di VALERIA ROSSI ed ELEONORA ZAMPAGLIONE – Eleonora, amica di FB, mi ha inviato un racconto di vita vera che ha scritto “più per se stessa che per altri” (così mi ha spiegato). L’ha scritto per sfogarsi, me l’ha mandato dopo qualche mese perchè voleva cercare di capire se davvero aveva sbagliato tutto, se avrebbe avuto qualche alternativa o se la scelta (dolorissima) che ha fatto era l’unica possibile.
Questo è il suo racconto, a cui seguirà il mio commento (sono entrambi lunghetti, mettetevi comodi):
Insomma, dopo l’errore fatto con Vela, strappata a soli 39 gg dai genitori, cresciuta in casa e quindi umanizzata, totalmente dipendente da noi padroni, ero certa di aver scelto il soggetto giusto, con il pedigree, quel pedigree che mi era tanto mancato con Marte, che veramente lo meritava.
Lo chiamavamo Cinesino per via di quegli occhi a mandorla, appunto da cinesino.
I primi giorni sono stati belli, il cinesino era buonissimo, non abbaiava mai, stava nel box tranquillo quando andavo al lavoro, usciva al guinzaglio camminando senza stancarsi malgrado le sue zampine ancora giovani.
Aveva solo un pò paura dei rumori, delle auto, dei pullman, e chiedeva di essere preso in braccio. Aveva tre mesi, ma come pesava già!
Il primo vaccino, lui dal veterinario buonissimo, lo pesiamo, caspita! Già 12 kili e mezzo! Che belle zampotte, che orecchie profumate, i baffoni già folti, un culone simpatico…
Comincio ad affezionarmici, anche se l’eredità di Marte era difficile da portare e da scalzare nel mio cuore…
Passa il tempo e lui comincia ad essere irrequieto, il momento di mangiare era un incubo, preparavo la ciotola o semplicemente riempivo il bicchiere di crocchette e lui urlava come se lo stessero scannando, con la voce più potente dell’universo che ti spaccava i timpani, rendendo quei due/tre minuti di attesa del pasto, un autentico inferno.
Le passeggiate diventavano ogni giorno più difficili, lui mordeva e tirava il guinzaglio, saltava addosso a Vela ad ogni passo, mordeva le zampe a Vela e i pantaloni a me…e cominciava a tirare.
Mangiava tutti i pezzi di carta che trovava sul percorso, e ringhiava se tentavi di toglierglieli dalla bocca. Non era mai stanco, non era mai contento, più lo facevi giocare, divertire, uscire, e più lui si “allenava” e pretendeva sempre più attenzioni.
La sera dopo aver cenato, invece di stare buono e riposarsi sulla brandina, grattava la finestra mentre noi cenavamo.
Eravamo privi di vedere un po’ di TV perché lui incombeva davanti alla zanzariera, o tormentava Vela. Se gli davi un osso di bufalo per tenerlo occupato, anziché rosicchiarlo e stancarsi, lo andava a sotterrare e dopo tornava tutto sporco di terra, più rompiscatole di prima. Con l’unico risultato di non aver ottenuto nulla, di aver buttato altri soldi inutilmente, di avere il patio tutto sporco di terra, e lui sempre in attesa davanti alla finestra…
Poi comincia il periodo della maturità sessuale, e il tormento alla povera Vela è sempre più assillante. Non dorme più di due ore per notte, così cerco qualcosa da dargli per calmarlo, e giù gocce, erbe, bocconcini miracolosi.
E soldi che se ne vanno come l’acqua.
Risultato: dorme qualche oretta e quando si sveglia, alle prime luci del giorno, è più scalmanato di prima.
Proviamo con la melatonina, nulla da fare, alle prime luci lui si sveglia, e sveglia tutti noi.
Vela non riesce più a riposare in pace, scendo in giardino appena lo sento muovere, e lei poverina è già stata buttata giù dalla brandina e mi aspetta tutta insonnolita magari alle 5, davanti alla porta della cucina…
La brandina: capitolo a dir poco esasperante… non so perché ce l’aveva tanto con quelle benedette brandine, la prima non ho fatto neanche in tempo a metterla giù la sera, che lui aveva strappato completamente il telo, inutilizzabile!
Pazienza, ho sbagliato io a lasciarla in giardino durante il giorno, dovevo tenerla in garage… quella sera dormono tutti e due sulla stessa brandina, scomodi e stretti, e compero un altro telo.
Da quel giorno comincia la battaglia contro le brandine. Appena si sveglia al mattino ne prende una con i denti e comincia a sbatacchiarla di qua e di la sul patio, fino a che io non mi sveglio con quel rumore e scendo a vedere cosa sta succedendo: questo tutte le sante mattine, in maniera compulsiva.
E io alle 5 scendo, tolgo le brandine, le porto in garage mentre lui si getta sulle crocchette come se non avesse mai mangiato in vita sua, e ritorno a dormire, angosciata perché la povera Vela invece di stare comodamente sulla sua brandina morbida, è costretta a stare al freddo e sul pavimento duro.
Provo a mettere almeno un tappetino, ma figuriamoci, dopo tre secondi è nella bocca del cinesino, ridotto a brandelli. Quindi, nulla, neppure il tappetino, neppure la copertina, sulla quale Vela dormiva da 10 anni… e per fortuna che questo inverno non ha fatto poi così tanto freddo…
Questo tran tran (brandine, teli strappati, crocchette, cinque del mattino) dura all’infinito, e io non faccio altro che maneggiare queste benedette brandine cercando di unire i teli strappati da lui e farne almeno una, rattoppata e sulla quale almeno potesse dormire Vela… ho passato mesi a fare gli stessi gesti, durante la mia breve pausa pranzo di un’ora e mezza, col mangiare sullo stomaco.
Nel frattempo continua la vita assurda che con lui eravamo tutti costretti a fare, ovvero dormire poco, non poter lasciare in giardino neppure i panni sullo stendino, o gli zoccoli, o la scopa, o l’innaffiatoio.
Vietato invitare qualcuno a cena, a meno che lui non stia chiuso nel box: altrimenti è un continuo saltare sulla finestra e sulla zanzariera e piagnucolare li fuori.
Vietato più fare passeggiate al guinzaglio: lui ormai tira come un dannato anche con il collare speciale brevettato in Svezia col quale perfino Marte smise di tirare, tenta di assalire chiunque passi (persone, cani, bici, moto, perfino il pulmino della scuola!).
Decido di fare una assicurazione, almeno mi tutelo se questo pazzo scatenato dovesse far male a qualcuno mio malgrado. E altri soldi…
Tutto questo ovviamente lavorando tutto il giorno dentro all’ufficio e dedicando a lui e al miraggio di risolvere la mia situazione, tutto il mio pochissimo tempo libero.
Comincio a sentirmi demoralizzata, stanca e svogliata.
Cerco qualche addestratore-educatore che mi possa aiutare, scrivo pure a Massimo Perla! Altri soldi, prenoto 10 lezioni di educazione di base, comportamento canino ecc. (dopo che ad agosto una veterinaria-comportamentalista mi aveva scucito 100 euro per darmi qualche stupido consiglio e insegnargli il SEDUTO)…
Cominciamo questa rottura di coglioni delle lezioni del sabato –domenica.
Addestramento al campo, il cinesino che risponde benissimo a tutto, si diverte, capisce al volo, esegue gli esercizi con maestria. Ma il problema brandine, urli in attesa del pasto e tiro al guinzaglio persistono, più compulsivi e ripetitivi che mai. L’addestratrice, poverina devo dire anche bravissima, non sa più che consigli darmi, dopo aver fatto la stupenda esperienza di una passeggiata con me e il cinesino e visto con i suoi occhi tutto ciò che io le avevo già raccontato.
Io sono sempre più frustrata e il cinesino anche.
Comincia a diventare strano, quasi aggressivo a volte, saltandomi addosso con i suoi ormai 40 kili, senza motivo, e ringhiando e mordendo a buffo.
Comincio a non riconoscere più quel cucciolone che ho cresciuto con abnegazione per un lungo intero anno, facendo del mio meglio. Lui è perennemente irrequieto, capriccioso e annoiato.
Il nostro grande giardino non gli basta più e cerca in continuazione di entrare in casa o di scappare dal cancelletto ogni volta che noi dobbiamo uscire.
Ormai viviamo barricati in casa, con lui che graffia le persiane da fuori ogni volta che gli prendono i 5 minuti e facendoci balzare il cuore in gola ad ogni rumore che ricolleghiamo a lui.
Dobbiamo avere perennemente in borsa dei bocconcini-ricompense, da tirargli in giardino per distrarlo mentre noi usciamo di corsa mentre lui è girato. Portarlo fuori non è assolutamente più possibile a piedi, se non voglio rischiare di venire trascinata o cadere o peggio, che lui assalga qualcuno per strada e beccarmi una denuncia.
E così, dopo una lunga chiacchierata con mia figlia, nella quale ci diciamo onestamente in faccia tutto quanto stiamo passando PER UN CANE, prendo la decisione più sofferta della mia vita: dare via il cinesino.
Mai e poi mai avrei pensato nella mia vita di riuscire a fare una cosa del genere, e infatti ci metto tre giorni per decidermi a scrivere il testo dell’annuncio, e poi lo scrivo e non lo pubblico.
Le telefonate con mio fratello, cinofilo anche lui da una vita, si sprecano. E ci ripenso per qualche giorno, sperando che Dio mi dia la forza per resistere, superare questo brutto periodo di crescita del cinesino, attendere che lui finalmente si calmi e che passi tutto ed io possa finalmente godermi la mia coppia di bellissimi cani, nella mia bella casa, dedicandogli tutto il tempo che posso, come ho sempre fatto con il primo.
Passa un’altra settimana e le cose non solo non migliorano, ma peggiorano sempre più. È diventata una catena, lui salta sulle finestre, noi ci chiudiamo dentro, lui fa sempre più capricci.
Esce sempre meno, si annoia dunque sempre di più.
Il suo stress emotivo diventa il mio e la mia ansia ricade nuovamente e inevitabilmente su di lui.
Questa convivenza non è più possibile, il mio giardino è come il deserto dei tartari, le zanzariere sono tutte da cambiare e le persiane da riverniciare.
La mia vita non è più una vita, non dormo regolare, mi alzo all’alba e sono sempre stanca.
Parlo con l’addestratrice, mi confido e con piacere mi sento dire che sto facendo la cosa più giusta, soprattutto per lui: trovargli una sistemazione adeguata alle sue esigenze (spazio e persone più presenti in casa) per ritrovare una vita, noi, e lui. e allora riprendo quel testo di quell’annuncio e con le lacrime agli occhi clicco CONFERMA e lo pubblico.
Nei giorni che sono seguiti, solo tre, lo guardavo nei rari momenti che stava tranquillo e mi sembrava di tradirlo e di pugnalarlo alle spalle.
Guardavo i suoi occhi da cinesino e dicevo: non sai cosa sto per farti, e mi sentivo un verme. Il giorno stesso dell’uscita dell’annuncio chiama lei, la persona che ci ha salvato.
Colei che incredibilmente, 10 anni prima, mise un annuncio di cucciolata e io chiamai e presi Vela… il mondo si era ristretto e quella persona, ora, stava prendendo il mio cane, dopo 10 anni che io avevo preso il suo…
Non c’è dubbio che il cielo abbia fatto si che lei, proprio quel giorno, cercasse un annuncio di un cucciolone come il mio, perché lei cercava proprio quello…
Non ho esitato un attimo a decidere, di darlo a lei che poteva offrirgli tanto, tanto spazio dove correre tutto il giorno e sfogare la sua esuberanza e allontanare la sua noia.
Lei, che aveva sempre avuto degli schnauzer e sapeva come sono e quanto si fanno amare.
Quella domenica mattina, con un sole e un caldo fuori misura, io, cinesino, da sola in casa ho aspettato mezzogiorno, ti ho messo il collare nuovo e il guinzaglio, e tu tutto contento hai pensato di uscire in passeggiata. E io con le lacrime agli occhi ho detto a Vela che tornavo subito e poi avrei portato fuori anche lei.
Ti ho caricato per l’ultima volta nel mio gippone, dove tu per l’ultima volta hai fatto la pipì dentro il cassone, altro vizio stupido che avevi preso… siamo arrivati al centro commerciale, dove abbiamo passeggiato in attesa che arrivasse lei.
E tu quel giorno non tiravi nemmeno, e non tentavi di aggredire nessuno per strada…
Lei quando ti ha visto ha urlato: oddio ma quanto è bello!!! E si, perché tu sei bellissimo, ti avevo appena fatto tolettare e il pelo ti sta diventando duro, da vero schnauzer.
A lei non hai abbaiato, ti sei fatto accarezzare, sei salito sulla panda-van e sei andato via senza abbaiare, incredibile!
E li ho capito che TU avevi tradito me, e non il contrario.
Lei mi ha detto che tu sgaloppi tutto il giorno nei suoi tre ettari di terreno, che giochi con i cavalli e che la notte dormi in casa come lei ti permette: sei felice e stanno sempre tutti a coccolarti.
Non posso che essere felice per te e per loro.
È una settimana che sei andato via, e la mia casa e la mia vita sono tanto tranquille adesso… ma tu mi manchi tanto, malgrado tutto, e non posso far altro che guardare le tue foto e ricordarmi quanto sei bello.
E mi rode tanto il culo perché qualcuno ti si gode al posto mio, dopo tutta la fatica che ho fatto e tutti i soldi che ho speso e la salute che ho buttato.
Tutti mi dicono: ma ora sei più libera!
E’ vero, ma il dolore della sconfitta non se ne va: anzi, ora che i giorni passano aumenta la rabbia per quello che sono stata costretta a fare e per il bellissimo cane che non ho più. E le lacrime mi scendono giù sulla tastiera e io sono più tranquilla, ma non più felice.
Ho imparato un’altra lezione di vita.
Commento: sì, è probabile che sia stato commesso qualche errorino, ma di base c’era un cane difficile, tosto come ogni schnauzer che si rispetti, dominante perché gli è stato probabilmente permesso di diventarlo (ma lui ce l’ha messa veramente tutta per riuscirci), molto, ma molto attivo.
Il Cinesino ha doti che farebbero impazzire di gioia un professionista (temperamento, tempra, reattività…), ma che possono diventare un incubo per una famiglia “normale”, abituata a cani “normali”.
Piccolo inciso: chiunque pensi di prendersi cani naturalmente iperattivi come border collie, australian sheperd o malinois dovrebbe leggere attentamente questo racconto, perché rischia di trovarsi in situazioni molto simili.
Con alcuni di questi signori, che il cane l’hanno già preso e mi scrivono disperati, devo mettermi tranquillina e fare OHMMMMM per venti minuti prima di rispondere.
Cerco di stare più calma che posso, perché se mi scrivono hanno bisogno di aiuto e non di plateali strapazzate… ma la mia reazione istintiva sarebbe quella di dirgli: “Porca miseria, non lo sapevi cosa ti mettevi in casa? Se non lo sapevi, sei un pirla perché dovevi informarti: e se invece lo sapevi, adesso che vuoi da me?”
Questo però non vale nel caso di Eleonora, perché il riesenschnauzer non è un cane “normalmente” e “naturalmente” iperattivo. Per di più lei ne aveva già avuti due che non le avevano dato il minimo problema (quello nella foto qui a destra è Marte, il suo primo, indimenticato schnauzerone): come faceva ad immaginare che questo sarebbe stato l’esatto opposto?
Il fatto è che, purtroppo, i cani sono come le ciambelle: non sempre riescono col buco (“buco” che, in questo caso, equivale ad un impeccabile equilibrio caratteriale).
Il cinesino (che mi sta simpatico, lo confesso, solo a leggerne le malefatte!) si è dimostrato uno schnauzer con il carattere di un malinois: e a volte succede, c’è poco da dire e da fare.
Anche se l’allevatore ce la mette davvero tutta per selezionare al meglio (non so se sia stato questo il caso, perché non so chi sia l’allevatore: ma il discorso vale in linea generale), capita che i geni si combinino un po’ come cavolo vogliono e che ogni tanto ti salti fuori il “personaggio” (io i cani un po’ anomali li chiamo così). A questo punto te ne dovresti accorgere e quindi dovresti darlo alla persona giusta per lui… ma attenzione, non è neppure così facile capire il futuro carattere di un cucciolo di due o tre mesi!
Gli allevatori sono persone che conoscono i cani e la loro razza, certo: ma non hanno né sfere di cristallo né bacchette magiche.
Se ti salta fuori il “personaggio”, ma non te ne accorgi subito perché da cucciolissimo è identico agli altri, può capitare che tu lo affidi a una famiglia “normale”… che non è in grado di reggerlo.
E quella famiglia, magari, fa anche qualche piccolo errore educativo che con un altro soggetto passerebbe del tutto inosservato, mentre col “personaggio” ha effetti devastanti.
Ma a questo punto, quali sono le alternative?
Sono ben poche, in realtà: anzi, sono soltanto due. O rivoluzioni la tua vita, o rinunci al cane.
I lettori che stanno seguendo la serie “Caro Diario…” dedicata alla mia cucciola Samba forse avranno trovato situazioni molto simili a quelle descritte da Eleonora. Forse le hanno vissute anche personalmente, e forse si stanno chiedendo: “Perché Eleonora è andata talmente in crisi da decidere di dar via il suo cane, mentre Valeria ci si diverte?”
A parte il fatto che io cerco di far divertire voi raccontando la malefatte di Samba, ma non è che ne sia sempre così entusiasta… la differenza non sta soltanto nel fatto che io faccio la cinofila di professione ed Eleonora no (anche se questo ha indubbiamente un po’ di peso): sta anche nel fatto che Eleonora lavora fuori di casa, mentre io sto con i miei cani 24h/24. Una brandina sbatacchiata io posso bloccarla al primo colpo, non me la ritrovo completamente sbranata. Un concerto lo posso bloccare al primo BAU, non devo aspettare che il cane svegli tutto il paese. E così via.
I cani molto attivi (o iperattivi che dir si voglia: ma non è una malattia, anzi… per me è una dote, tant’è che Samba l’ho scelta apposta per il suo caratterino pepato) hanno bisogno di essere seguiti davvero 24 ore al giorno, o quasi.
Hanno bisogno di fare attività che li stanchino di fisico e di testa (secondo me il Cinesino sarebbe stato un eccellente cane da IPO… però cominciando a lavorarci a due mesi), hanno bisogno di un impegno mostruoso che nella maggior parte delle famiglie “normali”, semplicemente, non si è in grado di dare.
Ma non ci si deve sentire in colpa e neppure considerarlo un fallimento: Ercole si è fatto fuori il leone di Nemea e l’idra di Lerna, io me la sarei data a gambe in entrambi i casi.
Erano imprese alla portata delle sue forze, non delle mie: ma non è che per questo io debba considerarmi una fallita.
Semplicemente, non siamo tutti Ercolini: e non c’è nulla di cui vergognarsi.
Allevare ed educare un cane come il cinesino “è” una fatica quasi erculea: ve lo posso assicurare, e non solo per via di Samba, perché ho avuto in casa di ben peggio.
Quindi, le alternative alla fine sono solo quelle di cui sopra: o si cambia completamente vita (ma quanti possono farlo? Un conto sono le belle parole tipo “per il mio cane sono disposto a tutto”, un altro è la vita quuotidiana), oppure si cerca una sistemazione più adeguata per il cane.
Ecco: per dirla proprio tutta, l’unica cosa che può lasciarmi un po’ perplessa nella storia di Eleonora è l’affidamento del cinesino ad un’altra persona che conosce gli schnauzer, sì… ma non è detto che sia preparata per un “personaggio”. Spero davvero che lo sia.
Intanto c’è di buono, sicuramente, che adesso il cane ha spazi più ampi a disposizione e più persone che si occupano di lui: però, forse, un cane così sarebbe stato ancora più realizzato se fosse finito in mano a qualcuno che gli faceva fare dello sport.
Detto questo, il cinesino sarà comunque più felice di prima ed Eleonora deve sentirsi molto orgogliosa di aver migliorato la sua vita, anziché incaponirsi in un’impresa superiore alle sue forze.
La dobbiamo finire di pensare a “tradimenti” e ad altri stati d’animo prettamente umani: dobbiamo levarci dalla testa tutta la retorica cinofilo/animalista, l’idea del cane che si strugge nel ricordo del padrone che l’ha abbandonato/tradito/pugnalato alle spalle e così via, solo perché è stato affidato a un’altra famiglia.
Questa è appunto, solo retorica, senza alcun legame con la realtà.
I cani non si abbandonano, questo è poco ma sicuro: non si buttano via, non si portano in canile, non si mollano in autostrada.
Ma affidarli a persone che li amano NON è un tradimento… e non lo è neppure quello del cane che se ne va col suo umano bello allegro e tranquillo, senza neppure voltarsi indietro.
Il cane, l’ho ripetuto mille volte, è etologicamente un opportunista: dove si trova bene, viene trattato bene, viene soddisfatto nei suoi bisogni primari e secondari… lì lui sta bene. Non si strugge in ricordi e rimpianti e il suo non è un “tradimento”: è fatto così, punto e basta.
E’ la retorica del “cane fedele” che spesso ci porta fuori strada e ci spinge a sensi di colpa che invece non dovremmo affatto provare.
Concludendo: liberarsi di un cane per i propri porci comodi è, sì, un’azione indegna e delittuosa. Ma cederlo a chi può dargli una vita più piena, avendo in testa il suo benessere molto prima del nostro, è un atto d’amore e di responsabilità di cui non si deve assolutamente vergognare. Anzi, si può andarne soltanto fieri.
Ma voi state male. Se un cane comporta piu’ fastidi che gioie si da’ via. Fine.
Non andare a trovare i genitori anziani per portare in giro il cane e’ strano e folle.
Gessica, avrete anche fatto esperienze simili, ma mi sembrate persone molto diverse. Ho già commentato in un’altra risposta quello che penso e non voglio aggiungere altro. Io come te, ho vissuto un’esperienza simile. La mia è terminata purtroppo diversamente, dopo 3 anni di vita assieme, con la morte del mio cane super speciale per un maledetto incidente. Le domande che ti fai, e soprattutto le risposte che ti dai, trasmettono tutta la sofferenza per la scelta. La tua autocritica fa pensare che ce l’hai messa davvero tutta, purtroppo non sempre le cose vanno come vorremmo. La scelta che hai fatto è senza dubbio corretta. Io per cercare di capire il mio cane mi sono messo a studiare, a lavorare coi cani come volontario nei canili e dopo vari corsi sono diventato educatore e addestratore. Con l’esperienza che ho adesso ti posso assicurare che, leggendo il tuo commento, sono sicuro che sarai perfettamente in grado di avere altri cani e renderli super felici. Gli errori che abbiamo fatto coi nostri cani ( io ne ho fatti a milioni ) devono servirci per migliorare, in mezzo a quegli errori dobbiamo ritrovare tutti i momenti positivi e sereni vissuti col nostro cane e ricordare solo questi per andare avanti. I cani ci capiscono benissimo e hanno una gran pazienza con noi che invece li capiamo pochissimo.
Concordo pienamente Barbara. Capisco che un cane speciale se ti trova impreparato può complicarti la vita, se non peggio. Quindi se non si é in grado di gestire la situazione é meglio trovare una persona più adatta a migliorare la vita del cane. Ma il tono della mail ha lasciato una bruttissima impressione anche a me per i motivi che hai sottolineato. E il commento della figlia ricalca esattamente lo stesso tono, aggiungendo l’immancabile curriculum dell’amante degli animali, come se chi espone civilmente una posizione differente non lo fosse. Qui nessuno giudica nessuno, ma tutti siamo liberi di esprimere le nostre sensazioni e considerazioni riguardanti una mail resa pubblica. Oltre alle considerazioni esposte da Barbara io sono rimasto allibito da una educatrice – addestratrice ( bravissima come dice la signora ) che si fa una passeggiata con un cane iperattivo con comportamenti aggressivi e non sa più cosa fare. Ma stiamo scherzando ??? Le cose sono due. O l’addestratrice sapeva benissimo cosa fare e la signora non era d’accordo nel farlo o altrimenti saluti e baci all’esperta e si cerca qualcuno che non vada in panico per un caso del genere.
cara Elisabetta. ieri il Cineseno è tornato a casa sua, ovvero mia. non ti ho risposto subito perchè non ne avevo la forza, dopo quello che grazie a te ho saputo. Scelsi quella persona fra molte altre, perchè sapevo che ha molto spazio, che ritenevo fondamentale per lui, glielo diedi gratuitamente malgrado avessi potuto venderlo con profitto, ma il mio intento non era quello inutile dirlo. questa persona la conoscevo perchè 10 anni prima presi da lei Vela, la femmina di schnauzer che ancora ho, e lei racconta tutte altre storie dalla realtà. ho mesi di scambi di mail con lei con tutte le sue bugie e raggiri e sarò in prima linea contro di lei quando sarà necessario. so di persone che le hanno dato i propri cani pur sapendo cosa lei facesse e che dopo il sequesto comunque li hanno lasciati al loro destino. capisco le vs buone intenzioni e la vs rabbia ma credo che prima di inveire contro le persone sarebbe consigliabile parlarci a voce (come ha fatto qualcun altro) e dargli la possibilità di replicare. buona serata.
mi frulla in testa un fiume di parole che vorrei vomitare, ma devo contare fino a tre, almeno… lo chiamerei Karma, se non si fosse rivoltato contro non uno ma ben due cani.
COMPLIMENTI signora eleonora. complimenti doppi.
per aver comprato un cane e averne ceduto un altro a questo soggetto.
peccato lei non abbia potuto vedere “cosa” ha offerto la sua “salvatrice” al suo Cinesino (lui si che merita il maiuscolo). a lui, alla sua Vela, ai genitori e altri figli della sua Vela e alle altre centinaia di cani che gente come lei le ha messo in mano. la stessa gente che consente a questo essere di continuare e continuare e continuare all’infinito… perchè lei non l’ha visto, vero??? solo sette mesi fa ce n’erano altri CENTOVENTI.
questi sono solo gli ultimi. e fra questi 62 c’era il suo amato CINESINO.
SI VERGOGNI!!!
http://www.laziolive.net/rieti/?p=931
Anche se in ritardo bestiale leggo solo oggi questo articolo che mi riguarda da vicino perché la “addestratrice, anche bravissima sono io”. Volevo spezzare una lancia a favore di Eleonora e una a favore del Cinesino. Non ho letto tutti i commenti ma conosco la storia e da professionista il consiglio che ho dato e che Valeria ha avallato con la pubblicazione di questo articolo, mi è sembrato il più sensato per le circostanze. Evidentemente quando Eleonora si è rivolta a me la maggior parte degli e enti di cui narra si erano già verificati, il cane presentava già moltissime problematiche che affrontate nel modo corretto e con le giuste tempistiche avrebbero potuto di certo essere migliorate se non risolte del tutto. Resta comunque di fondo il fattore umano, cioè l’impossibilità dato un cèrto problema, ad affrontarlo e gestirlo “come se”. Ovvio che Eleonora amava e ama a dismisura il suo Cinesino, ovvio che la scelta di darlo via è stata devastante e logorante per lei e per la sua famiglia, ma altrettanto ovvio – per me che ho visto e che c’ero – che mancava la possibilità di ristrutturare e ricalibrare la vita familiare sulle esigenze – importanti e ingombranti – del cane. Dal mio punto di vista il lavoro era ciclopico, non sarebbe bastato un semplice recupero ma un sovvertimento totale di orari, abitudini, comportamenti. Questo si può chiedere e pretendere da parte di un professionista che tenta di risolvere un problema? Si può consigliare, si può prospettare, si può auspicare ma poi avendo un minimo di intelligenza si deve pensare al bene del cane. A mio avviso il bene del Cinesino era cambiare vita e farlo anche da solo, se fosse stato necessario e salutare per lui. Un cane non può e non deve risentire delle nostre scelte fondate sull’amore a tutti i costi che diventa prigione e soffermza. Se il cane si può “salvare” allora ben venga affidarlo ad un’altra famiglia. Con tutte le assicurazioni e rassicurazioni del caso, soffocandosi dentro il dolore della scelta che sempre e per sempre ci sembrerà quello meno sensata o quella meno avveduta o quella meno coerente. Ma ora il Cinesino è felice, Eleonora non lo sarà mai pienamente ma certo ha dato grande dimostrazione di amore e altruismo…checché se ne possa pensare.
Ho letto tutto con avido interesse e con altrettanto interesse ci ho riflettuto. Sono arrivata alla conclusione che la signora non mi fa pena. Nemmeno un po’. Mi dispiace. Non me la sento di interpretare Catone il censore, mettermi sopra un piedistallo e puntarle il dito contro, però visto che la sua testimonianza è su internet posso provare educatamente a scrivere la mia opinione senza per questo sentirmi una sparasentenze.
Io sono dell’idea che i cani non si tengono fuori. Mai. A meno che non si viva in giardino assieme al cane stesso e dubito che qualcuno lo faccia. Sono stata cresciuta in un certo modo, mi è sempre stato detto che il cane ha BISOGNO di vivere con quello che identifica come branco, di condividerne l’ambiente, di partecipare ai singoli momenti della quotidianità, anche i più idioti. Io pagherei per avere una casa con il giardino (bellissimo come quello della signora, tra l’altro) ma purtroppo vivo in un appartamento di 100mq in città e pur portando a spasso il mio cane ben quattro volte al giorno (per un tempo che va dai quaranta minuti all’ora piena) a volte mi commuovo solo se penso a quello che combinerebbe avendo a disposizione un praticello. Lui deve necessariamente aspettare l’estate, le vacanze, il primo sole caldo, quando ci trasferiamo tutti in una villa sul mare che abbiamo ad Acciaroli..e lì si scatena come deve e come è giusto. Le assicuro signora mia, che il mio cane ha fatto in quel giardino più buche di una talpa infoiata e nessuno gli ha impedito di entrare in casa. Il vantaggio di una casa meravigliosa come la sua, con tanto di giardino verde e curatissimo, è proprio quello di offrire al cane quel quid in più che noi proprietari di appartamenti possiamo solo guardare con desiderio. Lei invece, secondo me, ha fatto dieci passi indietro pur partendo da una situazione di vantaggio. Relegare un cane fuori, questo è agghiacciante, onestamente. Ma lei riusciva davvero a cenare dentro casa, a dormire nel suo letto sapendo che i suoi cani erano fuori? Sarà stata molto fortunata con la cagnolina femmina, ma se fossi stata il Cinesino pure io le avrei fracassato le zanzariere. Mi pare il minimo. Io ho uno shiba, non è un cane semplicissimo. Si annoia facilmente, spesso è iperattivo, se particolarmente tediato diventa dispettoso come una scimmia.. e mi creda io, noi, facciamo sforzi immani per stargli dietro. Ma li facciamo sul serio. Ora è cresciuto, ha quasi due anni ed è sereno, equilibrato ed estremamente affettuoso ed intelligente. E lo è grazie all’educazione che ha ricevuto, grazie alla giusta dose di disciplina e sopratutto grazie all’integrazione, al coinvolgimento e alla chiara percezione che ha di far parte del nucleo familiare. Per me è un fratello. Lei farebbe dormire suo fratello fuori in giardino? Io personalmente no.
Quindi no, non direi che il cane l’ha tradita, signora mia, Semplicemente ha trovato una sistemazione evidentemente migliore e non è stato tanto beota da non accorgersene.
Credevo di leggere una storia sinceramente strappalacrime, davvero, e invece mi sono trovata davanti la testimonianza di una persona che cade dal pero perchè il cane che vive in giardino non ci sta di capoccia. Lei parla di molti sacrifici economici, di assicurazioni addirittura, di giardini dall’aspetto mitologico ormai devastati, di infissi e zanzariere distrutte, di passeggiate infernali…
bastava aprirgli la porta di casa a quella povera bestia. Bastava questo.
Noemi, credo che tu non abbia capito cosa significhi avere un cane iperattivo a quei livelli, e ti auguro di non scoprirlo mai. Non conosco di persona il caso, ma mi ha molto ricordato il mio precedente cane. Bastava tenerlo in casa, dici? Ti dico cosa ha fatto Pippo, quando ci illudevamo anche noi “basta tenerlo in casa, basta volergli bene”: incapace di stare calmo, travolgeva sedie e quant’altro, comportandosi come un animale selvatico, ha sfondato la vetrata della porta del soggiorno, rischiando di ammazzarsi, e sbatteva regolarmente o abbaiava a qualsiasi superficie riflettente (tipo sportello del forno), non distingueva tra porte e finestre, uscendo o entrando indifferentemente dall’una o dall’altra, rovesciava l’acqua e ci si rotolava (non quando aveva caldo, sempre, ogni volta che mettevi giù la ciotola). Fuori era incapace di andare al guinzaglio senza procurarsi il vomito a forza di tirare e gli altri cani erano terrorizzati da lui perché li travolgeva e faceva del male (senza averne l’intenzione, solo per giocare). Fatto vedere da due educatori diversi, nessun risultato, era incapace di concentrazione, mi hanno consigliato i sedativi. Al nostro giardino mancava solo il filo spinato, un disastro di buche, circondato da una rete altissima con base in cemento perché era un esperto dell’evasione.
Al canile me l’avevano presentato come un po’ vivace, ed era un cane di 25 kg assolutamente non aggressivo, e pensavo, come molti di voi, che bastasse un po’ di educazione e una famiglia. Mi sbagliavo.
Quindi, vorrei invitare te e molti altri che hanno criticato qui a non giudicare situazioni che non si conoscono solo in base al metro della propria esperienza. Auguro davvero a tutti voi di non trovarvi mai in una situazione del genere.
Cara micaela io non ho mai messo in dubbio l’esistenza di cani iperattivi, iperdominanti, difficili o quant’altro. Del resto esistono persone schizzate, mi pare logico che anche nel mondo animale possano esserci intoppi. L’esempio che mi hai fatto di te stessa non fa testo. L’articolo della signora Eleonora descrive l’iter comportamentale di un cane complesso, indubbiamente, e le conseguenti soluzioni da lei adottate. La signora è arrivata alla conclusione che cedere il cane fosse la cosa più giusta da fare (e buon per il cane, mi viene da dire) senza nemmeno provare a permettergli una vita più a stretto contatto, più simbiotica, più sintonizzata. E’ questo il cavillo a cui mi sto appigliando io, e non lo chiamerei nemmeno cavillo, perchè per me tenere un cane in casa rientra nei parametri della decenza di un essere umano, o di chi si ostina a ritenersi tale. Mi dispiace per la tua situazione, e sicuramente ne avrai sofferto, ma dalle poche righe che mi hai scritto in merito si evince almeno un tentativo in più che ti distanzia dalla signora sopracitata.
Purtroppo anche i cani sclerano, e spesso l’umano (responsabile per il 90% della sua educazione, della disciplina e di tanti altri blablabla relativi) non può farci una ceppa. E come avviene anche nelle famiglie umane (vedi; la nonna sbrocca, non ci sta col cervello ed è diventata incontinente) si cercano soluzioni che possano migliorare o stabilizzare la propria vita e quella dello “scaricato” in questione. Cane o uomo che sia. Non è detto che questo abbandono sia vissuto come un trauma. Alcuni anziani in ospizio ricevono cure e attenzioni che magari i figli, per lavoro, famiglia propria o mancanza di tempo materiale, non possono concedere. E questo non ha niente a che vedere con l’affetto, ci mancherebbe.
Ma la mia domanda è; la signora le ha tentate davvero tutte? E sopratutto, aldilà del discorso etico e UMANO che ne faccio io (come si faccia a mangiare,dormire,vedere la tv, scaccolarsi,cucire,cucinareeccc se piove e i tuoi cani sono fuori. E non me ne frega NULLA delle cucce termoregolate o le brandine che fanno il caffè. E’ una cosa crudele e medioevale) la signora in questione non è stata proprio sfiorata dall’idea che il problema potesse essere (o essere aggravato) anche a causa di quella indubbia e triste lontananza?
Noemi, i tuoi post sono un raggio di sole nel panorama desolato della cinofilia…anch’io reputo che lasciare i cani fuori sia barbaro e medievale, ma è una cosa così diffusa che spesso sono io che vengo presa per matta (ma so benissimo di aver ragione io!).
Tutto quello che hai scritto è condivisibile al 1000%
Bastava. Ed è stato consigliato. Ma tanti cani vivono in giardino, tante persone lo reputano una ricchezza mentre sappiamo bene che il cane vuole state con il proprietario e di quel giardino forse cifra solo il metro quadro davanti alla porta di ingresso. Ciononostante non si può affermare con diritto che la signora non ti fa pena perché ha pensato agli infissi e alle zanzariere. Magari per lei il momento familiare, la storia, le emozioni, l’esperienza con altri cani della stessa razza sono stati destabilizzanti e non le hanno permesso di concepire altro. Il Cinesino era amato e coccolato, viziato e vistosamente, tanto più che quel volere entrare in casa avrebbe soddisfatto ulteriormente alcuni tra i già molti problemi presenti. Il giudizio mi sembra affrettato e la spiegazione semplicistica. Tutto qua.
Io posso dire che ho adottato una cucciola e…per me è davvero troppo. Non ho mai avuto un cane così al di sopra delle mie possibilità. Ammetto di aver sbagliato e di non aver valutato bene, ma è una meticcia e io ho avuto sempre meticci di vario tipo e mai, mai ho avuto un cane così. Non ho paura di dire che le volontarie che me l’hanno affidata, mi hanno fregato bene. Non ho paura delle critiche perché è così. Ho pianto i primi mesi, mi sono rivolta a un educatore che mi ha pure abbandonato lungo il percorso e ho dovuto modificare la mia vita perché comunque non mi sentivo di cederla e non mi ritengo migliore dell’autrice della lettera, anzi la comprendo benissimo.
Cara Eleonora io come la persona della tua storia ho ricevuto in regalo un cane perchè la persona che lo aveva non era in grado di gestirlo. Sto parlando di un cacciatore che non riusciva a gestire un cocker ! Come sai per i cacciatori la visione del cane è un po’ diversa i cani che nn lavorano bene vanno eliminati !
Lui per evitare di eliminarlo me lo ha regalato.
Ho apprezzato tanto il suo gesto come il tuo perchè avete scelto il meglio per il cane.
E noi siamo felicissimi del nostro cocker coccolone, dolcissimo e come dice il cacciatore ormai completamente rovinato per la caccia !
Spero di averti consolato un po’.
ciao a presto. elena
Io adoro il mio cane e lo considero parte fondamentale della mia famiglia, ho fatto e continuo a fare enormi sacrifici per lui. Ma mai mai mai sarà eguagliabile a un figlio.
E spero che chi paragona i cani ai figli in tutto è per tutto non sia genitore perchè chi afferma cose del genere può amare molto il proprio cane ma non ha idea di quanto si ama (o a questo punto si dovrebbe amare) un figlio.
Detto questo,io sono la prima che si incazza quando i proprietari dei cani li smollano per capriccio. Sono invece dell’idea che in certe situazioni,non dipendenti dalla propria volontà, sia necessario considerare il male minore per lo stesso cane, oltre che per il proprietario.
Vabbè, che ci sono stati grossi errori di gestione credo che salti agli occhi di chiunque mastichi un minimo di cinofilia…per fortuna (del cane !!!) credo sia stata fatta la scelta giusta !!!
Io, tanti anni e tante ore di campo/studio cinofilo fa, mi sono macchiato di un “abbandono” che ancora mi pesa sulla coscienza !!!
Vivevo in una casetta a schiera con tanto di giardino, una Pastore Belga femmina (della mia ex) e un Rott maschio mio.
Oltre ad errori classici dovuti all’ignoranza dell’epoca (cane che dorme fuori, poca socializzazione, ecc.) devo dire che mi era capitato un Betone bello tosto, e portarlo fuori a passeggiare era un problema per altre persone che non fossi io.
Poi devo dire che aveva imparato quei 4 comandi di obbedienza NECESSARI ad ogni cane e li eseguiva da vero soldato, quindi non mi ha mai dato problemi enormi fuori casa.
Purtroppo la coppia scoppia, la casa era della mia ex, quindi chi se ne doveva andare ero io…e il cane ?
Ormai il Rott aveva più di 3 anni e la mia ex era disponibile sia al fatto che me lo portassi via e sia a tenerlo e decisi di lasciarlo a lei.
Non me la sono sentita di portarlo in città, da un giardino ad un appartamento e di staccarlo dalla “sua” compagna (naturalmente era sterilizzata !!!).
Purtroppo dopo la separazione e il mio ritorno nella mia città natale ci avrebbero separati 1000 Km, quindi non potevo neanche pensare di andarlo a trovare regolarmente…..quello è stato un addio definitivo !!!
Probabilmente con le competenze che ho ora ci avrei provato comunque, facendo prevalere l’egoismo di avere con me il mio cane, ma almeno so che non è stato realmente abbandonato, ma è rimasto a casa sua e con le sue abbitudini.
Sinceramente non so quanto spesso sia uscito dopo che me ne sono andato, ma dalle poche notizie che ho avuto da terze persone (ebbene sì, le uniche notizie che chiedevo erano per il cane !!!) so che è morto di vecchiaia, quindi la mia sparizione non lo ha ucciso di disperazione, e ha vissuto la vita che gli rimaneva abbastanza sereno.
Però…il dubbio di come sarebbe andata se me lo fossi portato con me…quello credo che mi accompagnerà per sempre !!!
P.S.
Le uniche lacrime che ho versato per il mio divorzio sono state quelle quando ho detto addio al cane…..e questa la dice lunga !!!! 😉
[ C’è da informarsi prima di prendersi un cane, in linea generale, e poi sulla razza che si è decisi di prendere.]
Veronica scusa ehh…ho fatto il copia/incolla…..hai letto bene l’articolo??
La signora in questione aveva già avuto ed ha un cane della stessa razza di Cinesino…….dunque non puntare il dito sparando sentenze 🙁
È davvero toccante……
Bell’articolo che condivido eccetto la parte finale. A Eleonora va tutta la mia solidarietà. Penso sia stata molto sfortunata. Di solito le cose non vanno così. Di solito i Riesenschnauzier non sono così e credo sia davvero incappata nel “personaggio” con cui i pochi errori di gestione si sono rivelati fatali e gli accorgimenti da “cinofilo medio” non sono stati sufficienti come lo sono stati con i cani precedenti. Penso che anche il cane non vivesse una situazione di benessere e alla fine… è stato meglio così. In *questo specifico caso”.
Non sono d’accordo però quando si afferma che il cane, animale essenzialmente opportunista, non si fa alcun problema a passare da una gestione a un altra. Io ho visto più di un cane soffrire le pene dell’inferno per aver perso il padrone. Ho visto anche cani che avendo ritrovato il loro primo proprietario dopo anni, non seguivano più chi li aveva tenuti fino ad allora e con gioia indescrivibile si ricongiungevano al loro riferimento. Ovvio che se un cane non ha riferimenti e il padrone è solo un dispensatore di cibo il cane non si fa problemi a interrompere un legame che non c’è. Ma se ê così significa che siamo stati dei pessimi compagni. È vero che di dispiacere non si muore. Non muoiono le persone e non muoiono neppure i cani. Si adattano e si recuperano… possono avere un’esistenza felice anche *dopo aver affrontato un dolore enorme*. Io conosco anche persone che hanno perso entrambi i genitori quando erano ancora bambini. Non solo sono sopravvissuti, ma non hanno passato la loro intera vita a piangere evdisperarsi. C’è stato chi si è occupato di loro e oggi vivono felici, lavorano, vanno in vacanza, escono e si divertono come tutti gli altri! Un mio vicino di casa, non accettato dal è stato messo in collegio dalla madre quando aveva sei anni. Ed è uscito a diciotto senza mai aver visto nessuno, senza mai aver ricevuto un regalo di Natale. È però diventato un bravissimo artigiano, si è sposato, ha costruito una casa propria… oggi è un nonno, solare, benestante… felice. Dovremmo forse concludere che … in fondo i genitori non sono così fondamentali? I bambini hanno mille risorse, si arrangiano anche senza. Per cui tu, giovane padre che non ce la fai più a sopportare i ritmi assurdi di lavoro, seguire i bambini… la moglie che si è rivelata un “personaggio” che brontola e ti stressa…e ti rompi i coglioni a fare shopping nel weekend quando vorresti tornare a fare i tuoi sport preferiti di un tempo… se ti è capitata l’occasione di conoscere una persona con cui sta più a tuo agio… ma vai. Lascia tutto… I nonni saranno felicissimi di occuparsi dei nipotini… Non vedono l’ora e stanno tutti meglio! E tu mamma che hai un lavoro che non ti permette più di seguire i figli… Tu che hai avuto lo sfratto… Se ce l’ha fatta Pollicino ce la possono fare anche i tuoi. Non viverlo come un senso di colpa!
Per chi ha avuto la fortuna di capire a fondo l’indole del cane la parte finale dell’articolo dovrebbe suonare così.
Io non sono un fanatico che urla le peggiori cose e che augura il male… e anche in questo caso, di fronte ai casi reali non mi permetto di “giudicare”. Di scagliare la prima pietra. Di fronte ai principi però la mia posizione è questa. Concepisco che ci si separi dal proprio cane in casi di circostanze “tragiche”. Malattia invalidante, gravi disgrazie, problemi insormontabili. Così come in alcuni gravissimi casi di genitori inetti, gravemente malati, drogati, disperati la soluzione ovvia è l’affidamento dei figli. Nella maggior parte dei casi invece i cani vengono sbolognati perchė diventano un peso, prchè è una rottura portarseli in vacanza, per fare spazio in allevamento, perché non mi serve più… e quello io non lo approvo. Senza lanciare invettive… senza togliere l’amicizia o il saluto. Così come faccio con gli amici e colleghi che hanno lasciato moglie e figli per scappare con la cubista del varietà o che mettono la nonna al ricovero e vanno a cercare fortuna all’estero. In genere li si liquida con frasi di circostanza “meglio così che vedervi litigare”. L’importante è che siate sereni”. Ma sono bugie. Sono delle “pezze” . “Meglio così che peggio”. “Meglio così che peggio” è la frase universale che i permette di giustificare qualsiasi bassezza.
Denis, intanto io parto dal presupposto che quando un cane viene ceduto, il proprietario precedente NON era un riferimento per lui: perché, se lo fosse stato, il cane non sarebbe mai diventato casinista e ingestibile. Quindi questi cani, nove volte su dieci, non solo “si adattano”, ma sono addirittura felicissimi di cambiar casa.
Si adattano bene, invece, anche senza fare salti di gioia, i cani che sono stati seguiti e gestiti correttamente, ma senza creare legami morbosi (è il caso della Bisturi, per esempio): e a me piacerebbe che i cani fossero tutti così, ovvero innamorati, sì, del loro umano, ma non “fissati” su di lui.
Perché agli umani possono capitare imprevisti, casini vari o addirittura tragedie che li mettono in condizione di non poter più tenere il cane. E se capitasse a me (cornazze facendo) non vorrei mai che il mio cane si lasciasse morire di disperazione (così come non lo vorrei per un marito!).
Infine: non si può paragonare il cane al bambino, per il semplice fatto che il bambino (a meno che non sia piccolissimo, nel qual caso in realtà cambiare famiglia non lo traumatizza affatto) ha tutta una serie di retaggi sociali/culturali che lo condizionano: il cane no.
Non per niente i figli di genitori adottivi vivono serenissimamente la propria condizione fino all’età adulta (o quasi: diciamo almeno fino all’adolescenza). E’ solo allora che alcuni di loro cominciano a farsi mille pare sui genitori naturali: e perché? Perché sono intervenuti i fattori culturali.
Poi è ovvio che né cani, né figli si devono mollare per capriccio: forse avrei dovuto dedicare più di una riga a specificare questo fatto nell’articolo, ma era già fin troppo lungo e quindi l’ho dato per scontato.
Sta di fatto che: a) tra figli e cani ci sono differenze troppo abissali perché il paragone regga; b) il cane, in caso di effettiva incapacità/impossibilità di gestirlo correttamente, sta meglio altrove: e se gli si vuole davvero bene la scelta di cederlo è quella migliore per lui. Per i figli direi che occorre qualcosa di più serio e più grave… anche se… mah! A volte qualche dubbio mi viene, eh…
Il paragone con i bambini è solo per fare un analogia con il “principio”. Paragono il principio, non le specie… Bambini e cani sono diversi anche se non è una diversità che metta uno in condizioni più favorevoli rispetto all’altro in caso di abbandono. Ci sono coose che si compensano. Un cane adulto è meno dipendente, ma a un bambino, anche piccolo si popssono dare spiegazioni… rassoicurazioni che un cane non è in grado di capire.
Il legame esclusivo è nella natura del cane. Se non lo crei ti perdi gran parte della bellezza di avere un cane. È rischioso… ma la vita ha questi rischi. Se no è come non volersi innamorare così se rimani vedovo puoi dire “era solo sesso”, trovare un’atra e trombare subito senza sensi di colpa. Ma ti sei perso l’amore, anche se il sesso è meglio di niente. Senza contare che il cane se lo tratti correttamente si “innamora” comunque. Perché è nella sua natura. E il non volersi innamorare è a senso unico. Se non lo vuoi far legare a te non lo tratti nel rispetto della sua natura. Sopravvive, si adatta, ma non è il meglio per lui.
leggere certi commenti che vengono fatti oltretutto su mia madre ke penso sia la persona ke per gli animali da la vita ogni giorno mi fa solo ridere……commenti dati senza sapere nulla sulla vita delle persone…commenti dati tanto per far parte di quel gruppo di persone che sono ” dalla parte degli animali” senza sapere e senza pensare che forse se una famiglia come la nostra che tutti i gg dedica tempo ai propri animali nel modo in cui penso in pochi fanno se e’ arrivata a fare una cosa del genere e’ perche’ era l’unica cosa ormai da fare. essere sfortunati nel prendere un cane capita a molte persone e in pochi come abbiamo fatto noi aspettano la persona giusta per darlo via…piuttosto lo danno al primo che capita per disfarsene…giusto perche’ noi nn abbiamo tempo da dedicare ai nostri animali pochi mesi fa abbiamo salvato una gattina che ora vive con noi ed e’ buonissima….TROVO AGGHIACCIANTE io il modo in cui si sparano sentenze senza neanche conoscere le persone…e vi posso assicurare che mia madre non e’ la persona che pensate e non perche’ e’ mia madre ma perche’ per lei gli animali a volte vengono anche prima di me che sono sua figlia……..
Non preoccuparti, ci sono anche tante persone che capiscono te, tua madre e la situazione che avete vissuto. Molti parlano perchè battere lettere su una tastiera è facile, anche se non hanno vissuto un’esperienza come la vostra si sentono dei saggi…non molti sanno cosa vuol dire annullare la propria vita per cercare di renderla adatta a un cane che non si adatterà mai (e a volte NON bastano neanche tempo, sport, educazione, affetto, spazi e competenza, a volte è l’equilibrio del cane a mancare e non ci si può fare niente, se non cercare qualcuno che abbia una situazione più adatta per dargli una vita migliore…chi è che può dalla sera alla mattina comprarsi un casolare in campagna con tre ettari di terra?!? Ed è una decisione straziante e denota un grandissimo amore per gli animali perchè si mette avanti il loro benessere all’egoismo del non voler rinunciare a loro a tutti i costi).
Io condivido con voi un esperienza simile. Capisco come un racconto di questo peso possa non venir ben compreso in poche parole, ci vorrebbe un libro ricco di aneddoti per capire profondamente la situazione, figuriamoci racchiudere tutto in poche righe..
Io recuperai un cucciolo meticcio di 1mese e mezzo convintissima di poter essere io la sua famiglia visto che mangiava già crocchette bagnate e stava relegato insieme ai fratelli a una distanza ragguardevole anche dalla madre. Si è rivelato un cane iperattivo e mi rivedo in molte delle scene di Cinesino, solo che il nostro un giorno si fece anche del male rischiando di rimetterci la pelle. Vivere in appartamento non ci ha aiutato, tantomeno il condominio che ci ha fatto pesare tutto dal suo primo guaito alle continue lettere e controlli e in questo non ci ha aiutato nemmeno la famiglia che invece che cercare di aiutarci ha ben pensato di minacciarci più volte di toglierci la casa in cui abitavamo. Io mi sono annullata per lui, ho smesso di frequentare la facoltà per potergli dedicare più tempo, passavo ore e ore in passeggiata o in area cani sperando di scaricarlo ma era instancabile, stremava anche tutti gli altri cuccioloni. Ho fatto tutto il possibile per lui? Molto probabilmente no. Ho fatto degli errori con lui? Un’enormità, più leggo articoli qui e più capisco che errori potevo benissimo evitare. Chi ci ha rimesso? Entrambi. Io ho perso un pezzo di cuore lasciandolo andare e ho guadagnato fin troppa paura di non saperne gestire uno correttamente. Lui invece sta finalmente bene ma ha sicuramente avuto un’infanzia sfiancante.
Cara Valeria,
Credo che Eleonora abbia fatto molto bene a cedere Cinesino. Ma per Celestino!
Non trovo ragionevoli le sue motivazioni. Siamo in tanti a lavorare tutto il giorno e ad avere cani più o meno impegnativi. E in molti neanche abbiamo la “bella casa, il grande giardino, il patio, il garage” ecc ecc.
Ma ce la facciamo lo stesso. Un patio sporco di terra, le brandine distrutte, la povera Vela insonne, i cani sempre in giardino (da quello che leggo proprio sempre! E sembra sempre soli!)
Per non parlare degli ospiti (ma una cena in giardino, mai? Insieme ai cani, intendo …) e della crisi delle cene!
Ora, un cane è vivo! Ha un suo carattere, “sentimenti”, propri approcci! E va “lavorato”, magari con l’aiuto di chi ne sa più di noi (ma che “rottura di palle”! Il momento dell’addestramento, del campo, è bello, divertente e utile a costruire un rapporto sano col cane!)
Non lo “programmi” in 10 lezioni!
Ripeto, sono contenta per Cinesino, ma mi auguro che in quella casa (e altre analoghe) il prox cane ad entrare sia un robottino!
per fortuna cinesino ha trovato una nuova casa, perchè i toni dello scritto di eleonora mi hanno lasciato veramente una brutta impressione… il patio sporco di fango vissuto come una tragedia, il continuo lamentarsi dei soldi spesi, gli accenni alla noia e solitudine continua di un cucciolo mollato in giardino , i continui paragoni con l’ altro cane che non c’ è più, il ricorso all’ addestratrice solo come ultima ratio (e per giunta vissuto come una immane scocciatura..), quando il cane pesa ormai 40 kg ed ha fissato già tanti comportamenti spiacevoli, ma soprattutto la malcelata rabbia che in altre mani cinesino si sia comportato diversamente… veramente, l’ unica cosa giusta che eleonora ha fatto è stata affidare il cane a qualcun altro, tutto il resto del piagnisteo e dei sensi di colpa e giustificazioni se lo poteva risparmiare..e speriamo che non decida i prendere un altro cane, perchè il “personaggio” potrebbe capitare di nuovo, e se non si sente pronta ad affrontarlo e lavorarci insieme, meglio allora non rischiare ..
Grande Barbara la penso come te!
Barbara, non potrei essere più d’accordo!
Sottoscrivo ogni singola virgola, la lettura di questa lettera mi ha lasciato una rabbia addosso che non so spiegare…ma un po di autocritica no? Valeria parla di “qualche errorino”….io sono molto sciuramaria ma onestamente ci vedo ben più di qualche errorino. Capisco che il carattere del cane non si può conoscere a prescindere, e magari stiamo tutti interpretando erronanete le parole scelte dalla signora Eleonora, ma anche io vedo solo molto fastidio, molti paragoni con il cane precedente e con l affezionata cana, è poca voglia di adattarsi a un cane semplicemente “diverso” dall atteso. L unico merito di questa signora è quello di non aver abbandonato il cane ma di averlo affidato a mitalioti, ma io non provo alcuna simpatia per lei.
Comprendo perfettamente Eleonora. Un cane iperattivo a quei livelli difficilmente è gestibile da una persona
“normale” che ha avuto cani normali. Anche il mio Pippo dopo due ore di galoppo sfrenato era ancora
agitato e per fortuna pesava 25 kg e non era per niente aggressivo, ma i lividi e i danni fatti per il suo modo esagerato di rapportarsi con gli altri non si contano ed è arrivato da me a 8 anni, non era un adolescente irrequieto.
Ammetto che quando è morto ho pianto perché nonostante tutto gli volevo bene, ma mi sono anche sentita sollevata, perché questo genere di convivenza è veramente pesante, anche per il cane che avverte la nostra frustrazione.
La cucciola che ho adesso (8 mesi) è il personaggio della cucciolata, vivace, testarda e se non riesco a stancarla abbastanza, è persino molesta, ma dopo Pippo mi sembra un angioletto.
Ciao Valeria, le tue parole mi hanno colpita molto.. stentavo quasi a credere che tu avessi scritto di questo argomento in questi termini. Riporto un pezzo del tuo commento al quale vorrei riferirmi in particolare:
La dobbiamo finire di pensare a “tradimenti” e ad altri stati d’animo prettamente umani: dobbiamo levarci dalla testa tutta la retorica cinofilo/animalista, l’idea del cane che si strugge nel ricordo del padrone che l’ha abbandonato/tradito/pugnalato alle spalle e così via, solo perché è stato affidato a un’altra famiglia.
Questa è appunto, solo retorica, senza alcun legame con la realtà.
I cani non si abbandonano, questo è poco ma sicuro: non si buttano via, non si portano in canile, non si mollano in autostrada.
Ma affidarli a persone che li amano NON è un tradimento…”
Questo non è ciò che hai detto a me 6 mesi fa quando stavo prendendo una delle decisioni più difficili della mia vita.
Mi avevi detto che il mio cane avrebbe sofferto l’abbandono perché siamo noi la sua famiglia e anche questo ha contribuito alla mia decisione perché il suo bene é importante per me. Ora dici che si tratta di retorica.
Spiego la situazione per far capire che il mio non era affatto un capriccio.
Ho preso il mio cane quando aveva 3 mesi, convivevo e non lavoravo. Avevo tutto il tempo per accudirlo e un pastore tedesco è piuttosto impegnativo. Non conoscevo nulla del mondo cinofilo e dei pastori tedeschi, ho fatto l’errore che fanno in tanti scegliendo una razza con poca consapevolezza ma mi sono tirata su le maniche e l’ho educato al meglio delle mie possibilità facendo i conti con un compagno che non voleva spendere soldi per un educatore anche se sarebbe servito e anche se avremmo potuto permettercelo.
Dopo 1 anno mi sono separata dal mio ex compagno che non ne voleva sapere di tenere il cane e io non volevo lasciarlo. Pur di tenerlo ho preso casa con il giardino,una casa che lavorando part time faticavo a mantenere. Lui distruggeva tutto arrivando a rischiare di farsi male e facendomi logicamente litigare con la proprietaria di casa che aveva tutte le ragioni, tentava la fuga mettendosi in pericolo quando era in giardino, era diventato ostile con i cani e mi faceva letteralmente impazzire. I soldi scarseggiavano, dovevo mantenere la casa e mia figlia oltre al cane e non potevo permettermi di spendere 200 euro per un kennel come mi avevi suggerito (premettendo che stare chiuso 7 ore mi pareva una cattiveria) e non potevo proprio permettermi un educatore.
Infine ho dovuto lasciare quella casa perché terminato il contratto di lavoro sono tornata a vivere con mia madre che inizialmente era contraria a tenere il cane in appartamento al 2 piano quando sia io che lei stavamo fuori 8 ore al giorno. E lei con i problemi alla schiena faticava a portarlo fuori perché lui tira come un pazzo.
Ho lottato tanto per tenerlo e lotto ancora ma continuo a chiedermi se il mio cane sia felice di stare in casa tutto il giorno (mia madre ora si é trasferita e sono anche da sola con mia figlia e quando devo farlo uscire alle 10 di sera devo portare la piccola con me logicamente). Mi chiedo se viva bene un pastore tedesco che ha un’ora di libertà al giorno quando va bene.
Mia figlia e io siamo legatissime a lui e non vorremmo mai separarcene e penso che ha solo 2 anni e ha ancora tanto da vivere perciò prima o poi potrò prendere una casa con il giardino.. ma é un sacrificio per tutti, e lo è anche dal punto di vista economico.
Continuo a chiedermi se questa sia la soluzione più giusta per lui ma dopo aver letto questo articolo almeno mi sono alleggerita di un senso di colpa che forse mi poteva essere evitato vista la situazione.
Il nostro cane continuerà a stare con noi e spero di non dover mai decidere una cosa del genere ma le situazioni vanno valutate bene a mio avviso.
Laura, intanto un pastore tedesco non è uno schnauzer (e viceversa…): ci sono razze che “sentono” di più il cambio di famiglia ed altre che lo reggono molto meglio. Sinceramente non ricordo la tua storia, ma se ti ho detto di cercare di tenere il cane probabilmente in quel momento pensavo che fosse la cosa migliore per lui. A dire il vero lo penso ancora, anzi lo penso sempre: se c’è anche la minima possibilità di tenerlo nel suo “branco”, il cane non si dà via. Nel caso di Eleonora questa possibilità non c’era, nel tuo penso ancora che ci sia.
Come ho scritto, sto facendo di tutto per poterlo tenere come ho sempre fatto.. ma oltre al problema di educazione c’è anche un problema economico ma soprattutto un problema di gestione. Come dicevo il cane sta da solo gran parte della giornata in un appartamento non grandissimo. Problemi che non c’erano quando lo avevo preso. Sono sempre stata dell’idea che i cani non si danno via e infatti non era mai successo prima, nemmeno quando il meticcio che avevo prima di lui si è ammalato e abbiamo dovuto curarlo al limite delle nostre possibilità finanziarie.
Dico solo che a volte le situazioni sono difficili anche per loro e sento comunque che sto sacrificando un cane di 40 kg in appartamento, un pastore tedesco che avrebbe bisogno di muoversi e di fare.
E che le situazioni vanno valutate bene per dare consigli di un certo tipo.
Laura ogni cane che introduciamo nella ns. vita può rivelarsi diverso da come ci aspettavamo nonostante si siano messe in atto tutte le migliori intenzioni e più appropriati propositi. E’ certo che non possiamo conoscere il ns futuro e se oggi la nostra situazione è ottimale, domani potrebbe rivelarsi complessa per accadimenti personali, familiari, economici, ecc. che ci stravolgono l’esistenza. Forse chi punta il dito contro chi si impegna a cedere un cane come la Eleonora per migliorare la vita del proprio cane ed anche fosse anche la propria, sono personaggi che non hanno mai dovuto affrontare vere e reali difficoltà. Sono persone che hanno la fortuna di essere attorniate da un corollario di “aiuti umanitari”. Eleonora è stata nonostante tutto fortunata e premiata per il suo impegno poiché ha trovato la persona giusta al momento giusto, se questa persona non si fosse materializzata, non credo che avrebbe avuto altre fidate opportunità poiché la sincera e leale descrizione che ha sollevato del suo cane avrebbe scoraggiato molti ad adottare soprattutto quelli che a parole sanno sempre come risolvere “ i casi degli altri” che non hanno mai vissuto sulla propria pelle. Laura non puoi permetterti sensi di colpa e auguro a te, a tua figlia e al cane di poter ritrovare quell’equilibrio e quella serenità persa..
Io sono la prima che detesta le cessioni dei cani, l’ho sempre ribadito. Ma ero e sono in grande difficoltà.
Ho un pastore tedesco che purtroppo devo tenere in appartamento perché non posso permettermi una casa con un giardino, lui ci sta bene e sono dell’idea che se anche avessi un giardino lui comunque dormirebbe in casa..
Sto tenendo duro perché penso sempre che il mio cane vivrà altri 10 anni e mi auguro che prima o poi la mia vita sarà diversa ma ora che vita fa?io sto fuori dalle 8 e 30 di mattina alle 18 la sera.. lui è in casa da solo cin mia nonna tutto il giorno..non ho mai tempo e anche i soldi scarseggiano. Gli ho fatto fare una cucciolata con la femmina di una ragazza che sta aprendo un allevamento. Perché è un bel cane, sano e fatto bene e con quei due soldini potrò pagare i debiti che ho dal veterinario e il campo addestramento.. ma sono sicura che starebbe meglio con chi ha più tempo da dedicargli e magari che abbia altri cani.. così non si sentirebbe solo. Quando mia nonna esce a far commissioni lui distrugge i giochi di mia figlia.. tanto bene non sta. Io cerco di tenere duro e faccio tanti sacrifici ma lui non è poi così felice..
Ma il 99% delle persone che hanno cani devono lavorare, Laura. E quasi sempre i cani in questione rimangono soli, non con la nonna. Certo che lui sceglierebbe di dormire in casa, anche se avessi il giardino. Il problema è cosa fai con lui quando torni, alle 18.30 (e/o prima di andartene, alle 8, e/o il sabato e la domenica). Credo che sia anche un buon orario per fare delle cose insieme…frequentare un campo, per esempio. E i prezzi sono affrontabili da quasi tutte le tasche.
Certo è che se non hai voglia di fare niente col tuo cane…be’, forse hai sbagliatao razza.
PS: e compragli un kong per quando tua nonna esce.
Ma guarda che Io ho spiegato bene la mia situazione avevo preso il mio cane quando stavo con il mio ex, Non lavoravo e potevo dedicargli tutto il tempo di cui aveva bisogno. Quando ci siamo lasciati, lui che si era intestato il cane mi ha detto che se non lo avessi tenuto Io lo avrebbe dato via e io ho provato a tenerlo facendo un milione di sacrifici. Purtroppo io ora sono da sola con una bambina piccola e una nonna anziana anche a cui pensare.. una casa da mandare avanti da sola. Mi mancano tempo e soldi. Non ho sbagliato razza perché quando lo avevo preso ero io che mi occupa o di lui in tutto è per tutto. Ma ora le cose sono molto diverse e la sera quando rientro dopo 8 ore di lavoro ho mia figlia a cui pensare che deve andare a dormire presto. Non ho un giardino dove farlo giocare, dovrei portarlo all’area cani ma non ne ho il tempo. Il fine settimana che mia figlia va dal suo papà io portò il cane al campo addestramento o in montagna o nelle aree per cani ma capisci che farlo ogni 15 giorni per lui non è abbastanza. Purtroppo per quanto mi sforzi e faccia sacrifici mi manca il tempo materiale (e anche i soldi, solo dargli da mangiare mi costa 50 euro al mese perché ha intolleranze e io non sono una che se tiene un cane lo tiene male! Anzi! Ho conti aperti dal veterinario perché lo curo sempre. Ma spesso si mette in pericolo lui da solo quando esco di casa perché si sfoga e mangia divani, giocattoli.. una volta ha aperto la porta della cucina e si è mangiato della cioccolata! Devo anche tenergli le porte chiuse a chiave. E il Kong ce l’ha ma se sta da solo lui distrugge e il Kong non se lo fila.
La situazione è difficile.. ma capisco che chi non ci si e mai trovato Non riesca a capire. In ogni caso sicuramenre non vive bene come dovrebbe. Io i sacrifici li faccio sempre ma se non ho tempo di certo non posso chiedere un part time per stare con il cane! Devo lavorare se voglio vivere e già lavorando 8 ore al giorno sono in difficoltà. E soprattutto la mia priorità è sempre mia figlia. Se avessi tempo e soldi come era una volta riuscirei a soddisfare le esigenze di tutti. Ma in questo caso devo dare priorità a mia figlia. E se ti dico che non ho tempo è perché Non ce l’ho!
Scusa se l’italiano pare poco corretto ma scrivo di fretta dal cellulare.
La mia situazione è spiegata meglio qualche post qui sopra. Chi avesse delle recriminazioni può leggere ciò che ho scritto.
Io non penserei mai di cedere il mio cane per un capriccio!
Ma ci sono situazioni che andrebbero valutate con un minimo di empatia.
E, come ho gia detto i cani non possono essere messi sullo stesso piano dei figli. Io adoro il mio cane e pensare di cederlo potrebbe essere la decisione più difficile della mia vita. Mia figlia e la sua serenità però vengono prima di ogni altra cosa e non posso stravolgere la nostra vita in tutto o annullare me stessa per il mio cane. E allo stesso tempo credo sia una cattiveria farlo stare 10 ore chiuso in casa da solo. Mia nonna mica ci gioca! Io lo adoro ma non so come fare. Se ci fosse qualcuno che potesse tenerlo temporaneamente, finché non avrò la possibilità di avere una situazione più stabile sarebbe fantastico ma gli affidi temporanei che io sappia non li fa nessuno. Non vedo molte soluzioni. Per ora il nostro cane sta con noi ma, come ripeto ancora, non sono affatto una che fa capricci. Ci sono reali esigenze purtroppo. Additare quanto vi pare, tanto non ci siete voi nella situazione.
Beata la redazione che può permettersi due cani, li vorrei tanto anche io, vorrei avere il tempo per prendermi cura di loro e della mia famiglia ma tempo non ne ho.
Ho 1 ora di pausa pranzo.. dovrei rinunciare a mangiare, spendere soldi di benzina per tornare a casa a far fare la passeggiata al cane? Ma vi rendete conto,e parlo anche alla Redazione, che certe situazioni non sono facili per niente?
Se volessi prendere un cane adesso e non ce lo avessi già non lo farei mai! Ma nemmeno un cane di un’altra razza.. non lo prenderei. Ho salvato questo cane perché il mio ex chissà a chi lo avrebbe dato! O magari messo in canile.. io l’ho tenuto ma non posso annullare la mia vita e quella di mia figlia per lui. Anche mia figlia che ha 6 anni si rende conto che lui non sta bene e che ci vorrebbe la comodità di un giardino per farlo uscire più spesso è poter giocare con lui mentre mia figlia magari già dorme nella stanza affianco. Ma abitando al 2 piano non posso mica lasciare lei in casa da sola e andarmene fuori con il cane tutte le sere!
Quando verrà recepito il messaggio che non si tratta di volontà ma di mancanza di tempo e denaro forse verrà compresa la mia situazione.
Eh santo cielo, se le cose erano diverse e ora la situazione è cambiata, se non ce la fai, allora sono d’accordissimo con te, se si riesce a trovare una famiglia che garantisca al cane ciò che merita, perchè no? mi parrebbe una cosa saggia e una prova d’amore. E’ un caso ben diverso da quello del Cinesino. Anche se comunque in quel caso il bene del cane probabilmente coincideva con una nuova famiglia, le motivazioni addotte dalla (precedente) proprietaria non mi son piaciute affatto. Nel tuo caso…accidenti, se non ce la fai non ce la fai. Quando l’avevate preso le condizioni erano diverse, la vita cambia. Una ci prova, se non ci riesce e il cane ci rimette, perchè no una ricollocazione? Certo non è facile, ma credo sia la soluzione migliore.
Eh capisci dunque com’è difficile per me? :((((
Magari invece chi punta il dito non ha il patio, il giardino e il garage della signora Eleonora, magari lavora anche di notte e nei festivi e non ha nemmeno la pausa pranzo, e ha pure bimbi piccoli a cui badare, come la sottoscritta è il marito, e non potendo contare su “aiuti umanitari” ne potendo si permettere il dog sitter litiga tutti i mesi con i colleghi per fare in modo che i rispettivi turni non si sovrappongano…e magari non ha avuto un cane iperattivo, ma un cane comunque problematico perché affetto da sindrome da canile, è pur avendo un giardino in cui poter, volendo, mettere una cuccia ha preferito passare mesi e mesi a pulire i bisogni che regolarmente il cane “portava a casa” anche dopo ore e ore di passeggiate e giochi all area cani, perché il cane in giardino non l avrebbe mai messo…e ha speso soldi in comportamentalisti e veterinari e addestratori e rinunciato ad andare a trovare i propri genitori (nonché nonni dei figli) per mesi e mesi per evitare che il cane sporcasse anche le case altrui…ecco, se la regola deve essere “non giudicare”, deve valere nei due sensi. Ma se una persona mette in piazza consapevolmente la propria esperienza, deve sapere che inevitabilmente si espone a critiche.
La signora Eleonora ha il cuore spezzato per aver dato via il suo cane, comprensibilissimo, ma dovrebbe guardare la cosa da un’altra prospettiva: non è una fallita, anzi!, è una donna che ha avuto la FORZA di anteporre la felicità di Cinesino prima della sua!, non so se io avrei avuto la forza di farlo, e sarebbe stato egoistico da parte mia.
Capisco che la situazione sia arrivata ad un punto tale che sarebbe stato impossibile tornare indietro, ma per la signora in questione non provo nessun dispiacere. È stata scelta la storia più assurda per giustificare un cambiamento di proprietario, la storia di un cane che non é stato educato (e non vi era nemmeno una reale volontà di farlo) e per il quale non vi era tempo. “Qualche errorino” é stato fatto? Io ne vedo uno dopo l’altro da quando il cane é stato preso. E mi dispiace tanto, ma avere un cane iperattivo perché annoiato e senza una guida sicura non é un valido motivo per disfarsene, piuttosto che ci si rimbocchi le maniche e, ma con il senno di poi, ci si faccia non uno ma mille esami di coscienza prima di procedere all’aquisto/adozione di un cucciolo (che non prescrive nessun medico, eh!). Se il problema qui era l’altra cagnolona lasciata sola per molte ore in giardino si sarebbe potuto adottare un adulto con un carattere già formato (tra l’altro, ora cosa faranno? Via con il prossimo cucciolo per vedere se sta volta fanno centro?).
Buonasera.
Non posso che concordare con Sab Basta. La signora Eleonora, purtroppo, ha fatto uno dei tanti errori che fanno tutte quelle persone che decidono di prendersi un cane, ovvero: cucciolo tanto carino, quindi ci si fà imbambolare dagli occhietti carucci, ci si dimentica dell’educazione, che non si rilega al stai seduto o vai a cuccia, poi cresce ed ecco che viene fuori un cane così che, a quel punto, è ormai difficile da recuperare, specialmente per una persona che con i cani non ci sà fare. Chiaro, la mia ultima frase non è un giudizio su di lei, assolutamente, ma la gente dimentica che un cane non nasce addestrato, educato ecc, và educato, proprio come i bambini… se un bambino crescesse senza regole ne niente, senza pugno di ferro ecc, cosa diventerà da grande? O basta solo arrivare all’adolescenza che poi sono guai. Secondo me avrebbe dovuto tentare di recuperarlo che non è per niente facile, lo so da me, ma avrebbe potuto. Rinchiudersi in casa? Togliere le brandine perché le distruggeva? Ricordate che dietro ad ogni gesto di un cane, c’è sempre una motivazione, che sia un vizio, un volerlo fare per attirare l’attenzione, per sfogo, ansia, stress e quant’altro. Vogliamo parlare della pipì in auto? La signora Eleonora si è mai chiesta perché il suo cane faceva la pipì ogni volta che saliva in auto? Non penso, o sarebbe riuscita a risolvere tranquillamente il problema. C’è da informarsi prima di prendersi un cane, in linea generale, e poi sulla razza che si è decisi di prendere.
Certo, nel suo caso aver dato via il cane ad una persona che se ne possa occupare h24 e nel migliore dei modi, non è tradimento, anzi, è sicuramente un enorme regalo fatto al cane, ma la prossima volta, prima di prendere un cucciolo pensando che non impegni ( e non sono i soldi che fanno un gran cane ), informatevi e fatevi la domanda fondamentale: sono davvero pronta per un altro cane ( o per un cane in generale )?
sab condivido che bisogna rimboccarsi le maniche , anzi è sicuramente la base di partenza (insieme alla disponibilita’ economica……non sono una materialista ma chi ha cani in un certo modo sa )prima di prendere un cane, qualunque cane ma in particolare certi cani, ma non tutti sono in grado di farlo.
concordo che sicuramente ci sono stati enormi errori di gestione, sicuramente prima di arrivare ad essere un “casinista di 40kg”sara’ stato cucciolo, cucciolone eccecc quindi tempo x lavorare ce n’è stato ma , a mio modesto parere, chi arriva ad avere un cane cosi’ in cosi’ poco tempo altro non saprebbe fare seppur guidato.
rimboccarsi le maniche significa dedicarsi anima e corpo al recupero di un cani e non tutti possono o vogliono farlo perchè significa rinunciare a tutto il tempo libero , a cambiare atteggiamento, a cambiare stile e tempistiche di vita ed anche a tanti soldini che si posso avere ma anche no.
io di lapidare la signora non me la sento affatto.
piuttosto che sia di lezione a tanti.
Viviana, ti scrivi:
“riimboccarsi le maniche significa dedicarsi anima e corpo al recupero di un cani e non tutti possono o vogliono farlo perchè significa rinunciare a tutto il tempo libero , a cambiare atteggiamento, a cambiare stile e tempistiche di vita ed anche a tanti soldini che si posso avere ma anche no.”
Ma un cane è QUESTO, tanto quanto lo è un figlio… come ti lega un figlio, ti lega anche un cane… quando arriva un bambino, lo stile di vita cambia, si capisce che tempo per se stessi, magari, non lo si ha più, non si possono fare le stesse cose di prima, con un cane è diverso… ma allora perchè per un bambino va bene cambiare stile di vita e la gente non se ne fà tutto questo gran problema, e per un cane no? Ok, molto probabilmente in molti ( in linea generale ) mi diranno che un cane non è un bambino, un cane è un animale, un bambino è un essere umano ( ergo più importante del cane ), quindi per il bambino tutti i sacrifici di questa terra, per il cane no. Se il cane è bello e buono e non intacca la propria vita, va benissimo, cucciolone bello adorato, ma se arriva ad un punto in cui la famiglia deve cambiare, ciao, via e addio… ovvio, questo mio pensiero non è rivolto alla protagonista della storia, ma in linea generale… ti prendi un cane? Devi tenere in considerazione che potrebbe farti spendere l’ira di dio ( se ti va male ), devi mettere in considerazione che hanno bisogno di te e del tuo tempo, nonchè che tu gli faccia da guida ( e da qui educazione e via dicendo ), mettere in considerazione che ogni anno c’è da spendere per loro ( quindi se non vuoi spendere perchè in agosto devi andare alle Bahamas, non prenderti un cane ), e via dicendo… un cane è un impegno vero e proprio, ti cambia la vita ( e per lo più sei tu a doverla cambiare per adattarti a lui ), se non lo vuoi, non sei pronta, ecc, non te lo prendere ( sempre parlando in linea generale e senza riferirmi a nessuno in particolare ). Ho due cani che mi fanno spendere un patrimonio, che nessuno mi vuole tenere in caso io ne abbia l’urgenza, bene, un modo da me lo trovo, cambio la mia vita e la adatto, non è un sacrificio, fanno parte della mia famiglia come se fossero figli miei e quello che farei per i miei figli, lo fanno per loro, se non siete pronti a questo, non prendetevi un cane, ma un peluche, molto meglio.
VERONICA
non dirlo ame…….
Veronica, tutto quello che hai scritto è verissimo… ma non è questa la cultura media del nostro Paese 🙁 .
Anch’io, non credere, mi incazzo di brutto quando sento racconti come quello di Eleonora (e anche molto, ma molto peggiori di questo!): ma poi penso che quand’ero ragazzina andavo fierissima della mia pelliccia, perché semplicemente non sapevo cosa c’era dietro.
Io pensavo che le pellicce si facessero allevando e curando amorevolmente degli animali di vario genere e poi, quando morivano di morte naturale, utilizzandone il pelo.
Ben scema, no? Eppure sono dovuta arrivare a sedici anni per capire che le cose non stavano esattamente così, e per provare orrore per qualsiasi indumento che provenisse dalla barbara uccisione di animali.
Il mondo cinofilo medio è più o meno allo stesso punto in cui ero io da ragazzina: il cane “è un cane”, è un simpatico animaletto che va bene finché non rompe troppo, che si può “usare” come un qualsiasi oggetto e ovviamente buttare quando non serve più.
Non è questo il caso di Eleonora, che sulla sua decisione di dare via il cinesino ci ha fatto una malattia: però le persone come lei stanno giusto a metà tra quelle per cui il cane è un oggetto-e-basta e quelle che arrivano a capire quello che hai detto tu. E sono, in assoluto, le più numerose, almeno nell’Italia un po’ più “civilizzata”. Amano i loro cani (solitamente “come figli”, a sentir loro), ma non sono affatto disposte a fare davvero gli stessi sacrifici che farebbero per un figlio.
Personalmente non li ritengo colpevoli: hanno già fatto un grande passo avanti rispetto a quelli che vedono il cane come “bestia utile” e nulla più. Certo, bisogna andare moooolto oltre: ma intanto un passo è meglio di niente, ed io non credo che i cani di Eleonora siano dei poveri infelici. Credo che lo sarebbe stato il cinesino, se fosse rimasto con lei, perché lui aveva bisogno di molto più di quello che Eleonora e famiglia erano in grado di dargli. Ma questo non si può spiegare a botte di insulti e neppure di arrogante sufficienza: le rivoluzioni culturali non si fanno in un giorno, e quella cinofila è appena cominciata… hai voglia! Ci vorranno ancora molti anni, prima che si diffonda davvero un sentire corretto verso i cani.
Per adesso io accolgo già con simpatia chi “si pone il problema” di come stia il cane: rendiamoci conto che fino a pochissimi anni fa un cane come il cinesino sarebbe finito dritto al canile (se non direttamente in autostrada), e che sarebbero stati davvero in pochi a scandalizzarsi.
Valeria, però qui non ci si è posti il problema “come sta il cane”. Se l’hanno dato via, è perchè stavano male LORO. Intendiamoci: sono fermamente convinta che ricollocare quel cane fosse la scelta giusta per lui (e per la famiglia). Quindi considero questa storia a lieto fine, sperabilmente. Però la figura di Eleonora non mi piace per niente: in nessuna riga ho letto un’autocritica, o semplicemente un tentativo di analizzare cosa stava provando il cane, PERCHE’ faceva così. Solo antipatia per quel povero essere, antipatia che trova il culmine quando scrive “TU avevi tradito me, e non il contrario”. Rimpianto perchè era bello, e per i soldi e le energie (mal) spese. No, una persona che non mi piace. Certo, dando via il cane non ha fatto quella cosa orrenda che è portarlo in canile, ha agito correttamente per il bene del cane. Ma da lì a dire che “si è posta il problema” di come stava il cane…insomma…
in USA e nella maggior parte dei paesi un cane come il suo sarebbe direttamente finito sottoterra o pertchè i veterinari e gli educatorio l’avrebbero convinta che era pericoloso e irrecuperabile e che sopprimendolo si faceva il suo bene (purtroppo lo fanno con tanti cani di proprietà problematoci o solo malgestiti o inafdatti allo stile dsi vita del proprietario anche se amarti dai roprietari, ti terrorizzano e insistono fino a che una buona % di proprietari alla fine cede e opta x il thanax; lo fanno perchè vet e eduicatori in USA sono considerati coresponsabili se il cane un domani ad es morde una persona e chi è stato morso fa causa, quindi mettono le mani avanti, e in + in quei paesi c’è una facilità di ricorso alla soppressione enorme sia neri canili che fra privati..anzi i + grandi soppressori di cani e gatti sono i gruppi animalisti che DICONO di salvarli e i pochi canili nokill sono guardati molto male, x questo uno come Millan ha potuto attecchire facendo fortuna) e si evitavano denunce che possono mandarti a vivere x strada (in USA capita) o perchè se arrivato in canile anche dopo un affido ad altra persona o perfino a un rescue di razza cani non pelouches li vengono eutanasizzati x MOLTO MOLTO MENo perfino quando il loro comportamento è in linea con lo standard di razza (ad es un pitbull che non ama i suoi simili ma adora la gente o un corso che fa la guardia se uno sconosciuto si avvicina con atteggiamento strano al suo box o un dobermann che no si lascia dare pacche in testa con una mano di plastica ripetutamente da un estraneo maldisposto), figurati quando è un po’ “sopra le righe”…
mi spiace eleonora, immagino come si sia sentita.
ho un malin comprendo appieno (ed anche oltre………)il tutto……
abbiamo passato momenti difficili ma prima di prenderlo ero assolutamente decisa e consapevole e ringraziero’ per sempre la mia testa dura.
definirlo impegnativo è una barzelleta…..è atrocemente impegnativo…….. tanto da aver dimezzato(forse piu’ che dimezzato……..) le mie amicizie perchè tutto il mio tempo è per lui, tra allenamenti insieme (in questo sono super fortunata perchè mi alleno in montagna e lui sempre con me ), soccorsi, campo, stage……soldi a non finire.
ma quanta gioia, tanta da far piangere una come me in un lavoro difficilissimo e quanto amore.
lui è il mio grande amore, e come ogni amore ci si deve impegnare per sempre, coltivarlo giorno per giorno.
concordo sul fatto che piu’ si allena un cane piu’ il cane “pretende di andare.”…..ieri sera ,dopo aver fatto dislivello al mattino, 10km di scarico in falsopiano ed arrivati alla jeep era a tremila…..ho dovuto farlo mordere un po’ e che rapidita’ aveva come se avesse dormito tutto il giorno.
ma io ho scelto il suo sangue per questo , ho scelto lui perchè era la mia copia gia’ da nanerottolo….ed ora siamo preoccupantemente uguali…….
stia serena eleonora, buona fortuna.
aggiugno pero’ che manca sempre un pezzo del puzzle quando si arriva in certe situazioni……..
Magnifica come sempre
Cara Eleonora, hai tutta la mia solidarietà, tanto più che siamo colleghe di sventura (ho in casa il mostro da più di un anno) con la differenza che io non ho avuto il tuo stesso coraggio e buonsenso, dato che la causa dei miei guai è qui e imperversa alla grande. La differenza in questo caso è che io non lavoro e quindi mi sciroppo la belva h24!
Capisco bene quanto sia stato difficile per te dare via il tuo cinesino e credimi, mi sarebbero girati parecchio i cosiddetti se avessi visto il mio cane – per il quale ho dato tutto – andarsene via felice e contento senza girarsi indietro! Valeria ha ragione da vendere! Spesso l’allevatore distingue l’indole del frugolino, ma mica sempre è possibile, la mia befana è l’unica fra le tre sorelline ad avere un tigre nel motore!!!
diciamo che il 99% degli annunci che si vedono in giro sono di gente che ha preso il cucciolo perchè è tanto carino e simpatico e si possono mettere le foto su facebook, poi quando a 1 anno l’effetto cucciolo finisce e resta un fastidio da portare fuori, che lascia peli, che abbaia, e non si può andare in vacanza e poi ho un bambino in arrivo ecc ecc ecc…..se la gente pensasse con il cervello non ci sarebbero cani nei canili o nei rescue di razza, ma come si legge nell’articolo di oggi sui padroni di cani nei pet shop, il livello dell’italiota medio è quello che si esprime in cabina elettorale ad ogni tornata (leggasi: ha un secchio di merda nella scatola cranica).
partendo dall’opinione che tirare in ballo la politica e come vota la gente sia fuori argomento… dici che gli italiani hanno secchi di merda nella testa, beh per me chiunque si scelga è sbagliato, quindi chi vota ha secchi di merda a prescindere…
Perché non è forse vero che questo paese è rovinato dalle scelte politiche fatte da un popolo di idioti, con una percentuale di analfabetismo funzionale che sfiora il 50%? Se ci fossero degli esami da passare per poter votare, o procreare, o tenere un cane, ci sarebbero molti meno cani e figli in giro mi creda. Ho fatto l’esempio del voto perché è il più alto esempio che potevo fare, di certo non per fare propaganda visto che non ho nessuna simpatia verso nessuno.
Mai giudicare nessuno !!!
Questo è il motivo per cui odio i post di rabbia nei vari gruppi di Resque. Se una persona si è rivolta a un resque di razza non è perché è una stronza cattiva, perché se così fosse avrebbe potuto benissimo portare il cane in un canile lager o, peggio, lasciarlo ai bordi di una statale. Se si rivolge a un resque o mette annunci è perché si rende conto di non essere più in grado di dare il meglio per quello che doveva essere come un figlio per lui e spera di trovare qualcuno che possa farlo.
Eleonora ha fatto l’impossibile, io nella sua stessa situazione mi sarei comportata come lei.
Valeria, forse tu non ti ricordi di me ma sono certa che D’Artagnan tu non l’abbia dimenticato anche se sono passati anni e anni. Posso chiederti perchè hai cancellato il mio commento senza pubblicarlo? spero sia stato un incidente… perchè voglio credere che tu sia super partes e che tutti abbiano il diritto di sapere.
Attendo un tuo cenno, grazie.
Elisabetta… ti è mai sorto il dubbio che io possa NON stare davanti al computer anche la domenica?
scusami valeria, fino a un certo punto nel commento c’era scritto “in attesa di moderazione”, e infatti ho pensato che chi gestisce la pagina (tu o magari qualche collaboratore) avesse effettivamente di meglio da fare a quell’ora, poi però il commento è sparito, due volte. quindi ho pensato che fosse stato cancellato.
sorry…
No problem 🙂 … il fatto è che dopo un po’ di ore la dicitura “in attesa di moderazione” sparisce, forse perché anche i tipi di wordpress pensano che tutti quelli che lo usano stiano attaccati al PC 24h/24, giorni festivi compresi. Ma io sono un po’ troppo vecchia per fare il nerd! 🙂