lunedì 4 Novembre 2024

Io odio il volontariato

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Fabiana Rosa
Fabiana Rosa
34 anni, vegetariana, terapista per bambini disabili per lavoro, cantante e volontaria animalista per passione. Grafomane e logorroica, scrive ovunque le diano spazio, altrimenti se lo prende da sola. Presidente e fondatrice dell'Associazione Progetto Quasi, si occupa da anni di cani disabili e anziani, che chiama in modo molto poco politically correct "gli sfascioni". Il suo stile di vita, di volontariato e di scrittura è quantomeno fuori dai canoni. A tratti non si sopporta neanche da sola.

volontario5di FABIANA ROSA –  Detesto essere definita una “volontaria”.
Una volontaria è una che volontariamente dedica del tempo, delle energie, togliendoli alla propria eventuale vita altra (relazioni, musica, lettura, scrittura o anche grattarsi sul divano mentre si pensa al nulla assoluto con l’espressione bovina d’ordinanza) a qualcosa o qualcuno, senza ricevere denaro.
Nello specifico, quando in cinofilia si parla di volontaria, si sottintende “animalista”.
Il problema è che di solito si sottintendono anche un sacco di altri aggettivi e locuzioni, di solito non particolarmente felici: vegetariana/vegana, estremista, violenta, incurante delle persone, sempre incazzata, con capacità relazionali pari a zero, magari anche zozza e vestita sempre in tuta.
Nulla a che vedere, per carità, con chi fa volontariato a favore di [inserire qui categoria umana a scelta tra bambini-anziani-malati-tossici-quelcazzochevipare]: loro sono visti – anche da fuori – come persone che fanno “del bene”. Per la maggior parte del mondo, invece, io sono praticamente una da rinchiudere.
Mi salvo giusto perché il mio “impegno nel sociale” è anche il mio lavoro, quindi nessuno può dirmi che mi occupo dei cani mentre dovrei occuparmi dei bambini, visto che per 8 ore al giorno, per ogni giorno che il buon Odino manda sulla terra, io me la spasso con bambini con gravi disabilità. Pfui, per un pelo.

volontarioConcettualmente io già sarei assolutamente contraria al “volontariato”.
Io sarei per il professionista formato, che lavora bene e pagato il giusto per il servizio che offre. Eh già, perché quando io entro in un canile, scelgo un cane sfascione, possibilmente il più brutto e messo male che trovo, lo tiro fuori, lo rimetto in sesto e lo faccio adottare, offro un servizio alla comunità.
Tolgo una spesa al comune, che smette di pagare la retta per quel cane. Tolgo una spesa alla ASL, perché non dovrà più pagare per le analisi e le cure dello stesso cane, nonché per lo smaltimento della sua futura carcassa.
Quando mi fermo e raccolgo un cane dalla strada portandomelo a casa, evito un altro degli innumerevoli incidenti causati dall’ennesimo cane che attraversa spaesato (con tutti i danni che ne conseguono, e non solo al cane: cure mediche dei coinvolti nell’incidente, danni stradali, ecc.); evito ai vigili e alla ASL di conseguenza, di dover intervenire per il recupero dello stesso cane, togliendo di nuovo spese al comune; evito di farlo entrare in canile e quindi lo stesso comune sarà esentato dalle sue spese di mantenimento e cura. Io faccio risparmiare alla collettività un quantitativo di denaro che non riesco al momento a quantificare: ma visto che siamo intorno ai 200 tra cani e gatti, da quando ho cominciato ad essere operativa, penso che abbiamo tutti risparmiato parecchio.
Moltiplicate il tutto per le decine, centinaia, migliaia di volontarie e volontari che sono considerati la feccia dell’umanità, e fatevi due conti su quanto tutti abbiamo risparmiato e su quanto queste persone offrano un servizio civico che va a vantaggio di tutti.

volontario4Nessuno mi paga per questo, che già di per sé sarebbe profondamente ingiusto, visto che opero in un settore che paghiamo tutti, ed il mio “lavorononpagato” va a beneficio anche di chi se ne sbatte altamente degli animali (per carità, so’ scelte: a me non riesce a non fregarmene di altre cose, ma almeno non denigro chi se ne occupa).
Ma il non essere pagata non è sufficiente: anche “tra chi ama gli animali” io sono vista come una reietta, una poraccia, una peracottara che non sa stare con le persone, l’ultima della combriccola dei “noi facciamo il bene dei cani”, che parte dall’Allevatore, passa per gli Educatori, Addestratori, Proprietari di cani, Cinofili di qualsiasi grado e livello, Veterinari e si conclude dopo una serie infinita di passaggi alla canara pazza che lo fa “perché è una disturbata” e che invece di pensare a [inserire qui famiglia/figli/cazzivari] se ne va in giro sempre con la macchina piena di peli a raccattare qualsiasi cosa si muova. Davvero un bel riconoscimento da parte della comunità tutta, per il servizio offerto.
Prego, non c’è di che.

volontario2Io sarei per il professionista formato, che lavora secondo tutti i crismi e con tutte le competenze ed i mezzi possibili, visto che il volontariato animalista è l’ambito tra i più caciaroni che esistano, il regno dell’improvvisazione dove i volontari e le Associazioni (alcune inesistenti, formate da una persona e quattordici prestanome tra cui il vicino di casa che ci doveva un favore e il bisnonno novantasettenne in coma con residenza nella casa di cura) lavorano ognuno come vuole o come può, in assenza di protocolli.
E vai con cani che partono o arrivano da ogni dove (per carità, niente da dire sul lavoro dei volontari nelle Perreras, o in Serbia, o in Romania ma… ne abbiamo proprio bisogno? L’abbiamo data, un’occhiata alla situazione generale?), trasportati, trasbordati, impacchettati, a volte non sterilizzati, senza vaccini, senza chip, senza un cazzo.
Abbiamo spalmato la leishmania per tutta l’Italia, a forza di caricare cani da giù a su senza testarli, ma poco importa almeno sono stati adottati. Abbiamo dilapidato somme enormi (dei volontari e dei donatori) per gli spostamenti, a volte da un rifugio all’altro, da uno stallo all’altro, da una regione all’altra, somme che probabilmente avrebbero permesso sterilizzazioni di massa di intere regioni, ma poco importa, intanto l’ho tolto da lì. Ci sarebbe da scrivere un libro, intitolato “La Progettualità Assente”, edito dalla casa editrice “Machecazzostamoafa’”.
Io sarei per il professionista pagato, formato e competente e non per il sentimentalismo piagnone pseudoromantico, a tratti – orrore! – ammantato di cattobacchettonaggine, col volontario che si autovisualizza come paladino e risolutore dei problemi del mondo, mai compreso, mai capito, sempre in lacrime: i social che straripano di AIUTOOOO STA MORENDOOOO EMERGENZAAAAA e di terminologie e linguaggi che mi fanno venire l’orticaria, il diabete mellito e la colite ulcerosa, da “salviamo queste povere anime” al mostruoso “ponte dell’arcobaleno” (sì, lo so, sono ben nota per essere una con un discreto caratteraccio ed una soglia di tolleranza bassissima): a Roma si direbbe che cojoni.

volontario6Ma non basta.
Tra persone che raccolgono, difendono, curano, stallano, sterilizzano, mantengono, fanno adottare cani e gatti, i volontari fanno un lavoro enorme, sociale, utile a tutti. Peccato che, a guardarlo nella sua interezza e non sul lavoro del singolo (perché ci sono davvero tanti volontari con i coglioni quadrati, gente che opera veramente in maniera impeccabile), sia fatto letteralmente a cazzo.
In questo mondo tutto completamente autoreferenziale vigono anche delle regole non scritte, completamente disfunzionali e che sembrano appartenere in parte alle dinamiche dei social, in parte alle dinamiche di gruppo, e che non fanno altro che distogliere l’attenzione dai problemi reali (il randagismo, le collusioni, i mostruosi giri di soldi tra istituzioni, canili, mafie varie, eccetera).
Queste regole hanno a che vedere apparentemente con il non farsi mai i cazzi propri, con l’andare a contare gli spicci a tizio o tal altro, col farsi la guerra continua per delle cagate, col disperdersi in diaspore ed associazioni sempre più piccole e sempre più inutili, col dilapidare denaro per battaglie perse, col minacciarsi di denuncequerelediffide per settimane, mesi, accusandosi a vicenda: tu non sei una vera volontaria.
Qualcuno mi spieghi, poi, chi è che ce lo dà il bollino blu della volontaria DOC, perché per come stiamo messi qui, la tizia che sta col culo sulla sedia a condividere su Facebook immagini fatte con paint dove c’è scritto “QUALCUNO VADA in via tal dei tali, c’è un cane investito” (armiamoci e partite!) si chiama “volontaria” quanto la mia amica Mena che in provincia di Napoli a casa ha sempre almeno 15 cani che la gentilissima gente del posto ha premura di lasciare legati al suo portone quando se ne vuole liberare (tanto ci pensa lei, no?). Li cura, li stalla, li porta in adozione e ricomincia, da anni e tutto a sue spese.
Quando c’è un randagio nuovo per il paese, i vigili chiamano lei. E non sto scherzando.

volontario3Tutta questa caciara, questo bordello animato da buone intenzioni e ottimi sentimenti all’italiana, si verifica solo per un motivo: perché non esiste da nessuna parte ed in nessun luogo un protocollo di intesa, un coordinamento generale, delle regolamentazioni utili sul lungo periodo, e non per l’ emergenza del cane Pluto, trovato in strada a [posto a caso].
Pluto è importante, ma la gestione di Pluto; l’assicurarsi che venga chippato come da legge; che venga vaccinato per essere trasportato in sicurezza e non appioppare la malattia X a quelli che viaggeranno con lui; che venga testato per la leishmania o per la filaria (a seconda della regione di provenienza); che venga sterilizzato prima di andarsene a casa della Famiglia Bianchi che gli vorrà tanto bene (perché l’abbiamo controllata con un preaffido, vero?), per evitare che produca altri sei Pluti nel giro di sei mesi o che scappi dal giardino inseguendo la barboncina in calore del vicino di casa finendo sotto una macchina… questo è MOLTO più importante, sul lungo periodo, del “basta che lo levo da lì“.
Rompere degli schemi strutturati da decenni, creare una cultura diversa ed essere non più i pazzi raccattacani, quanto piuttosto delle persone che operano in consapevolezza, con rigore e in modo proficuo, utilizzando le risorse economiche ed umane senza che esse vadano sperperate, in modo che tutto sia volto ad un unico scopo: quello di ridurre il randagismo e di svuotare i canili (e non di spostare centinaia di cani da una struttura all’altra) promuovendo una mentalità diversa, di rispetto per tutte le forme di vita, qualsiasi sia il numero degli arti su cui si appoggino per spostarsi.

Si può essere animati da ottime intenzioni e lastricarci la strada per l’inferno: noi volontari ci camminiamo continuamente, su questa strada, con comportamenti che denotano una non-visione dell’emergenza generale.
Noi non possiamo occuparci “solo di Pluto”, noi dobbiamo guardare la situazione globale: e la situazione è gravissima. Non ci possiamo permettere di alimentare neanche per un secondo, da un lato un sistema mafioso e colluso che lucra sulla pelle dei cani che intanto schiattano di inedia nei canili, dall’altro un’idea di volontario che somiglia più ad un malato psichiatrico che a qualcuno che fa un servizio utile alla collettività.

Io odio il volontariato animalista, così com’è. Nella prossima vita giuro che rinasco sasso.

 

 

Autore

  • Fabiana Rosa

    34 anni, vegetariana, terapista per bambini disabili per lavoro, cantante e volontaria animalista per passione. Grafomane e logorroica, scrive ovunque le diano spazio, altrimenti se lo prende da sola. Presidente e fondatrice dell'Associazione Progetto Quasi, si occupa da anni di cani disabili e anziani, che chiama in modo molto poco politically correct "gli sfascioni". Il suo stile di vita, di volontariato e di scrittura è quantomeno fuori dai canoni. A tratti non si sopporta neanche da sola.

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41 Commenti

  1. Io sono per un volontariato fatto di persone veramente competenti, consapevoli di che cane hanno davanti e della razza di appartenenza. Non sono per quelle persone presuntuose e saccenti che pur di non darti il cane perché magari sei risultato antipatico durante il colloquio, cercano il pelo nell’uovo, avanzando standard di perfezione che non hanno dell’umano. Non sono per le persone che partono dall’assunto che se ti danno il cane è solo per carità. Non sono per le persone convinte che il mondo si salverà impalando le persone.
    E purtroppo la mia esperienza è stata questa.

  2. posso amarti?
    che sia un sì o un no, il mio sentimento non lo cambio 😀
    (dalla prima frase scritta ho capito che lavori come educatrice, o professione molto affine)

  3. Mi piace un sacco ciò che hai scritto Fabiana Rosa, come l’hai scritto… Mi hai letto nel pensiero.sono una volontaria laureata in legge diritti animali come problema giuridico filosofico…addestratore enci, educatore cinofilo con approccio cognitivo, vegetariana, anzi vegana scusa, quella che personalmente ha denunciato maltrattamenti e si e’ accollata i soggetti dei tali ecc ecc..si mi piace il tuo articolo

  4. premettendo che rispetto assolutamente le vostre scelte alimentari,ma siete capaci di guardare oltre il vostro naso? Non intendo offendervi in alcun modo .Ma avete letto bene o avete letto solo quello che volevate?Io ho sempre pensato che diventare vegetariani o vegani dovesse essere il frutto di un percorso spirituale e intellettuale,di conseguenza una maggiore apertura mentale. Non fatemi ricredere.Per favore non rispondetemi perchè non è questo il posto per certe polemiche,volevo solo spezzare una lancia a favore di questo articolo. Cordiali saluti a tutti!

  5. Io sono volontaria in un gattile, tutti i giorni pulisco cacche e vomiti esattamente come in un canile, e lo faccio da trent’anni non mi sento sminuita se mi definiscono animalista, lo sono, ma naturalmente bisogna distinguere fra animalisti e animalisti estremisti come quei deficienti che manifestano ancora oggi per Daniza. In trent’anni mi sono vista passare sotto gli occhi ogni tipo di aspirante volontaria e pochissime hanno resistito perche’ quasi tutte pensavano a un lavoretto di tutto riposo e pure simpatico. Ma al gattile arrivano gatti malati o maciullati dalle macchine, non solo piccoli sani e belli e quasi nessuna resiste. Ragazze, se vi sentite in grado di farlo, fatelo, ma non createvi un alibi, non adducete scuse, nei canili (e gattili ) c’è tanto da fare e se non vi sentite in grado fate bene a non cominciare nemmeno

    • E, di grazia, per quale motivo quelli che hanno manifestato per Daniza sarebbero deficienti?

      P.S. Prima di gridare alla coda di paglia, io non ho partecipato a nessuna di queste manifestazioni…

  6. Molto d’accordo. l’idea di fondo è giusta, aiutare gli animali, salvarli da situazioni degenerate e portarli con un bel percorso fino all’adozione. Purtroppo è vero anche che c’è gente che ci specula sopra come nella maggior parte delle cose in questo bel paese… se ci fossero regole precise e vigenti tali persone non potrebbero più specularci quindi niente regole, è semplice. Come nel calcio, perché anche con telecamere tecnologie varie ecc è l’arbitro che anche nel dubbio totale decide se è fallo o no, se la palla è dentro o fuori e così via? Perché su queste speculazioni si sopravvive in Italia, se fosse tutto secondo le regole, poi chi ci guadagna più?

    • Giuro che stavo pensando esattamente la stessa cosa… E poi sarà mica che qualcuno ha la coda di paglia?
      Comunque grande Fabiana, io ho capito cosa intendi, e la penso come te pari pari

      • Se non fosse che ho conosciuto davvero troppe persone che dedicano tutta la loro vita nell’intento di salvare ogni cane nel mondo, ma nella maniera più… non saprei come definirle..posso solo dire che disgustata è la sensazione che rimane.. ecco se non avessi conosciuto centinaia di queste persone allora direi che la ragazza dell’articolo ha ragione di essere mortificata, ma queste persone le ho conosciute e scusate ma la mia esperienza mi porta a dire che se questa è la considerazione che ripongono in te, non hanno tutti i torti. Si è vero l’ignoranza dilaga ma io vorrei che la persona che ha scritto l’articolo riflettesse un solo minuto su come vive la propria vita, e dica sinceramente di non essere una fanatica, di avere delle passioni, di condurre una vita circondata dalle persone che ama e di non trascurare i suoi affetti. Ora ammazzatemi pure di insulti, ma credo che leggererò solo commenti di persone che non vedono la situazione nella giusta dimensione.

          • Perché la Mena dei cani di somma, dopo un pera fido di 5 minuti mi ha portato una cagnolini di 4 kg, che viaggiava su una clio, insieme a 2 umani e 15 cani di cui una neo mamma di 45 kg con i suoi 5 cuccioli di 20 giorni; la cagnolina destinata a me doveva essere testata leishmania invece non mi è arrivato nessun foglio se non quello per il passaggio di proprietà, perdeva sangue e ho così scoperto che era l’ultimo giorno di calore, inoltre ho scoperto solo 8 ore prima che stavo aspettando la staffetta da 25 giorni non per le scuse che aveva inventato lei, ma perché la cagnolini in stallo si era rotta la zampina finendo sotto un auto, non volevano dirmelo per paura che non l’avrei più adottata quindi tutt’ora mentono dicendo che era una vecchia frattura/ ha preso una storta rincorrendo il gatto (cane di 8 mesi) Non ho avuto nessuna lastra, ne diagnosi e la zampa si è calcificata male perché non curata in tempo, la cagnolina non poteva attraversare la strada dal terrore. Non poteva fare nulla dal terrore della sua stessa ombra. Prendo appuntamento per sterilizzarla dal veterinario che mi ha caldamente consigliato la ragazza del preaffido (scoprendo solo poi che lo stesso cura i cani del suo rifugio) la cagnolina muore per edema polmonare. Fatalità. Forse. Fatto sta che mi son fidata, da ignorante pensavo di aver fatto tutte le domande opportune, poi scopro che usa anestesia endovenosa (manco 40 anni fa) e che non ha reagito all’adrenalina. Scrivo una lettera carica di rancore alle due volontarie e mi rispondono che non devo osare criticare il loro operato e che il loro unico errore è stato quello di affidarmi il cane che IO ho ucciso. Chiudo qui. è stata solo la prima di una lunga serie di esperienze con persone che credono di fare del giusto volontariato.

  7. Utopia. Il volontario è inaffidabile per natura, fa quello che può quando può e se vuole. Se non vuole, non può più…pazienza. E se metti delle regole e pretendi il rispetto ti accusano di voler gestire il volontariato come se fossi in ufficio. Mi piace leggere questi commenti: ci sono tantissimi punti di vista diversi ed ognuno interpreta le cose a modo suo.

  8. Sono vegana, ho 17 anni e tra qualche mese avrei desiderato tanto fare la volontaria.
    Ho aperto questo link con molto interesse, leggo spesso i vostri articoli e ne sono interessata positivamente.
    Bene, oggi ho deciso di abbandonare questa idea.
    Se è questo il trattamento che devo aspettarmi, se devo nascondermi… lo farò per conto mio.
    Ho avuto tanti problemi con il bullismo causa della mia folle, assurda, estremista, in tuta e zozza scelta, e oggi ho lasciato la scuola.
    Non ho possibilità economiche per aiutare gli animali, quindi lo avrei fatto molto volentieri raccogliendo merda e vomito nei canili, senza dire nulla a nessuno della mia scelta, non sono quel tipo di persona, ma anche se fosse non meriterei comunque questo trattamento.
    Quindi grazie per avermi fatto riflettere, non sono adatta, non sono all’altezza di vivere normalmente. Passerò l’estate prossima a raccogliere animali morti a bordo strada, invece che in un canile con la speranza di aiutare qualcuno.
    Grazie di cuore.

    • Hai letto l’altro articolo di Fabiana (e la prefazione di Valeria)? se non l’hai fatto fallo subito perchè se non capisci l’ironia che mette Fabiana nei sui scritti prendi cantonate…come Giulia Felheart che non ha capito che Fabiana è la prima ad essere volontaria, vegetariana (forse anche vegana, non ricordo dall’altro articolo…) animalista e chi più ne ha più ne metta, ma è anche tanto tanto tanto intelligente e con gli occhi aperti da sapere qual è il “sentimento comune” verso quanto sopra e per combattere questo “sentimento comune” usa la sua ironia prendendosi anche per il culo da sola invece di scrivere articoli polemici ed incazzosi.
      Per quel che riguarda te, se vuoi diventare volontaria in canile fallo e non pensare agli altri, tanto se ti occupi di cani qualcuno ti rinfaccerà di non pensare ai gatti, se ti dedichi agli animali qualcuno ti dirà che bisogna prima pensare agli umani, se pensi ai bambini che ci sono anche gli anziani, i poveri extracomunitari che ci sono prima i poveri nostrani…fai quello che vuoi, tanto qualcuno ti criticherà sempre, ma per quell’uno che ti critica 10 apprezzeranno il tuo lavoro e se anche non te lo dimostreranno ci saranno magari 50 quadrupedi scodinzolanti a dimostrarti la loro riconoscenza per quello che fai…

  9. Quindi vegetariana/vegana rientra nei “termini poco felici”? È un insulto? Una vergogna? Dovrei vergognarmi? Ma avete anche coraggio di pubblicarlo un articolo del genere, magari definendosi “giornalista” o qualche titolo analogo? Complimenti. Faccio un applauso sia a chi ha scritto, sia a chi ne ha permesso la pubblicazione, da parte di tutti noi “termini infelici” che l’articolo lo condividono in pieno, o meglio lo avrebbero fatto, se solo non vi avessero trovato dentro le solite discriminazioni da “di tutta l’erba un fascio”.
    D’altra parte ogni giorno nascono bambini già vegani, crescono, siamo milioni, viviamo bene, abbiamo già avuto esempi come la Hack, ma qua c’è ancora gente che abbassa il proprio livello intellettivo scrivendo in un articolo, magari, cose come “senza proteine non si può vivere” e dimostrando che.. Be, quando le cose non si sanno (o non si vogliono ammettere accettando differenti idee?) forse è meglio non parlarne. Ancora complimenti per l’apertura mentale e il rispetto verso stili di vita differenti.

    • Allora, in dieci righe abbiamo un “abbassamento delle capacita’ intellettive” e ironici “complimenti per l’apertura mentale”. Ora, e’ comprensibile che non si voglia essere accomunati a chi sostiene le proprie ragioni dando agli altri degli ottusi e ritardati mentali che se le cose non le sanno e’ meglio che non parlino. In questo senso, troverei anch’io infelice l’uso del termine quando con esso si identifica proprio una persona con questo tipo di atteggiamento.

      Rispetto all’articolo, ne condivido purtroppo l’amarezza. A titolo di parziale consolazione, per quanto possa essere consolatorio il solito “mal comune mezzo gaudio”, devo dire che la divisione in volontariato di serie A e di serie B dove per serie A si intende quello importante, blasonato, che salva le vite, aiuta i bambini etc… si tratta purtroppo molto spesso solo di facciata e una volta visto dall’interno si ritrovano le stesse diaspore, le stesse minacce di querele reciproche e tutto il resto che e’ gia’ stato scritto piu’ che bene compresi gli estremismi scalmanati, la presunzione di una professionalita’ inesistente, la progettualita’ di progetti senza obiettivi, modalita’ e tempi di attuazione cosi’ da poter rimanete eternamente in itinere e mai portati a compimento etc…

  10. Ok il messaggio è chiaro e condivisibile: servono regole, serve professionalità e servono probabilmente un po’ di risorse da parte degli enti locali per supportare il tutto.
    Non sono d’accordo invece nell’estremizzare la situazione. Un mese fa, per la prima volta nella mia vita di cinofila, sono entrata in contatto con tre volontarie perché avevo deciso di prendermi un cane scarognato. Dopo un cane raccolto per strada l’anno scorso ma anche tanti cani presi negli anni in allevamento mi sembrava un atto dovuto da parte mia.
    Ascoltate le mie richieste, femmina, piccola taglia, non necessariamente cucciola e trovata una canetta che poteva andar bene, sono stata giustamente passata al pettine fitto perchè le volontarie volevano capire chi ero e in quale condizioni avrei fatto vivere la cana.
    Con una di loro sono poi andata a prendere la cucciola fuori Roma, in provincia di Viterbo, dalla famiglia che la teneva praticamente in un immondezzaio. La volontaria mi ha accompagnato subito dal veterinario del posto, mi ha riportato a casa, mi ha fatto firmare il preaffido e una settimana dopo è venuta a casa a controllare come andavano le cose.
    La volontaria si è anche occupata dei documenti e di regolarizzare, riandando lei stessa alla Asl di Viterbo, la cessione del cane che in seguito ho perfezionato alla Asl di Roma.
    A fronte di tutto ciò mi ha chiesto soltanto un contributo per sostenere l’attività di volontariato del suo gruppo lasciando a me la quantificazione dello stesso.
    Per me sono state bravissime, dall’inizio alla fine. La cucciola, adesso ha cinque mesi, è uno splendore di meticcio di bichon, è sana, vivacissima ed assolutamente adatta a me, alla mia famiglia, agli altri cani di casa e persino all’agility. Io e Foxie a quelle volontarie gli vogliamo bene.

    • ma non ti sembra una contraddizione passare te al pettine fitto quando il cane è tenuto in un immondezzaio? e se una delle tue risposte non gli piaceva? il cane veniva lasciato ancora dov’era? e se la situazione dopo una settimana non gli fosse piaciuta, la riportavano nell’immondezzaio?

      • Cara Silvia, no, non l’avrebbero riportata nell’immondezzaio, l’avrebbero messa in stallo in casa di qualcuno del loro gruppo continuando da Roma a cercare un’adozione per lei.
        Non ho dubbi in merito che sarebbe stato così perché sto pubblicando sul nostro profilo facebook le segnalazioni che quelle volontarie mi mandano e che riguardano cani in stallo.

    • La ragazza stessa che ha scritto l’articolo è una volontaria, quindi dubito che la sua intenzione fosse di fare di tutta l’erba un fascio.
      Secondo me il problema non è fare domande al futuro adottante, controllarlo, cercare di capire se l’animale che gli stiamo offrendo è quello giusto per lui: tutto questo è sacrosanto. Ma è vero anche che è pieno così di gente che i cani, a qualcun altro, non li vuole dare affatto perché ha l’impressione erronea che stiano meglio con loro “manine sante” in un canile che con una famiglia vera in una casa vera; di persone che fanno domande o hanno pretese che ben poco calzano col benessere del cane: pensiamo solo a chi ha commentato poco più su dicendo che le hanno rifiutato un’adozione a causa della sua tremenda colpa di essere meridionale, e a chi non può portarsi a casa l’animale perché non ha il giardino / ha il giardino / lavora e non può stare col cane 24 ore su 24 / se ha figli i volontari danno per scontato che getterà la povera bestiola in pasto ai bambini come giocattolo / se sta cercando un cane sano ed equilibrato e/o magari somigliante a una certa razza e/o un cucciolo, viene scartato perché non abbastanza di buon cuore da prendersi “un altro cane più sfortunato”, malato o anziano, di cui magari non riuscirebbe a prendersi cura.
      Esistono sicuramente bravi volontari al mondo (e menomale, e meritano tutto il supporto e il rispetto del mondo), ma esistono anche queste situazioni, e non sono rare, inutile mettersi le fette di prosciutto sugli occhi: è ora che questa situazione cambi.

  11. Io sono per il volontario equilibrato e consapevole, con un minimo di formazione. Sono per un protocollo che riesca a far schiodare i vigili dai loro uffici quando li chiami. Sono per il volontariato vero e non per la foto lagnosa.

    • E mi stai dicendo che sinceramente, col cuore in mano, non ne comprendi proprio,proprio il motivo nonostante sappiamo bene entrambe te l’abbiano spiegato 8 volte?

        • Intanto è un po’ triste che la si veda come un offesa personale senza prima riflettere un secondo sul motivo. Le motivazioni di cani al nord/ centro che non si affidano al sud son presto dette: il meridione è saturo di cani, davvero non ce n’è 1 che vi rubi il cuore? Un altro motivo è molto più pratico. Al nord ci sono molte più associazioni che effettivamente hanno i finanziamenti per far partire un cane, ma una staffetta da milano a palermo richiede l’aiuto di molti e con quei soldi si possono invece curare altri pelosi bisognosi. Ripeto, la signora avrà avuto le sue spiegazioni esaustive ma non le avrà nemmeno considerate presa dalla sua presunzione.

  12. Io mi ritengo un volontario……ma non da internet. Cosa faccio? La domenica…e tutti i giorni in cui riesco, vado a spalare merda, dare terapie, dare da mangiare, pulire box, lavare cani…..etc……nel canile della mia zona. Mi piacerebbe che le spacciatrici di cani montate ed estremiste che bazzicano facebook….fossero chiamate in altro modo.

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