di VALERIA ROSSI – C’è da dire che almeno si è scusato.
No, perché in giro si leggono pacchi di messaggi scritti nella stessa lingua simil-italica, senza che gli autori si premurino di chieder venia: ma purtroppo lignioranza per la quale questo signore si scusa non è quella grammaticale. E’ quella cinofila.
Infatti il tapino non sa se accoppiando due cani con le orecchie tagliate i cuccioli nasceranno con o senza orecchie (neanche “con le orecchie corte”: direttamente senza).
Un vero dramma esistenziale che, quando l’ho letto per la prima volta, mi ha fatto capottare dalla sedia. Ma immediatamente dopo ho commentato su FB: “No, dài… se questa non è una trollata, mi suicido“.
Altrettanto immediata la risposta di un amico veterinario: “Hai preferenze sul calibro, o sei una da lamette?”
E magari ci fosse stato solo lui…
In giro per Facebook sono fioccate le testimonianze di gente a cui sono state fatte domande identiche, o leggermente diverse, ma dello stesso tenore (tipo: “Ma i cuccioli di questa razza nascono già con le orecchie tagliate?“, o “Ma le orecchie tagliate poi ricrescono?“).
Il commento più appropriato mi è sembrato quello del tipo che ha scritto: “Ma questo tizio non si chiede come mai continuino a nascere donne vergini?“
Però… se davvero c’è così tanta gente che si pone domande di questo genere, non è che ci sia molto da ridere.
Per quanto sia impossibile trattenersi, a volte, subito dopo la risataccia scatta la domanda: “Ma come è possibile?”
No, perché in questo stracavolo di Paese ci sarebbe l’istruzione obbligatoria fino a 14 anni. Almeno alla terza media ci si dovrebbe arrivare per forza: e in terza media una vaga idea di come funzioni la trasmissione dei caratteri si dovrebbe avere: e se è per questo si dovrebbe avere anche una vaga idea di come utilizzare le doppie, di dove mettere le “h” e così via.
Certo, gli svarioni grammaticali di questo post potrebbero far pensare (anzi, sperare) che l’autore sia straniero: ma gli altri protagonisti di domande surreali citati nei vari commenti sono indubbiamente italiani.
Allora viene da chiedersi: ma a scuola, cosa hanno insegnato a questi ragazzi?
Avremo anche sconfitto l’analfabetismo, ma forse faceva meno danni quello dell’attuale pseudocultura.
Una bella croce al posto della firma era meno imbarazzante dei vari “o portato il cane hai giardini”, “la mia cagna è in cinta” o “io c’ho il pizzbulle, ma il mio è innoquo perké l’o edukato bene”.
E poi noi, a ‘sta gente qua, dovremmo andare a parlare di epimelesi, di prossemica e di condizionamento operante?
Scusate, eh… ma mi ricapotto dalla sedia.
Io continuo a ripetere che in Italia manca la cultura cinofila: ma forse farei meglio a togliere “cinofila”.
E quando mi chiedo sconsolata “dove andremo a finire, di questo passo?”, l’unica risposta che mi balza subito in mente è quella (serissima) letta tempo fa, sempre su FB: “Ai postumi l’ardua sentenza”.
Peeeeeeeerò in sua discolpa (ihih) la questione della coda del pastore australiano può avergli effettivamente confuso le idee^^
non credo sia un troll… ho dovuto convincere un uomo sulla sessantina che non era possibile che, nella seconda cucciolata della sua cagna, restassero tracce del padre della prima (era convinto che se la cagna si fosse accopiata con un cane non di razza sarebbe stata rovinata perché “dopo in tutti i cuccioli delle gravidanze successive almeno uno era figlio del cane meticcio”.
Alla fine gli ho detto “ma se tu ti sposi con una vedova con figlio, e da lei hai un altro bambino, quel bambino di chi sarà figlio, tuo o del precedente marito?”
Alla fine ha capito.
Credo.
Spero.
Sennò lo buttavo giù dalla scarpata =)
Non e’ proprio la stessa cosa: nel caso della cagna che ha avuto un’avventura col meticcio bisogna capire se il meticcio e’ ancora vivo oppure no, mentre nel caso della vedova, essendo appunto vedova, il precedente marito e’ morto e quindi la sua influenza procreativa cessa con la morte. Se la vedova invece di essere vedova fosse solo divorziata allora si’ che ci sarebbe da preoccuparsi.
Disclaimer:
quello che ho scritto nel commento e’ una trollata; quello che ho scritto nel disclaimer e’ un test psico-attitudinale per commentatori compulsivi sul web.
Pensavo anch’io che fossero solo troll, piu’ che altro perche’ mi rifiutavo di credere che fosse possibile. Devo ammetterlo: mi sbagliavo. Ho visto coetanei di mia figlia non riuscire a mettere in ordine i mesi dell’anno e non oso chiedere a mia figlia per paura che mi salga la bile fino alla punta delle orecchie.
ha, ha, ha…hi, hi…mi viene in mente una sera durante un telequiz alla domanda:”Come viene chiamata anche Formosa?” Il concorrente ha risposto:”TETTONA”….Ancora un po’ e mi ribalto dalla sedia!!! Non stupiamoci…:-(
Non e’ possibile fare così tanti errori in così poco spazio. Secondo me quello ha esagerato a bella posta, altrimenti mi capotto anch’io. O forse era ubriaco e i “postumi” sono questi
Valeria lascia perdere .. spesso e volentieri sono solamente dei troll che non vedono l’ora di ricevere proprio un articolo dedicato a loro o comunque l’attenzione! Quindi … ignorare è la cosa migliore!
Avendo un figlio alle medie vedo un sacco di mamme che “…poverino…”; hanno cambiato scuola alle elementari due/tre volte, perchè la maestra osava addirittura dargli dei compiti per casa…poverino; gli facevano i suddetti compiti mentre il pupo (poverino…) era attaccato alla PlayStation; mai sgridato, sennò – poverino – magari quando è grande se lo ricorda, oddio, sai il trauma…poi finiscono a scrivere così. E se lo puniscono le maestre…denuncia.
E’ chiaramente una trollata…è pieno di pagine Facebook con falsi profili di persone che parlano in questo modo…poi certo il discorso sull’ignoranza generalizzata resta valido, però c’è da dire che troppo spesso si crede a quello che si legge sui social
Una volta ridevo a crepapelle, ma poi ho cominciato a pormi il problema che queste menti brillanti saranno pur figlie di qualcuno, anch’io ho una figlia e ho risolto che non bisogna mai ridere delle disgrazie degli altri perche’ potrebbero capitare anche a te.
A consolarmi c’era comunque la convinzione che la classe degli asini fosse relegata a social network, ma pochi giorni fa ho avuto per le mani una lettera di una nota compagnia di assicurazione a confronto della quale il peggior post su facebook sembra una pagina manzoniana.
Insomma, non solo la classe degli asini non e’ relegata ai social network, non solo non nascono dal nulla ma sono pur sempre figli di qualcuno che piangera’ calde lacrime, ma nonostante tutto escono dall’eta’ della “stupidera” brufolosa e dai social network e si propagano e si moltiplicano in giro per il mondo.
Valeria, mi chiedo le stesse cose TUTTI I GIORNI!!
Oh toh un lamarckista :p