lunedì 17 Febbraio 2025

Io e Afra – parte XV: L’uomo della pioggia

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Mario Giovannini
Mario Giovannini
Mario Giovannini è nato a Vercelli nel 1968, dove vive tuttora con quattro gatti, un cane, tre chitarre e una moglie molto paziente. Giornalista, scrittore, fotografo e musicista, si occupa di editoria da più di vent’anni, conciliando la professione di editor responsabile dei contenuti di una piccola casa editrice con l’attività di giornalista free lance per alcune delle più prestigiose riviste del settore musicale italiano.

IMG_0059di MARIO GIOVANNINI – Nell’ultimo anno abbiamo avuto la primavera più piovosa degli ultimi 30 anni e l’inverno più ricco di precipitazioni degli ultimi 100… ed è solo un anno e mezzo che Afra è con noi! Quindi sto meditando seriamente di trasformarla in una professione a tempo pieno: contatto gli stati con gravi problemi di siccità (deserto del Gobi, Death Valley, Sahara), ci trasferiamo e il gioco è fatto, acqua a volontà per tutti.
Solo a gennaio e febbraio in Piemonte è caduto l’equivalente della pioggia che normalmente abbiamo in 9 mesi. Ad Afra sono spuntate le branchie, a me si sono ingigantite notevolmente le… va be’, ci siamo capiti.
Salvo precipitazioni a carattere ‘monsonico’, la ragazza non è che si scomponga molto con la pioggia. Si fa la sua passeggiata e non accenna minimamente a voler tagliare corto. Io pagherei, ma abbozzo.
L’asciugatura, invece, non è esattamente la sua passione, soprattutto quando arriviamo alla quarta passata quotidiana. Ma, in compenso, ha imparato a dare la zampa. Anzi, tutte e quattro… una per volta naturalmente.
Sul raccogliere le deiezioni del cane sono un vero ‘talebano’ e spesso mi capita anche di incazzarmi con i tanti distratti che ci sono in giro – l’ha fatta il mio? ma davvero? cosa pensavi? che fosse spuntata come un fungo? Ok, l’umidità non manca, però… – ma quando piove la mia integrità vacilla, confesso.
Già ci vorrebbero due mani per tenere il cane, poi una per l’ombrello e una per la sigaretta… e quindi parto ‘leggermente’ in difficoltà. Ma il sacchettino come lo tengo? Con la mano dell’ombrello, in modo che mi oscilli esattamente sotto il naso, o con quella del cane che, quasi inevitabilmente, al primo strattone me lo spalma su una coscia?

IMG_0058Ho anche provato a metterlo nel borsino che ho a tracolla e che contiene museruola (che bisogna avere), sacchettini per la cacca (che bisogna avere), premietti (che bisogna avere) e pallina (che bisogna assolutamente avere).
Solo che poi me lo dimentico lì e ci rimane per giorni… mi fermo ed evito di scendere nei dettagli. Oppure, la prima volta che cerco un bocconcino, ci infilo dritto la mano dentro… e la plastica si rompe molto più spesso di quanto si immagini, credetemi.
Perché non li butto nel cestino subito?
Ce li butto, ce li butto: appena ne trovo uno! Come tutti sappiamo bene, fare la raccolta differenziata domestica della spazzatura è una fatica immane, tanto che non viene nemmeno elencata in quelle affrontate da Ercole.
Quindi, in parecchi, cosa fanno? Un bel sacchettino di misto e, quando escono, lo cacciano nel cestino sotto casa. Vorremo mica rischiare l’esaurimento, no? Il comune, giustamente indispettito, cosa fa? Toglie una buona metà dei cestini in circolazione e mette gli altri in zone controllate da telecamere.  Quindi a km di distanza da dove vado a fare io la passeggiata con la cana fobica che ha paura delle persone.

IMG_0061Penso che, a questo punto, presenterò direttamente domanda di beatificazione. Così, oltre a far piovere nelle zone desertiche, proverò anche a camminare sull’acqua.
Chiusa la (copro) parentesi.
Acqua o non acqua, comunque, Afra ama uscire. E questo è già ‘tanta roba’. Non sempre è un esempio di calma zen, ma la passeggiata è un piacere, soprattutto quando siamo tutti e tre assieme.
Ultimamente ho notato una certa tendenza non dico a evitare, ma a snobbare un po’ i cani che incontriamo abitualmente in passeggiata. Anche al parco, con i soliti amici ha ridotto parecchio l’entusiasmo delle corse. Però basta un cane nuovo all’orizzonte per scatenare il vecchio entusiasmo. La cosa mi ha parecchio divertito e l’ho raccontata a mia moglie.
Il suo commento? “Mi sa che abbiamo la cana un po’ zoccola!”

P.S. Tanto per restare in tema pioggia, non è un caso che tutte le foto recenti che abbiamo siano in interno…

 

 

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  • Mario Giovannini

    Mario Giovannini è nato a Vercelli nel 1968, dove vive tuttora con quattro gatti, un cane, tre chitarre e una moglie molto paziente. Giornalista, scrittore, fotografo e musicista, si occupa di editoria da più di vent’anni, conciliando la professione di editor responsabile dei contenuti di una piccola casa editrice con l’attività di giornalista free lance per alcune delle più prestigiose riviste del settore musicale italiano.

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9 Commenti

  1. Senti… un consiglio (che tanto è gratis…così se non piace non ci si sente spreconi a buttarlo via… 🙂 ) per affrontare la pioggia
    1 – niente ombrello. Impiccia. Giacca a vento antipioggia, con cappuccio, da indossare insieme a cappellino stile baseball per aver la grondaia che impedisca all’acqua di inzaccherarti gli occhiali (vabbè io so’ orba, ma comunque la grondaia serve lo stesso.). Ok, quando rientri devi usare qualche accorgimento, ma vuoi mettere aver le mani libere? (fumo anch’io..). Se possibile, anche pantaloni antivento, perchè l’acqua dal giubbotto cola sulle cosce e poi ti ritrovi bagnato dalle anche in giù. Certo, per “uscire” il cane ti vesti come se dovessi unirti ad una spedizione al Polo… ma ribadisco… hai le mani libere.

    2- impermeabile per il cane. Lo so, è terribile. Lo so, il cane lo rifugge. Chissene. Almeno devi solo asciugargli le zampe e la testa (oddio, molti modelli hanno il cappuccio ma… lasciamo stare…). Tra l’altro al canide l’impermeabile dà pure un pò fastidio…di conseguenza abbrevia la passeggiata. Fregato…
    D’altra parte, se siamo la razza dominante ci sarà il suo perchè…bisogna saper sfruttare i propri vantaggi.

    3- elasticità mentale sul raccoglimento… sta piovendo porca paletta! Se la fa nel prato si scioglie.Punto.
    Se la fa per la strada è un casino. Ma io ho la fortuna di avere il cane “green”. Sull’asfalto non la fa… lui cerca l’erba, così concima.

    • Io ho risolto con un impermeabile lungo (tipo equitazione) e un cappellaccio a tesa larga ( grondaia estesa… 😀 ) Se vai in giro con un cane fobico, poi, questa soluzione ha anche il pregevole effetto collaterale di allontanare tutti gli umani: siccome l’equipaggiamento impermeabile-cappellaccio è stato fortunatamente prescelto da molti film horror come la divisa del maniaco, ciò ha lasciato un segno indelebile nella psiche collettiva… (almeno nella psiche di quelli che non hanno cani), e quindi sarai schivato come la peste!

    • E no Maria Grazia, il punto 3 no! Perché, garantito, mentre aspettiamo che si sciolga, passo io e la pesto 🙂

      • Beh… se attiri la “fortuna”… allora è un altro paio di maniche!
        Certo che dipende anche da dove si trova il prato…. se, come vicino a casa mia trattasi di spazio erboso dove nessuno passa e magari lo concimano pure col letame; non credo che la cacchetta (vabbè… ‘ona) del mio cane possa far la differenza; ovvio che se lo porto a passeggio ai Giardini Reali o al Valentino (visto che siamo conterranei) non lo lascio certo fare caccona dove gli pare..e in ogni caso, anche se fuori dal calpestato erba o non erba , raccolgo.

  2. Un consiglio te lo dò. Nel momento fatale, almeno la sigaretta buttala via… poi, lo so che non lo gradirebbe da me, ma le mando un grande bacio sul nasone!

  3. Mi aggiungo agli auguri di Maria Grazia :-))) e confido che io non potrei mai ricoprire il divano dove pigrano i miei cani con chiare lenzuola poichè nessuno crederebbe all’originale colore del tessuto……..;-))))))

    Ah proposito, domani pioverà??? ;-)))))))

  4. .. ventata di buonumore stamattina !! Grazie.
    Non che le “disgrazie altrui” mi rallegrino… ma questo tipo di disavventure.. (un pò mi ci ritrovo) sì.
    Buon fine settimana.

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