martedì 25 Marzo 2025

Per chi rivorrebbe le “liste nere” di cani “pericolosi”

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Faccio ancora riferimento (e poi basta, perché mi sembra di aver detto tutto quello che c’era da dire) al caso della bambina uccisa dal cane, essendo venuta a conoscenza delle allucinanti proposte del presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che rilascia una dichiarazione in contrasto con tutte le evidenze scientifiche disponibili. E cioè questa:

“E’ indubbio che esistano razze di cani potenzialmente pericolosi per l’ uomo. Indipendentemente dall’educazione che si dà al proprio animale, è universalmente riconosciuto che esistono razze, come i pitbull o i rottweiler, che per le loro caratteristiche (potenza, robustezza, dentatura) possono provocare ferite letali in caso di morsicatura”.

cane_mordeIn realtà questo è “universalmente riconosciuto” solo da lui, visto che le ferite letali possono provocarle tutti i cani superiori ai sette-otto chili di peso (e a seconda delle dimensioni della vittima anche meno: ho parlato giusto ieri dei bassotti che hanno sbranato il neonato in Francia). Inoltre gli ultimi due casi di morsi letali avvenuti in Italia ai danni di due bambine hanno visto protagonisti due pastori tedeschi (o simil-tali), quindi non si capisce perché il buon Rienzi debba puntare il dito contro pit bull e rottweiler… ma tirare in ballo queste due razze fa sempre la sua porca figura. Peccato che sia anche profondamente ingiusto: ma in Italia ci siamo abituati.
Quante volte avete sentito lanciare strali contro gli albanesi, contro i rumeni o contro i rom (anzi, gli zingari) dopo un fatto di cronaca nera, per poi scoprire magari che il colpevole era italianissimo?
Ma venire smentiti ogni santa volta non basta, e il tormentone xenofobo si ripete immancabilmente al fatto successivo (come negli episodi di Maccio Capatonda: “i zingari! Sono stati i zingari!”).
Purtroppo sono ancora in molti a ritenere che esistano “razze pericolose” non solo per via delle dimensioni: perché  che “il morso di un volpino non causi certo le stesse ferite del morso di un rottweiler” è sicuramente vero, e non c’è bisogno che ce lo spieghi Rienzi.
Purtroppo Rienzi commette l’errore di considerare alcune razze pericolose “per indole” e non soltanto per mole, visto che sostiene che lo siano “indipendentemente dall’educazione che si dà al proprio animale”. E ovviamente, partendo da questo presupposto smentito  tanto dalla scienza quanto dai fatti, oltre a proporre il “patentino” (sul quale siamo assolutamente tutti d’accordo) va a ricercare anche la soluzione più sciagurata:

L’aver eliminato la lista delle 17 razze di cani a rischio introdotte dall’ ex Ministro Sirchia ha di fatto cancellato qualsiasi obbligo per i loro proprietari, con conseguenze negative sul fronte della sicurezza. Ci chiediamo quanti altri bambini debbano morire prima che le istituzioni ci diano finalmente ascolto.

Di commenti che ineggiavano alle black list, dopo il fatto di Pordenone, se ne sono letti a bizzeffe: che però sia il Codacons (che ha un peso politico non indifferente) a proporre una soluzione tanto stupida e inutile fa cadere veramente le braccia, e merita un ulteriore tentativo di spiegazione del perché sia stupida e inutile.
Come sempre accade, in Italia mancano i dati. Esiste, che io sappia, un solo rapporto sui cani morsicatori, redatto da due veterinari, uno dei quali docente all’Università di Parma: esso però non prende in considerazione né i meticci, né le razze non riconosciute dall’FCI, come il pit bull, e per questo risulta un po’ incompleto. Ciononostante vale la pena di leggerlo: lo trovate qui. E per pura curiosità vi copincollo qui sotto la tabella, tratta da questo studio, che riporta la “classifica” dei maggiori morsicatori in rapporto alla diffusione della razza sul territorio (e questo credo risponda al prof Bellelli che nel suo articolo sul “Fatto Quotidiano” ineggiava ai bassotti e condannava i rottweiler, come da mio articolo di ieri,):

tabella_morsicatori
Anche il Bellelli, comunque, è andato a pescare statistiche americane per stabilire quali erano le razze che mordevano di più.
Ha però dimenticato di controllare anche cosa fosse successo nei Paesi in cui queste presunte “razze pericolose” sono state davvero proibite/abolite: l’ha fatto invece un nostro lettore (che preferisce non essere citato, ma che ringrazio comunque), che ha trovato interessanti rapporti tra cui mi pare particolarmente esplicativo quello relativo alla contea di Denver, in Colorado, che ha applicato la famigerata BSL (“Breed-specific legislation“, legislazione specifica di razza).
In uno studio dell’NCRC (National Canine Research Council) si legge quanto segue (l’ho tradotto io, che con l’inglese non vado propriamente a nozze, ma vi assicuro che il senso è questo. Se sapete l’inglese meglio di me, cliccate sul link e leggetevi l’originale).

Nel 1989, la città e la contea di Denver hanno vietato l’allevamento di cani di tipo pit bull. Migliaia di cani da compagnia sono stati sequestrato e uccisi negli anni successivi. Nonostante significative e costose sfide legali, e nonostante una legge dello stato del Colorado che suggerisce di non legiferare sui cani in base alla razza o all’aspetto, Denver ha mantenuto il suo divieto. Presumibilmente lo scopo – e il motivo della sua applicazione spietato – era quello di migliorare la sicurezza della comunità. Il risultato di Denver vale le risorse pubbliche che la contea ha speso? E’ valso il prezzo pagato dai proprietari di animali domestici? Denver oggi ha un tasso più basso di ricoveri causati da morsi di cane rispetto ad altre contee? Il divieto ha eliminato i decessi dovuti a morsi di cane a Denver? La risposta a tutte queste domande è NO. Nonostante i morsi di cane restino molto rari a Denver come in tutto il Colorado, e quelli fatali si contino veramente sulle dita di una mano (9 morti negli ultimi 46 anni), dall’introduzione del divieto il numero di casi è rimasto esattamente uguale a prima e l’unico caso mortale (unico in sette anni) è stato legato ad una razza non soggetta ad alcun divieto.

Stessa storia per altre città/regioni/nazioni che hanno introdotto la BSL (Miami, per esempio, dove il risultato è stato di lasciare esattamente le cose come stavano).
A proposito di Denver, l’NCRC trae le seguenti conclusioni:

Il messaggio è chiaro: la sicurezza della comunità risulta migliorata quando riteniamo i proprietari di cani responsabili della cura, custodia e controllo dei loro cani, indipendentemente dalla razza presunta o reale dei cani.
Ad ogni livello di responsabilità governativa, Denver dovrebbe riconoscere che bandire una razza è stato un fallimento inequivocabile, e dovrebbe rispettare la saggezza del legislatore statale del Colorado. Denver dovrà abrogare la sua costosa, inefficace e brutale legislazione specifica di razza.

Riporto qui anche qualche stralcio tratto dalle conclusioni dello studio italiano sopracitato:

“La razza di appartenenza non deve essere un parametro di discriminazione e neppure considerato il principale fattore di rischio di un soggetto (omissis). L’approccio ai cani morsicatori dovrebbe essere più formativo che repressivo. Dovrebbe essere teso a formare una cultura cinofila che prevenga il fenomeno, più che intervenire sulle singole razze. Ci rendiamo conto che questa è la strada più difficile e che i risultati si potranno vedere solo sul lungo periodo, ma sarebbero comunque risultati solidi e definitivi”.

Si fa poi riferimento ai Paesi “cinologicamente più avanzati” per proporre soluzioni reali, quali:

– non operare in senso restrittivo verso singole razze o gruppi di cani, ma lavorare sulla formazione cinofila a partire dalle scuole. Preparare le persone a capire al meglio il linguaggio del proprio cane, a saper comunicare con lui per stabilire un corretto passaggio di informazioni nelle due direzioni.
– formare i proprietari sulle principali esigenze che i cani hanno, sul modo in cui l’uomo è visto dal cane e sui rudimenti per un’istruzione all’obbedienza di base che consenta di avere il cane sotto controllo in qualsiasi situazione.
– istituire una sorta di “patentino” per la conduzione del cane, naturalmente avvalendosi di Istruttori Cinofili di comprovata professionalità riconosciuti a livello nazionale. Per il rilascio di questa licenza alla frequentazione di spazi aperti al pubblico ogni binomio uomo-cane deve essere valutato circa la sua innocuità per la società civile e l’abilità a muoversi in ogni circostanza cui la vita di città mette di fronte. È auspicabile anche in Italia l’applicazione delle regole dette del “Cane buon cittadino” in vigore negli Stati Uniti d’America, che puntano il dito sul singolo soggetto e non sulla razza.
– imporre agli Allevatori delle regole di selezione per il carattere dei riproduttori, oltreché per la morfologia ed esenzione da malattie ereditarie, secondo l’esempio del test ZTP in uso per la razza Dobermann. Imporre altresì l’obbligo del rispetto dei periodi sensibili di sviluppo del cucciolo ed il divieto di adozione dei cani in età troppo precoce.

Le stesse soluzioni che un po’ tutti i veri cinofili propongono da sempre, e che in parte sono anche già state adottate (esistono il CAE1 e il BH come “patentini per cane buon cittadino”,  lo ZTP è in vigore – guarda un po’! – anche per il rottweiler ed esistono altre valutazioni che tengono conto delle qualità caratteriali, come il Certificato di Selezione per il pastore tedesco e per il boxer), ma che sono in gran parte sconosciute al grande pubblico.
Quando io predico che non si dovrebbero mai comprare cani “a casaccio”, ma scegliere soggetti selezionati, trovo regolarmente scetticismo (qualcuno, nei giorni scorsi, mi ha addirittura accusato di sparar cazzate perché “il carattere non si può selezionare”. Peccato che tutta la scienza mondiale sostenga il contrario);  quando invece qualcuno mi crede, la domanda che mi sento rivolgere più spesso è “ma dove lo trovo, un cane ben selezionato?”
E quando parlo di BH o di ZTP, mi guardano come se parlassi cinese.
La verità è che i presupposti per avere un cane sano ed equilibrato esistono, ma non li conosce nessuno.
E questa, come al solito, si chiama ignoranza.
Mi verrebbe da dire che siamo “capre, capre, capre!”, se non mi venisse l’orticaria solo al pensiero di citare Sgarbi: ma purtroppo questa è la verità.
L’allevamento serio, attento e competente viene ignorato a favore di chi vende i cani “nei saldi”; l’educazione e l’addestramento ormai vengono addirittura criminalizzati; per entrare in una scuola con un cane bisogna fare battaglie epocali.
Certo, le liste nere sono più comode: non servono assolutamente a niente, però sono comode… e piacciono tanto al “grande pubblico”, che purtroppo è un pubblico dal linciaggio facile… perché anche il linciaggio (mediatico o reale che sia) è più comodo dell’analisi dei dati reali e delle soluzioni impegnative.
Che poi siano soltanto queste ultime a produrre dei risultati, è un fatto che agli umani interessa molto, ma molto poco.
Forse le capre lo capirebbero prima e meglio di noi.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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34 Commenti

  1. Salve a tutti, commento dopo anni perché mi son imbattuto in questo post dopo un’accesa discussione sul FQonline riguardo alle solite idee di vietare razze pericolose, l’aggressività dipende dalla razza/stazza etc etc etc.
    Volevo solo chiedere se è possibile avere un link disponibile per lo studio dell’università di Parma ed inoltre aggiornare il link allo studio dell’NCRC: non sono riuscito a trovare lo studio di cui si parla, dato che non è presente il nome degli autori e/o il titolo dello studio.
    Spulciando sul sito dell’NCRC, ho trovato queste FAQ con i riferimenti molto interessanti: https://www.nationalcanineresearchcouncil.com/public-policy/breed-specific-legislation-faq

  2. Rilancio propositivo: dato che la prevenzione fatta “sui cani” è inattuabile per tutte le motivazioni elencate per il patentino, non sarebbe più semplice prevenire sui genitori?
    Ai corsi preparto si dovrebbe iniziare a parlare di cani (così come ti spiegano una manovra di disostruzione potrebbero spendere una lezioncina sull’educazione reciproca cane(ma anche gatto)-bambino), asili e baby parking potrebbero distribuire semplici opuscoli sulla sicurezza (anzi, le ASL dovrebbero inserire negli opuscoli già in distribuzione qualche punto riguardo ai cani).
    Per carità, i miracoli non li fa di certo un opuscolo, ma ripensandoci io come mamma mi sono letta tutti i poster ed i volantini delle varie ASL perchè erano appesi nella sala d’attesa della pediatra, e delle varie cose lette molte mi sono rimaste bene in testa, consigli su come prevenire gli incidenti domestici, primo soccorso, etc.
    Perchè nei vari ambulatori si leggono sempre cose su fumo, trasporto in macchina e vaccini e non si legge mai nulla riguardo all’educazione dei cani???
    Evidentemente i cani, nonostante i fatti di cronaca, non sono un vero rischio primario per i bambini, dato che ci fanno “una capa tanta” con la sids (mortalità 1/2000) ma dell’argomento animali manco l’ombra…

  3. Questa fantomatica lista dei cani pericolosi basata solo sulle dimensioni del cane è ridicola, sarebbe come se tutte le persone muscolose (come il sottoscritto) fossero messe in una lista nera di potenziali assassini solo perchè fisicamente più forti.

    E poi si arriva alla solita frase: “quanti bambini devono ancora morire…” ebbene ora io vorrei proprio vedere quanti bambini sono morti “sbranati” da cani….diciamo negli ultimi 20anni e quanti, nello stesso periodo, morti per altri motivi.
    Ora penso che il primo risultato sarebbe incidenti automobilistici, eppure avete mai sentito qualcuno affermare “bisogna stilare una classifica delle auto pericolose”?

    Il vero problema dei cani è che non hanno lobby importanti a proteggerli.

    • La lista, quella famigerata, era onestamente campata per aria e infatti non e’ che abbia avuto una lunga vita, per fortuna. Ma anche se fosse stata stilata in modo piu’ oculato sarebbe comunque stata un problema perche’ paradossalmente e’ proprio il concetto di lista che e’ pericoloso. Lo e’ perche’ alla base dell’idea della lista c’e’ la convinzione che se hai a che fare con un esemplare di una razza compresa nella lista allora sei in pericolo e, ancora peggio, che se hai a che fare con un esemplare non compreso nella lista allora non c’e’ alcun pericolo perche’ lo dice la lista.

      Questo da’ adito a comportamenti scriteriati sia in un senso che nell’altro, quindi per ogni cane compreso nella lista ci sara’ un buzzurro che lo vuole proprio per quello e per ogni case non compreso nella lista ci sara’ qualcuno che lascia i figli piccoli incustoditi insieme al cane che anche solo tirandosi in piedi e senza intenzione con una testata accidentale spacca la faccia al bimbetto.

      • Un giorno o l’altro dovremmo pur cominciare a ragionare oggettivamente o no?
        Magari potremmo anche cominciare qui e, perché no, magari prendendo spunto da un fatto sii triste, purtroppo, il cui protagonista è sempre il comportamento umano che si concreta in azioni od omissioni ma che, comunque, “implicherebbe” un pensiero precedente.
        Solo analizzando il significato delle singole parole che compongono l’ultima frase potrebbe schiudersi un mondo.
        Ci proviamo?
        Probabilmente tutti saranno d’accordo sul fatto che il pensiero, in quanto tale, è l’atto più “alto” che l’uomo può compiere e se oggettivamente fatto innalza, o meno, nella scala della creazione, contrariamente ci prostra sino a “snaturarci”.
        In sostanza, se prima di nascere venisse chiesto: “…come vuoi che la tua vita si svolga, vuoi andare d’accordo con tutti, vuoi non fare danni ne con il governo dei cani e meno con quello dei mezzi meccanici e non, oppure vuoi fare continuamente danni, vuoi dar fastidio a tutti e quindi anche, in ultima analisi, a te stesso!”, quanti pensate, onestamente, risponderebbero la seconda?
        Se si ha voglia, al punto, è soprattutto la fortuna di poter intendere quanto, deriva naturale la distinzione tra “intelligenti” e “deficienti”, sulla prima vi è poco da dire se non che altro non è che la capacità di cogliere ciò che non è tangibile, mentre il significato letterale della seconda indica, senza alcuna connotazione soggettiva si badi, semplice “mancanza di informazioni”.
        Sempre cercando di non scadere nel soggettivo, che nel caso c’entra poco, governare un cane implica un confronto con altre persone e quindi cani, ma se, almeno, di cani non ne capisco niente e l’ho preso per fare un regalo a mio figlio/a, perché me lo hanno regalato, perché volevo fare una “buona” azione, perché penso in buona fede che portare fuori una pecora o un cane è la stessa identica cosa o perché penso che rispetto ad un sistema d’allarme risparmio e non pagherò mai pegno perché lui è mio, l’ho comprato, e anche se non immagino minimamente la forza che ha e ne ignoro le reazione naturale e certa a certe sollecitazioni non farà mai danni perché è un semplice cane, ecco la bomba è innescata…!
        Concludendo, se al punto, oggettivamente, non è mai colpa del cane ma sempre del padrone il quale, nella migliore delle ipotesi lo prende ignorando almeno in buona fede cosa significhi essere un cinofilo, come si fa ancora a parlare di “liste nere”?
        Come si fa a non imporre a chiunque detenga, a qualsivoglia titolo, un cane che pesi più di 10 chili(unica discriminate ammissibile, forse!) di frequentare un corso tenuto da persone di provata capacità e non semplici dog sitter(…che si promuovono istruttori cinofili e che sono veramente tanti, troppi!), come si fa ancora oggi???
        Perché dobbiamo obbligare i cinofili capaci e responsabili a convivere con i cagnari deficienti(…ignoranti incolpevoli!) nelle aree cani?
        In ultima analisi temo, sperando di cuore smentite logiche, che la realtà sia che non siamo ancora pronti ed abbastanza evoluti a vivere pienamente la nostra dimensione, in una situazione in cui non è netta già la differenza tra fine e mezzo, si gioca ancora come da bambini a buoni e cattivi pur essendo oramai i tempi maturi, tutto dovrebbe essere per l’uomo invece è l’uomo che deve forzarsi in tutto primo nel sistema economico, viene il sospetto che anche i danni facendo girare l’economia ben vengano, anzi…!!!
        A far le spese i primi sono i più deboli, i bambini, le donne, gli anziani, i meno fortunati, gli animali, l’ecosistema, ma il dramma vero è che non ci sta guadagnando nessuno; neanche quelli che vivono guardati a vista in macchine e palazzi blindati e che la libertà è, resa, solo una chimèra.
        In fondo ragionare è anche piacevole, oltre che utile.

  4. Sono superPROpatentino, ma lo farebbe il cane o il padrone? noi in famiglia siamo quattro e prima o poi tocca a tutti la passeggiata canemunita, il patentino lo dovremmo fare tutti e quattro o basterebbe solo quello che risulta proprietario del cane? io che gestisco per la maggiore i cani lo farei subito ma non so quanto i miei lo farebbero… l’esempio Svizzera cosa dice?

    • Questa una buona domanda e mi sembra una buona applicazione pratica di quello che cercavo di dire. Il rischio e’ un po’ quello di dire “Bello, bellissimo, sono a favore, ma che cos’e’?”

      Spero non me ne si voglia, ma volevo solo prendere spunto per trovare un esempio pratico ai mei dubbi sull’argomento.

      Il patentino dovrebbe “certificare” l’abilita’ a condurre – nel senso piu’ ampio, cioe’ tenere, prendersi cura, portare in giro, educare etc… – un cane, quindi mi sembra che abbia senso che lo faccia il conduttore, perche’ l’abilita’ si presume sia individuale. Non e’ che si possa essere certificati per delega. Analogamente ad altre “patenti”, si certifica l’abilita’ del titolare della patente, non del proprietario del cane e nemmeno di altri da lui designati a meno che non si voglia delegare a lui l’abilitazione di altri.

      In questo senso il fatto che il titolare della patente / proprietario del cane sia responsabile dell’affido a terzi,sia pure parenti, non significa nulla. Quindi la risposta dovrebbe essere si’: se la patente garantisce le capacita’ di chi ha in mano il cane e se in famiglia si e’ in quattro, ognuno dovrebbe avere la sua patente, esattamente come per la macchina, per poterlo “guidare”.

      • Complico le cose…con la patente nautica è sufficiente che il capitano sia a bordo, poi può guidare (o meglio timonare) chiunque altro. Il responsabile è ovviamente il capitano. Nel nostro caso potrebbe bastare una patente al conduttore “abituale” che sarebbe responsabile anche nel caso di affidamento a terzi, lui patentato (quindi si presume conoscitore del suo cane) dovrebbe essere in grado di giudicare chi lo può gestire correttamente e chi no (moglie e figlio adolescente contro nonna rincoglionita o figlio infante ad esempio…)

        • Si, e’ vero. A dirla tutta avevo pensato proprio allo stesso caso riguardo la patente nautica ma poi ci ho riflettuto e ho concluso che un conto e’ affidare la manovra a qualcuno (faccio timonare un altro sotto la mia responsabilita’) che significherebbe nel nostro caso, faccio tenere il guinzaglio a un altro mentre siamo in giro col cane, altro invece affidare la barca (concedo a un altro di prendersela e andare a farsi un giro) che nel nostro caso diventerebbe concedere a un altro di uscire col cane senza di me. Nel primo caso chi ci incrocia puo’ legittimamente credere che qualcuno di abile e abilitato sia presente e che quindi offra sufficienti garanzie, nel secondo invece questa garanzia non esisterebbe piu’.

          Io ci ho ragionato e ho scartato l’esempio perche’ mi e’ sembrato che non possa funzionare.

      • …ho finalmente notato che avevo delle notifiche 🙂
        grazie della risposta!
        Il patentino oltretutto mi fa pensare che una persona ci pensi due volte prima di fare l’acquisto compulsivo nel primo negozio di cuccioli che trova, se uno non ha il tempo di ottenere il patentino figuriamoci di tenere un cane…
        Altra domanda: da chi dipende l’attuazione del patentino? se lo vogliamo e siamo in tanti sarebbe il caso di richiederlo più che aspettare che le autorità si muovano in proposito…

  5. Credo sia ormai noto che io e il patentino non andiamo d’accordo.

    Il mio non e’ un rifiuto, anzi: in linea teorica sono piu’ che favorevole ma temo piu’ della peste le adesioni fatte sull’onda di affermazioni populiste come quella riportata nell’articolo. Mi piacerebbe invece – anche se credo che sia utopia – che si ragionasse sull’idea di patentino partendo dai contenuti, non dal contenitore.

    Facendo il solito esempio automobilistico che tanto viene criticato e con tutti i limiti che esso comporta, quando si pensa alla patente, ad eccezione di qualche frescone, tutti pensano che la patente certifichi la destrezza sufficiente nella guida e la conoscenza delle regole condivise per consntire la guida contemporaneamente a piu’ persone condividendo le stesse risorse (le strade, per intenderci). Se pensata in questi termini, prima viene la definizione e la condivisione delle regole, poi la pratica e la verifica che si abbia acquisito una competenza sufficiente e per ultimo la certificazione che garantisce che la persona e’ in possesso degli strumenti e delle capacita’ necessarie alla guida. Nel caso del patentino cinofilo, cosi’ come viene invocato a gran voce dai piu’, invece si ragiona al contrario: nell’immaginario collettivo il patentino e’ la certificazione di qualcosa di indefinito se non come principio generale e questo e’ molto pericoloso perche’ quando si tratta poi di tradurlo in contenuti reali quella diventa terra di nessuno dove ognuno vorra’ piantarci la sua bandierina e pensera’ che il patentino debba essere la certificazione della sua personale interpretazione di quali debbano essere le competenze del buon conduttore o proprietario di cani. Chi fa del populismo in queste cose ci sguazza.

  6. Pienissimamente d’accordo sul patentino obbligatorio ma…. cosi’ come per la patente di guida gli incindenti non finiranno mai fino a quando la gente non capira’ che deve prestare sempre attenzione e comportarsi con inderogabile RESPONSABILITA’ . Nel caso di Pordenone ad esempio , la “licenza cinofila” non sarebbe servita a NULLA vista la dinamica del fattaccio . 🙁
    Nella ridicola black list poi… non figurava il Pastore Tedesco che , forse per i retaggi di Rin Tin Tin o del commissario Rex in moltissimi prendono molto a cuor leggero proprio perchè convinti che i cani pericolosi siano ALTRI , sempre e solo i soliti Rottweiler , Pitbull , Dogo e simili .
    Un vicino 3 anni fa mi disse che sono un folle, a tenere un Rottweiler ed un Dobermann e che prima o poi mi sarei fatto molto male . Ahahahahahah scusate, ma in 7 anni a me e ai miei non è mai accaduto nulla , lui e qualche membro della famiglia si son beccati qualche morso anche piuttosto serio dal loro “innocuo” ed affidabilissimo Pio commisario Rex .
    Non parliamo poi dei millemila IDIOTI che, avendo l’assicurazione fanno gli imbecilli mettendo a rischio la vita altrui solo perchè pagano 80 euro l’anno di RC cane per danni a terzi .(Per loro conta piu’ la copertura da massimale che la VITA in se’ ) .
    Mi si spezza il cuore al pensiero della piccola Astrid , se ci fossero stati gli adulti o se i cani fossero stati messi in sicurezza non sarebbe accaduto nulla e adesso anche il cane non rischierebbe la vita per un ERRORE umano che SI POTEVA , SI DOVEVA EVITARE . 🙁

  7. Onestamente, manco siamo capaci a far valere leggi semplicissime come quella sul guinzaglio, figuriamoci il fare qualcosa di sensato come il patentino!!!
    Inoltre spesso i fatti di cronaca riguardano cani nel proprio ambiente, ovvero in casa, dove nessuno andrà mai a chiedere se ci sia il patentino o meno. L’anagrafe canina non funziona ancora (ne è prova il fatto che moltissimi cani non sono chippati, e molta gente ancora dichiara di non voler mettere il microchip spesso per paura che escano fuori leggi che tassano il cane…cosa favorita dal proliferare di bufale al riguardo).
    A parte pochi casi isolati i controlli non li fa nessuno.
    Vendere cani senza pedigree è vietato, ma in Italia quelli senza paiono essere la stramaggioranza e ogni giorno ne arrivano carrettate dall’est, trasportati al di sotto dell’età minima per legge, perchè tanto non controlla nessuno.
    Portare i cani liberi è vietato, ma nessuno ti fa la multa.
    Usare un guinzaglio di 5 metri è vietato, ma chissenefrega?
    Le leggi che riguardano la conduzione degli animali sono spesso ignote persino a chi dovrebbe farle rispettare e vengono rispolverate solo quando per un’antipatia individuale servono come ripicche.

    Il patentino ben fatto sarebbe una bellissima idea, ma tanto a farlo sarebbero come sempre i soliti noti, ovvero quelli che il cane lo amano, che lo rispettano e che spesso non rappresenterebbero comunque un pericolo per nessuno.
    Farlo per razza poi, sarebbe una grande idiozia. Lo farebbe magari chi prende il cane di razza in un buon allevamento, mentre gli altri, come già spesso fanno per aggirare le assicurazioni restrittive, registrano il cane come meticcio, e non c’è più problema (ed in effetti, basta fare così, se non ha il pedigree non è di razza per la legge).
    Poi tanto, non controlla mica nessuno, no?
    (scusate se sono drastica, ma oramai non vedo alcuna azione politica come sensata in Italia. Qui si parla di cani, ma lo stesso discorso vale per qualsiasi argomento. Se ti rubano in casa i carabinieri manco cercano il ladro, e te lo dicono pure. Come posssiamo sperare che qualche idea a livello istituzionale abbia un senso?)

    • Mi vedo già il venditore tipico: “questi cuccioli di (razza a caso) sono di altissima genealogia, ma sa, il pedigree costa 400 euro in più, e si deve anche fare il patentino, mentre se le dò il cane senza documenti può stare tranquillo”

      • E qui bisognerebbe andare sul drastico (e sull’utopico): divieto assoluto di far cucciolate in casa, divieto assoluto di vendita di cani nei negozi, permesso di vendita solo ad allevatori pluricertificati. E poi una bella pera di cultura cinofila, agevolazioni a chi prende il cane in canile…se fossimo in un paese civile…

        • Hem… ma perche’?

          Intendiamoci, non che questi non siano temi importanti, ma cos’hanno a che fare con il patentino? Io non andrei a complicarmi la vita alla ricerca di certificazioni plurime (ma poi quante, rilasciate come e da chi?). Il pedigree ha dei costi ben definiti e documentati, gia’ ora e’ illegale vendere animali senza certificato genealogico. Io non andrei a inventare duplicati di norme che esistono gia’ altrimenti ci si riduce alle grida manzoniane.

          Proviamo a stare sul pezzo: a cosa serve il patentino, chi lo deve avere, chi lo deve rilasciare e quali devono essere i criteri per poterlo rilasciare. Direi che queste sono le domande essenziali a cui rispondere se si vuole tradurre l’idea in qualcosa di concreto, cioe’ nella capacita’ di rispondere: si’, sono favorevole a un patentino fatto cosi’.

          Io comincerei col dire che lo scopo di un “permesso di condurre” o patentino che dir si voglia e’ quello di consentire, non di vietare e che il suo ambito di applicazione e’ la conduzione, non la riproduzione, la vendita od altro. La famigerata patente per la macchina consente la guida di una tipologia di veicoli, non vieta l’acquisto di automobili da rivenditori multimarca non perche’ sia giusto o sbagliato ma perche’ semplicemente non e’ il suo scopo.

          • Però già eliminando il problema “a monte”, cioè producendo (mi si passi il termine industriale^^ ) cani equilibrati si farebbe un passo avanti. La mia vicina ha preso un pastore tedesco da una cucciolata casalinga, senza pedigree, e adesso è nei guai: il bestione è fuori taglia, le fa fare sci d’asfalto tutti i giorni, lei non è in grado di gestirlo, e ha già aggredito una signora anziana, buttandola a terra e rompendole un braccio. Il patentino a questa glielo farebbero a coriandoli subito… Un pò come se i rivenditori di auto multimarca mettessero sul mercato auto potenzialmente pericolose .

          • Io non credo che cosi’ si risolverebbe il problema a monte anche perche’ sono due problemi diversi uno e’ quello delle cucciolate fatte a caso (oltre che a casa, ma non solo), l’altro e’ quello della capacita’ del proprietrio/conduttore di gestire il cane. Mischiando le due cose non ho risolto il problema a monte, ho solo fatto un pasticcio perche’ sono intervenuto con un divieto che restera’ lettera morta se poi non spendo un sacco di soldi per controllare che venga rispettato, probabilmente daro’ adito a un mercato sotterraneo di cani non registrati all’anagrafe che si alimentera’ di potenziali acquirenti abbastanza ignoranti da farsi abbindolare tutte le volte, e per un prezzo di favore saranno disposti ad andare da un veterinario qualunque (magari non proprio qualunque, ma questa e’ una malignita’ mia) dove dichiareranno di aver trovato il cucciolo per strada, di volerlo tenere e lo registreranno all’anagrafe cavandosela con 50 euro cosi’ e’ tutto a posto, tutto regolare e il cane “potenzialmente problematico”, che magari nel singolo caso poi si rivelera’ non esserlo per niente, sara’ esattamente lo stesso di prima, verra’ dalla stessa cucciolata con le stesse garanzie.

            Abbiamo risolto? Direi di no, perche’ anche chi compra un cane in un allevamento di ottima qualita’ potra’ ritrovarsi – estremizzando e banalizzando il concetto per rendere l’idea – un cane di pezza o un cane un po’ impegnativo, ma se non ha le competenze per gestire un qualsiasi cane per lui non fara’ alcuna differenza, entro certi limiti non sara’ neanche in grado di accorgersene e si fara’ mettere in croce persino dal cane di pezza.

            Invece, se rendo il proprietario/conduttore, sia pure obbligandolo attraverso un patentino, abile a gestire un cane qualunque che non sia un pazzo furioso, col cane piu’ impegnativo fara’ piu’ fatica ma sara’ in grado di gestirlo ugualmente. Questo varrebbe sia per chi il cane non ce l’ha ma lo vorrebbe acquistare sia per chi il cane ce l’ha e non lo sa gestire indipendentemente dal carattere del cane e dalla sua provenienza.

            Se il patentino poi, garantisce non solo l’abilita’ pratica ma anche un minimo di cultura di base e se per fare la patente si va a scuola, e’ assai improbabile che uno che durante il corso ha visto la differenza tra un buon cane e “Ringhio la testa di legno” vada a cercarsi un altro Ringhio da una cucciolata fatta a capocchia o comunque di dubbia provenienza.

            Penso che la funzione del patentino, se deve esserci, debba essere quella di un certificato di abilita’ ma anche quella di garantire una “scolarizzazione di massa” che renderebbe molto piu’ difficile la sopravvivenza di pratiche discutibili perche’ la gente se ne allontanerebbe naturalmente.

          • Ho fatto un sermone ma mi sono dimenticato di rispondere in modo un po’ piu’ personale. Sono stato sgarbato.

            Al di la’ degli aspetti piu’ teorici che riguardano l’idea del patentino, questa storia del pedigree ogni tanto viene a galla. Il pedigree, inteso come pezzo di carta cioe’ come pratica burocratica, non costa quanto il cane, quindi se i genitori ce l’hanno non vedo perche’ i loro cuccioli non debbano averlo. Se uno ti vende un cane senza pedigree c’e’ qualcosa che non va.

            Detto questo, anch’io ho un pastore tedesco che e’ un bel bestione, di ottimo carattere e anche belloccio per la gioia di chi e’ attento a questi aspetti. E’ ben educato, molto socievole e lo puo’ portare in giro anche un bambino non in senso figurato ma proprio in pratica perche’ se do il guinzaglio in mano a un bambino il mio bestione gli si mette al piede e ci va a spasso piu’ che volentieri.

            Per contro, lo stesso bestione e’ capace di inchiodare il postino in un angolo e tenerlo li fin quando non ci cresce l’erba intorno o fin quando non viene richiamato. Questo e’ frutto della selezione (viene da un buon allevamento) ma anche dell’educazione e dell’addestramento che sembra tanto una brutta parola ma alla fine significa insegnare a fare qualcosa con destrezza, per esempio usare una forza adeguata a quella del bambino che gli sta di fianco e tenere buono il postino senza mangiarselo. Ora, io non sono di sicuro il genio della lampada e come ha imparato lui ho dovuto imparare anch’io.

            Se io non avessi imparato, il mio cane avrebbe tirato come un trattore e siccome e’ un giocherellone affettuoso con tutti (anche con il postino, quando non e’ in servizio) avrebbe atterrato tutte le vecchine del circondario spezzando braccia a destra e a manca come grissini. Eppure il cane sarebbe stato lo stesso, l’allevamento lo stesso etc… In queste condizioni, mie di incapacita’ di gestione, se il cane l’avessi preso da un’altra parte avrebbe fatto differenza?

            Tradotto nei soliti termini automobilistici con tutti i limiti del caso, se uno non impara a guidare e non conosce le regole del codice della strada andando a comprare un’altra macchina da un’altra parte cambia qualcosa? Uno del suo ce lo deve pur mettere altrimenti se non e’ in grado di arrivare a “guidare” la patente non la prende e non guida, cioe’ se ne fa una ragione e non prende il cane.

            Questo non vuol dire che si debba essere tutti piloti provetti, o tutto o niente, ma che un livello minimo che sia sufficiente a vivere serenamente e a garantire la sicurezza per se’ e per gli altri deve pur essere raggiunto altrimenti bisognera’ rinunciare, no?

          • No, non sei mica stato sgarbato (fossero tutti sgarbati come te^^)
            Stringendo, ho idea che a tanta gente – con cani o meno – manchi l’ingrediente principale, cioè il buon senso. E la cultura. E mancherebbero anche un sacco di soldi che occorrerebbero per i controlli… T.T Sì, è un bel casino, anche perchè mi sa che appena messo d’obbligo il patentino spunterebbero i soliti furboni…

          • Per la verita’, non e’ che nei commenti su un sito si possa mettere in piedi il patentino. Quello che volevo fare era pero’ cercare di dimostrare come un conto e’ aderire a un’idea generica ma non ben definita e un altro invece e’ cercare di darle corpo e sostanza fosse anche solo per chiarirsi le idee.

            Abbiamo provato, anche solo per scherzo e senza impegno, a immaginare un patentino e gia’ siamo li’ a discutere se lo devono fare tutti o basta che lo faccia uno della famiglia che ha il cane e per gli altri va bene cosi’ e poi, da questa parte, ci siamo messi a valutare cosa succede se uno non acquisisce le capacita’ necessarie ma ancora di piu’ non ci e’ ben chiaro se il patentino sia della persona che conduce il cane, del proprietario del cane oppure del cane oppure ancora di una combinazione di questi.

            Insomma, siamo qui che ne discutiamo in teoria e stiamo gia’ ragionando su come fare ad aggirare l’ostacolo e non ci siamo ancora neanche azzardati a parlare dei contenuti dei corsi, su cosa si debba insegnare e come per non parlare di come si debba fare e se di debba fare un usame per verificare che uno effettivamente ha imparato quello che serve.

            In conclusione, non siamo ancora riusciti a dare una definizione di quello che chiamiamo patentino ma in compenso siamo gia’ qui a ragionare sulle eccezioni.

          • Magari potessimo far qualcosa noi! Ma mi sa che come al solito ce la suoniamo e cantiamo da soli…

  8. La mia perplessità nasce dal fatto che, conoscendo come
    funziona in Italia, per far piacere al grande ‘’pubblico’’, si scelga la strada
    più facile da percorrere, tirare fuori un’altra volta la blacklist..in cui
    automaticamente ci finiranno le solite razze.. tutti i Terrier di tipo Bull, Rottweiler , insomma i ‘’soliti noti’’ cosi stanno tutti con l’anima in pace . Adoro questi ”cani pericolosi…”, ora ho un Boxer, ma sto pensando di prendermi un Terrier di tipo bull (vabbe.. il mio sogno è un Rott.) e quindi mi viene l’orticaria quando sento fare certi discorsi su queste razze meravigliose…

  9. Tutto vero, ma ricordiamoci anche che i non pochi tamarri /delinquenti che ci godono ad avere un cane “kazzuto” , scelgono invariabilmente razze di un certo tipo. Certo non dipende dal cane, ma dall’educazione, aggiungici che questi cani vengono normalmente gestiti in modo arrogante e scriteriato ed il patatrack è fatto. E non te la puoi neppure prendere più di tanto con chi detesta determinate razze, perchè alle volte giudica dagli esemplari che vede in giro, che spesso e volentieri sono parecchio molesti, se non direttamente molto pericolosi. E generalizzare viene naturale.

  10. Io vorrei capire bene .. leggendo il rapporto stilato sulla black list, risulta inserito il rott e non il pastore tedesco ( possiedo e ho sempre posseduto pastori tedeschi) quando poi nel rapporto inerente alle morsicature risulta il pastore tedesco il cane con maggiori casi. Ho capito bene oppure no?

    • Provo a rispondere io.

      Si’ e’ cosi’. Il pastore tedesco non risultava nella famosa o famigerata (a seconda delle opinioni) lista dei cani pericolosi ma risulta nell’unico studio noto come la razza coinvolta nel maggior numero di casi. Cio’ non significa che sia il piu’ pericoloso, ma semplicemente che c’e’ un numero significativamente maggiore di pastori tedeschi rispetto ad altre razze, tanto da rendere i dati imcomparabili.

      La tabella riportata nell’articolo non indica una classifica in base al numero di casi in assoluto ma la classifica di casi in funzione del numero di esemplari censiti escluse le razze che hanno avuto un numero di casi censiti inferiore a cinque.

      Questo vuol dire che in funzione del numero di esemplari presenti, l’incidenza di casi relativi al pastore tedesco lo colloca al 27° posto pero’ se si escludono le razze per cui il numero di casi e’ cosi’ basso da rendere la statistica inaffidabile a causa dell’eccessivo margine di errore la sua posizione e’ al posto 13.

      La difficolta’ di stilare una classifica con buona approssimazione risiede nel numero molto basso di casi e nel fatto che il numero di esemplari per razza ha una grande variabilita’. Questo comporta che un solo caso in una razza poco presente sposta di molto il risultato mentre in una razza molto presente lo sposta molto meno. L’approssimazione e il margine di errore su una razza con dati numericamente insufficienti fa salire o scendere le altre razze nella classifica indipendentemente dal numero di casi in cui sono coinvolte. In pratica stilare una classifica attendibile e’un problema proprio a causa della numerosita’ di casi troppo bassa che rende il campione statisticamente irrilevante, cioe’ il margine di errore e’ in pratica superiore al valore calcolato.

      Insomma, razze con maggior numero di esemplari e maggior numero di casi censiti offrono un margine di errore nella valutazione minore rispetto a razze con minor numero di esemplari e minor numero di casi censiti e quindi secondo me non ha molto senso metterli in relazione tra loro e stilarne una classifica.

  11. Vorrei solo sollevare una perplessità sui patentini(sui cui sono d’accordissimo sull’adozione),come si fa ad obbligarlo . Forse lo puoi fare solo per quei cani che vengono presi in allevamento o in un rifugio , ma tutti gli altri ? gli ultimi 2 incidenti gravi , mi sembra di aver capito che si trattasse sempre di cani abbandonati a se stessi e”meticcioni” .Non si riesce nemmeno a far mettere a tutti i proprietari di cani il chip…Poi sui cani pericolosi volevo raccontare un fatto accaduto lo scorso anno a mia zia, il suo jack russell ha morso una sua amica, che conosceva benissimo, be.. gli hanno dovuto mettere 30 punti..

    • Come si fa ad obbligarlo? Come per la patente di guida: diventa obbligatoria, e chi non ce l’ha si prende una multa che va storto per qualche mesetto.
      In Svizzera, per esempio, è già obbligatorio. In alcuni Paesi nordici, idem.
      E’ vero che in Italia le leggi non vengono rispettate come in altri Paesi… però non è che ci sia in giro poi tutta ‘sta gente che guida senza patente, o senza assicurazione. Basta farle rispettare, le leggi… cosa che nel settore automobilistico è stata fatta. Basterebbe che la stessa severità si applicasse anche al caso dei cani.

      • Ce ne sta tanta di gente che guida senza patente, solo che non essendoci controlli non vengono “beccati”. In Italia esiste la possibilità di acquistare una automobile senza avere la patente e secondo me è un assurdità….
        A Roma ( X Circoscrizione ) girano i vigili muniti di apparecchiatura di rilevazione microchip. E fermano TUTTI i proprietari canemuniti…..gli strumenti ci sono…è la volontà di fare che manca….

        • L’anno scorso siamo stati in vacanza in un residence in Toscana; nell’appartamento sotto il nostro c’era una simpaticissima famiglia napoletana con un bolognese (sempre di Napoli!) e, naturalmente, i due besti giocavano giorno e notte. Chiacchierando – giuro – la signora mi ha chiesto cosa diavolo fosse il microchip. Giuro.

  12. Io sono padrone di due adorabili (nel senso che mettendosi d’impegno li si può pure adorare) meticcioni. Ciò nonostante rimango basito dal fatto che nessuno di quanti inneggino a black list o controlli similari consideri di riportarli in essi (certo l’alternativa è fare come in GB in cui si considerano come facenti parte della lista cani che hanno caratteristiche similari a quelle iscritte…ma vorrei sfidare a trovare tratti similari a razze specifiche di alcuni meticci).
    Invece sono assolutamente d’accordo su patentini/corsi o quant’altro.
    Di più un cane ben addestrato e sotto controllo è una esternalità positiva per la società e come tale andrebbe trattata.

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