di CLAUDIO CAZZANIGA – Ed eccoci di ritorno dall’ultima fatica in terra di Francia di questo 2014. Questo ultimo week-end io e la Bati siamo stati presso Le Mayet de Montagne, sud ovest della Francia, un piccolissimo paesino incastonato tra le montagne. Dall’ uscita dell’autostrada al campo gara, 40 minuti di curve e controcurve dove la velocità massima non raggiungeva i 50 all’ora.
Solitamente quando mi capitano gare in quella zona della Francia, arrivo fino ad Aosta, prendo il tunnel del Bianco e via verso Lione o dove che sia. Questa volta, complice il traffico presente al Bianco (suggeritomi da Isoradio 103.3… mamma Rai…), ho preferito oltrepassare le Alpi dal tunnel del Fréjus, attraversando una parte di Torino e la Valle di Susa sino a Bardonecchia. Era una vita che non passavo da quelle parti e non ricordavo quanto fosse bella quella zona. Passato il traforo devo dire che anche sul versante francese lo spettacolo non è mancato: Col du Galibier e subito dopo Colle Maddalena, insomma come panorama un paio di ore molto piacevoli.
Arrivo verso le 19 ad una quarantina di km dal campo gara, esattamente ad un km dall’uscita dell’autostrada. Solitamente la prima cosa che faccio quando vado a fare una gara è andare a visionare il campo di lavoro, la spiaggia, così da rendermi conto in che condizioni dobbiamo gareggiare. Ma a Le Mayet ci eravamo già stati lo scorso anno, per cui non avevo la necessità di visionare il luogo. Io viaggio sempre in auto, la mia è un incrocio tra un furgone ed un monovolume, l’ho attrezzata con ampia gabbia per la Bati e comoda (???) brandina per me: la notte, se viaggio da solo, preferisco passarla sempre insieme al mio cane. Per cui, avendo trovato una grande area di servizio ben attrezzata e dotata di un ottimo spazio verde, ci siamo sistemati ed abbiamo fatto i restanti 40 km l’indomani mattina.
Come detto, a Mayet ci siamo stati anche lo scorso anno: ricordo bene era il 25 di agosto, e non perché abbia sbirciato il libretto di lavoro, ma perché io ho una grande memoria… io.
Anche nel 2013 ci andammo per un selettivo per la “Coupe de France 2014”. Andò bene, 92/100 secondo posto ad un punto dall’ormai famosssisssimo nonno di Heidi, Paulin Joseph ed il suo Cao di nome Eole.
Era la prima volta che lo incontravo e nelle due-tre gare in cui ci siamo trovati davanti durante l’anno -tra cui la Finale del Championnat 2014 e finale della Coupe 2014, entrambe vinte da Joseph – seppur per due o tre punti lui ci ha sempre messo dietro. Ve lo anticipo, è andata così anche stavolta….
Gruppo organizzatore il “Club canin de sauvetage aquatique”, guidato da Alexandre Balzer. Come sempre in Francia, controllo veterinari, segreteria, bouvet dove pranzare, servizio bar, servizi igienici tutto ottimamente funzionante; non ce n’é… le gare le sanno organizzare proprio bene.
Giudice il Signor Daniel Frulin, quest’anno ho visto più lui che la mia mamma…
Campo di gara un piccolo laghetto direi semi-alpino, chiamato “Lac des Moines”, verde come le grosse piante che gli fanno da cornice.
Il lavoro a terra si è svolto su un prato in erba, ricordo lo scorso anno molto alta, questa volta tagliata di fresco.
Nella nostra gara presenti 10 binomi, noi e 9 francesi: in gara terranova, golden e la Bati.
Prima dei selettivi altri 10 cani si sono cimentati con le prove di primo, secondo e terzo grado. Brutto, a mio avviso, il lavoro visto. Una strage di eliminati nei secondi e voti molto bassi anche nei terzi.
Nel terzo grado vittoria per l’amico Koen Vanlanduyt del gruppo Yeodogs del Belgio, che io considero il Cazzaniga belga perché anche lui lo incontri sempre in giro in tanti Paesi.
Selettivi per l’accesso alla finale della “Coupe de France 2015”: servono minimo 3 gare, i migliori 20 si qualificano. In cascina avevamo messo già due ottimi 91/100 nelle due gare disputate in precedenza, diciamo che con un’ottantina di punti la finale poteva considerarsi conquistata.
Lavoro a terra senza guinzaglio; posizioni a distanza; richiamo a 30 metri e terra resta un minuto con conduttore fuori vista il programma del lavoro a terra. 18/20 il punteggio conquistato, finalmente un bel lavoro fatto a terra: perso un punto in condotta ed uno sul richiamo.
In acqua, niente nuoto: il programma prevedeva l’esercizio obbligatorio, cioè il recupero di un figurante inanimato per il polso con partenza del cane da gommone posto a 30m. Poi, a sorteggio, apporto di salvagente a figurante posto a 30 m da riva; recupero di un surfista posto a 40m da riva ed infine apporto di cima a gommone posto a 30m da riva.
18 su 20 il polso, 17 su 20 l’apporto del salvagente, 19 su 20 il riporto del surf e 19 su 20 l’apporto della cima. Totale 91 su 100, terzo posto e finale “Coupe 2015”, portata a casa!!!
Primo con 93 su 100 Joseph ed Eole, cazzus… prima o poi lo batteremo… secondo un cane di casa, un golden di nome Alaska condotto da Caroline Salle con 92 su 100.
Devo dire che per me e la Bati è stata proprio una gran bella stagione in terra francese. Lo scorso inverno si era deciso di alzare l’asticella, di tralasciare quello che è il lavoro in acqua in Italia e concentrarci solo sulla Francia.
Non ho mai avuto dubbi che fosse la scelta migliore, e credo che i fatti lo abbiano dimostrato. Podio sfiorato al “Championnat” (che è e resta il mio chiodo fisso) e premio come miglior retriever, a tre punti dal primo classificato; terzo posto alla “Coupe 2014” e premio per la combattività; un primo, un secondo ed un terzo posto nei tre selettivi affrontati e tutti e tre con 91/100… e in saccoccia le due finali per il 2015.
Me… molto soddisfatto!
Questo terzo posto lo voglio dedicare ad un amico. Ad un amico che purtroppo non c’e’ più. E’ scomparso giovedì pomeriggio quando in sella alla sua moto, sua grande passione, si è schiantato contro un auto che effettuava una svolta vietata. Lascia la moglie ed un bimbo di 8 anni.
Ciao “Rambo”, ovunque tu sia… fai il bravo.