giovedì 19 Giugno 2025

Pensieri cinofili (botta e risposta)

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Valeria, educatrice di “Cane Docet”, un’ASD romana, mi invia una sua nota con invito a pubblicarla: lo faccio volentieri, sentendomi però in dovere di rispondere ad alcuni punti.

di VALERIA, educatrice di CANE DOCET – Mi trovo a scrivere queste righe (rischierò di dilungarmi per evitare di risultare poco chiara), perché la diplomazia è sempre stata una mia affettuosa compagna. Una compagna che porta gioia e dolori. In questi giorni mi ha portato anche una profonda frustrazione. Quindi ho deciso di scrivere un post poco diplomatico, che lascia poco spazio al confronto, almeno su alcuni temi cinofili che, a loro volta non lasciano spazio all’interpretazione.
Chiaramente non farò ne nomi ne riferimenti, perché questo vuole essere un post poco diplomatico, ma non irrispettoso, e soprattutto vuole diffamare quella che secondo me è cattiva cinofilia.
Ci sono ricascata… non “secondo me”. Vuole diffamare la cattiva cinofilia.
Nessuno di noi smetterà mai di imparare qualcosa sui cani. Nemmeno l’educatore/istruttore più competente al mondo. Io non mi sento arrivata, ma in continuo viaggio. Ma durante il percorso ho messo dei paletti che nessuno scardinerà.
Sono quei paletti che riguardano la parte del linguaggio del cane. Sui segnali calmanti non c’è discussione. Sulla loro importanza e sulla necessità di preservarli in un cane e sul cercare di “ripristinarli” in un cane che, per vari motivi può averli perduti, non può esserci un confronto. Sull’utilizzo del collare a strozzo, non tollero punti di vista discordanti. L’ho visto usare su cani con problematiche molto simili a cani seguiti da noi e recuperati senza l’utilizzo di nessuna coercizione.
Ho visto lavorare sull’aggressività inibendo al cane l’utilizzo di segnali di pacificazione verso gli altri cani. Per capirci, è come dire ad un bambino violento che non può picchiare gli altri, ma che non può nemmeno tentare di prevenire un litigio. Quindi… se non posso alzare le mani davanti ad una pistola e non posso nemmeno sparare… che alternativa mi rimane? Nessuna.
Sono ancora diplomatica. In giro ci sono ancora troppe persone che fanno cinofilia e non ne conoscono/rispettano le basi più ovvie.
Persone che usano metodi coercitivi (a volte con successo, ma creando cani educati con la paura), e che pretendono di insegnarli a proprietari inesperti che difficilmente riusciranno a punire il cane nel modo/ momento giusto.
Dare dei buonisti ai fautori del metodo gentile (che non vuol dire permissivo) è scorretto, perché, così come altri metodi, funziona, ma a differenza di altri metodi rispetta il cane.
E’ chiaro, ogni situazione è a sé.
Non posso stare qui a parlare di tecnicismi… non lavoro solo con sorrisi e cibo con tutti i cani.
Sono amareggiata perché in Italia l’importanza della cinofilia è minata dalla non conoscenza. La mia convinzione è che l’uso della coercizione è da vigliacchi, ma soprattutto è tipico di chi non è aggiornato e preferisce vie più brevi e “semplici”.
Ai cani bisogna spiegare delle alternative: in questa situazione non puoi mordere, scegli di fare altro, ad esempio.
Purtroppo non posso evitare di essere vaga, altrimenti questo mio scritto diventerebbe un manuale.
Il mio consiglio è di diffidare da coloro che vi propongono di addestrare il vostro cane in vostra assenza. Una volta tornato in famiglia potrebbe compiere gli stessi errori di prima. Un educatore deve dare degli strumenti ai proprietari, coinvolgerli il più possibile nell’educazione del proprio cane, perché saranno loro a doverlo gestire. Continuerò sempre ad assistere a seminari e so per certo che troverò persone con cui confrontarmi serenamente e che, come me, hanno voglia di arricchirsi e di imparare.
Ma sono demoralizzata, perché tutti dovremmo avere una stessa base da cui partire, per poi sperimentarci ed imparare. Questa base è il rispetto per il cane.
Continueremo tutti a studiare, ma la direzione deve essere la stessa per tutti. Questa direzione non può essere la coercizione, in qualsiasi sua forma.

P.S. Invito coloro che usano il collare a strozzo a provarlo prima su se stessi. Certo, ad alcuni potrebbe piacere, ma a questi consiglio di usarlo nella propria intimità, non sul collo di un cane.

RISPOSTA di VALERIA ROSSI – Cara omonima, come non convidere il tuo pensiero sull’importanza del rispetto per il cane? Peccato che, ancora una volta, il concetto di “rispetto” si traduca in pregiudizio su uno strumento, anziché sul modo di usarlo.
La frase “sul collare a strozzo non tollero punti di vista discordanti” mi sembra decisamente indicativa del fatto che  si tratti proprio di pregiudizio legato forse alla tua formazione, o forse al fatto che tu abbia assistito ad un uso violento (e come tale sicuramente inaccettabile) dello stesso. Però non puoi dire di “non tollerare punti di vista discordanti” senza conoscere (ed evidentemente tu non li conosci) i molti (sì, molti) modi di utilizzare un collare a strangolo non soltanto rispettando il cane, ma anche aiutandolo a capire meglio ciò che gli chiediamo. Per quanto la cosa mi piaccia poco, credo proprio che sarò costretta a pubblicare nei prossimi giorni qualche video che spero ti renderà più chiaro ciò che intendo dire.
Un altro punto sul quale non mi trovo del tutto d’accordo è quello in cui suggerisci di diffidare di chiunque proponga di lavorare con un cane in assenza dei proprietari. Per carità, è verissimo che in alcuni casi questa proposta viene fatta solo per poter agire in modo coercitivo e violento senza che nessuno veda… ma è altrettanto vero che a volte i problemi comportamentali di un cane sono così strettamente legati agli errori dei proprietari, che l’allontanamento è un passo quasi indispensabile per riuscire a porre rimedio. Personalmente non lavoro più così, ma solo perché non ho più la possibilità di farlo (ovvero, non ho più le strutture adatte per farlo): ma l’ho fatto in passato e ti assicuro che non l’ho mai fatto per poter “agire di nascosto”, ma proprio per togliere a quel cane il problema più grave che stava vivendo, e cioè la presenza di proprietari incapaci e dannosi.
Certo, il cane tornato in famiglia potrebbe tornare quello di prima… ma ovviamente, una volta sistemato il problema del cane, si dovranno anche affrontare quelli degli umani, spiegando loro perché e percome abbiano sbagliato e come debbano comportarsi da quel momento in poi. Però un conto è farlo con un cane tuttora problematico e “difficile”, un altro è farlo con un cane che è tornato sereno, docile e collaborativo: ti assicuro che c’è una grandissima differenza, perchè chi “vive male” il proprio cane è assai meno disposto ad ascoltare e soprattutto a capire.
Come vedi – e come spero che imparerai anche tu col tempo – in cinofilia il “tutto bianco o tutto nero” non esiste: tu, pur dicendoti disponibile al confronto, hai alcuni pregiudizi che a mio avviso dovresti superare, se vuoi avere davvero a disposizione tutte le “armi” necessarie a rendere migliore la vita di cani e umani.
Così come hai visto cose veramente improponibili (inibire i segnali calmanti è veramente da folli!), spero tu possa vedere cose che ti facciano aprire un po’ la mente verso l’uso rispettoso e competente di metodi o strumenti che oggi come oggi hai inserito sulla lavagna dei “cattivi” senza possibilità di replica. Di “buono” o di “cattivo”, lo ripeto per la milionesima volta, non c’è nessuno strumento, ma solo il modo in cui viene usato. Dovresti imparare a spostare la mira sulle persone, anziché sulle tecniche: perché è nelle persone, e non in un collare piuttosto che un altro, la vera differenza tra buona e cattiva cinofilia.

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27 Commenti

  1. parliamoci chiaro, non esiste e non esisterà mai un metodo corretto che esso abbia qualcosa di coercitivo e non. provate a far capire ad un cucciolone di dobermann che non deve correre qua e la a scaraventare a terra bimbi, altri cani e qualsiasi altra cosa gli capiti davanti…provate a imporre la vostra leadership senza essere sfidati giornalmente…a premi e carezze intanto vi toglieranno il cane perchè ha fatto cadere qualcuno e ha distrutto lo stabile in cui vivete…

  2. Eh cavoli, sul collare a strozzo è tutto un pregiudizio, e anche chi annuisce facendo finta di crederti quando dici che dipende da come lo usi, il giorno dopo già predica e lo strozzo diventa il demonio.
    Vedessero la mia spinona come lo porta (quello a corda unica senza collare. Anzi, credo semi-strozzo, che il fermaglino c’è), quando cammina sembra una signora con una collana troppo larga! Come non averlo. Ed è l’unico che non abbia mai visto sfilarsi dal cane, l’altra mia spinona non è abituata a uscire perchè per motivi di salute (sua) non la possiamo portare a spasso quasi mai e lo strozzo mi ha impedito parecchie volte che finisse sottoforma di svizzera di cane sotto qualche macchina. Se l’è sfilato una volta prima che lo regolassi col fermo metallico, quando il cerchio era troppo grande per la sua testa, come sarebbe un qualunque collare classico dato che è nata un filino malformata, più snella dello standard dello spinone e con la testa più assotigliata. Appunto per questa sua peculiarità mi piacerebbe che la gente prima di giudicare tenesse conto di certe caratteristiche del cane e dell’esperienza del padrone sui tipi di collare/guinzaglio :/
    Il collare classico? ho visto una valanga di cani in tiro, di solito in piedi sulle zampe posteriori come polli incazzati, con colli che invocavano pietà e tossi interminabili. La pettorina non ne parliamo, cani sulla strada a go go perchè se la sfilano in un frammento di secondo.
    Non lo consiglierei mai a tutti, ma per ciò che ho sperimentato personalmente lo strozzo è stato il collare che i miei cani (quelli allenati a passeggiare) hanno apprezzato di più!

  3. Provo anch’io a riportare un aneddoto.

    Una signora ogni tanto gira con un meticcio di taglia media. Quando l’ho conosciuta piu’ che andare in giro svolazzava dietro al meticcio che tirava come un mulo e si fermava solo per ringhiare a qualunque cosa si muovesse.

    La signora, dopo aver raccontato la cessione di un rene per pagare un educatore a domicilio, ha buttato alle ortiche la pettorina d’ordinanza, ha recuperato un semistrozzo che aveva comunque in casa, si e’ data un po’ da fare e adesso non svolazza piu’.

    Lei, naturalmente, non ha risolto tutti i suoi problemi col cane (che temo non siano pochi), ma qualcosa di buono ha combinato pur facendo comunque confusione perche’ non e’ convinta che il merito vada al lavoro minimale fatto con un comunissimo collare e guinzaglio, ma il merito sia del collare e la colpa della pettorina cosi’ come prima era convinta che ogni male venisse dal collare e ogni bene dalla pettorina. Sia in un senso che nell’altro ha confuso lo strumento con l’uso.

    Questa la premessa e l’aneddoto? L’aneddoto e’ questo:

    un giorno la incontro mentre e’ a passeggio con una sua amica, si ferma per salutarmi e il cane si ferma seduto di fianco a lei, resiste neanche un minuto poi viene a prendersi una dose di coccole. L’amica si complimenta con la proprietaria del cane e le chiede come ha fatto e la proprietaria: “il merito e’ del collare; lo so, e’ poco etico pero’, che cazzo, funziona!!! Pero’ lo uso solo quando non c’e’ nessuno perche’ e’ poco etico”

  4. Cara Valeria Rossi…lei non prende posizione mai su nulla? È tutto buono purché ben fatto, a me il suo sembra un discorso semplicistico. Io proprietaria del cane a chi dovrei rivolgermi per un adeguata educazione? La sua “non risposta” rispetto alla lettera della signorina Valeria( non rossi per fortuna) non insegna e non da nulla. Almeno a me che sinceramente usare un “collare a strozzo” (già dal nome mette i brividi). Grazie al mio percorso, fatto di biscotti, carezze ma anche di NO decisi, ho imparato a colloquiare con il mio cane, ho imparato a camminare con il mio cane a guinzaglio senza fargli male e senza farmi male, ho imparato a leggere le emozioni che prova, a prendermene cura…lui, anzi loro, sono felici io sono felice. Secondo la mia esperienza l’educazione GENTILE e’ l’unica via possibile. Buttate gli Strozzi oppure usateli voi come belle collane…occhio però! A volte fanno male.

    • Meglio “non prendere posizione” (LOL! Evidentemente lei non mi legge molto spesso…) che prendere posizioni talebane.
      Il suo sostenere che “già il nome le dà i brividi” indica moooolto chiaramente la sua conoscenza dello strumento e delle tecniche… quindi cosa posso risponderle, se non “si informi bene, prima di parlare a vanvera”?
      Lei è l’ennesima vittima delle “guerre di religione” che tanto male stanno facendo alla cinofilia.

      • per favore scenda dal suo piedistallo!!!! Io sono una proprietaria non un educatrice, e sapere che lei invece di riuscire a spiegare mi da della talebana che parla a vanvera per me è una grande delusione! I professionisti veri prima di giudicare danno delle risposte perché è quello che il cliente finale (che spende tanti soldi) chiede. Comunque io le mie risposte le ho già trovate e ne sono felice purtroppo però sono una delle poche persone fortunate nel mondo della cinofilia 😓

        • Il fatto è che Valeria può mettere decine di video e scrivere paginate sull’uso corretto dello strozzo (che io aspetto…) ma se uno è contrario allo strozzo perché si chiama strozzo non modificherà la sua idea e continuerà a pensare “quel cane è addestrato, con il mio è diverso” oppure “chissà quanto avrà sofferto per venire addestrato così, non voglio che il mio cane soffra”. Sì è vero “con il mio è diverso”, è diverso se il guinzaglio lo tiene l’educatore o lo tengo io: nel primo caso il cane sembra capire magicamente come deve comportarsi, nessuno strattone, solo qualche lieve tintinnio della catenella, nel secondo tentativi di autoimpiccagione… Io ho lasciato lo strozzo perché non volevo spendere altri soldi per impararne il corretto uso (faticando un bel po’ per avere una condotta in passeggiata decente…) ma non ho mai visto il cane andare così bene (senza essere strattonato e senza soffrire)

        • No va beh dai ti prego, dicci che vuoi solo provocare 😀
          A parte che Valeria ha parlato di POSIZIONI talebane, riferito alla lettera e in generale alle varie “guerre” vs collare a strozzo che tanto piacciono ai newage per accapparrarsi clienti… tu arrivi qua, accusi di “non prendere posizione”, di usare strumenti coercitivi, di “non insegnare e non dare nulla” (peraltro su un sito gratuito pieno di articoli della stessa Valeria, tra l’altro) con la risposta alla lettera (perchè, la lettera in questione cosa dava e insegnava?), parli di “Valeria non Rossi per fortuna” e quant’altro, ti viene solo detto che FORSE sarebbe il caso di informarti meglio prima di sparare sentenze su strumenti basandoti solo sul nome, e ancora fai l’offesa e dici di “scendere dal piedistallo”, infilando nello stesso commento anche un bel “i professionisti veri prima di giudicare blablabla” lasciando quindi intendere che Valeria non sia una professionista vera (senza averla mai vista lavorare una volta, scommetto) ?
          Caspita, ma tutto ciò è fantastico! 😀

        • Allora… ultima risposta perché mi sembra che ci sia poco spazio per il confronto:
          a) non ho detto che “lei” prende posizioni talebane: il discorso era generico;
          b) ho detto, invece, che “lei” parla senza conoscere: d’altronde, cosa dovrei rispondere a qualcuno che giudica uno strumento dal NOME?
          c) le risposte, le motivazioni e tutte le spiegazioni che cerca credo di averle abbondantemente date in almeno una decina di articoli, che avrebbe facilmente trovato sul mio sito se solo si fosse presa la briga di usare il motore di ricerca;
          d) per leggere questo sito non si spende un centesimo, quindi non sarei tenuta a dare nessuna spiegazione (invece si solito lo faccio. Qualcuno dice che lo faccio “perché sono santa&martire”. In realtà io spero solo di dare una mano (gratuitamente, appunto) a chi ne ha bisogno e non può permettersi, magari, di venire a lezione. Ma chi NON ne ha bisogno perché il suo cane è già perfetto e felice… che ci viene a fa’, su questo sito?
          Chi viene sul mio campo, invece, paga e quindi ha diritto a tutte le spiegazioni possibili e immaginabili.
          e) “Una delle poche persone fortunate nel mondo della cinofilia”… e poi quella che deve scendere dal piedistallo sarei IO? LOL 😀

    • LOL, a parte l'”accusa” effettivamente molto divertente di “non prendere posizione”, dato che
      a) di solito accusano Valeria di essere “fin troppo” schierata su una posizione
      b) contestare una lettera che dice “collareastrozzocaccapupù” e spiegare che il problema non è lo strumento ma il suo utilizzo, fino a prova contraria, E’ una posizione…
      Sorvolando sull’ennesimo “brrr già il nome mette i brividi”, che è proprio quello su cui hanno marciato molti “cinofili new age” per denigrare gli addestratori tradizionali, attaccandosi al nome dato a uno strumento nato quando ci si faceva meno menate di marketing in cinofilia, perchè se lo stesso strumento nascesse adesso lo chiamerebbero “a scorrimento”, “a maglie”, “salvapelo” o in qualsiasi altro modo per far contente le Sciuremarie che “poverinoilmiofufiastrangolomai”, la parte più divertente è il fatto che parli tanto di educazione GENTILE ma poi parli di “NO decisi”….ed è curioso, dato che secondo gran parte delle scuole “gentiliste” il “NO deciso” è già un maltrattamento del cane, dato che non bisogna dirgli NO quando fa qualcosa di sgradito ma “ignorarlo finchè non smette”.
      Quindi attenta, perchè secondo molti gentilisti sei una bieca maltrattatrice, anche se il collare a strozzo “ti mette i brividi già dal nome” (e probabilmente il nome è l’unica cosa che ne conosci ma non hai la minima idea di come sia fatto nè lo hai mai visto usare, vero?)

      Concludo giusto con un aneddoto a proposito di “strumenti”…qualche giorno fa a un centro commerciale ho incrociato una signora che aveva i suoi due cani muniti di “gentilissima” pettorina.
      Peccato che, spaventandosi alla vista del mio pericolosissimo rottweiler al guinzaglio (tranquilla, niente collare a strangolo!) abbia provveduto a prenderne prima uno in braccio e poi, dato che non riusciva a prende in braccio rapidamente anche l’altro, ha visto bene TIRARLO SU DI PESO usando la maniglia della pettorina…Cosa che sicuramente fa benissimo alla schiena di un cane di piccola taglia, e che si vede fare spessissimo dalle Sciuremarie di turno.
      Ma sicuramente era più maltrattato il mio cane col semi-strangolo che passeggiava tranquillo accanto a me, vero? 🙂

    • Le situazioni vanno valutate, è sbagliato schierarsi ed è da folli pretendere di educare tutti i cani allo stesso modo (senza distinzioni di età, razza, traumi, ecc.). Lo strozzo non va bene con tutti i cani, ma nemmeno la pettorina. Con un cane fobico oppure con uno che vuole staccare la faccia alle persone lei cosa farebbe? Carezze? Biscotti?

    • ma lo strozzo lo butterà qualcun altro, è l’unico che non ha mai fatto danni alla mia cagna e lo porta talmente lento che quando lo indossa le penzola dal collo e a malapena sente il peso! se devo obbligarla a sentire un’imbragatura o un collare che le sfregano addosso quando invece può camminare con uno strozzo a malapena percettibile ditemelo che compro un gatto.
      Capisco la volontà di essere carini verso i cani, ovvio che non è un collare consigliabile per tutti, ma prima è il caso di conoscere ciò di cui si parla.

  5. Due passaggi mi colpiscono più di altri.

    Il primo: “Ma sono demoralizzata, perché tutti dovremmo avere una stessa base da cui partire, per poi sperimentarci ed imparare.” Francamente, dalla lettera in toto, si evince una mancanza di conoscenza non solo di strumenti, ma anche di pratiche a volte necessarie, come l’allontanamento del cane dalla famiglia, ma su questo non mi dilungo perché ha già scritto Valeria (Rossi).

    Il secondo: “Questa base è il rispetto per il cane”. Rispetto per il cane – si parla anche di segnali calmanti – e poi si fa questa chiosa: “Invito coloro che usano il collare a strozzo a provarlo prima su se stessi. Certo, ad alcuni potrebbe piacere, ma a questi consiglio di usarlo nella propria intimità, non sul collo di un cane.” Il rispetto del cane è innanzitutto il rispetto dell’alterità e un collare a strozzo, come OGNI ALTRO STRUMENTO, non può essere sperimentato su umani. Nel caso del collare, ricordo che a differenza dei cani, siamo bipedi, abbiamo equilibrio e baricentro diversi, le “correzioni”, i colpetti o come li si vogliono chiamare, hanno un’angolazione del tutto diversa, il collo umano se li sogna i muscoli del collo del cane e alcuno cani hanno anche fitto pelo e sottopelo che attutiscono (fermo restando che il concetto non è strattonare il cane per dargli dolore…). Insomma, se si è per i cani, basta antropomorfizzare ogni cosa! Comunque, giusto per dire…nessuno mai consiglia di indossare una pettorina ad H…io l’ho fatto per par condicio e vi assicuro che mi dava mooolto fastidio…. 🙂

  6. Non ho nulla contro lo strozzo di per sè, non l’ho mai usato perché non ne ho mai avuto bisogno con il mio cane (che tra l’altro adora il suo collare e non sopporta troppo la pettorina). Quello che mi dà personalmente fastidio sono le tante persone che lo utilizzano senza saperlo usare e gli altrettanti educatori e anche addestratori che non spendono il dovuto tempo nè la dovute energie per insegnare loro a usarlo. Non basta darlo in mano ad un neofita e spiegargli come funziona, bisognerebbe fare qualche sforzo in più e un po’ di pratica magari. Lo strozzo non va bene per tutti i cani (né per tutti i padroni!) e a mio avviso neanche la pettorina. Questo dovrebbe essere la premessa indispensabile a qualsiasi discussione. Ma ovviamente da che uomo è uomo al mondo è sempre più facile stigmatizzare e venerare qualcosa in generale (che in quanto tale non esiste) che guardare alle situazioni reali per quelle che sono, ogni volta diverse.

    • Io ho usato il collare a strozzo con il mio Attila, mi è stato insegnato ad usarlo al campo e l’ho usato anche in passeggiata in città con l’educatore, il cane era perfetto e non ha mai tirato, ma poi mi sono accorta che da sola con i cani del suo quartiere ove hanno “discussioni” in corso io non riuscivo a rimetterlo al suo posto e lui quindi, tirando come un forsennato, rischiava di farsi male veramente. Per cui ho smesso di usarlo perché io non sapevo usarlo correttamente, ma, visto usato da chi sa, non c’è proprio nulla di male.

  7. E’ sempre la solita diatriba che si sente e legge dappertutto. Purtroppo denoto, come Valeria (Rossi, intendiamoci) una totale chiusura su una tecnica che, prima di giudicare, sarebbe opportuno conoscere a fondo, leggere e farsi esperienze.

    Io ho fatto il cammino inverso: sono partito da un’ educazione su di me in primis e poi sul mio cane seguendo la “dottrina” di Valeria (non Rossi). Pettorina, bocconcini, sorrisini, tanti ringraziamenti, imparare a parlare con il cane ecc. ecc.
    Risultato? Il mio boxer di pochi mesi, era una scheggia impazzita dovuta anche alla mia iniziale e totale ignoranza cinofila. Con questi metodi non siamo andati molto lontano, o meglio andavamo lontano perchè con la pettorina era un traino continuo e non riuscivo a comunicare con il mio cane. Non riuscivo ad attirare la sua attenzione con bocconi ed esercizi proposti dall’ educatore, tanto che dopo 2 mesi, io e l’educatore ci siamo guardati in faccia e molto onestamente, dopo una stretta di mano, siamo tornati ognuno per la sua strada.

    La fortuna è capitata quando ho conosciuto una persona che mi ha dato un altro strumento per convivere con il mio cane, che per l’appunto è il fantomatico killer “collare a strozzo”. Prima di consegnarmi l’arma ha però saggiamente provveduto ad istruirmi e darmi il porto d’armi necessario. Abbiamo lavorato molto per usarlo il MENO possibile, abbiamo lavorato sull’ insegnare i limiti al cane, abbiamo usato un metodo molto simile all’ educatore sopra ma con un vantaggio: il cane capiva e capisce al volo quando è NO!
    Ma non lo capisce da una cinghiata atta a rompergli l’osso del collo, lo capisce dalla mia voce che è diventata più autoritaria e può essere anche coadiuvata da una sgridata che il cane può sentire.
    Ora, quante volte ho dovuto usare lo strozzo in un anno e mezzo? Due.
    Il mio cane è felice? Non so dirlo io, ma adesso è un cane che passeggia molto meno nervosamente, non tira qui e li a cercare odori ed interessi. Ha imparato a non allontanarsi (altrimenti c’è un NO che ha imparato ad ascoltare ed un VIENI che gli porta sempre un premietto) e quindi ora sa di poter girare spesso libero da collari e pettorine. Quando vediamo altri cani sa che non può osare, non crea problemi ne a me ne agli altri padroni.
    Questo a dimostrazione che non è solo il collare a strozzo lo strumento, ma tutta una serie di nozioni che si sposano con quest’ “arma” e che oggi mi hanno aiutato molto.

    Fatta questa esperienza sono tornato a trovare il primo educatore anti-strozzo. E’ restato piacevolmente sorpreso nel vedere i tanti progressi, nel vedere un cane felice, legato al suo padrone, espansivo e giocherellone come sempre.
    Mi ha fatto i complimenti, mi ha confessato che sarà sempre e comunque contro il metodo che abbiamo usato, ma ha riconosciuto l’ottimo lavoro svolto perchè vede veramente un binomio canepadrone decisamente migliorato.

  8. Per piacere Valeria (rossi) puoi spiegare a quale scopo inibire i segnali calmanti? E quale scuola (sarebbe meglio squola) lo raccomanda?

    • A quale scopo? Nessuno. Nessuno di logico o utile, almeno. Sulle scuole che lo consigliano, Valeria ne sa più di me, io non ne conosco.

    • Non ne ho la minima idea! E non credo esista al mondo una “squola” che lo raccomandi: al massimo si tratterà del macellaio (singolo) di turno.
      Dal mio punto di vista non esiste alcuno scopo logico: addirittura io passo molto del mio tempo a cercare di socializzare i cuccioli deprivati – che talora non conoscono proprio alcun segnale di comunicazione – sperando che gli altri cani riescano ad insegnarglieli.

  9. Va be’, non vorrei esserre gramo, ma dopo un’intera paginetta di premesse, sembra che il senso si riassuma tutto nell’appello dell’ultimo paragrafetto di due righe, cioe’ il “P.S.” etc…

    Non staro’ qui a fare dei distinguo di carattere cinotecnico perche’ non e’ il mio campo ed e’ sempre meglio lasciare che in queste cose si avventuri chi lo fa di mestiere, per quanta esperienza personale si possa avere.

    Pero’ se la competenza professionale e’ di chi lo fa di mestiere, il buon senso e’ di tutti. Tranne pochissimi casi in cui uno strumento prevede un solo tipo di utilizzo perche’ ha una funzione dedicata (una sedia elettrica, per esempio, ha un solo scopo), in tutti gli altri un conto e’ lo strumento, altro l’uso che se ne fa. Attribuire a uno strumento una valenza di tipo morale e’ – come vogliamo definirla in modo politically correct? – un’operazione intellettualmente ardita?

    Questo vale sia in un senso che nell’altro: se il contello e’ uno strumento atto a tagliare, non e’ che siccome puo’ essere usato per tagliare la gola a qualcuno, d’ora in poi mangiamo tutti la bistecca col cucchiaio. Al contrario, ma in modo analogo, se il ferro da stiro serve per stirare e quindi rendere piu’ presentabili le camicie, non e’ che se lo stampo sulla faccia a uno gli liscio la pelle e quindi lo faccio diventare piu’ bello.

    Questi due esempi sono vaccate? Direi proprio di si’ e lo sono perche’ sono rappresentativi del modo di presentare tutte le volte il collare come se fosse lo strumento del demonio. Non sarebbe ora di smetterla?

  10. ” … chi vive male il proprio cane è assai meno disposto ad ascoltare e soprattutto a capire. ” Grande verità. Per certa gente non è proponibile nessun metodo se non quello di cedere il cane a qualcuno che lo sappia amare ed educare.
    Gentilista o tradizionale, secondo me vanno evitati i fanatismi. Non porterei il mio cane da un macellaio, da chi mi dice di lasciarglielo che dopo “sarà un altro”, ma neanche da chi mi dice che non devo neanche dirgli “no” perché potrebbe percepirlo come un atteggiamento violento. Valeria Rossi mi è sempre piaciuta principalmente per il suo equilibrio.

  11. Io da proprietaria non capisco perché ci si debba schierare a tutti i costi. Con il nostro cane usiamo un collare a semi-strozzo (che personalmente trovo fantastico in quanto regolandolo decidiamo noi quanto si possa stringere senza fare danni, anche se ormai rimane quasi sempre largo perché il cane non tira più) e una pettorina di tipo svedese che usiamo in determinati contesti (ad esempio su alcuni sentieri in montagna).
    Per rispetto del cane io intendo anche scegliere lo strumento più adatto per mettere tutti in sicurezza (cane, conduttore e resto del mondo). E’ facile dire che il cane deve essere educato ecc., ma mentre si sta lavorando ad un problema cosa si fa? Si rinchiude il cane in casa?.
    E’ ovvio che con un cane pacifico possa andar bene anche una collana di perle, ma con un cane problematico o di cui non si sa ancora molto, come i cani dei canili, è fondamentale la messa in sicurezza che una pettorina non può dare. A me non piace lo schieramento forzato dei gentilisti, fanno terrorismo senza dimostrare cosa si possa fare per salvare un cane veramente aggressivo senza passare dai farmaci. Le scuole “tradizionali” (e non intendo violente) sono piene di cani che da cuccioli sono stati educati a suon di pettorine e guinzagli da tre metri, soluzioni che non vanno bene con tutti i cani. Invece di schierarsi, si dovrebbe partire dalla base comune di evitare i maltrattamenti e poi scegliere lo strumento adatto senza escluderne nessuno.

  12. Non avevo capito subito se era pro o contro il collare a strozzo, peccato, potevo risparmi l’articolo e usare questo rempo per leggerne uno interessante….

  13. Bell’articolo,e come in ogni cosa se si fa del male la colpa non è dell’oggetto usato ma dell’uomo che lo utilizza per esempio l’atomica…..!Buon lavoro e continua ad allargare le nostre conoscenze che ne abbiamo bisogno!

      • La reazione che fa esplodere la bomba atomica è esattamente la stessa che potrebbe dare al mondo energia pulita e potenzialmente infinita, sostituendo qualunque altra fonte energetica che utilizziamo attualmente. (la FISSIONE NUCLEARE, che è quella utilizzata oggi nelle varie centrali produce scorie, mentre la FUSIONE NUCLEARE no.)
        Come vedi, c’è un utilizzo etico di qualunque cosa al mondo, sono poi le persone che scelgono come utilizzare ciò che hanno a disposizione in un modo conveniente a loro in primis, piuttosto che utilizzarle in un modo che sarebbe conveniente a TUTTI.
        La coercizione, che sia questa esercitata tramite uno strangolo o tramite altri strumenti, fa comodo al macellaio perché è indubbiamente efficace e quindi gli dà “credito”: il cane ha così paura di essere punito positivamente che si inibisce del tutto nel giro di poche “lezioni” e, se il proprietario è macellaio a sua volta, il cane non mostrerà praticamente più nessun comportamento sgradito. Questo produce lo stesso cratere di un’atomica nella vita del cane e lascia dietro di sè tantissime scorie: frustrazione, consapevolezza di non potersi MAI esprimere, inibizione, paura.
        Forse la scoria più “inquinante” è ritrovarsi ogni giorno nelle mani di persone che sai essere capaci di farti del male e che, quindi, non stimi e non rispetti. È la vita di uno schiavo d’Egitto. Ma questo non avviene per colpa di un collare, bensì per colpa di chi utilizza quel collare.
        Scusate, ma la metafora mi è sembrata quanto mai adeguata.

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