venerdì 6 Dicembre 2024

Piccolo glossario di valeriese

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Uff… mi accorgo che vengo fraintesa un po’ troppo spesso, quindi devo correre ai ripari.
Oddio, forse è anche normale venire fraintesi quando si coniano (o si scopiazzano) termini non propriamente comuni, magari proprio assenti da qualsiasi vocabolario civile: però, che poi qualcuno si offenda, mi dispiace (a meno che non volessi proprio offenderlo).
Su alcuni dei termini che uso più spesso ho già scritto articoli dedicati: ma ovviamente non tutti li avranno letti (e comunque ve li rilinkerò qui).
Quindi, per chi avesse ancora dubbi sui miei neologismi (inventati o copiati che siano), eccovi un bel glossarietto (in ordine sparso) che spero possa chiarire una volta per tutte cosa intendo con…

sciuramaria_io.1a) Sciuramaria
la Sciuramaria è il mio idolo. Ho anche scritto il suo “Standard”, che però era umoristico e quindi la prendeva in giro, esattamente come nei “veri standard” delle razze prendo in giro i cani.
Quindi ecco la definizione seria: la Sciuramaria è semplicemente una persona che adora il suo cane, ma che non ne sa molto di cani.
Può avere diverse sfumature, andando dalla neofita alle prese con il primo cucciolo alla signora che di cani ne ha già avuti diversi, ma si è sempre basata sulla vox populi  (e soprattutto sui consigli di amici, parenti e conoscenti) per alimentarli, educarli, gestirli e così via.
Di certo la Sciuramaria ama i suoi cani e tutto quello che fa (anche quando è sbagliato) lo fa in assoluta buona fede.
In più, non è assolutamente una stupida.
Può essere ingenua, può essere poco informata e di sicuro non è una cinotecnica: ma non è una stupida.
Poi, per carità… esistono anche Sciuremarie stupide: cosa che vale per qualsiasi forma di umanità. Ma la stupidità NON è affatto insita nel concetto di “Sciuramaria”; se c’è, è un valore (si fa per dire…) aggiunto!

b) Sciurmario
Idem, però al maschile. Con una piccola differenza: il Sciurmario, a volte, un po’ stupidino lo è.
Sicuramente il Sciurmario medio lo è più della Sciuramaria media.
D’altro canto… è maschio. Punto.
Nah nah nah… fermi lì! Prima di far partire voci indignate e accuse di becero femminismo,  signori maschi, rispondete a questa domanda: sentendo parlare di “castrazione del cane”, vi sono mai partite in automatico le manine a protezione dei vostri gioielli di famiglia?
Se rispondete (sinceramente) “no”, avete diritto di protestare per la mia affermazione di cui sopra.
In caso contrario… zitti e a cuccia.

c) Cuggino (rigorosamente con due “g”)
Ecco, volendo questo si può pure offendere. Perché il cuggino è un Sciurmario (ovvero uno che di cani se sa pochissimo) in versione arrogante e presuntuosa. In poche parole, è un po’ stronzo.
E ancora una volta tocca dire che è prevalentemente maschio (le “cuggine” sono rarissime, e dimostratemi il contrario se ci riuscite): ma non è colpa mia.
Il cuggino prende per buone tutte le leggende metropolitane sui cani, poi le riporta come se fossero Verità Infuse dal Cielo: per questo il termine è stato rubato alla canzone di Elio e le Storie Tese (se qualcuno per caso non la conoscesse, eccola qui):

Anche la Sciuramaria e il Sciurmario, a volte, credono alle panzane: ma il cuggino, se provi a contraddirlo, ti insulta. O quantomeno ti accusa (lui!) di NCUCDC (“Non Capire Un Cazzo Di Cani”).
Per questo nel suo Standard l’ho definito “emerita testa di cazzo“… e stavolta non è proprio che scherzassi, quindi sì: si può offendere. Ma meglio farebbe, invece di offendersi, a informarsi ed acculturarsi un po’ in tema di cinofilia, prima di spargere ai quattro venti le sue “cugginate”.
NOTA: quando nel titolo di un mio articolo leggete “Me l’ha detto miocuggino”, significa che l’affermazione ivi contenuta è una stronzata. Quindi sarebbe carino che magari leggeste l’articolo prima di commentarlo credendo che la suddetta stronzata la stia sostenendo io.

animalisti_fan-300x205d) Animalista fanatico
Qui non c’è nulla di inventato e neppure di copiato: sono termini assolutamente esistenti su qualsiasi dizionario, e il significato mi pare evidente.
C’è proprio scritto, porcaccialamiseriaccia!
Fa-na-ti-co“.
E allora perché, ogni volta che cito questa categorie di persone, mi arrivano i messaggi indignati: “Ecco! Ce l’hai sempre con gli animalisti!” ???
Io non ce l’ho con gli animalisti!
Io ce l’ho con i fanatici, di ogni tipo.
Il fatto che le Grandi Cause – e l’animalismo è una di queste – ne raggruppino a branchi è purtroppo insito nella natura umana… ma di sicuro non è colpa mia.
Per ulteriore chiarezza, copincollo da Wikipedia: “Caratteristica del fanatismo è una vena di follia, accompagnata o addirittura causata da una credenza autentica e sincera, da uno zelo eccessivo ed acritico, particolarmente per una causa religiosa, amorosa oppure politica o con un entusiasmo ossessivo per un passatempo, hobby oppure una persona”.
La più bella in assoluto, però, è la definizione del filosofo Santayana: “Il fanatismo consiste nel raddoppiare i tuoi sforzi quando hai dimenticato lo scopo ultimo del tuo impegno”.
Geniale. E verissima.
Comunque: se non siete folli e/o eccessivamente zelanti, se non credete nei dogmi immutabili, se ragionate con la vostra testa anziché con quella del Guru di turno e se magari evitate di mandare maledizioni e accidenti vari a chiunque non la pensi come voi… allora no, non ce l’ho con voi.

e) Cinofilosofo
Termine che ho scopiazzato e a cui do io stessa due interpretazioni diverse, quindi capisco che mi si possa fraintendere.
Allora, chiariamo: se una persona, “in scienza e coscienza”, diffonde una vera e propria filosofia cinofila (ovvero, si pone domande, riflette, indaga sulle migliori possibilità del rapporto uomo-cane), fa cinofilosofia in senso buono. Ma che dico: ottimo!
Perché di questo c’è un sacco di bisogno. Perché una “buona” cinofilosofia può aiutare davvero gli umani a capire meglio – e soprattutto a rispettare di più – il cane.
Se però la stessa persona (o un’altra) la fa fuori dal vaso (ovvero comincia a parlare di educazione, di addestramento, di esposizioni e di tutto ciò che non gli compete, e che a volte neppure conosce)… allora il termine “cinofilosofo” lo utilizzo per prenderlo per il culo.

geroglifici1f) Cinoegizio
Altro termine che ho scopiazzato, e che indica il linguaggio aulico e quasi sempre incomprensibile utilizzato soprattutto dai cinofilosofi (ma non solo) per far pensare ai clienti, o ai lettori, di essere dotati di mostruosa cultura che ci rende automaticamente depositari dell’Unica Verità. Per una spiegazione più approfondita, leggere questo articolo.

g) Cagnaro, canivendolo, cucciolatore ecc.
Non soltanto chi importa e rivende cani dell’Est, ma anche chiunque allevi solo per denaro, senza metterci un briciolo di amore, di passione e magari neanche di competenza, indipendentemente dal fatto che abbia o meno un affisso. Insomma,  il contrario di Allevatore con la A maiuscola. Questo l’articolo su come riconoscerlo.

spacciapilloleh) Spacciapillole
Vale lo stesso discorso fatto per gli animalisti: il fatto che io trovi letteralmente disgustosa l’idea di somministrare psicofarmaci ai cani come se fossero caramelle NON significa che io voglia vedere fustigati sulla pubblica piazza tutti i comportamentalisti, e tantomeno tutti i veterinari.
Io fustigherei sulla pubblica piazza, appunto, gli spacciapillole: ovvero quei veterinari che “visitano” il cane in mezz’oretta standogli a tre metri di distanza (se è mordace, quattro), che si basano esclusivamente sui racconti dei proprietari, che non sfiorano il cane neanche con un dito e che in base a questa specie di valutazione prescrivono fluoxetina (o simili) come se non ci fosse un domani.
Purtroppo di veterinari così oggi è pienissimo il mondo (anzi, l’Italia: perché siamo solo noi e i francesi ad avere questa overdose di spacciapillole): ma di nuovo, non è colpa mia. E il fatto che ci sia pieno così di spacciapillole non significa che tutti i vet lo siano, così come il fatto che ci sia pieno così di cagnari non significa che non esistano gli Allevatori.

i) Corporativismo del cazzo
Quello che fa sì che quando qualcuno stigmatizza il comportamento di alcuni personaggi (v. animalisti fanatici, v. spacciapillole ecc.) si senta offesa tutta la categoria… quando invece dovrebbe essere proprio la parte sana della categoria la prima ad insorgere contro chi rovina platealmente la sua immagine.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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5 Commenti

  1. Una nota di merito alla sciuramaria e al sciurmario inside, i miei preferiti, quelli con la scorza dura del niente coccole gratis educazione rigida e poi “vieni qui bellissimo! hai fame tu eh? E cosa vuole il mio piccolino oggi?” (Rigorosamente in privato pensando di non essere visti :p)

  2. Mi definisco Sciuramaria che cerca in tutti i modi di saperne di più per ottimizzare al massimo il rapporto con il proprio compagno peloso, diciamo che qualche cosa ho imparato, ma ci sono ancora tantissime cose da imparare, in questo mio cammino di conoscenza, alè ho incontrato il famoso “cuggino”, all’inizio della conversazione mi sembrava davvero che fosse quel che si spacciava di essere: un addestratore, poi ci sono stati dei segnali che mi hanno fatto drizzare le orecchie, quando poi mi ha chiesto il carattere della mia Niky, perchè aveva sentito dire che i samo sono testoni e disobbedienti…. allarme rosso!!!!!!!! Alla fine mi ha parlato di un “mammut alto così” e mi ci è voluto un attimo per capire che stava parlando di un “malamut”. Per fortuna che mio marito, che si era spostato un poco più avanti, spazientito ha iniziato a chiamare la cucciola che da brava samo che non obbedisce e non ascolta i richiami, si è scapiccolata verso il suo umano maschio, altrimenti non so se sarei riuscita a trattenermi da scoppiare a ridergli in faccia.

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