di ORIETTA PIAZZA – Basta sapere quello che si fa…e non mollare per strada o in canile. Io faccio tutto! Tanto so tutti “pezz e core”.
Confusione mentale? Forse. O forse mi piacciono talmente TANTO i cani che entro “scarpe e calzini” nelle situazioni. Non che sia una sprovveduta. Ho fatto anni di soccorso cinofilo, volontariato in canile, di cani ne ho avuti, mi informo. Mi piacciono le razze da pastore. Ho avuto pastori tedeschi e pastorisimili da canile e persino un meraviglioso Pastore di ciarplanina, che è secondo me il cane più bello ed equilibrato del mondo; beh questo era il cane del marito, che ha trovato ilcanedellasuavita. Morto lui ,il vuoto è stato tale da…compensarlo con due…dato il momento che non permetteva di portare a casa un altro Ciarplanina; sono cani equilibratissimi, ma pur sempre impegnativi perché molto legati alla loro cerchia famigliare e poco propensi a condividere il loro spazio con estranei (e questo è anche normale), ma anche con “prolungamenti della famiglia” poco dotati di senso cinofilo.
E Patuof (ne avevo scritto su ti presentoilcane) era appunto un cane antisuocera…Ma la suocera a una certa età non rispetta molto i territori (spesso nemmeno prima) e allora…allora, Celia la schnauzer si è ritrovata in compagnia di un bel cucciolo, meticcione.
Già, la mia Celia. Adottata (sì anche i cani col pedigree si possono adottare) a 6 mesi, quasi rescue perchè l’allevatore, gravemente malato, non poteva assicurarle le giuste cure. Una bella pepesale, che l’allevatore stesso voleva tenere, ma leggermente prognata e quindi onestamente da escludere dalla riproduzione ed affidare ad una famiglia. Ho sempre avuto una speciale ammirazione per gli schnauzer, riesen in particolare, ma sì il gigante l’abbiamo già, così eccoci. Abbiamo portato a casa la cucciolotta. Gli schnauzer a 6 mesi sono miniadulti, non robi sproporzionati, lungorecchie e ondegganti come, per esempio, il pastore tedesco.
Così Celia, superato il primo giorno di naturale cautela (ma nemmeno poi tanto: si è presa subito un bell’”arbuffo” di avvertimento dal grande Patouf, dopo un avventato attacco alla sua ciotola) il giorno dopo ha fatto la sua trionfale “entree” sui marciapiedi e sugli argini di san Zenone al Po…ringhiando furiosamnete a tutti quelli che si avvicinavano! Grande imbarazzo da parte mia. Ricordo che chiesi consiglio a Valeria Rossi (“beh se la cana è così kattivik a 6 mesi…qualcosa non è stato fatto nel modo giusto, non è stata socializzata a dovere, e i medi sono già diffidenti di loro”, fu la sua saggia risposta).
Allora ho provato a seguire il suo consiglio di non sgridare la cana né tenerla troppo sotto controllo al guinzaglio e ho sfruttato biecamente ogni benchè minima conoscenza per fare offrire alla ienetta biscotti e crocchini ogniqualvolta per strada si mostrasse civile. Risultati solo parziali: come già Valeria mi aveva ricordato, a 6 mesi ti sei giocato gran parte del periodo buono per la socializzazione. In realtà, qualche risultato l’ho ottenuto, Celia va in giro quasi serenamente ovunque, anche libera, dove si può; tuttavia (specie in luoghi poco frequentati) se incontra persone inaspettate o viene fissata negli occhi con una certa insistenza abbaia col suo vocione profondo – nonostante i 15 kili – tutto il suo sospetto.
Per il resto, è un’adorabile frangiona, giocherellona sempre: 8 anni non le hanno portato acciacchi , gioca alla lotta con Acab ed è anche un’eccezionale cane da traccia (nei boschi, ma anche in ricerca all’occasione, mostra una grande capacità di concentrazione e discernimento); guardiana incorruttibile e poco abbaiona tiene d’occhio anche gli amici che girano per casa…amica di tutti no. MAI. Non mordace, ma sempre diffidente. Un cane dal carattere eccezionale, se fosse stata correttamente socializzata.
Grande amicone di Celia e da lei cresciuto, Acab: no, non il capitano Acab, proprio l’acronimo…in memoria del lupone di un amico.
Lui è arrivato, come dicevo, dopo la morte del ciarplanina a dodici anni a causa di una stramaledettissima torsione gastrica. E allora, con un cane di 4 anni e alcuni adulti raccolti alle spalle, al marito viene voglia di cucciolo e…siccome noi abbiamo lo spirito del rescue, pure con in mente i cani da pastore, naturalmente il messaggio di un’amica ci solletica.
C’è un cucciolo di tre mesi, incrocio pastore tedesco e rottweiler che ha bisogno di sistemazione perchè candidato a un padrone non affidabile. Certo, prima di decidere ci fiondiamo a vedere lui e anche i genitori, un minimo di cervello lo teniamo ancora…
Il cucciolo è un patatone adorabile. I genitori…sono cani! Vivono in una cascina, liberi, equilibrati e ben socializzati. Del pastore tedesco e del rott, solo una vaga idea..Ma siamo partiti e, nonostante la consapevolezza che un cucciolo meticcio non si sa come sarà da adulto, non abbiamo il tempo per particolari attività sportive o di lavoro, così lo portiamo a casa, sarà quel che sarà. Gioia grande di Celia, che lo prende sotto l’ala, si rimbocca le frange delle zampe e gli insegna a vivere, con lotte e giocate a non finire…Eric il rosso (recente raccatto, legato alla catena da anni lì vicino e candidato a una brutta fine) fa il “papà” del branco. Il capo è lui, non ci sono storie, il cucciolo stia al suo posto. E ancora adesso, sto cagnotto di 30 chili, pastore tedesco/molosso/segugio o chissà che, si capotta al cospetto del cagnetto di 12 chili…con gli attributi.
Ma torniamo al cucciolo, che è un po’ “molliccio” e ha un posteriore inquietante; così, dietro consiglio di un’amica quasiveterinaria e ipercritica (ma fornita di buon occhio) lo portiamo a una vista di controllo da un’osteopata. Segue un certo numero di mie spedizioni per farlo manipolare ed assicurargli una crescita equilibrata. Intanto, prende sicurezza in auto e in trasferta da solo senza “mamma Celia” e “papà Eric”. E lo sforzo è stato ripagato, tempo e denaro spesi bene. Oggi Acab è un’adorabile cagnolone amico di tutti, equilibrato, grande corridore e saltatore, sano come un pesce..con un istinto di caccia da segugio (si cerca la pista spaziando a destra e sinistra..) invidiabile per un cacciatore, abbaiatore come un pastore tedesco e con la “fisicità” di un molosso…in casa si sta vicini vicini, meglio se appiccicati a mamma e papà umani…Certo molto sensibile e comunicativo, ma con pochissima tempra e gregario al massimo. Buon cane da compagnia, ma con poche qualità se avessimo voluto lavorare con lui; insomma, tutto sommato il cucciolo meticcio da poche informazioni sulle sue future caratteristiche.
Adottato da mooolto adulto in casa c’è anche Eric, il rosso… I vicini di casa avevano voluto e comprato il golden per i bambini…guardate la foto. Dodici kg circa, vago aspetto da setterino (duck toller retriever!) in miniatura, istinto da caccia in tana da terrier, caratterino da volpino, i vicini sono stati fregati. Ma, come al solito, ci ha rimesso il cane.
Cresciuti i bimbetti, morto il nonno il cane è finito in fondo al campo, legato alla cuccia, con la badante della nonna che arrancava ogni tanto a portargli il cibo.
Socievole però: ogni tanto andavo a slegarlo un po’ e lui si mostrava subito felice di saltare addosso e correre. Mesi a cercargli un’altra sistemazione, inutilmente; dopo il tentativo di una collega che vive in appartamento (in due giorni il rosso le aveva pure marcato i vestiti nell’armadio) Eric viene a casa; dove commettiamo un errore frutto del nostro spirito un po’ anarchico; non pensiamo a limitare i suoi movimenti i primi giorni, in maniera che il piccolo sfigato possa rendersi conto per gradi dell’enorme cambiamento della sua vita! Libero accesso a casa e giardino lui in ordine sparso:
- tenta di avere la meglio sul ciarplanina, che, signore dell’equilibrio, gli rifila solo una zampata. Mai più insieme da soli
- ringhia a noi se cerchiamo di farlo scendere dal divano: una sberla se la piglia, sarò poco gentile ma la capisce
- si becca una graffiata in un occhio da un’esterefatta Hilde (la gatta della nostra vita…non c’è più da due anni, manca ogni giorno) che vede insidiato il suo regno (beh naturalmente gli altri cani la rispettano, ci mancherebbe)
- …5, 6, 7, 8. Il vecchiettino è con noi da cinque anni: ora è sordo, cardiopatico (terrorizzato dai temporali com’è non credo sarebbe sopravvissuto molto, solo alla catena). Ma le cure fanno sì che possa passare ore a scavare come un bulldozer e farsi corse a perdifiato, senz a mai mostrare cedimenti. Poi enrtra in casa e crolla. L’unico problema: l’ansia da separazione. Solo, Eric non può stare. Quelle poche volte che è servito è stato trovato infilato tra le sbarre del cancello oppure arrampicato come un naufrago sul tettuccio sopra la porta. Certo, la sua precedente condizione giustifica l’insorgenza di questo disturbo, che spesso hanno anche i cani presi al canile. Forse il nostro incauto iniziale permettergli di sguazzare nel suo nuovo benessere non l’ha aiutato a prendere coscienza con i giusti tempi…sbagliare in ogni caso è facile, anche se ogni nuovo cane è una fonte enorme di stimoli e soddisfazione.
Morale dalla storiella: la scelta di un cane è una cosa seria…Noi siamo “avventurieri” , ma un po’ di esperienza l’abbiamo , così questo piccolo “branco” famigliare moooolto eterogeneo funziona, ma l’impegno per tenerlo insieme e curare ogni individuo è davvero tanto. Celia e Acab hanno bisogno di giochi, corse, lunghe passeggiate, le coccole serali anche sul lettone..che a volte..hemm..è un po’ affollato. Il vecchietto di una sequela di pillolini, movimento non esagerato, caldo, sicurezza, mai solitudine.
Se hai tempo di lavorare col cane, o vuoi un cane da guardia o da adibire comunque ad una mansione precisa, la migliore scelta è rivolgersi ad un allevatore serio (basta guardarsi un po’ in giro ed evitare fiere e negozi) e prendersi magari un cucciolo, se si ha tempo e capacità di crescerlo al meglio. Ma anche un adulto adottato da un buon allevatore può dare moltissime soddisfazioni: come Patouf il ciarplanina, come Celia la schnauzer; anche se spesso i rescue hanno alcune problematiche che devono essere chiaramente dette all’adottante e che sono risolvibili o contenibili, ma richiedono cmq inpegno.
Volere il cane di razza non è un crimine verso il mondo di meticci trascurati. Spesso la stessa persona fa entrambe le scelte, se può.
Adottare un cane al canile o proveniente da una situazione di disagio è ugualmente una grandissima soddisfazione. La mia “lupotta” Lula è stata presa in un canile a circa 9 anni e abbiamo passato 5 anni splendidi insieme: una giocona piena di vita (nel box con il suo compagno era inc..ta nera…e quasi mordace!).
Altri pastoritedeschisimili da canile hanno vissuto con me, femmine in genere. Niente pedigree: l’aspetto simile al cane di razza può trarre in inganno, ma con un po’ d’occhio e qualche passeggiata fuori dalla gabbia prima di prenderlo si può certo riconoscere se quello è il tipo di carattere a grandi linee corrispondente alla razza che ti piace.
Quello che davvero mi lascia grandissimi dubbi è la “spedizione” di soggetti dai canili del sud…capisco l’emergenza ma, a parte tutti i rischi che comportano questi viaggi spesso in condizioni molto dubbie, il cane va visto “sentito”, vissuto un po’ prima di adottarlo. Sarà il compagno di un bel pezzo di vita.
Premessa: io amo tutti i cani, ovviamente ho delle preferenze come tutti, mi piacciono moltissimo un gran numero di razze e la stragrande maggioranza dei meticci, e certamente non comprerei mai un cane nè auguro l’estinzione di nessuna razza (a parte teacups, mini toy e simili, che non sono razze ma esperimenti aberranti). Ciò che non amo è il razzismo applicato ai cani. Sono d’accordo su alcuni punti dell’articolo, e in particolare mi complimento sulla frase che specifica una verità spesso ignorata – EBBENE SI, i cani di razza si possono trovare anche in adozione e non solo in vendita; ma già solo porre la domanda “di razza o meticcio” non ha senso, specialmente affogata in una salsa vagamente ipocrita, in un lungo commento che finisce comunque per elogiare i cani “puri” sopra quelli “impuri” (notare la netta predominanza di cani di razza nella storia qui sopra), affermando prima di tutto che “i cani sono tutti belli”. La cosa più importante non dovrebbe essere il pedigree, il colore o la taglia, ma il carattere del cane che scegliamo (o che ci sceglie) e il legame che si crea con lui. Non ho grossi problemi con chi ha più di un cane e ha deciso di comprarne alcuni (da allevamenti seri) e adottarne altri, sempre meglio che niente; diversamente chi ha 2, 3, 5, 10 cani tutti acquistati o da se stesso allevati, non è altro che un gigantesco snob e non potrà mai avere il mio rispetto. Adesso che Valeria non c’è più spero di trovare più articoli su meticci, canili e adozioni (su allevamenti e cuccioli direi che si è già scritto abbastanza), ma non ci conto troppo.
A tutti i puristi chiedo: che cos’ha meno degli altri la Shnauzer qui sopra? Ah già, non può fare le expo… sopprimiamola subito!
.una cultura cinofila su cani di razza e non, sulla loro educazione e su quali dovrebbero essere le domande da farsi prima è dopo aver preso un cucciolo, Valeria Rossi era un autorità nel mondo cinofilo, se tutti si degnassero di leggere gli articoli ed i libri con attenzione forse si eviterebbero tante adozioni che terminano con quella vigliaccata che è l’abbandono. Ho una meticcia di trenta chili presa in strada che mi ha fatto impazzire per i primi anni se anche grazie a questi articoli sono riuscita a stabilizzare il mio cane, che amo, ed a trascorrere finalmente una vita in cui siamo felici e rilassate entrambe. La gente come te mi fa venire lo schifo di adottare e parlare con i volontari, ah e l’ultima frase lascia intendere che non hai capito un cazzo dell’articolo.
Mi è piaciuto molto leggerti e capire quanto amore hai da dare a questi magnifici pelosoni.
Grazie:-)) sì..sono malata da piccola;-)
articolo carinissimo (tranne la parte sul cucciolone portato dall’osteopata…argh!!!)
perchè?? il cucciolo ne aveva bisogno, si è riequilibrato e ora va benissimo, è solidissimo, l’amica fa manipolazioni molto rilassanti per i cani, anche se decise..
perché l’osteopatia non è riconosciuta in medicina umana, figuriamoci in veterinaria! c’è una scuola, ma rilascia un diploma che a tutti gli effetti è carta straccia. di cosa aveva bisogno il cucciolo? per cosa doveva essere “riequilibrato”? è almeno laureata in medicina veterinaria l’osteopata?
Perdonami, ma il proliferare di tutte queste figure (professionali?) non ben inquadrate legalmente mi indispone alquanto, soprattutto per i danni che possono fare…
l’amica è una veterinaria laureata con ani di specilizzazione…il diploma in Francia, non so. Il cucciolo aveva un posteriore molto strano come angolatura, molto alto e stava molto accucciato. ha curato anche altri miei cani, adulti
meno male, almeno lo fa con cognizione di causa. certo, ormai ci sono anche veterinari omeopati, per cui non mi meraviglio più di niente…
hemmm..sono tra quelli che usano l’omeopatia , cioè alcuni dei miei vet l’ahhanno usata, in qualche caso con evidente successo..su una sindrome cerebellare..
Primo cane della mia vita, esperienza zero, cane grosso adulto e dal carattere forte preso in canile, scelto solo perché mi piaceva esteticamente (da bravo sciurmario)… direi che anche io mi posso definire un “avventuriero”, se non proprio un incosciente 😀
Ho però avuto la sfortuna di essere costretto ad aspettare quasi un anno per prenderlo poiché dovevo prima prendere casa… Questa sfortuna si è rivelata a posteriori una fortuna, perché mi ha dato l’opportunità di frequentarlo “a distanza”, di conoscerlo abbastanza bene e di creare un buon rapporto con lui, così una volta portato a casa non ho avuto problemi 🙂
Però mi rendo conto che non si può attendere tutto questo tempo prima di adottare (e fare 1000 volte avanti e indietro dal canile)… Io stesso, se avessi avuto una casa, l’avrei preso moooolto prima!
Riguardo al discorso “cane per scopo preciso” sono d’accordo con te. Se ti “serve” un cane per un’attività in particolare è decisamente meglio prenderlo in un buon allevamento. Però, anche per la semplice compagnia, potrebbe essere una buona cosa prendere comunque un cane di razza… Ad esempio, se io sono una persona tendenzialmente sedentaria sarebbe saggio volgere lo sguardo su razze non troppo attive… che so, un mastiff 😀
Poi è chiaro che, con un po’ di fortuna, si può vivere felicissimi e soddisfattissimi pure con un meticcio adottato, com’è accaduto a me 🙂
E’ un ottimo suggerimento quello di fare qualche uscita conoscitiva prima di adottare. Peccato che siano davvero in pochi a farlo…
Complimenti per l’articolo e in bocca al lupo con le vostre attuali e future avventure!!! 🙂
nei canili molti lavorano bene, ma sono molto restii a farsi dare una mano sull’inserimento, visto di persona..peccato, molti più cani andrebbero a casa…
In alcuni canili (esempio: Parco canile della mia regione) valutano il cane e lo recuperano (se necessario), prima di decretarne l’adottabilità. Spulciando in rete ho notato con approvazione, vicino alla foto dell’ospite da adottare, un bollino di colore diverso (esempio: verde adatto anche alla prima esperienza). Prima di portare a casa il cane, l’adottante “deve” seguire alcuni incontri al canile, formativi.
Purtroppo di strutture così ve ne sono ancora troppo poche, in Italia…
Sui cuccioli/cani spediti a scatola chiusa: rabbrividisco all’idea…
Io mi riferivo, più che al lavoro degli operatori del canile, alla disponibilità dell’adottante a “perderci” quel tempo… Nel quasi-anno che ho frequentato il canile ho visto tanta gente (quasi tutti) prendere il cane la prima volta che venivano in canile, massimo alla seconda. Quasi nessuno si pone il problema di conoscere un po’ il cane prima di adottarlo… Certo che anche chi lavora al canile ha una buona parte di responsabilità su questo… Bellissima iniziativa, questa del bollino e di eventuali incontri obbligatori col cane!! Spero che prenda piede in Italia 🙂 anche se, realisticamente, credo sia destinato a rimanere un impegno che in pochi si prenderanno…
In quanto mamma di 2 catanzaresi (per la precisione uno mio adottato cucciolo e l’altra di papà adottata adulta) ti rispondo sull’ultima parte dell’articolo, inerente i viaggi dal sud. Su una cosa sono d’accordo: le condizioni del viaggio, infatti i “miei” sono arrivati in aereo e non con lunghissime e stressanti staffette. Per il resto anche tu non hai “vissuto” i tuoi cani prima di adottarli: ti sei trovata con Celia non socializzata, Acab da scoprire nel suo carattere ed Eric sofferente di ansia da separazione… Potevi saperle prima queste cose? Difficilmente…E la lupa incazzosa e quasi mordace che poi si rivela giocosa e piena di vita?
Un cane non riesci a conoscerlo in canile (a meno di dedicargli veramente tantissimo tempo, e anche più) anche perchè il suo carattere cambierà a volte poco, a volte radicalmente una volta entrato nel contesto della nuova famiglia.
Un cucciolo di meticcio è una bellissima scoperta da fare giorno per giorno, che sia preso dietro casa o a 1000 km, un cane equilibrato lo è dietro casa o a 1000 km, ma te lo potranno dire solo le persone che lo vivono quotidianamente, non lo si capisce in pochi minuti di incontro (singolo o anche ripetuto).
Sinceramente se avessi visto Betty probabilmente non l’avrei presa in considerazione, invece è arrivata su a “scatola chiusa” con la sola raccomandazione di chi mi aveva dato Attila, ed oggi la considero forse il miglior cane incontrato della mia vita
Non voglio dire che debba necessariamente andare male, ma ho sentito di cani timidissimi persi in autostrada “che non devono mettere piede a terra”, tratte da speculazione…io il cane “da giù” lo andrei a prendere potendo..poi se a volte va bene non posso che essere felice per quei cani:-) dal canile li ho sempre conosciuti prima; la lupa Lula ci aveva conquistati in macchina..l’unica vera “scatola chiusa” è stato Acab il cucciolo:-)
Ma infatti. A chi prende un cucciolo (di allevamento o di canile che sia) e puntualmente si trova a dover risolvere i soliti problemini, se dirgli 200 volte “è un cucciolo” non basta, concludo con “se ti pigliavi un adulto era più facile”. Ovviamente, riferito al fatto che in un cane adulto, il carattere lo vedi, con pregi e difetti, riuscendo a decidere se fa per te o no; invece se il cucciolo è poco socializzato o iperattivo, in pochi lo sanno vedere, perchè non vanno oltre al “checcarinooooo!!!”. Poi dopo due settimane, caos.
Comunque la tua frase “un cane non riesci a conoscerlo in canile a meno di dedicargli veramente tantissimo tempo” è una grandissima “menata”, come direbbe la fu Rossi. Il carattere è quello, lo vedi, lo scegli. Ovvio, ci possono essere cambiamenti a casa, ma a meno che non sia un cane problematico non c’è assolutamente bisogno di andare a trovarlo 10 volte, scherziamo?