di DAVIDE BELTRAME – Sta facendo molto discutere in questi giorni l’ordinanza del comune di Savona che pone l’assoluto divieto di far sporcare i cani nel centro storico.
Non è in realtà del tutto una novità: anche con le precedenti amministrazioni comunali Savona si era già distinta per alcune ordinanze piuttosto strambe e ben poco cinofile, ad esempio nel 2014 avevamo commentato riguardo al “divieto di abbaiare e fare pipì“, che era inizialmente abbastanza simile all’attuale ordinanza (anche se all’epoca poi era stata modificata e “addolcita” rispetto alla proposta iniziale) e al “divieto di bisogni notturni“, partoriti peraltro a distanza di pochi mesi uno dall’altro.
Con l’ordinanza attuale, in pratica si verrebbe multati a prescindere, anche pulendo appena dopo che il cane avesse espletato i bisogni… a meno che non si faccia sporcare il cane sulla strada (probabilmente facendo anche lo slalom tra le auto), data la dichiarazione della sindaca riportata da diversi giornali:
Come se non bastasse, sembra che la Sindaca in futuro voglia estendere la genialata al resto della città.
Ora, sul fatto che l’ordinanza in sè sia una cagata pazzesca (giusto per rimanere anche in tema di “bisogni”), direi che ci sono pochi dubbi.
Forse giusto Flash riuscirebbe a saltar giù dal marciapiede al volo appena Fufi alzasse la zampa per fare pipì, e c’è già chi ha dichiarato di aver preso insulti da qualche automobilista per aver rispettato l’ordinanza ed esser sceso dal marciapiede per far sporcare il cane, ma comunque basterebbe controllare che vengano rispettate le già vigenti norme relative alla pulizia dei bisogni.
Anche perchè se – come avviene 9 volte su 10 – non ci saranno degli effettivi controlli, l’efficacia rischia di essere molto bassa.
Però, volevo provare ad affrontare la questione da un altro punto di vista, anche perchà sull’ordinanza in sè è già stato detto abbastanza.
Ovvero: di chi è la “colpa”, se nascono queste ordinanze? Perchè per quanto Savona sembri decisamente brillare, comunque molti comuni sono sempre “meno tolleranti” verso i proprietari di cani, e ottengono anche molti riscontri positivi.
Ora, se i politici – che spesso ragionano prettamente in termini di voti acquisiti e persi – preferiscono fare ordinanze così restrittive pur contando l’alto numero di proprietari di cani (e quindi la relativa forza elettorale, non a caso è nato di recente pure il Movimento Animalista…) qualcosa vorrà pur dire.
E penso che una bella parte di colpa sia proprio di “noi” cinofili.
Non di tutti, ovvio, ma di quei cinofili che delle leggi e normative se ne infischiano e così pure del buon senso e del rispetto altrui.
Perchè se tutti raccogliessero le deiezioni, se tutti usassero il guinzaglio nei luoghi pubblici, se non si lasciassero i cani liberi di vagare e farsi i fatti loro (e di conseguenza sporcare dove capita senza che nessuno pulisca)… non daremmo a nessun politico l’appiglio per fare certe ordinanze e avremmo più facilmente “dalla nostra parte” anche chi il cane non lo ha.
Grazie invece al fatto che moltissimi semplicemente se ne infischiano, c’è un clima di astio e tensione per cui anche se pulisci regolarmente ogni volta che il tuo cane sporca e anche se cerchi magari di non fargil fare pipì su case, negozi o auto, vieni comunque guardato storto per il semplice fatto di star passeggiando col cane: alzi la mano chi si è sentito rimbrottare dietro anche se magari non ha mai lasciato una cacca per terra!
Purtroppo questo menefreghismo si riscontra in tantissimi proprietari, basti vedere in quante discussioni anche sui social ci sia chi ammette bellamente di non usare il guinzaglio, non avere mai con sè la museruola, non rispettare i divieti e via dicendo.
Anche le reazioni spesso non aiutano a rendersi molto simpatici: dato che stando al comunicato del Sindaco l’ordinanza era nata anche in seguito a “numerose proteste dei negozianti del centro”, c’è chi ha invitato a boicottare tali negozi…
Molto più apprezzabile a mio avviso l’iniziativa di uno dei negozianti del centro, che ha organizzato un aperitivo “dog friendly”, anche per dimostrare che non tutti i commercianti concordano con l’ordinanza.
Insomma, invece di prendercela solo con i politici o con chi si lamenta di cacche, pipì e olezzi vari, pensiamo da cosa nasce tutto ciò e prendiamocela prima di tutto con chi ci fa passare per degli zozzoni incivili, danneggiando tutta la categorie e offrendo numerosi alibi e appigli per partorire divieti e restrizioni.
Perchè non è possibile che alle soglie del 2018 il problema delle cacche non raccolte sia ancora tale da essere probabilmente la prima causa di “cinofobia” e di intolleranza verso i proprietari di cani.
E dato che l’invenzione del Vapoorize non sembra prossima, chiniamo un po’ tutti la schienina santa e raccogliamo ‘ste cavolo di cacche. E incazziamoci con chi non lo fa.
Adesso impedire ai cani di pisciare nel centro storico sarebbe un’ordinanza stramba? Siete proprio arrivati all’ultima fase di divorzio dalla realtà.