di NICOLETTA CONTE – Buongiorno a tutti, fino ad ora nella rubrica sulla cerca del tartufo si è parlato principalmente di tartufo e di cani, oggi vi parlerò di un terzo elemento altrettanto fondamentale: Il conduttore.
Come si diventa tartufai? Innanzitutto bisogna avere molta calma. Se siete tipi irrequieti, prima di uscire bevetevi una camomilla.
Saranno più le uscite a vuoto all’inizio che quelle soddisfacenti e non è MAI colpa del cane. Se il cane non trova, il tartufo non c’è, oppure VOI state sbagliando qualcosa. Ho visto troppa gente prendersela col cane perché non fa un buco, ho visto anche il cane rispondere che non ne farà più.
Non solo il cane va addestrato alla cerca, anche il suo conduttore ha tantissime cose da imparare. Un buon conduttore deve imparare a capire il proprio cane, penso che questa sia la cosa principale, che viene prima delle millemila cose che il poveretto tartufaio in erba verrà chiamato ad apprendere.
Questo si può impare solamente facendo tanta esperienza, osservando per ore i propri cani lavorare si impara a capirli.
Durante la cerca, il cane, attraverso il suo comportamento, letteralmente ci parla.
Il conduttore dovrà imparare a leggere il proprio cane perchè ogni cane è diverso da un altro ed ognuno avrà il suo modo di comunicare. Alcuni comportamenti sono indicativi della presenza del tartufo, uno dei miei cani ad esempio rallenta, comincia ad annusare dapprima a mezz’aria poi annusa un punto preciso della terra accuratamente e poi comincia a raspare, l’altro invece anche se sta trottando inchioda di colpo e pianta il naso a terra, rimane fermo scodinzola e dopo qualche secondo scava deciso.
Osservando i miei cani riesco a capire anche quale tipo di tartufo stanno scavando, se ci mettono molta enfasi vuol dire che il tartufo che andrò a prendere è di quelli pregiati, se la raspata è svogliata sarà una delle tante specie non commestibili (il premio lo beccano lo stesso, ma la gioia involontaria che ho quando trovano un tartufo buono aggiunge valore al premio).
Anche il modo di cercare è diverso da cane a cane, capire come cerca il proprio cane ci aiuta a distinguere quando il cane è davvero in cerca di tartufo e sta quindi lavorando con noi, oppure quando invece sta cercando selvatico, seguendo una pista o semplicemente girovagando.
Durante la cerca i cani spesso chiedono aiuto, bisogna imparare a capire quando è il caso di dargli una mano. Per esempio quando un tartufo è sotto un sasso il mio cane si siede e mi guarda, chiunque potrebbe pensare che li ci sia semplicemente un cane seduto, invece Grifo mi sta chiedendo di dare una bella smossa col vanghetto.
Un altro esempio è quando il tartufo si trova dentro un rovo. I cani (spesso i giovani) a volte non riescono ad infilarsi, allora è importante capire quando il cane ha sentito il tartufo nel rovo e aiutarlo ad entrare incitando la cerca, altrimenti si corre il rischio di far passare il cane oltre, questo potrebbe far pensare al cane che se il tartufo è difficile non si prende.
Invece capendo il suo comportamento possiamo aiutarlo e spiegargli bene cosa deve fare in quel frangente.
Un altro esempio è capire quando il cane ha sentito un emanazione in lontananza, distinguere un annusata di selvatico da quella di tartufo ci permette di capire se è il caso seguire il cane che parte alla cerca oppure richiamarlo. Esempi di questo tipo sono tavvero tantissimi, la cosa che si evince è che sia davvero, davvero importante comprendere il proprio cane, ci sono tantissime cose da guardare ed imparare che solo l’esperienza ti permette di conoscere.
Diventare abili nel condurre il proprio cane ci permette di vivere appieno la cerca del tartufo ma anche di avere risultati migliori. E’ assolutamente vero che un cane, in mano ad una persona che sa quello che sta facendo, rende il doppio. Un cane sa benissimo chi è che lo sta conducendo e, se quella persona è competente, è come se due ingranaggi si incastrassero perfettamente per funzionare alla grande. Mi capita spesso quando esco per la prima volta con qualche allievo che il cane riporti a me i tartufi, ovviamente non perche gli piaccio di più, ma perchè pensa letteralmente “Ehi questa sa bene cosa dobbiamo fare, forte!!!”. La cosa bellissima dell’iniziare questo percorso è crescere insieme, cane e proprietario, anche se sicuramente le cose sono molto più semplici per il cane che per il conduttore!
Per essere un buon tartufaio bisogna avere una discreta conoscenza della vegetazione, della geologia e soprattuto un buon senso dell’orientamento. Perdersi in un bosco è un attimo, soprattutto se si esplorano nuove zone. La conoscenza delle piante e dei suoli è importantissima per capire dove andare e come muoversi, da quale versante del bosco cominciare oppure per capire quando non è proprio il caso di avventurarsi.
Gli strumenti necessari sono diversi, primo fra tutti il vanghetto o vanghello, un bastone in legno con una punta in ferro o acciaio di forma variabile, generalmente triangolare, fondamentale per scavare il tartufo (nonché previsto obbligatoriamente dalla legge).
Una borsa dove mettere il bottino, generalmente si usano le trisacche, gilet con tasconi, borse tipo tolfa in cuoio oppure semplici borselli. In ogni caso è indispensabile avere qualcosa dove riporre il tartufo.
L’altra cosa che l’aspirante tartufaio deve fare assolutamente è conseguire il patentino di idoneità alla cerca del tartufo.
Perché l’attività è regolamentata dalla legge nazionale 752/85 (Normativa quadro in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo) e dalle sue declinazioni regionali.
Avere il patentino è essenziale, non soltanto perché è illegale andare in giro sprovvisti, ma soprattuto perché studiando per il patentino si acquisiscono le nozioni di base sull’ecologia e la biologia del tartufo e i termini legali da rispettare per andare a tartufi.
Come si prende il patentino? Molto semplice, ci si reca all’ufficio predisposto della propria regione e si presenta domanda, vi è un esame da svolgere, superato il quale si potrà ottenere l’idoneità, il patentino andrà poi rinnovato ogni anno versando la quota prevista alla regione. Ogni regione ha le sue regole e le sue leggi, la modalità di esame può quindi variare di regione in regione, ma il patentino è valido su tutto il territorio nazionale ove è consentita la libera cerca.
Le regole per andare a tartufi sono molte, ma si possono riassumere facilmente con questa frase: Rispetta la natura.
Andare nel bosco richiede rispetto, se trovi un tartufo ricopri la buca, non lasciare esposte le ife al disseccamento. Vai a tartufo col cane non con la zappa, preserva, tutela la tartufaia in modo che possa continuare a vivere. Non andare di notte a tartufo ove vietato, lascia che gli animali del bosco facciano il loro dovere mangiandosi i tartufi da disseminare in giro. Non raccogliere kg di tartufi acerbi, non sanno di nulla, a te non servono, ma alla tartufaia si.
Il rispetto per la natura è una cosa non si può imparare studiando per l’esame del patentino, bisogna averlo.
Bisogna che si esca con la consapevolezza di essere ospiti del bosco, non i padroni.
Prima di diventare tartufaio si dice che devi consumare almeno un paio di scarponi, non c’è nulla di più vero. Io ho ancora tantissimo da imparare dai cani, dal bosco e dai vecchi tartufai. Ultimamente va di moda andare a tartufi, chi pensa di fare soldi facili, chi di inventarsi un mestiere, tutto sulla pelle dei cani e dei boschi. Ma andare a tartufi è solamente una passione, una vocazione se vogliamo, per diventare tartufaio devi averla quella passione, poi tutto il resto si impara con l’esperienza e di fare esperienza non si finisce mai.