giovedì 28 Marzo 2024

Confessioni di una Sciuramaria

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di GILDA RIMESSI – Mi presento, sono una Sciuramaria, una delle tante Sciurepadrone dalle belle braghe bianche, sempre macchiate di zampate di fango, perchè non c’è modo, non riesco a insegnare ai miei cani a non saltare addosso alla gente. Forse perché quando me li vedo caracollare incontro come piccoli carrarmati pieni di amore, non ce la faccio. Gli dico NO!, ma poi li devo abbracciare.
I miei cani, ve li presento, sono tre. Due mezzi rottweiler, figli di una rottweiler di razza con pedigree (vero) e di un tabui (in piemontese: bastardino) da 10 chilogrammi.
Il terzo è il suddetto padre, che però odia i suoi figli e per tale ragione preferisce restare anonimo.
Dicevo, due mezzi rott che insieme non ne fanno uno, e già la storia della loro nascita potrebbe costituire un esempio da manuale di padrone carente, ma in questa sede non ne parleremo. Parleremo invece di loro e delle figuracce che ci hanno fatto fare nei loro due anni scarsi di vita.

Leo
Leo

Leone von Hulsentahl, detto “Leo”: è il fratello bello e un po’ scemo, 22 kg di avvenenza lucida e focata. Imprigionato in eterno nel corpo di un cucciolone, scatena ancora oggi che è adulto gli isterismi, giustificatissimi per altro, delle persone che vedono un cucciolone di rottweiler.
Si trova di continuo mani in testa, bambini avvolti al collo… e date loro torto! Però tutte le volte noi ci prendiamo un colpo e già ci vediamo sulla prima pagina di Leggo: “Rottweiler nano studiato dall’isis per infiltrazioni uccide bambino”.
Per fortuna lui è un pasticcino. Ah, il cognome l’ha scelto lui a caso dal pedigree della madre perché gli pareva ridondante abbastanza da far colpo sulle femmine.
Leo è uno svaccato, ma quando vede le femmine si spara le pose da enciclopedia del cane e fa il grandioso.

Luna
Luna

Luna, detta “Luna”, canetta un po’ anonima a prima vista, bastardino media taglia nero, apparenza dimessa dietro cui si cela una macchina da guerra, un animale ottimizzato alla ruffianeria. Ha persino sviluppato ciglia lunghe svolazzanti e l’angolo della bocca leggermente voltato in su. Ma non molto.
Ha il sorriso triste del cane che ha sofferto molto.
Ad ogni persona che incontra, Luna racconta della sua triste vita di cana a cui non viene concesso di dormire sul letto e mendicare a tavola, e “non avrebbe posto per me al suo desco, gentile signore?” (flap, flap). Da piccola, Luna piangeva tutte le volte che si allontanava dalle mura domestiche e dalla mamma. Ora che è grande, piange solo quando sale in macchina e tutte le volte che qualcuno le fa una coccola, ma soprattutto se vede un altro cane.
Luna vorrebbe essere amica di ogni cane vivente e non, e quando ne vede uno a mille chilometri inizia a frignare (“ma cos’ha questo cane? Sta male?” “No signora, è solo emotiva…”)

1. IL CANE CHE AMA IL PADRONE NON SCAPPA
Leo ha provato un paio di volte da piccolo a scappare dal cancello. Ma poi ha deciso che era faticoso, perché una volta che il cancello automatico si chiudeva alle sue spalle doveva piangere per farselo riaprire, quindi ha deciso che ronfare al di qua è molto più comodo. Fine del problema.
Ma nel nostro cuore si insinua il dubbio: non scappa per amore? O non è forse pigrizia?
Luna ci infligge invece tormenti ben peggiori. Più di una volta, approfittando della distrazione nostra e di coloro che dal cancello uscivano, ha preso la strada dei campi. Una volta è tornata con un gigantesco coniglio morto in bocca, probabilmente ucciso giorni prima da una macchina sullo stradone di fronte a casa. Sono riuscita a farmi dare la piccola salma in cambio di un pezzo di salmone (salmina-salmone, ahaha, no eh?) e a darle degna sepoltura.
Ma il dubbio rimane: ci ama essa meno di quanto ami un coniglio zombie? Tristesse.

2. IL CANE BEN ADDESTRATO NON TIRA AL GUINZAGLIO
I due Caballeros al guinzaglio se la cavano benino. Luna cammina un po’ dimessa al nostro fianco (“Signore la prego, sono stata rapita e subisco angherie ogni minuto della mia vita, mi salvi!”).
Leo traina, non nel senso che tira, proprio si mette davanti a lunghezza guinzaglio e traina a ritmo regolare. Possiamo dirigerlo con un semplice movimento del polso, destra, sinistra, fermo, come un vero carretto dei macellai di Rottweil.
Questo tranne nei primi cinque minuti di passeggiata, in cui ci si deve scapicollare fuori dalla porta, su per la macchina, giù dalla macchina, annusare, fare la pipì a caso su macchine, marciapiedi, altri cani e persone, e soprattutto TIRARE fino ad emettere quell’ansito strozzato del cane impiccato che sotto il pelo sta diventando blu. Poi tutto torna calmo e regolare.
Ovviamente, nei primi cinque minuti passa il Cinofilo con la C maiuscola che ti guarda come un verme (“sono loro che portano a spasso lei, eh?”)

3. IL CANE CHE AMA IL PADRONE HA UN RICHIAMO IMPECCABILE
Uno dei momenti più brutti nella mia vita da Sciuramaria l’ho vissuto tempo fa.
Parco naturale, cani liberi (e qui già s’ode il rumore di mille sopracciglia di Cinofili con la C maiuscola che si innalzano) perchè hanno un bel richiamo. Sì, certo. A un certo punto scorgo in lontananza una lieta comitiva di ragazzini a cavallo. No problem. Chiamo i cani, i cani arrivano. Mi metto a lato del sentiero per farli passare tenendo i cani per il collare. E il collare di Leo si sfila.
Premessa necessaria:  Leo è un cane da guardia, nel senso che lui guarda. Se davanti al cancello si ferma una macchina, lui va lì davanti e guarda. Se qualcuno si avvicina al padrone, lui lo guarda. Poi non fa niente: ma è attento, eh!
In quel momento, l’istinto da cane da guardia ha evidentemente prevalso sul richiamo e Leo si è piazzato in mezzo alla strada, a gambe larghe, fissando dritto in faccia il cavallo. Ogni tanto si girava a guardare me sorridendo caninamente: “Và che grosso che è! Bello eh? Com’è che si chiama? Mucca? Ho letto che tipo i miei antenati erano muccari, no, bovari. Magari adesso lo bovo, anche se non so come si fa”.
I gitanti giustamente sono un po’ preoccupati e guardano me come fossi un verme.
Io chiamo Leo, Leo non mi caga, mi getto in una stradina laterale chiamandolo, Leo viene verso di me, MA… si accorge che attaccata al sedere del cavallo c’è una cosa bellissima fatta di pelo che si muove.
Ipnotizzato dalla coda, cerca di afferrarla.
Panico tra i gitanti. Panico su di me.
Tutta la mia vita e soprattutto, tutti i (pochi) soldi che ho in banca mi passano in quel momento davanti agli occhi. Io chiamo in preda alla disperazione, lui finalmente si decide a prendermi in considerazione. Svanisco ingoiata dal sentiero (e dalla vergogna).

queidueliOh, Luna, tuo fratello, poverino, è un po’ limitato intellettualmente, diciamolo. Ma tu che sei una signorina così intelligente, perché devi procurarmi tanto dolore?
Sempre riserva naturale, cane libero (siiiì, lo so…). Luna risponde come un robottino a tutti i miei richiami, colmandomi di orgoglio padronesco. Forse anche io potrò chiamarmi Cinofila, ora.
Basta un piccolo vocalizzo e la canetta scatta al mio fianco, quando passano ciclisti o corridori, e non muove un baffo finché non le dico di andare.
Tranne che poi, a due chilometri, sbuca un altro cane.
Luna inizia ad emettere il suo caratteristico lamento “uuuoaaooouuuoauiiii”, e come un fulmine si lancia. Con me dietro che urlo “Lunaaaaaa vieni quiiiiiii subitoooooo!” e sul petto mi si materializza una banda con scritto “Sciuramaria Trail Race 2015”.
Lei travolge il cane scodinzolando come un vortice, gli chiede di diventare il suo migliore amico e il numero di cellulare, poi si rigira e cerca di limonare duro il padrone, o la padrona.
A quel punto, i casi sono due: l’umano/a dice “ma che carina!” e lì Luna propone il suo solito iter di sguardi volti a farsi adottare, oppure l’umano è un Cinofilo, ha il cane cibernetico programmato con 250 comandi diversi (tra cui spegnersi dopo mezz’ora di inattività e la funzione grill) e ti guarda come un verme. E sempre lì finiamo, con me che sprofondo in un sentiero laterale in prostrata umiliazione.

Infatti ora, se sono in un posto che non conosco più che bene, i cani li tengo sempre al guinzaglio.
Come quella volta in Toscana, in pieno bosco, quando abbiamo incontrato un signore con un CLC alto come un suv, legato al guinzaglio cortissimo, che quando ci ha visti ha emesso quel verso “HHHHRGRRUHF!”, che evidentemente significava “Se tu ti avvicina io mangia tue ossa!
Il padrone dico, non il cane.
Meno male che i miei erano legati.

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14 Commenti

  1. Davvero fantastico!! Ho riso come una matta.
    P.S. Mi si è rotto il microonde, suggerikenti su dove trovare un cane con funzione grill?

  2. fantastico! Sul richiamo ci stiamo lavorando visto che è da soli 3 mesi con noi e se non ci sono grosse distrazioni funziona anche abbastanza bene…. ma anche a me ogni tanto ci vorrebbe la banda con scritto “Sciuramaria Trail Race 2015”

  3. A parte la simpatia è estremamente pericoloso tenere cani liberi dove passano cavalli che vedendo il cane arrivare potrebbero sentirsi predati e dunque scappare con disarcionamennto del cavaliere, questo è molto pericoloso soprattutto se a cavallo ci sono dei bambini. Attenzione

    • Verissimo: però c’è anche da dire che il bosco è di tutti, non solo di chi fa le passeggiate a cavallo, e lo dico da equitante!! =)
      A mio parere è molto più da irresponsabili portare in passeggiata chi rischia di cadere da cavallo per un semplice “spavento”.. perchè posso garantire che capita che il cavallo si spaventi, non solo dei cani liberi, ma anche dei cani dietro i cancelli, delle macchine, etc.. etc..
      Se i cani hanno un buon richiamo, con un po’ di buon senso si può fare tutto.

      • Io sono da proprietario di cane e da cavalerizzo sono del parere che in posti dove ci sono altre persone, cani o cavalli o si è sicuri del richiamo del proprio cane o si deve tenera assulutamente a guinzaglio, è vero che i boschi sono di tutti, ma spesso si sottovalutano le conseguenze, in questo caso è andata bene ma la situazione da comica poteva diventare molto spiacevole e pericolosa.

        • sig corrado condivido in parte cio’ che scrive.
          da cavallerizza potrei risponderle che un cavaliere che monta fuori campo e non è in grado di gestire un cavallo che fa qualche storia per un cane non dovrebbbe montare al di fuori del rettangolo poichè potrebbe farsi davvero male.

          inoltre i cavalli che lasciano montare ai “cavalieri della domenica” sono solitamente cavalli spenti, stanchi, calmissimi , con una velocità di reazione di ore.richiamo
          ed un cane che non risponde prontamente ad un richiamo è il minimo che si incontra cavalcando nei boschi.

          tempo fa su una splendida psa appena uscita dall’ippodromo( se monta saprà …)ci imbattemmo in semicurva con uno sciame di enduristi che essendosi perduti procedevano a decente velocita.
          ci è passata in mezzo tra impennate e sgroppate.

          piu’ buon senso per tutti .

  4. bellissimo e troppo divertente, mi piacciono veramente tanto i racconti di vita normale!!! Anche a me capita di “sprofondare in sentieri laterali” :):):)

  5. divertentissimo!!!!!
    ho un peloso con cui lavoro ma non mi sento mai di guardare schifata nessuno nè ho l’arroganza di sentirmi una Cinofila , anche perchè, diciamolo, potremmo contare su due mani i talentuosi di ogni disciplina, quindi umiltà…………..
    fare i fighi con chi ha qualche difficoltà riempie solo un ego spropositato( chiaramente solo quello………) nulla di piu.
    sfido di trovare una persona che possa affermare, CON SINCERITA’, di avere un cane che non hai “lisciato”un richiamo………..
    ma per favore…..
    bellissimi i tuoi pelosi !!!

    • Condivido, secondo me nessuno ha il cane perfetto in qualunque circostanza, anche se lo millanta e ti guarda con disprezzo se il tuo in quel preciso momento sta facendo qualche errore. Anche la mia cagnetta ha un bel richiamo se non incontriamo altri cani. Per questo anche io la libero solo in posti notissimi. Sabato andrò in un campo per la prima lezione con la mia cagnetta, non vedo l’ora! Grazie davvero Gilda, perché ci racconti i tuoi cani “normali”!!! Spero di leggerti ancora su TPIC.

  6. Ma grazie per avermi fatto ridere di prima mattina…(nonchè ammiccare come una scema pensando che succede anche a me…)
    Per la cronaca, essendo “cinobastardomunita” anch’io, le cane come Luna non sono meticce, sono di pura razza PARACULA… certo la tua è maestra, il mio ha l’attenuante che un paio di anni di vita di cacca se li è fatti… però adesso sono 5 anni che vive da pascià… l’aria afflitta la potremmo anche lasciar perdere, o no?

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