di MONICA BERNINI – Quando ho deciso di prendere un cane ho creduto di essermi mossa nella direzione giusta inconsapevole dei molteplici errori che stavo facendo.
Per ragioni che non sto qua a spiegare, insieme a mio figlio che allora aveva 16 anni abbiamo iniziato a pensare ad un cane che potesse andare bene per noi tralasciando, o meglio sottovalutando, il fatto che anche “noi dovevamo andare bene per il cane”, e qua colloco l’inizio della serie di errori.
Noi puntavamo sulla taglia, sull’aspetto, sul colore lasciando in sospeso un aspetto fondamentale cioè il carattere e le attitudini del cane che, se non compatibili con il nostro stile di vita, avrebbero potuto complicare la convivenza sia per il padrone che per il cane.
Il mezzo più a portata di mano, e ahimè anche il più caotico e spesso fuorviante per avere informazioni, era internet dal quale abbiamo attinto nozioni sulle due-barra-tre razze che avevamo in mente. Nelle varie descrizioni trovate qua e là c’erano sì anche quelle relative all’aspetto caratteriale/comportamentale ma abbastanza accecata dall’inesperienza non ci ho prestato l’attenzione dovuta: sono arrivata dunque di volere un cucciolo di husky.
Restava che vedere dove comprare il cane. E nuovamente internet ha fatto da padrona sulle scelte. A mia discolpa, o per cercare di sentirmi meno “fregabile” , devo dire che quando ancora la razza husky era in ballottaggio con l’akita mi sono messa in contatto con un allevatore presente nella mia zona da diversi anni che mi ha fornito dettagliate informazioni sul cane, ma nonostante mi avesse soddisfatta ho abbandonato quella direzione perché mi ero scontrata con quello che pensavo fosse un grosso ostacolo: il prezzo.
A mio avviso non si poteva spendere così tanto per un cane…e questo è stato il mio 2’ grosso errore, solo ora posso affermare con convinzione che comprare un cane in un allevamento serio e responsabile ha un costo e che quel costo è giustificato da tante ragioni, non in ultima una buona salute del cane, e che negli anni si rivela addirittura vantaggioso rispetto alle spese che ci si può trovare ad affrontare per riparare e/o contenere eventuali “difetti” che insorgono con acquisti più “economici”.
Non mi sono mai messa a fare i conti di ciò che ho speso per educare il mio cane, e me con lui, per arrivare ad una convivenza sana e godibile da entrambe le parti, e mai li farò quei conti anche per non ricordare a me stessa quanto io sia stata sprovveduta e scarsamente accorta. E sono fortunata che il mio cane gode di ottima salute e quindi vede il veterinario solo per le rare necessità, perché avrei potuto anche incappare in un cane malato.
Ma ritorniamo alla ricerca del cane giusto e cioè al momento di vagliare le varie offerte, quindi ritorniamo su internet dove mi imbatto in un privato, una ragazza e una cucciolata casalinga di husky. Prendo contatti con lei tramite un intermediario, di entrambi ricevo contatto telefonico, di facebook , mail e anche indirizzo di abitazione. Sono persone alle quali do fiducia, anche se entrambi abitano lontano da me. Mi dicono che il cane verrà consegnato con vaccini fatti, sverminato e microcippato direttamente nella mia città per mezzo di una staffetta fatta da volontari ENPA (anche della volontaria che me lo consegnerà ho avuto nome e numero di telefono…peccato che quando dovevo poi fare il passaggio di proprietà è sparita nel nulla lasciandomi in un caos totale). Tutte questa “rassicurazioni” mi portano a decidere per il sì: avrò un cucciolo di husky.
Pedigree??? Nessuno lo ha mai nominato e io “sinceramente ignorante” non ho mai chiesto, anzi pensavo persino che fosse una certificazione superflua, un bollino blu come per la banana che accertava una “bontà” che era già ovvia, che c’era comunque, un diploma per snob. Ed ecco l’altro colossale errore, forse il più evidente.
Vabbè, ora ho deciso: avremo un cane, quel cane! Astor arriva in mezzo ad un diluvio il primo giorno di marzo, stremato dal lungo viaggio, impaurito e spaesato, pago alla volontaria la cifra concordata di euro 500 e porto a casa quel batuffolo di pelo infreddolito. Che fosse reato vendere i cani senza pedigree dichiarandoli di razza ovviamente l’ho scoperto solo dopo, non sapevo che al massimo si può dare una sorta di rimborso spese ma direi che con quella cifra siamo ben oltre il rimborso. E Astor non è neppure un husky ma un meticcio nato da mamma husky!
Fin qua posso dire di aver collezionato una serie di errori che a vederli oggi mi sembra persino improbabile possano stare tutti insieme e sinceramente oggi mi sento meglio, ma per diverso tempo ho provato rabbia verso la mia ignoranza e la mia sconsideratezza che mi hanno portata a percorrere una strada totalmente errata. Avessi solamente avuto qualche amico con il cane magari avrei avuto qualche infarinatura sulla cinofilia e sulla vastità di tale mondo, sui pericolosi raggiri nei quali mai pensavo di cadere.
L’ignoranza prima o poi ti porge il conto che volenti o nolenti dobbiamo pagare. Se potessi dare un consiglio cosa potrei dire?
Nulla, non dico nulla, io stessa potevo guardarmi meglio attorno e non l’ho fatto.
Metto solo qua la mia esperienza, chissà mai che capiti sotto gli occhi di qualcuno che come me “decide di prendere un cane”.
Ps: Astor, a detta dell’educatrice che ci fa scuola, è un cane che migliora ogni volta, e io con lui. E soprattutto è un cane felice. E presto avrà una sorellina, un flat coatel retriever nero, con pedigree.