PREMESSA di Valeria Rossi: Che bello! A quanto pare, ormai riesco ad innescare polemiche anche quando sono lontanissima da casa e dal pc. Mica tutti possono!
Per chi ne avesse fin sopra i capelli dei “soliti scanni” tra cinofili, avviso: questo articolo parla proprio del “solito scanno tra cinofili” . Quindi, se volete, potete anche non leggerlo.
Se invece state seguendo tutte le puntate della telenovela sul collare a strangolo… allora sappiate che un seguace del Gentle team (con cui sono in palese disaccordo da secoli ma che ultimamente cerco anche di ignorare il più possibile, perché intanto è inutile perder tempo a cercare il dialogo con chi è arroccato sui propri dogmi) si è indignato per il fatto che io abbia recensito il libro di una paladina dei diritti degli animali.
Ma come? Il mio nome di bieca torturatrice (in quanto “non contraria al collare a strangolo, nei rari casi in cui serva”: definizione che per loro diventa “forte sostenitrice dello strozzo”) accostato a quello di un’associazione animalista?!?
Ne è scaturita una diatriba nella quale Diana Lanciotti (e conseguentemente, ahimé, il suo Fondo Amici di Paco) si è trovata invischiata suo malgrado, credendo alla buona fede di qualcuno che invece voleva tenderle “il trappolone” di cui parlo ironicamente nel titolo. Diana ha risposto sul suo sito, ma visto che l’oggetto della discussione era la sottoscritta mi sembra giusto riportare il tutto anche qui.
Quindi… eccovi la puntata n. 102736 di Strangoliful, l’unica telenovela che promette di durare più di Beautiful, dalla viva voce dell'(involontaria) protagonista.
di DIANA LANCIOTTI – Qualcuno mi aveva avvisata, quando ho scritto “L’esperta dei cani”: «Attenta che ti cacci in un ginepraio: gli educatori cinofili sono sempre lì a farsi la guerra, ognuno vuole il primato e pur di denigrare la concorrenza sono disposti a barare. Se ti prenderanno di mira ne vedrai delle belle.»
Preso atto dell’avvertimento, di cui ho ringraziato l’autrice, non ho però desistito, anzi mi sono fortificata nella convinzione di fornire, nel mio piccolo, un aiuto spassionato, obiettivo e neutrale, fuori da qualunque “scuola di pensiero”, a chi è disorientato e addirittura fuorviato dai troppi messaggi contrastanti che arrivano dal mondo dell’educazione cinofila. Un mondo un po’ troppo dedito alla rissa per propagandare le proprie idee e screditare quelle altrui, dove a volte c’è chi sembra volerti confondere le idee e complicarti la vita anziché semplificartela.
In questo clima di ingiustificata conflittualità, a rimetterci sono sempre i proprietari di cani e, ovviamente, i cani.
In realtà non c’è e non ci sarebbe nulla di più semplice che riuscire a creare un rapporto di comprensione (l’amore si dà per scontato… se non c’è quello inutile parlarne) con il nostro cane. Ma purtroppo la tendenza a crearci complicazioni a volte è davvero forte.
Ne parlo a ragion veduta, visto che da 8 anni curo su “Amici di Paco” la rubrica “Parliamone insieme”, nata proprio per dare consigli pratici e applicabili a chi, oltre ad attribuirmi esperienza in materia, mi attribuisce quel buon senso e quell’obiettività che a volte in ambiente cinofilo latitano.
E comunque, a nemmeno due mesi dal lancio del libro la profezia si sta avverando: qualcuno ha già iniziato a creare “disturbi”. E il fatto che non sia un educatore cinofilo in prima persona non cambia di molto le cose. Fatto sta che, in nome di un malinteso animalismo, mi sono vista attaccare da un “gentil” signore. E, come vedremo, quel “gentil” ha una sua precisa motivazione.
Tutto nasce in seguito alla pubblicazione sulla pagina Facebook del Fondo Amici di Paco della recensione del mio nuovo libro scritta da Valeria Rossi, educatrice e grande esperta cinofila che molti di voi conoscono e giustamente stimano.
Dopo averla letta, un signore (che si chiama Luca) ci invia un messaggio “privato”.
A leggerlo è Simona, la responsabile del nostro ufficio stampa che gestisce la pagina facebook, che me lo inoltra via mail, aggiungendo un commento: “Diana, visto che sei tu “l’esperta dei cani”, rispondi tu per favore?”
Ecco quanto scrive Luca:
Ecco, ci siamo. L’attacco non è diretto, ma passa attraverso la figura di Valeria Rossi, tanto stimata (meritatamente) da tanti, quanto… odiata da chi si rode di livore e d’invidia per un successo e una credibilità che durano ininterrotti da 40 anni.
Livore e invidia che fanno proseliti, a quanto pare. Proseliti disinformati, in ogni caso, che le appiccicano l’etichetta di “forte sostenitrice del collare a strozzo” per semplice sentito dire (magari proprio dagli avversari che la invidiano) senza, ci scommetto, aver mai letto un intero articolo di Valeria su questo o su qualunque altro argomento.
Ma si sa: la calunnia è un venticello…
In realtà il pensiero di Valeria in proposito è ben chiarito su questo editoriale pubblicato sul suo sito.
Basterebbe avere la voglia e soprattutto l’umiltà di leggere prima di sparare giudizi a casaccio e mettersi a blaterare di ciò di cui non si sa.
Ed è quello che vi invito a fare: ma vi invito anche a leggere il seguito della puntata… perché un seguito c’è.
Non ho la presunzione di prendere le difese di Valeria Rossi, che sa difendersi molto bene da sola, e lo fa innanzitutto attraverso la testimonianza di una passione che l’ha portata a occuparsi di educazione cinofila e diventarne uno dei principali punti di riferimento. Però il fatto che la si incolpi di colpe che non ha mi secca parecchio.
Devo dire che a discolpa di Luca c’è il fatto che, come lui stesso afferma, “non vuole innescare una polemica” e perciò ha scelto la via del messaggio privato per non rendere pubbliche le sue perplessità.
Perciò, ben lontana dall’idea che si tratti di una “trappola”, mando la mia risposta a Simona, che gliela gira con un testo di accompagnamento:

Forse, ora me ne rendo conto, ho risposto con un pizzico di leggerezza, pensando veramente di parlare in privato con una persona, e senza conoscere il mio interlocutore. Non usando Facebook, e non tenendone presenti i meccanismi perversi, non ho pensato di chiedere a Simona se sapeva dirmi qualcosa su di lui.
Perciò, considerandolo un dialogo tra due, trascuro di essere più esaustiva di come farei se scrivessi a un pubblico più vasto, dove la vastità e la varietà dei pensieri impone di esprimersi nel modo più estensivo possibile, proprio per il fatto che non esiste contraddittorio e il rischio, forte, è di essere malinterpretati.
Per fortuna il dialogo presuppone che se non si è stati chiari al primo colpo, il tuo interlocutore ti inviti a esserlo al secondo, ponendoti domande specifiche per aiutarti a spiegarti.
Ecco, poi un’altra cosa ho sbagliato: a parlare di pseudogentilisti, quando avrei dovuto dire, più precisamente, “sedicenti gentilisti”. Sedicenti e a volte anche presuntuosi, perché definendo così sé stessi e le proprie teorie (che a volte con la gentiliezza c’entrano come i cavoli a merenda, come ho spiegato sul mio libro) tagliano fuori tutti coloro che non appartengono alla loro élite, bollandoli come torturatori di animali o quasi. È come dire che chi non è gentilista è… “villanista”
Insomma, tra autodefinirsi (e autocelebrarsi) gentilisti ed essere davvero gentili (con i cani e si pretenderebbe anche con le persone) c’è una certa differenza.
Ma ecco la risposta di Luca:
Alla faccia della richiesta di chiarimento, Luca ci bolla come “pro-strozzo” e pensa che sia chiusa lì. Insomma, se non sei del tutto contro una cosa, ne sei per forza a favore.
Strano modo di vedere le cose. Vagamente integralista, no?
Ovviamente Simona mi gira anche questo messaggio, ed ecco la nostra risposta:
Risposta di Luca:
Simona, che è una ragazza molto pronta che si dà un daffare davvero straordinario per il Fondo Amici di Paco, stavolta risponde direttamente, senza interpellarmi:
Potrebbe e dovrebbe finire lì, senonché Simona va sulla pagina Facebook di Luca e scopre che ha pubblicato il nostro scambio “privato” di messaggi, suscitando una serie di commenti a dir poco negativi nei confronti miei e dell’associazione che rappresento.
E in più, scopre che Luca è lui stesso in qualche modo legato a un certo mondo che si definisce gentilista, facendo pensare che tutti gli altri siano dei torturatori incalliti di cani.
O sei con me o sei contro di me, insomma. Dialogo e confronto zero. Sarà un caso? Si tratterà di un’azione individuale, o sarà un’iniziativa concertata?
In effetti il retrogusto di una trappola c’è tutto: uno che ti scrive di non voler pubblicare e poi lo fa lui sulla sua pagina dove tutti possono leggere…
Non che mi dia fastidio, perché ho detto esattamente ciò che penso, solo che se avessi saputo che sarei stata letta da altri, senza possibilità di replica, sarei stata più completa ed esaustiva, e avrei riportato il link all’editoriale di Valeria Rossi per fare chiarezza. Invece, con una buona dose di scorrettezza (Simona l’ha giudicata vera e propria vigliaccheria) Luca riporta quanto gli ho scritto, commentando:
Dopo una presentazione così, posso capire i commenti dei suoi amici, che scrivono schifati, delusi, sarcastici, offensivi contro me e la mia associazione.
Al che Simona risponde:
Simona giustamente voleva intendere che, come dicevo poco fa, se scrivo qualcosa che so che verrà pubblicato cercherò di non essere travisata, come invece è appena capitato.
Colpa mia, che mi sono lasciata trascinare nella trappola, credendo che Luca fosse in buona fede.
La sua malafede, invece, si evince dalla frase che pubblica ancora sulla sua pagina:
Insomma, questa sceneggiata, che avrei evitato di rendere pubblica se non fosse stato Luca a renderla tale, mi convince ancora una volta che essere o definirsi animalisti, ma anche “gentilisti”, non sottintende sempre valori positivi.
Oltre a una stragrande maggioranza di persone ammirevoli, che amano gli animali ma anche il resto del mondo, c’è sempre uno zoccolo duro di fanatici, di deviati, di integralisti che fanno solo male alla causa animalista.
Come le fanno male, malissimo, le recenti iniziative di certi pseudoanimalisti che, pur di ottenere visibilità, si rendono promotori di iniziative al limite del ridicolo, tipo la raccolta firme per chiedere leggi assurde (come il divieto di vendita di cani sotto Natale!!!) o la denuncia a Vittorio Sgarbi per “maltrattamento di animali” per l’abitudine di definire “capra” i suoi interlocutori.
E così, dalla pubblicazione non autorizzata (e quindi illegale) di una risposta privata estorta in modo subdolo, scorretto e diffamatorio, sulla pagina di tal Luca si sono scatenati commenti anche pesanti nei riguardi del Fondo Amici di Paco che, secondo i commenti provocati ad arte dal tenutario della pagina, non potrebbe dichiararsi a tutela degli animali solo perché la sua fondatrice (cioè io) ha riportato un’opinione, da tanti condivisa, sul fatto che a volte, se usato col buon senso, un collare a strozzo evita di dover impasticcare un cane come fanno in tanti e renderlo rimbambito a vita o, addirittura, di sopprimerlo. È successo, succede e purtroppo succederà ancora. Ma queste cose non ve le diranno mai.
Già: meglio la “gentilezza” di una pasticca che devasta la psiche del cane o la “dolcezza” di un’eutanasia che provare a recuperare un cane dandogi una correzione… senza strozzarlo! Ve lo dico per esperienza diretta con uno dei miei cani, giudicati irrecuperabili dai gentilisti, ma recuperatissimo, sano e felice grazie a un percorso educativo personalzzato, basato sul rispetto e sulla comprensione, che in un paio di occasioni si è avvalso del gentile (gentile davvero) contributo di un “mostruoso” collare a strozzo per ricordargli che era meglio che stesse con me piuttosto che scaraventarsi (non di certo per fare amicizia) addosso al primo cane che gli capitava a tiro o correre dietro a un cinghiale con i cuccioli.
E si sa che i cinghiali, soprattutto se devono difendere la prole, se ne fregano di qualunque gentilismo. Ho spiegato ampiamete sul mio libro come sono arrivata a “rieducare” il mio Leo.
Solo che chi non ha letto e non conosce la vicenda si diverte a interpretare a suo modo e comodo le mie parole. Com’è tipico di chi si trastulla a usare malamente facebook, senza senso critico e desiderio di approfondimento.
E così Luca, mettendo in piedi quest’assurda querelle, volutamente o no ha sortito l’effetto di metterci alla gogna dei soliti “eroi” della tastiera.
Basterebbe fregarsene, come il mondo se ne frega in genere di persone che hanno giusto bisogno di mettersi alla scrivania, davanti a una tastiera, per sentirsi qualcuno inondando il proprio prossimo di calunnie e malevolenza. Basterebbe fregarsene, è vero, come il mondo se ne frega di loro: però è anche ora che questi incontinenti della tastiera imparino a farne miglior uso e ad avere un maggior controllo dei propri… sfinteri.
Tornando alla spinosa questione, vi assicuro che impedire a un cane di quasi 70 chili, diseducato da metodi che non sono veri metodi (è la prima volta che mi capita in vita mia, e recito pubblicamente il mea culpa per essermi fatta raggirare da teorie che anziché risolvermi dei problemi me li hanno provocati), di rincorrere un cinghiale con la prole non è così facile. Visto che qua conviviamo (e ne sono ben felice) con i cinghiali, è preferibile poter contare su una tiratina di guinzaglio che vedere il proprio cane squartato dalle zanne di un cinghiale. Capita, purtroppo, e qua dove vivo non è così raro che un cinghiale si rivolti contro un cane e… immaginate le conseguenze.
Ogni cosa, se usata male, può fare danno, anche la più innocua: provate a ficcare un grissino in un occhio a qualcuno… certo che fa male. Ma non è quello il suo uso, e infatti nessuno si sognerà mai di mettere al bando i grissini. L’uso corretto del collare “a strozzo” (malgrado l’infelice modo di definirlo) non è di certo strozzare o far male a un cane…
Santo cielo! Adesso sembrerà che io sia diventata la paladina del collare a strozzo. Non è così, no di certo: anzi sono sempre stata contraria, anzi contrarissima (ne parlai, malissimo, anche sul mio libro “Paco. Diario di un cane felice”), almeno finché l’ho visto usare come strumento di correzione efficace, e non di certo strumento di tortura, per evitare grossi guai. Ragione per cui non mi sento di lanciare accuse a destra e a manca come fanno questi signori.
Poi se qualcuno ne fa un uso sbagliato… insegniamogli a non sbagliare. Magari facciamo scrivere sulle confezioni che va usato sotto la guida di un esperto. Ma, allora, ricordiamoci anche di far scrivere sulle confezioni dei grissini che un grissino ficcato in un occhio può essere molto pericoloso…
Ci vuole buon senso, conoscenza, voglia di informarsi e confrontarsi, apertura mentale, disponibilità al dialogo, umiltà di conoscere, capacità di non intrupparsi e di non diventare schiavi dei pregiudizi.
È ora di smetterla che se non la penso come te, se non mi uniformo alla Verità Assoluta di cui credi di essere l’Unico Depositario (mentre sei solo un Grande Mistificatore), tu giri la frittata e mi fai passare per ciò che non sono.
Ecco perché per la terza volta in pochi anni, mi proclamo ufficialmente “non animalista”. Come scrivevo alcuni anni fa su questo stesso sito: “Se l’animalismo è questo, è quello violento, becero, fanatico, disinformato, diffamatore, aggressivo, perennemente arrabbiato, io non ho nulla a che farci.” E anche se è quello tendenzioso, sempre disposto a farsi la guerra e a essere ostaggio di questa o quest’altra ideologia, paladino di qualche assurda guerra di religione… io non voglio averci nulla a che fare.
Chi mi conosce sa quanto non mi piaccia schierarmi da una parte o dall’altra, e quanto io rivendichi sempre il diritto alla neutralità intesa come obiettività e a usare il mio cervello, anziché gettarlo all’ammasso.
Perciò che mi si dica che sono “pro-strozzo” solo perché non lo considero come uno strumento di tortura, ma come un’ “extrema ratio” che serve in casi specifici a evitare problemi seri se non vere e proprie tragedie, mi fa davvero un grave torto.
Un’ultima considerazione: credo di aver già detto che facebook non mi piace (qualcuno forse esagerando recentemente l’ha definito una fogna). Non è tanto ciò che potrebbe essere, ma è ciò che qualcuno l’ha fatto diventare: da celebrazione dell’amicizia, agevolatore di contatti e di scambi, sempre più spesso diventa arena di scontri, di scanni, spazio per gente litigiosa, per la creazione di fazioni o vere e proprie gang (le “gangs of Facebook…”). Insomma, l’antitesi dell’amicizia. Direi che su questo aspetto il buon (e diventato ultramilionario) Zuckerberg ha fallito.
E comunque questo episodio, nel quale sono stata mio malgrado coinvolta dalla malafede (e credo anche dal comportamento illegale… ma questo lo appureremo) di un “gentile” provocatore, mi convince della bontà della mia idea di aver scritto un libro per smascherare le ipocrisie e smontare i falsi miti messi su da certi educatori cinofili che passano più tempo a farsi la guerra l’un l’altro che a cercare di capire che cosa c’è di buono in ciò che gli altri fanno, e con ottimi risultati, senza abbindolare i propri clienti.
Perché quelli che vi fanno credere che i cani siano tutti uguali, e che ci siano regole valide per tutti, e che basti un marsupio pieno di bocconi per educarli (e renderli felici) vi stanno tirando per il naso…
Altro che collare a strozzo!
NOTA: questo testo, in data 22-1-16, è stato leggermente modificato rispetto alla versione originale, per uniformarlo a quello pubblicato dall’autrice, che ha aggiunto alcune frasi all’articolo sul proprio sito ufficiale.
Molto umilmente, vorrei aggiungere che anche tra le persone che scrivono su queste pagine ho trovato soggetti che ricordano da vicino questo signor “Luca”.
Purtroppo anonimato e protagonismo costituiscono un abbinamento pernicioso, capace di scatenare il lati peggiori delle persone.
Se aggiungiamo anche la volgarità e la maleducazione che molti soggetti posseggono a priori, ecco che si spalancano le strade alle polemiche, agli insulti, alla cattiveria.
Mancano sia il rispetto dell’altro, sia la luce della ragione: ognuno si arrocca su un paio di concetti elementari e li difende a spada tratta, indossando paraocchi per evitare di scorgere le opinioni altrui.
Facciamo tutti un mea culpa, perché il signor Luca non è un alieno, ma sotto le mentite spoglie di diversi nick e fotografie sorridenti a lato dei post, è un assiduo frequentatore anche di questo come di altri blog.
Così malevolo, così impudente, che sottrae agli altri utenti il piacere della condivisione: il suo scopo è il monopensiero, è l’obbedienza del pubblico alle sue ragioni. Cerca approvazione e se non la trova…dichiara guerra.
Tra queste pagine, pur nei pochi post che ho scritto, l’ho incontrato già molte volte…
Incredibile come si possa essere miopi su un argomento simile, porto la mia esperienza.
Avevo un cane di grossa taglia, 70 kg, non era un’ attaccabrighe ma se provocato da altri cani sprigionava tutta la sua potenza.
Ha sempre avuto il collare a strangolo, l’abbiamo portato per molto tempo in un centro cinofilo per farlo socializzare con gli altri cani. Di fatto, con gli altri cani giocava e non aggrediva se non provocato.
Se per strada capitava di passare davanti ad un cancello con qualche cane che ci abbaiava, lui tentava di andare a farsi le sue ragioni, la trazione esercitata da me o mia moglie, era sufficiente per farlo desistere.
Dopo qualche tempo, i consulenti cinofili ci hanno detto di togliere il collare a strangolo perchè dannoso, li abbiamo seguiti, aveva un collare normalissimo.
Bene, un giorno, mentre mia moglie passeggiava, un pastore tedesco, è spuntato dal suo giardino ed ha cominciato ad abbaiare e ringhiare. Il nostro cane è partito, con lui mia moglie… risultato: frattura del polso, escoriazioni profonde a gomito e ginocchio e 5 punti di sutura al labbro del pastore tedesco.
Con il collare a strozzo non era mai successo.
Questi sono i fatti, il resto teorie.
Pazzesco come si comportano alcune persone!!!! Invece di stare a litigare e criticare il lavoro di cinofili che hanno un bagaglio di esperienza di 40 anni come la Signora Rossi perché queste persone non pensano al benessere degli animali, perché non collaborare insieme, perché non scambiarsi opinioni, idee ecc per migliorare il loro lavoro. Ammettere i propri limiti è da persone intelligenti, solo le persone con una mente chiusa non chiedono mai consigli e pareri perché sono arroccati nelle loro idee.
In fin dei conti se si suol dire “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” ci sarà un motivo, no?
Oh mamma… a parte il comportamento poco “simpatico”( traduzione in ‘tagliano corrente: proprio stronzo) del tipo…concordo con Sif. E mi viene un dubbio, anzi più di uno. Un supposto paladino degli animali, piuttosto che perdere tempo in simili amenità, non dovrebbe avere altri problemi da gestire? Che forse sia meno paladino di quel che dice? Mahhh
io ormai quando cercano di invischiarmi in discorsi su ogni qual tipo di guerra da cinofili, alla prima rischiesta di commento da parte mia (solitamente dopo che da 15 minuti buoni si scannano o insultano qualcun’altro) rispondo alla romana… STICAZZI!
poi smettono di chiedermi ( e anche di frequentarmi, devo capire se le cose son collegate..)
Ogni nuovo episodio come questo conferma la vecchia regola illustrata nell’immagine qua in allegato, che non vi traduco ma che è di facile comprensione. Solo che siamo al punto che la gente se ne frega pure dell’anonimato, defecando le proprie sentenze, basate su ignoranza, ottusità ed estremismo (e dei tre, quest’ultimo è sicuramente il più grave e più dannoso), in faccia agli altri ed al proprio “pubblico”.
Wow…Just wow.
Che vigliaccata.
Qualunque cosa rispondi, per gente simile, sei comunque tu ad essere nel torto.
Scommetto che quello è il tipo di persona che se non gli rispondi, si mette a scrivere cose tipo “Non si sono nemmeno degnati di rispondere alla mia gentile mail. Chiaramente sono pro-strozzo/pro-maltrattamento ed io avevo ragione. Sicuramente sono anche pro collare elettrico, bruttepersonecattive. Mettete “like” se siete d’accordo.” e comunque sp***ana gente.
Io davvero non capisco sta cosa, comunque…Con tutti i problemi che hanno gli animali, questi stanno a scannarsi su di un collare…Chiaramente hanno tempo da perdere.
Qui il collare non c’entra. O meglio, quando il dogma oggetto della guerra di religione e’ il collare allora c’entra il collare, quando e’ un’altra cosa allora c’entra un’altra cosa. Quello che e’ piu’ rilevante, indipendentemente da quale sia la crociata del momento, e’ il fatto che si possa ritenere legittimo e normale “adescare” qualcuno con una conversazione privata e farne un uso pubblico con evidente premeditazione. Forse ci sono casi – e io ne ho in mente alcuni – in cui, non potendo fare di meglio, il fine giustifica il mezzo, ma sono casi ben distanti dal fanatismo delirante che traspira da tutti i pori sia di chi si improvvisa Savonarola che predica dal pulpito della sua pagina Facebook sia del pubblico astante altrettanto invasato.
Per quanto possa valere a posteriori, quando si viene approcciati da qualcuno che quando ci fa una domanda non ci sta chiedendo una risposta, ma ci sta chiedendo ragione della risposta che lui – bonta’ sua – ci ha gia’ attribuito, stiamo avendo a che fare con un fanatico invasato che pensa di essere Bernardo Gui redivivo, sempre pronto a salvarci l’anima che lo vogliamo o no, sia che si occupi di cinofilia che di altro.
Il problema e’ che questo tipo di atteggiamento e’ sempre piu’ diffuso e sempre piu’ legittimato. Inutile dire che raccoglie facilmente consensi soprattutto tra chi ha bisogno di sentirsi un po’ alpha soprattutto se diveramente sarebbe condannato a una vita da omega.
Ma con tutti i problemi che hanno i cani nell’intero universo (…tipo, che so, la gente che magari li maltratta davvero…) questi qui perdono tempo dietro ad un collare..? Ma beati loro, si vede che hanno un sacco di tempo libero…
eh, alla prima risposta in cui diceva “non mi dovete spiegazioni” era logico non rispondere ulteriormente oppure dire tipo grazie per la sua segnalazione che ci aiuta a conoscere i nostri lettori roba così… ma è straovvio che una persona che di mestiere scrive e scrive anche di se e delle proprie opinioni per “deformazione professionale” si metterà a discutere… e va be’… poi è molto ingenuo non tenere in considerazione che qualsiasi cosa scrivi su internet potenzialmente non possa diventare pubblico soprattutto se sei un giornale e se al posto di dire grazie arrivederci ti addentri nella diatriba… detto questo ho un collare a strozzo in garage, che ho usato in passato e riuserei se ci fosse bisogno, ma che ad esempio con il cane che ho attualmente, un terrier da tana, non ho mai mai usato…
Dal mio punto di vista il collare a strangolo non è che debba essere utilizzato solo in riabilitazione… io l’ho sempre usato sui tutti i miei cani per una questione di comodità:
1) da meno noia del collare normale perchè fascia molto meno il collo del cane
2) si mette in un attimo
3) si toglie in un attimo
4) non si sfila se strattonano
5) fa quel rumore di catenella che ti permette di dare al cane indicazioni in passeggiata anche senza parlare
Ad esempio non l’ho mai utilizzato sui cuccioli/cuccioloni finchè non ho insegnato a non tirare al guinzaglio e le poche volte che ho adottato un cane adulto mi sono sempre prima accertato di insegnare una buona condotta e poi passare allo strangolo (anche per non “bruciarmi” il rumore della catenella tanto comodo :D)
L’esempio del grissino calza a pennello, il collare a strangolo (mannaggia a chi l’ha chiamato cosi’) è un dannatissimo collare normale e fa male SOLO se usato in maniera sbagliata.
invece io metto dei collari tipo pelle molto larghi, per taglie grosse e poi li taglio e aggiungo i buchi… per la medaglietta, sia mai che qualcuno me lo scambi per randagio e perchè mi fanno proprio senso quelli sottili, mi da l’impressione che facciano male se per qualche motivo arrivasse lo “strattone”, se allarghi la superficie di contatto l’effetto strattone fa meno male al collo. non che capiti spesso ma può capitare e quando capita è una cosa improvvisa… e non lo tolgo mai a parte quando fa il bagno o lo spazzolo per lo stesso motivo….
La coerenza di questo ragazzo Luca Finazzo fa cadere le braccia. Scrive in privato per non diffondere la sua pomelica e poi pubblica tutto. In mano a certi gentilisti ci sono passato, purtroppo, e ho perso 1 anno, tempo in cui il mio cane è diventato adulto. Quelli che ho frequentato mi hanno detto che con una pettorina è meglio e il cane non deve giocare con la pallina, altrimeni si eccita e va in stress. Per fortuna ho conosciuto tanti altri educatori che mi hanno dato una visione più ampia.
Ma quante sciocchezze! Io personalmente non ho mai amato il collare a strozzo perchè timorosa di non usarlo in modo corretto. Ho sempre utilizzato il collare fisso ma ultimamente sono stata costretta in alcune situazioni ad alto rischio eccitazione per la mia cucciolona ad ultilizzare lo strozzo (in realtà è un semistrozzo) perchè la furbona ha imparato a dare un colpo secco all’indietro riuscendo così a sfilarsi collare con annesso guinzaglio……situazione potenzialmente pericolosa per la sua incolumità. Non lo fa per aggredire altri cani e/o persone semplicemente quando le impedisco di andare o fare qualcosa che lei ritiene interessante ci prova. Credo che sarebbe maltrattamento farle rischiare la vita con automobili in zone trafficate ma anche solo con I cinghiali quando siamo a passeggio per I boschi. Credo che sia giusto nonchè mia responsabilità impedirle di cacciarsi nei guai. Invece io non ho ancora capito che differenza c’è tra un educatore ed un addestratore e soprattutto cosa sarebbe un gentilista. Boh…..
Ebbene si, uso quel tipo di collare. E lo consiglio anche!
Ho un Corso di 2 anni “borderline” per lo standard attuale (65 Kg per 70 cm al garrese), tempra “da Corso” e bel temperamento (per fortuna!). Abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare insieme, pur a fasi alterne per via di alcuni miei problemi di salute, e ancora c’è tanta strada da fare, ma il collare a strozzo mi ha aiutato a gestirlo in certe situazioni ed a portarlo a spasso in piena tranquillità.
Mi spiego. E’ di un equilibrio quasi “zen”: soprattutto con me vicino, ha un’alta tolleranza alle persone che lo approcciano – inconsapevolmente – in modo scorretto, anche se gli sguardi che mi lancia in quelle occasioni sarebbero da filmare, tanto chiari e “parlanti” (abbiamo tutta la gamma: da “ma quanto è scemo questo?” al “ma proprio non posso staccaglierla, la manina?”).
Tuttavia, non ama i cani adulti maschi, specie se di taglia simile alla sua e dominanti, mentre è più tollerante con i piccoli e medio-piccoli ed uno spettacolo con i cuccioli.
Il fatto è che, con me accanto, ora è più riflessivo e – non so come spiegarlo meglio – prima di partire con l’azione istintiva verso l’altro cane “mi consulta”: cerca il mio sguardo, quasi per cogliere il mio atteggiamento e decidere in base a quello se mantenersi neutro – sulla difensiva ma iniziando a lanciare tutta la pletora dei “calming signals”, a seconda dell’atteggiamento dell’altro cane – o partire all’attacco.
E per arrivare a questo ho lavorato sotto la guida di un addestratore, usando anche quel collare e senza arrecare alcun danno al mio amatissimo “cucciolone”: ora riusciamo anche a fare obedience insieme ad un altro maschio che aveva lo stesso approccio e la stessa aggressività!
Valeria non ti curar di loro….ignorano!
La cosa peggiore è essere costretti a spendere tempo e a sprecare parole con persone che non meriterebbero neanche la cortesia di essere guardate in faccia.
Che poi mannaggia a loro e a sta cazzo di pettorina… ora ve ne racconto una capitata un paio di mesi fa: Incontro una signora al parco con un bassotto di 4 mesi e la vedo con la pettorina a X allora le spiego che è molto meglio il collare perchè la pettorina a X rischia di fare seri danni su cani con la schiena lunga come quella del bassotto se usata in maniera scorretta e per di più la suddetta pettorina non fa per niente bene al cane perchè gli struscia sotto le ascelle con ciò che ne consegue. Allora la signora mi risponde che aveva visto un educatore e le aveva spiegato come mettere il collare al cane sia un maltrattamento…
Per fortuna dopo il nostro incontro la signora si è informata ed ora il bassotto porta un sano collare consigliatole anche dall’allevatore.
Nooooooo, che tristezza. PERCHE’ la gente non ascolta? Sarà mica divertente essere in disaccordo con mezzo mondo! E poi… dove lo trovano il tempo per creare sti casini? Seriamente, devono avere una giratempo… Non me lo spiego in altro modo. Comunque massima solidarietà a Daniela che è un’animalista che tiene la mente aperta 😀
grazie, ma lei si chiama Diana :-):-):-)
e io sono uffiaciamente lessa. Ricordami, tra quanto comincia il fine settimana…?
la risposta la preferisci in giorni, ore o minuti? 🙂
…Amen… non pensavo di acquistare il libro, ma dopo quest’articolo probabilmente lo farò, per dimostrare a Diana che in molti apprezzano la sua visione “sana” della cinofilia (cioè quella fatta per il benessere del cane e non quella delle guerre di religione “per principio”)
quoto e rilancio..pure il calendario comprerò!
esagerata 🙂 il mio 5×1000 e calendario son già “dedicati” ai “miei” cani calabresi 🙂