di VALERIA ROSSI – Uno degli argomenti che ricorrono più spesso nelle email e nei messaggi dei nostri lettori è quello del cane che “scappa”: tra virgolette, perché in realtà il cane difficilmente ha intenzione di “scappare di casa” nel senso letterale della parola.
Il cane, in realtà, “va a farsi un giro”: che può essere negli stretti dintorni per alcune razze, di diversi chilometri per altre… ma il concetto, per lui, sarebbe sempre quello di “vado, esploro e torno”.
Il problema sta nel fatto che il cane ignora i pericoli a cui va incontro uscendo dal guscio protettivo di casa nostra e infilandosi, magari, nel traffico cittadino: in caso contrario non ci sarebbe molto di cui preoccuparsi, visto che lui tornerebbe sicuramente a casa, né più e né meno di quanto faccia un ragazzo che esce con gli amici.
La prima risposta alla domanda “perché lo fa?” è quindi piuttosto scontata: lo fa perché si annoia (è il caso dei cani che vivono una vita troppo monotona e priva di stimoli), o perché ha un innato desiderio di esplorare/predare che gli viene dalla selezione e che quindi fa proprio parte del suo DNA (cani da caccia, cani nordici…).
Tengo a sottolineare che è proprio la noia la causa principale delle fughe, e non quella sessuale come solitamente si pensa. La motivazione sessuale è probabilmente la seconda in ordine di importanza, seguita dal desiderio di ricongiungersi ai propri umani quando non ci sono.
Che fare?
Se il cane si annoia la soluzione è apparentemente semplice: basta far sì che la sua vita diventi in generale meno “scontata”, più attiva e dinamica, ma soprattutto che abbia un significato preciso.
Non finirò mai di ripetere che per il cane è fondamentale la socioreferenza: ovvero sapere chi è lui, chi è il suo branco e qual è il suo scopo all’interno del branco.
I cani “solo” viziati e coccolati non si sentono realizzati, non si sentono utili, non pensano di servire a qualcosa… e quindi se ne vanno a spasso, perché intanto non sanno “cosa ci stanno a fare lì”.
Certo, è più facile attribuire un compito preciso per un cane da guardia o da difesa, per esempio, che non per un cane da compagnia: ma basta davvero poco per far sentire il cane realizzato. Io mio bassotto Liv detto Baba, fuggiasco professionista (nonché bieco sterminatore di pollai dei vicini) smise di andare a zonzo – e a caccia – quando lo responsabilizzai nei confronti di mio figlio, allora poco più che neonato. Gli insegnai a “fare la guardia al bambino” (mentre il pastore tedesco Ektor, che quel ruolo lo svolgeva da sempre con grandissimo impegno e competenza, mi guardava palesemente disgustato da tutta la faccenda) e aggiunsi anche il compito di “mettere a posto i giocattoli” alla sera, prima di dormire: lui me li portava tutti uno per uno ed io li infilavo nell’apposita cesta, dopodiché mi congratulavo moltissimo con lui anche se, magari, qualcuno dei peluches era stato un po’ ucciso durante l’operazione. Bastarono queste due sciocchezzuole perché Liv non pensasse più a scappare (e neppure a sterminare polli): aveva finalmente compreso il suo importantissimo ruolo nel branco e quindi non avrebbe più mollato per nulla al mondo il suo “posto di lavoro”.
Per cacciatori/esploratori il discorso è un po’ più complesso, anche se sulla carta è semplicissimo: infatti basterebbe dar loro modo di accontentare i propri istinti. Questo si traduce nel portare i cani da caccia a caccia (anche senza fucile!) in luoghi sicuri (tipo quagliodromi e affini), permettendo che cerchino, scovino e soprattutto che si stanchino fisicamente, perché hanno una quantità di energie che è assolutamente impossibile far sfogare soltanto passeggiando al guinzaglio.
I cani nordici andrebbero ugualmente portati a correre in posti sicuri: le escursioni in montagna sono sicuramente il top. C’è però un piccolo particolare secondario: è vero che lì non ci sono grossi pericoli (oddio, dipende: un mio husky che aveva deciso di mangiarsi un’intera mandria di mucche ha rischiato di essere ammazzato prima dai cani del proprietario delle mucche, e poi dal proprietario stesso), ma è anche vero che un nordico può prendere troppo alla lettera il concetto di “libertà”, e star via magari un paio di giorni.
Per questo è fondamentale che i cacciatori/esploratori abbiano un richiamo impeccabile. Che ovviamente non casca dal cielo, ma che va insegnato lavorandoci sopra fin da cuccioli, anzi da cucciolissimi… e tenendolo costantemente allenato, perché uno degli errori più classici è quello di dare per scontato che il cane abbia un buon richiamo solo perché, da cucciolo, accorre con prontezza al nostro “vieni”. Ma i cuccioli non hanno abbastanza fiducia in se stessi per allontanarsi! Quindi è assolutamente normale che accorrano, così come è normalissimo che vengano a cercarci di corsa se noi ci allontaniamo di qualche metro. Purtroppo, quando crescono, non sono più così dipendenti da noi (e sanno anche di poterci ritrovare in due secondi quando ci nascondiamo, perché hanno imparato a usare il naso): quindi il richiamo va esercitato sempre, per tutta la vita del cane. E soprattutto va visto come un vero e proprio esercizio, con relative lodi e premi quando il cane fa bene, e non come una “cosa normale” che non merita più di tanta attenzione.
L’impulso predatorio, in ogni caso va controllato: ci sono cani che fuggono non perché hanno sentito la traccia di un fagiano o di un cinghiale (che peraltro non riempiono esattamente le nostre strade cittadine), ma semplicemente per rincorrere un gatto, o magari una bicicletta.
Questo, semplicemente, non deve esistere! Durante il periodo di socializzazione è fondamentale che al cane venga insegnato che gli animali domestici, le automobili, le biciclette, i motorini eccetera non sono prede. PUNTO.
Se il cane è stato adottato in età adulta, e non correttamente socializzato, si dovrà impiegare un po’ del nostro tempo per desensibilizzarlo verso ciò che non è lecito inseguire/predare.
Per quanto riguarda le fughe sessuali, purtroppo, c’è poco da fare: l’obbedienza (di altissimo livello) è l’unica risposta, ma ovviamente il cane può obbedire solo se l’umano è presente. Quindi, quando non è presente, l’unica soluzione è mettere il cane in sicurezza: o sta dentro casa, o sta in un recinto/box a prova di fughe.
Attenzione: “a prova di fughe” significa non soltanto “recintato” (ci sono cani che scalano le reti meglio delle scimmie), ma con la parte superiore della rete piegata verso l’interno; e ci vuole anche una bella colata di cemento sotto, perché gli arrapati sono capaci di scavare tunnel degni del conte di Montecristo.
Infine, abbiamo detto che ci sono cani che scappano sperando di raggiungere i loro umani: molto bello e tenero, ma pericolosissimo anche quando si tratta solo di pochi metri. Ho sentito, in vita, uno sproposito di racconti di cani morti attraversando la strada senza guardare perché c’era il loro umano dall’altra parte… e purtroppo anche un mio cane è finito così, cercando di raggiungere mio figlio: quindi sono particolarmente sensibile all’argomento. Ovviamente la risposta sta nel fare sempre la massima attenzione: non lasciare porte e cancelli aperti, MAI, per nessun motivo… e considerare anche il fatto che una porta chiusa non a chiave può venire aperta a zampate (è stato proprio il caso del mio cane).
Un discorso a parte va fatto per i cani adulti che scappano a pochi giorni da un’adozione: anche questi è probabile che siano in cerca del loro umano… ma di quello precedente, quello che li ha abbandonati.
Anche se hanno passato mesi (o anni) in canile, non è detto che l’abbiano dimenticato: la memoria dei cani è eccellente e il loro amore è tenace anche quando è rivolto alla persona sbagliata… ma loro non sanno di essere stati abbandonati: questo concetto non è alla portata della loro mente. I cani abbandonati pensano di “essersi persi” e a volte, se ne hanno l’occasione, tentano di tornare a casa. In altri casi possono tentare addirittura di tornare al canile, perché la nuova casa e i nuovi umani sono, per lui, sconosciuti e gli fanno paura. In questi casi, a volte, i volontari si preoccupano e pensano che il cane sia stato trattato male: ma non è così. E’ solo che non ha avuto il tempo di capire che sarebbe stato trattato bene: quindi è semplicemente fuggito da una situazione sconosciuta (che per lui equivale a “situazione a rischio”) per tornare ad una ben conosciuta e quindi rassicurante.
In tutti questi casi bisogna lavorare sul rapporto, costruendone uno che non sia fatto solo di ammmmore, per carità, ma di collaborazione, di partnership: dopodiché il cane si dimenticherà sia dell’ex proprietario che del canile e diventerà davvero il nostro cane.
Però, ripeto, bisogna lavorarci: non commettendo il classico (e sciagurato) errore di pensare che il cane “sappia che l’abbiamo salvato” e aspettandosi che sia automaticamente felice e riconoscente.
Il cane NON sa nulla di tutto questo. Se è per questo, non sapeva neppure di essere in un canile. “Salvato” da che?
Dal suo punto di vista noi l’abbiamo semplicemente sottratto ad una routine ben nota (e sicura) per condurlo verso un’avventura piena di incognite: quindi non aspettiamoci alcuna “riconoscenza”, perché lui ancora non sa che gli abbiamo fatto un favore. Dovremo farglielo capire.
Ricordiamo che, se sapessimo lasciare da parte la retorica, scopriremmo che i cani uggiolanti dietro le sbarre NON stanno affatto dicendo: “Portami a casa con te! Voglio essere il tuo cane!”.
Stanno dicendo, invece, qualcosa come: “Che due palle, star chiuso qui dentro! Fammi uscire, fammi fare una bella corsa in un prato, poi magari dammi una bella ciotola piena… ma alla fine riportami qui, perché questa è casa mia!”.
Prima che il cane si convinca davvero di aver trovato una nuova casa da sentire come “sua”, e degli umani da sentire come membri del suo branco, ci vuole un po’ di tempo (e di lavoro). Può variare da un soggetto all’altro, ma di sicuro non succede mai in due o tre giorni (a meno che non si tratti di un cucciolo). Quindi, per i primi tempi, il cane adulto adottato non andrà liberato se non in luoghi sicuri e si dovrà lavorare per creare un vero rapporto tra noi e lui: anzi, inizialmente non sarà neppure il richiamo la prima cosa da insegnargli. E – lo ribadisco ancora una volta, che male non fa – non ci si dovrà neppure limitare a coccole e ammmore: perché non bastano. Non è questo che il cane cerca.
Il cane vuole un ruolo, e quello di acchiappacoccole non lo è. Può essere un momento piacevole, certo, ma non lo scopo della sua vita.
Teniamolo presente, perché in caso contrario rischiamo di ritrovarci con un cane fuggiasco e di disperarci chiedendoci “perché”, quando la vera causa delle sue fughe siamo soltanto noi.
Complimenti, bellissimo articolo.
Ho un problema simile, ma purtroppo non riesco a trovare una soluzione.
Possiedo due cani di sette anni, meticci e segugi, abito in campagna e ogni volta che il cancello si apre loro scappano.
Sono cani molto curiosi, esploratori, sentiranno gli odori, avranno l’istinto di dover inseguire chissà quale animale..è la loro natura..ma chiaramente, anche se sono sempre tornati a casa io non posso stare tranquilla nel pensarli in giro per campagna, potrebbero farsi del male, spaventare qualcuno o creare danni di altro genere.
Vorrei una soluzione, non posso e non voglio in nessun modo doverli tenere legati tutto il giorno, mi piange il cuore anche solo a legarli per un’ora.
Vi prego, aiutatemi.
Io vorrei sapere cosa posso fare con i miei simil corso, il maschio non scappa, probabilmente perché è più pesante e non ce la fa, ma la femmina sembra un gatto, scavalca qualunque recinzione e quando non riesce a scavalcarla si arrampica. Noi vorremmo che il loro compito fosse fare la guardia, senza però che diventino aggressivi, come posso farglielo capire per evitare che scappino e facciano una brutta fine visto che siamo in prossimità di una strada su cui viaggiano moltissimi mezzi?
Grazie
Non avevo mai sentito parlare dei quagliodromi citati nell’articolo… qualcuno sa come funzionano, se e quanto si paga, se possono accedervi cani di qualsiasi razza, ecc. Grazie 🙂
Alla siepe non avevo proprio pensato, ci vorrà tempo perché cresca, ma vale la pena tentare, il muretto è sulla lista per quando ci saranno un pò di soldini da parte…
Quando parlavo del simpatico addestratore non volevo fare sarcasmo, lui coi cani sembra saperci fare, ma da noi un centro cinofilo è pura utopia; abito in un piccolo paese dell’agrigentino, il campo in cui porto a correre i miei cani è in realtà un campo di calcetto comunale nel quale sono tollerata solo perché sbandiero sacchettini in tutte le direzioni e spesso pur di non “sporcare le acque” tiro su anche il P.I.L. che non mi appartiene!
O mangiare questa minestra…
Per questo mi interessava qualche gioco o esercizio da poter fare con le due terroriste in privato o magari a casa.
Comunque la flat se usciamo è educata e obbediente, anche in spiaggia non fa la matta, la lascio con un rotolo di corda di quaranta metri, ma non ho mai dovuto recuperare la “lenza!” (senza ho troppa paura!).
Secondo mio marito è la mia ansia che spinge il cane a voler uscire dal giardino, lo ha fatto due volte ed è tornata dopo una mezz’ora, ma io ne ho già persa una sul tavolo del veterinario e non posso neanche pensare che succeda di nuovo!
Comunque grazie, da quando ti leggo ho imparato un mucchio di cose!
Quando ho scrivo “strisciare sotto” la recinzione intendo proprio quello! il giardino è recintato, ma lei evidentemente non la pensa così!
Il corso sarebbe il massimo, qui da noi c’è un simpatico signore che “addestra” cani, ma nulla di simile ad un centro cinofilo.
Sì, ho capito che il giardino è recintato… ma magari un muretto di cemento sotto, in cui infilare la rete… oppure una siepe difficile da attraversare…potrebbero risolvere il problema. Così la situazione è decisamente molto rischiosa 🙁
La mia flat risponde sempre al richiamo quando siamo al parco (recintato e sicuro), ma nel mio giardino non fa che sconfinare nel giardino dei vicini.
non me la prenderei più di tanto perché il terreno è lasciato a se stesso e quindi non può fare danni, ma la recinzione che da sulla strada ha più buchi di un groviera…
sono terrorizzata che vada sotto un’auto o che qualcuno se la porti via e praticamente la faccio uscire in giardino solo sotto strettissima sorveglianza, prima che abbia mangiato e con le tasche piene di pezzetti di prosciutto.
non abbiamo mai fatto corsi di addestramento, eccetto un pò di riporto “casalingo” e i comandi di base, ma quando decide che deve attraversare…
di solito tocca scavalcare anche a me, o stisciare sotto la rete o altre cose di cui la mia dignità farebbe volentieri a meno…
mi piacerebbe trovare un compito per lei, ma a parte recuperare palline e pantofole cosa potrei farle fare?
Da poco ho preso una cucciola di Jack R. e le due vanno molto d’accordo, però ho una paura matta di aprire la porta!
Un bel corso per retriever?
Ma a parte questo, non hai la possibilità di mettere in sicurezza il tuo, di giardino?
Se è un SH … Lui non scappa…. Lui va ad esplorare il suo territorio ( cioè il globo ) e tu , padroneemminkia, che cazzarola ti affanni a urlare e chiamarlo?!? Ma stai calmo!!! Prima o poi… Forse più poi… Torno!!!
A parte l’ironia.. Splendido articolo come sempre!!! Brava zia!
bell’articolo come sempre ….io mi associo a Gilas io ho un incrocio maremmano/setter che va fuori di testa con i petardi e i tuoni proprio non riesce a controllarsi e scappa. l’ultima volta facendosi male ad una zampa ….è tornato il giorno dopo …non vi dico l’angoscia anche se abito in campagna ……ora se dobbiamo lasciarlo solo qualche ora lo chiudiamo in veranda e l’altro giorno ha distrutto tutto quello che c’era comprese le tende perchè fuori c’erano ragazzini che sparavo petardi. So che purtroppo non posso farci nulla spero che invecchiando gli passi un po’ ma non credo era così anche suo padre.
La mia vecchia cagnolina aveva paura dei petardi e temporali, ha smesso in vecchiaia, ma perché non li sentiva più per la sordità!
Il mio simil-setterone schizzato era un fuggiasco professionista. Lo portavo ogni sera nei boschi fuori dal paese e lo lasciavo libero: lì non si allontanava mai ma correva e correva che mi stancavo io solo a guardarlo, faceva un tale casino lanciandosi nelle sterpaglie come un bulldozer che ancora mi chiedo come non si sia mai cavato gli occhi. Nonostante ciò aveva ancora energia da vendere. Lui scappava solo quando rimaneva solo a casa, mi veniva a trovare al lavoro. Le abbiamo provate tutte, e quando sembrava che avessimo trovato il modo di contenerlo in giardino, ci ha pensato il muratore che avevamo chiamato per sistemare la scalinata esterna. Ha chiuso male il cancello e il cane ne ha subito approfittato. Ci chiamò il vigile comunale due ore dopo. Era stato investito sulla statale, almeno il responsabile aveva chiamato il veterinario ma era troppo tardi. Il muratore si è sentito talmente in colpa che non ci ha fatto pagare il lavoro e ha anche contribuito a pagare i danni all’auto.
Il mio cane da giovane “esplorava” da solo la città e tornava a casa dopo ore (è un meticcio mezzo pinscher e mezzo segugio). Allora ho iniziato a farlo uscire più a lungo del solito e, come ha scritto Valeria, a farlo stancare seguendo piste, e con la caccia al topo (cercando di salvaguardare anche il topo, eh). Da quel momento in poi ha smesso di scappare da solo. Ultimamente causa maltempo e altri impedimenti siamo potuti uscire di meno e, guarda caso, una di queste sere ha pensato bene di farsi un giretto di due ore dietro qualche selvatico (abitiamo in campagna). I miei subito mi hanno incolpato dicendomi “hai viziato il cane”, “gli fai fare giri troppo lunghi”, “gli hai insegnato dei percorsi e adesso ha voglia di andarci da solo, era meglio se non li imparava”. Gli stamperò quest’articolo per farglielo leggere.
Nel frattempo ho affinato molto la pratica dello zen.
bello ed interessante
Valeria Rossi è Valeria Rossi !
Grazie, molto interessante!
e il bambino!!
Grazie Valeria, come sempre molto interessante! Ti pongo però una domanda, come insegnamo al cane a “fare la guardia al bambino” o in senso più ampio, dargli uno scopo, farlo sentire utile? La cosa è semplice con i cani da lavoro (penso ad esempio da tartufi, il loro scopo è quello!). Ma per un cane preso da adulto e non portato particolarmente per qualche attività che scopo possiamo dare?
Grazie
Dipende dalle attitudini del cane: anche i meticci hanno comunque un'”appartenenza” a qualche tipologia (lupoide, molossoide, braccoide…) che può aiutarci a capire quali siano le loro doti naturali. E lo “scopo” gli si dà meglio quando si sfruttano quelle. Sia lupoidi che molossoidi, per esempio, sono portati per la guardia (la “guardia al bambino” gli si insegna come se fosse un esercizio di “guardia all’oggetto”: è un lavoro tecnico): possono farla anche terrier e bassotti, come ha dimostrato il mio Liv… però a loro piace di più cercare qualcosa (meglio se per trovarla c’è da scavare), quindi gli si può insegnare a seguire una pista e fargli cercare, che so, le pantofole della nonna nascondendogliele sotto dei cartoni… insomma, ci si deve ingegnare un po’per trovare qualcosa che piaccia particolarmente al cane, e poi adattare quel “qualcosa” alla nostra vita familiare 🙂
Bene allora sono già tutti realizzati 🙂 il mio lupoide fa chiaramente la guardia tutto il giorno e la mia setter si diverte nella ricerca dei bocconcini che le lascio sparsi in giardino e di patate avanzate nell’orto! Mentre la terza di appartenenza totalmente ignota si da alle nanne, ormai è vecchia 🙂 !
Complimenti per l’articolo! Bello ed ho apprezzato soprattutto l’analisi senza retorica del cane in canile.
il mio cane quando “scappava” non ritornava mai a casa da solo si portava dietro sempre qualche altro cane che evidentemente incontrava per strada O.o
Valeria, una domanda:
Come fai ad affibbiare un ruolo al cane in casa?
Nello specifico, come hai fatto a far capire al bassotto che il suo compito era quello di fare la guardia e raccogliere i giochi?
Avresti voglia di scriverci un articolo?
Mi associo a questa richiesta perchè interessa molto anche a me!
Anche a me, anche a me interessa tantissimo!
Ho adottato da poco un nonno amstaff/pitbull o di una fantasia molto simile: il suo ruolo dovrebbe proprio essere “riposati, facci le coccole, stai al caldo, stai sereno, sei in pensione”, ma mi accorgo che fatica un po’ a inserirsi. Il suo desiderio di collaborare è evidente (e anche commovente): ci porta le pigne che sa che usiamo per accendere il camino ogni volta che ci vede impegnati in qualcosa. È vecchio e molto acciaccato, non è che possa portarlo a fare attività, sport o cose del genere e non sono capace di dargli compiti in casa. Abbiamo provato a chiedergli le pigne, visto che è un compito che si è scelto da solo, ma non riusciamo a fargli capire cosa vorremmo e aumentiamo la sua frustrazione.
Anche io vorei sapere… noi ci siamo tenuti sul tradizionale, il compito che hanno i cani e` id farela guardia e avvisare se arriva qualcuno. Maro si era scelto quel compito e quando e` arrivato Yukita ha imparato da lui. Cosi` se il postino, un corriere un venditore suonano li lasciamo abbiaiare e ci congratuliamo con loro. In caso di un ospite pero`s anno che se entra insalotto e` un amico e devono smettere. Yukita sembra dottor Jeckil e Mister Hide: appena l`alluce dell`intruso vaca la porta del soggiorno e diventa ospite passa da “Bu bu se prova a entrare e ti faccio un mazzo tanto” a “Caro amicooo!!!! entra entra? Hai portato un biscottino? (li riforniamo noi) Ecco vengo con te…mi siedo anche sui tuoi piedi” Maro e` un po` piu` diffidente ma ricevuto il biscottino va di solito su una delle cucce e ignora l`ospite per tutto il tempo oppure si ritira al piano di sopra nei suoi appartamenti ma non da` fastidio. Questo compito puo` bastare al cane per fargli sentire che sta collaborando con la famiglia?
Nello specifico, sono due esercizi tecnici: guardia all’oggetto e riporto. Li insegni al campo e poi li adatti al contesto familiare. Ma non è che ci siano solo quelli… dipende dal cane e dalle sue attitudini.
quando finalmente i miei suoceri riuscirono ad impedire a Pluto di scappare tutti i giorni, gli ospiti dell’ospizio accanto vennero a lamentarsi perché il cane non li andava più a trovare 😉
Avevo un cane che scappava. Relegato in giardino, quasi sempre solo. Sarei scappata anche io.
Solo che adifferenza sua non sarei mai tornata =(
E’ brutto essere piccoli e non avere il potere di dire “a me non sta bene che lui stia così male”… ma quando sei un bambino spesso i grandi non ti ascoltano…e chi ci rimette chi è ? il cane in questo caso =(
Io, che ho avuto la fortuna di avere al mio fianco un siberian husky, so bene cosa sono le “fughe”. All’inizio del nosrtro rapporto la portavo in un parco cittadino, lei era ancora una cucciolotta e io giovane (16 anni) ed è lì che operò la sua prima fuga, mi ricordo io sulla panchina a piangere perchè non tornava e vicino al parco c’era una strada, quando finalmente tornò ero così felice che non fosse andata in strada che la strinsi forte forte. Da quel giorno cambiai parco, ne scelsi un’alrto più vicino a casa, meno e mal frequentato, ma aveva il pregio di essere circondato da campi e campi…(unico difetto un orto con galline dalla vita breve eh eh) le sue fughe continuarono, ma io dicevo che non erano fughe, il mio cane non scappava, le piaceva esplorare, io mi mettevo sulla panchina, aprivo il libro e aspettavo…in genere entro un ora tornava e lo faceva esattamente dove ci eravamo lasciate (certo non dovevo prendere appuntamenti con orari precisi e se li avevo arrivavo in ritardo). Come dico sempre, in quel caso, fu il cane ad addestrare me… ah ah ah!
Ora con la meticcia ho lavorato sul richiamo e molto altro, i campi sono spariti e la sicurezza del mio cane è tutto per me!
Interessante!!!! I cani che ho adesso sono diversissimi fra loro. Maro ci ha messo un mese circa a capire che noi eravamo la sua nuova famiglia credo, ma Yukita… non so spiegarlo ma appena arrivato sembrava a casa sua. Sembrava proprio conoscere gia` la casa e dopo una sola uscita spontaneamente e` tornato a casa nel senso che era al guinzaglio e ha tirato per girare nella strada di casa e poi per entrare nella porta.
“e ci vuole anche una bella colata di cemento sotto, perché gli arrapati sono capaci di scavare tunnel degni del conte di Montecristo.” <– Devo smettere di ridere, devo smettere di ridere, devo smettere di ridere. Ok, non ce la faccio XD
Il mio cane è un flat arrampicatore di reti (stile gatto) e scavatore di tunnel … lui non scappa da casa, ma se lo metto in un qualsiasi recinto o lo lego (nel caso non possa entrare con me da qualche parte) e mi allontano anche solo di dieci metri …. apriti cielo! Non ce la fa, mi deve raggiungere a qualsiasi costo. Ha imparato prima a togliersi la pettorina, da allora sempre collare, adesso taglia i guinzagli. Per i recinti se non riesce a crearsi un varco rompendo la rete tenta di scavalcarla … per me è diventato un bel problema! Come risolvere?
Direi che il tuo flat (come molti flat, peraltro) mostra qualche sintomo di ansia da separazione. Lavora su quella!
Sai che io invece penso si tratti di volontà di controllo nei miei confronti? A casa da solo non fa una piega … lo so che sembra strano in un flat, ma l’addestratrice che mi segue nel riporto sportivo mi ha detto che come carattere sembra più un ridgeback …
questo articolo mi piace molto! Brava Valeria! Mi trovo spesso a trattare cani che scappano e i proprietari non riescono a capire quali motivi li spingano a fuggire, invece di aiutarli, sbarrano le vie di fuga…..
Ciao Valeria! Bell’articolo come sempre! Ma avrei una domanda sul richiamo: quando il cane al comando “vieni” se la prende moooolto con calma (cianin cianin come diciamo noi!!) cosa dobbiamo fare? So che bisogna sempre premiarlo, ma come fare a fargli capire che dovrebbe essere più veloce?
Prova a camminare rapidamente all’indietro mentre lui sta arrivando: non aspettarlo da ferma (il cane pensa “sì, mo’ arrivo, me la prendo comoda, tanto so che stai lì”), ma dagli l’impressione di “allontanarti” (al che il cane pensa: “Ahò… ando’ va questa con il mio premio? Aspetta che accelero, così lo ottengo prima!”) 🙂
Veramente bello!!!!
Complimenti…. bell’articolo
Così a ridosso delle feste e di capodanno, manca un altro “perchè i cani scappano”, ovvero perchè terrorizzati, da un rumore improvviso (petardo), ma anche da un cane più grosso che ne vuol fare brandelli, dal trovarsi in una situazione del tutto ignota (tanti cani ex-randagi provenienti dal sud riescono a svignarsela durante il trasporto al nord soprattutto passando dal mezzo di una staffetta all’altra e ritornano randagi nei campi e nei boschi), da un guinzaglio che improvvisamente sfugge di mano al proprietario e nel caso dei maledetti flexi si trasforma in un rumorosissimo affare infernale che non riescono a scrollarsi di dosso e fuggono, fuggono, fuggono…
Straquoto Gilas, e aggiungo che anche il cane con il più impeccabile dei richiami quando scappa terrorizzato diventa completamente sordo. La mia bracchetta si dileguò durante una lite furiosa (solo “verbale”, per fortuna) tra l’altra mia cagna e una PT; fuggì dalla Valle dei cani (a Roma, Villa Borghese, area cani non recintata), corse impazzita tra le auto per raggiungere la nostra macchina parcheggiata. Lì si fermò e cominciò a urlare: era nel panico e non capiva più nulla, tanto meno riusciva a sentire il mio richiamo al quale di solito scatta come un soldatino.
bellissimo articolo, grz.
Brava, articolo bello e molto vero.
capita a fagiolo questo tema…settimana il mio cagnolone e’ scappato perche’ il cancello che noi apriamo dal citofono ogni mattina e che lui ignora o almeno fino ad allora aveva ignora si e’ rivelato un passaggio fondamentale per raggiungere due cani che stavano passando..inutile dire lo spavento e la fatica a riprenderlo visto che si divertiva un mondo a correre a dietro alle auto (erano le 7 di mattina). Valeria hai parlato di insegnare al cane il richiamo viene e consolidarlo puntualmente e il concetto che le auto non sono prede…per una neofita come me…potresti approfondire un po’ l’argomento? Come potrei muovermi in questo senso? Il mio cane e’ un PT mix husky…un bel mix vero? Grazie e grazie per i temi sempre interessanti che riesci a toccare con professionalita’ e al contempo ironia
ste
salve vorrei un consiglio dai più esperti. ho un pointer, cane da caccia, femmina di 6 anni e mezzo e ci sta dando molti problemi negli ultimi anni. problemi nel senso che nonostante il suo recinto sia grande e veramente a prova di fuga ( recintato con la rete persino il tetto del recinto, e per terra cementato) lei riesce sempre a scappare facendosi anche molto male a volte. ogni volta che scappa però combina veri disastri in giardino del tipo che prende tutto ciò che gli si presenta davanti e lo sotterra nella terra, oppure scava buche di terra molto profonde, distrugge i fiori e molte volte insegue i gatti che gironzolano tranquillamente, mastica o rompe i tubi dell’acqua creando moltissimi problemi. si comporta come se fosse un cucciolo si 1 anno invece che come un cane adulto e tutto questo succede solo da un paio d’anni. Vorrei dire che nonostante i nostri due altri cani da caccia ( setter, Breton) lei è l’unica che si comporta in questo modo, mi sapreste aiutare? grazie mille per la disponibilità, Valentina.
Mi ricorda il mio appena adottato!!! Se trovi una soluzione fammi sapere perchè pure io sono disperata… il mio è un fila brasileiro pare incrociato con un segugio!