di VALERIA ROSSI – Quando un famoso educatore (pardon, “dog trainer”) si perde il cane, le reazioni dovrebbero essere unanimi: solidarietà, preoccupazione, sollievo quando il cane viene ritrovato (e lo è stato: anzi, è tornato a casa da solo. Se così non fosse finita, non avrei neanche scritto queste righe).
Quando il famoso educatore si chiama Simone Dalla Valle e passa gran parte del suo tempo e del suo lavoro a parlare malissimo dell’addestramento e a negare l’importanza di un buon richiamo, se il suo cane si perde le reazioni sono un po’ diverse: ovviamente rimane la preoccupazione, ma la solidarietà va un po’ a farsi benedire.
Giusto, sbagliato, orribile, inumano?
In tutta sincerità, posso dire che quando l’ho saputo io NON sono riuscita a pensare “ahah, ben gli sta”. Ero troppo preoccupata per Sentinella (questo il nome del cane) per poter pensare ad altro.
Altri ci sono riusciti benissimo (nonostante tutti si augurassero che la storia finisse bene): io proprio non ce l’ho fatta, sul momento.
Quando però è arrivato davvero l’happy end, perché il cane è tornato a casa sano e salvo… embe’, allora il sogghignomaligno è scattato pure a me: lo confesso pubblicamente e senza vergogna.
Anzi, un po’ me ne vergogno pure, perché non è comunque carino sogghignare sulle 40 ore infami che deve aver passato quel povero ragazzo… ma è innegabile che ti riesca difficile pensare “poverino” di uno che non fa che attaccare gli addestratori dipingendoli come il diavolo in terra, quando tu sei un addestratore.
Credo faccia parte degli umani limiti.
La cosa che mi ha spinto a scrivere queste righe, comunque, non è la confessione dei miei limiti, di cui presumo non possa frega’ de meno a nessuno.
Quello che mi ha spinto è il modo in cui Dalla Valle ha commentato l’episodio, con un tono da “visto che avevo ragione io? Credi nel tuo cane e finirà sempre tutto bene!”
Ecco, questo proprio non mi va giù.
Perché tu puoi credere ciecamente nel tuo cane, come no: ma quando un cane è in giro da solo, perché a te fa schifo insegnargli il richiamo, devi fidarti ciecamente anche delle macchine, dei TIR, di tutti gli umani che può incontrare durante la fuga (e se pensi che tutti gli umani siano buoni e dolci, allora non hai mai letto un giornale), degli altri cani (e se pensi che siano tutti amichevoli e che vogliano tutti solo giocare, allora di cani ne capisci pochino) e di tutti gli altri dannatissimi pericoli a cui può andare incontro un cane che gira da solo, compresi i cinghiali che si dice abbia inseguito Sentinella (e se credi che i cinghiali, nel bosco, si fermino a chiaccherare amabilmente con i cani, allora hai visto troppi film di Walt Disney. Io purtroppo ho visto invece un cane sventrato da un cinghiale, sul tavolo di un veterinario. E non era un bello spettacolo).
Se non ho apprezzato, dunque, le critiche nel momento in cui Sentinella era ancora disperso, apprezzo altrettanto poco la frase “proprio mentre mi stavo gustando il rientro di Sentinella, mi avete dato l’occasione di farmi una gran risata distensiva tra amici“, rivolta ai professionisti cinofili che hanno ribadito su alcuni gruppi FB l’importanza fondamentale di un buon richiamo.
Perché c’è poco da ridere, sai? Anche se pure la tua risata rientra nelle reazioni umane comprensibili.
Però, dopo una brutta avventura come questa, io mi sarei aspettata almeno un minimo esame di coscienza: un “Porcaccia la miseria, sta’ a vedere che ho sbagliato qualcosa. Sta’ a vedere che quando dico/racconto/scrivo che gli addestratori sono dei brutti cattivoni che creano “soldatini” e “robottini”, dico/racconto/scrivo fregnacce, perché in realtà quello che creano sono cani che vivono in maggiore sicurezza dei miei”.
Ecco, questo speravo che succedesse.
Speravo che il “dog trainer” si rendesse conto di aver avuto una fortuna inenarrabile nel ritrovare il suo cane sano e salvo, e che questo non sia stato sicuramente merito del suo mantra “TRUST YOUR DOG”. Per dirla in modo un filino più crudo: questo è stato culo, Simo’.
Ed è un vero peccato che la brutta avventura (che nessuno credo ti abbia mai augurato, perché nessun cinofilo si augura mai che un cane vada a correre brutti rischi), non abbia scalfito di un millimetro le tue granitiche convinzioni.
E’ anche strano che adesso tu faccia entusiastiche dichiarazioni sul tuo profilo, mentre non hai scritto una riga quando Sentinella era ancora disperso.
Come mai non hai reso pubblica la cosa finché tutto non è finito bene? Forse temevi, sotto sotto, che perdersi il cane non fosse esattamente la migliore pubblicità per te e per i tuoi metodi?
Il mondo è pieno di persone che non imparano nulla dai propri errori, purtroppo: ma siccome non ti ritengo un cretino, io spero ancora che tu rifletta su quanto è accaduto. Almeno in privato, anche se non arriverai mai a una dichiarazione pubblica su quanto sia importante l’insegnamento del richiamo.
Lo spero per la sicurezza dei tuoi cani (che mi preme, come quella di tutti i cani del mondo, al di là di quanto tu possa essere irritante nelle tue dichiarazioni) e per quella dei cani di coloro che si affidano a te, e dei quali dovresti sentire la responsabilità: perché fare questo lavoro non significa solo andare in TV e scrivere libri e fare un po’ di soldini. Noi siamo soprattutto al servizio di chi si rivolge a noi e siamo responsabili delle cose che insegnamo.
Anche per questo io continuerò ad insegnare l’importanza di un richiamo impeccabile, in varie situazioni e davanti a diversi stimoli.
Poi, per carità, l’incidente può capitare a chiunque. Corna e stracorna e strascongiuri facendo, domani un cane potrebbe scappare pure a me.
Però un conto è l’incidente imprevedibile e imponderabile, un altro è andarsele a cercare col lanternino.
I cani sempre e solo liberi, non addestrati ma neppure educati (perché il richiamo sta proprio alla base dell’educazione, non solo dell’addestramento) sono ad altissimo rischio.
Questo è un dato di fatto, ed è un vero peccato che si chiudano gli occhi anche di fronte all’evidenza.
Io spero davvero che tu voglia riaprirli, parlando con il tuo cane per promettergli che un rischio così grande non glielo farai correre mai più.
Ma è cosi’ strano che capiti ad un cane di scappare?
Conoscete veramente i cani? Io non ne ho conosciuto uno uguale all’altro. Hanno una loro personalità e non credo che sia una cosa così grave se il cane non risponde prontamente ad un richiamo in una determinata situazione. Noi in quanto proprietari siamo guide per loro, ci impegneremo al massimo per fornigli la maggiore libertà possibile cercando di salvaguardare la propria sicurezza (e quella degli altri animali e persone). Leggo persone che scrivono che sia possibile un richiamo corretto al 90%… è qualcosa di innato in tutti cani? Come fate a definirvi cinofili se pretendete che qualunque cane risponda al 90% ad un comando ad ogni situazione? Entrano in gioco milioni di variabili, razza del cane, insicurezza, paura, instinto predatorio, femmine in calore o un problema di relazione col proprietario… Ma seriamente additare un Dog Trainer che come tanti in questo periodo porteranno sicuramente ad un evoluzione dell’approccio che abbiamo con i nostri amici mi sembra una cosa totalmente infantile. Ed il motivo? perché questo Dog Trainer è contrario a certi metodi utilizzati da altri personaggi del settore. Onestamente fatevi un esame di coscienza e magari imparerete anche dai vostri errori.
A mio avviso nessuno di noi ha fatto ancora abbastanza per meritarsi la compagnia di queste creature che reputo (come gli altri animali) superiori a tutti noi.
Saluti da qualcuno che non ha studiato niente riguardo ai cani.
“Il richiamo concede a voi la necessaria tranquillità per poter liberare
il vostro cane sicuri che tornerà correndo da voi e a lui la
possibilità di godere di ciò che, forse, lo rende più felice: la
libertà! Per questo motivo lo chiamo anche «il guinzaglio invisibile» e
ritengo senza dubbio che sia l’esercizio più importante da imparare”.
(da Un Cane per Amico di S. Dalla Valle).
Dalla Valle CAMBIA LAVORO che fai ridere. Nemmeno mio nonno si perde il cane dai…un “dog trainer” poi… il colmo dei colmi ahah
Gentilissima Valeria il suo commento su ciò che è accaduto a Simone Dalla Valle ed a Sentinella mi ha messo in confusione: non capisco la sua critica sul fatto che Dalla Valle si ostini a non insegnare un RICHIAMO IMPECCABILE quando Lei stessa in più occasioni ha ribadito che QUESTO non esiste. Nessuno mette in dubbio l’importanza del richiamo ma, come Lei, per esempio, ben descrive nel suo articolo sugli Husky, quando certi cani hanno potentissime motivazioni quali l’esplorazione o/e la caccia il richiamo può rivelarsi inutile. Lei stessa descrive come in varie occasioni la sua ubbidientissima Husky di fronte a tali motivazioni non ha ascoltato il suo richiamo e se ne è andata tornando con le prede,
ribadendo che se avesse voluto dei cani robot avrebbe continuato ad allevare pastori tedeschi.
E’ fuori discussione credo che ciò che vale per gli Husky valga anche per altri cani, meticci compresi.
Il suo è un cambiamento di pensiero sul richiamo? ed in base a cosa?
Vorrei una risposta con tutta la sua sincerità professionale che mi ha fatto trovare in Lei un punto di riferimento (cinofilo) importantissimo.
E’ proprio grazie a Lei e ad altri istruttori/educatori, fra cui Simone Dalla Valle conosciuto personalmente che ho trovato la conferma di ciò che ho sempre pensato e cioè che ogni cane ha una sua personalità che va rispettata proprio per il suo benessere e per il suo equilibrio. Ed è proprio in questo rispetto che si può veramente formare un forte legame tra la persona ed il suo compagno cane che anche nella disubbidienza momentanea ritornerà sempre da lui. Per quanto riguarda i rischi come possiamo evitarli? fanno parte della vita, anche quella di un cane!!. Sonia
Il richiamo sicuro al 100% non esiste: al 90% sì. Quello che contesto a Dalla Valle non è il fatto che il suo cane sia scappato (può succedere a chiunque, anche a me), quando il fatto di essersi addirittura fatto un vanto del fatto che (per pura ed esclusiva fortuna) sia tornato sano e salvo dopo 40 ore, continuando a ribadire che i cani vanno lasciati liberi sempre e comunque.
Invece NON si lascia libero un cane che non abbia un ottimo richiamo: i miei husky “scappavano”, sì, ma all’interno di una proprietà totalmente recintata…e comunque non ero certo io a mollarli! Gli husky sono – l’ho ribadito mille volte – più intelligenti di me: tra scavare buche e scalare recinzioni, hanno un “parco fughe” praticamente inesauribile. Ma liberarli VOLUTAMENTE in luoghi non sicuri sarebbe folle: non l’ho mai fatto e non mi sognerei mai di dire a qualcuno di farlo, come invece fa costantemente Dalla Valle.
Spero che così sia più chiaro (anche se è la ventesima volta che lo ripeto… sigh).
Il punto centrale di tutto secondo me è questo: qualcuno potrebbe pensare:” Siccome anche ad un famoso educatore/addestratore/dog trainer il cane può scappare/sparire per ore/non rispondere al richiamo/altro (in senso fattuale) e tornare “dopo” (non sto dicendo se sia giusto o sbagliato, meglio o peggio o che faccia o meno felice un cane) allora dai che se mi succede non faccio poi così schifo.”
è chiaro che tanti leggono con spirito critico, ma per molti altri non è così. soprattutto perchè certa gente è capace di generalizzazioni pericolose. chi può dire che qualcuno non si senta “giustificato” a mollare a casaccio il cane o peggio ancora a tenerlo sempre legato (della serie: se ad un famoso e quindi si presume esperto educatore/dog trainer/mentalist – qualunque sia il suo modo di lavorare – il cane scappa comunque allora se capita a me è normale (indipendentemente dal ritorno o meno del cane a casa – e qui meno male), quindi meglio tenerlo sempre legato. troppi non vanno a contestualizzare la “fuga”. e per un cane tornato mille altri smerdati e mille altri ancora sempre in “prigione”. io, per “dovere morale” verso i cani di chi non ha voglia o non è in grado di leggere e pensare, specificherei alcune cose, se fossi famosa e la vicenda avesse assunto dimensioni, diciamo, mediatiche. qualcuno potrebbe dire: ma è ovvio! sì, per me, te e tua zia, ma chiediamolo alla siora seduta sulla panchina dell’area cani in questo momento vicino a noi..
p.s. se a qualcuno può interessare per il richiamo in caso di traccia o animaletto da rincorrere io trovo che colla bassotta funziona molto i giochi per cani che suonano quando li premi. mi vengono in mente anche quei (non so se sono fischietti) con i versi degli uccellini. magari da usare per boschi/prati. non so, magari il cane che sta per partire dietro alla lepre cambia idea, se non sa che siamo stati noi e tenta di capire da dove arriva il suono. adesso non me ne intendo, magari è una cavolata allucinante…non vorrei che oltre al nostro cane arrivassero anche una decina di cuculi, cani altrui, cinghiali e anche qualche gatto selvatico…
p.s. altra idea. se il cane è “attratto” dagli altri cani si potrebbe, con uno smarthphone, cercare su Internet una suoneria o un video con potenti “baubaubau” di altri cani. se il suono viene dalla nostra direzione magari ritorna (non so, nelle emergenze). oppure col verso del daino o cerbiatto. i caprioli ne fanno uno inconfondibile (almeno le poche volte che li ho sentiti io dal vivo).
Si a cavarsela in mezzo ad una strada con TIR e auto che vanno ai 200…come mollare te in un bosco nella steppa..e dirti cavatela da solo!!! Ma leggete e pensate quello che scrivete oppure scrivete e basta??vuoi un cane che se la sappia cavare da solo? Beh nn prenderti un cane..adotta un gatto o forse niente che è meglio..
Stai calmo paolo. Lo so che tanti incapaci non riescono neanche a immaginare certe cose.. ma guarda altrove, fatti i cazzi tuoi e non offendere .
libero non vuol dire per forza da solo in autostrada. Libero ma sempre guidato. Molto più guidato in un certo senso che con guinzaglio e museruola.
No, Alessandro, non ho mai perso un cane. Però, purtroppo, mi è “scappato un cane”, se così possiamo definire la cosa: ovvero, in mia assenza il cane si è aperto da solo la porta dell’ufficio, che non aveva mai neppure guardato, ed è finito in mezzo alla strada per seguire mio figlio che era andato a prendersi una bibita al bar di fronte.
E’ stato investito ed è morto: neppure subito, ma dopo una decina di giorni di vani tentativi di cure.
Non ci sono responsabilità di nessuno (io ero a cento chilometri, mio figlio non poteva sognarsi che il cane lo seguisse dopo che aveva chiuso la porta), ma a me è rimasta una tale angoscia, dopo quello che è successo, che solo l’idea di far correre il MINIMO rischio ad un cane mi dà la nausea.
Per questo lavoro strenuamente per avere un buon richiamo (che tra l’altro ancora NON HO con Samba: peò ci lavoro e rilavoro e stralavoro)… e nel frattempo non è che la tenga perennemente al guinzaglio: la libero eccome, ma solo in condizioni di sicurezza.
Che è ciò che vorrei facessero tutti. E se non lo fanno, o peggio ancora se consigliano di non farlo, mi girano le palle a mille..
Non mi ero accorto che nel commento la domanda era rivolta a tutti. Spero che non ci si mette tutti quanti a fare outing come richiesto per sapere se e quante volte (quante volte figliuolo?) si e’ perso il cane.
Non lo faro’ nemmeno io e scrivero’ invece che tutte queste argomentazioni potranno essere piu’ o meno interessanti e piu’ o meno condivise ma non era questo l’argomento della discussione. Infatti, il punto non e’ la perdita del cane che per altro e’ tornato ma la scelta di fare di tutta la storia una questione di autopromozione markettara.
E’ innegabile che qualunque altro cane di qualunque altro umano non avrebbe fatto notizia ed e’ cosi’ perche’ la rilevanza della notizia e’ data dall’umano e dal suo modo di rapportarsi professionalmente con gli altri umani, no dal cane.
Tutto il resto dei commenti sull’autodeterminazione dei popoli canini, sulla fiducia e sui paroloni altisonanti mediandoli da altre discipline, sulle accuse rivolte ad urbi et orbi di essere degli antiquati ignorantoni perche’ non iniziati alla Vera Conoscienza del Verbo Rivelato della Fede nel proprio Cane, riguardano una vexata quaestio (oggi mi sento di esibire il mio poco e scarsissimo latino).
Quella vera, che e’ il tema suggerito dall’articolo, non e’ se si debba o non si debba insegnare il richiamo e nemmeno se si debba avere fiducia nel cane oppure trasformarlo in un robottino come se queste fossero le uniche vie possibili in antitesi l’una all’altra.
La vera questione e’ che non si dovrebbe fare gli splendidi cercando di screditare gli altri, altrimenti quando si cade su una buccia di banana come capita a tutti si finisce per fare notizia e per essere anche un po’ presi per il culo dal resto del mondo ignorantone e retrogrado che essendo vile e grezzo non ha abbastanza neuroni per comprendere il Verbo del Profeta che si sta ancora massaggiando il culo.
No in realtà la domanda era rivolta solo a Valeria e agli autori, quindi diciamo solo agli addetti ai lavori.
Condivido in pieno quello che dici…
quello che voleve far passare era che oltre il signor della vAlle…anche la Sig.ra Valeria come un pò tutti gli addestratori…sono sempre pronti a puntare il dito a quello che gli è scappato il cane…a quello che non ha il richiamo perfetto….
ma vorrei un pò vederli tutti questi richiami perfetti….;-)
Sarebbe interessante portare i più importanti educatori, istruttori ed addestratori italiani nel bosco sopra casa mia in cui il numero di caprioli e daini è altissimo. Così si potrebbero mettere a confronto tutte le scuole di pensiero e vedere quale approccio funziona meglio. IL daino è la difficoltà più alta per un cane perchè è velocissimo e…..mentre la lepre dopo un pò trova la tana e la rincorsa finisce, col daino l’inseguimento può continuare per km. Questa preda porta il cane molto fuori zona e ……se si è lavorato bene sulla relazione dopo un pò il cane torna in direzione del proprietario altrimenti sono cavoli amari. Nella nostra zona si perdono molti segugi di cacciatori per questa ragione e la causa è duplice : da un lato il cacciatore medio non spende molto tempo nella relazione col proprio cane e dall’altro questi cani hanno un predatorio altissimo e la motivazione ad inseguire dura diversi km (talvolta intere giornate). Inoltre i professionisti cinofili sarebbero da valutare non con i soliti border o golden retriever ma con dei grand bleu de gascoigne o dei segugi porcelaine. Peccato che la maggior parte dei professionisti non abbia segugi come cani personali e quindi diventerebbe difficile testarli veramente più o meno a parità di condizioni. Un professionista cinofilo non è valido se appartiene alla categoria degli educatori o degli addestratori…..esistono educatori validi e addestratori scarsi e viceversa. Le persone vanno valutate in base alla loro cultura ed alle loro abilità pratiche e non in base all’appartenenza ad uno dei due schieramenti. L’unica pregiudiziale è l’utilizzo di metodi coercitivi oppure di metodi che mettono troppo sotto pressione i cani. Nessuno ha la verità in tasca ma ognuno di noi dovrebbe essere allenato ad utilizzare il proprio spirito critico e non credere A PRIORI a ciò che il GURU di turno propina (che sia dell’uno o dell’altro schieramento). Per il tifo c’è sempre lo stadio.
Esaaaaaaaaattoooooo..sarei davvero curioso!!
Il daino poi è bas***do inside…perchè fa una corsetta e poi si ferma….quando il cane si avvicina fa un altra corsetta e poi si ferma…in questo modo il cane ha sempre la percezione “falsata” di poterlo raggiungere!
Il mio la prima volta (a dieci mesi) è sparito per due ore e mezza, molto prob si era perso ora invece si fa la sua corsetta (anche di 10min) ma poi torna; se siamo in zone conosciute..io continuo il mio cammio tranquillo…so che comunque mi raggiungerà.
anch’io continuo a lavorare sul richiamo con il mio cane con bocconcini ecc, ma è un lavorone…
stessa cosa quando sono dagl’asini, che sono animali che lo incuriosiscono incredibilemente….infatti faccio molta fatica a chiamarlo!
Il richiamo fatto al campo vale come il 2 di briscola!
ps con questo non sto dicendo che non vada fatto…
in realtà il richiamo al campo vale moltissimo se poi si ha la voglia di puntare alla generalizzazione. Innanzitutto nel nostro campo dopo aver insegnato il richiamo al cane senza distrazioni lavoriamo con distrazioni di difficoltà crescente fino ad arrivare a richiamare cani che giocano tra loro. Poi….durante le lezioni di ricerca olfattiva, che si svolgono in prati e boschi non recintati, ci si impegna a lavorare sul richiamo in condizioni di distrazioni più forti : estensione praticamente infinita di terreno da esplorare, tracce di animali, altri cani liberi ecc….
Ti devo dire che cani ben addestrati alla ricerca del disperso nel bosco tendono durante lo svolgimento della performance a non considerare i caprioli…..e inoltre ci sono delle differenze marcate tra un soggetto e l’altro se esposto a questo stimolo. Alcuni vengono subito al richiamo nonostante il capriolo sia a venti metri da loro mentre altri fanno la “sparata” ma con la tecnica dell’allontanamento ritornano abbastanza velocemente (di solito qualche minuto), altri ancora si riescono a bloccare con un segnale di arresto dato con tempismo perfetto nel corso della fase appetitiva del comportamento predatorio. Però si parte sempre e comunque dal richiamo al campo per poi andarlo via via a provare in ambienti e situazioni sempre più distraenti.
Alla faccia dell’educazione e dell’eleganza! 😉 Quindi non bisogna fare gli splendidi tacciando gli altri di arroganza e maleducazione altrimenti si scivola sulla buccia di banana e urbi et orbi cum strada facendo vedrai che non sei più da solo…spè spè me la segno!
Stia piu’ attento: non bisogna fare gli spendidi cercando di screditare gli altri, nient’altro. La capacita’ di comprensione del testo e’ un prerequisito altrimenti non se ne viene piu’ fuori.
Per inciso, essere educati non significa essere condiscendenti. Io non sono condiscendente.
A guardi se per questo nemmeno io, però io ero stato tacciato di: “tracotanza, che e’ inversamente proporzionale alla sua educazione ma ha
in comune con essa il poco senso della misura, le impedisce di capire
che quando da’ dell’ignorante a qualcuno” e poi subito dopo dice di non farne una questione personale quando il suo commento era molto più che personale, ben diverso dal mio accostamento alla cinofilia preistorica, che era tutto sommato un’opione. Il mio ultimo desiderio era l’esacerbarsi dei toni, dopo aver solo criticato un’articolo di tutti quelli che scrive l’autrice a cui di solito non commento mai, solo per i motivi che ho già elencato più volte, però sembra che qui sia difficile dissentire senza essere accusato di tracotanza o maleducazione fondamentalmente perchè si ha un’opinione radicalmente diversa.
Ho due cani e a tutti e due ho insegnato il richiamo fin da piccoli…
con il primo non è facile tanto che l’ho portato da due addestratori ed entrambi guardandolo mi hanno detto che con quegli occhi c’è poco da fare…stupidamente non gli ho mai chiesto che cosa avevano i suoi occhi…è un meticcione nero di sette anni che è la mia ombra tranne quando siamo nei boschi vicino a casa dove se sente qualche capriolo, tasso o altro animale parte a testa bassa e non si riesce a fermarlo…torna sempre dopo circa 10′ molto contento della sua corsa… ultimamente se uso uno tono “incazzato” e in anticipo rispetto a ciò che lui ha in mente di fare lo fermo con abbastanza tranquillità se parte invece niente da fare…
l’altra è una femmina di australian di un anno a fine mese…con lei il richiamo è più efficace, ma quando vede un animale non ci sono molte possibilità…
sicuramente ho sbagliato delle cose (teniamo conto che almeno una volta al giorno continuo ad allenarla sul richiamo nei prati con premi/crocchette) ma credo che quando un cane parte dietro al suo istinto (animale in movimento visto…) ci sia poco da fare
sul resto dell’articolo non mi pronuncio perchè non conosco la persona di cui si parla…
Articolo totalmente inutile. Avresti fatto prima a mandare una email privata al soggetto in questione e pubblicare altro.
Rispondo in qualità di proprietario meno che medio, perso no, scappato ( come ho detto prima) sì. È vero che la mia vita coi cani è iniziata praticamente 5 minuti fa se confrontata con la maggior parte di quelli che sono ospitati qui, pertanto la mia testimonianza o la mia interpretazione lasciano il tempo che trovano. Sbagliare sbagliamo tutti, anche i guru gurissimi….non è questione di giudicare, ma sinceramente a me, leggendo è parso che alla fine.questo signore, sollevato per aver ritrovato il cane, abbia comunque colto l’occasione per ribadire che questa scappatella era la prova insindacabile che il suo metodo funziona. Non lo metto in dubbio perché non lo conosco, ma a me sembra che sia stata una disavventura finita bene, non una conferma di un metodo educativo. Ma poi perché questa fissa che un cane controllato sia un robot? Un cane controllato non vuol mica dire che ha un pulsante ON/OFF, non è che senza il tuo comando non cammini, viva, esplori, giochi, ma magari non insegue tutti i ciclisti che passano per dire….
Il problema è che un cane mediamente educato…
in campo di addetsramento lo controlli alla perfezione, in casa pure….nel bosco alla vista di un daino….no…
ovviamente si parla di cani con un forte predatorio…
Dopo avere letto più o meno tutti i post mi vengono spontanee alcune riflessioni.
a)Potrebbe essere che Valeria Rossi sia andata giù un pò pesante con questo Dalla Valle……a sua discolpa però bisogna dire che questo è l’unico blog in cui è possibile esprimere il proprio parere anche se decisamente in contrasto con le valutazioni di chi gestisce il sito. Tutti i detrattori della Rossi hanno potuto dire la loro sull’argomento.
b)Nel sito è possibile leggere gli articoli più disparati dall’etologia, ai metodi per educare ed addestrare i cani, alla relazione uomo-cane, alle patologie, agli standard delle varie razze ecc…. Ci sono diversi siti che propongono articoli cinofili ma non vi è da nessuna parte la quantità di notizie che si possono ricavare da qui.
c)credo che si debba avere l’intelligenza di confrontarsi con tutte le scuole di pensiero. Molti si soffermano invece solo su quanto espresso da una sola corrente senza provare a confrontarsi con chi esprime concetti diversi. Visioni talebane indotte dalla venerazione di un GURU cinofilo non portano ad un vero confronto ma solo ad uno scontro distruttivo. I GURU traggono vantaggio pubblicitario dall’avere adepti che sposano la loro causa…..ma non dimentichiamoci che spesso dietro alle scuole di pensiero oltre ad un’impostazione teorica e metodologica del training si nasconde anche il businness.
d)Nel lavoro con i cani non c’è solo il bianco o il nero ma anche molte sfumature di grigio. Per un educatore o un addestratore non capirlo significa fare un pessimo lavoro e dare un cattivo servizio ai clienti. Le variabili da affrontare in una relazione uomo-cane sono tantissime e molte non sono necessariamente legate al cane ma ai bipedi che stanno all’altro capo del guinzaglio (come direbbe Patricia Mc Connell). A questo proposito può essere molto utile leggere un libro di Marchesini scritto in ostrogoto che si chiama “Lineamenti di zooantropologia”. Se uno riesce ad arrivare in fondo alla lettura senza rinunciare prima ne può uscire molto arricchito.
e)l’unica cosa veramente preoccupante del cane sfuggito al Dalla Valle sono le 40 ore che sono occorse per vederlo ritornare. Se l’educatore è bravo come molti dicono sicuramente non sarà un problema di relazione…….più facile che sia legato ad una percezione imperfetta dell’ambiente causata da qualche degenerazione cerebrale legata all’età. Certo è che d’ora in avanti sganciarlo nei boschi potrebbe essere un rischio.
Ho fatto la stessa domanda in questo articolo…https://www.tipresentoilcane.com/2015/04/02/sapete-che-ce-arrangiatevi/
senza riceve risposta…ora riprovo in questo:
Valeria e tutti gli autori che scrivono su TPIC, vi chiedo, avete mai perso un cane? vi è mai scappato un cane??
io credo proprio di si….ne sono assolutamente sicuro…
io non conosco sto dellaValle e manco lo voglio conoscere…ma a vedere il sito e le sue dichiarazioni…non mi sembra che dica niente di transcendentale….e anche a lui COME A TUTTI sarà capitato di sbagliare….
un aspetto che non mi piace…anzi mi fa proprio incazzare di certi articoli…è che siete sempre li pronti a giudicare, a puntare il dito…ahhh ecco non ha insignato il richiamo al cane…la colpa è del proprietario..crocifiggetelo….a morte colui che non spende 40€/h dall’addestratore….
il cane è un essere vivente e pensante….e o lo si inibisce a tal punto da diventare un robot senza anima…oppure l’imprevisto ci sarà sempre e comunque…come ci sarà con un cavallo con un bambino o con adulto!!!
in più vorrei dire che c’è un abisso dal richiamo che si fa in addestyramento al richiamo che ci può essere in un bosco….
in addestramento cpossiamo mettere tutte le distrazioni (costruite ad hoc) del mondo…che il cane risponderà sempre meglio che in esterna….
il cane capisce e sa che si sta lavorando e che quindi arrivano i premietti il divertimento e la soddisfazione del lavoro….
vi voglio vedere io in un bosco con i daini…con un predatorio come quello del mio pt….manco se gli sparate quello si ferma…anch’io uso la tecnica di giampiero di nascondermi…e lui comunque torna sempre…a volte dopo 2 min a volte dopo 10min….
nel caso specifico essendo il cane anziano molto prob si è perso dopo essersi allontanato troppo…ma non per questo il proprietario va messo in croce…anche se è un addestratore…
A me, che sono un’educatrice cinofila è capitato di perdere uno dei miei
cani e ho vissuto una notte di vera disperazione. Insegnare il richiamo
al cane ed insegnarglielo bene è fondamentale. Il mio caso è un po’
diverso. Il “fuggiasco” è un cane adulto che ho adottato da un canile,
nel quale ha vissuto circa un anno e mezzo, dopo sicuri maltrattamenti e
successivo abbandono. Quando l’ho preso non sapeva fare nulla, era
iperaggressivo con tutti gli altri cani, estremamente diffidente con le
persone, soffriva di una sindrome d’abbandono spaventosa (quando uscivo
cercava di buttarsi giù dalle finestre). Chiaramente mi sono subito
messa a lavorare con il cane, sia per una gestione più facile e sicura,
ma soprattutto per fargli acquisire quel benessere ed equilibrio
psicofisico che maltrattamenti prima e canile poi gli avevano impedito.
Una delle primissime cose che gli ho insegnato è stato proprio il
richiamo. Ora moltissime dei problemi di köpek
sono risolti, compresa l’aggressività, ma quando è scappato lo avevo da
pochi mesi. Ero al parco con i miei cani quando, era il periodo di
natale, improvvisamente è esploso un petardo. Il cane, che già aveva
imparato bene il richiamo, ha (ancora) terrore dei rumori improvvisi, il
parco dove mi trovavo purtroppo non è recintato, e sentito il botto ha
cercato di scappare. La mia femmina lo ha immediatamente raggiunto e
bloccato. Arrivata a meno di un metro da lui, per mettergli il
guinzaglio e tenerlo in sicurezza, è esploso un altro petardo, più forte
del primo e il cane è fuggito in preda al panico. E’ chiaro che un cane
insicuro, spaventato, in preda al panico non capisce nulla e non
risponde ai comandi, lo so molto bene, ma questa non è stata per me una
giustificazione, un modo per assolvermi. No, avevo sbagliato, l’errore
era tutto mio. Avevo già portato altre volte il cane in quel parco e non
c’erano mai stati problemi, non aggrediva più gli altri cani, veniva al
richiamo, e qualche volta si faceva anche accarezzare dalle persone, ma
non avevo considerato il rischio rumore, lo avrei dovuto portare in un
parco più sicuro, uno con la recinzione. Fuggito il cane sono
immediatamente iniziate le ricerche, ma sembrava volatilizzato. Il mio
problema era esclusivamente quello di ritrovarlo, ero terrorizzata
dall’idea che potesse finire sotto qualche macchina o che qualche umano
potesse maltrattarlo, in più era previsto un temporale per la notte e,
all’epoca, aveva la fobia anche di quello. Non mi sono preoccupata
minimamente della “figura meschina” che potevo fare con una richiesta
pubblica di aiuto, la mia priorità era ritrovare il cane. Il mio
annuncio è stato utile, infatti il giorno dopo ho ricevuto la telefonata
da parte della persona che lo aveva trovato e tutto si è risolto.
Racconto questo episodio per dire che, per quanto io non sia così
famosa, non scriva libri e non mi permetta di polemizzare sui metodi dei
colleghi (a meno che non siano coercitivi), ci sono stati episodi, da
parte di sedicenti educatori ( si presentano come tali ma non hanno
attestato perchè non hanno mai superato l’esame) di presa in giro nei
miei confronti e manifestazioni di gioia. Personalmente nella stessa
circostanza rifarei lo stesso, richiederei pubblicamente aiuto, perchè
ritengo che non solo un educatore, ma chiunque ama gli animali, non può
anteporre la propria immagine professionale alla sicurezza ed incolumita
del proprio cane. L’episodio per me è stato di insegnamento, nemmeno il
più bravo al mondo (che non sono io) non ha più nulla da imparare e
prima di togliere il guinzaglio al proprio cane è necessario valutare
tutti i rischi, anche il più remoto. Morale, ho ritrovato
köpek,
ho ricevuto anche molta solidarietà e aiuto, l’episodio è stato di
lezione non solo per me, ma anche per altri proprietari di cani, i miei
clienti non sono spariti, ma al contrario sono aumentati, mentre chi si è
permesso di denigrarmi con commenti autoreferenziali è stato
semplicemente “isolato”. Alla fine chi ha fatto la figura meschina? Io
personalmente non mi rivolgerei mai e poi mai ad uno che perde il cane e
non usa tutti gli strumenti che ha a disposizione per ritrovarlo, mai e
poi mai, ad uno che perde il cane e non chiede aiuto per vergogna.
Molto condivisibile ciò che scrivi. L’unica cosa che mi dà da pensare è quando dici che prima di sganciare un cane devi valutare tutte le variabili cosa che secondo me è impossibile perchè qualche volta l’imprevisto esiste. Nel tuo caso l’errore non è stato sganciare un cane in un parco cittadino non recintato ma portare un cane con alta sensibilità acustica e fobie da rumore in un contesto urbano nel periodo di Natale…….qualche pirla che spara petardi in città tra Natale e Capodanno lo trovi quasi sicuramente. Tra l’altro, se stavi lavorando con lui utilizzando desensibilizzazione e controcondizionamento hai rischiato di compromettere il suo percorso di abituazione ai rumori (oltre al rischio ancor più grave della morte del cane). Se però tu vai allo stesso parco a maggio e trovi quello che spara il petardo allora è sfortuna nera e non sarebbe certo colpa tua se hai liberato il cane. Questa appena citata è una variabile non preventivabile. Mi sorge una domanda……tu con un cane che ha un buon richiamo quando vai in un bosco, in campagna o in montagna che fai? Lo liberi o lo tieni al guinzaglio col rischio che appaia un daino o un cinghiale? Anche queste sono variabili non presenti all’inizio della passeggiata ma che si possono palesare nel corso del giro stesso. Io sinceramente credo di non dover togliere al mio cane il piacere di farsi un giro in libertà senza avere sempre sto guinzaglio attaccato.
Si, stiamo dicendo più o meno la stessa cosa, forse, mi sono espressa in maniera non del tutto corretta. Valutare ogni rischio in base al cane e alle circostanze, ovviamente, altrimenti non si potrebbe mai consentire al cane di correre libero, nemmeno in aperta campagna o in un bosco isolato. Infatti, mentre avrei potuto portare tranquillamente la femmina, che non ha alcuna paura dei rumori, in quel parco anche la notte di capodanno e sono sicura che si sarebbe anche divertita. La stessa cosa non la avrei potuta fare con köpek, se non per scelta, al guinzaglio, come seduta di assuefazione ai botti e giusto per il tempo necessario. L’episodio è accaduto ai primi di novembre, quindi i petardi erano “primizie” di stagione, ne sono però esplosi anche di recente, in occasione della pasqua. Il rischio c’è sempre, e c’è anche la sfiga a volte, purtroppo, non bisogna essere paranoici o iperprotettivi, ma è, comunque, necessario non essere superficiali o troppo sicuri di se. In quel caso credo che il mio errore sia stato proprio questo, i progressi che il cane aveva fatto, mi avevano dato una sicurezza che in realtà ancora non mi potevo permettere e condividere il mio errore con gli altri è stato utile prima di tutto a me.
esatto….la penso come te. Si spera che un giorno le persone rinsaviscano e perdano interesse in questa pratica assurda dela lancio di botti e petardi anche se temo che sarà dura.
Credo sia impossibile che rinsaviscano, molto meglio insegnare ai nostri cani a conviverci e a stare sereni nonostante le idiozie dei c.d. sapiens-sapiens
Eh, però tu, a differenza del personaggio in questione, stai anche ammettendo di aver fatto un errore, anche se non preventivabile, ma non ti stai auto assolvendo. Anzi. Non stai dicendo “Beh, alla fine l’hanno trovato, vedi che non è poi successo niente e posso portarlo in giro libero anche se sparano petardi?”
Anche a me è successa una cosa simile col mio, anche lui terrorizzato dai rumori forti, anche lui problematico più o meno come il tuo, anche lui di canile preso adulto; ovviamente io essendo neofita e sciura non sono riuscita a raggiungere i tuoi livelli con il Truzzotamarro, migliorati tantissimo grazie al campo di addestramento/educazione ma comunque qualche pecca c’è ancora. Anche io lo avevo da pochi mesi e gli stavo “facendo fare i compiti” in un prato vicino a casa, avevo il flexi bloccato alla massima lunghezza lasciato lungo a terra (a guisa di lunghetta insomma…) convinta che avrei potuto bloccarlo col piede, ma un petardo lo ha fatto partire, sono riuscita a richiamarlo (con tutta la flemma di cui sono stata capace e me la sono cavata benino, anche se avevo il cuore a mille…) e stava tornando da me, ho scelto di non andargli incontro, ma di aspettare che arrivasse lui da me, in fondo stavamo semi-lavorando…un secondo petardo. Il cane è ripartito, chiamandolo sempre con un infarto in corso ma con la postura ed il tono più calmo che riuscivo ad ottenere ero riuscita a rifocalizzare la sua attenzione su di me, quando è scoppiato il 3′ petardo… il cane mi ha proprio fatto il gesto dell’ombrello ed è schizzato via, con il flexi chè si è sbloccato e la cui estremità gli batteva nelle reni ad ogni galoppata… Ero spaventatissima, ho visto che è andato in direzione di casa, ma ci sono 2 strade da attraversare (non trafficate ma tant’è),angoli da girare, era in panico e ad ogni passo prendeva una botta dal guinzaglio… a 200 metri c’è la tangenziale, in più era con noi da pochi mesi. Insomma, le basi c’erano tutte…. Sono andata verso casa pensando “prendo la macchina, chiamo il figlio e io in auto ed il ragazzo a piedi andiamo a cercarlo, di più non posso fare adesso, intanto pensavo che il chip era a nome nostro e a quanti canili chiamare, e dopo quanto tempo…”. Arrivo all’angolo della via, combinazione saluto una persona, imbocco la via ed il cane era lì…. sotto il portoncino d’accesso, aveva messo fuori la testa sentendo la mia voce
( e mi guardava anche con malcelato disappunto…..adesso arrivi? Sono 10 minuti che ti aspetto…). Era tornato a casa! Nonostante tutto il suo istinto lo aveva guidato verso il posto che per lui era più sicuro, la sua tana, nonostante fosse terrorizzato aveva trovato la strada di casa. Non ti dico cosa ho provato perchè lo immagini. La lezione mi è servita, anche se in un certo qual modo è stato un successo.. Ma da allora ho capito che devo pensare ed essere preparata all’impensabile…
Scusa il papiro, ma ogni volta che ci penso sono così orgogliosa di ‘sto lupastro….che devo dirlo a tutti!!
Bellissima storia e gran successo tuo e del tuo cane. Credo che anche il mio sarebbe ritornato a casa, so che lo sa fare, almeno ora, ma credo anche all’epoca. Non ha avuto possibilità di farlo perchè soccorso subito da una persona (meno male non l’ha aggredita, diffidente e spaventato come era, e anche questo, oltre ad aver evitato ulteriori problemi al cane, è stato un gran successo). Nel mio caso i petardi scoppiavano nella direzione della mia casa e quindi lui è scappato nella direzione opposta, ma superato il panico, credo che avrebbe ritrovato la strada di casa, a cinque minuti a piedi dal luogo della fuga. Questo non giustifica affermazioni del tipo: “INTANTO IL CANE SA TORNARE”, frase che sento molto spesso e che è a mio avviso sempre inaccettabile, a maggior ragione se detta da un educatore. Riconoscere i propri errori è fondamentale per non rifarli, purtroppo capita più spesso di quanto si creda, che i progressi dei cani che seguiamo, facciano sentire noi “professionisti” del settore, infallibili, ma non è così. Ne conosco alcuni che hanno raggiunto livelli di arroganza insopportabili e che lavorano sui cani non tanto per il bene di questi ma esclusivamente per alimentare la propria vanità. Un po’ più di umiltà non farebbe male a nessuno e soprattutto farebbe molto bene ai cani 😉
Possiamo parlare di Nonno, il suo cane che scappò, venne investito e morì.
Ma è meglio gettare fango sugli altri, no?
Lis, neppure tu conosci evidentemente la differenza tra “gettare fango” e “fare una critica”. ma non ti passa per l’anticamera del cervello che proprio la morte del mio cane (avvenuta quando io ero a 100 km di distanza, perché si è aperto da solo una porta a cui non si era neppure mai avvicinato…ma questo non c’entra nulla) mi abbia fatto diventare ANCORA più pignola ed esigente nei confronti del richiamo?
Il Nonno non è morto per non aver risposto a un richiamo, visto che nessuno l’ha chiamato: però è finito lo stesso sotto una macchina, proprio perché i cani NON possono autodeterminarsi nei confronti di qualcosa che non appartiene alla loro società e al loro modo di vivere.
Quindi, PROPRIO perché un mio cane è morto investito, ESIGO che si metta sempre il richiamo al primissimo posto nell’educazione di un cane.
Ah… grazie per la sensibilità dimostrata (del tutto ad capocchiam, peraltro). Io se non altro mi sono permessa di parlare di una brutta avventura SOLO dopo che è finita bene.
Potremmo anche parlare della differenza tale per cui Valeria Rossi non è stata a nascondere l’episodio o a inventar storielle, dato che dell’incidente ne ha scritto direttamente sulla sua rivista senza stare a pensare al possibile ritorno di immagine “negativo” e senza cercare alibi e similari.
Ma probabilmente sarebbero ragionamenti troppo complessi per uno talmente meschino da fare un commento come il tuo.
Che commento schifoso e di basso livello. Il cane del tuo idolo intoccabile non è morto, ed è stata criticata in questo articolo solo la prosopopea con cui della valle ha commentato la vicenda. Tirare in ballo un cane morto in un incidente è da Testa di Cazzo d.o.c.
Ho un cane che è il tipicissimo cane dal richiamo difficile quando parte, perchè è un levriero. E in più è così veloce che si allontana di parecchio. E credo che realmente non mi senta.
Se è distante e non sta “lavorando” viene all’istante, ma se corre, ti saluto….
Lo libero sono il zone recintate o in particolari circostanze (ad esempio se siamo a cavallo si allontana pochissimo, pur essendo più veloce del cavallo). Sennò sta al guinzaglio e buonanotte. Non so se sarebbe possibile insegnargli a tornare al richiamo quando parte al gran galoppo, ma non mi ci metto neppure a provare, oltretutto mi dispiacerebbe rompergli le scatole quando si diverte così. Per fortuna non è nevrile come alcuni levrieri e non si spaventa di botto quando è al guinzaglio. Mi è capitato di vedere certi colleghi greyhound che fanno dei salti che strappano il guinzaglio dalle mani se si spaventano e volano via.
Il mio mini-levriero non si allontana mai, resta sempre in vista (un vero cuor di leone), da piccolo però capitava che partisse in quarta per andare a salutare qualche umano in arrivo in mezzo al prato. Ho imparato a riconosce le situazioni di pericolo e ha bloccarlo con un NO deciso prima che gli passi anche solo per l’anticamera del cervello di correre incontro al primo umano che passa. Ti assicuro che funziona. Ammetto però che ha anche un predatorio pari a quello di un pandoro quindi in quel tipo di situaizni critiche non mi sono mai trovata. Concordo comunque che levrieri rescue o con alto predatorio vanno liberato solo in terreni recintati se non si è sicuri al 10000000000% del richiamo.
Oddio…. il predatorio di un pandoro !! Ma da dove ti vengono?
Mi stavo ribaltando…. 🙂
Perché non l’hai visto quando deve fare gli esercizi che non gli piacciono ed intorno c’è gente che conosce… ha il livello di attezione pari a quello di un bradipo ubriaco….
Il solito inutile articolo di Valeria Rossi…
Forse e’ il caso di fare un po’ di ordine:
chi lo ha detto che un articolo deve essere per forza utile? Io personalmente non lo trovo utile – che diamine, e’ un articolo non un cacciavite – ma divertente si’ perche’ io mi diverto nel ridere e deridere bonariamente chi invece del suo credo ne fa una questione di fede e pensa che gli altri siano peggiori di lui se non la condividono.
Qui si sono letti commenti al limite del fanatismo delirante con citazioni dal Verbo del Profeta, gente che si mette a scrivere – tutto in UPPERCASE – che dovremmo impararlo tutti e saremmo persone migliori il che equivale a dire che chi non condivide il Verbo e’ una persona peggiore ed altre amenita’ del genere.
Ora, ci sono due modi di porsi di fronte ad atteggiamenti del genere: o uno si incazza con l’apostolo di turno per il sermone francamente offensivo che tra l’altro nessuno gli ha chiesto oppure si fa quattro grasse risate ridendo e deridendo i comportamenti che trova risibili e derisibili. Tra le due opzioni, il riso costa meno e come il vino fa buon sangue.
Ma se scrive soliti inutili articoli, perché perdi tempo a leggerli? Mah….
A onor del vero, Simone consiglia solo due cose indispensabili per andare in giro col cane in libertà : uno è il Fermo, l’altro è il richiamo.
Se solo aveste partecipato ad una sola ora con lui……
TRUST YOUR DOG. TUTTA LA VITA.
Ma Lei ha anche solo una vaga idea di come lavora Simone? Ma come fa anche solo a pensare che non lavori sul richiamo?
Tutto questo articolo poggia su una tesi che non regge, cosa che saprebbe anche Lei se avesse dato un occhio alla pagina 264 dell’ottimo tomo “Un cane per amico”, una piacevole lettura, gliela consiglio.
un’altra buona occasione per non scrivere nulla e andare al cine. Sig. Rossi, guardi che si nota benissimo che sta solo infangando.
E adesso, finalmente, dopo aver letto l’impossibile, faccio una banalissima considerazione,anzi due:
Considerazione numero 1
La notizia c’e’. E’ inutile menare il can per l’aia. Chiaro, non stiamo parlando dell’assetto politico del medio oriente ma e’ un po’ come se il CEO di Otis Elevator Company rimanesse bloccato in ascensore
Considerazione numero 2
La tentazione di riderne allegramente (ora che e’ appurato che il cane e’ tornato e quindi e’ andato tutto bene) onestamente c’e’ anche lei perche’ la situazione e’ risibile non per il fatto in se’ ma per il personaggio coinvolto. E chi non si farebbe una fragorosa risata al pensiero del Savonarola della pettorina che si fa sgusciare il cane come una banana di mano?
Ora, non facciamo che ci si mette a spiegare il perche’ e il come la mano non fosse del Savonarola anzi, non ci fosse proprio la mano, che il cane non fosse intento in una scappatella extraconiugale in barba alla sua consolidata relazione col padrone, che la congiunzione astrale… le effemeridi che ci e’ caduto il sugo e sono poco chiare… insomma tutte le puntualizzazioni pedanti che non mancano ma in questi casii; Il punto e’ che la notizia c’e’ ed e’ umanamente comprensibile che,una volta andato tutto bene, ci si faccia quattro risate alle spalle di una persona della quale magari non si e’ sempre disponibili a tollerare la supercazzola.
Ih ih ih…geniale commento
…Io ti adoro…!!!! AHAHAHAH!!!
Comunque cara Valeria, io arrivo da un approccio cinofilo uguale a quello di Della valle e il richiamo viene insegnato, tant è che Simone Della Valle dice “Il richiamo concede a voi la necessaria tranquillità per poter liberare il vostro cane sicuri che tornerà correndo da voi e a lui la possibilità di godere di ciò che, forse, lo rende più felice: la libertà! Per questo motivo lo chiamo anche «il guinzaglio invisibile»
Ma non potremo MAI entrare totalmente nella testa del cane (non riusciamo a farlo con le persone, figuriamoci con i cani esseri che comunicano diversamente da noi) quindi una situazione dove un cane sparisce , scappa..va analizzata da svariati punti per capire come mai è avvenuto ciò. Non potremo mai controllare al 100% un altro essere pensante.
Verissimo… ma vale la pena almeno di provarci.
Quando al fatto che Simone sostenga che il richiamo serve… mi sembra che contrasti pesantemente con un’altra sua frase: “Se il mio cane non torna, significa che aveva di meglio da fare”. Ecco, se si mette d’accordo con se stesso forse andremo d’accordo anche noi.
La inviterei a cambiare prospettiva sul senso di una Frase forse dire se il mio cane non torna vuol dire che aveva di meglio da fare…..è per spiegare le motivazioni per cui un cane puo’ non rispondere ad un richiamo, e che forse la motivazione non é un cane “disobbediente”, e forse , dico forse puo’ accadere che il cane abbia uno stimolo cosi’ forte da allontanarsi da noi…, nonostante sia un buon cane fedele.., …e forse chissà usare questo per poi approfondire il concetto relazione ….io per carità non sono nessuno, ma …una persona che pubblicamente scrive usando parole che dal colorito vanno all’offensivo denota di per sé una grande capacità comunicativa..e di ascolto…/ son aperta ad altri punti di vista…ma quest’articolo lo trovo davvero imbarazzante, e mi sorge una domanda……chissà se un cane sui cui si usano altri metodi… puo’ decidere di dare spazio al suo istinto e andare a cinghiali?? ed un altra domanda…chissà se lo stesso cane potrebbe decidere anche di non tornare poi? …. Ribadisco non son nessuno…solo una pesona che non rimane incollata ad una frase….ma all’intero discorso e concetto.
Senza saper nè leggere nè scrivere… certo che un cane può decidere di “andare a cinghiali”… ma a meno che i cinghiali non li abbia sentiti in Ungheria, dovrebbe tornare un poco prima di 40 ore. Se il cane poi decidesse di non tornare, allora ci sarebbe qualcosa di profondamente errato nel rapporto col medesimo, ma una profondità stile Fossa delle Marianne, non dimentichiamo che il cane è famoso per leccare anche la mano che lo bastona, se questo gli assicura il pasto tutti i giorni. Se il cane ti abbandona…. vuol dire che oltre al bastone c’è ben poco. Altro discorso se il cane si perde, che potrebbe anche essere se ci sono determinate condizioni, sta a noi evitarle.
Questo contrasta con il concetto di richiamo efficace e, soprattutto, contrasta con quanto sostenuto poco sopra da un sostenitore del TRUST YOUR DOG….il quale sostiene che il richiamo di S.D.V. con i suoi cani è perfetto….insomma, ognuno dice la sua sul guru, ma la verità dov’è? Ripeto quanto già detto: la verità ideologica è nei suoi libri….e non emergono belle cose verso i propri colleghi.
..simone ha un richiamo efficace con i suoi cani perchè lui HA UNA RELAZIONE con i suoi cani..HA LA STIMA DEI SUOI CANI e soprattutto HA LA FIDUCIA DEI SUOI CANI! quindi invece ke sparare cazzate fate uno stage in sua compagnia..con i suoi cani vedrete ke il richiamo ce l ha eccome! invece ke sparare sentenze o scrivere cose a caso secondo me bisognerebbe vedere con i propri occhi come stanno le cose!
per quanto mi riguarda è un grande..ha tutta la mia stima..e soprattutto il mio rispetto perchè TRATTA I SUOI CANI COME CANI..senza avere robot che nom fanno jn metro semza il proprietario!
quindi TRUST YOUR DOG SEMPRE..DOVREMMO IMPARARLO TUTTI!SAREMMO PERSONE MIGLIORI…
Ci sono troppi commenti tutti insieme. Ogni volta che mi avanza un minuto per scrivere il mio, va a finire che spendo il minuto per leggerne un altro.
Alcuni pero’ onestamente si prestano a suscitare una certa ilarita’. Io ho il massimo rispetto per le scelte che riguardano gli orientamenti personali degli altri, ma io francamente non ho una relazione con il mio cane, vuoi perche’ e’ tedesco, vuoi perche’ e’ maschio e piu’ peloso di me, vuoi perche’ il mio orientamento e’ – appunto – orientato in un’altra direzione.
Ora, a parte l’evidente reciproca delusione perche’ nessuno dei due e’ una topona alta, bionda e con la ceretta fatta di fresco, non e’ che debba per forza esistere un’inuca alternativa contrapposta che sarebbe poi quella del robottino anzi, questa contrapposizione e’ proprio una forzatura del tutto ideologica.
XD XD XD….
E la domanda mi nasce spontanea… allora perchè si è preoccupato? Si vede che il cane aveva altri programmi che seguire lui e tornare a casa insieme.
Io sono una signora nessuno, ma se il mio cane sparisse per 40 ore qualche scapocciata al muro ripensando agli errori che per forza devo aver fatto, la darei…
Per quel poco che, nonostante il loro impegno, sto riuscendo ad imparare dai miei cani, mi sento di poter dire che un cane trattato “da cane” non va in giro a farsi i c****zi suoi, ma segue quello che fa il branco. E se il cane è sordo e non sente il richiamo, mi DEVE guardare, se non mi vede, deve tornare sui suoi passi finchè non mi ritrova. Se metto il cane in condizione di non poterlo fare sono un incosciente, se il cane invece non vuole farlo, allora c’è qualcosa che non va nella nostra “relazione”. Un cane può andare a zonzo anche mezz’ora (io nel frattempo sono morta di spavento..) ma poi deve tornare dove mi ha lasciato….
Quindi il cane ci sente??? 😀
Ma la professionalità dove l avete lasciata ? Questo sito e’ diventato peggio di uomini&donne battibecchi inutili che col cane non hanno proprio nulla a che fare…. La situazione vi sta decisamente sfuggendo di mano ….
#valeriarossivaialavorare
Quando leggo cose che mettono a rischio la sicurezza dei cani, io ne parlo: e ne parlerò sempre, perché in questo Paese c’è ancora la libertà di espressione e anche quella di critica.
Se non ti piace, ci sono altri mondi oltre a questo.
#Vermachecivieniafarequi?
Ma invece del controllo non è più efficiente insegnare al cane l autocontrollo?
NO. Perché la mente del cane ha dei limiti che dobbiamo conoscere (e rispettare).
La stessa domanda potremmo applicarla a un bambino di 3-4 anni (che ha capacità cognitive simili a quelle di un cane adulto): invece di tenerlo d’occhio, non potremmo insegnargli a capire da solo cos’è pericoloso per lui e cosa no?
La risposta spero sia uguale per tutti: “No, perché non è in grado di farlo. Quindi va controllato dagli adulti”. Lo stesso vale per il cane, che tra l’altro abbiamo costretto a vivere in una società che non è la sua e che non somiglia neppure più lontanamente a quella rurale nella quale viveva fino a pochi anni fa, dove i pericoli erano infinitamente minori.
Valeria, la ammiro e, ammetto, leggere regolarmente Ti presento il cane mii sollazza assai. Questa volta, però, a mio avvio ha perso una bella occasione per tacere. Simone Dalla Valle potrà essere alquanto irritante per il mondo degli addestratori, proprio perchè lui ha scelto una linea di cinofilia in contrasto con essi. Gli addestratori esistono da quanto… 100 anni? 150? 200? Bene. Da 10 anni c’è anche un modo diverso di lavorare col cane. Io addestro il mio cane in Protezione Civile. Ma ho fatto anche uno stage con Dalla Valle. Ed ho scoperto che il cane si mette in ricerca a favore di vento anche se non gli indico io la direzione giusta. Perché lui conosce le correnti d’aria molto meglio di me. Trust your dog significa che il cane, quando lasciato libero di scegliere, mette in moto i suoi neuroni e sviluppa la sua intelligenza, lo ha scritto anche lei in un recente articolo. Al mio bimbo a 4 anni ho insegnato che la strada è pericolosa, che prima di attraversare ci si ferma, si guarda, e poi se è il caso si passa. E poi l’ho lasciato libero, credendo in lui e dandogli la mia fiducia. E così faccio col cane. Che può camminare libero x strada anche senza essere sotto condotta. Solo grazie ad una buona educazione e ad una buona relazione. Xchè io credo in lui.
Allora, non volevo dirlo, ma lo dico: “trust your dog” è uno slogan, punto. Quello che c’è dietro – e parlo di contenuti – non è niente di diverso da quello che dicono molti altri cinofili…compresi parecchi addestratori. Mi spiace, ma una cosa come ” Ed ho scoperto che il cane si mette in ricerca a favore di vento anche se non gli indico io la direzione giusta. Perché lui conosce le correnti d’aria molto meglio di me. Trust your dog significa che il cane, quando lasciato libero di scegliere, mette in moto i suoi neuroni e sviluppa la sua intelligenza,” è ormai detta e stradetta in tutti i seminari di nosework e in tutti i corsi per educatori cinofili. Inoltre, camminare in strada col cane senza condotta e con un guinzaglio di max 1,5 mt è la normalità…o si pensa che gli addestratori camminino con i cani appiccicati al ginocchio per tutto il tempo??? E io non difendo la categoria da dentro…sono solo un misero educatore…
Ma ricordarsi che il cane NON è un bambino di quattro anni? Viene paragonato a volte perchè in certi punti lo sviluppo è simile, ma ci mancherebbe fossero uguali! Il cane adulto in certe cose sarà più sveglio (ce lo vedi un bimbo cavarsela in un bosco?) in altre proprio non ci può arrivare. Bisogna ricordarsi che sono animali meno intelligenti degli umani (medi) che noi per nostro interesse facciamo vivere in un mondo che non capiscono,quindi siamoNOI a dover decidere per loro quindi dandogli regole. Se no dobbiamo andare noi nel loro,allora si che avrebbe senso lasciar loro le decisioni, se rovistare nel letame,se rotolarsi su carogne, se papparsi quel coniglio,ecc. (Vivere come s. Ellis,insomma)
“da 10 anni c’è un modo diverso di lavorare con il cane” è una cosa che non si può leggere. Questo è quello che sostiene Dalla Valle, peccato che non abbia inventato nulla se non forse la sovrastruttura di marketing che ci ha piazzato sopra. Secondo te dieci anni fa nessuno credeva nei propri cani? Per favore, siamo seri.
Secondo me è proprio questa “sovrastruttura di marketing” il grande merito di Dalla Valle. Prima dei vari Dalla Valle, Vaira, Marchesini, gli addestratori lavoravano in un club chiuso. O eri uno di loro, o eri fuori. Cosa arrivava al comune padrone di cane? Nozioni come lo strattone correttivo, al massimo. Dalla Valle porta la cinofilia nelle case dei padroni comuni. Quelli che non sanno neanche cosa sia un brevetto. Con messaggi semplici, i famosi slogan. Se gli slogan portano cultura cinofila, ben vengano gli slogan.
Michela…ma anche no.
A parte che – ad esempio – questo sito esisteva già nel 2002, molto più banalmente non c’era la comunicazione di massa che c’è ora con internet (ormai alla portata di “quasi” tutti, per quanto tuttora in alcune zone l’accesso sia più arduo) e con i vari social network, che da un lato hanno il vantaggio di portare le informazioni alla massa, ma dall’altro hanno l’ENORME problema di permettere a chiunque di dire baggianate e magari avere un seguito anche folto (e non mi riferisco a Dalla Valle o altri eh, parlo in generale e anche su argomenti ben diversi dalla cinofilia).
Non è che Vaira, Marchesini, Dalla Valle & c abbiano “portato la cinofilia nelle case”: era possibilissimo anche prima, anche 20 anni fa…solo che magari 25 anni fa serviva andare in libreria e comprarsi un libro, 15 anni fa non c’era Facebook e quindi le informazioni anche su internet dovevi comunque un minimo cercarle (e la Sciuramaria magari non le cercava, mentre ora bene o male alcune cose le “arrivano” lo stesso da amici o perchè ha i “mi piace” sulle pagine degli “angeli pelosi”).
Ma poi, sorvolando sui tempi…ha senso parlare di “club chiuso” quando comunque anche 30-40 anni fa il “padrone comune” poteva benissimo andare al campo per vedere le cose con i suoi occhi e imparare qualcosa? Certo, doveva averne VOGLIA e non limitarsi a sentire cosa diceva l’amico dell’amico…ma quello vale anche ora, quanti di quelli che criticano gli “addestratoricattivicrudeli” ne ha mai visto lavorare uno?
Per quanto riguarda gli slogan…se gli slogan sono errati, NON è un bene che finiscano nelle case dei padroni comuni, perchè se il concetto che passi al padrone comune è “se il tuo cane ti scappa vai tranquillo, che tanto prima o poi torna” o “non stare a insegnargli a obbedire agli ordini, che diventa un soldatino e non un cane felice”, non insegni molto: fai danni.
Poi va beh, nominarli i “portatori della cinofilia al padrone comune” mi sembra un po’ TANTO eccessivo, visto che magari su FB o sui loro siti e quindi diciamo “per tutti” mettono lo slogan e la frasetta carina, ma i corsi, seminari e affini se li fanno ben pagare e non mi sembra che ci sia in giro tutto ‘sto materiale gratuito scritto da loro, quanto al massimo qualche intervista qua e la (e solitamente per promuovere qualche libro), eh…
È vero, la comunicazione oggi è più veloce. E sul web si può trovare di tutto, rusco e brusco. Ma non è questo il tema. Io ero abbonata al Biancospino negli anni 90, mi arrivava il mio bel giornalino di carta portato dal postino e me lo sfogliavo, una volta al mese. Ora mentre faccio colazione accendo il tablet e consulto un sito come Ti presento il cane. Negli anni 90 acquistavo L’intelligenza dei cani di Stanley Coren (se non erro) oggi acquisto Come parla il tuo cane di Dalla Valle. Quel che insisto ad affermare, è che per merito dei vari Dog-trainer, fra cui inserisco anche la Valeria Rossi, che non me ne voglia, la cinofilia oggi è più alla portata di tutti. Io ci sono stata in un campo di addestramento, col mio meticcio. Vi erano solo border e australian, obbedienza e agility. Il mio, tutto basso, coda tra le gambe, estremo disagio: non ci stavamo a dire niente! I bastardini che ci vanno a fare nei campi? Ho fatto uno stage con Dalla Valle, abbiamo lavorato, imparato nuove cose, ci siamo divertiti. Ognuno coi suio tempi e nel rispetto delle motivazioni del cane. I giochi di naso sono alla portata di tutti, anche delle Sciuremarie più pantofolaie, ed aprono al comune padrone di cagnolino un rapporto col suo cane basato sul reciproco rispetto. Non dico che sia meglio del percorso di addestramento. Solo più alla portata di tutti.
Il tema è che a leggere il tuo commento sopra, il merito delle “innovazioni” sarebbe tutto dei vari Vaira, Dalla Valle & c e che sarebbe grazie a loro che la cinofilia sia “più alla portata di tutti”.
Sul tuo aneddoto del campo di addestramento…guarda che il “cliente comune” del campo di addestramento è il padrone che ha il cane che non gli da retta e/o tira in passeggiata, i clienti con problemi “seri” o che vogliono fare fare attività agonistica sono una parte minima. Poi certo, ci sono magari campi dedicati principalmente a quello e magari sei capitata in uno di quelli, ma non è certo perchè è arrivato Dalla Valle che moh al campo ci va anche chi ha il meticcio e prima no…ci andavano pure prima, vedi l’esempio fatto da Silvia.
Concludendo..scusa ma quale sarebbe il “percorso di addestramento” ? Non esiste un “percorso di addestramento” predefinito, ogni cane ha le sue peculiarità e quindi ha il SUO, di percorso. In base alle sue attitudini, e in base alla vita che fa. Ma anche questo, non è che lo abbiano scoperto Vaira, Dalla Valle & c, eh…
Mah, io ho inziato a frequentare campi di educazione 25 anni fa, ed erano tutt’altro che ambienti chiusi. Chi faceva lavoro, sì; i corsi base erano all’avanguardia e dedicati espressamente ai padroni comuni senza nessun interesse nelle competizioni. Eravamo avanti noi? Forse. Per questo non tollero che uno come Dalla Valle sostenga che prima di lui, il diluvio. Non tutto quello che dice è fuffa, anzi. Ma farlo così getta un velo triste su tutto il resto. E sinceramente continuo a trovare pericolosa la superficialità con la quale la “cinofilia” va in tivvù o entra nelle case. “Cambio cane”? Mio dio. Certe volte per farlo così, meglio non farlo.
Guarda che quello di “Cambio cane” è Vaira. Simone è quello di Missione cuccioli, un format in cui un bambino chiede un cucciolo con determinate caratteristiche, gli vengono proposti 3 cani adulti di canile, e il bimbo ne sceglie uno. Altro messaggio positivo (slogan correlato: Se cerchi il tuo migliore amico, cercalo in un canile).
lo so lo so… santo cielo….sei tu che hai nominato Vaira mettendolo nello stesso calderone di “innovatori”! 🙂 Io continuo a ritenere che non abbiano rinnovato praticamente nulla, ma credo che chi è in questo mondo da poco, parli solo per sentito dire.
Oppure, come ho già scritto, io sono stata MOLTO fortunata, perché al mio campo c’è sempre stato posto per tutti, meticci, padroni comuni, sportivi, casalinghi, cani da divano e da lavoro, niente slogan, niente marketing, tanta pratica per la vita di tutti i giorni.
Però il libro di Vaira “Dritto al cuore del tuo cane” ha contenuti interessanti. Tipo il conto corrente emozionale, oppure il sistema di indebolimento dei circuiti neurali per annientare gli schemi maladattivi..
Messaggio positivo ? Forse, se “scegli” di leggere solo quello…ma ci puoi anche leggere cose tipo “Fai pure scegliere il cane al bambino”, “Vai in canile che gli allevatori sono tutti cattivoni”, “Prendi pure il cane adulto che non c’è nessun problema”, che sono potenzialmente ben più dannosi come messaggi…
Michela tu scrivi ” Al mio bimbo a 4 anni ho insegnato che la strada è pericolosa, che
prima di attraversare ci si ferma, si guarda, e poi se è il caso si
passa. E poi l’ho lasciato libero, credendo in lui e dandogli la mia
fiducia. E così faccio col cane.”.
La mia domanda è: anche al cane hai PRIMA insegnato che la strada è pericolosa e POI l’hai lasciato libero dandogli fiducia, o l’hai lasciato e basta, senza insegnarli nulla prima, lasciando che la situazione facesse il suo corso?
Credo che siano due approcci totalmente diversi e che in entrambi i casi le cose possono andare beno o andare male, ma che nel secondo caso c’è decisamente una possibilità maggiore che vadano male.
Il cane del mio vicino scendeva libero nel nostro giardino condominiale senza nessun problema, si faceva il suo giretto e poi tornava a casa, poi il padrone quando usciva raccoglieva le deiezoni. Un giorno per caso l’ho visto che mordicchiava le foglie delle ortensie appena trapiantate da un luogo dove prima non aveva accesso. L’ho portato via da lì ed ho immediatamente avvisato il suo padrone. Il padrone ha provato ancora un paio di volte a vedere se l’interesse per le ortensie era stato casuale o se si era fissato con quelle piante. Appurata una grande attrazione per le stesse gli ha insegnato a starci lontano e a quel punto il canre ha ricominciato a girare da solo in giardino (in realtà lo controlliamo dai terrazzi ma lui non lo sa e controlliamo anche lo stato della pianta).
Qui lo vedo bene il concetto di trust your dog: insegnare al proprio cane ad evitare un comportamento pericoloso e, dargli fiducia una volta che lo si ritiene appreso.
BABBABIA!!! Che atrocità! Paragonare il cane ad un bimbo di 3-4 anni per le capacità cognitive, e in quale contesto scientifico è stato fatto questo test? Che prove sono state presentate ai soggetti? Su quale piano si può mettere in paragone la capacità cognitiva del bambino e quella del cane adulto? Un bambino riesce a seguire tracce di odori? Riesce a fiutare una preda? O magari percepire un movimento a 500 metri? le capacità cognitive vengono fuori sopratutto dalle percezioni, le confermo da studi dell’ultima ora che un bambino NON può avere le stesse percezioni di un cane, ne superiori ne inferiori, semplicemente diverse, quindi quella che ha scritto è solo una storiella di cinofilia preistorica che cerca di vendere per moderna, mi diverte leggerla, continui la prego!
è un esempio per far capire a tutti coloro che leggono e che sono alla prima esperienza col primo cane (come me) e che non sono dei “tecnici”, inteso come professionisti del settore. si fa un paragone per dire che l’autodeterminazione di un bambino di tre o quattro anni non può essere paragonata a quella di un adulto della stessa sua specie (che spiega la “capacità” dei bimbi di mettersi nei guai – non possono comprendere DA SOLI, guardando il mondo e la società in cui sono vivono, che, ad esempio, attraversare la strada col semaforo rosso è pericoloso, che le prese della corrente si lasciano stare, che le pastiglie di Aspirina non sono caramelle e via così). possono capire una spiegazione a misura di bimbo, ma vanno comunque seguiti, guidati, vegliati, ma anche lasciati sperimentare in situazioni di sicurezza, che se, vengono meno, noi dobbiamo essere in grado di ripristinare.
col cane è un po’ lo stesso, solo che non capirà mai il vero perchè di nostre scelte (esempio: sa che si esce al guinzaglio, ma non potrà mai capire le ragioni – leggi, veicoli, altre persone e simili) e quindi la sua capacità di autodeterminazione rimarrà limitata e non paragonabile alla nostra.
è per far capire con un semplice “paragone non-paragone” un concetto. chiaramente un umano non è un cane. non credo si stesse dicendo questo. io lo trovo un modo chiaro e semplificato di spiegarsi, ma magari viene frainteso da altri lettori e mi sbaglio io, che leggo come gli altri!
Se un bambino gioca in un prato poco distante da noi, ad esempio, e ad un certo punto comincia a correre e si allontana di tot metri per gioco e noi sappiamo che rischia che so, di avvicinarsi troppo all’argine di un fiume e caderci dentro, gli diciamo di tornare a giocare vicino a noi.
Allo stesso modo, se il nostro cane si allontana da noi, noi lo richiamiamo perchè non può sapere che poco più in là rischia la vita. Non perchè bambini o cani siano uguali, ma perchè non hanno (ognuno per la specie di appartenenza) le capacità cognitive per muoversi in autonomia e coscienza! per il bambino saranno le prese di corrente, la strada trafficata, i cancelli elettrici e per il cane…anche (sto scherzando! o meglio in parte anche). diciamo che per un bambino l’elenco si moltiplica e per il cane anche (sebbene per tante cose diverse)
Io ho la netta sensazione che la verità stia nel mezzo. Le variabili sono tante : i contesti, i cani (sono tutti diversi sia per tendenza genetica che per sviluppo ontologico), i proprietari (sono tutti diversi e molti sono delle teste di cavolo) ecc….
Per esperienza personale credo che i miei cani si sappiano autocontrollare in molte situazioni mentre in altre è assolutamente necessario che sia io a controllarli. Per esempio se i cani avessero autocontrollo totale non ci sarebbe mai bisogno del guinzaglio e se avessero autocontrollo totale forse non avrebbero nemmeno bisogno di un proprietario (questa è una forzatura ma rende l’idea).
Poi guardiamoci intorno e vediamo chi sono i proprietari di cani. Molti non sono in grado nè di esercitare il controllo nè tantomeno insegnare l’autocontrollo.
Comunque cara Valeria, io arrivo da un approccio cinofilo uguale a quello di Della valle e il richiamo viene insegnato, tant è che Simone Della Valle dice “Il richiamo concede a voi la necessaria tranquillità per poter liberare il vostro cane sicuri che tornerà correndo da voi e a lui la possibilità di godere di ciò che, forse, lo rende più felice: la libertà! Per questo motivo lo chiamo anche «il guinzaglio invisibile»
Ma non potremo MAI entrare totalmente nella testa del cane (non riusciamo a farlo con le persone, figuriamoci con i cani esseri che comunicano diversamente da noi) quindi una situazione dove un cane sparisce , scappa..va analizzata da svariati punti per capire come mai è avvenuto ciò. Non potremo mai controllare al 100% un altro essere pensante.
il mio cane invece, sebbene abbia qualche piccolo “problemino” (potenzialmente tale per le persone, non roba patologica o simili) di poco conto (almeno per me), il richiamo lo fa praticamente sempre. spero sia normale che a volte se lo inventi lei. quando siamo in giro all’aperto e gironzola poco distante ogni tot senza comando torna di corsa da me. a volte interrompe il gioco con altri cani e arriva con musetto “felice” e fa qualche salto vicino a me. oppure, se sono seduta (in un prato o in giardino) interrompe l’attività che sta facendo (ad eccezione di quando scava buche o deve magnare schifezze), arriva, dà i “bacini” e riparte. spero sia normale! altre volte invece capita che obbedisca al richiamo riluttante, soprattutto se è a due metri da me (il motivo c’è, come per esempio un cane all’orizzonte visto da me con largo anticipo), fa un “tocca l’umano” col tartufo e si riallontana (della serie: cosa c’è? lasciami snasare qui, che tanto sono comunque appiccicata a te, ecco, l’ho fatto. ora lasciami stare). in questi casi serve assolutamente il bocconcino, così si concentra su quello e intanto che lo mangia metto il guinzaglio finchè serve.
anche se si sostiene (in generale, nel caso specifico non so nulla per dire qualcosa) che il cane non si deve educare (per me questo significa automaticamente non avere un capo e delle gerarchie, perchè impossibile stabilirle senza regole) diventa impossibile vivere nella nostra società. sarebbe ingestibile anche portarlo in giro sempre legato per la città. non è possibile, se non a costo di minacciarlo di legnate tutte le volte che muove una zampa…a noi potrebbe anche a andare bene, ma agli altri non credo proprio.
p.s. spero che la “questione traccia” per i cani da caccia non diventi un motivo certo per chi ne ha (o meglio, ne sta per prendere) uno…un po’ come i levrieri che corrono corrono e basta e non li si prende più (a priori…) nemmeno col tonno. anche io ho un cane da caccia e l’uso del tartufo è prioritario rispetto a tante altre cose, ma in giro per “boschi” e prati fino ad ora non l’ho mai persa. può capitare, ma non deve diventare una scusa per non liberare mai il cane da nessuna parte (solamente per questo motivo). anche io a volte, in zone con alcuni nascondigli, pur vedendo dove era il cane mi sono nascosta (per esempio quando sente qualche odore comincia a snasare in un solo punto nel terreno – talvolta raspa e tira fuori lombrichi) poco distante. appena si rende conto che non ci sono più comincia a cercarmi. ripetiamo anche in giardino la ricerca del proprietario (ce lo hanno insegnato al campo cinofilo – mi avevano fatto nascondere dietro al tubo dell’agility..).
Cosa non si fa per avere un po’ di visibilità… Cara signora il cane non l’ha perso Simone ma la sua compagna, che come ha anche comunicato, era molto preoccupata perchè è anziano e probabilmente a causa dei suoi acciacchi era un po’ confuso, per questo non ha trovato la strada del ritorno subito. In ogni caso, tutti gli educatori che conosco, Simone Della Valle è quello più rispettoso verso gli addestratori, che in qualche caso non se lo meritano, come nel suo.
Dalla Valle rispettoso verso gli addestratori è veramente carina come battuta. Se non ti dispiace la riutilizzo per i provini che farò a Zelig…..
Simone Della Valle è quello più rispettoso verso gli addestratori?!?
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!
Signora Valeria, siamo alle solite, non perde occasione per dire una castroneria senza giustificazioni degne di nota, si è perso un cane, e i cani si perdono, che importanza ha il nome del suo proprietario? Per caso i figli dei poliziotti non sono mai andati a spacciare? Per caso lei conosce il cane? Le sue motivazioni? Il suo assetto emozionale nel momento in cui si è allontanato? Per caso ha considerato che un cane sordo (sicuramente vista l’età) potrebbe non sentirlo un richiamo sulla lunga distanza? Trovo il suo articolo alquanto inutile dal punto di vista cinofilo, ci sono cose come il richiamo che purtroppo chi ha ancora una visione antropocentrica della cinofilia come lei considerano ancora come il verbo, un cane ben socializzato che ha avuto molte esperienze di vita non è un cane idiota che si suicida andando contro un cinghiale o che si fida del primo tizio col bastone, però è bello scrivere “e se” lascia aperte a molte interpretazioni, come l’oroscopo.
Non ha importanza il nome del proprietario? Be’… questo mi sembra piuttosto discutibile. Cioè… ci sono ogni giorno incidenti in macchina, si sa: ma se va a sbattere Alonso, forse la cosa è un flino diversa.
Quanto poi al fatto che un cane “che ha avuto molte esperienze di vita” non possa finire sotto una macchina, o andando contro un cinghiale… ripeto: beata ingenuità. E mi auguro davvero che non siano mai i fatti a smentirla.
Non ha nessuna importanza perchè anche Alonso può avere un incidente con la macchina, a prescindere che il suo cane non ha sbranato un bambino (quello sarebbe stato grave) ma si e solo allontanato perdendosi, e ahimè il cane purtroppo (per alcuni) ha una sua autonomia, una sua personalità e ci può stare che per un motivo o per un altro decida di allontanarsi, il fatto che sia tornato non è mica culo come voleva far intendere lei, però ognuno è libero di credere quello che vuole.
“si e solo allontanato perdendosi”? Un cane da solo può, per esempio, andare in strada e causare incidenti, oltre agli ovvi danni a se stesso (è la prima cosa che mi viene in mente). Io chiamerei grave pure quello.
Scusa ma non capisco perchè insegnare il richiamo al proprio cane significa avere una visione antropocentrica della cinofilia? IL richiamo è uno dei segnali fondamentali da insegnare al cane e il lavoro sul richiamo va nella direzione del miglioramento della relazione. Che i cani si lancino all’inseguimento di una preda è assolutamente normale ed in questo caso anche la motivazione sembra facilmente intuibile. Bisogna invece chiedersi il perchè il cane non è tornato nella situazione in questione……ma non perchè non è tornato dopo aver sentito il richiamo (se è sordo sarebbe impossibile) ma perchè non è tornato anche dopo qualche ora nell’ultimo posto in cui aveva lasciato il proprietario. Forse essendo vecchio non è più in grado di ritrovare la via del ritorno…….la percezione non è più quella di una volta ed il soggetto non è più in grado di farsi una mappa cognitiva decente del territorio? Oppure la motivazione predatoria è così forte che il cane cancella dalla sua mente tutto il resto del contesto? Altro ancora?
Plausibile, sarebbero da vagliare tutte queste ipotesi, però è meglio fare un articolo per gongolare, per quanto riguarda la domanda, non è il richiamo in se ad essere dannoso ma la visione che ne deriva, io chiamo il cane e lui DEVE venire, sinceramente quando i miei cani sniffettano per terra in cerca di odori e sono liberi di farlo io non mi sogno nemmeno di chiamarli semplicemente perchè li rispetto e so che quell’attività per loro è molto gratificante, come non mi sognerei di pretendere un richiamo perfetto con un maremmano che data la sua bassissima motivazione collaborativa e la sua alta motivazione territoriale del mio richiamo potrebbe importargliene relativamente una ceppa, quello che Simone e molti altri voglion far passare non è “il richiamo è inutile” come dice la Rossi, difatti Dalla Valle sui suoi libri usa chiamare il richiamo il guinzaglio invisibile (basterebbe leggerli i libri dei tizi di cui si decide di sparlare prima di scrivere articoletti sensazionalistici) bensì il richiamo è importante ma lasciate ai vostri cani la libertà di vivere le loro motivazioni in santa pace, ricordo in uno dei seminari che vidi non di Dalla Valle ma di un suo collega, una delle prima frasi fu, avete presente un cane centripetato? Bene dimenticatelo, quello non è un cane, non ha nulla di cane, anzi è quanto di più lontano ci sia da un cane. Il discorso è molto più ampio di quello che sembra, e racchiuderlo in un intervento su un forum non mi pare ne utile ne possibile.
In realtà non è che il cane DEVE venire per forza e non è che dobbiamo sempre controllarlo per forza. Negli altri post che ho scritto sull’articolo ho evidenziato come io sganci nei boschi il mio segugio nonostante la presenza di un miliardo di stimoli olfattivi tra cui molti stimoli chiave (visivi, uditivi ed olfattivi) in grado di elicitare il comportamento predatorio. Proprio per le ragioni che tu citi penso che il mio segugio abbia bisogno, perchè geneticamente predisposto, di fare un pò di sana attività di caccia (caccia lui ovviamente, non io perchè non desidero far del male al daino oggetto della caccia). Ovviamente però non desidero perdere il cane e pertanto gli ho insegnato a non metterci troppo tempo a tornare da me pena un costo molto importante da parte sua per ritrovarmi. Faccio anch’io l’istruttore di cani e sono abituato a cani che vivono in campagna ed in montagna che vivono contesti molto diversi rispetto al cane cittadino. Molto spesso stages e corsi cinofili hanno contenuti che si rivolgono a persone che vivono in città o in contesti urbani. Chi porta ogni giorno il proprio cane libero nei boschi (e nella nostra valle siamo quasi tutti così) necessita invece di far pratica negli ambienti naturali. In tali contesti non è importante avere un richiamo di tipo militare, che anche a me piace poco, ma diventa cruciale lavorare con la tecnica che avete citato anche voi del guinzaglio invisibile : il cane può andare dove vuole ma se si allontana da me di tot metri dovrà sapere che io avrò già cambiato direzione e sarà lui a doversi impegnare a seguirmi. Per il momento, in 15 anni di lavoro utilizzando questo schema, ho fatto fatica solo con un cane : un incrocio beagle che alla presenza del daino non capiva veramente più niente. Al di fuori dell’ambiente boschivo credo però sia importante avere un buon richiamo……non (o non soltanto) per dimostrare il mio rango ma per evitare che il cane si cacci nei guai. Te lo dice uno che il richiamo lo usa pochissimo e soltanto quando strettamente necessario. Anch’io come te non richiamo praticamente mai i miei cani quando stanno facendo esplorazione e perlustrazione olfattiva di un territorio. Hanno diritto di farla in santa pace senza che qualcuno li continui a stressare con comandi o richiami inutili.
La pensiamo allo stesso modo.
Sarete anche d’accordo ma Giampiero ha spiegato con educazione la differenze tra lasciare spazio al cane, dove la sicurezza lo permetta, e la necessità di tenere un richiamo perfetto in un ambiente urbano. Tu, nel tuo primo commento all’articolo, con minore educazione non hai fatto altrettanto.
Mi spiace contraddirla, ma nei commenti io ho criticato l’articolo in se in quanto di pessimo gusto giornalistico, comparandolo ai giornalisti che bussano alla porta del superstite al suicidio, soffermandomi sul fatto che l’autrice dell’articolo non sapeva NULLA del cane, NE del suo proprietario, difatti la sua dichiarazione riguardo il mancato insegnamento di Dalla Valle del richiamo (punto cardine dell’articolo) si è rivelata una fesseria bella e buona, quando un articolo ha come punto cardine una bugia che validità ha tutto il resto della zuppa incollato ad esso? A mio modo di vedere esattamente ZERO però ha uno scopo secondario abbastanza balordo, ovvero fare disinformazione e probabilmente buttare un po’ di fango addosso a qualcuno che forse non sta molto simpatico all’autrice.
L’espressione – non perde occasione per dire una castroneria – la trovo assolutamente maleducata. Valeria Rossi è libera di fare dell’ironia su dei metodi che non condivide, soprattutto nella sua rivista on line.
“L’ironia verbale e situazionale viene spesso usata intenzionalmente per
enfatizzare l’affermazione di una verità. La forma ironica della similitudine, del sarcasmo o della litote
può includere l’enfasi di un significato mediante l’uso deliberato di
una locuzione che afferma l’esatto opposto della verità, o che
drasticamente e ovviamente sminuisce una connessione di fatto.”
Per fare ironia bisogna basarsi su una verità, altrimenti è una castroneria, invenzione, bugia o trova tu altri sinonimi a piacere.
Detto da una stupida il cui cane ha un richiamo pessimo: sarei felicissima di fare cambio fra seduto-terra-resta-zampa e tutto il cucuzzaro (che fa benone) in cambio di vieni e fermo lì, gli unici comandi che servono a proteggere un cane dai pericoli. E non ditemi che è visione antropocentrica voler evitare che il cane vada su una strada…non me ne frega niente del suo assetto emozionale, come a mia madre non fregava niente del mio quand’ero piccola e mi chiamava
se vuoi mi candido io! un quarto del mio richiamo per un terra/terra non mangiare schifezze (anche malandato, mi accontento!).
il “fa benone” è visto con gli occhi di mamma…in realtà il terra è spesso storto ed il resta è addirittura coricato: mi guarda e sembra pensare “va bè tanto che vai a farti un giro con il MIO bocconcino io mi metto comodo” , se gli do il comando vicino alla cuccia a volte dal terra si alza e si va a sdraiare nella cuccia (che è più comodo aspettare il mio ritorno lì…). Non mangiare schifezze non è un problema, in passeggiata a volte sputa pure il wustel ed in casa basta dirgli NO e non tocca neanche il SUO bocconcino che mi è caduto di mano (a volte intenzionalmente per metterlo alla prova, a volte proprio perché sono stata maldestra mentre glielo davo)
perfetto così! aggiudicato: terra malconcio è sempre meglio del mio terra inesistente. per le schifezze lasciate per terra darei via il Pedigree….(faccio prima a comprarmi una museruola…o l’Attack..)!
L’assetto emozionale del cane nel momento in cui si è allontanato??!!Ma da dove l’hai preso?E non pensiamo all’assetto emozionale del disgraziato che si ritrova il cane scappato davanti alla macchina e purtoppo lo investe?O per non investirlo fa un incidente e finisce nel migliore dei casi in ospedale?E se il cane é davvero sordo, non é da irresponsabili permettergli di allontanarsi sapendo che non puo percepire i rumori e quindi SENTIRE gli eventuali pericoli?
Monia se non sai di cosa parlo cortesemente astieniti dallo scrivere ulteriori nefandezze, il cane è tornato e questo conta! Sicuramente l’articolo resta di cattivo gusto! Come i giornalisti palazzinari che bussano alla porta della famiglia del tizio che ha tentato il suicidio solo per fare audience.
Perché non risponde alle domande di Monia, mi scusi? Sono le stesse che le avrei voluto fare io.
Monia non ha fatto alcuna domanda…ignora solo il concetto di assetto emozionale, non è colpa mia se si parla di un cane e una persona che non si conoscono, accusandoli di chissà cosa senza essere stati presenti.
Allora le riformulo, forse le avevo capite solo io…
Domanda n°1: “Da dove l’hai preso “l’assetto emozionale” del cane???”
Domanda n°2: “Come è umanamente possibile ignorare la sicurezza del poveraccio che si trova ad uscire fuori strada per evitare di investire il cane??”
Domanda n°3:”Se il cane è davvero sordo come è possibile che sia stato liberato in una situazione non controllata in cui poteva seriamente farsi/fare del male??”
1) nei libri.
2) il cane stava nei boschi non in mezzo alla statale.
3)semplicemente perchè sono cani che stanno sempre liberi, non vengono liberati per l’occasione.
Nefandezze? Che starebbe poi a significare colpe gravissime. Un dubbio l’avrei anch’io: non e’ che dobbiamo portare i cani a fare un test proiettivo, magari? E nel caso, cosa gli facciamo fare, il Blacky Pictures o valutiamo meglio l’assetto emozionale con il Rorschach?
La colpa gravissima è stata quella di scrivere quest’articolo velatamente (non tanto poi) gongolatorio, irritante, di cattivo gusto e senza fondamento alcuno, dato che ripeto per la centesima volta Dalla Valle insegna il richiamo. Detto ciò la colpa di questa cinofilia preistorica non è mica colpa di certi professionisti, signor Nerofumo, potrebbe prendere in considerazione l’idea di aggiornarsi l’età della guerra mondiale e di certa cinofilia è finita da tempo, se ignora i concetti di elementi posizionali si metta l’anima in pace e sicuramente per lei è più semplice sparare sentenze su un fatto appreso da internet e commentato da un articolo fuorviante e superficiale.
Cosa le fa pensare che il diritto di trattare gli altri come se fossero dei trogloditi le sia dovuto? Tra l’altro la sua tracotanza, che e’ inversamente proporzionale alla sua educazione ma ha in comune con essa il poco senso della misura, le impedisce di capire che quando da’ dell’ignorante a qualcuno, potrebbe andare accidentalmente a cercare di insegnare a cantar messa a casa del parroco. Poi non si lamenti se le persone normali deridono quelle come lei, ne hanno tutte le ragioni.
Non mi pare di averla trattata come un troglodita, mi pare che rispondere sia sufficiente per comprendere che le sto attribuendo un’intelligenza degna di essere ascoltata, sig. Nerofumo ho letto diversi suoi commenti acidi e vagamente sarcastici in questa discussione, crede che sia l’unico a potersi permettere questo privilegio? Se accosto la sua visione della cinofilia alla seconda guerra mondiale e lei si offende non crede che il poco senso della misura manca più a lei che a me? Sto criticando l’utilizzo speculatorio di questo articolo ma nessuno sembra accorgersene perchè ovviamente in casa del “parroco” recitano tutti bene il rosario.
Per quanto possa risultarle strano, io non ne faccio una questione personale. Per questo motivo non mi offendo anzi: non me ne importa proprio nulla. A dirla tutta io non esprimo una visione della cinofilia, ma solo una valutazione critica e negativa del modo di porsi e proporsi di chi per far valere le proprie ragioni denigra quelle degli altri a prescindere dal campo di applicazione.
Per intenderci, se uno viene a propormi il suo nuovo metodo di coltivazione degli asparagi e per farlo mi decanta le sue virtu’ lo ascolto e di conseguenza valuto quello che mi racconta; se invece per esaltare la sua visione della coltivazione degli asparagi mi viene a raccontare quanto sia antiquato, superato e faccia schifo il lavoro degli altri puo’ avere i migliori asparagi del mondo ma puo’ anche ritenersi fortunato se non lo faccio parlare direttamente con il mio pt che ha molta meno pazienza di me, e’ tedesco e potrebbe pensare che davanti a lui c’e’ un figurante greco senza manica che vuole mangiare tutti i suoi biscotti.
Sono invece spiacente per i commenti vagamente sarcastici. Cerchero’ di essere meno vago.
Una domanda, ma lei ha mai letto un libro del tizio in questione? (che ribadisco non ho mai partecipato ad un seminario, ne comprato i suoi libri ma solo presi in prestito) Io li ho letti un paio e tutto questo attacco feroce, violento e schifato al mondo degli addestratori io non l’ho mai letto nei suoi libri. Potrebbe essere l’ennesima speculazione propagandistica della serie “ha iniziato lui”? Mi pare molto di capire che si tratta di questo in fondo, altrimenti tante inesattezze in un solo articolo difficile concedersele per chi si propone di fare informazione cinofila.
Non sono interessato alle diatribe tra fazioni e di conseguenza non mi interessa stabilire chi ha iniziato e cosa, principalmente perche’ questa non sarebbe in ogni caso una giustificazione. Il concetto in fondo e’ semplice: se vuoi promuovere la tua professione lo fai raccontando quanto sia ben fatto il tuo lavoro,non quanto sia mal fatto quello degli altri.
Questo e’ alla base dell’etica professionale di qualunque professione e non ha alcuna importanza quanto sia “hard” o “soft” la denigrazione del lavoro degli altri. Non e’ una questione di quantita’ e neanche di intensita’: il solo fatto che le campagne promozionali dei suoi libri, le interviste rilasciate, le opinioni espresse nei video etc… siano improntate su questo tipo di contenuti e’ piu’ che sufficiente.
Però allo stesso tempo appoggia quest’ articolo che scredita palesemente qualcun’altro, indipendentemente da quanto sia “hard” o “soft” o aggiungerei senza fondamento la denigrazione del lavoro altrui, le assicuro che questo sito è pieno zeppo di materiale improntato su questo tipo di contenuti. Quindi, di che stiamo parlando??? Se si avesse solo l’accortezza di dare un “nome” alle proprie intenzioni!
Cosa non le e’ chiaro in una risposta che inizia con “Non sono interessato…” ? Questo e’ lo spazio per i commenti all’articolo non un forum e in un qualunque contesto sociale la gente non e’ tenuta a parlare per forza con lei. E’ gia’ stato sfanculato piu’ volte e praticamente da tutti quelli a cui si e’ rivolto Sia cortese, non insista.
Eppure non la vedo così disinteressato, evidentemente non le è chiaro il concetto che un sito di informazione dovrebbe fare informazione e non il contrario, a me non cambia di sicuro la giornata se lei mi rivolge la parola o meno, glielo assicuro! Per inciso io non mi sono rivolto esattamente a nessuno, non mi pare che criticare un articolo si possa esattamente definire rivlgersi a qualcuno (se non all’autore), la sua posizione è più che palese non è necessario esplicitarla oltre, giustamente come diceva lei prima…a casa del prete, fanno tutti la comunione!
Raffaele, fino a prova contraria sul mio blog scrivo quello che mi pare e piace. Ho sopportato fin qui i tuoi insulti (tipici del tifo da stadio), ma adesso mi sono rotta. Nessuno ha accusato nessuno: ho CRI-TI-CA-TO (cosa assolutamente lecita, in un Paese libero) la reazione di Dalla Valle a un avvenimento che, pur essendo fortunatamente finito bene (e “fortunatamente” va inteso in senso letterale), avrebbe dovuto farlo riflettere e invece, a quanto pare, ha ancor più cementato le sue convinzioni.
Detto questo, se il mio blog non ti piace conosci la strada per uscirne.
Il suo blog mi fa sorridere, è per questo che mi piace! Vuole togliermi questo vezzo? Io non ho insultato nessuno, ho solo CRI-TI-CA-TO questa concezione preistorica di cinofilia come lei ha criticato un tizio senza nemmeno conoscerlo, scrivendo un articolo molto superficiale e di cattivo gusto, non tifo per nessuno, quando lei scrive una cosa non contestabile io non la contensto e non la critico, quando lei nella convinzione di scrivere una cosa interessante fa disinformazione allora mi permetto di criticarla.
Allora: se pretendere un buon richiamo è fare disinformazione, farò disinformazione finché campo.
Se contestare il fatto che Dalla Valle TRE ANNI FA scrivesse (copincollo testualmente):
“credi che a me non siano mai scappati dietro a una lepre o una nutria? sono cani ed è normale che traggano piacere nel farlo così come per noi è normale preoccuparci a morte. Una volta Sentinella ha inseguito lepri in un campo per almeno 20 minuti ignorando ogni mio richiamo…mentre ero là sarei dovuto essere in campo per tenere delle lezioni!!!
lo avrei ucciso…ma quando è tornato ho ingoiato il rospo e l’ho portato a casa come se niente fosse. Sai perché?
Perché ho provato a contare tutte le altre volte in cui ogni volta che l’ho chiamato è tornato indietro e ho perso il conto” …
e non solo continui iperterrito a mollare lo stesso cane – nei boschi, va bene: ma quanto ci mette un cane ad uscire dal bosco e a finire sulla strada? – , ma faccia anche lo splendido quando torna dopo 40 ORE, è disinformazione, sono felicissima di fare disinformazione.
E adesso che abbiamo chiarito il concetto, la finiamo oppure andiamo avanti a vita?
Tutto quel testo incollato dovrebbe farmi pensare che Dalla Valle intendesse dire: “io non insegno il richiamo ai miei cani e nemmeno invito la gente a farlo con i loro”? Mi scusi ma in quello che vedo incollato non ci trovo ne queste parole ne riesco a trarne le stesse conclusioni che ha tratto lei, cosa doveva fare? Picchiare il cane appena tornati a casa? Lo vedo anzi un gesto di onestà dire di aver fallito in certe cose con un cane ma questo non significa che è un incapace o un ciarlatano che dispensa consigli come “il richiamo è il demonio!”
Il concetto per me era chiaro fin da prima.
Comodo far finta di non capire i testi, eh ? 🙂
“Tutto quel testo incollato” dimostra come già da (almeno) tre anni Dalla Valle sapesse benissimo che Sentinella non avesse un richiamo efficace in presenza di distrazioni.
C’è qualcosa di male in questo? Mah, no.
C’è qualcosa di male nel fatto che pur sapendo benissimo che il tuo cane in presenza di una distrazione sfugge al tuo controllo, tre anni dopo ancora lo porti in posti con possibilità di fuga invece di liberarlo solo in sicurezza? Sì.
E non mi venire a dire che uno che coi cani ci lavora non abbia grandi possibilità di far sgambare il cane in una zona recintata.
Perchè in questi anni non ha lavorato per migliorarne il richiamo in presenza di distrazioni ?
Perchè nelle passeggiate in luoghi più a “rischio di fuga” non lo ha semplicemente tenuto al guinzaglio ?
Ah, perché secondo te Dalla Valle avrebbe ammesso di aver fallito in certe cose? ROTFL, ma se il motivo principale per cui è stato stato criticato è proprio perché invece di dire “ops, pur sapendo che il mio cane poteva sfuggire al mio controllo e finora mi fosse sempre andata bene quando tornava dopo 20 minuti, stavolta mi è sparito per 40 ore, forse ho sbagliato”, ha detto “cià, visto che ho fatto bene a continuare imperterrito a fare così? Tanto è tornato, avevo ragione io”, alla faccia dell’ “imparare dagli errori” di cui qualcuno parlava in un altro commento!
Nel caso specifico di questo cane Sentinella l’unica cosa logica da fare è mettergli un bel collare GPS ogni volta che lo sgancio in un bosco. Infatti, la concomitanza di alto predatorio, sordità e possibili aspetti degenerativi cerebrali causati dall’età, possono essere le cause di un allontanamento non seguito da un rapido ritorno presso il conduttore. Soprattutto nel caso di disabilità percettive il lavoro di training fatto dal Dalla Valle (qualsiasi siano le sue posizioni metodologiche sul training) sul suo cane potrebbe non bastare. Poichè siamo nel 2015 ed i GPS si usano (o si dovrebbero usare visti tutti i casi trattati settimanalmente da Chi l’ha visto?) anche nei casi dei nostri anziani umani che hanno Alzheimer e perdite occasionali di memoria, non vedo per quale ragione non utilizzarli quando il nostro amico a quattro zampe comincia a perdere qualche colpo. Se sono in una zona VERAMENTE sicura in cui c’è solo bosco posso consentire comunque l’esplorazione al cane anziano senza guinzaglio ma in caso di allontanamento senza ritorno posso andare a recuperarlo in tempi brevi senza attendere le famigerate 40 ore. In un tempo di 40 ore, se ho anche sganciato il mio cane in una zona selvaggia, lui sarà stato in grado di raggiungere aree urbanizzate mettendosi in pericolo. Se il mio cane ha il GPS, posso seguirne gli spostamenti in tempo reale ed andarlo a recuperare in un tempo moooolto più breve. Basta solo conoscere qualche concetto base di cartografia (latitudine, longitudine, quota e poco altro).
Mi rendo conto che il GPS è un congegno che va in contrasto con lo slogan TRUST YOUR DOG, ma anche il nonno magari fino ad un anno fa era autosufficiente e ci si poteva fidare di ciò che faceva ma se adesso ha un Alzheimer della madonna e pensa di essere Leonardo Da Vinci forse se non mi fido del tutto è meglio.
Il testo incollato significava “So benissimo che il mio cane ha un richiamo ad alto rischio, ma me ne frego e libero lo stesso”.
Il che, dal mio punto di vista, NON è corretto neppure se lo fa la Sciuramaria: e figuriamoci se lo fa un educatore cinofilo.
Le conseguenze di tanta superficialità sono quelle che ha dovuto vivere Dalla Valle sulla sua pelle, e che (sempre a MIO avviso) avrebbero dovuto farlo riflettere: invece no, si è pure bullato del fatto che il cane è tornato a casa. Ora, però, mi piacerebbe sapere se continuerà a mollarlo per boschi o se farà (almeno privatamente) tesoro dell’esperienza vissuta. Siccome .- lo ripeto – NON lo ritengo un cretino, anzi… sono quasi convinta che starà più attento.
Ma sono altrettanto convinta che non lo dirà pubblicamente. .
Intanto non ha risposto alle due domande che Deni e Monia le avevano rivolto.A raffaè, ve piace scrivere…nefandezze…XD oddio, mamma….insomma ragazzi, non capite quello che dice, è la centesima volta che lo ripete! Egregio sig raffaele, ma mi faccia il piacere …………..:D
No! Non è così semplice “il cane è tornato e questo conta”. Il cane è SCAPPATO, e QUESTO conta! Un cane si è allontanato dal padrone correndo un grande rischio: un cane sordo che poteva venire investito, sventrato da un cinghiale, ammazzato da qualche cacciatore, poteva incorrere un gruppo di balordi violenti, poteva finire in una rissa con un altro cane, poteva tornare due giorni dopo e saltare la terapia (cane monorene), poteva mangiare un’esca avvelenata, poteva poteva poteva. Quel cane è stato messo in pericolo dal suo padrone che l’ha lasciato libero nel bosco (o che l’ha affidato a persone inadatte a svolgere questo compito).
Raffaele io non ho scritto nefandezze,ho semplicemente fatto notare che un cane che scappa è un pericolo per se stesso e purtroppo x gli altri.Bene che il cane sia tornato, dopo 40 ore, ma poteva capitargli di tutto, e questo rimane un fatto.
Comunque nell’articolo scritto da Valeria non ho trovato alcuna nefandezza,e non credo nemmeno che abbia scritto l’articolo per approfittarsi di una disgrazia(finita bene: GRAZIE A DIO),di un altro professionista.Ha semplicemente ribadito l’importanza di insegnare al proprio cane Un Buon Richiamo al fine di evitare queste situazioni.
L’articolo è di per se una balla cosmica perchè in ogni libro di Dalla Valle sono presenti diversi esercizi per insegnare un buon richiamo e SE voi grandi guru cinofili aveste avuto l’accortezza di leggerne almeno uno di quei libri capireste quanto è fallace la vostra convinzione. PUNTO. Non c’è altro da aggiungere, non è che perchè uno dice di vedere un asino che vola allora esistono gli asini volanti! Poi che il richiamo ha una concezione diversa da quella descritta O desiderata da qualcuno (ovvero un cane sotto controllo) è RIPETO un altro argomento.
Va bene, allora prendiamo per buono che Sentinella non è scappato e non si è perso, è andato a farsi un giro…
Tanto torna.
Trust your dog trust your dog trust your dog.
C’era bisogno di allertare la Guardia Nazionale ?
Tanto torna
Trust your dog trust your dog trust your dog…
Speriamo che non me lo arrotino…
trust your dog trust your dog trust your dog
Speriamo che non gli sparino
trust your dog trust your dog trust your dog
Speriamo che non mangi un boccone avvelenato
trust your dog trust your dog trust your dog
Non era meglio se non si fosse allontanato? La prossima volta (perchè ci sarà visto che tanto è finita a tarallucci e vino), potrebbe non essere così fortunato.
Comunque se il Della Valle sia bravo coi cani non lo so, ma certe persone le addestra che è una meraviglia, chissà che bocconcini usa…
Tanto addestrate che non ho mai visto un seminario di Dalla Valle e i suoi libri me li sono fatti prestare, è così difficile capire che il concetto di cinofilia suo e degli altri EDUCATORI e ISTRUTTORI basato sul cognitivismo sta anni luce avanti (praticamente e scientificamente) a quello che vi prodigate di difendere qui? Ed è così difficile capire che quest’articolo era di pessimo gusto, inutile e fuorviante? Mi pare di no.
Mi occupo di cinofilia da più di 15 anni ed ho avuto rapporti sia con addestratori che con educatori/istruttori ed io stesso sono istruttore cinofilo (scuola Marchesini, La Spina, Rimoldi). Ho trattato in questo periodo qualche centinaio di cani e sono entrato nelle dinamiche di altrettante relazioni cane-proprietario…..nel frattempo mi sono letto un’infinità di libri sui cani ed ho vagliato molti approcci al training. La mia visione delle cose è la seguente : sia gli addestratori che gli educatori hanno contribuito alla mia formazione cinofila e mi hanno fornito concetti da acquisire e da elaborare. Di entrambe le categorie però ci sono anche concetti che non vanno di pari passo con il mio spirito critico. In queste cose è fondamentale stare sempre belli svegli e non lasciarsi ammaliare completamente da persone che hanno qualità retoriche eccezionali ma non sempre esprimono concetti logici e corretti al 100%. La mia esperienza mi dice questo : gli addestratori (che lavorano con metodi gentili) nella pratica del training sono mediamente più bravi degli educatori. Per farti degli esempi che puoi vedere anche su youtube, professioniste come Donna Hill o Pamela johnson o Kristin Crestejo riescono ad insegnare ai cani cose incredibili tramite shaping e backchaining (solo per citare alcuni dei metodi utilizzati). La maggior parte degli educatori (almeno quelli che conosco io) non arrivano neanche lontanamente a raggiungere risultati del genere nel training. D’altro lato gli educatori bravi di solito sono migliori degli addestratori nell’entrare nelle dinamiche relazionali del branco misto ed apportare correttivi laddove la relazione uomo cane non sia congrua, consapevole, equilibrata e responsabile. Non voglio assolutamente generalizzare ma è solo una tendenza. Alla fine credo che un educatore/istruttore sia monco se non è anche un pò addestratore e viceversa. Nell’addestramento non vi è nulla di male…..significa solo rendere destro un animale nell’eseguire un compito. Se diamo al cane dei compiti da svolgere automaticamente gli attribuiamo dei ruoli e lui si sentirà appagato nella cooperazione con il proprietario. L’importanza dell’attribuire ruoli ai cani, oltre a poterla verificare direttamente durante il training, la puoi leggere nei testi di Luigi Polverini che è un fautore dell’approccio cognitivo zooantropologico.
il richiamo è richiamo. Se il cane torna una volta che è stato chiamato allora significa che è sotto controllo. Se Dalla Valle insegna un buon richiamo (come lei sostiene) allora il suo cane è sotto controllo! Sacrilegio!
Scusami ma qual è questa concezione diversa del richiamo? Non rimandarmi ad un libro (al massimo ad un link) per favore. Se lo chiamo il cane deve tornare, questa per me è l’unica concezione accettabile del richiamo (detto da chi è ben lontano da ottenere questo risultato…). Non vogliamo paragonare il cane ad un bambino piccolo? Va bene paragoniamolo ad un adolescente che ha molta più autodeterminazione, libertà e dovrebbe saper usare i suoi neuroni…se la sera esce con gli amici e gli dico di tornare per le 2 se si presenta a casa alle 4 dovrà avere una scusa mooolto valida, visto che il cane non sa argomentare…non si accettano scuse…DEVE tornare quando glielo dico io e visto che non ha e non sa leggere un orologio non vale neppure il “vieni a casa fra un’ora”!
è proprio la parola DEVE ad essere utilizzata nel contesto sbagliato, il contetto è BISOGNA VEDERE, se mio figlio dovesse tornare a casa con due ore di ritardo perchè ha bucato la gomma del motorino ed è stato costretto a spingerlo fino a casa penso che il DEVE cessa di esistere, ora mi pare difficile che un cane abbia un motorino…tragga le sue conclusioni da se. Oppure dobbiamo essere obbligatoriamente noi ad arrogarci il diritto di cosa è valido e cosa meno per un cane? Io non me la sento, non ho la più pallida idea di cosa significhi essere un cane (purtroppo) e l’unica cosa che posso fare e chiedermi il perchè si è allontanato (dato che il perchè non sia tornato si è già capito) non c’entra nulla il buon richiamo eseguito durante una lezione di educazione, per questo ho tirato in ballo le motivazioni e l’assetto emozionale, non sappiamo se il cane stava giocando ad inseguire un coniglio ad esempio e quindi era molto eccitato dal gioco e dalla sua motivazione predatoria, mettiamo che abbia scavalcato una staccionata inseguendo il coniglio (una staccionata che non aveva mai superato non per disabilità ma solo per disinteresse) e che una volta allontanato (essendo anziano) ha perso l’orientamento e c’ha messo un po’ a ritrovare la strada, la cosa sarebbe plausibilissima, ma qui si sta dicendo 1. che dalla valle non insegna mai il richiamo 2. che è stato un incosciente a lasciare libero il cane. A me pare che coi cani da che mondo e mondo ci sono elementi di imprevedibilità abbastanza grossi per poter fare i giudici supremi sulle azioni degli altri, chi ha lavorato in canile sa di cosa parlo e cosa sono in grado di fare i cani se hanno l’intenzione di allontanarsi per un qualche motivo che per loro è di primaria importanza e dire: “ah ma dovevi fare così e non così” è troppo facile e comodo col senno di poi.
Mi permetto di dirle che forse sta guardando il problema richiamo da una prospettiva non corretta. I proprietari che pensano che il cane DEBBA sempre venire indipendentemente dal contesto sembrano attribuire all’animale qualità morali del tipo…..se il cane viene allora è ubbidiente se non viene invece è moralmente cattivo e si comporta male nei confronti dell’umano di riferimento. Molti pensano : “il cane è mio e deve fare quello che gli dico”. E molti pretendono questo senza cercare di capire cosa il cane prova in determinate circostanze. In un post precedente Raffaele citava gli elementi posizionali. Provo a riassumerli in poche parole. Gli elementi posizionali indicano gli stati interni del cane nel “qui e ora” (cito Pedagogia Cinofila di R. Marchesini). Gli elementi posizionali sono : motivazione, emozione ed arousal (stato di attivazione emozionale) ed in ogni momento della giornata il cane può essere “posizionato” in un modo o in un altro in funzione di questi parametri.
Esempio pratico. Il suo cane vede un altro cane e si posiziona nel seguente modo motivazione agonistica forte, emozione principale ira, stato di attivazione emozionale eccitato. Ergo richiamo complicato.
Vediamo come si potrebbe operare per migliorare il richiamo :
a)aumentare la motivazione di ritornare da noi scegliendo un premio super appetibile per il cane (gioco del tira e molla, bocconcini tagliati di bistecca grigliata ecc…) che useremo solo per le situazioni più complesse come jackpot.
b)lavorare insieme agli altri cani con l’obiettivo di ridurre la motivazione agonistica per esempio facendolo comunicare con soggetti di comprovate socialità e competenza comunicativa oppure applicando i dettami del BAT (Behaviour Adjustement Training di Grisha Stewart). In questo modo cambierebbero anche emozione (da ira a qualche altra emozione più positiva) ed arousal (da molto eccitato a stato intermedio nè eccitato nè apatico).
c)Fare training con il suo cane al fine di aumentarne attenzione e tempi di concentrazione. Sviluppando le metacomponenti cognitive del suo cagnolino tramite attività di interazione con lei, otterrà nel tempo un aumentata sensibilità d’ascolto.
Sui 3 punti è necessario lavorare contemporaneamente e se sarà perseverante e paziente allora potrà PRETENDERE un richiamo quasi perfetto…….ma fino ad allora i parallelismi tra cani e bambini/adolescenti che lei ha citato lasciano il tempo che trovano.
Credo non abbia scritto nullla mentre il cane era disperso perche` sara` stato, come tutti in un caso simile, sul cesso a farsela sotto dalla paura
Buongiorno, sorrido al fatto che chi scrive non sa nemmeno esattamente come siano andate le cose e che evidentemente non aveva niente di meglio da scrivere questa settimana.
E’ difficile sapere davvero come siano andate le cose, visto che cambiano di ora in ora (il cane prima non era sordo e adesso lo è, prima era con Simone e poi con la sua compagna, prima aveva seguito un cinghiale e poi non si sa…): ma le uniche cose che contano sono due:
a) il cane è tornato (quindi la storia è finita bene e credo che questo ci autorizzi a parlarne: se così non fosse stato, personalmente non avrei scritto mezza riga);
b) il cane era scappato. Ed è il cane di una persona che ha sempre sostenuto che l’addestramento costruisce “robottini” e che i cani devono stare liberi il più possibile. Ecco, questo messaggio per me è sbagliato e pericolosissimo. I cani possono stare liberi O in condizioni di totale sicurezza (campi recintati) OPPURE se siamo sicuri almeno al 99% del richiamo.
Sinceramente, io questo Dalla Valle fino a due giorni fa non lo avevo mai sentito nominare.
Poi, incuriosito, sono andato a farmi un giretto sul suo sito… a parte il sito in flash (cosa per cui bisognerebbe incarcerare il suo webmaster), vedo che è uno dei tanti fanatici delle fantomatiche “pettorine ad h”.
Sul sito riporta alcune pagine di un suo libro (no, niente link, dai siti in flash non è possibile: lo avevo già detto che bisognerebbe incarcerare il suo webmaster?) con la seguente perla:
“l’aggancio per il guinzaglio si trova sulla parte posteriore, in asse con il baricentro del cane; questo significa che, nel caso in cui il vostro cane tiri regolarmente o per un imprevisto, sarà necessaria molto meno forza per trattenerlo.”
E buttiamo così nel cesso tutte le nozioni di fisica elementare relative a statica, dinamica, vettori di forze e momento … :-O
Richiamo impeccabile? Nessun problema, che sia bosco, mare, montagna o casa non importa, con l’odore di pollo arrosto o coniglio in salmì, Maki si scapicolla sulle mie gambe (per fortuna è un tappo) e non si scolla più.
Si certo, il cane era sordo…peccato che ci son in giro video recentissimi, in cui il cane sente perfettamente, visto che muove le orecchie in direzione dei suoni! xD Punto 2 il richiamo esiste per tutti, se saputo insegnare, quanto affermi tu è una sciocchezza colossale!
se il cane senta oppure no, a questo punto non lo so…..stai a capire dove è la verità. Il richiamo esiste x tutti ma non il richiamo perfetto, forse dovresti capire quello che leggi. La sciocchezza la stai scrivendo tu
Mah, forse non esiste il richiamo perfetto per tutti i cani, voglio dire, ogni cane, può avere un suo richiamo perfetto che non te lo insegna nessuno se non tu, imparando col tuo cane a capirsi… osservandolo, vivendo insieme, forse per alcuni sarà banale, io la vedo così. per quanto riguarda il cane sordo invece, anche se lui fosse Mandrake, non lo lascerei così libero di andare e tornare da solo, vuol dire essere degli incoscienti non ti pare?
se io avessi un cane sordo, sicuramente avrebbe anche un collare gps se proprio lo devo lasciare libero nel bosco, su questo non ci piove. Sul fatto del richiamo, ovviamente la relazione e la conoscenza del proprio cane contano moltissimo, ma non bastano, il richiamo al cane va insegnato cercando di ottenerlo in ogni situazione. Dico solo che a volte non è sufficiente, almeno non per tutte le razze o non razze, per questo affermo che il richiamo perfetto non esiste. Ma ripeto sempre è una mia idea, non per questo bisogna dirmi che dico sciocchezze colossali.
Scusa il ritardo nel risponderti. Io sono abbastanza fortunata devo dire, ma è anche vero che anche a me è capitato di dovermi sgolare per richiamare il mio cane che seguiva una cagnolotta in calore col naso letteralmente infilato…XD, non capiva più un tubo, il problema era che stava arrivando un’altro maschio dalla parte opposta e…..puoi immaginarti quello che può succedere con due maschi e una femmina in calore :/ ho dovuto mettergli il guinzaglio e portarlo via povero tatolone. Detto questo, devo riconoscere che in casi come questi, non sempre il richiamo funziona….;)
😀 hai fatto bene a portarlo via ^_^
Sentinella sembra il fratello del mio Attila 🙂 … ma come si ottiene un richiamo impeccabile? Facile dirlo ma ho cercato anche in archivio e non ho trovato molto sul richiamo, mille “il cane deve avere un richiamo impeccabile” ma pochi consigli su come si ottiene
Ci si rivolge ad un professionista, possibilmente, di lungo corso.
Martina forse non hai letto che il cane in questione era sordo? Punto due il richiamo infallibile non esiste in certe razze o meticci. Con questo non sto difendendo nessuno, non conosco il signor Simone ne lo leggo, leggo invece la signora Rossi, ma non di tutto condivido i pensieri e le opinioni. Cerco sempre di ragionare con la mia testa perché x me non esiste solo il nero e il bianco ma in mezzo ci sono tante sfumature di grigio. 😊 ciao
Innanzitutto intanto che lavori sugli aspetti tecnici devi lavorare anche sulla relazione e sulla percezione che il cane ha di te. IL tuo cane deve vederti come una guida saggia che prende le decisioni per il bene del gruppo. Un buon leader : deve imparare i segnali comunicativi del cane ed esprimere una comunicazione da lui interpretabile; deve imparare a non rispondere in modo passivo alle richieste del cane prendendo invece l’iniziativa delle azioni e dei comportamenti ; deve portare il cane al successo proponendo varie attività legate a gioco, esplorazione, problemi da risolvere; deve essere i grado di attrarre il cane lavorando sulle sue motivazioni; deve essere in grado di capirne gli stati emozionali e tanto altro che non si può riassumere in un post. Detto ciò, se il nostro cane ci percepisce come soggetto degno di ascolto si può operare in diversi modi. Uno di quelli che uso è il seguente.
Porto il cane in un luogo in cui non ci sono troppe distrazioni e lo libero. Gli consento di esplorare per qualche minuto e appena vedo che alza il naso da terra dico il suo nome seguito dalla parola vieni ed immediatamente dopo mi allontano da lui con una corsetta. Se mi raggiunge mi accuccio, lo canalizzo verso di me e quindi coccole e bocconcino. Mai chiamare il cane andando verso di lui o stando fermo immobile. IL cane da buon predatore è attratto dal movimento non dall’immobilismo. Dobbiamo evitare di ripetere il richiamo perchè altrimenti non riusciamo a farlo diventare un segnale comunicativo (diventa solo confusione sonora). Se il cane non viene mi allontano di corsa e mi nascondo (la zona deve essere sicura e priva di traffico). Dopo un pò il cane, se ha una buona relazione con noi, sentendosi abbandonato, cercherà di ripristinare il contatto sociale cercandoci. Quando arriva coccole e bocconcini. Nel tempo riuscirò a chiamare il cane anche stando fermo perchè avrò valorizzato il segnale e lui risponderà al primo richiamo perchè da una parte non avrò ripetuto il comando e dall’altrà lui saprà che non rispondere comporta perdere la presenza del leader. Gradualmente si inseriscono distrazioni sempre più complesse come zone con odori molto interessanti (es. marcature di altri cani), persone, cani, giochi, cibo ecc…e sempre gradualmente dovremo fare in modo che il cane scelga noi al posto delle distrazioni. Quando si lavora con le distrazioni può essere utile utilizzare un jackpot magari dando un premio più buono o più grosso o facendo il gioco del tira e molla nel caso in cui il cane arrivi a rispondere in un contesto per lui molto stimolante. Arrivare ad avere un buon richiamo con distrazioni significa avere praticato correttamente la tecnica utilizzando un incremento davvero graduale degli elementi distraenti ma significa anche aver lavorato molto sulla relazione. Nel caso esistano problemi di relazione o di motivazione eccessiva relativamente a target specifici allora è il caso di contattare un professionista esperto come già espresso in uno dei post scritti qui sotto.
Tutto molto chiaro. Ma un beagle con il naso a terra che sta seguendo la pista di una lepre non lo richiami in nessun modo. L’unico modo è imparare a riconoscere quando sta per “perdersi” in una traccia e richiamarlo prima che succeda.
Completamente d’accordo con te ma spesso il cane parte ben prima che tu te ne accorga. Nel caso succeda devi lavorare sulla relazione e sull’allontanamento. Io il segugio ce l’ho…..ha 9 anni gira libero da sempre nel bosco e non l’ho mai perso nonostante una motivazione predatoria INCREDIBILE. Dai un’occhiata al primo post che ho scritto su questo articolo in cui ho scritto qualcosa in più.
Si l’avevo già letto grazie!
Chiudo il discorso con una cosa simpatica. Parlando di beagle nel nostro gruppo cinofilo abbiamo Toby un esempio tipicissimo della sua razza in quanto a sensibilità d’ascolto e testardaggine. Ora ha 5 anni e a maggio proverà a conseguire il brevetto regionale da Unità Cinofila di Ricerca in superficie. IL cane è arrivato nel nostro gruppo quando aveva 9 mesi ed era INGESTIBILE. I primi mesi sono stati durissimi perchè si faceva i cavoli suoi senza considerare i proprietari…..ma perseverando i risultati sono arrivati. Ora il cane sa fare tutto ma proprio tutto. Per esempio affronta tutti gli ostacoli di agility, ha una gran condotta ed un resta fuori vista di più di 5 minuti. In ricerca è bravo, anche se qualche volta ha qualche pausa. Ma la cosa più esaltante è che non lo perdono più….basta un fischio….pochi minuti e arriva. Ultimamente vanno anche in giro in Quad per le strade di montagna ed il cane li segue…..può partire sulla traccia ma anche lui esattamente come il mio segugio dopo pochi minuti è indietro.
GRANDE TOBY.
Lo stesso brevetto per il quale sto lavorando con la mia beagle.
Lo stesso brevetto per il quale sto lavorando con la mia beagle.
Grazie della risposta, facciamo già così, il problema è che il suo richiamo è ottimo (torna letteralmente di corsa, come nella foto qui sotto) la maggioranza delle volte ma quando ha visto qualcosa che lo interessa…nulla da fare…se è semplicemente andato dietro ad una pista o a vedere una cosa là in fondo nel giro di un minuto, anche meno, torna allegro e trottante da noi (anche nascosti, impiega un decimo di secondo a trovarci…) ma se si tratta di ciclista, pedone o cane è un casino perché mentre alle 2 prime categorie non fa nulla (ma non a tutti piace vedersi venire incontro un cane sconosciuto di corsa…) con la terza può attaccar grane (maschio con maschio…). I premi vanno bene a casa, ma in passeggiata spesso me li rifiuta o sputa (anche wustel)
Secondo me dovresti lavorare gradualmente su distrazioni via via di intensità crescente. Per farlo devi gestire al meglio le variabili di contesto…..nel senso che il contesto deve essere controllato. Quando vedi che cominci a riuscire allora aumenta l’intensità degli stimoli distraenti e per finire cambia i contesti affinchè il tuo cane possa generalizzare il comportamento. La cosa può essere più complessa se il tuo cane ti parte perchè stimolato da preda reale….in quel caso gli va insegnato, con molta pazienza, che ti stai allontanando dalla parte opposta e che sarà faticoso per lui ritrovarti (da fare solo in aree naturali in cui non passano automobili o altri veicoli). In un post precedente spiegavi che tuo marito pretende un richiamo velocissimo quasi militare altrimenti si arrabbia. In primo luogo deve smettere di arrabbiarsi e concentrarsi sul training affinchè possa comprenderne le sfumature (tempi di reazione dopo aver percepito lo stimolo, velocità di risposta del cane alla mia azione di allontanarmi da lui e dallo stimolo distraente ecc…). Solo così tuo marito potrà esprimere comportamenti che si riveleranno efficaci nel training. Infine diventa fondamentale trovare un premio che sia gradito al cane. Se dei wurstell se ne frega prova con un altro tipo di premio in cibo (fegato per esempio) oppure se ama giocare puoi proporgli il gioco del tira e molla. IL tira e molla (se eseguito con la tecnica corretta) o il lancio di un oggetto potrebbero diventare la chiave per risolvere i tuoi problemi. Una mia cliente anni fa aveva una femmina di dobermann grande inseguitrice di automobili. Migliorammo molto la cosa utilizzando il palla come stimolo predatorio. La palla veniva lanciata nella direzione opposta rispetto all’automobile. Dopo alcune sedute di training il cane sentendo la parola palla…..bloccava l’inseguimento all’automobile e si lanciava a tutta velocità in direzione opposta a prendere la pallina.
Nella mia infinita “ignorantitudine” non credevo nemmeno che potesse esistere una teoria secondo la quale non va insegnato il richiamo; scusate, come comunicano col cane, telepaticamente? Girano con collare in ferro e calamita?
Ha, ha, ha…hu.hu.hu….XD
beh, telepaticamente è possibile. mi è capitato di cercare telepaticamente animali dispersi. ma il richiamo serve comunque!
Wow, non lo sapevo (e sono seria)! So di gente con molte doti (e non è il mio caso). Leggo che il cane è sordo (forse) e che (sempre forse) è stato affidato ad una persona estranea e non proprio espertissima, e qui magari è stato andarsela un pò a cercare (non voglio offendere nessuno, beninteso) Magari prima di mollare Sentinella in un bosco ci si poteva accertare che avesse appunto un richiamo perfetto…e magari dargli un nome più corto^^
e anche un lavoro meno stressante..o fare domanda per la pensione (se non ho capito male non è giovanissimo..).
Gentilissima Signora Rossi
io non ho la più pallida idea di quale GURU dei cani sia lei, ne tantomeno conosco molti educatori …ma da settembre il mio cucciolo “va a scuola da Simone” e la prima cosa su cui abbiamo iniziato a lavorare è stato il RICHIAMO e “lo sguardo di intesa” ; io non so cosa abbia letto lei o cosa le abbiano riferito ma sinceramente trovo le sue considerazioni errate e dettate da una TOTALE NON conoscenza della persona che lei….”dall’alto del sua preparazione” sta giudicando ed elegantemente infamando.
Non devo essere io a darle spiegazioni sulla sordità di Sentinella e di tante cose…ma se lei avesse avuto 2 minuti di tempo più da dedicare in privato ad un suo collega invece di fare – mi passi il termine- la “fenomena ” dietro la tastiera…avrebbe alzato il telefono e chiesto cosa fosse successo…perchè si ricordi che anche dagli eventuali errori degli altri si ha qualcosa da imparare.
Gentilissima signora Natascia, se non lo sa glielo ricordo io, il primo a infamare e diffamare, né velatamente né elegantemente, l’intera categoria degli addestratori è stato proprio il suo bravissimo Simoncino. Per cui sà com’è, “chi semina vento, raccoglie tempesta”.
Quindi queste non considerazione dettate dalla Sua professionalità ma dalla tempesta contro il venti di qualcuno… Quindi peggio ancora … Ottima professionista
Scusami, non voglio criticare nessuno, ma faccio spesso fatica a connettere…non ho capito cosa hai scritto, cosa vuol dire????
Raffa ero in treno e dal cellulare ho digitato male …intendevo dire che allora il post su Simone è una tempesta contro il vento che avrebbe seminato lui cit ” proprio il suo bravissimo Simoncino. Per cui sà com’è, “chi semina vento, raccoglie tempesta”.”
Scusate, ma vi rendete conto (parlo a te e in generale a chi ha messo come “scusante” la più o meno marcata sordità del cane) che state dando un’AGGRAVANTE e non certo una GIUSTIFICAZIONE ?
Se il mio cane so che è sordo/ci sente poco e quindi SO che potrebbe non rispondermi un una situazione di pericolo, cerco di NON liberarlo in luoghi dove potrebbe scappare o seguire qualche stimolo e non darmi retta.
Belli finchè vogliamo i discorsi sulla bellezza del cane libero e affini, ma la prima cosa a cui fare attenzione è sempre la sicurezza.
Poi il momento di sfortuna, di distrazione, quello che vogliamo, può capitare a tutti…ma se Dalla Valle avesse semplicemente postato la cosa sulla sua bacheca (e non trovate la scusa del poco tempo o dell’apprensione, dai…in 40 ore cerchi di far arrivare a più persone possibili la segnalazione del tuo cane disperso!) spiegando cosa fosse successo, o avesse scritto del ritorno del cane senza infilarci il “pippotto” e la “ripicca”, si sarebbe attirato molte meno critiche. Per quanto sia abbastanza inevitabile che il fatto che il cane “sfugga” proprio a chi è fautore del “lascia fare a lui” sia aperto a più critiche…
Io imparo anche dai miei: Simone, a giudicare dal suo commento, no. E’ stata questa l’unica critica che gli ho fatto. O la cosa vale solo per me? 🙂
Se il sig. Dalla Valle la smettesse con la sua prosopopea di diffamare gli altri (non solo gli addestratori…non so se ha letto il suo primo libro, ma praticamente butta m**** in faccia a tutti coloro che la vedono diversamente da lui…alla fine della lettura, che a tratti è stata interessante, ho avuto un senso di disgusto per la scelta dei toni e dei metamessaggi…neanche troppo “meta”!), probabilmente si ritroverebbe colleghi ben più disposti a contattarlo cordialmente.
sul mondo cinofilo italiano se non spali merda cosa fai?
Cerchi on linea i libri della signora Rossi se li compri e li legga..poi vada a conoscerla ci faccia 4 chiacchiere e capirà che non è un GURU ma una Signora che può permettersi di dire la sua..
Premettendo che non conosco nè l’episodio nè tantomeno il personaggio protagonista dell’articolo volevo fare qualche riflessione.
a)Se è vero quanto scritto nell’articolo credo che sia l’unico professionista cinofilo che crede che il richiamo non serva. Molti cani nel tempo imparano a stare molto vicino al proprietario e pertanto quest’ultimo lo userà sempre meno ma…..capita sempre la volta in cui serve usarlo. Non insegnarlo è un assurdo!!!!!!
b)nel contesto del bosco con animali selvatici il richiamo è una cosa difficile……veramente difficile. Un cane molto ben addestrato al richiamo, anche con distrazioni di persone, altri cani e cibo ed in grado di generalizzare il comportamento in tutti i contesti (bosco compreso) alla vista per esempio di un daino farà veramente fatica a tornare subito. Io ho un segugio che appena percepisce la pista del daino parte a tutta velocità per la caccia ed è impossibile richiamarlo subito nonostante nelle altre circostanze il richiamo funzioni. Però io il cane non lo perdo…….gli grido “andiamo” (all’inizio manco lo sentiva ora invece si) e mi allontano velocemente dalla parte opposta. Dopo alcuni minuti il cane mi raggiunge. All’inizio non arrivava così velocemente ma io gli ho reso così difficile il ritrovarmi che il costo che doveva sopportare nel cercarmi era molto più alto del piacere di continuare la caccia. Per cui lui ovviamente parte a cacciare ma si accontenta di una breve rincorsa di qualche minuto.
c)ci sono però cani che continuano a cacciare nonostante gli allontanamenti dei proprietari. Per questi casi credo sia necessario o mettere un collare GPS al cane oppure evitare proprio di portarlo nel bosco libero. Non so se questo sia il caso del Sig. Della Valle ma un cane che torna dopo 40 ore qualche riflessione dovrebbe indurla.
Va bè se consideriamo “dopo alcuni minuti” un buon richiamo allora posso dire a mio marito (che si incazza tantissimo quando non torna immediatamente) che quello di Attila è ottimo
Quello di cui parlo non è un richiamo ma un segnale che io mi sto allontanando. Sto parlando di un segugio che rincorre un daino non di una situazione di richiamo normale con distrazione (altro cane, persona ecc…).
ma tu dove cavolo lo porti il tuo cane?nel soggiorno?
Non so nient’altro della vicenda se non quello che leggo qui, e mi chiedo cosa c’entri il richiamo, potrebbe non centrarci nulla. So solo che un robottone si perde e non torna piu, e che un cane libero oltre che a imparare molto a cavarsela in tutte le situazioni può anche essere super educato.ma non può essere un robottone