mercoledì 22 Gennaio 2025

Vi presento… Samba

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

quattordicidi VALERIA ROSSI – Vi ricordate di quand’era così? Come nella foto a sinistra?
Ve l’avevo mostrata annunciando, in questo articolo, la mia decisione di prendere una rottina dalla Sciurallevatrice: allora lei si chiamava Quattordici (era l’ultima nata della cucciolata e questo era il numerino inciso sul sul suo spaghetto riconoscicuccioli) e aveva ancora gli occhi chiusi, ma già mostrava una discreta faccia da schiaffi e una vitalità incredibile.
Non sapevo ancora se sarebbe stata mia, perché la prima scelta spettava, come di consueto, alla proprietaria dello stallone: però io avevo puntato lei.
L’avevo puntata perché mi piacerebbe farne un cane da lavoro, e già il DNA “morbidinoso” dei cani di Fabiana Buoncuore (d’altro canto… nomen omen) pone qualche limite. Almeno scegliamo la più tosta del mucchio – mi sono detta – e poi speriamo che mantenga le aspettative.

10388525_404255719714889_1730533875_nUn mesetto dopo, la bimba era diventata cosà (foto a destra): faccia da schiaffi ampiamente mantenuta, promesse sul carattere ancor di più.
Fabiana, infatti, mi mandava un sms con il seguente testo: “La tua adorabile cagnolina mi ha appena staccato un labbro”… testo che io accoglievo con sogghigni di piena soddisfazione.
“Quando metti la faccia davanti al muso di un cucciolo, normalmente quello ti lecca – spiegava la Sciurallevatrice – Lei invece ha fatto SNAP” (e io ho pensato: “evvai! Una grande! Morderà da dio!“. Però non gliel’ho detto, mostrandomi invece compartecipe del suo dolor e manifestando grande solidarietà con il povero labbro ammaccato).
Qualche giorno dopo sono tornata a vedere i cuccioli, notando con piacere che tutti gli adorabili cagnolini erano dei coccodrilli: in particolare un maschietto, che infatti è ancora disponibile perché Fabiana cerca qualcuno “in grado di gestirlo” (se pensate di essere voi, fate un fischio!).
Però anche Quattordici non scherzava: solo che non poteva continuare a chiamarsi Quattordici in eterno, quindi era ora di darle un nome.
Mi sono chinata verso di lei, l’ho chiamata e lei è arrivata trotterellando tutta di traverso, come una ballerina brasiliana.
E Samba fu.

primafotoE’ passato un altro mese: ieri Samba è venuta a casa con me.
Questa qui a sinistra è la nostra prima foto ufficiale insieme (la mia clamorosa faccia da sonno è dovuta al fatto che ero in piedi dalle cinque: ufficialmente perché prima di andare a prendere la cucciola dovevo mettere online qualcosa. In realtà perché ero emozionata come qualsiasi Sciuramaria che sta per mettere le mani sul suo nuovo cucciolo).
La Sciurallevatrice me l’ha consegnata con il fioccone rosa che è durato giusto il tempo della foto, perché poi l’ho rimessa a terra insieme ai fratelli, sul fiocco rosa ci si sono avventati tutti come coccodrilli e ciao.

collareA questo punto le ho infilato il collare giallo fosforescente appena acquistato per la Grande Occasione: orribile cosaccia da grattarsi via prima possibile, come tenta di fare qualsiasi cucciolo al mondo…e in questo Samba è stata assolutamente in linea con la media mondiale.
Salutate le allevatrici, è l’ora di salire in macchina e di partire alla volta di Villastellone, che dista una quarantina di minuti dalla casa di Medusa e famiglia.
Chiedo con aria vaga: “I cuccioli hanno mangiato?”, sperando di sentirmi rispondere di no. Invece mi rispondono di sì: hanno mangiato alle otto.
Sono le dieci, quindi siamo nel bel mezzo della digestione: saliamo in macchina e dico al figlio, che dovrà tenere Samba in braccio per tutto il viaggio, di foderarsi i calzoni di Scottex.
Il figlio sogghigna: “Quando ti ha detto che avevano mangiato, ti si è acceso il fumetto sopra la testa con scritto “MAPPORC…”.

macchinaCio è molto vero, ma Samba è molto tosta e non soffre la macchina. Sì, ansima un pochino, ma forse più per il caldo che per il movimento. Solo a metà viaggio circa comincia a scocciarsi e a mugugnare: dopo un po’ prorompe pure in un ululato degno di un siberian husky. Forse è il caso di fare una sosta.
Trovo uno spiazzo nelle vicinanze di un prato, le metto il guinzaglio (mai visto prima, ovviamente) e tiro giù dal kennel anche la Bisturi, che aveva aspettato in macchina perché a casa di Medusa c’è un’overdose di cani e non mi pareva il caso di farla scendere nel loro territorio.

primoincontrobibaIl primo incontro in assoluto tra le due, dunque, avviene in questo istante: e quella che vedete immortalata qui a destra è la prima reciproca sniffata in assoluto. Prima ed ultima, perché la Bisturi immediatamente dopo decide che qui non c’è nessun cane, che lei non ha visto nessuno, che il fatto che la sua umana tenesse al guinzaglio una roba nero focata delle dimensioni di un puffo è stata probabilmente un’illusione ottica.
Pia illusione (noi lo sappiamo, ma lei no): che le lasciamo, visto che tra poco dovrà scontrarsi con l’amara verità. Non è più figlia unica.
Intanto Samba, che era tutta contenta di aver trovato una vice-mamma, sentendosi ignorata ci resta male per dieci secondi netti: poi decide di fare il kanekiller per bene e quindi attacca e uccide con grande determinazione un filo d’erba.
Meglio così, perché prima aveva pensato bene di attaccare e uccidere il guinzaglio, beccandosi il primo, deciso “NO!” della nostra convivenza. E sbattendosene allegramente.

erba
Okay, okay, lo so: ho già scritto un papiro solo per il viaggio allevamento-casa.
Ma me l’avete chiesto voi di raccontarvi tutto, eh? Quindi beccatevi tutto e state bboni… anche perché l’arrivo a casa rappresenta una sorta di tregenda meritevole di un attimo di raccoglimento.

momisuicidoA prenderla sul tragico sono, nell’ordine:
a) la Bisturi, che non riesce a credere ai suoi occhi: il puffo nerofocato è venuto a casa con noi!
Ma è di passaggio, vero? Adesso se ne va?
No, non se ne va: anzi, le si appiccica proprio tipo cozza. La Bisturi fa una faccia da “Mo’ mi suicido”, che peggiora esponenzialmente quando la new entry: 1) le frega l’ossetto di bufalo; 2) le frega il tappeto; 3) le sgagna clamorosamente le tette nella speranza di ciucciare (Samba: “Tze’, che vicemamma del cavolo: da qui non esce niente”. La Bisturi: “AHIOOOO! Ma sei scemaaaa?”); 4) le abbaia contro ( e qui la Bisturi risponde con un WOFF di tale convinzione che la capotta a pancia in su. No, non per sottomissione: proprio per lo spostamento d’aria).
b) Nemesi, gatta bipolare. O schizofrenica, non so bene. Sta di fatto che quando arriva un nuovo animale in casa lei lo accoglie sempre freddamente, ma quasi amichevolmente (pur approcciandolo con diffidenza e preferibilmente alle spalle).
E poi, di punto in bianco, si incazza e lo odia.
Ora, nelle case normali avviene l’esatto opposto: sia cani che gatti normalmente la prendono malissimo quando porti un intruso in casa, e se ci devono litigare lo fanno subito. Quando poi si devono rassegnare al fatto che non se ne andrà, allora lo accettano e ci fanno amicizia, o quantomeno scelgono l’indifferenza non belligerante.

nemesiNemesi no. Lei parte più o meno amichevolmente (forse sperando di fare bella figura per quei dieci-venti minuti in cui spera che l’intruso si fermi prima di andarsene per sempre) e solo quando capisce che non se ne va diventa stronza e comincia a soffiargli contro, a prenderlo a sberloni eccetera eccetera.
L’ha fatto con Venerdì, l’ha fatto con Bisturi e ovviamente l’ha fatto pure con Samba: solo che stavolta c’è andata di mezzo la Bisturi, perché il passaggio da amichevole a incazzata nera è avvenuto quando la staffy stava sotto il tavolo, a cena, sperando che cadesse qualcosa.
Samba è andata tutta contenta verso di lei, Nemesi le ha soffiato, la Bisturi si è cagata sotto e ha tentato di uscire da sotto il tavolo, Nemesi non ha capito che era lei e le ha girato uno sberlone (per fortuna, niente unghie).
Adesso la Bisturi è offesissima, Nemesi si è ritirata sull’Aventino (camera mia), Samba non ci ha capito niente e anche se ha capito se ne infischia, quindi continua a tampinare gatti invitandoli a giocare: solo che l’unica gatta rimasta a disposizione è Venerdì, che non ha mai avuto nessun problema con nessun animale al mondo… solo che ha scelto giusto la giornata di ieri per andare in calore.
Ragion per cui la situazione, dopo un’oretta dall’arrivo a casa, era questa:

tutti_fum

Non restava che andarsene un po’ a spasso: e siamo andati tutti al Debù (tutti intesi come umani e cani: le gatte al centro cinofilo, anche no). Qui Samba, trovandosi per la prima volta in un prato che doveva sembrarle immenso, ha deciso di stare abbottonata e si è fiondata sotto una panchina all’ombra ad aspettare gli eventi.

debu_samba
Reazione della Bisturi, che sperava di poter godere almeno qualche attimo di pace:

debu_biba
In effetti si è trattato proprio di “qualche attimo”, perché trenta secondi dopo Samba ricominciava a tampinarla metro dopo metro: il seguito però non posso raccontarvelo perché io avevo lezione, quindi le canesse sono state affidate entrambe al figlio. So solo che, dal campo, man mano che arrivavano i soci sentivo gridolini di “Uhhh che bellaaa!”, “Ohhh, che amoreeee!”, che mi hanno fatto pensare che la piccola stesse abbondantemente socializzando. In seguito il figlio ha confermato.
Che altro raccontare?
Che finora sono riuscita ad ottenere un 100% di cacche fuori, mentre la pipì parte ancora random (preferibilmente sui tappeti della Bisturi).
Che alla piccola l’appetito decisamente non manca, tanto che se magnerebbe la sua razione, quella della Bisturi e pure quella delle gatte: dovrò organizzare barricate per riuscire a far sì che ognuno mangi la pappa sua.

nemilettoChe appena ho provato a metterla nel kennel, con un ossetto da rosicchiare, c’è stata come se non avesse mai fatto altro in vita sua: peccato che il tentativo di tenercela per la notte (notte breve, visto che siamo andati a dormire alle due passate e che mi sono svegliata alle sei) è naufragato in un concerto di “sgneuuu auu bu? Pio pio pio bauuuuu AUUUUUUUUUUUUUUuuuuuuuuuu!” (mi hanno fregato: questa è incrociata con un husky!) che avrebbe svegliato tutto il palazzo. Quindi riapertura kennel e rapido spostamento dell’ululante in camera mia, dove sa Dio dove abbia dormito perché mi sono addormentata prima io, ma se non altro è stata zittissima. Gli unici rumori che ho sentito sono stati dei sinistri crunch crunch, ma ancora non so neppure cos’abbia rosicchiato perché non ho ancora avuto il coraggio di guardare. Siccome il primo approccio con il mio letto era stata la cattura del copriletto (con la complicità di Nemesi, che la odia, sì, ma se c’è da far danni è sempre pronta a collaborare), spero di non trovarci delle voragini.

bibagiocaChe la Bisturi, una volta accertato che di questo aggeggio NON ci libereremo, l’ha anche fatta giocare un po’: risultato, altro attacco alle mammelle e altra faccia da “No, vabbe’, devo proprio suicidarmi”.
Comunque, la Bisturi santa subito. Senza se e senza ma.
Ora il problema è Venerdì, che essendo in calore totale va a strusciarsi contro Samba in modo indecentemente lascivo, ottenendo in cambio che lei le si attacchi alla coda con grande entusiasmo.
Si sentono così dei versi tipo: “Sgnaooo… puurrrr… prrrr… puuurrrrAHIOOO!!!” sui quali mi rifiuto di intervenire, perchè alla gatta basterebbe salire su una qualsiasi cosa sopraelevata per evitare di essere spiumata: Samba per ora è tappa e non arriverebbe neppure su un tavolino. Se la speranza di essere trombata da una cucciola di cane, per di più femmina, è più forte dell’interesse per l’incolumità della propria coda, non è un problema mio.
Ah, dimenticavo il figlio.
Il figlio, a cui ho raccomandato caldamente di non viziare troppo la rott, visto che ha già abbondantemente dato con la Bisturi, dopo cinque minuti dall’ingresso di Samba in casa era già così:

davide
Spero almeno che gli strappi la barba: così magari se la fa.
Per il resto… boh, al momento non c’è un “resto”: al momento ci sono io che scrivo questo articolo in formato zombie globale e con un sonno che mi si porta via, un figlio che ronfa biecamente in camera sua, due gatte chiuse in bagno a  fare colazione, un cane con i musi lunghi da qui a laggiù steso sul tappetino e un microcane che – Dio prolunghi questo momento all’infinito, se può – ronfa a sua volta sotto la mia sedia.
Insomma, ora come ora questa sembrerebbe quasi una casa normale: una pia illusione, ogni tanto, spetta pure a me.

Autore

  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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47 Commenti

  1. Aaaaah finalmente!! Bellissimaaaa 🙂
    Non vedo l’ora di leggere passo dopo passo gli sviluppi..

    P.S la faccia della Bisturi mi fa morire ahahha!!!
    P.S.2 Tra l’altro Valeria, te lo scrivo qui che magari lo vedi prima.. prossimamente vorrei contattarti 🙂 Sono una studentessa all’ultimo anno di bachelor (in comunicazione visiva) e sto iniziando ad affrontare la mia tesi. Ho scelta il tema “cani”, e vorrei realizzare un prodotto che sia da supporto ai futuri proprietari di cani e in generale a chi in realtà non li conosce veramente.. sto ragionando se farlo “dalla parte del cane”, “dal suo sguardo”, quindi raccontare come lui vede e interpreta determinate cose e anche il perché di certi comportamenti, il loro linguaggio ecc..questo appunto per insegnare ai non professionisti come meglio approcciarsi al proprio cane.. insomma morale della favola: mi piacerebbe incontrarti, farti un’intervista (se sarai d’accordo) e chiederti dei consigli.. il fatto che tu abbia appena preso questa cucciola (spettacolare *.*) mi sarà di grande aiuto, perché mi piacerebbe proprio trattare il tema “ho un cane, e adesso?” .. insomma volevo cominciare a dirtelo ecco 😀 .. poi appena stabilisco meglio il mio progetto ti contatterò.
    (sono una studentessa della SUPSI di Lugano, Ticino. So che qualche anno fa una ragazza ti ha intervistato per la sua tesi, lei trattava il metodo gentile se non sbaglio.. la differenza con l’addestramento tradizionale, ecc)

    Ti mando un caro saluto, e auguri per la piccola puffa!!!

  2. Ma che amore Samba! 😀 Ha un musino da innamorarsi e anche un carattere niente male, la puffetta nera focata 🙂 La mia foto preferita è quella in macchina, ma pure la faccia della Bisturi mica scherza, ha proprio l’espressione da “no grazie abbiamo già dato, quando passa il pulmino della scuola a riprendersi questa baby birba?” XD

  3. Finalmente! Trovavo molto strano non avere notizie della visita dei 30-40 gg… Cominciavo a diventare molto ansiosa!
    Posso essere sfacciata e dare un suggerimento? Io, essendo in albergo la prima notte e in casa d’altri le prime 2 settimane, ho DOVUTO tenerla in kennel. Ovviamente ha iniziato a lamentarsi in modo sempre più “sonoro”. E’ bastato portare il kennel vicino al letto. Proprio attaccato. Si è tranquillizzata e non ha mai più dato segni di insofferenza durante la notte. Lo faceva invece durante il giorno, quando provavo a lasciarla nel kennel da sola nella stanza. A biscottini e ossetti si è abituata anche a quella situazione prima per tempi brevi, poi fino a un paio d’ore. Bravissima la mia nanetta.
    Adesso non vedo l’ora di conoscerla, ma soprattutto di leggere la vera essenza del Rottweiler…
    p.s.: Bello “Samba”!

      • Ops. Non si capiva dato che è scritto: “Quindi riapertura kennel e rapido spostamento dell’ululante in camera mia, dove sa Dio…”
        Se non avessi capito che era in un’altra stanza non mi sarei mai permessa di raccontare la mia esperienza. Tra il resto la prima con un cucciolo in gabbia (come ho sempre chiamato io i kennel, sottolineando che i cani non sono canarini!). Gli altri miei cani sono sempre stati “liberi” in una parte della casa. Invece ho scoperto che le gabbie (o kennel, che dir si voglia) sono comodissime!
        Perdono.

        • Hai ragione, non si capiva perché in realtà avevo scritto “spostamento dell’ululante” quando in realtà avevo riportato il kennel in sala e poi rimesso la cucciola in camera, dove stava già prima: ma siccome era un po’ contorto ho abbreviato un po’ la storia :-).
          Comunque guarda che le esperienze sono tutte assolutamente bene accette! Non devi parlare di “permetterti di raccontare”: voi amici lettori DOVETE proprio raccontare quello che fate, quello che vi succede eccetera… perché ogni esperienza arricchisce un po’ tutti noi. Questo spazio commenti serve proprio a parlare delle esperienze di tutti, che ritengo sempre preziose.

  4. La rompiscatole è bellissima. La faccia che la piccola intrusa fa fare alla Bisturi non si può commentare, vale da sola la decisione del raddoppio. Ne vedremo delle belle!

  5. La cagnolina è carinissima! Complimenti!!
    Ma perdoni la mia ignoranza: perchè uno si sceglie proprio un cane che morde tanto? Lei parla di lavoro…ma a che lavoro fa riferimento?
    A che serve un cane che morde, dato che ogni morso che da un cane è sempre un gran casino, a meno che sia un cane delle forze dell’ordine?
    Quando potrò finalmente prendere il famoso pastore tedesco, mi sentirei proprio di sceglierlo tra quelli che mordono DI MENO dovendo farne un cane da compagnia. Sbaglio?

    • Per “lavoro” intende Utilità e Difesa, uno sport cinofilo in cui il cane deve appunto mordere, ma in condizioni controllate ed appunto solo per sport, per gioco. Non si parla certo di una cagna che in futuro debba mordere i passanti.

    • La mordacità, intesa come dote caratteriale e non come “cane che morde a vanvera”, è ovviamente richiesta nelle razze da difesa (e il rott è una delle quattro razze da difesa). “Mordacità” significa capacità di reagire col morso a un’aggressione al suo proprietario, ma anche capacità di mordere “bene”, a bocca piena: ovviamente nell’articolo ho scherzato, ma questa capacità si migliora anche con l’allenamento. In pratica poi si insegna al cane a mordere una manica, e non una persona: quindi chiunque non indossi la manica non interessa minimamente al cane…a meno che, ovviamente, non stia aggredendo il conduttore!
      Aggiungerei: scegliere, in una cucciolata di cani da difesa, quello che “morde meno” è un po’ come scegliere quello con le orecchie portate peggio, o con le gambe più storte :-). Si dovrebbe sempre scegliere un cane che mostri al massimo livello possibile le doti caratteriali richieste nella sua razza… e se uno vuole un cane da compagnia, non capisco perché non scelga un cane da compagnia, anziché un cane da lavoro “riuscito a metà”!

      • Qui si sta rispondendo a una persona che evidentemente non conosce benissimo il mondo della cinofilia e si potrebbe prendere spunto da un articolo pubblicato su questo sito qualche giorno fa che suggeriva di armarsi di pazienza e dare più indicazioni possibili a chi vorrebbe prendere un cane (di qualsiasi razza).
        Anche tra una cucciolata di cani da difesa non nascono tutti “capo”. Definire un cucciolo (specie se di una cucciolata numerosa) riuscito a metà, solo perché non è il più spaccone (come fanno 10 cuccioli a essere tutti “il più spaccone”?), è troppo sminuente, secondo me. Per il cane. Magari è il cane più sereno del mondo, un gran bell’esemplare, che non ha un gran predatorio ed è felice di vivere tranquillo in giardino. Quel cane sicuramente non andrebbe a predare il bambino di 2 anni della vicina di casa. C’è molta responsabilità da parte dell’allevatore nel saper accoppiare i futuri binomi. Brava Fabiana che cerca la persona giusta per il maschietto tosto. Immagino questo non voglia dire che gli altri sono a 3/4..
        E chiedo di nuovo scusa per l’intromissione, ma lasciare porte aperte a fraintendimenti quando si parla di Rottweiler mi fa sempre paura.

        • Scusami, ma che c’entra il “capo”? Qui si parlava di una dote specifica, la mordacità (che sarebbe forse meglio chiamare “capacità di saper mordere quando è il caso”), che deve essere presente in tutti i cani da difesa: se un cucciolo (per assurdo, perché in realtà non succede mai) mostrasse di non averla, sarebbe un cucciolo con un problema serio, in pratica un cucciolo allevato male.
          La cosa giusta da fare è proprio “prendere le misure” a cuccioli e aspiranti proprietari, dando i cani più dotati a persone che sembrino in grado di gestirli e quelli meno dotati alle persone meno esperte. Però non dovrebbero esistere cuccioli “senza” doti, così come non dovrebbero esistere proprietari di cani da difesa che li prendono “solo per compagnia”, perché questo significa sminuirne le doti stesse, non permettendone l’espressione. Il discorso ovviamente è generico e non mi riferivo alla persona che ha posto il quesito, che tra l’altro intende prendere un pastore tedesco, che non è neppure prettamente un cane da difesa: però è un cane da lavoro, e se non lo fai lavorare gli togli qualcosa di importante. Io spero che per “compagnia” lei intendesse solo che non intende fare gare… però un pastore tedesco “qualcosa” deve fare: altrimenti diventa un cane insoddisfatto che prima o poi ti combina qualche guaio… anche se hai scelto “quello che mordeva meno” :-).
          Insomma: ogni umano dovrebbe pensare bene a ciò che intende fare con il suo cane, e in base a questo scegliere la razza. Se si fa il contrario… poi si finisce dal comportamentalista 🙁

          • Io mi considero ancora una sciuraconduttrice, la mia esperienza nell’ud inizia solo 3 anni fa, quindi personalmente mi considero ancora una neofita. Con i pastori tedeschi però ci sono cresciuta, in famiglia abbiamo avuto solo cani di questa razza da quando avevo 3 anni (ora ne ho 32), e avendo potuto vivere il pt sia come cane da compagnia sia come cane da lavoro, posso dire che il pt che lavora e’, a mio avviso, più felice di quello che fa solo compagnia. Questo non vuol dire che chi prende il pt solo per compagnia sia un debosciato, conosco pt che non lavorano e che sono comunque felici e sereni. Anche i miei lo erano, ma quelli che hanno fatto e che fanno UD, beh, lo sono di più. E a parte Ray Charles, Black e Dingo sono entrambi cani che avrebbero potuto fare anche solo vita da giardino, senza per questo dare particolari problemi comportamentali.

  6. Tuo figlio assomiglia come una goccia d’acqua al mio!!!!!!!!!!!! Io non vedo l’ora di cimentarmi nuovamente con un cucciolo….. purtroppo dovrò attendere ancora un po’, ho giusto chiamato ieri l’allevatore (che oramai non ne potrà più di me) ma le future samomamme ancora non ne vogliono sapere di andare in calore 🙁

  7. Valeria da te non me lo aspettavo!!
    ti sei lasciata intenerire e le hai concesso di uscire dal kennel dopo la sua sceneggiata 😀
    ha già capito chi comanda..
    ah ah ah !!

    • Eh… come con i figli… ad allevare quelli degli altri siam tutti capaci…!!
      Quando però tocca a te… la musica cambia…
      Assisteremo alla nascita ed evoluzione di una nuova figura… la Sciuraeducatrice…
      Ovvero, come ottenere un ottimo cane da lavoro stracafottendosene delle regole che agli altri canemuniti vengono spacciate per le Tavole della Legge…:)

      • Appunto…. le famose Tavole della Legge van bene e si posson seguire giusto se abiti sulla cima del Monviso (tanto per citare una montagna nostrana…), almeno per quel che riguarda il comandamento “Ignorerai il cane che chiede attenzioni ingiustificate”… 🙂

  8. Attenta Valeria, un batuffolo ciccioloso come quella lì è perfettamente in grado di rincitrullire anche la più grande e ferrata addestratrice della galassia! “Che naufragar nella sciuramariaggine m’è dolce in questo mare…”

  9. Benvenuta Samba (che nome “stiloso”!!)
    Come al solito racconti in modo davvero interessante ed appassionante;
    In questo caso poi, avendo vissuto giusto 3 settimane fa l’esperienza dell’arrivo di Zoe, anch’essa una cucciolotta nerofocata di 2 mesi (Dob nello specifico).. non ho potuto che identificarmi ed apprezzare ancor di piu il reportage (di cui aspetto le puntate seguenti!)!
    Nel mio caso purtroppo mancava un altro cane ed i due gatti 🙂 ma nel complesso mi ci sono ritrovato (fatto salvo che io l’esperienza coi cani non ce l’ho .. ho solo tanta in teoria in testa: mi fara bene leggere qui come si fa “passo passo”!)

    Mi raccomando il seguito, nei dettagli!
    Grazie 🙂

  10. Dico solo una cosa: coccole! coccole coccole coccole! e se avanza un minutino..coccolina! A tutti ne` a Samba a Bisturi a Nemesi e a Venerdi`

  11. Ahaha oddio mi ci vedo in questo racconto, con due mici e un chihuahua ho portato a casa uno sphynx (adulto, adottato) una settimana fa…. il mio cagnolino era felicissimo… la prima sera! Da quando ha capito che non è in ferie ma è qui in pianta stabile mi tira delle occhiate che dire che son piene di risentimento è poco, specie xchè il nuovo arrivato è il gatto più prepotente e impavido che abbia mai conosciuto!! Il gatto numero 1 lo detesta, va davanti a soffiargli apposta almeno 3 volte al dì, come promemoria, il gatto numero 2 ci gioca tranquillo, il cane cerca di difendere i pochi spazi che gli restano ma almeno non lo caga in media… 😀 che gioia però! Ben arrivata alla tua piccolina!! <3

  12. quoto
    “Prima ed ultima, perché la KIRA immediatamente dopo decide che qui non c’è nessun cane, che lei non ha visto nessuno, che il fatto che la sua umana tenesse al guinzaglio una roba nero focata delle dimensioni di un puffo è stata probabilmente un’illusione ottica.
    Pia illusione (noi lo sappiamo, ma lei no): che le lasciamo, visto che tra poco dovrà scontrarsi con l’amara verità. Non è più figlia unica”
    Dejavoux^^

  13. Alla faccia di tutte le regole di educazione, addestramento, tricchetracche, supplì e bombe a mano…
    …quella panza ESIGE pernacchie come se non ci fosse un domani, mi raccomando.

  14. Benvenuta Samba! Mi sento meno sola, ora che so che qualcun altro ha passato una notte simile alla mia. Anch’io ieri ho portato a casa il mio grigioncino, Ray Charles, e ho dormito credo 2 ore. E non perché piangesse, me lo son tenuto vicino quindi è sempre stato tranquillo, e’ che a cadenze regolari veniva a slinguazzarmi la faccia perché voleva giocare. Finché era buio riuscivo a convincerlo che era meglio dormire, ma appena è sorto il sole era sveglio e pimpante. Ho dovuto alzarmi alle 5 e mezza e portarlo a giocare in giardino, prima che mi sfasciasse la stanza. Ora l’infame sta dormendo beato, vediamo se riesco a respirare 5 minuti!

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