lunedì 7 Ottobre 2024

Ti presento… il soccoro sportivo in acqua – Le attrezzature

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di CLAUDIO CAZZANIGA – Il secondo appuntamento di questa rubrica lo voglio dedicare alle attrezzature in uso alla disciplina e alle razze più o meno predisposte per lavorare.
Credo che sarà l’ultimo articolo in cui parlerò sia del lato sportivo che operativo del soccorso in acqua: la mia disciplina è quella sportiva e credo sia più corretto parlare di ciò che faccio oggi che non di quello che ho fatto in passato.

Parlando di razze e facendo un piccolo ritorno storico ricordo che agli inizi l’unico cane che svolgeva l’attività in acqua era il Terranova. Come già detto nel primo articolo per molto tempo il club ufficiale del lavoro in acqua era il CIT (Club Italiano Terranova). Con loro si faceva un percorso diviso in gradi…. Primo-secondo-terzo e poi arrivati al quarto, se il conduttore era in possesso di un brevetto da bagnino, si poteva fare l’ultimo grado e divenire operativi. 

Nello stesso periodo la SICS (Scuola Italiana Cani da Salvataggio) svolgeva l’attività di addestramento in acqua con un accordo credo fatto con la Capitaneria di porto.
Ricordo molto bene, erano gli anni tra il 1992 e 1994, gli allenamenti che anche io svolgevo a Sarnico sul lago di Iseo. Già da allora la SICS permetteva anche ai cani non Terranova di poter lavorare. Alla fine di un percorso di allenamento veniva fatta una prova finale di abilitazione.
Io stesso dopo aver letto un articolo su QuattroZampe entrai nella SICS con una meticcia… Roba dell’altro secolo.

Anche la SAT (Società Amatori Terranova) dava la possibilità ai soli Terranova di lavorare. Ma questo club, non essendo riconosciuto dall’ENCI, ha sempre lavorato nell’ottica sportiva. L’evoluzione della disciplina, il fatto che i terranovisti diminuivano di stagione in stagione e contemporaneamente aumentavano i retrieveristi appassionati di acqua ha fatto sì che qualcosa cambiasse. Dopo un periodo di Terranova, Golden e Labrador, sia nei brevetti Cit e Sat si è deciso l’apertura totale ed a oggi è possibile iscriversi con qualsiasi cane.
L’unica resistenza rimasta è che tutte e due i club a fine gare redigono due classifiche separate. Una per i Terranova e  una per tutte le altre razze.
Molto più recentemente lo CSEN ed altre associazioni hanno aperto al lavoro in acqua e loro, da subito, non hanno fatto alcuna distinzione tra razze.

A livello operativo, anche grazie al lavoro fatto in tanti anni dalla SICS, qualsiasi razza può lavorare. Qui, a volte, l’unico vincolo che può esserci è quello del peso dl cane. Si cerca sempre di lavorare con cani di almeno 25/30kg, in funzione del fatto che comunque l’animale deve riuscire a trainare due persone. Personalmente ritengo sia un giusto limite.
So che anche altre organizzazioni tra cui l’ENCI, organizzano una sola prova di lavoro aperto a tutte le razze, alle quali possono partecipare binomi in cui il conduttore sia un bagnino. Se la prova viene superata il binomio viene considerato operativo, con obbligo annuale di risostenere la prova.

Se è vero che grossi cani come Terranova, bernesi, landser, caucasici  lavorano moltissimo sfruttando la potenza e la propria forza ed altresì corretto dire che la dinamicità, la velocità di esecuzione e la tecnica di cani più piccoli (Retrievers e Amstaff ad esempio) indicano che ogni cane se ben preparato e adeguatamente allenato può svolgere il lavoro in acqua. Volere è potere.

Parliamo adesso dell’attrezzatura minima che dobbiamo avere per lavorare correttamente.
Per il conduttore senza dubbio una muta. Lunga, corta, più o meno pesante. Dipende dalle condizioni dove lavorate. Chi sta al mare solitamente non ha bisogno di molto per stare al caldo. Chi come me sta al lago anche a maggio entra con una 7mm.
Oltre che dal freddo la muta vi protegge da eventuali “abbracci” del vostro cane… Che sono abbastanza dolorosi.
Una particolare attenzione Vi chiederei per quanto riguarda la calzatura. È importante: il piede, soprattutto in laghi non limpidissimi, è la prima parte del corpo che va a contatto con il fondale. Purtroppo ci si trova di tutto grazie all’ignoranza di persone molto poco civili: vetri, lattine, piatti rotti. Attenzione!
Se utilizzate dei figuranti fate sì che abbiano sempre un giubbotino da salvataggio che ne supporti il galleggiamento. 

Per il cane solitamente ad uso sportivo si utilizza un imbracatura che permetta al figurante di agganciarsi. Di solito sono due anelli agganciati all altezza le scapole oppure una maniglia agganciata al garrese. E’ uso nell’ambito sportivo  che l’imbracatura non sia galleggiante e non lo favorisca… sarebbe un po’ come vedere la Pellegrini utilizzare i braccioli!
Anche se, in alcuni circuiti, è ammesso l’utilizzo dell’imbrago galleggiante, a fronte di una decurtazione di punti in classifica.

Sul fronte operativo solitamente i cani utilizzano l’imbracatura detta “a tartaruga”: la suddetta avvolge quasi tutto il cane e lo dota di un’altissima galleggiabilità.
Sebbene chi scrive non ami molto questo tipo di supporto, deve ammettere che in caso di un vero intervento di soccorso è FONDAMENTALE che il cane la indossi: una persona di ottanta novanta kg, stanca, spaventata ed in preda al panico che sta perdendo la vita, se riuscisse ad attaccarsi ad un cane non munito di questo imbrago lo farebbe affogare in pochi secondi.

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