di MARIO GIOVANNINI – Portando a spasso il cane, mi sono reso conto di un curioso effetto ‘collaterale’ che colpisce un po’ tutti noi che abbiamo questa abitudine (si fa per dire, scendere bisogna scendere, se non hai il giardino): si entra a far parte del paesaggio.
I giri più o meno sono sempre quelli, gli orari anche e, nel tempo, come gli alberi o le case, anche ‘il tizio col cane’ entra a far parte dello sfondo su cui si svolgono le ‘umane vicende’. E si acquista un particolare punto di osservazione, volendo anche privilegiato.
Avere un cane che non ama le persone, poi, ti costringe ad aumentare le distanze e acquistare prospettiva.
Nel corso degli ultimi due anni mi sono reso conto di un aumento esponenziale dei ciclisti in città. Anche perché Afra li detesta, per cui ne avverte l’arrivo a Km.
Subito non mi ha stupito particolarmente: l’onda – o la moda – salutista è uno dei temi dominanti dei nostri tempi. Però, alle 6,30 di mattina, d’inverno, ci vuole un gran coraggio. E un fisico bestiale. Oppure una certa scarsità di liquidi… intesi come soldi per fare benzina.
Soprattutto il tradizionale flusso di pendolari verso la Stazione, in quelle ore, pedala di brutto.
Poi ci sono quelli che girano e girano e li incontri più e più volte. Ci ho impiegato un po’ a capire. Fanno il giro dei bidoni dell’immondizia, a caccia di ferro, rame e qualsiasi altra cosa utile, prima che passino i mezzi della nettezza urbana. Anche questi ‘pedalano’ di brutto…
Tanti camminano. Proprio tanti. Forse per lo stesso motivo.
Tutte le mattine incrociamo un pensionato e la moglie che vanno al supermercato. Che non aprirà prima di un’ora. Lui cammina svelto e distanzia la povera donna, sistematicamente, che gli annaspa dietro.
Ogni tot passi si ferma, si gira e l’aspetta, visibilmente innervosito. Vanno al supermercato, distante non più di trecento metri, che non aprirà che da li a un’ora. Ma lui è nervoso e si vede, insofferente.
Tutte le mattine… io sono tre anni che li vedo, ma ho idea che il rituale abbia radici ben più antiche.
Verso la fine del giro cominciamo poi a vedere quelli che camminano o corrono per ragioni più nobili, vittime della ‘moda’.
Ho individuato nel tempo tre categorie ben distinte:
I tecnici.
Abbigliamento impeccabile, firmatissimo. Stile impeccabile, sembrano volare con cuffiette, cardiofrequenzimentro e GPS per il rilevamento del percorso.
Quasi impossibile vederne uno sudato… deve essere proprio merito dell’abbigliamento tecnico.
Gli Improvvisati.
Vestiti improbabili, le cuffiette ce le hanno, ma sono quelle del cellulare e di solito lo stanno usando. Per chiacchierare con qualcuno. E mentre si parla, correre è un casino.
I Disperati.
Quelli a cui il dottore ha dato l’aut aut e magari stanno anche smettendo di fumare.
Occhio iniettato di sangue, fiatone a mille, sudati fradici. Si impegnano come pazzi e tu non scommetteresti un centesimo che riescano a fare altri 100 metri. Ma ce la fanno, e continuano, e li vedi sparire all’orizzonte, sbuffando come locomotive d’altri tempi.
A pensarci bene, se l’inventore dello jogging è morto a 52 anni e quello della Nutella a 89, meglio continuare la nostra passeggiata con calma.
Eh no, passare accanto ad un cagnone da un brivido irrinunciabile. ….ma lo str##@@@ poi è il cane.Ed il padrone del cane
Di sti fenomeni è pieno.
C’è anche la categoria dei finti coraggiosi.
Li vedi che hanno paura (ho un boxerone di quasi 40 kg, molto irruento ed energico:D), ma “sfidano il cane” non spostandosi di un mm e fissandolo (il che veramente lo porta anche ad innervosirsi), per poi fare lo scatto brusco all’indietro quando sei a mezzo metro da loro e si cagano sotto. Odiosi.
Aggiungo la categoria “quelli che corrono su di un binario”. Stai raccogliendo la cacca del cane tenendo il guinzaglio (lunghezza standard) infilato al braccio e loro non possono girarti attorno alla giusta distanza, no, devono proseguire sul loro binario incrociando ovviamente un cane felicissimo di aver appena cagato (il che vuol anche dire “e adesso vado a fare colazione!!!”) e convinto che i corridori vogliano tutti giocare con lui. E vai di bestemmie e addirittura una volta uno che stava cadendo. Ma dico io con tutto lo spazio che c’è non ti senti stupido a dire che il cane al guinzaglio ti ha tagliato la strada?
È proprio cosi. La mia Tea ed io tutte le mattine dopo il giro giardinetti per giocare con gli amici cocker, labrador e meticci vari, ci addentriamo nel Valentino per percorrere i nostri 5 km giornalieri a caccia di scoiattoli e porcherie mangerecce. Incontriamo spazzini, senza tetto, ciclisti mannari, sciuremarie del jogging, canottieri in allenamento, pensionati con microcani, impeccabili signori pedalatori con zainetto contenente computer, mamme cicliste con seggiolino e altra varia umanità. Uno spettacolo a cui non rinuncerei x nulla al mondo.
Ciao Maria Cristiana, vado un po’ OT, ma volevo sapere dove si trova l’area cani in zona Valentino. Abito fuori Torino, ma mi piace molto come parco e mi capita di andarci con la mia cagnetta, ma non so dove si trova l’area cani. Grazie!
Alla Tea non piace l area cani. Noi si cammina dal lato opposto al Castello Medievale. Li nessuno rompe le scatole x il cane scosso. È una bella passeggiata lungo il fiume e arriva fino alla altezza di piazza Zara. Senza pericoli lontana dalla strada. Agibile da cani anche poco propensi al richiamo come la mia bretoncina disco la. Cmq l area cani al parco del Valentino è a ridosso dell orto botanico. Sono due. Abbastanza grandi ma molto frequentate. Troppo frequentate da cani abituali che diventano territoriali. Per cui noi giriamo al largo.