Aspetto.
Mi sei accanto in un lampo
mentre attraversi il campo a perdifiato
e l’erba accoglie, felice, la tua corsa bambina.
E sono nei tuoi occhi ambrati e caldi,
screziati delle origini del mondo,
con la bocca che ride ed anche il cuore – grande –
accelera, nel battito, l’incontro.
Eccomi, eccoci, inseparabilmente nostri,
la vita ad intreccio di noi due
che respiriamo il vento, lo sguardo all’orizzonte,
il naso verso il cielo.
Ancora quel momento – tenero e immenso –
in cui uno son due e due uno,
uniti in un punto della storia
dove memoria scorre nelle vene.
Non parlo, amico, taccio
che parola non serve al tuo linguaggio
ma appoggio la mia guancia sul tuo capo
e so che sai di me più di me stessa
allora ed oggi con l’eterno in mezzo.
Adesso entriamo, dai, che dentro è già Natale.
Carla Ferraria