di MARCO CARUCCI – Che i cani triestini avessero delle peculiarità straordinarie era già stato segnalato da Lelio Luttazzi in una sua canzoncina di quasi cinquant’anni or sono, intitolata, per l’appunto, ‘El can de Trieste’: si narrava di un cane costantemente triste con grande disappunto del suo padrone il quale non sapeva darsi ragione di tanta mestizia che, tuttavia, si trasformò in grande allegria una volta che lo stesso cane conobbe il vino; addirittura, il padrone si diede all’uso smodato dell’alcool pur di vedere sempre contento il proprio cane giacché, come ritmava il ritornello, “solo davanti a un fiasco de vin, quel fiol d’un can fa le feste, perché xe un can de Trieste e ghe piase el vin”.
Da questo assunto sono evidentemente partiti i Giudici del TAR del Friuli Venezia Giulia per pronunziare la sentenza (N. 00205/2014 Reg. Prov. Coll. N. 0022/2013 Reg. Ric.) con cui, accogliendo un ricorso dell’azienda dei trasporti triestina, vietano il trasporto sugli autobus della città giuliana dei “cani di media taglia”.
Se Luttazzi, triestino doc con appartamento affacciato su Piazza Unità d’Italia, quindi profondo conoscitore della propria città, non specificava la taglia dei cani triestini amanti del vino, con ciò dovendosi ritenere che a tutti i quattro zampe alabardati piaccia il vino, è evidente che i Giudici Amministrativi, dato per scontato che tutti i cani triestini possano essere alticci, pongono il discrimine nell’essere, i cani, “di media taglia”.
Vi è da dire che già nel proprio ricorso innanzi il TAR (ho estratto copia integrale della sentenza), Trieste Trasporti ci ha messo del suo, argomentando lucidamente nel seguente modo: “l’ammettere i cani di media taglia sui mezzi adibiti al trasporto pubblico locale comporta … turni di pulizia diversi, formazione del personale (chiamato quanto meno a distinguere cani di media taglia da cani non di media taglia e cani pericolosi da cani non pericolosi) con conseguente aumento dei costi di produzione del servizio”.
Effettivamente, pensare di lasciare un guidatore di autobus a dirimere da solo, senza adeguata formazione, l’amletico dubbio “cane di media taglia o non cane di media taglia” avrebbe potuto attirare da più parti critiche aspre, non potendosi escludere di vedere accusato l’Ente di comportamento antisindacale. Detto inoltre che non si capisce l’inciso sull’eventuale necessità di un distinguo tra cani pericolosi e non, visto che anche il Mahatma Gandhi dei cani viene comunque proscritto se “di media taglia”, è invece indiscutibile che ammettere i cani di media taglia sull’autobus comporti turni di pulizia diversi, dato che il piede del cane, di media taglia anch’esso, deposita sul pavimento dell’autobus un quantitativo di polvere maggiore rispetto a
quello di piccola taglia. Insomma, è palese a chiunque che far salire i cocker sugli autobus fa lievitare i costi di produzione del servizio e, di questi tempi, mai che si debba scialare il denaro pubblico.
La verità probabilmente è che l’essere “cani di media taglia” a Trieste, è diverso che esserlo altrove: chissà perché non si è tenuto conto (parole dei Giudici, sembra una delle mie solite sciocchezzuole, è una sentenza di un Tribunale Amministrativo) del fatto che, su di un autobus, tali spaventevoli esseri quadrizampati e codati “si troverebbero a contatto con gli altri passeggeri”, potendosi ben dare il caso che il cane “in considerazione della propria stazza o di movimenti repentini, possa sfuggire al controllo di chi ne ha la custodia e comunque far cadere o altrimenti ferire o ancora spaventare gli altri trasportati”: allora, quanto alla stazza, è quella di un cane di media taglia (a meno che il cane non sia grasso di suo ma questo è un altro problema), per il resto non sembra che, all’interno di un autobus, si possa praticare sled-dog, neppure a Trieste e per quanto possa piacere il vino.
Ineffabile il paragrafo finale della sentenza “… obbligo del trasportare che svolge un pubblico servizio è quello di farne fruire a tutti i potenziali utenti e non solo a quelli che posseggono cani di media taglia o che desiderano condividere il viaggio con siffatti animali”.
Davvero, a Trieste si aggirano siffatti animali? E scrivono sentenze siffatti Giudici?
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di questa storia qui a trieste se ne sono sentite di tutti i colori, arrivando pure a dire che la vicinanza dei cani porta gravi malattie agli occhi se non pure la cecità’. e tutt’ora ancora mi stupisce perché’ in questa citta’ di cani ce ne sono tantissimi. sicuramente almeno un quarto della popolazione triestina ha almeno un cane, se non spesso, due. in tutta la cita’ abbiamo 3 spazi verdi per farli correre, ma definirli spazi e’ un eufemismo per la loro grandezza e per la loro posizione, di cui uno a forma di corridoio largo due metri se non meno. per averne un quarto abbastanza decente si trova a 10 km fuori trieste, eppure la nostra e’ una città’ molto verde, tra boschi e carso la scelta e’ ampia. eppure…eh, già’ eppure! portare a correre libero e felice un cane a trieste, se ti pigliano, comporta una multa per ogni cane che si aggira sui 800 euro.
Me sa tanto che anca a quel giudice ghe piase massa il vin bon :P………….
evviva genova ed il suo servizio pubblico che accetta gratuitamente cani di tutte le taglie! Ciao!
Domenica siamo andati alla mostra internazionale canina all’ippodromo delle Cascine.
Un marasma di gente indescrivibile,cani di tutte le razze e non,
dal JR al Levriero Irlandese, al simpatico-super-fantasia.
E…tutti erano palesemente soddisfatti e sereni di partecipare,
di dare una grattina qui e una lì,di parlare al “terribile” Mastino Napoletano alla distanza di 10 cm
dalle sue colate bavose,di sentirsi il Golden di passaggio appoggiarsi alla gamba in cerca di una carezza,
di fissare gli occhi misteriosi del CLC,insomma tutta gente indomita e senza paura,che sfidava germi letali,matasse di peli svolazzanti e odori nauseabondi…
Per non parlare di quanto eravamo stoici a sopportare tutto questo!!
Quanto sarebbe stato bello girare un film e raccogliere pareri e poi inviare il tutto a questi “signori”,
non per dimostrare quanto si sbagliano,ma per fargli capire quanto si PERDONO a non amare,ma che dico,
a non essere capaci di sopportare questi meravigliosi quadrupedi coda-dotati.
A me fanno pena,poeracci.
Tristezza a palate, pensare che proprio ieri ero su un bus della TT e c’era puzza di pipì da far schifo, ovviamente odori tipicamente umani. Io direi che se il cane che porta un po’ di pelo e polvere in busè il minore dei problemi!
Nessun cane farebbe mai la pipi su un bus, solo gli umani ubriachi e non.
non ho parole, e mi vergogno di essere triestino.la città del “no se pol”..e mentre i “soliti noti” arraffano e rubano a piene mani senza che alcuno intervenga, o meglio, senza che alcuno li schiaffi in galera e non a far gitarelle a cantar canzoncine, io rischio centinaia di euro a lasciar correre axel libero nel carso.ma attenti….la mia pazienza ha un limite, che avete ben sorpassato…
Buongiorno metteranno una tacca sulla porta, se il cane passa al di sotto può viaggiare?
E le sciuremarie con il “cane lupo alto così “?
Poi avranno da ridire su quei cani più larghi che alti e aggiungeranno il tunnel in cui far passare il cane se non si incastrare può salire
E gli ” amori di mamma sempre affamati di bocconcini ” ?
E per i pelo lungo portatori di parassiti nascosti ?
Questa categoria mi sta a cuore, ci anch’io rientro causa pizzetto lungo e figlio con capelli lunghi
Un bel servizio di lavaggio onbord
Per i pelo corto che si infila nei vestito servizio di lavanderia alle fermate?
Dimenticavo ai capolinea camere di disinfestazione e sale operatorie aperte 24 su 24 per operare al volo gli eventuali passeggeri contaminati durante il viaggio
Ovviamente la ditta che si giudicherà l appalto per questi “servizi” sarà il classico amico di qualcuno
Sfogo scritto alla fermata del metrò di Milano tra suonatori di armonica, questuanti e altri stupendi esemplari di razza (?) umana
Visto che a Trieste e’ cosi’ me ne rimango a Monfalcone ahhahahah