di CLAUDIO CAZZANIGA – Grazie a Luana Fantini e Toni Fidanza, senza i quali mai avrei potuto preparare una gara del genere: mi hanno supportato, sopportato, aiutato e consigliato in tutte le maniere possibili.
Grazie a Cristina Milesi, medico veterinario, per aver rimesso in piedi la Bati a tempo di record a venti giorni dalla gara.
Grazie ad Abramo Calini della DogPerformance per tutti i consigli e suggerimenti che mi ha dato in questi anni.
Lo so che i ringraziamenti vanno fatti alla fine, ma credetemi questa volta è giusto cosi…
Allora, anche quest’anno per noi il grande giorno è arrivato…. il “BigEvent” era fissato in rosso da un pezzo sul calendario, domenica 24 maggio presso la spiaggia di Chef de Baie, La Rochelle in Francia, Oceano Atlantico.
Il “BigEvent” è la finale del “Championnat de France 2015” che attribuisce il titolo di “campione di lavoro in acqua 2015”. La più importante gara a livello di lavoro in acqua, una gara dal peso specifico veramente significativo, di più in Europa non esiste.
Una gara completa, dove il cane viene valutato a 360°. Nuoto, lavoro a terra e lavoro in acqua, qualsiasi sbavatura viene sanzionata, qualsiasi incertezza o doppio comando punito, dove i giudici cercano volutamente il pelo nell’uovo: e se non c’è… aspettano che cresca.
Due le particolarità: il campo gara (l’Oceano) e la lunga prova di nuoto.
I criteri di partecipazione sono molto serrati, tanto che al massimo possono essere selezionati quindici cani. Quest’anno solo in dodici avevamo i requisiti, in una federazione (quella Francese di lavoro in acqua) che consta di quasi mille iscritti (compresi cani provenienti da Belgio, Olanda, Lussemburgo e Germania).
In più, la mattina della gara, due conduttori vista la situazione hanno deciso di non partecipare, per cui sono rimasti dieci i cani in gara.
L’accesso alla finale è riservato ai cani che l’anno precedente abbiano superato il “Brevet Mer” (che implica 45 minuti di nuoto più quattro esercizi) con la menzione di eccellente, oppure abbiano partecipato alla finale dell’anno prima con almeno 90 punti su 120. Noi eravamo reduci dalla finale dello scorso anno dove, con 110,5 punti, ci siamo classificati quarti a due punti dal primo, conquistando anche la coppa per il miglior retriever in gara.
La finale è anche un evento mediatico. Giornalisti, sponsor, club di tifosi organizzati, una cena la sera precedente, la presentazione di ogni singolo cane il giorno della gara… insomma una cosa veramente ben organizzata. Gruppo organizzatore, “Les Sentinelle des Cotes”
Noi siamo partiti il giovedi sera e, dopo giusto quelle 16 orette di auto, siamo arrivati a destinazione.
La scelta di muoverci con largo anticipo è stata dettata dalla volontà di “acclimatarci” il prima possibile e di non sprecare inutili energie: e qui vi svelo un piccolo particolare. Giusto un mese fa siamo stati ospiti ad Orbetello dall’amico Giorgio Pettini per una due giorni di allenamento: ma purtroppo – vedi il viaggio, il caldo, lo stresss… io non so cosa… – la Bati ha avuto un piccolo malore.
Rientrati di corsa a casa e grazie al gran lavoro fatto da Cristiana, la nostra veterinaria di fiducia, siamo riusciti a risolvere il problema e a completare con Toni e Luana il programma di allenamento.
Arrivati e sistemati abbiamo iniziato l’avvicinamento alla finale.
In gara con noi i nomi più forti del mondo nel lavoro in acqua: la Le Berre già vincitrice di due finali, Joseph Paulin vincitore lo scorso anno di Championnat e Coupe, Koen Vanlanduyt (belga) con all’attivo moltissime gare in giro per l’Europa, Jeron Prevot sempre sul podio negli ultimi anni. Insomma, gente tosta.
Due i giudici di gara: la sig.a Cresson-Tahon per il nuoto, il sig. Rolland per il lavoro a terra ed esercizi.
Come detto, dieci i binomi in gara: otto francesi, io e l’amico belga.
Quattro le razze in concorso: un labrador (noi), un cane d’acqua portoghese, sei terranova e due golden.
L’Oceano, tanto temuto da noi che veniamo dal lago, è stato ancora una volta benevolo. E’ la quinta volta che grazie a questa passione me lo trovo davanti ed ogni volta è stato, a prima vista, decisamente tranquillo. Campo di lavoro a terra, un enorme prato liscio come un biliardo e curato molto bene.
Il sorteggio ci ha regalato il pettorale numero cinque.
Siamo andati in acqua intorno alle 12: nel mentre il sole si alzava inesorabile, rendendo il piano dell’acqua uno specchio insidioso. Anche il vento ha iniziato a farsi sentire, mentre la marea spingeva verso riva. Cinque cani prima di pranzo, gli altri subito dopo.
Alle 9 il sorteggio degli esercizi, oltre alla presa al polso con partenza da gommone che è l’unica prova obbligatoria. Sorteggiati: l’apporto di cima da gommone a gommone; l’apporto di salvagente da riva a figurante e ritorno e il recupero di un figurante inanimato posto su materassino con il cane che parte da riva. Distanze, tutte 50 m.
La prima prova, il nuoto. Trenta minuti dietro il gommone in oceano aperto.
Un solo comando per far saltare il cane, nessuna esitazione ammessa, nessun tentennamento… altrimenti son punti che saltano.
La Bati ha svolto bene la prova, giù a comando dietro il gommone senza problemi. Alla fine dei trenta minuti la risalita sul gommone. La giudice mi dice: “se vuoi posso dirti il giudizio ma non il punteggio”. Io annuisco e lei inizia: “Tuffo ben eseguito, senza troppa spinta ma convinta; entrata in acqua ben eseguita; respirazione tranquilla, nuoto lineare…” eccetera eccetera.
Io, abituato all’Italia dove ormai neanche più si valuta il nuoto, la guardavo con due occhi così pensando a tutto ciò che lei aveva notato e valutato.
Dopo dieci minuti siamo passati al lavoro a terra.
Un percorso di 50 m da eseguire prima con il guinzaglio, poi senza.
Un richiamo a 30m ed un fermo-resta di un minuto con il conduttore posto fuori vista. Anche qui devo dire che abbiamo lavorato bene, contando che il lavoro a terra non è proprio il nostro forte.
Siamo poi tornati in spiaggia ed abbiamo iniziato gli esercizi.
Il Sig. Rolland ha interpretato un po’ il regolamento, e dove non ben scritto ha modellato gli esercizi a sua discrezione. Il figurante nell’obbligatorio era “rovesciato” cioè non dava i piedi al cane che andava a prenderlo ma la testa, i gommoni nell’apporto della cima non erano allineati ma in diagonale, così come i figuranti negli altri due esercizi.
Devo dire che la cagnolina era in forma, presente, con tanta tanta voglia. Ho dovuto sprecare due comandi nell’esercizio dell’apporto della cime perché, benché i due gommoni fossero ancorati, ad un certo punto è finita la cima di 50 metri ma lei ancora non era a destinazione.
E’ successo che la corrente l’ha spinta verso riva, per cui ad un certo punto sembrava che avessi tra la mani un aquilone e la Bati ne fosse il terminale. Poi però è riuscita a riprendere la corrente ed arrivare all’altro gommone.
Ammetto di aver visto poco degli altri cani, tra prepararmi e poi ricambiarmi e ho persi almeno tre/quattro… e comunque da riva non si riusciva a capire per bene come stessero lavorando gli altri: per cui si va verso la fine con molta incertezza, perché avendo visto il metro di giudizio del nuoto la scure dei giudici risultava implacabile.
L’emozione è stata grande, perché i giudici hanno iniziato la chiamata dal decimo in su… sesto… quinto. quarto…
Poi il primo sussulto: “Per la prima volta al terzo posto abbiamo due ex aequo…”
“Ci siamo”, penso.
Ma chiama due altri concorrenti….
Poi mi guarda fisso negli occhi, con uno sguardo talmente diretto che non osavo staccare per una sorta di rispetto che io… non so spiegare. Mi guarda e dice: “Quest’anno il Campione di Francia arriva da molto lontano… 111,5 su 120: siete voi i Campioni! ”.
Ho i brividi ancora adesso….
Ho preso la Bati e ci siamo avviati al podio tra applausi, abbracci pacche sulle spalle. La lacrima è partita per la tangente… io non ho capito più nulla.
Il presidente della Federazione mi ha consegnato quella Coppa tanto ambita, sognata, desiderata: mi parlava, io annuivo con la testa ma non ho capito una mazza di quello che mi ha detto.
La Bati mi leccava le lacrime, gli altri concorrenti a complimentarsi… pazzesco. Siamo stati premiati anche dal Retrievers Club come miglior retriever della finale.
Da lì un ora di delirio, tra foto con tutti i funzionari presenti, i complimenti degli altri concorrenti, il passaggio di testimone di un collare particolare che avviene tra il campione dello scorso anno ed il nuovo….
Ragazzi, che dire: cantarsela e suonarsela da soli non è bello… ma questa Coppa è veramente tanta roba. All’estero ha un valore incredibile… è “la Coppa”. Il presidente della federazione, consegnandomela, mi ha detto: “hai scritto un pezzo di questo sport…”. Tra l’altro è la prima volta che a vincerla è un italiano: anzi, mai prima d’ora l’aveva vinta uno straniero.
Batistuta ha fatto “la gara” ha tirato fuori il suo “instinct-killer” dei giorni belli.
Tutto per una volta è girato nel verso giusto.
Serena, tranquilla, molto attenta, non ha mai perso di vista la scena… anche precisa è stata. Nell’esercizio del figurante rovesciato ha ignorato il primo polso, ha girato intorno ai piedi senza salire sul corpo e ha preso il polso pieno. Decisa… tanto decisa.
Nell’esercizio della cima non ha mollato un centimetro, ha nuotato contro corrente ed ha portato a termine la prova.
La sorpresa maggiore a terra: pulita… testa alta, due errori li ho commessi io. Mi son scordato di togliere il guinzaglio in fase di presentazione e su una svolta ho avuto premura di rimetterla al piede.
Sono orgoglioso di lei, ha veramente un gran cuore.
I punteggi molto, ma molto buoni. 20/20 il nuoto; 17,5/20 a terra dove ho perso 2,5 punti per “aver presentato il cane con guinzaglio ed aver una volta teso il guinzaglio durante la prova” così recita il commento sul giudizio. 20/20 la presa al polso da gommone, 20/20 la presa al polso da riva, 18/20 l’apporto della ciambella “perché si aggiusta la stessa…”, 16/20 l’apporto della cima “per triplo comando…”.
Al secondo posto con 110,5 un terranova di nome Blue Sea e terzi exequo il terranova Dubai e il golden Djinnie con 109 punti.
Gara tiratissima, bellissima, sento ancora l’odore della salsedine, gli applausi del pubblico, le parole del giudice che elogiavano la Bati per la calma e tranquillità mostrati, per la conduzione pulita, per la complicità tra di noi… ragazzi, veramente belle parole.
E’ stato un gran lavoro di squadra portare a casa la Coppa.
Un lavoro iniziato il 30 settembre 2012 a St Pierre Quiberon, dove siamo andati a prendere il Brevet Mer, continuato con il quinto posto della finale 2013, il quarto posto nel 2014… e la vittoria di domenica. Con Toni e Luana, in acqua nei week-end, in settimana, con la pioggia con il freddo, sempre con l’intento di migliorare, migliorare ed ancora migliorare…. con un solo obbiettivo che, ammetto, non era vincere ma fare il massimo.
Siamo andati oltre: siamo riusciti a vincere contro concorrenti che hanno a disposizione sei, sette figuranti, gommoni, strutture… noi siamo in tre con due tender, ma con tanta fantasia!
Nel viaggio di ritorno ho pensato a tutti quelli che in questi venti anni di lavoro mi hanno dato una mano, un consiglio, una parola buona.
GRAZIE A TUTTI. Ma grazie anche a tutti i cani di famiglia, da Tata ad Ares, dalla mia piccola Gandi ad Uffa, da Super Ciccio alla Agri la peste… alla Tilla, alla Resia e a Peppino… tutti i cani che in un modo o nell’altro, anche senza lavorarci, mi hanno fatto crescere e mi hanno regalato qualche cosa.
Ora sono qui, io che scrivo la Bati che dorme ai miei piedi e la Coppa lì che mi guarda… ed io ancora non ci credo, di averla portata a casa.
Foto: Anne Heno, Marianne Dubois, Stephanie Arquetout
bravissimi! Complimenti sinceri per la vostra intesa e per questi risultati. Ho provato a cercare qualche video su di voi ma, a parte gli ovvi suggerimenti calcistici non ho trovato nulla. Sai forse darmi qualche indicazione?
Complimenti! da mesi seguo gli articoli sulla vostra preparazione su tpic, Siete fenomenali!
che meraviglia !!!
complimenti , complimenti, complimenti……
stepitoso binomio.
E mi sono commossa! Bravissimi!