommetterei, succede anche a persone abitualmente note per scorza ruvida e refrattarietà alle sdolcinatezze… Grazie.
Molto bello e molto vero. E al signor Gianni diciamo che SUL FACEBOOK un’altro gruppo di appassionati per un’altra raza canina c’è, e si chiama JACK RUSSEL TERRIER: ISTRUZIONI PER L’USO.
“scoprire il piacere di andare in campo a farmi addestrare” : bellissima.
Per me rappresenta lo spirito giusto per raffrontarsi e imparare tutto quello che un cane ci può insegnare. Complimenti
Bravo sig. Gianni, l’articolo e’ molto bello. Ci sono tante considerazioni che si possono fare ma quello che mi ha colpito di piu’ e’ la benevolenza verso le altre persone, anche quelle un po’ “ignoranti” che sempre siamo pronti a giudicare e liquidare con uno sguardo di sufficienza solo perche’ non sanno il nome della razza che tanto amiamo o hanno dei preconcetti…se si va incontro con un sorriso a tutti magari a fine giornata abbiamo fatto cambiare idea a qualche ” cuggino”!!!
Sarà che l’età avanza ma a me questa semplicità così carica di voglia di imparare e di stupirsi ancora…mi commuove.
anche a me, cara valeria, è piaciuto immensamente
Articolo meraviglioso, umanissimo, pieno di amore per i cani e per l’umanità; pieno di voglia di vivere di mettersi in gioco, di far capire come stanno le cose. Vorrei che tutti i cinofili fossero così.
Anch’io mi ci son trovata! bello e vero, e anche (almeno per me), commovente.
Sono d’accordo con la redazione: un bel “tema”, più che altro VERO.
Molto più spesso di quanto si possa credere un cane rappresenta uno straordinario “strumento” di socializzazione. Specialmente quando apparitene ad una di quelle razze che non passano inosservate.
Mi complimento con chi ha scritto il pezzo, e devo dire che sotto molti aspetti la mia esperienza è parecchio simile alla sua. I molossi non sono una scoperta recente per me, lo sono però quelli con sangue terrier. Questa non trascurabile “variante” mi ha aperto un piccolo mondo nuovo tutto da esplorare.
I terrier tipo bull sono cani che , più di altri, per essere veramente apprezzati vanno vissuti.
davvero un articolo meraviglioso e purtroppo veritiero soprattutto per quanto concerne l’ultima parte… sembra che spesso gli appassionati di una razza non siano in grado di confrontarsi adeguatamente (ma io preferirei dire educatamente) senza dover cadere in quella che troppo spesso diviene una sciocca e sterile guerra tra chi possiede il soggetto più bello, più atletico e prestante. Se solo si capisse che il bene di una razza deriva dal continuo confronto e perché no, dalla collaborazione con gli altri proprietari/amatori/allevatori, forse si riuscirebbe anche a comprendere che la priorità non è avere obbligatoriamente il campione di turno….
dovremmo tutti possedere quel briciolo d’umiltà che ci permette di vedere il più chiaramente possibile i pregi e i difetti di un soggetto, ma personalmente mi sono resa conto che l’umiltà è un dono di pochi eletti e sempre più spesso anch’io ho notato post e commenti dove è proprio la maleducazione a farla da padrone.
ed è un vero peccato, perché questo alla fine non è altro che uno scontro insulso fra persone che fondamentalmente hanno qualcosa che le accomuna: l’amore per il proprio cane, ed è da lui che forse dovrebbero trarre maggiore insegnamento, imparando a mettere da parte rivalità e insulti cercando invece di capire che la condivisione di una passione comune e il confronto reciproco sono le uniche “armi a disposizione” per migliorare e migliorarsi….
Davvero bello. Lineare, diretto e pulito.
E’ stato bello ritrovarsi mentre leggevo in molte situazioni,come è vero che ti fà avvicinare alla gente, ti cambia la vita, ti rende migliore il tuo cane, nel mio caso “I miei cani”. Ancora una volta grazie Valeria.
Bellissimo resoconto di vita con un cane e che cane il principe dei terrier, quanto mi piacerebbe averne uno se solo mia moglie non ne avesse paura.
Meraviglioso! Mi ci sono ritrovata enormemente in tutte le sue parole!
È molto bello vedere come nella vita delle persone che adottano un amico ci sia un prima e un dopo. Anche nella mia c’è stato. Prima ero una ragazzina che amava gli animali, un po insicura con tanto amore inespresso. Dopo ero una la cui casa è stata sfondata, rosicchiata, piscieggiata (e per mesi) da un meticcetto di 14 kg del canile della mia città. Non sono mai stata tanto felice in vita mia.
Un tema da 10 e lode direi!
e un 10 anche al commento di Stefania, troppo simpatico! 😉