domenica 20 Aprile 2025

Ti presento… la cerca del tartufo – Fasi di cerca (II parte)

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NICOLETTA
NICOLETTA
Classe 1989, laureata in Biologia con specializzazione in Biodiversità e gestione degli ecosistemi. Da sempre innamorata del mondo naturale. Mette in pratica la sua passione al servizio della natura, come guida naturalistica, finche la cinofilia entra a gamba tesa nella sua vita e decide di diventare addestratore cinofilo enci. Unendo le sue grandi passioni la natura e la cinofilia, lavora come addestratore di cani da tartufo, cercando di costruire la sua strada un tartufo dopo l’altro.

di NICOLETTA CONTE – Buongiorno a tutti! In questo quarto appuntamento con la rubrica di cerca del tartufo parleremo della fase successiva all’addestramento base realizzato in campo. Nell’articolo precedente vi ho raccontato come far conoscere al cane il tartufo e come impostare il comportamento di cerca, a questo punto è il momento di cambiare ambiente, spostarci dal campo e raggiungere il bosco.
Vedremo una serie di esercizi da svolgere prima della fase di “sblocco”, (se non vi ricordate cos’è ne ho parlato nello scorso articolo!).
Questa fase costituisce un passaggio intermedio, una transizione dal campo all’ambiente naturale, infatti il lavoro che andremo ad impostare ci serve per far conoscere al cane il bosco come terreno di lavoro.

Mi spiego meglio: il senso più sviluppato del cane è l’olfatto, in ambiente boschivo il cane è letteralmente sopraffatto dagli odori, quindi da stimoli molto molto interessanti per lui. Pensate semplicemente alle tracce di selvatico, le “fatte” (cacche), le piste, le marcature di tutta la fauna presente: la richiesta di lavorare nonostante tutte queste distrazioni è per un cane molto impegnativa, soprattutto per un cane abituato a vivere in città, che magari viene portato nella natura raramente, lavorare in un contesto del genere è davvero “tanta roba”.
Quindi prima di passare alla cerca vera e propria di tartufo vergine, è importante abituare il cane a lavorare in ambiente boschivo, in modo che si senta a suo agio e non percepisca la cerca come una richiesta eccessiva da parte del conduttore. Bene, ora che avete capito il perché, vi spiego il come!

Cosa si può fare per aiutare il cane nel modo più efficace possibile? Ricominciamo da capo!
Ripercorriamo velocemente la strada di addestramento percorsa nella fase di campo, eccezion fatta per il focus sul tartufo, che il nostro cane ormai deve aver ben chiaro. Prima di tutto è necessario stabilire un piccolo programma di addestramento, programmare qualche uscita di mezza giornata e decidere la progressione degli esercizi.
Una cosa da tenere sempre bene a mente è non esagerare, in una mezza giornata facciamo poche sessioni di ricerca, intervallando con pause e gioco.
Al termine di tutte le sessioni inserire una passeggiata serena e senza richieste aiuta ad assimilare bene tutto quello che si è fatto fino ad ora. Quindi, una volta arrivati, per prima cosa scegliamo una parte bosco pulita, cioè facilmente percorribile e senza troppo sottobosco.
A questo punto sistemiamo i nostri tartufi in superficie ben visibili e procediamo con la prima cerca. Il cane in questa prima cerca potrebbe avere difficoltà a concentrarsi per via dei molti odori, la sua più grande difficoltà sarà discriminare l’odore del tartufo in mezzo a tutto il resto, enormemente attrattivo per lui, è utile molto spesso aiutarlo inizialmente a trovare il tartufo chiamandolo nella zona in cui è collocato.

Una volta che il cane troverà il tartufo, sia che lo abbiamo aiutato, sia che vi sia riuscito da solo è bene premiarlo molto, soprattutto con approvazioni sociali oltre che con il premio scelto. La cerca facilitata in superficie costituisce quindi il primo esercizio, si può continuare a proporla finché non vedete che il cane cerca con sicurezza e velocità, ma soprattutto con concentrazione, senza più distrarsi o stressarsi.
Il secondo esercizio è semplicemente una progressione nella difficoltà di ritrovamento: i tartufi verranno sotterrati invece che deposti in superficie, aumentano notevolmente la competenza richiesta al cane. In questo secondo esercizio vale lo stesso principio che vi ho spiegato poco prima, se inizialmente il cane presenta esitazione o cenni di stress aiutatelo incitandolo anche nello scavo, quando riesce premiate molto con approvazione sociale, al termine della prima cerca fate una lunga pausa e inserite anche il gioco.
Andando avanti con le cerche successive aumentate progressivamente la distanza dei tartufi gli uni dagli altri, il raggio di cerca, ovvero l’ampiezza di terreno coinvolto e aumentate anche la profondità della buca in cui nascondete il tartufo.
L’obiettivo che dovreste raggiungere al termine della sessione riguardante questo secondo esercizio è vedere un cane che cerca sicuro, discriminando tutti gli altri odori e concentrandosi solo sul tartufo, senza esitazione o difficoltà.
A questo punto se avete lavorato bene avrete un cane felice che non vede l’ora di cercare appena mette piede nel bosco. La prosecuzione di questa fase intermedia è affinare ulteriormente le competenze del proprio compagno a quattro zampe. In realtà qui potete inventare un po’, costruire esercizi sempre più difficili, variando i parametri di profondità e distanza, tenendo sempre a mente la regola generale: non esagerare.
Usate il buon senso e non chiedete troppo al vostro cane. Ad ogni modo vi faccio alcuni esempi di esercizi, tenete presente che questi si fanno partendo dal presupposto che il vostro cane possieda un’alta motivazione sul tartufo, che quindi sia ben predisposto e collaborativo, se non avete raggiunto questo obiettivo per il vostro cane questi esercizi sono ancora troppo impegnativi.

Insegnare a scavare sotto i sassi: molto spesso i tartufi crescono in posti davvero difficili da raggiungere, uno di questi è sotto le rocce o tra i sassi.
Non tutti i cani scavano immediatamente sotto le rocce, quindi è bene fargli conoscere prima questa situazione.
Cosa fare? Innanzitutto eliminiamo completamente la difficoltà della ricerca, indichiamo direttamente noi al cane il punto in cui scavare, in modo che arrivi pieno di energie sulla buca. Si procede per gradi, utilizzando sassi di piccole dimensioni e sotterrando superficialmente il tartufo. Piano piano sostituiremo i sassolini fino ad arrivare alle pietre vere e proprie, è importante inizialmente aiutare il cane incitandolo, per confermare l’azione e dirgli che sta facendo la cosa giusta.
Riveste sempre grande importanza il ruolo del premio, quindi non siate parchi di complimenti.
Insegnare al cane a passare dentro i cespugli: entrare in un rovo non è una cosa semplice, alcuni cani lo fanno senza problemi, altri sono restii e non amano molto intrufolarsi. Quindi anche in questo caso far conoscere al proprio cane la possibilità che un tartufo cresca in mezzo ai rovi è un grosso aiuto per il futuro.
Il procedimento è molto semplice e anche simile al precedente. Nascondete il tartufo in prossimità del rovo, poi appena sotto ed infine dentro il rovo.
La cosa importante è accompagnare il cane, deve avere la sensazione che prendiate il tartufo insieme a lui, spostate i rami, aiutatelo a passare ed incitatelo.
Abituare il cane al selvatico: nel bosco è pieno di animali selvatici, chi più chi meno ma quasi tutti i cani risentono della loro presenza.
Un buon allenamento è farli abituare prima di andare sul naturale. In questo caso si procede nascondendo il tartufo vicino ad una”fatta” oppure una pista ben visibile.
Si può aiutare il cane nel ritrovamento inizialmente, perche la cosa fondamentale è che lui non perda la concentrazione nella cerca per andare sulla traccia, quindi si andrà a rinforzare il cane che trova il tartufo, scegliendo letteralmente tra selvatico e tartufo.

Siamo arrivati alla fine anche di questo appuntamento, ma prima di concludere vorrei farvi riflettere su alcune cose.
Avrete notato che spesso le modalità degli esercizi sono simili, ma soprattutto ricorre l’importanza del rinforzo sociale. Questo perché nella cerca del tartufo la cosa importante è la relazione: nelle sequenze di esercizi presentate, voi dovete accompagnare il vostro cane fino alla conclusione, dovete solo rinforzare delle abilità che lui già possiede.
Il rinforzo sociale in questa fase è fondamentale, perché, se avete una buona relazione, è questo il mezzo più efficacie per comunicare al cane che sta facendo la cosa giusta.
La cerca del tartufo è una condivisione totale, si cerca insieme, perché il conduttore senza il cane non saprebbe dove mettere i piedi, si scava insieme e si condivide la gioia del ritrovamento. Quindi ricordatevi che l’obiettivo finale è alimentare la profonda relazione che c’è tra voi ed il vostro cane.

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  • NICOLETTA

    Classe 1989, laureata in Biologia con specializzazione in Biodiversità e gestione degli ecosistemi. Da sempre innamorata del mondo naturale. Mette in pratica la sua passione al servizio della natura, come guida naturalistica, finche la cinofilia entra a gamba tesa nella sua vita e decide di diventare addestratore cinofilo enci. Unendo le sue grandi passioni la natura e la cinofilia, lavora come addestratore di cani da tartufo, cercando di costruire la sua strada un tartufo dopo l’altro.

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