di CARLO COLAFRANCESCHI – Torniamo a scrivere sul Border Collie, razza a noi vicina, più che mai popolare, più che mai apprezzata, che nonostante gli sforzi fatti da alcuni allevatori e amanti della razza continua a soffrire della quasi totale indifferenza da parte di chi dovrebbe preoccuparsi di tutelarne la salute. Qualche mese fa è stato pubblicato on line un database, nel quale onesti e coraggiosi allevatori hanno pubblicato i nome di cani affetti da epilessia e così facendo mettendo in guardia altri allevatori o futuri acquirenti sui rischi conseguenti all’utilizzo di alcune linee nella razza.
Una azione degna di merito che segue la strada già segnata in altri paesi tra i quali ricordiamo Inghilterra, Svezia, Olanda e Cecoslovacchia.
Il database attualmente riporta un elenco di venti cani con tanto di allevamento di provenienza e proprietario.
Andando a spulciare in giro ho trovato una serie di documenti dai quali si può evincere che l’epilessia idiopatica, nel Border Collie e in altre razze, rappresenta tra lo 0.5% ed il 5% della popolazione ufficiale e come l’insorgere di questa patologia sia statisticamente circoscritta ai primi cinque anni di età (anche se ultimamente questo periodo sembrerebbe estendersi al settimo anno). Forte di queste indicazioni ho pensato di raccogliere dei dati statistici ufficiali per fare un semplice calcolo matematico di quanti cani epilettici avessero visto luce in un periodo di cinque anni. Attraverso dati ufficiali ENCI ho rilevato la nascita di 9756 cuccioli tra l’anno 2005 e 2010. Naturalmente vi sarebbero da aggiungere anche tutti quei cani iscritti ad altri registri e quelli venduti senza pedigree, ma come sappiamo non si può avere sempre tutto.
Ho quindi ritenuto, in base alle medie provenienti da vari paesi, di calcolare conservativamente al 2.5% la percentuale di cuccioli affetti da epilessia nati in quel periodo e il risultato non è stato certo “venti”, come i cani nel database!
Infatti 9756×2.5/100 non fa 20, ma 243.9!
Anche se volessimo abbassare la percentuale, per arrivare a 20 cani dovremmo ipotizzare una percentuale dello 0.2% , ben al di sotto del dato minimo dell’1%.
I cani mancanti all’appello riflettono la difficoltà a livello mondiale nella compilazione di pedigree che permetterebbero a ricercatori e allevatori di lavorare con più accuratezza.
Infatti, se è vero che la modalità di trasmissione della malattia è ad oggi sconosciuta, è altrettanto vero che potendo disporre di una mappatura più completa dei cani affetti, forse la ricerca andrebbe avanti più velocemente e certamente si potrebbe decidere se usare un cane o meno con più oculatezza.
Allo stato delle cose questo clima di mistero, questo negare l’innegabile, costringe i più coscienziosi o i meno spregiudicati (fate voi) ad eliminare cani che magari hanno generato un cane epilettico su 30 prodotti, una strategia che alla luce di quanto riportato nel precedente articolo “Allarme Rosso per il Border Collie” la razza non può permettersi.
Il clima di mistero dà luogo, paradossalmente, ad una caccia alle streghe nei confronti di chi ha candidamente e onestamente pubblicato i cani affetti da epilessia… e proprio da parte di chi ha prodotto i 223.9 cani che mancano all’appello nel data base.
E’ nell’interesse di tutti collaborare alla compilazione del database; é nell’interesse della razza, per contrastare efficacemente la diffusione di questa patologia così grave.
Nessuno può sottrarsi a questa lotta, nessuno che nei fatti voglia agire per il bene della razza.
http://www.bordercolliehealth.com/
C”è pure un cane per il quale mi chiesero 1800 euro di monta….chissà se li chiedono ancora.
Leggo con dispiacere e paura quello che hai scritto, Valeria, spero che l’allevatrice dove ho preso il mio cane sia seria e onesta come mi avevano detto e consigliato. pensa che della cucciolata, il mio non lo voleva nessuno perchè non aveva la mascherina completa, malgrado tutte le ottime qualità riportate nel pedigree!
Bè, per noi era il più bello, il cane comunque, era…”scontato” proprio perchè era l’unico che non erano riusciti a vendere, quindi, deduco che ci sono un sacco di pirloni in giro anche tra noi acquirenti, sciuremarie e sciurmario del menga che contribuiscono in queste porcherie….mi viene un nervosooo
Pardon….oltre a essere sciuramaria, sono pure rincoglionita! Scusami Carlo, e ti do pure del tu! 😉
….Lella quella ricca……la moje de Proietti er cravattaro……. quello che cia er negozio su ar Tritone ? 🙂 🙂
No, nooo (alla Carlo Verdone), solo rencojonita, ricca pè nienteee!!!
😉 Ha, ha, ha, a simpaticone!
“…per il bene della razza”. Preziosa frase che forse poco interessa ad allevatori poco scrupolisi. 223 cani a una media di 1000 euro l’uno sono soldoni per qualcuno!Senza contare i non censiti! E in un mondo che ormai ha perso di vista i valori di lealtà e correttezza non mi meraviglio che per l’interesse di pochi venga rovinata una razza cosi speciale ed vanificato il buon lavoro del resto di allevatori onesti.
Quindi dove girano soldi si diffondono e si coprono malattie
Io non ho scritto questo. Intendo dire che chi sa di avere un cane con un problema trasmissibile geneticamente e lo inserisce in una linea riproduttiva, sicuramente non lo fa per il miglioramento di razza! Mia personale e non condivisibile opinione che lo faccia per denaro e non per il bene e l’esaltazione delle qualità di razza… Tutto qui! 🙂
So che esiste una patologia specifica del Border Collie, la Lipofuscinosi, che dà epilessia e porta i soggetti colpiti a morire a due-tre anni di età.
Esiste un test genetico, disponibile anche online (www.ofa.org), forse sarebbe importante aumentare la conoscenza di questo test e spronare gli allevatori a farlo sui loro potenziali riproduttori.
Nel caso in questione si faceva riferimento alla epilessia idiopatica della quale diversamente dalla lipofiscinosi (CL) non si conosce la modalità di trasmissione genetica. Il problema é proprio quello di avere quanti più dati possibili per arrivare ad avere un test come quello per la CL, la CEA, PRA etc.
Molti cani ” di razza”sono epilettici. Anche la mia bassotta di 7 anni e che è in terapia con Gardenale e
Molti cani ” di razza”sono epilettici. Anche la mia bassotta di 7 anni e che è in terapia con Gardenale e
Molti cani ” di razza”sono epilettici. Anche la mia bassotta di 7 anni e che è in terapia con Gardenale e
Molti cani ” di razza”sono epilettici. Anche la mia bassotta di 7 anni e che è in terapia con Gardenale e
Quindi allevatori disonesti? Onesti solo quelli che hanno denunciato i venti cani?
Non è così semplice. Alcuni sono probabilmente “disonesti” per davvero: molti altri non inseriscono i dati dei loro cani per paura di venire additati (e succede SEMPRE) come “quello che ha i cani epilettici”. Più della disonestà in se stessa, è la macchina del fango che fa vittime in casi come questi. In Italia NON PUOI confessare di avere avuto un problema senza che ti sputtanino in diecimila. All’estero non succede, chissà perché.
… è la situazione parallela a quella avvenuta in passato per i bovini, lì è finita che per molte razze il seme italiano non valeva più niente, rispetto a quello estero dove venivano mappati i bovini nati con problemi di origine genetica.
ANCHE allevatori disonesti nel senso che chi ha comprensione del problema se non lo denuncia non può che essere poco onesto. Il problema però é anche di quelle persone che temono di finire nella macchina del fango e tacciono per autodifesa, per paura. Io parto dal presupposto che ogni allevatore abbia prodotto tra lo 0.5 e il 5% di cani epilettici (ad eccezione di quelli il cui esiguo numero di cucciolate é statisticamente poco significativo) quello che conta a mio avviso é come sono stati prodotti. Quando nasce un cane epilettico da due genitori le cui linee sembrano pulite, io me la prenderei con chi a taciuto più che con chi ha fatto l’accoppiamento.Diverso quando la presenza di epilessia nel pedigree é nota e si va addirittura in consanguineità. Qualcuno opporrà che la consanguineità potrebbe essere usata per eliminare il problema, e ciò potrebbe anche essere vero ma non con una patologia della quale non conosciamo la modalità di trasmissione genetica e che può palesarsi dopo sette anni. Servono dati, informazioni la loro mancanza fa il gioco di chi non denuncia e mette sullo stesso piano chi ha prodotto centinaia di cuccioli e chi ha fatto un paio di cucciolate o poco più. Credo sia lampante come 0% di epilessia su 20 cuccioli sia un risultato che dia minori garanzie rispetto ad un 2.5% su 500. Gli allevatori dovrebbero rendere questi dati disponibili se hanno interesse ad essere giudicati sul lavoro svolto. La macchina del fango funziona fino a quando certe affermazioni (chiacchiere) non possono essere verificate o quando raggiungono persone che per propri limiti non sanno usare le informazioni e valutare oggettivamente certe affermazioni. Concludo ribadendo che il mio articolo non risponde assolutamente alla troppo semplicistica equazione: non sei nel data base= disonesto. Almeno altre tre possibilità possono essere considerate: A- Non sei nel data base= hai paura; B-Non sei nel data base=sei poco informato; C- Non sei nel data base=non hai prodotto abbastanza cuccioli.