di VALERIA ROSSI – Approfitto dell’ennesima discussione nata su un gruppo di FB a proposito di “nuove razze” per affrontare un argomento di cui volevo già parlare da un pezzo. Avevo poi soprasseduto perché temevo che interessasse un esiguo numero di persone… ma adesso mi sono un filino scocciata di sentir parlare di “barbesi”, “pinchihuahua” e affini come se fossero vere razze.
E anche di sentir ripetere la solita manfrina: “Ma dopotutto ogni razza del mondo è nata da incroci vari!”.
A parte il fatto che non è del tutto vero, perché molte tipologie si sono fissate spontaneamente e si sono “autoselezionate” in base al clima, alle risorse disponibili, all’isolamento geografico eccetera eccetera… anche le razze effettivamente create dall’uomo non sono nate mettendo insieme due cani a caso.
Ho l’impressione che ben poche persone sappiano davvero come si arriva al riconoscimento ufficiale di una razza, quindi penso sia il caso di spiegare che, per l’FCI (Federazione Cinologica Internazionale, quella a cui fa capo anche il nostro ENCI):
a) si può prendere in considerazione l’idea di chiedere il riconoscimento di una nuova razza quando sono presenti almeno otto differenti linee di sangue, ognuna con almeno due maschi e sei femmine che non devono essere “imparentati” con le altre linee di sangue almeno fino alla terza generazione;
b) sui soggetti prescelti sono stati effettuati tutti i possibili test per le malattie genetiche (displasia, PRA, epilessia ecc.);
c) alla domanda di riconoscimento si deve allegare un DVD che mostri diversi soggetti, piazzati e in movimento;
d) si deve allegare anche una bozza di Standard che descriva testa, muso, naso, labbra, mascella, denti, occhi, guance, orecchie, collo, corpo (schiena, garrese, reni, petto, ventre), coda, zampe (anteriori, posteriori, piedi, spalla, metacarpo, cuscinetti), pelle, pelo, taglia (altezza al garrese e peso). Inoltre si dovranno citare:
– nome della razza (tradotto in inglese, francese, tedesco e spagnolo)
– origine (Paese di provenienza e sviluppo)
– utilizzo
– cenni storici
– comportamento/carattere
A questo punto una commissione prende in esame la domanda e, se l’impressione è positiva, rilascia una certificazione provvisoria.
Devono poi passare 10 anni, o un minimo di cinque generazioni, prima che si possa presentare una seconda documentazione che spieghi come la razza si è evoluta e fissata nel periodo intercorso dalla prima certificazione: la commissione deciderà quindi se poter riconoscere ufficialmente la razza ed inserirla negli elenchi ufficiali.
Requisito primo, fondamentale, indispensabile è che la nuova razza risulti omogenea, ovvero che tutti gli esemplari rispecchino la bozza di Standard che dovrebbe descriverla. Se non si è ottenuta una buona omogeneità di tipo, non viene riconosciuto un bel nulla (magari dopo dieci anni di lavoro!).
Tutti questi passaggi si possono leggere in forma più estesa (in inglese, francese, tedesco o spagnolo) sul sito dell’FCI, a questo link.
Come si può vedere, dunque, la cosa è un filino più complicata (e più seria!) dell’accoppiare due cani a caso e dire “voilà, ho creato una nuova razza”.
Questo lo fanno (e/o lo fanno credere) i furbetti del quartierino cinofilo, non certo i cinotecnici.
Abbiamo avuto diversi esempi di razze “create” (anche in Italia) senza seguire la trafila ufficiale, solitamente accampando la scusa che “far riconoscere una razza dall’ENCI è tempo perso”, che “se le razze finiscono in mano all’ENCI si rovinano” e via dicendo.
La verità è che i signori che si sono impelagati in queste avventure di solito non avevano i requisiti necessari per ottenere una certificazione: e forse non erano veramente intenzionati a costruire qualcosa di zootecnicamente valido, ma solo a procurarsi una facile fonte di guadagno (qualcuno c’è anche riuscito, talora con cani che non si somigliavano neppure l’un l’altro, ma a cui era stato dato un nome di fantasia particolarmente accattivante).
Ovviamente la nascita di una nuova razza, se segue tutti i crismi, non fa guadagnare soldi facili a nessuno (anzi, di solito ne fa spendere a carrettate), perfino quando non viene creata ex novo, ma semplicemente “recuperata” basandosi sui soggetti rimasti dopo che una tipologia canina ben definita, per esempio, aveva rischiato l’estinzione.
Insomma: la cinofilia “vera”, quella ufficiale, è una cosa seria con cui non si può giocherellare.
Le razze canine non si costruiscono con i Lego, ma con un lungo, intenso, impegnativo lavoro.
Per questo mi danno veramente fastidio la superficialità e la leggerezza con cui si parla di “nuove razze” presentando semplicemente dei meticci: magari carini, simpatici, anche dotati caratterialmente… ma sempre meticci. E non basta certamente accoppiarli tra loro (in consanguineità molto stretta, altrimenti non si fisserebbe neppure l'”idea” di una razza) per parlare di selezione e di zootecnia.
Infatti con il pastore tedesco, il boxer, il bulldog etc hanno fatto un bel lavoro!
Il mio cane è bellissimo,non perchè sia mio …mi fermano per chiedere di che razza è addirittura il veterinario non si capacitava di come un meticcio potesse essere tanto bello, eppure è un meticcio mamma cocker spaniel con pedigree (di facili costumi) e papà randagio simil pitbull (che ha fatto un buco nella recinzione e si è intrufolato nel giardino), ne è uscito fuori un Rhodesian Ridgerback in miniatura (se postassi una foto senza riferimenti per le dimensioni chiunque penserebbe fosse un Rhodesian) 15 kg di muscoletti , un musetto da eterno cucciolo e tanta vivacità (tipica del cocker) unita alla “coccolosità” del pitbull io lo adoro è di una bontà e delicatezza unica… magari ce ne fossero altri 1.000 come lui lo consiglierei a chiunque!!!
Sempre bastardo è.
insomma italiani diamoci anche noi un po’ di arie, il corso aiutava i soldati romani in battaglia e stava scomparendo se non ci fossero stati gli amatori…
vorrei spezzare una lancia per le razze italiane, gli italiani esterofili amano il classico pincher, o il labrador….ma il cane corso, il bracco italiano, il maremmano, sono stupendi e ugualmente “nobili”, anzi di più, perchè sono molto più antichi come selezione
mi pare che per selezionare il golden retriever ci sono voluti anni e soldi a palate, ma che bel cane, affettuoso, sano e anche bello!
Non c’è nessunissimo bisogno di razze nuove. Le vecchie sono già 400 e più.
Bisogna aver il coraggio di dire che le razze attuali, specialmente quelle da “utilità” e soprattutto i molossoidi, sono in condizioni disastrose. (carattere, salute, funzione ecc..).
Si potrebbe cercare di “salvare” razze, poco conosciute, in via d’estinzione e, in Italia qualcuna c’è.
Purtroppo nel Bel? Paese…ci sono diversi inventori di razze eccezzzzionali!!!(Ne ho conosciuti alcuni, chiacchieroni e pasticcioni).
Saluti.
Corrado/Venezia
Dai, che i pinchuahua sono fighissimi!
Anch’io ho un pinchuahua! Allora sono alla moda! Non dovevo dire a tutti che è un meticetto quasi chihuaha… :)))
Si’, i pinchihuahua sono strabelli…quando va bene… Ho conosciuto una signora in un negozio di animali abbastanza disperata: la sua cagnolina – padre chihuahua piccolissimo, mamma pinscher un po’ più grossa – era nata praticamente deforme: testa troppo grossa, su un corpo magrino e zampe da ragno o_O…magari è stata sfigata lei…
no è che i cromosomi sono tanti e un gioco all’8 ..non ha vinto il terno. Ecco perchè è difficle creare una nuova razza, che va..stabilizzata, fino a che le varianti come questa cagnetta bruttarella, ma magari sempre affettuosa e simpatica, vengono eliminate, ci vuole intuito, soldi e tanta ma tanta pazienza