giovedì 18 Aprile 2024

Auguri a tutte le mamme che NON li trattano come dei figli

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Davide Beltrame
Davide Beltramehttps://www.tipresentoilcane.com
Figlio di Valeria Rossi dalla nascita, creatura mitologica a metà tra uomo e cane, con tratti bestiali dello yeti. Solitamente preferisce esprimersi a rutti, ma ogni tanto scrive su "Ti presento il cane" (di cui è il webmaster, quando e se ne ha voglia). La sua razza preferita è lo staffordshire bull terrier, perché è un cane babbeo che pensa solo a mangiare e a dormire. Esattamente come lui.

di DAVIDE BELTRAME – No, non sono ammattito (almeno credo!), so benissimo che la festa della mamma era ieri, ma inizio la settimana in modo un po’ polemico (sai che novità, dirà qualcuno…come in effetti ha fatto Fabiana appena le ho detto il tema dell’articolo di oggi!), dopo che per buona parte della giornata di ieri, ho avuto modo di notare sui social un fiorire di immagini dove gli auguri venivano fatti sì, alle mamme a due e quattro zampe, ma anche di immagini come quella di apertura di questo articolo, che raccoglievano ovviamente un buon numero di cuoricini, condivisioni e tutto il corollario.

Ecco, al netto dell’immagine se vogliamo anche simpatica, non avrebbe nulla di male se non fosse che nessun cane avrebbe alcun motivo di ringraziare chi “lo tratta come un figlio”, perchè in molti, troppi casi questa frase non è solo una “iperbole verbale”, ma si traduce davvero in quello che è uno dei peggiori comportamenti che si possano attuare verso un cucciolo, ovvero la sua bambinizzazione, tema che peraltro abbiamo già toccato in passato in alcuni articoli, ad esempio:

Il mio “bambino peloso” mi tiene in ostaggio!

Cani bambinizzati… ma come bambini stressati!

E’ un fenomeno che vede come “vittime” soprattutto i cani di piccola taglia, che sono il bersaglio ideale dato che vengono visti come indifesi contro un mondo brutto e cattivo e attirano quindi facilmente l’affetto di molte persone che trovano così una creatura su cui riversare tutto il loro “ammmore”…ma lo fanno nel modo sbagliato, perchè spesso non supportate da una minima consapevolezza delle effettive necessità del cane.

Perchè trattare il cane “come un figlio”, quando questo si traduce ad esempio in comportamenti come non farlo mai uscire perchè se no “potrebbe ammalarsi” o “incontrare cani grandi che potrebbero fargli male” (ci sono cani che non escono nemmeno per i bisogni: dato che sono piccoli vengono abituati a usare le traversine a vita, oppure a usare la lettiera del gatto…), è una enorme mancanza di rispetto verso il cane, verso la sua natura e verso le sue necessità.
Fino a non molto tempo fa lo stesso problema riguardava anche alcuni aspetti della salute del cane, primo tra tutti l’alimentazione: chi apparteneva alla fazione del “lo tratto come un figlio” era molto spesso convinta di fare il bene del cane dandogli gli avanzi del pasto umano, questo fenomeno devo dire che mi sembra si sia ridotto negli anni dato che sull’importanza dell’alimentazione sana per la salute del cane ci sono stati anche servizi televisivi e in generale c’è una maggior consapevolezza sull’argomento; anche in questo caso ci sono degli eccessi e comunque non è un fenomeno del tutto scomparso (personalmente ho visto un cane la cui cuccia era letteralmente circondata da avanzi di pizza…), ma diciamo che è un tema su cui mi pare ci sia quantomeno più voglia di informarsi.

Voglia che invece non c’è per quelle che sono le caratteristiche e le necessità “etologiche” del cane, per esempio un cane a cui viene impedito di interagire con i suoi simili, non sarà sicuramente un cane “felice e realizzato”, perchè il cane è un animale sociale, ha bisogno di queste interazioni: pensiamo sia un caso che moltissimi dei cani tenuti “protetti dal mondo”, che vivono più spesso sollevati da terra che con le zampe sul terreno, diventino poi spesso e volentieri dei soggetti insicuri, abbaioni o anche aggressivi?
Circa 20 anni fa, nel quartiere dove abitavo c’erano due o tre signore con simil-yorkshire che erano tenuti costantemente in braccio e che abbaiavano praticamente a qualsiasi cosa si muovesse, convinti di spaccare il mondo perchè tanto c’era “la mamma” a proteggerli dagli altri cani brutti e cattivi.

Penso che molti di voi possano raccontare testimonianze simili, perchè non è certo un comportamento nuovo, ma se si continua a far passare il concetto che trattare il cane come un figlio sia giusto, sarà anche un comportamento a cui non vedremo mai porre fine.

Tralascio poi di parlare di tutti gli eccessi che si stanno vedendo negli ultimi anni, e che hanno proprio nelle “mamme apprensive” la clientela ideale: le bambole gonfiabili per far sfogare Fufi che monta la gamba del tavolo, i “videocitofoni” per parlare col cane dal lavoro, i manti erbosi per far sporcare il cane in casa dandogli però la sensazione di farla sull’erba, eccetera eccetera…

Ripeto, nell’immagine in sè non ci sarebbe tutto sommato nulla di male, se volesse solo essere un’esagerazione da social e non rispecchiasse una situazione che invece è sempre più tragicamente diffusa.
A parità di immagine virale che fa leva sul buon cuore delle “mamme di cani”, trovo quasi più accettabili quelle che parlavano di “amarli come figli”, per quanto anche questo si traduca poi spesso in eccessi, quantomeno è possibilissimo che una persona ami il suo cane trattandolo però, appunto, da cane…che attenzione, non vuol dire da cani, vuol semplicemente dire trattarlo per quella che è la sua natura e rispettarlo per quello che è, ovvero a mio avviso il miglior comportamento che si possa attuare.
Che non vuol certo dire non poter fare un po’ gli scemi, o usare un lessico di casa… anche noi in casa diciamo a Destiny “vai da mamma”, “vai da papà”, gli amici che vengono a trovarci abitualmente li definiamo “gli zii”, e come penso tutti o quasi anche noi spesso “cazzeggiamo” allegramente, molti di voi hanno già visto l’immagine di Bisturi “vestita da sciuramaria”, e abbiamo pure la versione “suor Bisturi”.

Non è che viviamo sempre seri e compiti, una delle cose fantastiche dei cani è proprio poterci fare gli stupidi insieme senza essere giudicati stupidi.
Ma poi vivono la loro “vita da cani”, escono quando c’è da sporcare, se incontriamo altri cani vediamo prima se l’atteggiamento è amichevole e nel caso se c’è la possibilità li facciamo interagire e giocare un po’, se invece le premesse non sono buone si cambia strada: non fuggiamo con il cane in braccio già da 200 metri di distanza urlando “lo tengaaaa”.

Perche l’amore non è quello che noi chiamiamo “ammmore” con 3 (o più) emme, che è invece quello che viene attuato trattando il cane come un esserino indifeso dal mondo, che abbia l’assoluto bisogno della morbosa protezione di qualcuno e che quindi si è disposti a snaturare pur di proteggerlo da chissà cosa.

Purtroppo spesso capitano episodi che rafforzano la convinzione che il mondo fuori di casa sia pericoloso per il cane, soprattutto di piccola taglia, come ad esempio le aggressioni da parte di cani lasciati liberi di scorrazzare senza guinzaglio in mezzo ai parchi cittadini: ma la colpa non è del mondo crudele, è di chi si ostina a pensare che il suo cane abbia più diritti di quelli degli altri e a lasciarlo libero anche dove non dovrebbe, non solo per legge, ma anche per un minimo di civile convivenza e di rispetto altrui.
E fidatevi, non lo combatterete tenendo i cani sotto una campana di vetro.

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